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Autore: Caramel9999    22/08/2015    1 recensioni
Mi sono ispirata ad una rubrica sul forum di Dolce Flirt chiamata Cosa ne sarà di loro in futuro?
Semplicemente parlo di cosa accadrà (secondo me) ai ragazzi del Dolce Amoris nel loro futuro prossimo
su Dolce Flirt mi chiamo jessica28
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi dispiace, ma torno ad annoiarvi con le mie storie. Nonostante le mie mancanza da novellina; spero che la storia vi piaccia ^^

 

-Voltati, ti prego voltati, anche solo per un istante. Niente da fare non si gira.- mi ripeto chiudendo gli occhi e sospirando.
-Chissà di cosa staranno parlando lui e Melody? - inizia così la lunga sfilza dei miei pensieri.
Salve a tutti, non posso farci niente, sono una ragazza innamorata; mi fa ancora strano pensarci, figuriamoci dirlo ad alta voce. Non riesco a smettere di volerlo qui con me in questo momento; voglio solo parlarci, si parlare....adoro le nostre conversazioni. Lo so, lo so, non è da me perdere la testa per un ragazzo, ma ormai è fatta me la sono giocata, se ne andata, libera di fluttuare nell'aria . Purtroppo sono anni che la storia va avanti così, io lo amo. Ma lui, mi ama? La mia risposta: forse. E si , voglio credere che sia un forse. Ah, devo smetterla di pensarci e concentrarmi sui miei studi. Medicina è tosta, beato lui che è già all'ultimo anno di Economia e Finanza. Però non riesco, credevo che in tanti anni di amore incerto i miei sentimenti si sarebbero affievoliti e invece no.
Ah già! Scusate se non mi sono presentata; io mi chiamo Dalia ma potete chiamarmi Ninni.
-Ninni- mi chiamano -Ninni- ancora -Ci sei?- qualcuno mi sventola una mano davanti agli occhi
-Si, ci sono, ci sono – rispondo scuotendo la testa
-Come stavo dicendo, mi presteresti i tuoi appunti di Anatomia?- mentre lo dice sento nel suo tono un che di rassegnazione
-Ninni ma mi ascolti?!- mi percuote un braccio
-Si si, gli appunti certo- le dico io un po' di smarrita
Sapete stavo pensando all'altra sera quando siamo stati al cinema solo io e lui.....
-Allora?- mi chiede una voce stizzita
-Allora cosa? - ribatto io
-Il quaderno con gli appunti. Me lo dai si o no?- riprende quella voce
-Ah si scusa, eccolo- mi metto a frugare disperatamente nella borsa
-Be ecco- le sorrido con un po' di paura – L'ho dimenticato in stanza – lo dico mentre mi preparo per una sonora sgridata
-Ma cosa devo fare con te?!- penso che ormai si sia rassegnata completamente
Ora; la persona con cuoi sto interloquendo è la mia migliore amica non che compagna di stanza Lillith; mi sopporta ormai da quasi quattro anni e la adoro per questo; io non so se al posto suo avrei sopportato una come me.
All'improvviso sento qualcosa piombarmi in testa e davanti a me....
-I miei appunti – sbotto stupita
-Lo avevi dimenticato, e sapevo che ti serviva – parlano le braccia appoggiate sulla mia testa
-Ti ringrazio Bea, - le dico quasi commossa.
Così do il quaderno a Lillith e cominciamo a ridere e a scherzar finché non arriva l'ora di andare in classe.
Beatrice o meglio Bea, perché se la chiamate col suo nome si battesimo vi dà un pugno sul braccio, può sembrare un maschiaccio ma in realtà è la persona migliore che conosco, se volete un consiglio sincero rivolgetevi a lei e tranquillamente vi darà il suo, indiscreto e a tratti brutale, parere; senza peli sulla lingua; no davvero non ha filtri. Purtroppo per noi il suo lato dolce e gentile è celato nei più nascosti meandri del suo carattere anche se è davvero sensibile: piange quando vede Bambi, odia il cibo piccante, è negata per le faccende domestiche....
Come faccio a saperlo? Semplice, è la mia seconda coinquilina, non per importanza, ma solo perché l'ho conosciuta dopo Lillith. Non studia all'università ma ha un lavoro come butta fuori nelle discoteche anche se il suo sogno è quello di fare la regista.
Finite le lezioni io e Lillith andiamo sempre in caffetteria, stiamo lì sette giorni su sette per almeno un paio d'ore, tanto per fare due chicchere con gli studenti di altri corsi, ed è lì che lo trovo sempre

-Nathaniel- gli grido mentre lo saluto con la mano.

