Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
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Autore: IMmatura    16/07/2015    2 recensioni
E se la terza guerra mondiale fosse combattuta tra i corridoi di scuola e con delle pistole ad acqua?
In questa fic troverete un'epica (e comica) battaglia di quattro fazioni per la vittoria e la gloria. Atti di coraggio e momenti toccanti, battutine equivoche e tanti feels (assieme, soprattutto, a tante risate.)
Preparatevi ad assistere allo spettacolo, con una compagnia davvero d'eccezione: Ungheria ed il suo team di fujoshi.
Assurdo? Non per la IMmatura production!
[Gakuen AU] [Possibile OOC]
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Hidekaz Himaruya; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

Academy WWW (Water World War)

 

Capitolo 2 - Di hacker e “grandi” strategie

 

-Non posso fare una cosa del genere- balbettò Estonia, stretto tra la scrivania dell’aula di informatica e tre ragazze particolarmente determinate. Il tutto con Ungheria che passeggiava a passi marziali per la stanza.

Elizaveta si chinò sulla sua postazione con aria minacciosa.

-Non puoi farlo nel senso che non sei capace, o nel senso che non VUOI?-

-Non POSSO hackerare il sistema di videosorveglianza della scuola dall’aula di informatica!- ripetè -Rischio l’espulsion...-

Un pugno batté sulla cattedra facendo tremare lo schermo, ed anche lo stesso Estonia.

-Hai detto che non potevamo rimanere nel gabbiotto, e non l’abbiamo fatto. Hai detto che ti serviva un computer più potente e adesso ce l’hai... quindi ora fa il bravo e dacci il nostro spettacolo o non risponderò più delle mie azioni.-

Taiwan prese a pregarlo strattonandolo per un braccio, mentre Belgio faceva altrettanto puntellandosi alla spalla sinistra. Lily, alle spalle del ragazzo, si limitava ad unirsi timidamente al coro di richieste. Ungheria sorrise soddisfatta: ottima idea chiamare rinforzi.

Alla fine il ragazzo fu convinto e, tempo una manciata di minuti, le ragazze erano tutte pronte a godersi lo spettacolo dagli schermi.

-Tutte pronte? Blog di Tumblr?-

-Aperti!- annunciò Taiwan

-Diretta su Google plus?-

-Aperta.- garantì Liechtenstein

-Cioccolata?-

-Ho portato un assortimento da dodici stecche!- disse Belgio lanciandogliene una.

-Non mi è molto chiara la funzione della cioccolata...- disse tra se e se Estonia.

-La cioccolata è fondamentale per gestire i feels, non lo sapevi?- spiegò Elizaveta, che lo aveva sentito. -E adesso...azione!-

Estonia sospirò per poi ingrandire la schermata che dava sulle scale, dove il Magnifico Team di Prussia si era rintanato per organizzarsi.

---

Al riparo sotto l’ultima rampa di scale Gilbert istruiva i suoi soldati con il piglio militaresco dei bei tempi andati.

-Bene sottoposti, il Magnifico Me ora vi illustrerà il suo piano per eliminare i nostri nemici ed ottenere la fama, la gloria e... i buoni omaggio per la pizzeria qua vicino, da usare da soli o in coppia.-

-Credevo fossero il primo premio della lotteria di Natale?- commentò Matthew

-Perché tu conosci qualcuno che ha comprato il biglietto da Svezia? Sul serio, Finlandia dovrebbe rivedere le sue strategie di mercato...-

-Magari puntava proprio sul suo essere... come dire... involontariamente minaccioso.- ipotizzò Giappone

-Quel che è... comunque non ha funzionato. Visto che stavano per scadere America e il Magnifico sottoscritto abbiamo convinto Finlandia a cederceli, per una buona causa...-

-Che si è inventato stavolta Alfred?- chiese preoccupato Canada.

