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Autore: Cartoffen    09/02/2009    4 recensioni
Prendete una Grifondoro saccente e un Serpeverde fin troppo altezzoso, e ad essi aggiungete un Ballo senza precedenti, dei pericolosi Mangiamorte e un leggendario universo parallelo abitato da creature potentissime. Mischiate per benino e aggiungete al tutto un futuro ormai già stabilito ed inalterabile. Fatto? Bene, avrete sicuramente ottenuto "Bloodstain".
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Lei non vuole sapere

 

 

 

Omidia era organizzata principalmente in un’unica città, che prendeva appunto il nome dell’intera dimensione. Al centro della città si ergeva l’imponente maniero della famiglia regnante, i Rocherford; in esso vivevano gli Omuncoli più valorosi, quelli più forti, e lì di fronte si trovava il Lago delle Anime, in cui trovavano pace gli spiriti dei morti.

Akira Rocherford, il principe, quella sera fissava proprio il lago dal grande balcone del maniero. Teneva le mani appoggiate sul parapetto e lasciava che il vento gli smuovesse i riccioli neri.

Accanto a lui, il suo migliore amico, Hayden Dowell, stava sdraiato su un divanetto, tenendo gli occhi chiusi e mugugnando un motivetto Babbano. Lui adorava la musica dei Babbani, specialmente quella rock. A causa della prigionia degli Omuncoli in quella dimensione, non aveva avuto modo di conoscerla a fondo o di viverci a stretto contatto, eppure, grazie all’intervento di Bellatrix Lestrange che, sotto ordine di Rocherford, aveva rubato cd e cassette dei più famosi gruppi rock (era stato un trauma per lei dover avere a che fare con le faccende dei Babbani!), ora aveva modo di considerarsi un vero fan dei Led Zeppelin o affini.

Improvvisamente, Hayden socchiuse gli occhi. Il suo sguardo scuro volò in direzione di Akira.

-E’ tornato.- annunciò con calma.

-Lucius Malfoy?-

Hayden annuì.

-Cosa senti?- si volle informare il principe degli Omuncoli.

Hayden si mise a sedere. Lui aveva un potere particolare: era un Sensibile, ossia un Omuncolo con la capacità di percepire i pensieri e le sensazioni altrui; da essi, poteva risalire alle azioni eseguite dai soggetti a cui si interessava. Sapeva, perciò, cos’era accaduto quel pomeriggio a Malfoy Manor, dove Lucius era riuscito a Materializzarsi poco dopo la partenza di Draco per Hogwarts e a sedurre la moglie calcando la propria supremazia sulla malinconia che Narcissa provava per lui dai tempi dell’incarcerazione ad Azkaban. 

-Sento la sua rabbia.- disse il Sensibile -A Lucius non è piaciuto aver dovuto ingannare a letto sua moglie. La ama.-

-L’avrei ucciso se non avesse fatto ciò che gli avevo chiesto.- sibilò Rocherford -In ogni caso, ora che ci sarà di mezzo il nuovo pargolo Malfoy, il nostro piano potrà giungere a termine.-

-Nostro?- gli fece eco Hayden -Tuo, vorrai dire.-

Akira non gli prestò attenzione -Ora Draco Malfoy sarà costretto a portare a termine ciò che voglio io.-

-Voglio, voglio, voglio… hai la stessa sfera emotiva di un bambino viziato, lo sai?-

Akira non gli prestò attenzione: la sua mente era altrove. Lui pensava al suo piano per liberarsi dalle catene che tenevano gli Omuncoli, compreso lui, chiusi ad Omidia. I maghi potevano tranquillamente andare e venire nel loro mondo, ma loro Omuncoli dovevano stare in gabbia per forza, oppressi da un vincolo magico che per loro era impossibile sciogliere.

Akira aveva ideato tutto solo al fine di uscire da Omidia. Non gli importava di fare del male a qualcuno pur di arrivare al proprio scopo.

Aveva pensato che Draco Malfoy sarebbe stato adatto da mandare, sotto iniziativa della sua stessa scuola, al Ministero della Magia e da lì ordinargli di infiltrarsi nella Stanza delle Anime. Con una buona spia che gli avrebbe guardato le spalle e che lo avrebbe difeso, per il giovane Malfoy non sarebbe stato difficile impossessarsi dell’anima del Lord Oscuro e Materializzarsi ad Omidia. Un’Omuncola, Eris Glenn, si sarebbe poi occupata di far risuscitare il Lord Oscuro ed egli, Voldemort, sarebbe tornato nel mondo dei maghi a generare morte e distruzione. In una simile situazione tragica, sarebbe stato molto più facile per un Mangiamorte qualsiasi entrare al Ministero e riuscire ad aprire il portale che dava libera possibilità di uscita da Omidia.

