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Autore: Serendipity__    21/09/2015    7 recensioni
Quando Daryl decide di assecondare suo fratello Merle e di entrare in quella casa fatiscente che ha scelto tra tante altre, non ha idea che al suo interno troverà una persona in grado di cambiare il suo destino.
Quando Beth decide di nascondersi in quella casa fatiscente, sperando che il suo aspetto malandato faccia desistere eventuali visitatori, non ha idea che presto sarà invece raggiunta da qualcuno che stravolgerà la sua vita già così messa a dura prova.
*Dal testo:*
- Prendila, Daryl!
Il grido di quel Merle era risuonato come uno sparo nel silenzio spettrale e l'aveva raggiunta quando si era trovata già sugli ultimi gradini della scala che portava a pianterreno, convinta ormai di potercela fare ad oltrepassare la porta che le avrebbe permesso di dileguarsi nel buio della notte.
Solo che quella dolce illusione si era frantumata nel momento in cui un braccio le aveva circondato la vita, trattenendola in una presa d'acciaio che non le aveva lasciato nessuna speranza di potersi liberare.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi a pubblicare il primo capitolo!
Prima di lasciarvi alla lettura, voglio ringraziare tutte per l'accoglienza che avete riservato al prologo, perchè sul serio, non me l'aspettavo!
Ora sono un pò in ansia e spero di non deludervi con questo nuovo capitolo.
Se avete voglia, fatemi sapere che ne pensate (sono ben accetti consigli e/o critiche, aiutano a migliorarsi sicuramente).
Buona giornata.
Serena


                                  CAPITOLO 1






Il posto in cui era stata portata doveva essere stato in passato un piccolo campeggio ben attrezzato, dal momento che collegata ad ognuna delle roulotte c'era stata anche una piccola casetta in legno. Ogni piazzola era stata delimitata da uno steccato, che un tempo doveva essere stato di un rosso acceso, come lo erano state le persiane delle casette, ma che ora nella tenue luce dell'alba risultava più un rosa slavato. Nell'arrivarci lungo la strada che ne costeggiava un lato, Beth aveva notato come tutto il perimetro fosse stato già delimitato da una robusta rete metallica, a cui in aggiunta erano stati fissati dei pannelli di metallo di diverse misure, rendendo il posto sicuro dai vaganti.

L'entrata, dove in origine probabilmente c'era stata solo una sbarra saliscendi, ora era stata sostituita da un rozzo cancello che qualcuno si era affrettato ad aprire non appena vi erano giunti davanti.
Per tutta la durata del viaggio, Beth non era riuscita a smettere di pensare a cosa le sarebbe successo una volta che fossero giunti a destinazione.
"Non ho nessuna intenzione di scoparti, okay? Nè ora, nè mai."
Anche quella frase non se n'era andata dalla sua testa, ma nonostante se la fosse ripetuta più volte in cerca di una speranza, la parte più lucida di lei l'aveva catalogata come una bugia che quel Daryl le aveva detto forse con l'intenzione di tenerla buona finchè non fossero giunti lì, evitandosi magari la fatica che lei provasse a liberarsi ancora.
Dio, ti prego, restami vicino almeno tu.
Non aveva mai nemmeno smesso di pregare, perchè rivolgersi a Dio era qualcosa che si ricordava di aver fatto sin da bambina, cioè sin da quando suo padre aveva iniziato a trasmetterle la sua grande fede. Se non aveva smesso di credere in lui, invocandolo anche quando si era ritrovato inginocchiato accanto al Governatore e minacciato di morte, allora non lo avrebbe fatto nemmeno lei, cercando così la forza di andare avanti ed affrontare anche questa ulteriore prova.
- Ehi, fratellino, vedi di tenere alto il buon nome dei Dixon, okay?
Alla cruda realtà era stata riportata proprio dal ghigno che si era dipinto in faccia all'uomo che li aveva affiancati nello spiazzo antistante all'ingresso e che aveva capito essere a capo di quella banda di criminali.
- Fottiti, Merle.
La risposta secca di Daryl aveva strappato una smorfia ancora più lasciva al fratello, che rivolgendo lo sguardo a lei, l'aveva gelata dando voce al suo incubo peggiore.