-NON DECONCENTRIAMOCI!- ordinò il magnifico prussiano -Vi voglio pronti, scattanti e senza pietà! Panciaindentropettoinfuori!-

-Ai.- scandì Giappone irrigidendosi sull’attenti, imitato un po’ goffamente da Canada.

Prussia si inginocchiò a terra facendo cenno agli altri di fare altrettanto. Srotolò sul pavimento una mappa della scuola.

-Considerando il margine di tempo che abbiamo per disperderci, direi che tutte le squadre si sono nascoste da qualche parte in questo raggio d’azione.-

Le mani di Gilbert si allargarono circoscrivendo un’area ben precisa.

-Dunque, uno di noi si apposterà qui, in fondo al corridoio. Nessuno deve attraversare indenne questa linea se non è già bagnato fradicio, mi sono spiegato? Intanto io ed un altro- tossicchiò leggermente. -m-membro di supporto pfff...p-penetreremo nell’area, stanandoli aula per aula se necessar...- si bloccò, con una mano alla bocca e un sussulto convulso delle spalle.

Giappone si avvicinò, allarmato che il loro leader potesse sentirsi male. Invece l’albino esplose semplicemente in una risata, mandando a quel paese la serietà duramente costruita fino ad ora.

-Scusate, non ce la faccio! Ma vi rendete conto di cosa ho appena detto?- chiese, con le lacrime agli occhi- Non lo stavo neanche facendo apposta, stavolta! E voi li con le facce tutte serie...kesesese!-

Kiku realizzò in quel momento il doppio senso dell’intera frase, desiderando ardentemente di sprofondare nel terreno in quel momento.

-Allora, chi vuole farmi da membro di supporto e metterglielo in quel posto assieme a me?-

-Ti prego di smetterla con queste metafore imbarazzanti.- protestò il giapponese, distogliendo lo sguardo e notando solo allora la serafica calma di Canada. Davvero ammirevole il contegno che riusciva a mantenere. Fino ad ora si era considerato un maestro dell’autocontrollo, ma a quanto pare doveva ricredersi.

-Sono sinceramente ammirato.- riuscì a dirgli, mentre il loro autoproclamato generale continuava a ridere senza ritegno -Come riesci a rimanere così impassibile di fronte a tanta sconvenienza?-

-Credo sia l’abitudine...- spiegò il canadese, arrossendo leggermente per uno dei primi complimenti che riceveva in vita sua - ... Francis mi ha fatto “il discorsetto” molto presto. E non parlava propriamente di api e fiori, se capisci cosa intendo...-

---

-Direi che qui non c’è niente da aggiungere...- commentò Ungheria -... sta facendo tutto Prussia.-

Taiwan prese la parola, agitando la mano -Estonia, mi sono stancata di loro... dacci la Gerita!-

-La che?-

-Italia e Germania, sveglia! Riesci a trovarli?- sbottò l’ungherese, per poi prendere personalmente il mouse e ingrandire l’immagine di un’altra telecamera. Sullo schermo apparvero Germania ed Italia che camminavano fianco a fianco, leggermente dietro rispetto a Russia. Feliciano stringeva saldamente il braccio di Ludwig mentre il tedesco, imbarazzato, cercava di incoraggiarlo sottovoce.

-AWWWWWW!- fu la reazione collettiva.

-Si sussurrano le paroline dolci.- commentò Belle, con gli occhi a cuoricino.

-Sono così fiera di loro...- disse Ungheria tirando su con il naso per la commozione. Estonia, ormai rassegnato a quella follia, le porse un fazzolettino. Lei si soffiò rumorosamente il naso continuando a delirare con gli occhi lucidi -Crescono così in fretta!-

---

Russia apriva la fila sorridente, passeggiando spensierato e canticchiando il suo “kolkolkol”, riadattato per l’occasione a canto di guerra.

-Quando fa così mi mette paura...- piagnucolò a bassa voce Italia.

“Solo quando fa così?” pensò Germania, notando che attorno a loro l’aria si era fatta di un innaturale colore viola.