Forse sarebbe stato più facile mandare direttamente Draco Malfoy ad aprire il portale, tuttavia Akira preferiva che prima i maghi fossero attaccati dal Lord Oscuro e dai Mangiamorte e che, solo in seguito, avessero a che fare anche con i potenti Omuncoli.

La sua sarebbe stata una vendetta lenta e dolorosa.

E se il giovane Malfoy si fosse rifiutato di collaborare, allora sua madre Narcissa avrebbe perso il bambino concepito in quello stesso pomeriggio con Lucius Malfoy. Akira era sicuro che Draco non avrebbe permesso la perdita di un figlio per sua madre.

In ogni caso, Draco ancora non sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Il ragazzo non poteva neanche immaginare che tutto ciò sarebbe partito da uno stravagante ballo indetto da Lavanda Brown e dal Comitato Studentesco.

 

°°°

 

Quando il treno arrivò ad Hogsmead, Hermione era ancora presa dalle proprie supposizioni riguardo all’interesse che Charlize McNeevel sembrava nutrire per i Mangiamorte.

Tuttavia, non poté evitare di scrutare con pari sospetto Heaven Hewett quando la suddetta ebbe l’inspiegabile idea di precipitarsi come un razzo fuori dal treno e di calarsi il cappuccio in testa nonostante non ce ne fosse bisogno.

Hermione, appena ebbe trascinato sulla banchina il proprio baule e salutato Hagrid, tornò a fissare con cruccio la Hewett, che si aggirava con sospetto nella marea di studenti.

-Non è pazza, anche se lo può sembrare.-

Hermione si voltò.

Charlize le stava accanto e sorrideva con imbarazzo.

-Sta soltanto cercando di evitare Marcus.- spiegò la McNeevel.

Marcus Belby era a sua volta un Corvonero del settimo anno e, per sentito dire, Hermione sapeva che Belby aveva un debole molto accentuato per Heaven.

Pochi secondi dopo, la Grifondoro ebbe anche modo di ritenere che il detto: “parli del diavolo, spuntano le corna” fosse più che azzeccato alla situazione.

Marcus Belby, che, avvantaggiato dalla propria notevole altezza, scrutava ogni studente in cerca di Heaven, si avvicinò a Charlize con espressione mogia.

Nonostante il fresco vento autunnale, il Corvonero andava in giro a maniche corte. A ben vedere, ad Hermione parve di scorgere una scritta sul suo bicipite destro.

-Charlie, sai dov’è Heaven?- chiese il ragazzo, con lo sguardo ancora perso nella propria ostinata ricerca.

La McNeevel scosse la testa e lui si allontanò. Solo in quel momento Hermione notò che sul bicipite gli spiccava un bel tatuaggio che recitava la scritta: “Knockin' on Heaven's Door”.

La Grifondoro si trattenne dal prorompere in un’allegra risata. Escludendo che Marcus Belby, Purosangue lontano dagli usi Babbani, ascoltasse le canzoni di Bob Dylan, quel: “bussando alle porte del paradiso” era più da leggere come un: “bussando alle porte di Heaven”.

Hermione suppose che Jackie non avrebbe apprezzato, anzi…

Il buonumore causato dagli espedienti sentimentali di Belby venne troncato in due dall’arrivo di un altro ragazzo, tutt’altro che romantico o lontanamente sopportabile. Draco Malfoy camminava verso di lei, fumando con aria tracotante. Hermione sentì le gambe tremare: i ricordi del Pozzo del Fato si fecero nuovamente vividi nella sua testa ed un impulso di paura la spinse a voltare le spalle al Serpeverde e a sedersi sul proprio baule.

Pregò che Malfoy cambiasse direzione o che la superasse. Non voleva parlargli, soprattutto non appena arrivata ad Hogwarts. Invece, Draco ebbe la faccia tosta di sedersi sul suo baule.

Schiena contro schiena, Hermione cominciò a tossire per il fumo che le infastidiva la respirazione.

Dietro di loro, Blaise Zabini e Daphne Greengrass avevano già le mani sul portafoglio. Il nero di Serpeverde tirò fuori alcune monete.

-Scommetto tre galeoni che la Mezzosangue lo Schianta.- proferì sicuro di sé.

-Io dico che minaccia Draco di togliere dei punti a Serpeverde.- replicò la Greengrass.

-Ma se non è ancora cominciato l’anno scolastico?- obbiettò seriamente Blaise.

-E’ comunque un’azione molto consona alla Granger.- 

Entrambi si zittirono e studiarono con paranoica attenzione gli atteggiamenti dei due rivali.

Hermione sembrava sul punto di avere un infarto: aveva le guance notevolmente imporporate dall’agitazione e sbatteva freneticamente il piede destro a terra. Draco, invece, fumava senza scaldarsi più di tanto.

-Vattene.- mormorò Hermione, irrigidita dal contatto con la schiena di Malfoy.

