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Autore: Ystava    20/09/2015    3 recensioni
Capitoli corti, tutti già pronti, li pubblicherò a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro.
Dopo la 2x16, la vita va avanti per tutti i personaggi. Uno sguardo a cosa succede, alle novità, agli eventi che li porteranno a incontrasi di nuovo.
Naturalmente è tutto frutto della mia immaginazione, non c'è nessun elemento spoiler della terza stagione.
La storia riguarderà tutti i personaggi e le loro relazioni (d'amore, amicizia o altro) ma sarà incentrata su alcuni in particolare, e condurrà al Bellarke.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bellamy Blake, Clarke Griffin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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postS2_34ep Epilogo

Due anni dopo - Mount Ark, Popolo degli Alberi
"Dove diavolo è finito?!", sbuffò Miller, inginocchiandosi per sbirciare sotto il letto.
"Sarà andato a fare una passeggiata", rispose Monty, che a sua volta radunava alcune delle sue cose in uno zaino. Era emozionato e agitato allo stesso tempo. Da giorni ormai non faceva che pensare al viaggio imminente. 
"Già, proprio come fanno tutti i martelli", sospirò l'altro, rimettendosi in piedi. Si massaggiò la fronte. "Vado a cercare nell'armeria. Magari l'ho dimenticato lì l'ultima volta". Passando davanti a Monty, gli sorrise e gli scompigliò i capelli. Tutti erano ansiosi di partire, ma il suo ragazzo aveva una ragione in più per voler arrivare il prima possibile. 
L'ingegnere ricambiò il sorriso. "Non perdere tempo, partiamo tra pochissimo."
"Sì, capo!" Miller rise e poi uscì in corridoio.
Da circa un anno si erano trasferiti quasi tutti nel Monte, dandogli un nuovo nome, per ricominciare, iniziare una nuova vita e dare il via ad un nuovo capitolo della loro storia. Era stata dura cancellare il passato e tutto ciò che avevano vissuto tra quelle mura, ma non avrebbero potuto continuare a vivere al campo per sempre. Dunque abitavano ancora nel territorio del Popolo degli Alberi, ma avevano conservato la loro autonomia. Poco prima che si trasferissero nel Monte, Lexa era morta a causa di una malattia. Forse Abby Griffin avrebbe potuto curarla, ma non chiesero aiuto, e Clarke, che aveva sostituito la madre come Cancelliere, decise di non offrirlo. La nuova Comandante si chiamava Vera, aveva accolto il suggerimento di Indra e aveva stretto un patto con gli Sky People, mantenendo un clima di pace.
Camminando, Miller superò la porta della stanza accanto a quella che fin dal primo giorno divideva felicemente con Monty, dove vivevano Wick e Raven. Non era proprio una stanza, ma quasi un appartamento. Piccolo e confortevole. E somigliava ad un laboratorio, naturalmente. 
In quel momento, il meccanico stava riparando delle radio che non usavano da molto tempo. Le uniche utilizzate permettevano a Bellamy di comunicare con Octavia, e da quando avevano lasciato l'isola non ne avevano più avuto bisogno per nessuna ragione, fino ad allora.
Ai bagagli stava pensando Wick.
"Kyle, lascia che ti dia una mano", disse per l'ennesima volta Raven.
"Scordatelo. Dobbiamo affrontare un viaggio lungo, devi riposare il più possibile. Resta a letto." 
Da anni ormai si comportavano proprio come una vecchia coppia sposata.
La ragazza guardò con odio il tutore alla gamba, e le stampelle che era costretta ad usare. Non camminava più da sola sulle sue gambe da molto tempo. Lo sforzo dell'ultima missione le era costato caro.
Bussarono alla porta. 
"Che c'è?", urlò Raven, scontrosa.
Murphy entrò sorridendo. "Buongiorno anche a te."
"Ciao, Murphy", lo salutò Wick, mentre decideva quanti cacciaviti portare. Li fissò per qualche secondo, poi con un'alzata di spalle li mise tutti nello zaino.
"Bellamy vuole sapere a che punto sei con le radio", fece sapere il nuovo arrivato, appoggiandosi allo stipite della porta con le braccia incrociate.
"Saranno pronte in tempo", Raven lo guardò male, ma scherzosamente. Oltre ogni previsione, avevano legato molto negli ultimi due anni. Al ritorno al campo, Abby voleva sottoporlo a un processo per l'omicidio di Jaha, e lei e Bellamy erano stati in prima fila tra quelli che non lo avevano permesso. Alla fine era stata Clarke a decidere, dichiarando che da quel momento i crimini passati di chiunque erano perdonati.
"Ricevuto". Murphy si raddrizzò e uscì. Al piano di sotto vide Harper, inginocchiata in mezzo al corridoio, intenta ad armeggiare vicino alla parete.
"Tenti di scassinare la serratura per entrare in camera mia?", le chiese Murphy. 