-Quando iniziamo a far fuori gente? Mi sto annoiando... e annoiarmi non mi piace.-

Davvero, Germania non riusciva proprio a capire se il russo lo facesse di proposito o fosse così inquietante per natura. Tanto più che in una mano impugnava l’arma scelta per lo scontro, l’innocuo fucile ad acqua, ma nell’altra teneva ben saldo il suo “tubo magico”. Di qui le opzioni erano due: o non aveva effettivamente capito di essere coinvolto in un gioco, o il suo concetto di “giocare” era PARECCHIO distorto.

-Ehm...-

-Cosa?-

-Lo sai che basta spruzzare gli avversari per eliminarli dal gioco, vero?-

-Davvero?- chiese Ivan, non proprio deluso, piuttosto... confuso, più che altro. -Quindi non mi servono neanche il piccone e le molotov?-

-N-nien!-

-Va bene. Scusate un secondo.-

Mentre Russia, con sorprendente nochalance, svuotava in un cestino la giacca da un arsenale di tutto rispetto, Feliciano fece di nuovo capolino da dietro le spalle di Ludwig.

-Ve, sei sicuro che sia una buona idea lasciare qui tutta quella roba pericolosa?- chiese timidamente. -Qualcuno potrebbe farsi male...-

-Sarebbe proprio quello che sto cercando di evitare, Italia. Preferisci che ci segua armato fino ai denti?-

-NO!- strillò quest’ultimo, attirando l’attenzione di Ivan, che si voltò a sorridergli, dicendogli che aveva proprio una faccia buffa. Peccato che quello fosse il volto del terrore più assoluto.

---

-Se succede qualcosa ad Italia io... io Prussia lo ammazzo!- esclamò Ungheria.

-Guarda che l’idea è stata anche di America...-

-Bene, ammazzo a padellate Prussia e poi riempio il profilo Instagram di America di fanart RusAme... ma quelle in cui lui sembra proprio uke uke, eh! Tanto la password la so già: ho le mie fonti...-

-Sei crudele.- commentò Belgio ridacchiando.

-Mi sembra il minimo come vendetta, se per colpa sua succede qualcosa ai miei bimbi.- fu la sentenza dell’altra, che incrociò le braccia per enfatizzare il concetto, socchiudendo gli occhi e strizzando le labbra in una smorfia di disapprovazione.

-C-controlliamo anche le altre squadre?- propose Estonia, sempre più spaventato dalla cerchia in cui si ritrovava, suo malgrado. Insomma, passi l’uccisione a colpi di padella, ma l’infamia eterna (e potenzialmente virale) in formato .jpg... no, decisamente non era il caso di irritare nessuna di quelle fangirl impazzite. E di distrarle, magari...

Nemmeno America si meritava un trattamento del genere.

---

Il suddetto America, in ogni caso, ignaro del pericolo che incombeva sulla sua reputazione e sulla sua virilità, era impegnatissimo a dimostrarsi estraniato dalla realtà in modo diverso, ma non meno intenso dalla sua nemesi russa.

-Ok, adesso basta, dudes! Sul serio, niente flame nel mio team, ok?-

In una manciata di secondi l’occhiata minacciosa di Romano a Francis divenne uno sguardo ad occhi sgranati che voleva sottintendere un “che cazzo ha detto?”. Il francese scollò le spalle. Romano decise di assumere l’espressione che aveva di solito durante le lezioni di Economia alla Gakuen: sguardo finto attento e testa ondeggiante.

-Allora, ecco il piano. Ci dividiamo e rastrelliamo i corridoi fino a chiuderli nel cortile e poi... raid senza pietà! Che ne dite?-

-Se vuol dire che ‘sto bastardo se ne va per cazzi suoi lontano da me ci sto.- tirò a indovinare Lovino.

-Sul serio, sicuro di non volere nessuno a coprirti le spalle?- chiese Francia, inarcando un sopracciglio, con una malizia che nessuno avrebbe potuto ignorare.

