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Autore: Fireslot    10/07/2015    3 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bang!_%28gioco_di_carte%29]
Seguito della Prima Stagione: Willy indaga ancora sul losco Lucky Duke, dopo essere stato coinvolto in travagliate peripezie a suon di pallottole! Riuscirà a scoprire qualcosa? Il suo viaggio sarà un buco nell'acqua? E chi è il misterioso cecchino in nero? Carlson gli da ancora la caccia? Dove sono tutti gli altri personaggi, tra buoni e cattivi?
Ogni carta verrà scoperta in "Bang! - L'avventura di Willy the Kid"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Scappa, Calamity Janet

 
Dopo tre giorni di fuga disperata da Waco, un freddo guado del fiume Brazos e altri due giorni di estenuante galoppo verso nord, finalmente Pedro e Willy trovarono salvezza nell’accogliente crocevia tra l’Oklahoma e il Texas, Wichita Falls.
Una notte di riposo e una colazione dopo spinsero il duo a considerare un grosso intoppo sul loro cammino: Goodland era davvero all’altro capo del mondo e loro avevano bisogno di lasciarsi dietro il Texas il più velocemente possibile. Pianificarono il viaggio e, il giorno dopo, raccolto il necessario per la loro missione, si caricarono sulla carrozza economica di una sbuffante locomotiva a vapore. La sorprendente rapidità del carro di metallo portò i due avventurieri attraverso tutto l’Oklahoma, giungendo nelle ghiaiose terre verdeggianti del Kansas, fino a Wichita. Discesi dal treno, gli zoccoli dei destrieri sguazzarono tra le acque dell’Arkansas River e in due giorni di cammino si asciugarono nella città di Great Bend. Una notte di sonno preparò i due pellegrini a un’altra mattinata da passare sui duri sedili di una carrozza di seconda classe, tra le chiacchiere degli elegantoni provenienti dall’est e il cantilenante sferragliare del treno. Quando il capo carrozza annunciò che Colby sarebbe stata la fermata imminente, il sole era ormai calato e proseguire sarebbe stato pericoloso. All’alba del decimo giorno dalla loro partenza i due pellegrini si lasciarono alle spalle la città per inoltrarsi nell’arida pianura, in attesa di superare Goodland.
«Non trova incredibile, señor, come queste carrozze senza cavalli siano rapide?» disse Pedro rompendo il silenzio, «Abbiamo compiuto un viaggio di un mese in meno di metà del tempo.»
«Preferisco una sella a uno di quei sedili di legno.» rispose Willy, dando due pacche a Branco che sbuffò, come se approvasse le parole del padrone.
«Io viaggerei sempre in treno, señor. Niente pioggia o neve, niente estenuanti galoppate, niente appostamenti al buio nella notte. E’ il futuro dei viaggi!»
«Qui ti sbagli, Pedro: un viaggio non è un punto di partenza e uno di arrivo, ma è il tragitto che li divide. Un viaggio ti aiuta a crescere, imparare, metterti alla prova. Restare chiuso in tonnellate di metallo non ti rende un uomo migliore, solo più pigro.»
«Forse, ma chiusi in tonnellate di metallo non ti becchi piombo caldo in fronte.»
La tentazione di ribattere di Willy sfumò quando gli occhi dei due pellegrini si posarono su un pericolo in lontananza: dove ci sarebbe dovuto essere il profilo di una città, si ergeva una fitta nuvola di polverone. Willy agguantò il binocolo e, coperto il riflesso delle lenti con il cappello, scrutò la minaccia. Pedro vide il volto del compagno distendersi dallo stupore, come se avesse visto un manipolo di Cavalieri del Cielo*.
«Guai in vista, Pedro.» avvertì Willy, «Sono almeno venti uomini, armati fino ai denti. Stanno inseguendo qualcuno.»
«Come li affrontiamo? Sono troppi e siamo in campo aperto.» balbettò Pedro, persuaso a voler tagliare la corda nel suo inimitabile stile.
«Togli la sella dai cavalli, dobbiamo muoverci in fretta.»
 
