Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: 3le___x    30/01/2009    4 recensioni
Come sappiamo tutti Rosalie ha salvato Emmett da morte certa dopo che un orso l’aveva sbranato. Dopo la trasformazione di Emmett lui e Rosalie iniziarono a conoscersi meglio… Questo è ciò che secondo me accadde dopo che Emmett si fu risvegliato dai tre giorni di tortura della trasformazione. Naturalmente è tutto narrato da quel pazzo del nostro fratello orso! xD
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

7 - Incidenti di percorso.

 

Mi ero messo a guardare da un po’ una sit-com demenziale e stavo a dir poco morendo dalle risate, quando sentii dei passi avvicinarsi alla porta.

Poco dopo qualcuno bussò.

“Posso entrare?”

Era Edward fermo dietro alla soglia della mia stanza che aspettava una risposta.

“Certo, vieni pure” mormorai e repressi a stento un’altra risata.

Si sedette al mio fianco e per un po’ stette in silenzio a guardare la sit-com.

Non sapevo cosa stesse pensando. Io, al contrario di lui, non leggevo nel pensiero.

Mi sentivo che stava progettando un modo per affrontarmi, ma non sapevo cosa aspettarmi.

Magari voleva semplicemente saldare in debito della mattina e finalmente decidersi a battersi contro di me. Flettei nuovamente i miei muscoli poderosi.

A quel punto Edward sghignazzò:

“Devo dire che l’idea mi alletta alquanto, ma non sono qui per questo. Non ora per lo meno.

Magari domani!” acconsentii, “anzi dovrei dire oggi in mattinata.” Si corresse un attimo dopo aver guardato l’orologio.

“E.. perché sei qui allora, se è lecito chiederlo?”

“Bhè… ecco… prima ho sentito cosa pensavi e mi chiedevo come stessi?” il suo tono era tra l’imbarazzato e il preoccupato.

“Scusa Edward ma non lo puoi spegnere quel coso?! È abbastanza irritante non poter nemmeno riflettere in pace” gli risposi.

Una risatina malinconica gli uscì dalle labbra:

“Magari potessi. Non sai quanto vorrei poterlo fare. Comunque, se non ti va di parlarne va bene. Ti avevo sentito molto triste e volevo vedere se potevo fare qualcosa” mi disse.

“Ma se ti ho disturbato mi dispiace” aggiunse.

Forse ero stato un po’ troppo duro con lui.

Poi si alzò e fece per andarsene.

“Edward?” lo richiamai indietro.

Si fermò sulla porta già semi aperta.

“Dimmi”

“Bhè, scusa se ho reagito così e grazie per preoccuparti così per me ma in questo momento vorrei solo dimenticare” gli spiegai in tono grave.

“Capisco. Anche per me è stato difficile all’inizio, ma col passare del tempo sarà più semplice”. L’ombra di un sorriso gli sfiorò il volto.

“Posso farti una domanda? Se pensi che sia troppo impertinente puoi anche non rispondere…” dissi.

“Chiedi pure” mi rispose.

“Ecco, mi stavo chiedendo… ma il tuo potere… perché ce l’hai solo tu e io no?” chiesi.

Edward mi guardò per un attimo e poi iniziò a piegare:

“Carlisle ha delle teorie a riguardo. Secondo lui quando inizia la nostra vita le qualità che avevamo da mortali si amplificano e, alcune di esse, si sviluppano più di altre. Per questo, secondo lui, io riesco a leggere nel pensiero”.

“E gli altri? Anche loro hanno delle qualità che li caratterizzano?” chiesi.

“Penso che Carlisle abbia amplificato la compassione, Esme il suo senso materno e Rosalie la determinazione anche se sarebbe meglio dire testardaggine!” e poi scoppiò a ridere.

Io lo seguii a ruota.

Purtroppo non tutti erano d’accordo con noi visto che dal piano terra arrivò un ringhio cupo.

“Che permalosa!” affermò in un sussurro.

“Attento, potrebbe staccarti la testa a morsi” gli risposi.

“In quel caso non avresti la tua sfida” mi sorrise e poi uscì dalla stanza lasciandomi solo.

Chissà se anche io avevo un potere speciale?

“Emmett” mi sentì chiamare dal piano di sotto, era Carlisle appena tornato dal turno di notte in ospedale.

Scesi da lui dove il resto della famiglia era già pronta ad ascoltare cosa aveva da dirci.

Tutti tranne Edward che sicuramente sapeva già tutto.

“Che c’è?” chiesi.

“Avremo una visita, oggi in giornata”.

“E chi verrà?” chiesi curioso.

Carlisle stava ancora sorridendo quindi non doveva essere niente di brutto.

“A Denali vivono alcuni nostri parenti, verranno a farci visita. Hanno saputo che qualcun altro si era unito al nostro clan e lo voleva conoscere” mi rispose bonario.

Guardai fuori dalla finestra, era l’alba e il sole rischiarava il cielo.

“E… verso che o0ra dovrebbero arrivare?” chiesi.