-Se c’è qualcuno che non voglio avere alle spalle sei tu, maniaco del cavolo!-

-Se preferite andare in due, di la, mi sta bene... insomma, in due la vedo difficile subire del FF*.-

QUASI nessuno. Non che Romano si aspettasse particolare sagacia dal loro autoproclamato leader (o avesse capito che accidenti intendesse dire...). Un altro idiota che non vedeva l’ora di mollare al suo destino per concentrarsi sul vero obbiettivo. Piano un cavolo, aveva in mente solo una cosa: vendicarsi ed umiliare quel crucco, eliminandolo dal gioco nella maniera più stronza possibile e al più presto. Questi pensieri rendevano la sua espressione cupa abbastanza da convincere Francia a girare leggermente più alla larga.

Il tutto mentre Alfred continuava impassibile il suo delirio su quanto fosse Pro rispetto a loro, e al fatto che avrebbero vinto solo grazie alla sua abilità superiore. Cosa abbastanza ridicola, visto che aveva appena suggerito di dividersi, ma che per fortuna nessuno dei suoi compagni di squadra comprese.

-Ah, un’ultima cosa. Occhio a quel camper* di mio fratello! Una volta mi ha killato* in continuazione per tutta una partita: appena respawnavo*... Boom. Headshot.-

-Amerique, non vorrei essere maleducato, ma davvero non ti seguiam...-

-PARLA UNA CAZZO DI LINGUA COMPRENSIBILE!-

Francia tossicchiò imbarazzato. Insomma, c’era modo e modo di dire le cose...

---

Avete presente il contrappasso? Ecco, Ungheria e le sue amiche lo stavano provando in questo momento, vedendo Estonia improvvisamente ridacchiare. Tanto. Quasi con le lacrime agli occhi.

-Perché ridi? Io non ho capito...- chiese ingenuamente Lily.

-Veramente nessuno ha capito, qui.- aggiunse Belgio. -Ma sta parlando in inglese, giusto?-

-Si, ecco...- spiegò il ragazzo tossicchiando, e tirandosi su gli occhiali - è un linguaggio...ehm, specialistico...comunque, in parole povere significa che il fratello lo ha umiliato ai suoi stessi amati COD.-

Sguardi femminili confusi.

-Videogiochi sparatutto.-

-Tutto qui? E dovrebbe far ridere?-

-No, ma... rido perché io c’ero in quella partita e la cosa assurda è che in teoria Matthew ed Alfred erano nella stessa squadra.-

-Aspetta... mi stai dicendo che quel faccino tanto carino e adorabile è in realtà una bestia da combattimento ricolma di odio represso?- parafrasò Ungheria indicando incredula il volto sorridente ed ingenuo di Canada in una schermata laterale.

-Più o meno...-

-Ragazze, smettete di cercare doujinshi con America passivo, non credo servano più!-

---

C’era un’ultima squadra in gioco, probabilmente quella che sarebbe stato più interessante spiare, in quel degenero generale.

Antonio non era un tipo competitivo. Almeno, non lo era più dopo il suo Siglo de oro. Di regola non era neppure una persona che serbava rancore, nonostante a volte Olanda e suo fratello Portogallo si alleassero per fargli perdere il controllo.

Tuttavia, ogni regola ha le sue eccezioni e c'era solo una persona che riusciva nella (non di poco conto) impresa di farlo arrabbiare e scatenare Il diablo che aveva in corpo: Inghilterra. E il destino (o Prussia, per uno dei suoi scherzi idioti) aveva deciso di farli stare in squadra insieme. Da quando lo aveva saputo, un'idea fissa aveva cominciato a farsi strada nella sua mende: far eliminare l'inglese dal gioco. Se le fangirl in aula informatica avessero potuto leggergli nel pensiero sarebbero rimaste commosse dalla somiglianza tra il suo atteggiamento e quello di Romano.