- Oh, sì, ci puoi scommettere che io fotterò con Daisy non appena metterò piede nella mia roulotte. Perchè non c'è niente di meglio di una bella scopata per scaricare l'adrenalina dopo una delle nostre uscite!
Poi aveva riportato lo sguardo in quello dell'uomo seduto davanti a lei, strizzandogli l'occhio.
- Fallo anche tu e vedrai che poi diventerà una bella abitudine!
Senza aspettare una qualche ulteriore risposta da parte del fratello, aveva dato gas, sgommando via per imboccare il vialetto subito di fronte a loro. Davanti a quell'ultima battuta, Beth non era riuscita a trattenere un gemito disperato, convinta che di lì a poco, si sarebbe trasformato in realtà ciò che aveva temuto sin da quando era stata trovata dai due uomini.
- Cazzo!
Il corpo a cui inevitabilmente era ancora addossata, era sobbalzato per il pugno che Daryl aveva sferrato con forza sul serbatoio e che di conseguenza aveva fatto sobbalzare anche lei, spaventandola ancora di più di quanto già non lo fosse. 
- Maledetto bastardo!
Questa volta non c'era stato nessun pugno, ma lei si era ritrovata a sobbalzare ancora, turbata dalla rabbia con cui l'uomo aveva sputato fuori quell'ulteriore imprecazione, mentre aveva fatto un'inversione secca con la moto.
- Apri il cancello, Scott.
Se Beth aveva creduto di sapere in che situazione si trovasse, seppure terribile, quel cambio di direzione l'aveva gettata in un stato di panico maggiore.
Dove mi porta adesso? Cosa vorrà fare, liberarsi di me? E in che maniera?
Nuove domande le avevano affollato la mente e ancora tutte senza la benchè minima risposta certa.
- Ehi, ma se sei appena tornato...
- Apri quel cazzo di cancello!
La moto aveva fatto uno scatto in avanti, manifestando così quella rabbia che lei sentiva tendere il corpo di Daryl proprio come se fosse stato una corda sul punto di spezzarsi.
- Datti una calmata, bello. E poi, Merle lo sa che stai uscendo di nuovo?
- Merle non è la mia balia, io faccio quel cazzo che mi pare, chiaro? Per cui chiudi quella cazzo di bocca e limitati ad aprire quel fottuto cancello!
Forse era stata la frase più lunga che Beth gli aveva sentito pronunciare, e la minaccia che c'era stata al suo interno le aveva fatto temere di essere sul punto di dover assistere ad un omicidio, perchè non aveva dubbi circa il fatto che probabilmente avrebbe infilzato quello Scott con la sua balestra se non si fosse deciso ad aprire il cancello come gli stava ordinando di fare.
- Mi sa che la biondina lì dietro ti ha già dato al cervello... comunque quando Merle ti farà il culo per essere uscito ancora, io starò a guardare e ci godrò pure!
Quella minaccia non aveva sortito nessun effetto, perchè non appena si era creato lo spazio necessario per passare, la moto era letteralmente schizzata fuori, emettendo un ruggito che era risuonato come il boato di un tuono.
Beth era stata costretta ad aggrapparsi alla vita di Daryl, perchè questa volta la velocità raggiunta le aveva fatto letteralmente schizzare il cuore in gola. Aveva dovuto praticamente spalmarsi addosso alla sua schiena, per evitare che l'aria fredda le sferzasse il viso e le togliesse il respiro.
Così stretta a lui, nonostante il rombare del motore e la sua potente vibrazione, era riuscita lo stesso a cogliere il martellare furioso di un cuore che non era stato il suo.
Dio, ti prego, fammi morire sul colpo, non lasciarmi in pasto ai vaganti.
Perchè era convinta che sarebbe stata quella la fine che avrebbero fatto, mentre correvano su quella strada che tagliava la foresta in due e che era ricoperta da una leggera patina di brina. Alla fine aveva chiuso gli occhi, per non vedere più gli alberi sfrecciare accanto a loro come se fossero stati un'unica macchia confusa.
Ad ogni più piccolo sobbalzo, aveva creduto di essere sul punto di impattare con il duro cemento, perciò quando avevano iniziato a rallentare l'andatura non aveva avuto subito la forza di riaprirli.
