Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Lory221B    06/09/2015    4 recensioni
Sherlock e John vivono nello stesso appartamento ma non si sono mai incontrati. Il solo mezzo per comunicare è la cassetta delle lettere del 221b di Baker Street. Com'è possibile? Sherlock vive nel 2008 e John nel 2010 e incontrarsi non sarà così facile.
Liberamente ispirato dal film "La casa sul lago del tempo"
Genere: Fantasy, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 1 - 243 tipi di tabacco


1 ottobre 2010 


John stava passeggiando per le vie di Londra, senza una vera meta. Aveva tutto il pomeriggio libero e voleva godersi l'aria piacevole di quel primo giorno di ottobre.

Ogni cosa gli sembrava noiosa in realtà, come se vivesse in una gigantesca bolla di routine. Adorava Londra, non avrebbe mai potuto vivere in nessun altro posto, gli piaceva il suo lavoro, anche se stava diventando sempre più ripetitivo e infine amava Mary. Ma aveva sempre una sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco.

Mentre stava guardando le prime foglie cambiare colore, abbandonando il classico verde per un caldo rosso, il suo cellulare vibrò nella tasca rivelando una chiamata da una persona del tutto inaspettata.

- Harry? - chiese perplesso John, che ormai era abituato a sentire la sorella solo quando aveva bisogno di qualcosa.

- Ciao fratellino, è un piacere anche per me sentirti - rispose ironica.

-Tutto bene?-

- Perché sempre così sospettoso? Ti chiamavo per chiederti se è arrivato il pacco che ti ho spedito - fece lei leggera.

- A quale indirizzo l'hai spedito? -

- Al tuo ovviamente - 

- Harry mi sono trasferito, abito con Mary adesso. Se l'hai mandato in Baker Street non mi è arrivato - John si sentì un po' in colpa, stava quasi facendo pesare alla sorella il fatto che lei non fosse a conoscenza del trasferimento, quando era lui stesso che la evitava da tempo perché non riusciva a perdonarle di aver ripreso a bere dopo il divorzio.

- Cavolo! - esclamò lei, più dispiaciuta che irritata.

- Sono in centro, passo adesso a vedere se il nuovo inquilino l'ha ritirato ok? -


***** *****


John arrivò in Baker Street, alzò la testa verso la finestra del suo ex appartamento aspettandosi di vedere il nuovo inquilino, ma non vide che le tende ammuffite, esattamente come le aveva lasciate lui.


Andò all'ingresso e aprì il portone con la chiave di riserva che aveva tenuto proprio per esigenze di questo tipo.

Sotto la cassetta delle lettere era effettivamente depositato un pacco con l'inconfondibile scrittura tremolante di Harry. John fu però attirato dalla busta elegante che si trovava dentro la cassetta, poteva vedere dalla finestrella che sulla busta c'era scritto proprio il suo nome. Aprì lo sportello per recuperarla, infischiandosene della privacy del nuovo inquilino che non si era nemmeno degnato di girargli la lettera e la aprì.




1 ottobre 2008


Caro dr. Watson,

non capisco davvero a cosa faccia riferimento. La signora Hudson mi ha informato che l'appartamento è vuoto da anni.

Quello che più mi stupisce è come facesse a sapere degli scatoloni e delle impronte del cane.

All'inizio leggendo la lettera credevo lei avesse un disturbo post traumatico, che ancora non escludo. Ma la successiva presenza delle impronte e degli scatoloni mi ha alquanto confuso. Odio non sapere, pertanto La prego di riscontrare questa mia.

Cordialmente,

Sherlock Holmes

ps Dovrebbe guardare il calendario ogni tanto, siamo nel 2008, non nel 2010.


John la rilesse più volte. I casi erano due, o aveva incontrato uno psicopatico convinto di essere nel 2008 o qualcuno che voleva divertirsi con uno scherzo alquanto infantile. Sbuffò sonoramente e estrasse una penna dalla tasca per rispondere immediatamente sul retro di quella lettera.


Caro sig. Holmes,


si crede spiritoso? Speravo soltanto in una sua cortesia. Se le è troppo disturbo girarmi la posta vorrà dire che sarò costretto a passare in Baker Street ogni settimana, finché tutta Londra non sarà stata avvisata del mio cambio di residenza.

Comunque sono sorpreso anch'io: lei conosceva la precedente proprietaria, la signora Hudson? Da quel che so ha venduto l'appartamento anni fa, dopo un furto.

L'attuale proprietario non l'ho mai conosciuto, ha sempre mandato la sua segretaria a trattare per il canone d'affitto.


Per quanto riguarda il disturbo post traumatico, come può aver dedotto una cosa del genere da così poche righe di lettera?

Inoltre, cosa vorrebbe dire che siamo nel 2008?

JW


John buttò la lettera nuovamente nella cassetta, arrabbiato ed estrasse nuovamente il cellulare per chiamare la sorella.


- Harry ho recuperato il tuo pacco. Non ci crederai ma ho a che fare con un coglione, meno male che ho conservato le chiavi del portone e della cassetta delle lettere. Pensa che crede di viv... - 

- John? - chiese titubante la sorella.

John aveva strabuzzato gli occhi ed era rimasto a fissare la cassetta delle lettere come inebetito. La lettera che aveva appena scritto e imbucato era sparita nel nulla. Guardò meglio, controllò che non fosse finita a terra, finì per aprire la cassetta ma niente da fare, la lettera non c'era più.

- John? - riprovò Harry.

- Scusa Harriet, ti richiamo, spero non dal reparto malattie mentali - e il dottore chiuse la telefonata.

Continuò a guardarsi in giro, sperando di vedere quella lettera e ricacciare dentro di sé il dubbio che si trattasse davvero di un disturbo post traumatico.