Lui sbuffò, divertito -Certo Granger, prova a chiedermelo per favore, magari ti do retta.-

Draco aveva percepito la concitazione della Grifondoro, perciò si stava divertendo a metterla alla prova, a farla camminare sull’esile filo della sfida che lei stessa aveva costruito. Non sapeva nemmeno il motivo di tale disagio, ma trovare la Granger da sola ed irrequieta attizzava parecchio la sua meschinità. Gli piaceva stuzzicarla, in qualunque momento.

-Non ti si vede più andare in giro con Potty e Weasley, sai Granger?- la sfidò Draco.

Hermione si sentì ribollire il sangue nelle vene: non poteva permettere che la paura del futuro le impedisse di affrontare Draco nel presente.

-Tu, invece, presto avrai la fortuna di andare nuovamente in giro con tuo padre, o forse sbaglio, Malfoy?- rispose freddamente Hermione.

Draco girò la testa verso di lei. Riuscì a scrutare solo la sua chioma crespissima, ma immaginava con molta chiarezza l’espressione rigida che in quel momento la ragazza stava di certo esibendo.

-Fanculo Mezzosangue.- rispose con rabbia il Serpeverde.

Hermione si voltò, furiosa. Per un attimo sembrò sul punto di voler spingere Draco via dal baule: gli appoggiò le mani sulle spalle e premette su di esse, mentre Blaise, accanto a loro, gorgogliava all’idea di aver vinto la propria scommessa. Alla fine, comunque, Draco riuscì a mantenersi in equilibrio sul baule ed Hermione decise di cambiare tattica.

-Di questo passo,- proclamò con fervore -Sarò costretta a togliere dei punti a Serpeverde ancor prima che cominci l’anno!-

Prima che Draco potesse risponderle a tono, la Grifondoro se ne andò, mentre tre galeoni in più tintinnavano nel portafoglio di Daphne.

 

°°°°

 

Dopo aver fatto il viaggio dalla stazione ad Hogwarts in carrozza con tre sconosciuti del quinto anno, Hermione si sentiva triste. Sì, triste.

Non aveva più visto Ron dopo averlo incrociato con lo sguardo sul treno e non aveva ancora beccato in giro Harry. Come se ciò non bastasse, aveva avuto pure un battibecco con Malfoy ancor prima di mettere piede ad Hogwarts. Fantastico…

Hermione scese dall’ultimo gradino della carrozza e si incamminò al seguito degli altri studenti, tutti diretti ad Hogwarts. Appena sollevò lo sguardo, riconobbe l’imponente scuola stagliarsi contro il buio della notte: quell’edificio dava sempre un tale senso di famigliarità che subito Hermione ebbe l’impressione di sentirsi meglio.

Si infilò subito in Sala Grande, con l’intento di appartarsi in qualche posto isolato prima che Ron potesse arrivare e chiederle se lui e Lavanda potessero sedersi accanto a lei. Per sua sfortuna, Ron ed Harry erano già a posto, anche se di Lavanda e Calì non c’era traccia lì intorno. Harry notò subito l’arrivo di Hermione e richiamò la sua attenzione scuotendo la mano per aria e invitandola a gran voce.

Lei rimase per un attimo ferma sul posto, poi, lentamente, si avvicinò ai due amici.

-Ciao.-

Il saluto titubante di Hermione venne seguito da un bacio sonoro che Harry le scoccò sulla guancia. La ragazza ne fu confusa e si sedette accanto a Ron, che si era limitato a salutarla con un gesto della mano.

-Non ti preoccupare, Lavanda non c’è.- la tranquillizzò Harry, dopo aver capito la causa dell’agitazione di Hermione –Ha un annuncio da fare con Calì.-

-Già.- mugugnò Ron, mentre le sue orecchie diventavano rosse.

-E se lei arriva e tu te ne vai,- le mormorò Harry all’orecchio –Io seguo te, chiaro?-

Hermione rispose con un sorriso.

-Prima abbiamo visto che parlavi con Malfoy.- fece notare Ron –Ti ha per caso dato fastidio?-

-In tal caso, noi siamo pronti a ridurlo in pappa per draghi.- dichiarò allegramente Potter.

Hermione scosse la testa, divertita –Non preoccupatevi, so badare a me stessa.-

Mentre li rasserenava così, Hermione si disse che, se davvero avesse saputo badare a se stessa, di certo nel Pozzo del Fato non si sarebbe vista sposata con l’odiosa Serpe…

Preferì non pensarci. Ora era con Harry e con Ron e aveva bisogno di stare con loro, non con le proprie paranoie e paure.

Poco dopo, la McGranitt fece il proprio ingresso in Sala Grande, seguita da un codazzo di undicenni minuti ed impauriti. Lo Smistamento dei piccoletti fu veloce e, una volta giunti alla conclusione, Silente si alzò per fare il rinomato discorso di inizio anno.

