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Autore: Angel_to_Fly    02/09/2015    2 recensioni
Era qualcosa di malato.
Tahlita non riusciva a capire perché avessero bisogno l'uno dell'altra in quel modo così vergognoso, malato.
Selvaggio.
Era entrato nella sua vita graffiandole la pelle, quel maledetto sociopatico, le stava rovinando la storia, tutto ciò a cui aveva lavorato per anni!
Cosa diavolo le stava capitando?
[...]
Tahlita Davies. Lennox Millard.
Lei problematica. Lui sociopatico.
Un mix che secondo la Signora Junes poteva essere esplosivo, pericoloso, impossibile per certi versi.
Qualcosa che non doveva accadere, mai, altrimenti nulla l'avrebbe più fermato.
[...]
Lennox alzò lo sguardo solo quando sentì la presenza di Tahlita nella stanza, in quello stesso momento lasciò che le sue iridi blu si innamorassero ancora ed ancora, in modo sempre più doloroso dell'unica donna che non gli era permesso toccare. Avere.
Se solo la sua mente malata l'avesse capito, lui non avrebbe dovuto pianificare quello, il suo rapimento. Ma lei era sua.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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|| Ehi, salve a tutti! Scusate il ritardo disumano, ma ho avuto il computer rotto e me lo hanno restituito solo ieri D:
Ringrazio le due recensioni di Eraseandrewind | Tanny che sono state gentilissime e...
Spero che questo nuovo capitolo vi possa piacere. Abbracci, ATF ||





 
Ps. feelingmyself_x sono io su Wattpad.
 
1 - Sisters, Facebook and Messages.
 
Osservò lo specchio e guardò il suo riflesso, era pallida come al solito e una vena rossa sull'occhio si era gonfiata. Era fin troppo evidente la sua stanchezza, eppure non aveva alcuna intenzione di andare a letto.
Il giorno dopo sarebbe stato Sabato, quindi niente scuola e quindi poteva dormire fino alle due del pomeriggio. Si spostò dallo specchio al bagno e si cambiò, indossò il suo pigiama grigio e caldo e si fece uno chignon lento. Si guardò anche in quello specchio e cominciò a premere lievemente con l'indice sulla vena.
«Che schifo» sussurrò sfregandosi la palpebra con la mano. Ormai per lei era un abitudine vedere tutte quelle vene, non ne faceva nessuna questione di Stato, sapeva di averle visibili e non cercava nemmeno di coprirle. Non più.
Sospirò pesantemente e ritornò in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle. La stanza non era nulla di ché, una semplice camera di un'adolescente, le pareti erano color crema e qui e là erano attaccate delle foto che ritraevano lei da piccola, un armadio, un letto bianco, una tv e una scrivania.
Su quest'ultima c'erano una montagna di fogli, libri e il suo adorato laptop, andò verso di questo e afferrò il cellulare che era appoggiato di fianco. Lo accese e aspettò che la schermata iniziale uscisse, sedendosi sulla sedia girevole.
Tahlita era una ragazzina parecchio attaccata ai social network e alla tecnologia in generale, ma quale adolescente non lo era nel ventunesimo secolo?
Quando il cellulare finì di caricare anche le ultime cose Tahlita cliccò su Twitter e cominciò a scorrere i post che aveva in bacheca. Molti erano stupidi e inutili, altri erano stati postati da ragazzine che tentavano in tutti i modi di scoprire in quale hotel alloggiassero i loro idoli.
Nulla di interessante.
Dopo mezzora a girare fra Twitter, Tumblr e Wattpad appoggiò il suo telefono sulla scrivania e si voltò aprendo il computer. Era rimasto in riposo per tutto quel tempo e la batteria era al limite, aveva solo un 5%, quindi di sbrigò ad attaccare il caricatore.
Cliccò due volte sulla schermata di blocco e scrisse la password, che consisteva nel nome del suo gatto, ovvero Dillon e poi andò ad aprire la pagina di Google. Una leggera vibrazione le fece voltare il capo e osservò la lucina sul suo cellulare che segnava l'arrivo di un messaggio su WhatsApp.
Lo prese e sbloccò anche il telefono con la stessa e identica password e andò a cliccare sull'icona dell'applicazione di messaggistica. In realtà di messaggi ne aveva ben più di uno, ne aveva centoventinove dal gruppo della classe, uno dal padre che le chiedeva come stava e due dalla madre che due pomeriggi prima l'aveva avvertita che sarebbe tornata tardi a causa del traffico.
Aprì il messaggio di Adrienne, sua sorella maggiore e lo lesse velocemente. Questo recitava:
Domani mattina passerò per casa a lasciare Ilenia a mamma, poi andrò al centro commerciale, vuoi venire?
Tahlita storse il naso e notò che era ancora online. Adrienne non era proprio la migliore delle madri, lasciava Ilenia a chi poteva e quando poteva, le comprava regali su regali pensando di comprare l'amore della figlia, senza neanche mai regalarle un abbraccio.
Grazie, ma no grazie!
Digitò velocemente quel messaggio e uscì da WhatsApp bloccando poi il cellulare. Tornò a guardare il laptop e cliccò due o tre volte su Windows Media Player facendone aprire due in più del dovuto. Cliccò la 'x' rossa su quelli che non servivano, chiudendoli e poi andò a cliccare la scelta delle canzoni e partì New Americana. Afferrò gli auricolari bianchi che erano perennemente attaccati al computer e li infilò.
Tornò sulla schermata di Google ed entrò su Facebook, non ci andava da un po' di tempo. Subito le saltarono all'occhio le tre richieste di amicizia, cliccò sull'icona e le aprì.
Amanda Green. Conferma - Elimina.
«Ma non è quella del corso di Letteratura?» bofonchiò facendo doppio click su conferma. Avrebbe giurato che le aveva già accettato l'amicizia una volta...
O forse le aveva chiesto il follow anche su Twitter.
Hayes Raynolds. Conferma - Elimina.
«Chi è questo?».
Entrò nella sua pagina e osservò le sue foto. Sembrava uno di quei ragazzi a cui piaceva fare video e foto sempre senza maglietta. Perché le aveva chiesto l'amicizia quel cretino?
Evitò anche di rispondere alla sua richiesta di amicizia e passò oltre.
Lennox Millard. Conferma - Elimina.
«O mio dio» sussurrò spalancando gli occhi. Cliccò febbrilmente sul suo profilo e raggiunse le sue foto.
«O Cristo» continuò a sussurrare, ogni foto che passava il cuore accelerava e una strana sensazione si faceva spazio nel suo petto.
Era come quando da piccola aveva scoperto che grazie al divorzio dei genitori quel regalo di Natale si sarebbe sdoppiato e ora ne avrebbe avuti due. Era una sensazione di benessere, di sottile eccitazione che partiva esattamente dal centro dello stomaco.
Osservò minuziosamente ogni foto, si permise di studiare attentamente ogni più stupido dettaglio, dagli occhi davvero troppo chiari al neo nel lato sinistro del viso, un centimetro sotto il labbro inferiore.
C'erano immagini dove lui era da solo, altre dove era con dei suoi amici, alcune dove aveva un'espressione seria e concentrata, altre ancora dove rideva con un luccichio strano negli occhi.
Tahlita ritornò alla realtà quando si accorse che ancora non aveva accettato l'amicizia. Dopo averlo fatto tentò di sbollentare gli ardenti spiriti aprendo un'altra pagina ed entrando in Wattpad.
Cominciò a navigare alla ricerca di qualche storia interessante, qualche storia che non cascasse nel solito cliché. Quando ne trovò una che sembrava promettere bene si bloccò, alla dolcissima voce di Shawn Mendes che stava cantando nei suoi auricolari si sovrappose un suono che conosceva fin troppo bene.
Tornò sulla scheda di Facebook e l'aria che aveva nei polmoni venne espulsa in un solo colpo. Una strisciolina blu aperta segnava quel nome.
Perché mi ha scritto?
Si domandò andando a leggere il messaggio che Lennox le aveva appena mandato.