***
Maledicendo il cielo in tutti i modi possibili, la ragazza spronava senza tregua il suo ronzino, sperando che tutte le domeniche passate in chiesa con le mani giunte fossero servite ad ottenere un miracolo.
«Stategli addosso, non deve sfuggirci!» fu il ruggito un uomo alle sue spalle, coronato da un concerto di clarini sputa fuoco. La distanza tra il branco di tagliagole e il cavallo della fuggiasca era troppa per le calibro 45, che rotolavano inermi al suolo invece di colpire la ragazza.
Più la fuga si prolungava, più il fiato del ronzino si appesantiva, aggiungendosi al fragore del mucchio selvaggio alle sue spalle che guadagnava terreno. Ormai lei sarebbe stata spacciata, a meno che il Signore non avesse inviato per questa pecora smarrita un angelo, magari armato.
Fu quando ormai le pallottole sfiorarono gli zoccoli dello stremato cavallo che si udì un uomo gemere: la fuggiasca voltò appena la testa di lato e vide una carcassa rotolare tra la polvere e le zampe tumultuanti. Gli inseguitori aprirono la formazione, presi alla sprovvista dal loro compagno caduto. Non riuscirono a realizzare l’accaduto prima che altri due del branco ruzzolassero al suolo con proiettili nel petto.
«Disperdetevi, dannazione! Trovate il tiratore!» urlava il capo nel fragore, prima di schiantarsi al suolo con un tonfo e un buco nella testa.
Ormai la marcia degli inseguitori era stata interrotta ed essi vagavano disperati nella speranza di scovare il loro carnefice. Quando quindici del branco furono ormai al cospetto di Belzebù, i superstiti videro la morte in faccia: Willy uscì allo scoperto da un ampio telo ricoperto di ghiaia, una dotazione ideale per mimetizzarsi in campo aperto. Il Golden Boy era a terra vuoto, ma la Dragoon era in pugno e ruggente; sei uomini caddero inesorabili sotto il tiro della Colt.
Del manipolo di inseguitori, solo cinque rimasero in piedi; fu allora che Pedro si sollevò dalla sua coperta di ghiaia con il fucile spianato, intimando ai sopravvissuti di gettare le armi. Tre di loro eseguirono l’ordine del messicano, ma due provarono a salvarsi scegliendo la via della fuga. Ramiréz, colto alla sprovvista, colpì solo il più vicino dei due, l’altro invece si portò fuori dalla sua gittata.
Soltanto allora Willy vide chi avesse appena salvato e osservò il suo volto a occhi sbarrati: Suzy Lafayette^.
La ragazza saltò i cerimoniali e strillò: «Willy! Insegui quel cavallo!»
Senza esitare oltre, con un fischio acuto Kid richiamò il suo mustang e montò in sella, per lanciarsi in un galoppo sfrenato. Branco dimostrò il suo valore e raggiunse in pochi minuti il fuggiasco, tempo necessario al suo padrone per ricaricare il Winchester con cinque colpi.
Bang! Mancato!
Sebbene avesse preso la mira, il proiettile schizzò oltre l’inseguito, che si era prontamente scostato dalla traiettoria inclinandosi sul fianco del cavallo. Kid restò attonito di fronte ad una sbalorditiva prova di agilità: il bandito era rimasto aggrappato all’anca del destriero con una mano stretta al pomolo* e le cosce serrate sul dorso. In quella scomoda posizione, riuscì ad agguantare il suo revolver Remington e sparare in direzione del cacciatore. Willy dovette inclinare le redini per cambiare la traiettoria di corsa, giusto in tempo per udire il proiettile della calibro 45 sibilare in prossimità dei suoi fianchi.
In quei pochi secondi di contatto visivo, Kid aveva realizzato che il suo avversario era una donna, dai lineamenti spigolosi e le labbra carnose. Eppure non era una donzella in difficoltà, ma una calamità naturale: infatti, anche se Willy non poté scorgerla da quella prospettiva, lei si rivoltò sulla sella in un batter d’occhio e, con solo un piede nella staffa e le cinghie delle redini alla mano, assunse una posizione eretta per uscire allo scoperto e sparare il suo inseguitore tre volte. Grazie a uno scatto, Branco si portò in salvo oltre la traiettoria dei proiettili ma Willy perse l’occasione di colpire la nemica, perché costretto a piegarsi in avanti per assecondare l’accelerazione del destriero.
I due pistoleri entrarono nei confini della città di Goodland, un conglomerato di catapecchie; inoltratasi in quella città fantasma, la donna puntò i piedi sulla sella e spiccò un balzo su una tettoia. Willy si vide costretto a scendere al volo da cavallo e, a causa dell’esagerata velocità, rotolare per terra fino a schiantarsi contro un’asse di legno lì vicino. Quella ruzzolata, sebbene gli avesse procurato qualche livido, lo salvò da due colpi piovuti dall’alto, che s’incastonarono al suolo con una nube di ciottoli. Senza staccare lo sguardo da sopra la sua testa per prevenire sorprese, Kid riuscì a riempire il caricatore; non appena la leva del Winchester spinse un colpo in canna, proprio dal balconcino lì sopra apparve la demoniaca assassina, con due pistole in mano, che si lasciò cadere dalla balaustra per aggrapparsi con il dorso dei piedi tra le scanalature, mentre con le sputa fuoco diede inizio ad un concerto, prendendo la mira a testa in giù; Kid si salvò gettandosi dentro il locale retrostante da una finestra, ma non prima di aver sparato due colpi in direzione della donna. Non assistette allo spettacolo di lei, che, lasciandosi cadere, volteggiava tra i proiettili con una capriola mortale e che atterrò con un tonfo e si affacciò alla finestra, per crivellare il cacciatore senza tregua fino a svuotare i tamburi; in tutta risposta Kid ribaltò un vecchio tavolo, che, col suo spessore, offrì un riparo improvvisato. Non appena sentì il ticchettio dei grilletti nemici, Willy estrasse la testa e sparò in successione tre colpi. I primi due le fecero schizzare le pistole di mano, ma la donna schivò il terzo piegandosi sulle ginocchia e inarcando la schiena fino a toccare il suolo con le spalle, dimodoché il proiettile volò oltre la sua fronte.
