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Autore: shes_not_afraid1_D    27/08/2015    1 recensioni
Luna non aveva mai pensato che la vita potesse caderle addosso quando zayn malik lasciò gli one direction, né avrebbe potuto anticipare le cose incredibili che le sarebbero successe mentre lo cercava
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ NON CE LA FACCIO PIU’ ”
10.

 
Se c’è una cosa che odio è il mal di testa. Quando ci sono come due mani che ti stritolano il cranio. Il tipico dolore post sbornia no? Ecco, quando mi svegliai di nuovo quella mattina avevo un mal di testa tale che alzandomi rischiai di cadere a terra. Guardai l’orologio: erano le dieci passate.
Mi diressi verso la porta e andai dritta in bagno per sciacquarmi la faccia. Avevo due occhiaie abominevoli e mi ci vollero parecchie passate di correttore per farle sparire. Tornai in camera e rovistai nella valigia per trovare qualcosa di decente. Mi sedetti sul letto per infilare i calzini. Sul cuscino c’era una maglietta bianca troppo grande per essere mia. I ricordi riaffiorarono tutti. Merda. Harry aveva davvero dormito nel mio letto.
Uscii di corsa cercandolo, ma non c’era. In compenso trovai Louis seduto al tavolo.
“Hei.” Mormorai avvicinandomi. Lui si voltò verso di me.
“Hei, stai bene?”
“Si abbastanza. Ancora un po’ frastornata, ma passerà” dissi sedendomi di fronte a lui.
“Mi dispiace per quello che è successo ieri, c’è stato un enorme fraintendimento.”
“Stai tranquillo Lou. Non è successo niente.” Era serio, troppo serio. Lo guardai dubbiosa.
“Dove sono gli altri?” chiesi.
“Liam e Niall sono in palestra.” Posò il telefono “Harry è con Bob.”
“Louis cos’è successo?”
“Penso che tra poco lo scopriremo tutti.”
Niall e Liam tornarono dopo pochi minuti. Harry invece era come sparito. Iniziavo a preoccuparmi e anche i ragazzi erano abbastanza preoccupati.
Verso le undici la porta d’ingresso si aprì e subito dopo sbatté. Harry attraversò a grandi passi la stanza senza guardarci e si chiuse in bagno. Io e Liam ci scambiammo uno sguardo allarmato e lui si alzò e gli andò dietro. Ci volle tutta la santissima pazienza di Liam, che si sedette per terra davanti alla porta e provò a tranquillizzarlo, per convincerlo ad uscire. La maniglia girò co un cigolio e il mio cuore ebbe un sussulto. Harry aveva gli occhi gonfi e rossi e i capelli erano spettinati per il passarci compulsivamente le dita in mezzo. Non mi guardò, ma io abbassai lo sguardo comunque. Cosa era successo?
“Harry…” Niall  si alzò per fargli posto sul divano.
“Harry cos’è successo?” Louis gli si era avvicinato. Harry gli buttò le braccia al collo e si lasciò sfuggire un singhiozzo. Lou gli accarezzò i capelli cercando di farlo smettere.
Mi sentii di troppo. Lì io non c’entravo niente.
“Harry calmati ti prego. Va tutto bene.”
“Li odio Lou, li odio.”
“Chi Harry? Chi odi?”
“La Modest, Morini, Bob. Cazzo è la mia vita non la loro.” Sembrava non dovesse fermarsi più.
“Harry calmati…” disse Lou, poi guardò me chiedendomi un bicchiere d’acqua muovendo solo le labbra.
Mi girai agitata cercando il mini frigo. Aprii forse tutti gli sportelli nel giro di dieci secondi. Finalmente lo trovai e porsi la bottiglietta gelata a Louis. Mi allontanai un po’ mentre Harry alzava lo sguardo e la apriva.
Dopo essersi tranquillizzato un minimo si sedette sul divano appoggiato alla parete delle finestre. Louis e Niall fecero lo stesso invece Liam si accovacciò lì davanti.
“Ieri sera, ho lasciato Bob ad aspettarmi per ore davanti alla discoteca mentre in realtà eravamo tornati indietro. L’ho avvisato prima di dormire, ma lui aveva già chiamato la modest per lamentarsi di quanto fossi irrispettoso ecc… Quindi prima mi ha chiamato di sotto per farmici parlare al telefono. Hanno detto che non devo più provare a ribellarmi o le conseguenze saranno drastiche e che per una fan non vale la pena rischiare perché sono loro a decidere con chi devo passare il tempo, che se fosse finito sui giornali ora saremmo finiti.  Credo che Bob li abbia convinti che ero ubriaco. Io non ce la faccio più a vivere così! Senza poter fare niente. E gliel’ho anche detto e sapete che hanno risposto? Che sono solo un ragazzino viziato che non capisce cosa la gente faccia per lui.”