Iniziando con un “benvenuto” per le matricole e con un “bentornati” per gli altri studenti, il mago sentenziò ogni passo più importante del proprio discorso, dal divieto d’addentrarsi nella foresta proibita all’obbligo di evitare le sfide tra Case per i corridoi della scuola.

Finito lo sproloquio, il preside stranamente non si sedette e, tanto meno, fece tintinnare il cucchiaio sul bicchiere in segno che il banchetto potesse avere inizio. Rimase sul proprio pulpito, con le braccia leggermente aperte.

Un mormorio si levò dalle tavolate delle quattro Case, e le voci concitate cominciarono ad aumentare sempre più, chiedendosi perché Silente non proseguisse.

Poi il preside sorrise.

-Miei cari ragazzi,- cominciò con calma, osservando una ad una le tavole delle quattro Case -L’anno scorso, io e i miei colleghi abbiamo avuto l’onore, se così si può definire, di assistere ad alcuni dei più barbari scherzi che si potessero immaginare tra le varie Case -

La sua voce era calma, come al solito, ma nemmeno una tale tranquillità poteva celare la solennità che Silente stava attribuendo a quel discorso.

-Inutile ricordarvi di ragazze che, l’anno scorso, si sono viste sparire i propri oggetti personali per poi ritrovarli in mano ad un più che entusiasta Pix.- proseguì il mago, stringendosi le mani davanti al petto, mentre, dal tavolo delle Serpi, provenivano concitati fischi di esultanza al sol pensiero degli oggetti delle Grifondoro che Pix, sotto richiesta di Draco, aveva scarabocchiato, strappato e insudiciato alla meglio.

-Oppure di alcuni Tassorosso che si sono ritrovati il giorno prima della partita con i manici di scopa camuffati e con bolidi che li inseguivano per tutto il cortile.- aggiunse la Sprite dal suo posticino, con gli occhi ridotti a fessure e indirizzati verso Marcus Belby che batteva il cinque a Michael Corner, entrambi Cacciatori di Corvonero.

-Signor Preside, se mi consente,- aggiunse Piton con voce atona e distaccata -Vorrei citare anche alcuni sfortunati incidenti capitati ai miei studenti, come ad esempio alla signorina Bullstrode che, guarda caso proprio dopo una lezione di Pozioni con i Grifondoro, si è ritrovata con il viso tumefatto da una pozione esplosale sotto al naso senza che lei avesse avuto il tempo di accendere il fuoco.-

I suoi occhi iniettati di astio non ebbero nemmeno il tempo di vagare alla ricerca di Potter e Weasley, perché Minerva McGranitt si alzò in piedi e si portò una mano sulle sottilissime labbra, letteralmente sdegnata.

-Severus, per l’amor del cielo, devo ricordati come si sono comportati i tuoi studenti con i miei ragazzi? Silente ha già parlato dell’incidente avvenuto alle ragazze, ma che mi dici del signorino Paciock, a cui, povero, sono stati sottratti e nascosti gli appunti proprio il giorno prima dell’esame di fine anno?-

-Non abbiamo certezze che sia stato un Serpeverde a commettere un tale subdolo scherzo.- ribatté Piton, facendo inalberare la McGranitt ancora maggiormente.

Prima che lei potesse rispondergli nuovamente a tono, il professor Vitious cominciò ad agitarsi a sua volta, saltellando e scuotendo le braccia nel tentativo di farsi vedere.

-E allora io cosa dovrei dire? Alcune delle mie ragazze di Corvonero si sono ritrovate con la gonna per aria passando proprio di fronte ad alcuni Tassorosso e Serpeverde- gracchiò Vitious, additando con decisione Terence Higgs, Serpeverde del sesto anno, e Zacharias Smith.

Sembrava essere il finimondo: gli insegnanti si additavano a vicenda e si spartivano le colpe per i vari misfatti, gli studenti ghignavano in memoria dei vecchi scherzi e si gridavano insulti da una parte all’altra della Sala, senza alcun ritegno.

Mentre Hagrid agitava con enfasi i manoni per far segno agli altri insegnanti di smetterla, la cosa più sconcertante era che Silente non interveniva in alcun modo. Non sembrava avere intenzione di farlo.

Se ne stava al proprio posto, sorridendo con amara dolcezza ed osservando sia i ragazzi che i professori.

-Baciami il culo, Potter!-

-Malferret, che ne dici di andare a fare un giro dalla Chips con un occhio nero?-

-Ehi Goldestain, è vero che hai una relazione con Mirtilla Malcontenta?-

-Zabini, la tua puffola pigmea non va  più di moda!-

Mentre frasi simili, seguite da un urlo di sgomento che si levò da parte di Blaise Zabini e di Cecilia, aumentarono concitate di bocca in bocca, Silente si limitava a fissare gli studenti, preoccupato più che altro per le facce scandalizzate delle matricole.