Saltato sul davanzale con il fucile spianato, Kid provò ad ingolfarla di piombo, ma la serpe si alzò in verticale, aprì le gambe e roteò su se stessa per assestargli due calci: il primo disarmò l’avversario, il secondo lo prese dritto in volto, facendolo schizzare nel locale con uno schianto. Non fece in tempo a sputare un gemito di dolore, perché l’assassina gli si avventò contro con un coltello stretto in pugno. Willy bloccò il polso armato, ma lei iniziò a pressare il collo di lui con l’avambraccio libero. Resistendo allo strangolamento con l’aiuto dell’altro braccio, Kid avvertì che i piedi della donna erano piantati saldamente sulle sue cosce, in modo da immobilizzarlo del tutto. Le sue orecchie furono lacerate da un urlo selvaggio e rauco, carico di furia assassina che si rifletteva cristallina negli occhi scuri del demone dal seno pronunciato.
Improvvisamente gli occhi iniettati di sangue si spensero in uno sguardo vacuo, accompagnati da un violento tonfo: Suzy aveva afferrato il Winchester per la canna come una verga e aveva tramortito l’assassina, che aveva stramazzato al suolo. Willy tossì per riprendere aria fresca; i suoi occhi si posarono su quelli scintillanti di Suzy, che però erano assottigliati dalla fatica della fuga e dal risentimento.
«C’è mancato poco.» bisbigliò Kid, rialzandosi dolorante.
«Beh, adesso siamo pari.» gli rispose Suzy, affannata, «Incaprettiamola come si deve, dobbiamo anche legare i piedi di questa figlia di cento serpenti.»
«Ti sei fatta amiche interessanti, Lafayette.» la canzonò lui per sdrammatizzare il pesante clima di tensione che di lì a poco si sarebbe creato, «Chi è questo demonio?»
«Mi sorprendo che il solitario cacciatore Willy the Kid non riconosca Calamity Janet.» rispose Suzy, enfatizzando la parola “solitario” con velenosa ironia.
«Calamity Janet? Come accidenti sei finita contro Calamity Janet?» chiese Kid, tanto allibito quanto affaticato.
Suzy prese un bel respiro, deglutì e spiegò: «Stavo svolgendo delle indagini in Colorado, quando mi giunse voce che dalle parti del confine ci fosse una grossa incetta di schiavi. Ho ficcato il naso troppo in fondo alla faccenda e sono finita qui, a Goodland. La città era stata messa a ferro e fuoco dalla qui presente calamità e il suo drappello di omaccioni, che tenevano occupata come polo di scambio merce umana. Naturalmente mi ci sono trovata a sguazzare fino al collo, così mi sono data alla fuga: se tu e Pedro non foste apparsi, starei scorazzando nei beati territori di caccia.»
«No es un problema, señorita Lafayette, per Pedro Ramiréz è sempre un piacere aiutare donzelle in difficoltà!» esclamò il messicano, apparso all’improvviso vicino al corpo inerme dell’assassina, impacchettata a dovere. Suzy lo salutò con un sorriso luminoso, poi restituì a Kid il suo fucile, spingendoglielo sul petto in malo modo.
Willy si abbassò all’altezza del volto di Janet e la chiamò a gran voce per destarla; non appena la donna riprese conoscenza, la prima cosa che vide furono gli occhi feroci del suo avversario, cui rispose con un urlo agghiacciante di guerra. Pedro sobbalzò, mentre il duo che vinse Jourdannais^ non fece una piega.
«Sporchi bastardi! Appena mi libererò di queste corde vi squarterò come pesci!» ringhiò Calamity, con una voce piena e ruggente, capace di far accapponare la pelle ad un uomo fatto e finito.
Suzy, spazientita, afferrò la sua Buntline e gliela infilò giù per la gola, caricando il proiettile con il pollice.
«Taci, o, com’è vero Iddio, ti faccio saltare le cervella!» sussurrò minacciosa, ottenendo un attonito silenzio dalla prigioniera.
Willy si abbassò alla sua altezza e le chiese: «Sappiamo che, a qualche miglio a ovest di questa città morta, state conducendo una tratta di schiavi al soldo di Lucky Duke. Ecco come andranno le cose: tu ci condurrai al luogo, ci dirai quanti invitati ci sono alla festa e che botti hanno per festeggiare. O collabori e conservi intatto il tuo bel faccino, oppure ti scanniamo adesso e proseguiamo per conto nostro. Sii saggia.»
Janet scostò la testa per liberare la sua bocca dalla canna ferrosa, rispondendo a Willy con uno sputo denso e biancastro. Mentre il cacciatore si deterse il volto, lei continuò a strepitare: «Cosa pensate di voler fare voi tre, con i vostri giocattoli? Ti accontenterò, cowboy, soltanto per vedere quanto copiosamente te la farai sotto: lì ci sono cinquanta uomini, tutti armati fino ai denti. E puoi credermi quando ti dico che sono svelti e precisi come il sinistro mietitore. Ma se loro non saranno sufficienti a farvi schiattare di crepacuore, è bene che vi avverta: con il più grosso fucile che un mortale possa imbracciare, c’è il mio uomo a capo della sicurezza, Douglas Mortifer, uno con tre dita di pelo nello stomaco che può aprire in due una moneta da un dollaro a quattrocento metri di distanza! Appena saprà quello che mi avete fatto, con le vostre ossa ci si pulirà i denti.»
Pedro iniziò frettolosamente a compiere numerosi segni della croce; Willy invece si prese il tempo per ponderare la prossima risposta. Dopo un minuto passato a sentire gli improperi di Janet sulla sua famiglia, si alzò in piedi e comandò ai suoi amici: «Datele un colpo in testa e imbavagliatela. Le faremo aprire la formazione e, quando Slab the Killer ci si parerà davanti, noi avremo uno scudo che non potrà scalfire.»
Suzy afferrò la pisola come una clava e, con un sadico sorriso in volto, si rivolse alla prigioniera: «Grazie mille, bocca larga. Ora è meglio che la chiudi!»
 
