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Autore: Watashiwa    18/07/2015    2 recensioni
'L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso. L'amore non è mai presuntuoso o pieno di sè, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore.'
Raccolta sul pairing di Naruto NaruHina, personalmente il mio preferito da sempre (dal lontano 2006).
Possibile inserimento di momenti 'ipotetici/missing moment' ma per la maggior parte tratti dal manga/anime Naruto.
Dal principio fino alla fine, qualunque essa sia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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11.Perché i sentimenti di Hinata crescono con il tempo.

La missione di salvataggio per il Kazekage era fortunatamente terminata e - grazie al cielo - i membri dei Team 7 e il Team 9 non avevano riportato grandi ferite, fatta eccezione per Kakashi, che aveva assolutamente bisogno di assistenza e meritato riposo.
Naruto sapeva benissimo che era necessario trovare dei membri in grado da evitare che lui e Sakura rimanessero fermi al villaggio a compiere scartoffie per Tsunade; non eraquello il momento per fermarsi.
Il pericolo e il rischio che quella missione gli aveva procurato erano risultati necessari per renderlo più adrenalinico che mai,  voleva capire cosa si nascondeva sotto quell'organizzazione così oscura, tetra e misteriosa, realizzare se era tutto un modo per arrivare più facilmente a Sasuke.
Pensò a lui con un'intensità lacerante e malinconica che però cacciò subito per evitare di scegliere in maniera non opportuna i nuovi commilitoni che avrebbero aiutato per la ricerca del giovane Uchiha.
Arrivò ben presto nella via dove aveva incontrato Sakura e Tsunade dopo due anni e mezzo d'allenamento e girò verso destra, in una via piuttosto larga e piena di incroci verso il centro del villaggio, caratterizzata dalla presenza di un grande ed imponente salice ombroso sempre sulla destra che donava sollievo nelle calde giornate estive di Konoha.
Naruto superò pensieroso quel punto orientativo, chiedendosi realmente chi potesse avere le capacità operative e maestrali del maestro Kakashi e chi potesse realmente avere delle caratteristiche originali e con il quale ci sarebbe potuto essere dialogo e perfetta cooperazione.
Non si accorse minimamente della figura che stava appoggiata al salice fino a quanto la profondità della sua voce e la sua immensa serietà non lo riportarono sulla terraferma.
«Ne è passato di tempo, Naruto» fece lo sconosciuto con tono grave, quasi atono, in modo che potesse essere udito e di conseguenza riconosciuto dal ninja biondo.
Il giovane sussultò appena girandosi di scatto verso quella voce che dapprima gli apparì quasi metallica e di un'altra dimensione, fino ad individuarla e a trovarne il proprietario.
«E tu chi saresti?» disse leggermente serio la forza portante non riconoscendo affatto il giovane uomo incappucciato.
Quest'ultimo indossava una mantella verde scuro che lo copriva da testa fino al busto, indossava degli occhiali da sole spessi e scuri e una giacca opaca che lo rendevano irriconoscibile a prima vista, come se fosse una spia o un uomo che lavorava per qualche squadra al servizio di Tsunade.
Naruto e i suoi occhi cerulei inquadrarono il coprifronte anch'esso nero ma sotto quella massa di vestiti larghi e quasi dismessi, non riuscì proprio a capire chi fosse quel ragazzo.
Cercò di aggiungere qualche parola per tentare di indovinare la sua misteriosa identità, ma quello lo sopraggiunse subito, dicendogli con un tono ancora più serio ed amaro: «Solo perché è passato un po' di tempo, non dovresti essere così smemorato sui tuoi compagni, sai? Potrebbero prenderla male, a riguardo.»
Qualcosa in Naruto si illuminò improvvisamente sentendo quella risposta così secca e decisa.
«Quel modo di parlare...» fece lui  in maniera carica e quasi seccata, indicando verso la sagoma coperta in maniera nevrotica «...non puoi essere che tu, Shino!»
Il novello Chuunin fece un cenno affermativo e iniziò a lamentarsi con tono mortificante per via del tempo impiegato a riconoscerlo.
Ma prima che Naruto potesse dargli bellamente dell'idiota e rinfacciargli che era incappucciato dalla testa fino ai piedi, un animale gigante e un ragazzo dai capelli scompigliati e castani sedutogli sopra raggiunsero il giovane Aburame, squadrando senza paura tutto il territorio circostante, fino a che i piccoli occhi dell'adolescente non videro il figlio del Quarto Hokage.
«Naruto, sei tornato finalmente!»
Riconobbe subito Kiba, i suoi caratteristici segni rossi in viso e i suoi modi similari ai suoi.
Ricordò con un po' d'orgoglio la battaglia per l'esame di selezione, le loro parole e tutte le mosse, anche se non poteva che rivolgergli una faccia tra il preoccupato e il disagio più spontaneo possibile, specie quando quell'essere iniziò ad abbaiare sonoramente ed entrò nella sua visuale.