La ragazza sobbalzò per lo spavento. "Dannazione, Murphy. Prima o poi ci resterò secca." Tendeva a sobbalzare spesso ritrovandoselo davanti.
Harper si allontanò leggermente per mostrare cosa stava facendo. Tutt'intorno alla porta della stanza del ragazzo c'erano dei disegni. Foglie d'edera intrecciate ai tatuaggi che lui aveva sul braccio. Era stata Clarke a farli, così come aveva abbellito l'intero edificio con i suoi schizzi. Una volta Murphy aveva persino trovato il coraggio di chiederle di fargli un ritratto di Emori, che adesso conservava nel primo cassetto del comodino.
Harper sollevò un pennello. "Prima ho visto che da questo lato il disegno stava sbiadendo", spiegò. "Volevo..."
"Grazie", la interruppe Murphy, offrendole una mano ed aiutandola ad alzarsi. Quando fu in piedi, continuò a stringerle la mano. Si frequentavano da poche settimane, ossia da quando lui finalmente aveva deciso di farsi avanti.
La salutò con un frettoloso bacio sulla tempia, poi si diresse verso la sala dove si riuniva l'attuale Consiglio, che comprendeva più o meno gli stessi membri dell'ultimo: Bellamy, Clarke e Kane, ovvero i nuovi tre Cancellieri, e poi Abby, Quinn, Sinclair, Jackson, Raven e Monty.
Trovò Bellamy e Clarke ad aspettarlo fuori la porta. Erano entrambi armati e con due zaini ai loro piedi.
"Eccomi", esordì Murphy. "Ha detto che ha quasi finito e saranno pronte in tempo."
"Grazie", rispose Bellamy. Clarke, accanto a lui, scrutava la mappa che aveva disegnato con l'aiuto di Jackson e Quinn.
In quell'istante girarono l'angolo Kara e Monroe, cariche di bagagli.
"Ehilà!", salutò allegramente la Grounder.
"Siamo in anticipo, ma abbiamo pensato di venire a dare una mano", aggiunse Monroe, che ormai aveva subito la stessa trasformazione di Octavia e sembrava avesse sempre vissuto sulla Terra. Salutò Murphy con una pacca sulla spalla.
"Nyko è qui fuori. Indra alla fine ha deciso che non verrà", concluse Kara.
Le due ragazze avevano preso possesso della vecchia casa di Lincoln, per restare più vicine a TonDc.
"Buongiorno, ragazze". Si voltarono tutti verso Miller, che aveva fatto la sua comparsa stringendo un martello e fingendosi minaccioso.
Clarke fece un passo avanti, e parlò senza smettere di studiare la mappa. "Bè, siamo tutti pronti, no? Direi che..."
Bellamy la interruppe semplicemente togliendole la mappa di mano.
"...se siamo tutti pronti, possiamo partire", concluse la ragazza. Si guardò intorno, incrociando per la prima volta gli occhi con tutti i presenti. Allora... Kara e Monroe. Nyko che aspettava fuori, così come il cavallo per Raven. Lei e Bellamy. Miller. 
"Monty? Wick e Raven?", domandò.
"Siamo qui!", esclamò il meccanico, che girò l'angolo avanzando con l'aiuto di una stampella, e raggiunse gli altri, seguita dai due ingegneri, pieni di zaini e borse. "Ho lasciato la radio ad Abby. La nostra è qui", la indicò, attaccata alla propria cintura. "Tutto funzionante. Possiamo andare davvero."
Anche Bellamy posò lo sguardo su tutti i loro compagni. Avevano già salutato gli amici e gli altri Consiglieri, inclusi Marcus e la madre di Clarke.
"E allora andiamo", disse, sistemandosi il fucile in spalla. Si rivolse all'unico presente che non li avrebbe accompagnati. "May we meet again."
"May we meet again", rispose Murphy, che salutò con un cenno della mano e si allontanò.

Due settimane dopo - Ariel, Popolo del Mare
Jasper stava in piedi tra Monty e Raven, e sorrideva. Non vedeva il suo migliore amico da quasi due anni, perchè da quando si era trasferito ad Ariel non aveva mai accompagnato Octavia e Lincoln, anche se erano tornati dal Popolo degli Alberi solo due volte.
La decisione di cambiare aria era stata improvvisa, forse troppo, persino per un ragazzo impulsivo come Jasper. Octavia si era innamorata del mare, e quando lei e Lincoln annunciarono la decisione di andare da Luna, Bellamy aveva visto una disgrazia, e Jasper un'opportunità. Da una parte non voleva lasciare Monty proprio nel momento in cui avevano chiarito le cose, dall'altra cominciava a capire il bisogno di Clarke di partire e lasciarsi tutto alle spalle. Così, quando aveva bussato alla porta della Grounder, a lei era bastato guardarlo in viso per capire cosa voleva. "Mi farebbe piacere che venissi con noi", aveva detto, prima ancora che lui aprisse bocca. 