Finì per passare i successivi dieci minuti a vagare nell'atrio del 221b di Baker Street, quando la cassetta delle lettere attirò nuovamente la sua attenzione. Dentro c'era una busta. Non era la lettera che aveva infilato John, perché lui non si era preso il disturbo di imbustarla, era una nuova lettera.


Con il cuore che gli martellava nel petto, John estrasse la lettera e vide che era nuovamente indirizzata a lui.


Caro John,


la cosa è alquanto singolare.

Tu sostieni di essere nel 2010 e che la signora Hudson non abita più in Baker Street.

Sostieni inoltre di aver soggiornato in questo appartamento fino a poco tempo fa e hai "predetto" le impronte di cane e i miei scatoloni in soffitta.

Non sono incline a credere a cose che travalicano la logica e la ragione, ma in questo caso devo ammettere che vedere la mia busta sparire pochi secondi dopo che l'avevo imbucata ed essere sostituita con la tua lettera mi ha portato ad un'unica conclusione.


Una volta tolto l'impossibile, quello che rimane, per quanto improbabile, corrisponde alla verità: siamo su due piani temporali diversi.

Per quanto riguarda il tuo disturbo post traumatico, traspariva da ogni parola.

Hai una scrittura cortese ma molto diretta, come se non volessi sprecare tempo in convenevoli. La tua grafia è interrotta, quasi esitante, nonostante sembrassi molto convinto di quello che stavi affermando. Forse hai un dolore alla spalla o alla mano, qualcosa che non ti permette di scrivere adeguatamente, ma non accade con tutte le parole.

Deve trattarsi di qualcosa di psicosomatico, altrimenti tutta la scrittura sarebbe interrotta, invece non è così, alcuni passaggi e alcune lettere sono lineari.

Veniamo poi alla tua firma, non sembri molto contento di te, quasi come se non ti riconoscessi. E' una firma buttata lì, come se ne fossi costretto, diversa dal resto della calligrafia.

Direi che il disturbo non deriva da fatti personali, sembri uno che saprebbe affrontarli, ma da qualcos'altro; probabilmente facevi un lavoro pericoloso, qualcosa che ti ha reso "invalido", anche se solo da un punto di vista psicosomatico.


Ti firmi dottore però, per cui o un incidente in ambulanza, banale, oppure più probabilmente, sei un medico militare.

Tornando alle cose serie, poche volte sono stato così colpito nella vita, ma una cassetta delle lettere che "viaggia nel tempo" è davvero eccezionale. Inizierò subito degli esperimenti per capirne la natura. Se intanto vuoi rispondere a questa mia, anche solo a scopo scientifico, sarebbe cosa molto gradita.

SH


John fissava quelle righe come in trance. Fu più volte tentato di girare il foglio e rispondere immediatamente. Quel Sherlock era indisponente e geniale allo stesso tempo, ma che una cassetta delle lettera potesse viaggiare nel tempo era una cose che andava al di là di ogni logica. Eppure era successo proprio davanti ai suoi occhi.


John girò i tacchi  e uscì in strada, con uno strano sorriso sulla faccia, quello di uno che improvvisamente si trova a vivere in un episodio di "Doctor Who" o di "Ai confini della realtà".

Una volta a casa aprì il portatile e digitò su google "Sherlock Holmes". Subito trovò un sito internet, "Scienza della deduzione", che sembrava proprio essere gestito dal suo misterioso corrispondente. Anzi, era sicuramente lui, oltre al fatto che non potevano esistere due persone che si chiamassero Sherlock, proprio nella home page era riportata la frase " Una volta tolto l'impossibile, quello che rimane, per quanto improbabile, corrisponde alla verità". Non poteva essere una coincidenza.

John si mise a leggere curioso, di come quel Sherlock fosse in grado di individuare un pilota di linea dalla sua cravatta e dell'esistenza di 243 tipi di tabacco. Senza rendersene conto aveva passato delle ore su quel sito e si stava già facendo sera. Mary sarebbe rientrata poco dopo, per cui doveva mettere via quella lettera, che difficilmente sarebbe riuscito a giustificare senza sembrare completamente pazzo e preparare la tavola.

Il dolore intermittente alla mano era già meno forte.

****** *****


1 ottobre 2008


Sherlock aveva appena finito di scrivere la risposta a quel dottor Watson e l'aveva imbucata per vederla sparire poco dopo. Allo sconcerto seguì l'indagine. Sherlock aprì la cassetta, ispezionò ogni sua parte. Si chiese più volte se l'abuso di sostanze stupefacenti avesse causato gravi danni alla sua materia cerebrale, finché non vide riapparire la sua lettera, con tanto di risposta.

Sherlock pensò a quante leggi della fisica erano state infrante in quel preciso momento ma che, al contempo, nessuno aveva mai messo in dubbio la possibilità di viaggiare nel tempo, con la corretta equazione. Il problema era capire come quella particolare equazione potesse essere circoscritta alla sua cassetta delle lettere.

Prese in mano la lettera e lesse la piccata risposta del dott. Watson, sorridendo tra se immaginando questo John, un essere probabilmente ordinario come tutti, imbucare una lettera e poi vederla sparire. Sherlock non resistette alla tentazione di rispondere subito, in modo che il dottore potesse vedere riapparire una lettera.

Sherlock scrisse velocemente, imbucò la lettera e sorrise tra sé. Il gioco era iniziato.


Angolo autrice:

Ciao a tutti e grazie a chi ha già recensito, inserito la storia tra le seguite..e ovviamente a chi lo farà.

Siete sempre molto, troppo, buoni!!!

Alla prossima :)
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B