Mi trovo dall'altra parte della sala, perciò mezza caffetteria ha sentito il mio richiamo.
Per fortuna ricambia sempre i miei saluti, chiamandomi Ninni, adoro come lo dice, però così facendo la restante metà della caffetteria che prima non aveva sentito, ora sa che ci stiamo salutando.
Ma eccola lì appollaiata come un arpia, come un rapace affamato, come..come..come non so cosa: Melody che fa di tutto per distogliere l'attenzione di Nathaniel da me. Con le sue movenze da gatta morta e le ruffianate continue crede di poterlo conquistare; ma si sbaglia di grosso, non succederà mai almeno fino a che ci sarò io ad impedirglielo.
-Ninni, ciao – mi saluta una volta avvicinata al suo tavolo. Comincia così il nostro discorso
-Ciao- gli rispondo sorridendo
-Sai il nuovo museo- annuisco – Ti andrebbe di farci un salto insieme uno di questi giorni? -
Non ho 
neanche avuto il tempo di rispondere che un:
-Posso venire anch'io – si sente provenire da dietro le nostre spalle
Eccolo lì il rapace di cui parlavo prima pronto ad afferrare stretta la sua preda senza darle via di fuga.
-Mi dispiace Melody- con fare stupito, mi volto verso la fonte di quelle parole ovvero Nathaniel;
-So che questa settimana devi far visita ai tuoi, perciò è impossibile per te venire – continua tranquillamente lui
-Ma la settimana prossima sarà per me impossibile, visto gli esami che si avvicinano – restò allibita; è la prima volta ,credo, che Nathaniel le risponde con un grande e sonoro NO!
-Lo so ma...- dice lei con in volto quella sua smorfia da finto cane bastonato
-Sarà per la prossima volta – la interrompo io.
Con quella strana espressione in faccia e dopo aver pronunciato un lieve e appena udibile ok se ne va. Mi dispiace per Melody, so che non è cattiva ma tutto è lecito in guerra e in amore. Per quanto riguarda l'uscita; io e Nath ci siamo accordati per sabato alle 17.30.
Conto i minuti che separano me da quel fine settimana e dopo cinque giorni davvero eterni mi ritrovo a non avere nulla da mettere, ho provato tutto quello che c'è nel mio armadio, ci sono vestiti sparsi per tutta la stanza e sono le 16.15 mi lascio sprofondare nella pila di vestiti sul mio letto.
Bussano alla porta, per quanto urli a Lillith e Bea di aprire non c'è nulla da fare mi tocca alzarmi ed andare io ad aprire.
-Sorpresa – strabuzzo gli occhi – Rosalya – entra nel soggiorno
-Che ci fai qui?- chiudo la porta alle sue spalle
-Per aiutarti ovvio- ne parla come se fossi un caso umano
-L'abbiamo chiamata noi- sento la voce di Lillith provenire dalla sua camera. Infatti si trova sulla soglia insieme a Bea.
-Sapevamo che ti saresti ridotta a voler comprare un abito nuovo quando non ci sarebbe stato più il tempo per farlo- mi precisa Bea
-Bando alle ciance, ho qui la nuova collezione del negozio. Vediamo come ti sta questo- indicandomi un abito dal taglio svasato di colore violetto con una piccola cintura marrone in vita
-Uhm, si proviamolo- aggiungo.
 Continuando a ringraziare le ragazze mentre 
Rosa e Lillith si occupano del mio outfit e Bea mi sistema i capelli; il tutto in perfetto orario. Alla fine dopo qualche prova ho optato per l'abito viola con la cintura un paio di sandali con tacco in cuoio, una catenina color argento con un ciondolo a forma di cuore, una catenina al polso e in fine un fiorellino tra i capelli sistemati magistralmente dalle mani di Bea. Nonostante le insistenti pressioni di Rosa per farmi scegliere una borsa, ho deciso di non portarla poiché rischio solo di perderla. Suonano alla porta, eccolo