Ma bastò che le mani del preside si levassero un attimo in alto per far tornare il silenzio padrone della sala.

I professori tornarono a sedersi, turbati per essersi fatti trascinare in tal modo dall’enfasi, e anche gli studenti ammutolirono, comunque soddisfatti di quella iniziale disputa contro gli avversari di Casa.

Nessuno di loro, eccetto la Patil e la Brown, sapeva cosa avrebbe detto Silente di lì a pochi istanti…

-Come potete vedere, questa è la tragica situazione che regna tra le varie classi, ed è inammissibile.- spiegò con voce ferma il preside, osservando i professori con cipiglio leggermente infastidito -E’ per questo che, con l’aiuto della signorina Lavanda Brown e della signorina Calì Patil, rispettivamente presidentessa e vicepresidentessa del Comitato Studentesco, ho preso una decisione che risulterà sgradevole alle vostre aspettative, ma che, si spera, aiuterà a riportare un certo equilibrio tra le Case.-

Si voltò verso Lavanda e Calì, rimaste a lato del tavolo dei professori per tutto quel tempo.

Gli sguardi di chissà quanti ragazzi si puntarono sulle due Grifondoro. Lavanda Brown, esaltata per il suo primo discorso di una certa rilevanza, salì sul pulpito lasciatole libero da Silente e, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, fece un breve cenno di saluto ai vari compagni.

-Come ha già anticipato il preside,- cominciò a spiegare la bionda, con la voce che vibrava per l’emozione -Abbiamo deciso di prendere dei provvedimenti riguardo agli scompigli che, l’anno scorso, sono avvenuti tra le varie classi, soprattutto tra quelle dell’attuale settimo anno.-

I suoi occhi si soffermarono per un attimo sulla Parkinson che, l’anno precedente, aveva scarabocchiato con il rossetto la sua foto affissa accanto a quelle dei precedenti Presidenti del Comitato.

-Proprio per questo motivo, abbiamo deciso che il seguente provvedimento disciplinare verrà attuato unicamente per le classi dell’ultimo anno. Tuttavia, in caso di problemi tra le classi più giovani, la nostra decisione verrà concretizzata anche per loro.-

-La decisione, vorrei precisare, è un’idea mia e di Calì, approvata a pieno dal preside.- puntualizzò dopo un attimo di pausa la Brown.

Calì, dal suo posto nascosto dietro a Lavanda, sorrise nervosamente

-Ora è giunto il momento di dirvi cosa abbiamo deciso.- Lavanda si zittì un’altra volta, come se volesse creare una maledetta suspence. Poi riprese il proprio chiacchiericcio -Alla fine di quest’anno, prima dei M.A.G.O, si terrà un Ballo in cui le coppie saranno rigorosamente formate da studenti misti tra le varie Case.- annunciò tutto d’un fiato.

Silenzio.

Bocche spalancate, sguardi perplessi.

E poi…

-CHE COSA HAI DETTO?-

Fu come un urlo generale, un boato che si alzò da ogni punto della Sala.

Inoltre, si udì chiaramente anche lo scandalizzato: -Per amor del Boss!- urlato dalla puffoletta Cecilia, che, con il termine “Boss”, parlava di Dio e degli altri esseri spirituali a cui generalmente ci si riferiva in simili occasioni con i più comuni “Per amor di Dio”, “per amor del cielo” ed affini.

Ancor prima che la Brown potesse replicare alle evidenti proteste, Silente la spinse gentilmente giù dal patibolo e, con un ennesimo gesto della mano, fece zittire tutti quanti.

Era una rabbia repentina quella che passava tra gli studenti, facendoli rabbuiare in viso e lasciando che le loro bocche sparassero bestemmie senza freno.

L’idea di un Ballo tra coppie miste era a dir poco raccapricciante.

C’era chi, al momento della notizia, si era strozzato con il proprio succo di zucca. Chi, poi, pensando che fosse tutto uno scherzo, si era messo a ridere, per poi essere saltato per aria non appena aveva capito la gravità della situazione.

Infine, i più disperati, quelli come Malfoy e Potter, si erano alzati in piedi e si erano lasciati trascinare da epiteti molto coloriti riferiti alla Brown e alla Patil.

-SILENZIO!-

Silente urlava poco e raramente, ma, quando lo faceva, gli studenti si ritrovavano sempre costretti ad immobilizzarsi e a prestare assoluto silenzio.

-Non voglio sentire obiezioni sull’argomento. Alla fine dell’anno, per adesso solo tra gli studenti del settimo anno, si terrà senza alcun ombra di dubbio un Ballo in cui non vi troverete con nessun vostro compagno o compagna di Casa, ma con altri studenti. Un Grifondoro, quindi, potrebbe capitare con una studentessa dei Tassi, delle Serpi o dei Corvi. E così via. Questa notte, nel mio studio, il Cappello Parlante formerà le coppie, e la signorina Brown, aiutata dalla signorina Patil, si occuperà domani mattina di esporre sulla bacheca fuori dalla Sala Grande la lista delle coppie.- Il mago sorrise -Come potete ben capire,- aggiunse prima di terminare la diatriba -Per voi sarà tutta una questione di destino, né più né meno.-

Destino.