Non riusciva a credere che quello fosse Akamaru dopo soli due anni e mezzo!
Bisbigliò qualcosa verso il fiero e quasi più spavaldo Inuzuka su come fosse diventato grande e se tutti i cani diventassero così giganti e rumorosi, non riuscendo ancora a capacitarsi di come quella palla di pelo che un tempo stava sulla testa dell'amico fosse ora a fianco a lui, con sguardo disattento e la lingua perennemente a penzoloni.
Cercò di smorzare la tensione richiedendo un'opinione a Shino in modo da non sentirsi più stupido del dovuto ma quello, di tutta risposta, continuava a lagnarsi abbastanza copiosamente di come Akamaru e Kiba fossero stati riconosciuti con tanto calore e facilità, mentre con lui c'era voluta un'eternità.
Un gracile grido di stupore e di sorpresa interruppero per un attimo quella scena così tetra e imbarazzante, destando da subito l'attenzione di Naruto che, incuriosito, inquadrò subito l'angolo da dove era provenuto quel suono, subito dopo l'albero dove aveva visto per la prima Shino dopo diverso tempo.
Una ragazza ansimava impaurita e rimaneva immobile sul muro di legno, in attesa di riprendersi da quello che i suoi occhi trasparenti avevano inquadrato in un secondo.
I suoi capelli corvini erano lunghi e le coprivano una parte del viso, così come la frangetta che aveva sempre portato fin da piccola e che le conferiva quell'aspetto riservato e chiuso che non era così tanto cambiato.
I vestiti larghi che portava non potevano però nascondere troppo le curve definite che le conferivano un aspetto più femminile ed aggraziato, nonostante la sua goffaggine non era del tutto scomparsa, specie quando si sentiva in difficoltà e il suo cuore accelerava senza sosta.
La giovine abbassò lo sguardo entrando quasi in uno stato di trance, riflettendo su come il suo modello e la persona che ammirava di più fosse lì e lei non riusciva ad approcciarsi come invece i suoi compagni - seppur in modi prettamente diversi - avevano appena fatto.
Maledì delicatamente la sua innocenza e la sua timidezza e si apprestò a trovare un modo per organizzare un discorso più sensato, sembrare amichevole e cancellare un po' quel rossore che imporporava la sua faccia così sfacciatamente.
Mosse un passo timido verso il gruppetto ma il biondo era già lì accanto a lei, domandandole cosa ci facesse là e cosa la tormentasse.
Hinata ebbe un sussulto.
Tutto quello che gli aveva detto quasi tre anni fa passò nella sua testa in maniera turbinosa, ricordando anche di primo acchito il momento in cui lo osservava mentre abbandonava il villaggio con un uomo canuto ed imponente, promettendogli mentalmente di essere più forte.
L'erede della casata Hyuga non ricordò molto dopo essere riuscita a guardare debolmente Naruto nei suoi occhi preoccupati ma più tranquilli di prima, anche se lei non poteva saperlo assolutamente.
Si risvegliò vicino all'albero della strada dopo un paio d'ore, con Kiba al suo fianco che cercava animatamente di farla rinsavire.
I suoi pensieri andarono subito a Naruto, capendo che quello che provava nel suo cuore non era affatto cambiato, se non che era diventato più grande e più forte, forse anche come la sua forza interiore.
«Naruto aveva da fare...» improvvisamente disse Kiba con fare leggermente canzonatorio, capendo subito dove la giovane stava per chiedergli «...e si è preoccupato tanto quando sei svenuta, tant'è che è stato lui a portarti in braccio qui dove stai ora!»
In un attimo Hinata si coprì la faccia violacea dall'imbarazzo con i lembi della sua felpa e una risata cristallina invase l'ambiente
circostante ai ragazzi: Kiba sapeva qual era il punto debole della sua compagna.
«K-Kiba-kun!»
«Non preoccuparti, stava solo scherzando» fece improvvisamente Shino come per consolarla ma ancora con tono grave e lagnoso «Ma si è molto preoccupato quando sei caduta per terra...e tra l'altro, lui ti ha riconosciuta immediatamente.».
Hinata sorrise di nascosto, contenta che Naruto non avesse detto o pensato altro di male su di lei.
Per il momento poteva essere sufficiente, ma non poteva andare così per sempre.
Se ci fosse stata occasione, non si sarebbe più tirata troppo indietro per mostrargli cos'era diventata in quegli anni.
Avrebbe preso la palla al balzo quando l'Hokage si sarebbe decisa a parlarle di quello che il team 7 stava facendo fuori dal villaggio, probabilmente per cercare Sasuke.
Perché se c'era qualcosa che Hinata poteva fare ancora, era aiutarlo con tutta se stessa: il cuore avrebbe trovato modo per aprirsi liberamente.
Aveva semplicemente bisogno di tempo, come tutte le persone più riservate.

 
   
 
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