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Autore: LazySoul    31/08/2015    2 recensioni
Vi siete mai chiesti com'è avvenuto il furto della Mappa dei Malandrini? O cosa combinavano il primo anno Fred e George? O come hanno fatto a scoprire l'incantesimo e il contro incantesimo per utilizzare la Mappa?
Io me lo sono chiesto e questo è quello che la mia mente malata ha prodotto.
Buona lettura!
Dal Capitolo 1:
Dal fondo di uno dei cassetti della scrivania di Gazza era venuto fuori un foglio di pergamena piegato più volte su se stesso che aveva un aspetto antico e rovinato; era classificato come “altamente pericoloso”.
«Bravo», disse George, dando una pacca sulla spalla al fratello: «Questo è il genere di cose inutilizzabili che speravo proprio di non trovare».
[Storia partecipante al concorso indetto da Lalani: "Gli opposti si attraggono... o forse no?!"]
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Argus Gazza, Fred Weasley, George Weasley, Mirtilla Malcontenta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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cap_2

CAPITOLO 2

{Terza regola di mamma Molly: non ridere delle disgrazie altrui}

 

Febbraio 1990

 

Fred e George erano stati messi in punizione dal signor Gazza per un intero mese, durante il quale avevano dovuto aiutare la Professoressa Sprite a mettere in ordine le serre, catalogando le piante e concimandole; anche se il custode non aveva rinvenuto nessuna prova che fossero stati proprio loro due a far addormentare la sua gatta per ore e ore.

George avrebbe voluto trovare un modo per fargliela pagare, mente Fred stava tutto il suo tempo libero sulla strana pergamena che aveva rinvenuto dall’ufficio del signor Gazza, da bravo fratello ascoltava distrattamente le parole del gemello e i suoi piani malefici per riconquistare l’orgoglio perduto, ma dentro di sé sentiva che quel semplice foglio giallastro racchiudeva in sé qualcosa di importante.

Dopo lo scontro che aveva avuto con Mirtilla Malcontenta non era più riuscito a tornare nel bagno delle ragazze del secondo piano per mantenere la sua promessa; anche perché tra i pomeriggi di punizione e le ore spese nel vano tentativo di rivelare il mistero della pergamena, non aveva avuto molto tempo per portare a compimento il suo piano.

I primi di Febbraio, Fred decise di cercare in Biblioteca degli incantesimi che avrebbero potuto aiutarlo con la vecchia pergamena e chiese a George una mano. Non dovette insistere molto e alla fine decisero di provare a turno delle possibili frasi che potessero permettere loro di svelare i segreti di quel – apparentemente – semplice oggetto.

I volumi che consultarono in Biblioteca non furono di nessun aiuto, provarono decine e decine di incantesimi, ma nulla apparve sulla superficie della pergamena che rimaneva vuota e inutile.

Una volta, George, stanco di essere preso in giro da “un pezzo di carta”, provò a scriverci sopra il suo tema di Trasfigurazione; l’unico risultato che ottenne fu la scomparsa delle parole che a mano a mano stava scrivendo e, dopo pochi secondi, la piuma con cui stava imbrattando la pergamena prese fuoco, provocandogli una lieve ustione. Venne accompagnato in infermeria dal gemello, dove Madama Chips curò la mano con un unguento color lavanda dall’odore nauseabondo; nel giro di qualche minuto George era tornato come nuovo e, convinto sempre di più del potenziale della pergamena, corse con Fred nel dormitorio di Grifondoro, dove ricominciarono i tentativi di svelare il mistero “del pezzo di carta”.

«Svelati!», «Mostra il tuo contenuto!», «Apriti sesamo!», furono alcuni dei loro meno fantasiosi tentativi, mentre: «Oh, foglio bianco, colorati presto, sopra il banco, svelati lesto!», fu una delle frasi più complesse che venirono loro in mente.