Da: Lennox Millard
Certo che ce ne hai messo di tempo per accettare l'amicizia

Tahlita aggrottò la fronte e come se ci avessero buttato un secchio d'acqua, il fuoco che era divampato in lei si era arrestato e spento. Puf!

Da: Tahlita Davies
Sono appena entrata su Facebook... 

Aspettò la risposta del ragazzo, ma non arrivò per i seguenti quaranta minuti, quando lei stava per spegnere il laptop per guardarsi la replica di American Horror Story: Freak Show che stavano per trasmettere in tv.

Da: Lennox Millard
Che ne dici se ci scambiamo i numeri di telefono?

Un battito le venne meno e si strinse nella felpa del pigiama guardandosi intorno. Fuori era buio pesto essendo quasi l'una di notte, solo un lampione illuminava quel quarto di strada della via. La televisione era accesa, ma bassa siccome la madre aveva il sonno leggero e l'avrebbe potuta sentire, sul letto c'era ancora il pacco di patatine mezzo vuoto e la Pepsi che aveva preso dopo cena. Dagli auricolari usciva ancora la voce degli Sleeping With Sirens e il cellulare era illuminato.
Lo afferrò tornando a toccarsi la palpebra, era tutta gonfia, anche le vene delle mani erano diventate violacee, era davvero stanca. Sbloccò la schermata e notò un nuovo messaggio, questa era la sorella più piccola.
Vedi che domani torno a mezzogiorno, dillo a mamma prima che le venga un infarto. Sono da Taylor.
Osservò l'ora, gliel'aveva mandato mezzora prima, quindi non si sprecò a risponderle. Lei era a fare un "pigiama party" a casa del suo fidanzato... lei avrebbe dovuto avvisare la madre.
Ma che poi una dodicenne può avere un fidanzato da più di sette anni? Tahlita a quell'età aveva appena scoperto che cos'era un assorbente!
Senza pensarci chiuse il laptop e si buttò sul letto con il cellulare in mano. Entrò su Instagram - non che lo usasse più di tanto -, e cominciò a scorrere le foto.
Citazione, citazione, un ragazzo, due amiche, una ragazza mezza nuda, una che si fa i selfie nel cesso, citazione, lo stemma di una squadra di calcio, citazione, citazione, da quando seguo Bieber? però sta bene in smoking, uno che fuma, la copertina di Torment - a proposito dove l'ho messo -, due omosessuali che si baciano... che carini..., Hayes e Lennox, citazione, un gat...
Tornò su di qualche foto e aggrottò la fronte. «Ma che cavolo... »


 
 
   
 
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