Quando la moto si era poi realmente fermata e spenta, aveva avuto bisogno di un minuto, forse due, per riprendere il controllo sul tremore che la scuoteva e accorgersi così che era ancora avvinghiata strettamente a Daryl.
A quanto sembrava la loro folle corsa li aveva portati in un punto ben preciso, cioè davanti ad un capanno isolato in mezzo al bosco.
- Puoi scendere.
Mi lascia libera.
Il pensiero le aveva attraversato la mente come un lampo.
Oppure questo è il posto dove morirò.
Altrettanto rapidamente era stato seguito da quella che le era sembrata l'opzione più probabile, perciò era rimasta immobile anche quando con uno sbuffo impaziente, aveva sentito l'uomo appoggiare la moto al cavalletto.
- Scendi, ragazzina. Non siamo qui perchè ho cambiato idea.
Beth non aveva avuto idea su come interpretare quel messaggio, però il fatto che l'avesse sollecitata di nuovo a scendere con quel tono di voce rude, l'aveva spronata a dargli retta.
Malferma sulle gambe ancora indebolite per le troppe emozioni, era riuscita a fare qualche passo indietro, restando ad osservare l'uomo che aveva sfilato la balestra dal'apposito supporto montato sul manubrio e realizzando che così come era stata messa, all'occorrenza avrebbe potuto usarla anche mentre viaggiava.
Questo l'aveva indotta a temerlo ancora di più, perchè aveva intuito di essere di fronte a qualcuno che pericoloso e letale lo era stato forse anche prima che scoppiasse quell'apocalisse, quando tutti, che lo volessero o meno, avevano dovuto imparare ad usare un'arma per difendersi dai vaganti e dagli altri sopravvissuti.
- Vieni, entriamo.
Le aveva fatto un breve cenno col capo di seguirlo, senza guardarla in faccia, dandole l'impressione che non contemplasse nemmeno l'idea che lei potesse tentare nuovamente di liberarsi, soprattutto ora che erano rimasti loro due soli.
Sei fuggita già una volta da un inferno, Beth, puoi farcela anche adesso.
La parte più coraggiosa di lei, quella che esisteva davvero perchè era riuscita a scappare già da una situazione impossibile, sembrava essersi risvegliata nuovamente, incitandola a fuggire come aveva già provato a fare solo qualche ora prima.
Brava, bella idea. Qualche metro e ti infilzerà come un pollo allo spiedo.
Non sapeva da dove le fosse uscito un pensiero del genere, però le era sembrato molto più saggio rispetto al precedente, soprattutto perchè l'uomo non le aveva detto che era libera di andarsene, ma anzi le aveva detto di seguirlo all'interno del capanno.
- Non faresti molta strada, di vaganti ce ne sono anche qui intorno.
Il fatto che fosse rimasta immobile era bastato per far capire a Daryl che direzione avessero preso i suoi pensieri, inducendolo a voltarsi appena per lanciarle un'occhiata significativa.
"Non hai speranza qui fuori da sola, meglio entrare con me".
Ma lei era fuggita da sola dalla prigione, dopo aver assistito impotente allo sgozzamento di suo padre e lasciando dietro di sè persone a cui aveva voluto davvero bene.
Maggie, Glenn, Rick, Carl, la piccola Judith, Carol, Michonne... Dio, ti prego, dimmi che hai dato anche a loro la forza di sopravvivere.
Nonostante fosse stata disperata, non aveva smesso di camminare sino a che non era arrivata in quella piccola cittadina, rifugiandosi in quella casa dove si era finalmente concessa di piangere la morte di suo padre e la perdita di tutti gli altri.
Puoi essere più forte di questo brutto stronzo, Beth.
La sua mente aveva prodotto quel pensiero e la sua bocca gli aveva dato voce, rivolgendosi a Daryl con un tono più deciso.
- Mi sono salvata da un inferno peggiore che non fossero dei vaganti in cerca di cibo e l'ho fatto senza l'aiuto di nessuno.
Se pensava di poterlo colpire con quella che era stata la verità, si era ricreduta nel momento in cui lo aveva visto scuotere appena le spalle, riprendendo a salire per i gradini della piccola veranda.
- Ti è andata bene, ma non sfiderei la sorte un'altra volta, ragazzina.