Il giorno di San Valentino decisero di prendersi una pausa e di approfittare della festa per fare qualche scherzo in giro. Spedirono, per esempio, una scatolina di cioccolatini soporiferi a Mrs. Purr, un biglietto d’amore da parte di un “Ammiratore segreto” alla McGranitt, a Cedric Diggory fecero trovare sul suo banco, durante la lezione di Divinazione, un messaggio da parte di un rivale in amore, che lo minacciava di rapire la sua amata Cho e di fuggire con lei in luoghi sperduti, a Marcus Flitt spedirono un tortino al cioccolato da parte di una “Amante del Quidditch e dei giocatori di Quidditch”, a Kain Montague arrivò una rosa da parte di Marietta Edgecombe, a Marietta Edgecombe un biglietto d’amore da parte di Marcus Belby e a Marcus Belby una poesia d’amore firmata da Kain Montague.

Ad eccezione delle ore di lezione, George passò tutto il suo tempo attaccato ad un volume di incantesimi che aveva preso in Biblioteca, sempre alla ricerca di un indizio che avrebbe potuto aiutarlo a svelare il mistero della pergamena. Fred invece aveva deciso di rispettare la promessa fatta a se stesso e, dopo aver trovato nei giardini della scuola un mazzolino di fiori di campo color giallo acceso, era entrato nel bagno delle ragazze del secondo piano, chiudendosi la porta alla spalle.

Appena si fu abituato alla penombra, fece alcuni passi in avanti, guardandosi intorno; sentiva chiaramente il suono strozzato di qualcuno che cercava invano di trattenere le lacrime e i singhiozzi.

Seduta sotto la struttura centrale dei lavandini si trovava la figura perlacea di Mirtilla Malcontenta che, con le lacrime agli occhi, guardava il cielo plumbeo oltre le bifore della stanza.

Una volta che si fu voltata verso la porta, notò la figura del ragazzino che le aveva chiesto di essere amici qualche giorno prima... o erano passate solo poche ore?

«Perché sei tornato?», gli chiese, cercando di nascondere coi lunghi capelli scuri i suoi occhi colmi di lacrime. Il suo tono di voce era scontroso e stridulo, sembrava una povera bestia ferita e lasciata a soffrire sola nel mezzo di una foresta: come avrebbe potuto la bestia fidarsi nuovamente delle persone?

Fred sorrise, ignorando l’antipatia del fantasma, e si fece più vicino: «È San Valentino, nessuna ragazza dovrebbe sentirsi sola oggi», disse, porgendole i fiori di campo che aveva nascosto dietro alla schiena fino a quel momento.

Mirtilla scosse il capo, guardando quel dono con gli occhi ancora umidi per il pianto di poco prima: «Cosa me ne dovrei fare?», chiese, assottigliando lo sguardo.

Lei non aveva mai ricevuto in dono dei fiori in vita sua, nessuno aveva mai pensato che alla bruttina e timida Mirtilla sarebbe piaciuto ricevere un piccolo pensiero simile. Guardava il colore brillante e sano di quel semplice mazzolino di fiori di campo e provò per un breve secondo qualcosa, un sentimento diverso dal desiderio di vendetta e malinconia che aveva accumulato in quasi cinquant’anni di non-vita, qualcosa di genuino e dolce che le fece venir voglia di sorridere.

In quell’istante si sentì un forte rumore alla porta del bagno e, senza che Fred e Mirtilla riuscissero a vedere chi fosse stato, qualcuno lanciò a pochi passi da loro una Caccabomba e un SuperPallaGomma di Drooble; in pochi secondi la stanza si riempì di un forte odore nauseante, mentre numerosi palloncini color genziana cominciavano a duplicarsi e a riempire ogni angolo libero della stanza.