Pozzo del Fato.

Hermione tremò: lei non ne voleva sapere del destino.

Senza potersi trattenere, spostò lo sguardo fino ad incrociare il viso corrucciato di Draco Malfoy. Lo vide piegarsi verso il suo migliore amico, Theodore Nott, per ascoltare ciò che quest’ultimo gli voleva sussurrare all’orecchio e scorse anche un ghigno comparirgli sulle labbra. Come d’incanto, ebbe l’impressione di aver perso un battito del cuore a causa di quel ghigno.

-Detto questo, prima che possiate cominciare il vostro banchetto, vorrei presentarvi la vostra nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.- annunciò serenamente il preside.

Silente si voltò, indicando con un gesto elegante Ninfadora Tonks, fino a quel momento rimasta inosservata al suo posto a godersi la scena di quello che, dal suo punto di vista, si sarebbe rivelato un più che interessante anno scolastico.

 

°°°

 

Ogni Casa di Hogwarts sembrava essere rappresentata da una coppia di amici.

Tra i Grifondoro c’erano i famosi Potter e Weasley, e tra le Serpi non erano da meno Malfoy e Nott.

A Corvonero, poi, si potevano trovare gli inseparabili Anthony Goldestein e Marcus Belby, tra l’altro avvicinati l’uno all’altro in quanto cugini.

Quella mattina, mentre Lavanda e Calì appendevano il cartellone in cui erano annotate le coppie per il Ballo, i due Corvonero attendevano su una panchina, in corridoio. Marcus Belby stava sdraiato con la nuca appoggiata alla coscia di Anthony ed ostentava un’espressione avvilita. Goldestein aveva la vaga impressione di sapere il motivo per cui suo cugino sembrava volersi tagliare le vene da un momento all’altro…

-Non le è piaciuto il tatuaggio?- tentò dolcemente Anthony.

Belby fece una smorfia melodrammatica: –A Heaven non piace mai nulla, per la precisione.-

-Neppure il tuo tatuaggio.- puntualizzò l’altro.

L’angoscia di Belby raggiunse un livello tale da fargli tremare la mascella. C’era un motivo preciso se aveva scelto proprio quella frase, tra l’altro molto invitante, da farsi tatuare sul braccio e non una qualsiasi. Non aveva di certo impiegato tutta l’estate a spulciare dei CD (lui non sapeva neanche cosa fossero i CD!) per trovare la frase perfetta da dedicare ad Heaven; si era limitato a registrare mentalmente che la sua adorata andava sempre in giro canticchiando “Knockin' on Heaven's Door”, precisamente la versione dei Guns n Roses. Marcus era rimasto sbalordito per la magnificenza di quella frase e, quando aveva mostrato ad Heaven il modo in cui aveva prodigato le ore passate ad ascoltarla cantare i Guns n Roses, lei aveva replicato semplicemente: -No, Belby, la canzone è di Bob Dylan. Possibile che tu non sappia niente?-

Dire che Marcus era uscito sconvolto dalla serata sarebbe dir poco…

-Almeno ha sgranato gli occhi per lo stupore.- constatò seriamente Marcus.

-Giusto, questo sì che è un successo…-

Prima che Belby potesse imprecare in pieno viso ad Anthony, la Brown annunciò che era giunto il momento di dare un’occhiata alle coppie, scatenando così il panico tra gli studenti posizionati lì attorno, in attesa. Goldestein si alzò di scatto dal proprio posto, facendo sbattere così la testa al povero Marcus sulla panchina.

-Ahia!-

-Alzati, sfaticato.- lo riprese l’altro, notando però che Marcus aveva piantato il broncio e si ostinava a non muoversi –Non sei curioso di sapere con chi dovrà ballare Heaven?- sibilò allora in tono canzonatorio.

In due secondi, Marcus era già in prima fila per controllare il cartellone.

-Ernie Macmillan…- lesse Belby accanto al nome di Heaven –Chi ha della stricnina da versare nella tazza di un Tassorosso?- domandò poi voltandosi per dare un’occhiata attorno a sé.

Mentre Zabini, appena arrivato ed ancora assonnato, borbottava mestamente: -Te la presto io, Marcus-, Anthony strattonò per il braccio il cugino ed attirò la sua attenzione.