finalmente; le ragazze si sono “nascoste” in cucina, tanto lo so che origliano. Afferro la maniglia decisa; il cuore batte all'impazzata, apro ed eccolo; indossa una camicia bianca, con su una giacca nera e un paio di jeans con in mano un mazzo di fiori rosa, il mio colore preferito. Lasciati i fiori in un vaso e dopo aver salutato al volo le ragazze ci dirigiamo alla volta del museo. Appena entrati si può subito ammirare il fossile di una Branchiosauro davvero gigantesco, Nathaniel e io ci fermiamo incuriositi a leggere la scheda illustrativa; arrivata a metà della pagina mi sento chiamare, è Iris che dopo aver preso la laurea triennale in archeologia, è stata assunta come guida ed è davvero difficile crede che la Iris che ho difronte è la stessa di qualche anno fa, è sempre solare e alla mano ma il suo atteggiamento il suo modo di vestirsi e di parlare, sono completamente diversi da allora. Ci comunica che è un vero piacere rivederci ma che non può rimanere a chiacchierare e se ne va. Rimango sbigottita la stessa Iris che insieme a suo fratello aveva rovinato il nostro picnic al parco adesso ci lascia soli; lasciando intendere che sa che siamo lì “insieme”. La nostra visita al museo continua; visitiamo: la sala dei grandi mammiferi, quella dei dinosauri, la sala dedicata all'antico Egitto, quella sulle grandi scoperte, ed ogni altra sala presente nel museo perfino quelle ancora da terminare siamo usciti da là verso le 21.00 ma solo perché il museo stava chiudendo. Appena fuori Nathaniel mi chiede se ho fame, così andiamo in un classico ristorante italiano dove fanno le pizze anche se io ho ordinato solo: un antipasto di salumi e formaggi, un secondo di carne e per dolce la panna cotta mentre lui un piatto di pasta, un insalata e, nonostante odi i dolci, perfino una mousse al cioccolato. Quella che doveva essere una semplice visita ad un museo si sta trasformando in un vero e proprio appuntamento; non riesco a crederci siamo a cena fuori, solo io e lui. Usciti dal ristorante ci siamo diretti al parco.
-Hai freddo- mi chiede con un tono premuroso
-Un po'- gli rispondo. Si toglie la giacca e me la appoggia sulle spalle
-Sai tra poco tutto finirà- mi confida pensieroso -Dovrò trovare un lavoro. Non ci vedremo più.-
L'idea mi rattrista molto; ma di certo non posso dirglielo
-Si ma, ci incontreremo qualche volta o ci scriveremo al massimo- asserisco io
-Non sarà la stessa cosa. Io voglio poterti vedere ogni giorno, parlarti ogni giorno- mi zittisce lui
-Sei stata una boccata d'aria fresca per me. C'eri quando ne avevo più bisogno- conclude con le guance in fiamme.
Non riesco a dire niente assolutamente niente; sento solo la tristezza che mi prende all'improvviso, lo sconforto che non riesco a camuffare; penso che ha ragione, non lo vedrò più, conosco i suoi sogni vuole andare lontano, non posso farci niente. Sento le lacrime scendere dai miei occhi percorrere le guance e cadere sul vestito, io che piango per un ragazzo, sono patetica, non voglio che mi veda piangere, ma come faccio; le lacrime non smettono di scendere. Nathaniel ha in volto l'espressione più seria che gli abbia mai visto e continua a fissare il prato. Penso si sia accorto che sto piangendo. Come faccio senza di lui? E' stato il vento dietro le mie ali per tutto il tempo; anche quando avevo deciso di lasciare Medicina, Nathaniel mi ha esortato a continuare incoraggiandomi.
Cosa fare, in questa situazione? Cosa devo fare adesso?

   
 
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