Beth era stata attraversata da un fremito, un senso di ribellione che l'aveva incitata a fuggire via, fregandosene di ciò che sarebbe venuto dopo, solo che la parte più lucida di lei, le aveva ricordato che fuggendo dalla prigione aveva avuto con sè almeno il suo coltello, quello che era rimasto sotto il cuscino quando era stata sorpresa nel sonno.
Senza nemmeno un'arma, stremata e infreddolita come si sentiva ora, aveva dovuto riconoscere che di strada ne avrebbe fatta forse davvero poca se avesse incontrato più di un vagante.
Però meglio provare che diventare una vittima certa.
I suoi piedi avevano fatto appena qualche passo indietro, spinti da quel pensiero, quando un rumore inconfondibile alle sue spalle l'aveva bloccata. Un secondo dopo aveva sentito due sibili , a breve distanza l'uno dall'altra, quasi sfiorarla. Spostando lo sguardo sulla veranda, aveva visto Daryl abbassare la balestra e rivolgerle un'altra occhiata significativa.
"Falla finita e vieni dentro".
Aveva avuto la sensazione certa che la pazienza dell'uomo stesse raggiungendo il limite, e sapendo bene chi si trovava di fronte, aveva capito che sarebbe stato meglio abbandonare l'idea della fuga.
Quando aveva messo piede dentro al capanno, era stata investita da una serie di odori uno peggio dell'altro: muffa, sporcizia e decomposizione. Aveva dovuto reprimere un conato, mentre Daryl le aveva richiuso la porta alle spalle, sprangandola con un asse che doveva essere stata messa lì di recente.
- Puoi sederti lì, se vuoi.
Le aveva indicato una grossa poltrona che sembrava cadere a pezzi, mentre lui si era diretto verso il tavolo, dandole le spalle e coprendole la visuale di quello che stava facendo.
Lo sguardo era tornato alla poltrona e di botto tutto lo stress accumulato in quelle ore si era trasformato in una stanchezza che gliel'aveva fatta apparire invitante. Ci si era quasi lasciata cadere sopra, rannicchiando le gambe e mettendosi di traverso, per appoggiare meglio la testa. Così facendo era riuscita a vedere cosa stesse facendo Daryl: stava bevendo qualcosa da un barattolo di vetro. Nonostante il liquido fosse stato trasparente, non aveva avuto nessun dubbio sul fatto che potesse trattarsi di semplice acqua, perciò le era stato inevitabile pensare che presto avrebbe avuto a che fare non soltanto con un uomo pericoloso, ma per di più ubriaco. Una combinazione che non le avrebbe lasciato scampo.
- Smettila di fissarmi.
La voce roca di Daryl l'aveva sorpresa e spaventata, ma non abbastanza da distogliere lo sguardo.
- Cosa... cosa stai bevendo?
La sua domanda era stata ignorata, come anche la sua presenza, dal momento che lo aveva visto prendere un'altra lunga sorsata, prima di afferrare delle freccette che aveva preso a tirare su un bersaglio appeso dall'altra parte della stanza.
Il freddo, mischiato con l'umidità della foresta, si era fatto più penetrante e lei si era detta che forse l'uomo stava usando l'alcol come sistema per riscaldarsi, dal momento che aveva avuto addosso solo una t-shirt a maniche lunghe ed un gilet di pelle.
Il suo giubbotto ce l'hai addosso tu. Senza, forse saresti già morta congelata a quest'ora.
Le aveva dato anche una bandana per pulirsi dopo che aveva rimesso, un gesto che solo ora le era tornato in mente. Osservandolo riprendere le freccette, per poi tornare al punto di prima e rilanciarle con precisione, si era chiesta come avrebbe dovuto interpretare quei due gesti da parte di uno che appariva evidente non fosse una brava persona.
"Non ti scoperò, okay? Nè ora, nè mai".
Quello che Beth aveva capito bene, invece, era stato che quel pazzo di suo fratello, Merle, gli aveva praticamente ordinato di fare il contrario.
"Preferirei darti in pasto agli zombie, piuttosto che scoprire che sei veramente frocio".
Quando glielo aveva detto al fratello, aveva avuto uno sguardo che non le aveva fatto dubitare che lo pensasse veramente.
- Sei gay?
Daryl si era girato di scatto, rivolgendole un'occhiata che l'aveva praticamente inchiodata alla poltrona tanto era stata affilata.