Luna lo aveva accolto, e pian piano aveva subito la stessa trasformazione di Octavia e Monroe, diventando un Grounder a tutti gli effetti. Aveva persino alcuni tatuaggi. Anche se non aveva più lasciato la sua nuova casa, comunicava con Monty, Miller e Raven attraverso la radio di Octavia, e quando la ragazza andava a trovare il fratello, usava lei e Lincoln come corrieri.
E adesso eccoli di nuovo insieme, quasi tutti riuniti per le due persone al centro del molo, proprio di fronte a quella strana folla di Grounder e Sky People.
Poco più in là, Bellamy chinò la testa verso Clarke. "Non ho capito bene una cosa", disse.
La ragazza rise. "Non hai capito niente, eh?"
L'altro aggrottò le sopracciglia. "E' un matrimonio oppure no?"
"E' l'equivalente terrestre di un nostro matrimonio. Non si chiama matrimonio, non ci sono anelli, ma due persone si legano per la vita con l'approvazione del Capo Clan. O, in questo caso, della Comandante in persona. Quindi non è un matrimonio, ma è come se lo fosse."
Il ragazzo non disse nulla.
"E tu preferiresti non lo fosse affatto", rise ancora Clarke. Gli strinse la mano, mentre riportava lo sguardo su Luna, che stava parlando.
Sul molo, davanti alla donna, c'erano Lincoln e Octavia, con le spade incrociate a mezz'aria. Erano entrambi tirati a lucido, con le loro migliori tenute da guerrieri, e Octavia aveva addirittura alcune conchiglie e stelle marine essiccate tra i capelli intrecciati. Non avevano smesso di fissarsi negli occhi neppure per un istante, e tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra, sempre intuibile, ora era perfino visibile, come se avesse preso vita.
"Ti sbagli", commentò Bellamy, che improvvisamente sembrava molto più rilassato. Strinse ancor di più le proprie dita intorno a quelle di Clarke. "Mi piace Lincoln. Octavia è un'adulta, una guerriera. Ha finalmente ottenuto la vita che ho sempre voluto per lei. Ora è tempo che io mi faccia da parte, non è più una mia responsabilità."
Clarke lo guardò, e lui ricambiò lo sguardo.
Che passi da gigante avevano fatto, da quando quei cento criminali erano atterrati sulla Terra. Erano persone nuove, eppure in fondo non era cambiato molto. Bellamy, che da sempre portava pesi sulle spalle più grandi di lui, aveva trovato modo di dimostrare le proprie capacità di leader e il suo buon cuore, guidando un popolo che lo rispettava e ammirava. E Clarke stessa era tornata la ragazza allegra e sorridente dei tempi sull'Arca, con suo padre, quando vivere per lei era una gioia e non un dovere. Il mondo aveva fatto il possibile per spezzarli, ma loro erano riusciti a ricomporre i pezzi. Insieme.
"Bellamy..."
"Sì?"
"Dovrei trasferirmi nell'appartamento di Emerson", sussurrò la ragazza. Quando avevano occupato il Monte non era stato difficile individuarlo, e aveva impedito che venisse preso da qualcun altro. L'edificio era grande abbastanza da contenere comodamente il triplo degli Sky People sopravvissuti, così il luogo dove aveva vissuto Emerson era rimasto vuoto. Così come quello di Maya.
"Perchè?"
"Perchè è più grande del mio. E del tuo. E due persone ci vivrebbero più comodamente. E ha anche un paio di stanze in più, così, sai, nel caso in futuro..."
Gli occhi di Bellamy s'illuminarono. Un anno prima le aveva detto di voler trascorrere il resto della sua vita con lei, ma soltanto quando si fosse sentita pronta, perchè lui non avrebbe mai smesso di aspettarla. Le aveva lasciato spazio, e anche se alcune notti dividevano lo stesso letto, il mattino dopo puntualmente si separavano. "Clarke..." 
Sorrise, incredulo, e quando Clarke Griffin scoppiò a ridere e annuì, confermando, Bellamy Blake le prese il viso tra le mani e la baciò.

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Nota dell'Autrice: 
Siamo arrivati alla fine. La vera fine. Ho cercato di non tralasciare nessuno, di dare una conclusione a tutte le storyline senza scrivere un epilogo lungo km. Se non avete capito qualcosa, o vi manca qualche dettaglio, chiedetemi pure e chiarirò tutto.
E ancora grazie infinite per aver seguito questa mia storia, la più lunga e la più impegnativa nella mia "carriera" di fanwriter xD spero di non avervi deluso!
Ho fatto un po' le cose a modo mio, ho inserito quello che vorrei vedere: la morte di Lexa, Monroe e Jasper divenuti Grounders, Lincoln e Octavia lontani dal Popolo degli Alberi, più importanza a Murphy, meno ad Abby, il riscatto di Emerson. Non so se scriverò ancora in questo fandom, penso di no, ma non si sa mai. Per il momento questo è un addio, e ancora grazie mille per avermi seguito e per le recensioni <3
May we meet again,
Y**
   
 
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