A differenza del suo tomatino, però, Spagna sapeva di aver bisogno di aiuto, l'aiuto di qualcuno esperto in trappole e sotterfugi, qualcuno che sapesse far buon viso a cattivo gioco, come invece non era capace di fare lui. Per ironia della sorte, in squadra c'era anche Cina.

-Amigo, ti posso parlare un momento...-

Fino a quel momento tra i due non c’era mai stata una relazione così stretta... ma la solidarietà spontanea che può nascere in certe circostanze (specie se riguardano un comune nemico) è una delle tante gioie della vita. Tant’è che Yao non se lo fece ripetere due volte, ed i due iniziarono ad incombere alle spalle dell’inglese parlottando fitto.

-Ovviamente non ci faremmo una bella figura ad eliminarlo in modo così palese: ci vuole una trappola in cui farlo “accidentalmente” cadere, aru.-

-Giusto!-

Arthur si voltò di scatto verso i compagni di squadra che sfoggiarono i sorrisi più sospetti e forzatamente innocenti mai visti. Soprattutto la smorfia ghignante di Spagna sembrava insinuare la presenza di un’alabarda dietro la sua schiena... invece era peggio, molto peggio. Appena Inghilterra tornò a guardare avanti a se ricominciò il brusio.

-Il cortile è lo spazio migliore, aru.-

-Di cosa si tratterebbe?-

-Trappole con del filo da pesca... potrei fare di meglio, ma non saprei dove procurarmi il materiale per qualcosa di più letale.-

Schiocco di dita dello spagnolo, deluso. Nuovo sguardo sospettoso dell’inglese.

-Sentite, sbrighiamoci a vincere questo stupido gioco, così potremo tornare a detestarci cordialmente.-

Entrambi annuirono pregustando l’umiliazione che attendeva colui che non avrebbero chiamato team leader neanche sotto le peggiori torture di Russia.

-E piantatela di tramare alle mie spalle!-

-Non stavamo tramando.- negò Yao.

-Era Cina.- si sovrappose Antonio ricevendo un colpo di kung-fu ben assestato dal suo nuovo “alleato”.

-Le fatine dicono diversamente...- borbottò Arthur, fissando un punto oltre le loro spalle, per poi sospirare e rimettersi in marcia.

-Le...FATINE?- chiese sottovoce Spagna, sgranando gli occhi.

-A volte penso che la guerra dell’oppio abbia fatto più danni a lui che a me aru...-

 

 

 

*Note nerdose (?)

FF= Friendly Fire o, italicamente parlando, fuoco amico.

camper= colui che in un videogioco (in genere FPS) si apposta in un angolo e non si schioda per tutto il resto del gioco, parandosi così il sedere e facendo un numero di kill (uccisioni) indecente.

killato= da kill (uccisione in game)

respawn= momento di ritorno in gioco dopo aver subito una KILL.

(si, America è convinto di stare in un FPS, adesso! xD)

 

 

 

 

 

 

Angolino di IMma

Ciao, lettori e lettrici. So che ci siete, da qualche parte, per cui vorrei farvi qualche domanda:

1) Credete che la soluzione di colorare di blu gli intermezzi del “Team Fujoshi” sia valida? In questo capitolo l’ho provata, sperando di creare meno confusione nella lettura. Ovviamente questa storia non pretende di essere una fic molto “seria” e “professionale”, ma mi piacerebbe comunque che non fosse proprio un pugno in un occhio. xD Magari fatemi sapere...

2) Secondo voi il rating va bene (perché mi rendo conto che Francia e Prussia ogni tanto sfondano un po’ il limite della decenza)? Altrimenti provvederò a cambiarlo in arancione.

3) Non ho fatto attendere troppo, vero? Il grosso del capitolo era già pronto da un po’, ma non l’avevo completato e poi ho avuto qualche problemino con la connessione, vi chiedo scusa!

Saluti

IMmatura

PS Ringrazio di nuovo ed infinitamente Lady White Witch per il suo aiuto con la scena del team di Inghilterra e, in generale, per il suo prestarsi a “cavia” di lettura dei miei scleri ^^

  
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