Oddio, gliel'ho chiesto veramente!
- Scusa... io non... bè... io...
Il suo balbettare aveva fatto incupire ancora di più lo sguardo dell'uomo, reso già glaciale dall'azzurro intenso delle sue iridi.
- Non ti ho portata qui perchè volevo fare conversazione. Siamo qui perchè ho bisogno di pensare.
Glielo aveva detto quasi ringhiando e lei, d'istinto, si era rannicchiata ancora di più.
- Quindi pensa, piangi, prega, dormi... fai una di queste cose, ma falla stando in silenzio, okay?
Aveva scagliato con forza l'ultima freccetta che aveva in mano, centrando in pieno il bersaglio, per poi bere ancora e subito dopo scagliare il barattolo vuoto contro la parete.
Il rumore dei vetri infranti le aveva quasi seccato la bocca, impaurita davanti a quell'ennesimo scatto di rabbia che non aveva saputo se attribuire alla sua presenza o alla sua domanda.
- Cazzo, cazzo, cazzo!
Si era aggirato per la stanza come un leone in gabbia, calciando ogni cosa che era stata sulla sua traiettoria. Tutto quel baccano avrebbe attirato sicuramente qualsiasi vagante fosse stato nei paraggi e si era dovuta mordere la lingua per non esternare quella sua paura ad alta voce. Era certa che lui l'avrebbe preso come un controbattere alla sua richiesta di fare silenzio.
- Smettila anche di fissarmi, ragazzina.
Il suo sguardo era tornato a puntarla, facendole il medesimo effetto: sembravano lame affilate pronte ad inchiodarla. Così aveva chiuso gli occhi, incitandosi da sola a non riaprirli per non provocare ulteriormente Daryl, ma nel contempo promettendosi di rimanere con le orecchie bene aperte per captare eventuali pericoli intorno a lei.
Solo che non aveva messo in conto che una volta privata della vista, la stanchezza si sarebbe fatta sentire in maniera ancora più massiccia, tanto che non era passato molto tempo prima di rendersi conto che aveva perso la sua battaglia con il sonno, scivolando in uno stato di incoscienza.



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Quando la rabbia di Daryl si era finalmente acquietata, si era lasciato cadere su di una sedia, esausto come se avesse corso per miglia intere. La cosa fottutamente snervante era stata che non era riuscito a prendere nessuna decisione, se non quella che sarebbe tornato al campo con la ragazza, il che voleva dire che in realtà una mezza decisione l'aveva presa, dopotutto.
Non posso piantare in asso Merle, non prima di averci almeno provato a fargli cambiare idea.
Quello che lo tormentava, era l'essere consapevole che le cose non sarebbero più potute tornare come prima tra loro, perchè lui aveva iniziato a sviluppare un cambiamento di cui solo ora iniziava a prenderne coscienza.
Le scorribande con suo fratello erano state il loro stile di vita anche prima dei vaganti, ma adesso erano diventate qualcosa di diverso, assumendo a volte l'entità di violenze gratuite e a cui lui non voleva più a partecipare.
Lo sguardo gli era inevitabilmente scivolato sulla ragazzina che si era addormentata sulla poltrona, rannicchiata in una posizione chiaramente difensiva.
Pensare che Merle gli avesse imposto di scoparla anche contro la sua volontà, pur di mettere a tacere un branco di fottuti stronzi, gli procurava la nausea.
Cosa sei diventato, Merle?
Lui non era mai stato uno che aveva cazzeggiato in assurde paranoie da boyscout, tipo rispettare le regole ad ogni costo e aiutare le vecchiette ad attraversare la strada... però non era mai stato nemmeno un assassino per il solo gusto di esserlo.
Quelli che aveva ammazzato da quando il mondo era andato a puttane, avevano cercato per primi di fottere lui o suo fratello. Però lo stesso non poteva dire degli altri o di Merle stesso.
Anche la tipa che adesso stava insieme a lui, all'inizio lo aveva seguito perchè non le era rimasta molta scelta, dal momento che le aveva ammazzato il marito sotto gli occhi, colpevole solo di aver tentato di rubargli la moto per scappare da una mandria di vaganti.
Era stata la prima, di una serie di volte, in cui lui aveva dovuto far finta di non aver visto, tirando dritto per la strada che Merle stava continuando a tracciare per entrambi come aveva sempre fatto sin da quando erano bambini.