-La stricnina credo proprio che servirà anche a te!- commentò il Caposcuola di Corvonero, sghignazzando di fronte allo sguardo allibito di Belby –Guarda con quale vipera sei capitato: Pansy Parkinson!-

-Taci, Goldestein.- berciò la diretta interessata, affiancandosi con Daphne ai due Corvonero -La disgrazia è capitata me, non certo al tuo cuginetto.-

Marcus era già pronto a replicare, tenendo addirittura il dito puntato verso l’alto, come se stesse parlando con qualche conoscenza proveniente dritta dal Signore, quando Daphne propruppe in un urlo improvviso.

-Non è possibile!- strillò, sbigottita –No, non può essere! Io…io con Paciock?-

-Altra stricnina, Blaise.- mormorò Marcus, leggermente intimorito dall’atteggiamento isterico di Daphne.

Ma Zabini non lo ascoltava più: aveva appena letto di essere capitato in ballo con Charlize McNeevel, e ciò non sembrava andargli molto a genio.

-Di certo riusciremo a rimodernare il look di quella Corvonero prima del Ballo, oui oui.- cercò di consolarlo Cecilia, fedelmente appoggiata sulla sua spalla.

In quel momento, arrivò anche Hermione Granger. Con lei c’era Harry Potter, ma la Grifondoro non sembrava prestare molta attenzione a ciò che l’amico le stava raccontando: piuttosto sembrava essere completamente presa dal cartellone che le stava ormai a solo un metro di distanza. Hermione si fermò: aveva una brutta sensazione.

Ritrovandosi praticamente sotto al cartellone, ebbe l’impulso di abbassare lo sguardo: non voleva sapere.

Era mai successo che lei, la so-tutto-io di Grifondoro, si rifiutasse di sapere, di conoscere tutto? No, mai.

Ma in quel momento avrebbe preferito di gran lunga farsi gli scalini due a due fino al proprio Dormitorio e rimanere tutto il giorno a letto,  isolata dal mondo e dal futuro che l’aspettava, piuttosto che sapere con chi era capitata in coppia. Anche perchè lei aveva già una vaga impressione di sapere la risposta…

 

Fear, and panic in the air
I want to be free
From desolation and despair
And I feel like everything I saw
Is being swept away
When I refuse to let you go

(Map of the problematique, Muse)

 

Agitata, alzò lentamente lo sguardo.

Un gemito le morì in gola appena trovò il suo nome. Era scritto lì, accompagnato da un nome maledetto. Lo sapeva, lo sapeva che sarebbe capitata con quell’essere insopportabile!

Draco Malfoy - Hermione Granger.

Un sorriso acido le piegò gli angoli della bocca.

Si diede della stupida quando si accorse che stava ghignando di fronte a quella notizia, ma la sua natura da Grifondoro le impediva di non mostrarsi orgogliosa per aver avuto, come sempre, un ottimo intuito.

Hermione osservò silenziosamente il proprio nome e quello del suo compagno di coppia, cercando di valutare meglio la situazione. Doveva ammettere che si era preparata ad una simile eventualità, ma sinceramente non sapeva cosa aspettarsi da Malfoy.

Ogni volta che cercava di immaginare la reazione che il ragazzo avrebbe potuto avere, i ricordi del Pozzo del Fato cominciavano a vorticarle in testa senza sosta, annebbiandole la ragione.

Con le labbra strette in quello che non era più un ghigno, ma un’espressione rigida e spartana, Hermione si sistemò in spalla la propria borsa e si voltò con l’intenzione di raggiungere i compagni in Sala Grande.

Prima che potesse rendersene conto, però, il suo sguardo austero andò ad incontrarsi con il suo, algido e sprezzante. Si fermò, incapace di reagire a quella situazione e completamente inibita dai sensi di confusione e di rabbia.

Draco Malfoy la osservava silenziosamente, appoggiato ad una delle numerose colonne che si susseguivano nel corridoio, stando con le braccia incrociate davanti al petto e rivolgendo ad Hermione un sorriso malevolo.

Una morsa allo stomaco convinse la Granger ad andarsene.  Passo dopo passo, se ne andò e, mentre camminava fingendo una certa tranquillità, sentì lo sguardo di Draco ancora addosso a sé.

Svoltando l’angolo, Hermione poté giurare di sentire una sommessa risata levarsi dal punto in cui Draco la osservava con la sua solita espressione denigrante.

 

°°°°

 

La prima giornata di lezione era solita rivelarsi sempre una delle peggiori ad Hogwarts.

Infatti, passare da due mesi di dolce far nulla ad una prima lezione di ammonimento su M.A.G.O. ed esami vari, era a dir poco traumatizzante per la maggior parte degli studenti, che alla fine della giornata si ritrovavano in uno stato comatoso da cui niente riusciva a farli uscire.

Nonostante tutto, quando di sera Hermione varcò la soglia della Sala Grande per unirsi alla cena collettiva, trovò che una strana vitalità serpeggiava per ognuna delle quattro tavole.

La ragazza avvistò subito Harry che la chiamava e si diresse verso lui e Ron.

