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Autore: Nono23    04/08/2015    2 recensioni
Diario
[di-à-rio] s.m. (pl. -ri)
1 Registrazione quotidiana di ciò che accade: scrivere, tenere un d.; anche, titolo di opere letterarie che si configurano come un d.: “Diario di un curato di campagna” di G. Bernanos
Vi presento il diario 'segreto' del Principe del calcio! Ebbene sì, anche lui ne tiene uno. Il motivo? Eh, questo non ve lo dico! Trovate tutto nei capitoli! Il nostro caro Misugi ha una relazione col bel Portiere Karateka, quindi siete avvisati!!! Cosa mai potrebbe scrivere sul suo diario Jun? Beh, della sua infanzia, del suo amore, della sua vita, delle sue paure... tutto in chiave leggera e comica! Non mancheranno momenti fluff!
Buona lettura a tutti!!!
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Jun Misugi/Julian Ross
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Martedì 4 agosto 2015, Tokyo

Caro diario,
mi sei stato regalato da Yayoi tre anni fa, per il mio 15esimo compleanno e ho deciso di scriverti solo ora perché… non lo so. Non mi piace scrivere diari e non so neppure io perché lo stia facendo, perciò non chiedermelo. Sta di fatto che qualcosa ti dovrò pur raccontare, se non altro per riempire le tue pagine bianche. E per sminuire il mio senso di colpa. Sì, ogni volta che incontro la tua donatrice per strada, mi domanda se ti scrivo. E io mento, dicendogli che sì, ti aggiorno una volta alla settimana regolarmente. Invece oggi, martedì 4 agosto 2015, ti metto mano per la prima volta.
Dunque, io direi di iniziare… dall’inizio. Certo, potrebbe risultare più semplice partire dalla fine, ma… meglio raccontare uno per uno i fatti. Cioè, non tutti tutti. I principali della mia vita di diciottenne. E della mia storia con Ken.
Vediamo, siccome non mi puoi vedere e non mi conosci, ma neanche un po’, in questa prima pagina ti descriverò me medesimo e i fatti che hanno caratterizzato la mia infanzia, abbandonata oramai da anni. O forse mai vissuta veramente. Beh, non importa. Tu taci e ascolta.
Allora… sì… ecco potrei incominciare così.
Sono sempre stato un ragazzo forte, determinato e deciso, soprattutto sulle mie scelte. La mia vita è sempre stata il calcio. Sin da bambino ho sempre avuto una palla tra i piedi ed io correvo come un matto verso la porta avversaria per segnare quanti più goal riuscissi.
I miei genitori sono sempre stati orgogliosi di me e non mi hanno mai impedito di giocare a calcio. La mia vita era perfetta, ma incompleta. Come una tazza di thè senza il latte. Questo vuoto è nato e cresciuto con me, accentuandosi nell’adolescenza.
Nel frattempo, dopo essermi sentito male in campo durante un allenamento, mi avevano diagnosticato una malformazione al cuore. Ho sentito distintamente il rumore dei miei sogni e desideri cadere e frantumarsi in mille pezzi, soprattutto quando il medico mi diceva senza troppi fronzoli che non avrei mai più potuto calcare le scene calcistiche.
Ho passato un periodo di depressione chiuso in camera mia. Vi uscivo solo per mangiare -rigorosamente tutto prescritto dal dottore- e per andare in bagno. I miei genitori non sopportavano di vedermi in quello stato -pietoso- e, dopo un’accurata visita, il medico mi aveva concesso un quarto d’ora a partita.
Certo, era una quantità minima e a qualcuno avrebbe fatto fare grasse risate, ma non a me. Ho ripreso ad allenarmi costantemente per quindici minuti al giorno. In partita segnavo almeno un goal tutte le volte che scendevo in campo e il risultato finiva per ribaltarsi a nostro favore, “regalandoci” la vittoria. Solo contro Tsubasa Ozora ho perso, ma l’ho fatto col sorriso sulle labbra. Sì, uno dei miei sogni, che avevo ricostruito con pazienza, era poter sfidare un grande Campione come lui. Sono addirittura riuscito a strappare il permesso di giocare l’intera partita Musashi-Nankastu, salvo poi promettere che, al primo segno di stanchezza, sarei dovuto uscire immediatamente dal campo, avvisando l’allenatore.
Inutile dire che ho fatto di testa mia e, stringendo i denti - e una mano al petto all’altezza del cuore -, ho giocato tutti i novanta minuti. Nonostante sia stato in punto di morte, ho sorriso come non mi capitava da tempo immemore. Naturalmente sono stato costretto ad un riposo forzato di minimo una settimana. Tra un po’ non potevo più andare al bagno da solo! Certo, ora ci scherzo sopra, ma a quel tempo, che avevo solo 10 anni, ci stavo male veramente. Mi toccava montare sempre un sorrisino falso, di circostanza… aristocratico. Perché ero e sono comunque figlio di un’importantissima famiglia con antichissime origini nobili e blablabla.