“Suppongo che per le 12 saranno qui, forse anche prima”.

Avevo già notato che la sete mi stava attanagliando e così chiesi: ”Non è che potrei andare a caccia? Ne ho davvero bisogno”.

Esme mi sorrise: “Vengo con te, inizio ad avere sete anche io, meglio prevenire”.

Partimmo poco dopo e ci inoltrammo subito nel bosco.

Iniziammo a cacciare appena fuori dai confini dello stato.

Era una giornata splendida e, improvvisamente mi ritrovai in una radura.

Il sole, che intanto era salito, ne illuminava una parte.

Appena mi trovai sotto la luce solare notai la mia pelle.

Certamente non stavo bruciando, ma la mia pelle risplendeva al sole come se fosse ricoperta da lampadine.

Wow.

All’improvviso, mentre stavo osservando i giochi di luce che il sole proiettava sulla mia pelle, mi arrivò una folata di vento che trascinò con se una scia di profumo infinitamente dolce e appetitoso.

La sete si scatenò come non mai.

Io dovevo avere quel sangue.

Iniziai a correre e, finalmente, trovai la fonte dell’odore insopportabile, tanto era dolce.

Due escursioniste appena svegliati erano sulla riva di un ruscello e si stavano lavando.

Sentii in lontananza Esme che mi rincorreva, ma nessuno poteva fermarmi.

Entrai nel piccolo spazio in cui si trovavano gli escursionisti.

Fu tutto molto veloce, persino per me.

Mi fiondai sul ragazzo più vicino a me e in un secondo gli spezzai il collo uccidendolo.

Poi andai verso il secondo che non aveva nemmeno fatto in tempo a voltarsi ed uccisi anche lui.

Ora che ero completamente solo bevvi a sazietà.

Se il profumo era qualcosa di straordinario il sapore era ancora meglio.

Sentii Esme avvicinarsi lentamente.

Non era sola.

“Emmett? Stai bene?” era Carlisle.

Era logico che Esme l’avesse chiamato per farsi aiutare.

“Si”

Stavo più che bene: mi sentivo forte e sazio come non mai.

Ma, sotto sotto, ero anche disgustato da me stesso: avevo appena dissanguato due innocenti.

Incidenti di percorso, capita.

“Carlisle, Esme, mi dispiace, ma non ho potuto formarmi, non ci sono riuscito”.

Mi voltai e finalmente vidi il volto di Esme, fisso sulla carneficina che avevo appena fatto.

“Non preoccuparti, sistemo tutto io. Potresti portare tu a casa Esme? Sembra molto scossa”.

Annuii e presi Esme per mano, come se credessi che non ce la potesse fare da sola.

Iniziammo a correre verso casa.

Il clan di Denali stava per arrivare e così accelerammo.

Mentre ci allontanavamo mi arrivò uno strano odore al naso, sembrava… incenso?

Bhoo…

Arrivammo a casa e trovammo Edward e Rosalie sul portico con aria sconcertata.

Naturalmente sapevano già tutto.

Edward abbracciò Esme e la trascinò in casa.

Rosalie continuava a fissarmi e a seguire i miei movimenti.

Entrai in casa e salii nella mia stanza.

Mi stava seguendo, la sentivo, così lasciai la porta aperta e mi infilai nell’armadio a prendere qualcosa e poi in bagno a cambiarmi.

Rosalie mi aspettava nella mia stanza, seduta sul divano con aria sconcertata.

“Come stai?” mi chiese.

“Come dovrei stare?! Sono sazio, ma ho appena ucciso due persone” le dissi affranto.

Rosalie si alzò e mi abbracciò stretto.

“Mi dispiace per quello che è successo, non è colpa tua. Lo capiamo. E’ difficile anche per un vampiro adulto trattenersi dall’uccidere umani se incontra una loro scia durante la caccia. Credo che nemmeno io riuscirei a trattenermi se fossi veramente concentrata sulla preda. Dopotutto sono vampira solo da due anni. Per raggiungere l’autocontrollo perfetto dovrò aspettare ancora un bel po’”.

Ero ancora tra le sue braccia come un bambino con la sua mamma, solo che Rosalie era molto più piccina di me e le sue braccia non mi abbracciavano nemmeno per metà.

“Rosalie, ti andrebbe di raccontarmi la tua storia?” le chiesi.

“Magari un’altra volta, le cugine stanno arrivando. Scendiamo dagli altri” mi prese la mano e scendemmo.

Poco dopo una macchina parcheggiò nel vialetto e Carlisle, che intanto era tornato, andò ad aprire.

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti! Scusate il ritardo nell'aggiornamento ma la stesura di questo capitolo è stata abbastanza difficile.

Inoltre, ultimamente, sono parecchio impegnata e gli aggiornamenti saranno più radi: un capitolo la settimana se vas bene.

Mi diapiace tanto, ma non ho il tempo materiale per scriverne di più.

Continuo a ringraziare tutti quelli che leggono la mia ficci e che commentano.

Grazie mille! ^^

Al prossimo cappy

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: 3le___x