Però nelle ultime settimane qualcosa era successo nella sua testa e pensieri sempre più insistenti avevano preso a martellarlo, lasciandolo sempre più incerto e furioso.
Dopo quasi due barattoli di distillato e un buon numero di buchi sul muro lasciati dalle freccette che aveva scagliato come fossero stati colpi della sua balestra, aveva dovuto ammettere con se stesso che lo sguardo terrorizzato di quella ragazzina era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Non avrebbe più potuto fingere che le cose non fossero cambiate: suo fratello stava andando fuori di testa nel vero senso della parola. Il motivo per cui stesse succedendo non lo sapeva esattamente, ma lui doveva almeno provarci a farlo ragionare, prima di separare le loro strade se avesse capito che non c'era speranza di invertire la rotta che aveva preso Merle.
In lotta con sè stesso, aveva visto trascorrere le prime ore del mattino e poi anche quelle del primo pomeriggio, poi Beth aveva riaperto gli occhi, guardandosi intorno prima spaesata, poi sempre più consapevole di dove si trovasse e soprattutto con chi.
A quel punto, il suo sguardo si era posato su di lui, probabilmente in cerca di un segnale che le potesse indicare il suo stato d'animo, dal momento che si ricordava benissimo di averla invitata a starsene zitta, prima di iniziare a prendere a calci tutto quello che gli era capitato a tiro.
Okay, non sono un fottuto bastardo, però non sono nemmeno un boyscout.
Questo per lui voleva dire che non avrebbe fatto lo sforzo anche di dosare le parole o i gesti con lei, mentre cercava di salvarla dal branco di cani che se la sarebbe contesa come un osso se non l'avesse tenuta con sè come voleva Merle.
- Hai fame?
Forse la voce gli era uscita un pò impastata, ma lei aveva avuto l'accortezza di non dire nulla, limitandosi a comunicargli con lo sguardo che pensava fosse ubriaco perso.
- Ho più sete.
Se non fosse stato per la cautela che le vedeva negli occhi, avrebbe potuto pensare che lo stesse provocando, ma non stando così le cose, si era alzato per andare a recuperare uno dei barattoli in cui aveva messo dell'acqua.
- E' acqua.
Nel momento stesso in cui le si era avvicinato, lei aveva scosso la testa, certa che le stesse proponendo dell'alcol.
- Non è quello che hai bevuto tu.
Dopotutto non era riuscita a tenere a freno la lingua, anche se l'aveva vista subito dopo sbiancare alla sola idea di averglielo detto.
- No, infatti.
Capire che si era aspettata una reazione ben più violenta da lui, lo aveva spinto a ficcargli il barattolo in mano, allontanandosi per andare a staccare le freccette dal muro così da tenersi occupato e non doverla guardare.
Quegli occhi mi fanno male.
Da dove cazzo usciva un pensiero del genere non lo sapeva, quello che sapeva era che sentiva una roba del genere ogni volta che li incrociava. Eppure non era la prima volta che aveva a che fare con una femmina dopo l'apocalisse, anche se mai nella situazione che si era venuta a creare tra di loro.
- Grazie.
Anche la voce lo infastidiva per certi versi, perchè sembrava rispecchiare quell'innocenza che traboccava dal suo sguardo.
Cazzo, se penso ste robe, devo aver bevuto troppo sul serio.
E se doveva tornare al campo, invece, aveva bisogno di essere lucido e con i riflessi pronti.
- Quanto ho dormito?
Lui aveva scrollato le spalle, lanciando una freccetta e facendo centro. La mira non gli era mai mancata, nemmeno da ragazzino quando aveva preso in mano per la prima volta arco e frecce.
- Non ha importanza.
Con la coda dell'occhio l'aveva osservata posare a terra il barattolo, mentre lentamente si era rimessa a sedere, allungando le gambe probabilmente intorpidite.
- Tra un pò andiamo a caccia.
Aveva bisogno di mettere qualcosa nello stomaco per smaltire l'alcol che aveva ingerito, e poi dopotutto, non avrebbe fatto male nemmeno a lei mettere qualcosa sotto ai denti.
- A caccia?
La domanda era giunta incerta, come se davvero non avesse saputo che risposta aspettarsi da lui.