Si era alzato e girava agitato per la stanza sotto i nostri occhi. Sbatté il pugno sul tavolo e la smorfia di dolore che seguì mi fece preoccupare ancora di più. Volevo dirgli qualcosa, andargli vicino e rassicurarlo perché se era finito in quella situazione era solo colpa mia. Abbracciarlo come la sera prima, ma non ebbi il coraggio, ebbi paura che mi potesse respingere.
Poi mi guardò, disperato. Mi sentii morire. Lo avevo reso infelice. Salirono le lacrime anche a me. Dovevo andarmene. Feci un cenno a Liam e lui annuì. Lentamente uscii dalla camera e scesi le scale in fretta. Volevo scappare da tutto. Fuori la gente camminava ordinata sui marciapiedi e io mi ritrovai presto infilata tra la folla. Cercai una panchina e mi sedetti. Passai le successive due ore guardando i passanti con le lacrime che mi bagnavano il viso. Quando decisi di tornare in camera fu solo perché avevo finito i fazzoletti.
La hall era deserta, probabilmente erano tutti al ristorante e contando su questo fattore salii in camera convinta di essere sola. Persi dieci anni di vita: la porta era aperta. Cercai di tranquillizzarmi, magari qualcuno dei ragazzi aveva dimenticato qualcosa in camera ed era tornato su a prenderla. Entrai richiudendola. Non c’era nessuno. Dal bagno proveniva uno strano rumore d’acqua corrente. Insospettita seguii il suono, ma neanche in bagno c’era qualcuno. Feci per chiudere il rubinetto quando vidi tracce rosse sul marco bianco e una scatola di cerotti aperta vicino al sapone. Sul pavimento c’era una scia di cartine trasparenti e cerotti sporchi appallottolati. Quelle strane tracce finivano sotto la porta di una delle stanze dei ragazzi. Chiusa.
Ora che l’acqua era chiusa si sentiva il rumore di un respiro affannato provenire da quella porta. Tremando strinsi la maniglia mentre fuori iniziava a piovere forte. Piano, girai il pomello e in quel momento un lampo squarciò il cielo e illuminò il volto di Harry, seduto sul pavimento con i capelli sporchi di rosso.
Strinsi forte la maniglia contrastando un capogiro.
“Harry…” lui mi guardò con il labbro inferiore che tremava. Mi abbassai per poterlo guardare negli occhi.
“Harry cos’hai fatto.”
“Io… io sono andato in palestra per sfogarmi…ho visto un sacco da boxe ed ho iniziato a colpirlo. Non c’erano i guanti e ho dato un pugno forte. Ha fatto male, tanto male. Sono tornato qui per mettere del ghiaccio. Ero in bagno e il mio telefono ha squillato. Era la modest di nuovo. Non ho risposto ed ero così incazzato che…” si interruppe guardando in basso “Ho rotto quello specchio e ho iniziato a sanguinare.”
Mi resi conto che eravamo circondati da schegge.
“Harry potresti avere dei pezzi di specchio nella mano. Dobbiamo andare in ospedale.”
“No no no. Non voglio, se loro lo scoprono…”
“Harry non lo sapranno va bene? Promesso, ma ora dobbiamo andare.” Ero certa di stargli raccontando una balla. Lui annuì e io presi il suo telefono e cercai il numero nella rubrica.
“Hazza?”
“No Louis sono Luna. Dobbiamo portare Harry in ospedale. Lui…” mi allontanai guardando fuori “Lui ha preso a pugni uno specchio. Ho paura che abbia delle schegge nella mano.”
“Merda. Tienilo tranquillo, noi arrivamo.”
“Louis…non chiedere a Bob di accompagnarci va bene?”
“Stai tranquilla. Digli che arriviamo.” E staccò la chiamata.
“Hai sentito Harry? Ora i ragazzi ci raggiungono e poi andiamo in ospedale.”
“Si lamenteranno perché farò perdere l’aereo a tutti.”
Mi sedetti vicino a lui e gli presi il viso tra le mani “Harry andrà tutto bene.”
 