*Note:
  • I Cavalieri del Cielo sono i protagonisti dell’omonima ballata western “Heaven Riders”, anche se letteralmente significa cavalieri del paradiso. Il testo di questa canzone narra di questi temibili spettri diabolici, fantasmi dei cowboy morti violentemente, che si aggirano tra le nubi temporalesche cavalcando cavalli dai crini infuocati e in grado di lanciare fiammate dalle narici. La canzone “Ghostriders in the Sky” e il personaggio della Marvel sono ispirati a questo mito.
  • Il pomolo è il componente della sella posto anteriormente; i mandriani lo usavano per legare le estremità dei lazzi con cui incaprettavano i capi di bestiame. E’ un vero e proprio pomello che si erge in verticale.
 
^Rimandi alla prima stagione:
  1. Willy e Suzy s’incontrano nel “Capitolo 10: Suzy Lafayette”.
  2. Sempre assieme, i due piccioncini sconfiggono Jourdannais nel “Capitolo 12: In guardia, Jourdannais”.
 
Ahhhhh, che dire… adoro le sparatorie. Anche se stavolta ho un po’ esagerato: quindici morti e un’acrobata assassina. Essì, la tanto temuta Calamity Janet, colei che usa Mancato! come Bang! e viceversa. Come può una donna sparare per mancare un colpo? Siccome non volevo sfociare nell’assurdo con roba come “colpire-i-proiettili-con-altri-proiettili”, mi sono detto: «Facciamo che è una dannata acrobata, una che volteggia come Spider-man di Die Hard e spara a mezz’aria».
Per chi non lo sapesse: il personaggio cui faccio riferimento è un mid-boss (definiamolo così) che appare nel quarto capitolo della saga, uno che si lancia di testa, corre, sferra calci come un ossesso… e quella battaglia è fichissima! Infatti, Willis, con il caricatore svuotato nel tentativo di colpire questo str****, bofonchia esasperato: «E questo chi è, Spider-man?».
Come sempre, per ringraziarvi delle vostre visualizzazioni e dei vostri commenti, vi indirizzo nella pagina di un altro autore: è il turno di hinata 92, autrice di cui sono venuto a conoscenza perché mise tra le “storie da seguire” la prima stagione (sono commosso T_T). Le sue fanfic sono varie di stile e genere, addirittura ne troverete alcune su Lilo e Stich, di cui consiglio caldamente la lettura se vorrete godervi un piacevole tuffo nel passato.
 
Howdy!
   
 
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