Comunque, non perdiamoci troppo in chiacchiere. Dicevo, il periodo più nero della mia vita. È stato proprio in quel periodo che ho riflettuto, meditato e ponderato parecchio. Infatti, nonostante le visite di cortesia dei ragazzi, mi sentivo solo. I miei genitori lavoravano quasi tutto il giorno. L’unica presenza costante praticamente 24 ore su 24 era Yayoi Aoba.
Mi sono sempre domandato cosa la spingesse a starmi accanto da… moltissimi anni. Okay, ho perso il conto. Probabilmente da quando si era trasferita qui a Tokyo a 9 anni. Sì, deve essere così. Comunque, sono giunto alla conclusione che forse, e dico forse, provava qualcosa di più di una semplice amicizia nei miei confronti. Magari anche un po’ di pietà. Non saprei dirlo di preciso, non m’interessava a quel tempo. E io? Ricambiavo questi sentimenti? No, direi di no. certo, non nego che le volevo e tuttora le voglio molto bene, ma io la vedo solo come una carissima amica, al massimo una sorellina. Nulla di più, nulla di meno. Tra l’altro, in quel periodo, ho capito di non essere attratto – sia fisicamente che sentimentalmente –dalle ragazze, bensì dagli uomini. Sì, insomma, sono omosessuale. E, sinceramente, non mi dispiace per nulla. Anzi, sono felice e ho imparato da subito a convivere con questa nuova presa di coscienza.
Durante il riposo forzato, però, potevo guardare in televisione le partite delle squadre rimaste ad affrontarsi ai quarti di finale. È stato proprio in una di queste sfide, se non erro Furano-Meiwa, che ho visto il mio attuale fidanzato per la prima volta. È entrato gli ultimi minuti, giusto in tempo per parare la punizione, guadagnata per un intervento falloso di Hyuga, di Matsuyama e far vincere la propria squadra, il Meiwa.
Ora che hai assaporato parte delle mie emozioni di bambino e il mio primo amore crescere lentamente in me, posso anche salutarti. Vorrei dirti addio e che non ti scriverò mai più, ma ti ho promesso che ti racconterò del mio amore con Ken nelle prossime pagine. E io mantengo sempre le mie promesse.
Quindi ti dico ciao.
Jun Misugi.”
Jun chiuse il diario appena in tempo per nasconderlo sotto un cuscino del divano sul quale sedeva.
<< Jun! Insomma! Potresti anche rispondere quando ti chiamo!>> disse Ken nascondendo alla meglio la preoccupazione.
<< Non ti ho sentito, scusami, amore.>> rispose il fidanzato con tono pacato.
<< Cosa stavi facendo che ti assorbiva tanto da non percepire la mia voce che ti chiamava?>> chiese lui indagatorio.
<< Ma nulla…>> fece evasivo lui.
<< Perché hai in mano una penna?>>
<< Uff, sei diventato Sherlock Holmes? E comunque stavo rispondendo alle lettere delle fans.>>
<< Scusa, guarda che esistono le e-mail. Dovresti scriverle di aggiornarsi a questa qui!>> ridacchiò Ken divertito.
<< Eh eh… hai ragione! Ma non dovresti far la doccia? Sei appena tornato dall’allenamento e puzzi, amore.>>
<< Va bene, vado. Tu intanto cucina qualcosa di commestibile!>> si alzò dal divano, sul quale si era precedentemente seduto, e gli fece una linguaccia.
<< Senti chi parla! Quello che mi brucia una frittata!>> ma ormai Wakashimatsu non poteva più sentirlo.
“Sarà il caso che io trovi un altro posto per scrivere quel cavolo di diario!” pensò tirando un sospiro di sollievo. Già s’immaginava le prese in giro dei ragazzi e la preoccupazione di Ken.
Lo ripose in una cassetto della scrivania nella loro camera e lo chiuse a chiave.


Note dell’autrice:
Ehilà ragazze!
Come state? Io bene! Lo so, avevo promesso una one-shot sulla coppia Holly/Tom, ma… Jun e Ken scassavano i ‘cosiddetti’ e non ho potuto rifiutare di scrivere su di loro. Allora, da precisare che è la prima volta che scrivo su di loro, quindi non ho la benché minima idea di cosa possa risultare questa storia. Vi prego, siate clementi Kenniste e amanti della coppia. E soprattutto è la prima volta che pubblico una sorta di diario, quindi… beh, sì, insomma, spero di non fare grandi casini. E niente. Spero possa essere di vostro gradimento e che, nonostante tutto, possa strapparvi un sorriso. Vi avviso, sarà una cosa molto leggera e non molto introspettiva. Per il fandom di CT, tendo a scrivere comico/fluff. Quindi… fate voi!
A presto, ragazze!
Un saluto caloroso a tutte quante!
Nono23.

   
 
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