***

 
La situazione era peggiore di quanto avessi immaginato. Harry si era rotto due dita oltre ad essere tutto tagliuzzato. Nonostante questo lo tennero in osservazione solo per qualche ora, in modo da controllare che non reagisse male ai farmaci.
Mi volle vicino a lui per tutto il tempo, anche quando gli toglievano i pezzetti taglienti dalla mano.
Ora era sdraiato sul lettino a fissare il vuoto, mentre io ero sulla sedia lì vicino.
“Harry, volevo dirti che mi dispiace. È solo colpa mia se sei finito qui.”
“Io ti sono venuto a prendere. Non è colpa tua.” Disse voltandosi per un attimo.
“Forse a Zayn è successa la stessa cosa. Forse ha discusso con loro senza dircelo e ha deciso di andarsene.” Tornò a fissare il soffitto.
“Io avrei fatto lo stesso, credo. Anche adesso lo farei, se non avessi i ragazzi e…te.”
“Io cosa c’entro?”
“Ho visto come sei stata per Zayn, non ti farò del male.”
“Però io in un certo senso ne ho fatto a te. Se mi vedessero di nuovo con te mi caccerebbero via subito.”
“Non lo permetterei. Mi piace stare insieme a te.”
“Harry non puoi portarmi con te in giro per il mondo.”
“Perché no?”
“Perché ci rimetteresti te.”
Si mise a sedere e mi guardò “Troveremo un modo…Loro non ti hanno mai vista, se solo ci fosse la possibilità di farti…” una luce si accese nei suoi occhi.
“Luna come te la cavi con i bambini?”
“Abbastanza bene, perché?”
Mi spiegò la sua idea e più andava avanti più lo fissavo sconcertata.
“Harry non può funzionare.”
“Invece si. Staresti con noi e avresti la possibilità di scoprire se la modest c’entra nella storia di Zayn.”
“Ma se lo scoprissero…”
“Non lo faranno. Ci si può fidare di lei.”
“Sei sicuro?”
“Al cento per cento. Chiama i ragazzi e di loro di entrare.”
Non sto a dirvi che Louis, Niall e Liam guardarono Harry come se fosse un malato mentale, ma convincerli fu molto più facile che convincere me.
“Allora è deciso?” chiese Hazza.
“Si, ma sono convinto che ti abbiano dato qualcosa che ti ha dato alla testa.” Disse Niall, seduto al fondo del letto.
“Luna hai tu il mio telefono?” io mi alzai e glielo porsi. Digitò il numero e aspettò che squillasse.
“Pronto? Harry?”
“Hei Lou, come va?”
“Tutto bene, prima io e Lux volevamo passare a salutarvi, ma non eravate in camera.”
“Lascia stare, storia lunga. Senti, ti ricordi quando mi hai detto che stavi cercando una baby sitter per Lux?”
“Si certo.”
“Beh, forse ho trovato una ragazza che sarebbe disponibile costantemente.”
Alzai gli occhi al cielo e pregai che quella cose non finisse veramente male.
 
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Mi rendo conto che sto pubblicando a manetta, ma non riesco a smettere di scrivere e ne approfitto
Perché se gli esami dell’ uno, due e quattro andranno male probabilmente
non potrò più toccare il computer.
Coooooomunque, spero che lo svilupparsi della storia vi stia piacendo nonostante GLI IMPROVVISI CAMBI DI PROGRAMMA DOVUTI AD UNA CERTA PERSONA di cui non
farò il nome, ma lei sa perfettamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione
Al prossimo capitolo <3

   
 
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