-Ciao ragazzi.- esordì tranquillamente la mora, ricevendo in risposta una dolce pacca da parte di Harry e un cenno di saluto da un Ronald Weasley con il viso completamente affogato nel piatto.

-Per amor del cielo, Ronald non potresti contenerti?- aggiunse Hermione con un certo cipiglio disgustato.

-No.- rise Harry -Avresti dovuto vedere cosa ha combinato quest’estate alla Tana: Molly ha quasi sclerato nel dovergli preparare sempre da mangiare.-

-Immagino…- rispose Hermione con un sospiro rassegnato.

-Affiamo fisto con chi sei gabitata ber il Ballo…- mugugnò Ron, infilandosi tranquillamente mezza spanna di pane in bocca.

-Ma non parlare a bocca piena! Non solo è disgustoso, ma anche non si capisce nulla!-

Il rosso, con aria offesa, mandò giù il boccone e tracannò il tutto con un sorso di succo di zucca.

-Abbiamo visto con che sei capitata per il Ballo.- ripeté, indicando alle proprie spalle il tavolo delle Serpi.

-Tra l’altro sarebbe difficile non saperlo, dato che tutta la scuola parla soltanto di voi.- concluse Harry con finta tranquillità.

-Davvero?- blaterò esterrefatta Hermione che, ad una prima impressione, sembrava essere l’unica a non sapere nulla del fatto che tutta la scuola chiacchierasse di lei e Malfoy.

Ron annuì e tornò ad abbuffarsi placidamente.

-E voi con chi siete capitati?- mormorò Hermione, ricordandosi improvvisamente che, quella mattina, non aveva aspettato Harry dopo aver visto il cartellone.

Ma Potter non sembrò badare a questo dettaglio ed alzò le spalle con fare indifferente.

-Io non mi posso lamentare, sono capitato con Susan Bones. Se ne sta sempre zitta ed è tranquilla, quindi cosa posso desiderare di meglio?- fece sapere Harry, ridendo allegramente ed osservando di sbieco Ron che ricambiava lo sguardo con fare cagnesco.

-E Ron?-

Un ringhio sommesso arrivò da parte del rosso non appena Hermione ebbe posto la domanda.

-Oh lui…- Harry tentò di soffocare una risata -Lui è capitato con la Patil, con Padma Patil-

Anche Hermione dovette trattenersi a forza per non scoppiare a ridere di fronte al viso corrucciato che Ron stava mostrando in quel momento.

La Grifondoro non aveva di certo dimenticato il fiasco totale che c’era stato tra Ron e Padma durante il Ballo del Ceppo, e quindi cercare di immaginarseli di nuovo insieme era davvero esilarante.

-Oh, piantatela voi due!- ringhiò Weasley -Mentre voi ve ne state a sganasciarvi dalle risate, a me viene quasi da piangere all’idea della strigliata che mi farà quella là in memoria del Ballo del Ceppo!-

Osservando ancora il tavolo posto nell’altra ala della Sala, Ron ghignò divertito alla vista della Greengrass che ribolliva di rabbia e di Zabini che confabulava concitatamente con la propria puffola pigmea.

-C’è pur sempre chi sta peggio di me.- gorgogliò Weasley.

Un ghigno dispettoso da parte di Harry fece intendere che anch’egli se la spassava alle spalle di Zabini e della Greengrass.

-Povero Neville…- si lasciò sfuggire Hermione -E Lavanda con chi è capitata?- aggiunse poi.

-Con Goyle.- rispose frettolosamente Harry.

La Grifondoro si voltò con la bocca spalancata per lo stupore.

-Con Goyle?- ripeté con voce stridula.

-Già.- s’intromise Ron, leggermente nervoso -E ora è talmente sconvolta che ha preferito rimanere nel dormitorio insieme a Calì: probabilmente si staranno disperando per la loro cattiva sorte.-

-Perché, Calì con chi è capitata?-

-Con Zacharias Smith.-

Hermione proruppe in una cristallina risata.

-E ditemi, l’altro colosso di Serpeverde con chi è stato sorteggiato?- si incuriosì.

-Tiger? Bah, mi sembra con Penelope Morrison.- disse Harry, osservando la suddetta biondina di Tassorosso che in quel momento stava leggendo una rivista di alta moda con cipiglio scontroso e tremendamente asociale.

-Se ne vedranno delle belle, in poche parole.- commentò Hermione.

-A partire da te e Malfoy.- suppose Ron, aggiudicandosi così sia il broncio di Hermione che quello di Harry.

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

Ringrazio davvero di cuore tutti-tutti-tutti, sia i vecchi che i nuovi lettori, e in particolare la fantastica Domi, e mi scuso per non riuscire a ringraziare uno ad uno chi ha commentato, ma davvero non ho tempo. :) Sarà per la prossima volta. ^__^

 

  
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