Mirtilla, con un ululato di disperazione era fuggita nel suo solito cubicolo per piangere e ideare una vendetta, mentre Fred, deluso di non essere riuscito nel suo intento di far sorridere il fantasma, lasciò il mazzolino di fiori accanto ai lavandini e, tappandosi il naso con le dita, uscì di corsa dal bagno, spostando decine e decine di palloncini che ormai erano ovunque.

Quando Gazza venne a sapere pochi minuti dopo dell’accaduto, chiese ad una strillante Mirtilla Malcontenta chi fosse stato, ma non ottenne risposte soddisfacenti. Nuotando in un mare di palloncini color genziana, con una molletta per stendere chiusa sul naso, arrivò ad alcune finestre che riuscì ad aprire con un po’ di olio di gomito, per far uscire l’odore nauseabondo della Caccabomba, mentre per i palloncini ci sarebbero voluti alcuni giorni prima che si sgonfiassero autonomamente.

A fine giornata quello non fu l’unico scherzo ben riuscito, infatti anche quelli dei gemelli Weasley ottennero risultati soddisfacenti: Gazza e la sua gatta, per esempio, non si presentarono a cena, probabilmente avevano assaggiato entrambi i dolcetti soporiferi, la Professoressa McGranitt guardava il Preside Silente con uno strano sguardo da pesce lesso che non le si addiceva per niente, Cedric Diggory non si allontanò dalla sua ragazza per un solo istante, guardando ogni essere umano di sesso maschile che le si avvicinava con uno sguardo assassino, Marcus Flitt mostrava il biglietto che gli era stato recapitato con il tortino al cioccolato ad ogni persona che gli capitava davanti, nella vana speranza di trovare  l’“Amante del Quidditch e dei giocatori di Quidditch”, Kain Montague, Marietta Edgecombe e Marcus Belby invece si erano inseguiti per tutto il giorno; Kain voleva invitare Marietta ad uscire, Marietta voleva ringraziate Marcus per il dolce pensiero e Marcus si nascondeva ogni volta che vedeva Kain nelle vicinanze. Gli appartenenti al triangolo amoroso ci avevano messo ore prima di capire che erano stati tutti presi in giro da un misterioso buffone, anche se Marcus rimase talmente segnato dalla giornata che non smise per giorni di evitare – per sicurezza – Kain Montague.

George non prestò molta attenzione alla riuscita dei loro scherzi, troppo occupato a strapazzare la pergamena con tutti gli incantesimi che gli venivano in mente, mentre Fred non riuscì a ridere delle espressioni deluse o confuse delle loro povere vittime; tutto quello a cui riusciva a pensare era al dolore che aveva causato a Mirtilla lo scherzo della Caccabomba e del SuperPallaGomma di Drooble. Gli venne in mente una delle frasi preferite di sua mamma: «Ragazzi, non si ride delle disgrazie altrui» e pensò che da quel momento in poi avrebbe trovato il modo di fare scherzi che facessero ridere tutti, nessuno escluso.

Nel bagno delle ragazze del secondo piano intanto, Mirtilla Malcontenta non aveva smesso di piangere un solo momento, mentre cercava con tutte le sue forze di fantasma di far scoppiare quegli stupidi palloncini. A fine giornata, dopo non aver ottenuto nessun risultato, decise di trasferirsi momentaneamente nel bagno dei Prefetti.

Mirtilla tornò nel suo adorato cubicolo solo dopo un paio di giorni e su insistenza del preside Silente che la rassicurò più volte che non c’erano più palloncini; una volta tornata nel suo regno ci impiegò un po’ di tempo prima di notare il mazzolino di fiori adagiato su uno dei lavandini e di riconoscere i fiori – ora non più sgargianti e pieni di vita come due giorni prima – che le aveva portato quel ragazzino dai capelli rossi.

Un sorriso spontaneo e dolce le comparve sul viso per solo un breve istante, prima che la tristezza, la malinconia e la solitudine tornassero a gelarle i lineamenti perlacei in una smorfia di dolore.

 
  
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