- Scoiattoli, serpenti... magari un coniglio. Niente uomini, la carne rimane troppo dura anche se la cuoci bene.
Non era riuscito a trattenersi dal fare dell'ironia alla sua maniera e sicuramente non colta per quello che era, dal momento che lei era paurosamente sbiancata.
- Scherzavo, Beth.
Non sapeva che cosa l'avesse turbata di più, se la parola "scherzo" pronunciata in un momento del genere, o il fatto che l'avesse chiamata per nome. Propendeva più per la seconda, perchè probabilmente accorciava le distanze tra di loro.
Giusto per tenersi occupato, aveva tirato ancora un paio di freccette, andando a qualche millimetro dal centro con entrambe.
- Usi solo la balestra come arma?
Un'altra domanda personale, ben diversa dalla prima, però.
"Sei gay?"
Cazzo, quella l'aveva davvero gelato, e subito dopo fatto infuriare, senza che nemmeno lui sapesse bene il perchè. Era legittimo che l'avesse pensato no? Se era in quella situazione era proprio perchè altri non dovevano pensarlo di lui.
- Sì, è la mia unica arma. Ma questo non fa di me un indiano, rimango comunque un cowboy.
Era rimasto stupito lui per primo su come avesse dato quella risposta, nascondendone un'altra tra le righe: non voglio scoparti, ma questo non fa di me un gay, rimango un etero convinto.
Bravo, Merle sarebbe fiero di te, adesso!
Si era dato del coglione da solo per aver pensato quella battuta infelice, che non faceva altro che rimestare nel senso di colpa che nutriva per il fatto di voler prendere le distanze da suo fratello.
- Cosa... cosa succederà adesso?
Si era voltato verso di lei, senza avere la minima idea di cosa dirle, perchè nemmeno lui aveva certezza di quello che sarebbe successo una volta rientrati al campo. O almeno, non sapeva ancora se Merle avrebbe creduto alla balla che gli avrebbe rifilato sul fatto che la prima scopata con lei aveva voluto farsela in santa pace, senza nessuno a gironzolare intorno alla sua roulotte per assistere gratis a quello che avrebbero considerato meglio di un porno.
- Io caccerò e tu cercherai di venirmi dietro facendo meno rumore possibile.
Ogni volta gli rimescolava lo stomaco vederla così indifesa ed impaurita davanti alle sue decisioni, però cercava di vincere la sensazione dicendosi che così facendo le avrebbe garantito una maggiore protezione, che non lasciarla libera.
 
- Non... non posso garantire che ci riuscirò ad essere silenziosa come vuoi.
Lui aveva intanto recuperato la balestra appesa al gancio vicino alla porta e quando si era girato, l'aveva trovata già pronta per andare.
- Sarà sufficiente che ci provi.
Per tagliare corto e non dover subire altre domande, si era affrettato a rimuovere l'asse e aveva spalancato la porta, puntando subito la balestra contro eventuali brutte sorprese appostate subito fuori.
Non essendoci stato nessuno aveva fatto cenno a Beth di seguirlo, apprezzando il fatto che questa volta si fosse mossa subito, dimostrando che forse al momento aveva accantonato l'idea di svignarsela.
Anche se era stato cosciente che non avrebbe potuto contare sul fatto che non ci avrebbe più riprovato, dal momento che lei si vedeva come una sua prigioniera a tutti gli effetti.
Punti di vista differenti.
Aveva liquidato la questione così per il fatto che la stava costringendo a stare con lui contro la sua volontà, spronandosi poi a concentrarsi su una cosa soltanto: trovare del cibo da mettere sotto i denti.




XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX



Davanti di qualche passo, Daryl le aveva fatto cenno con la mano di fermarsi e lei era rimasta immobile a guardarlo puntare la balestra verso qualcosa che le sfuggiva completamente.
Così la sua attenzione si era appuntata sull'uomo che aveva assunto la stessa posa che gli aveva visto prendere quando aveva ucciso i due vaganti fuori dal capanno. 
Anche allora aveva sollevato e puntato la balestra con rapidità e sicurezza, sparando con una precisione che si era rivelata micidiale. Solo che quelli erano stati vaganti, quindi dopotutto dei bersagli relativamente grandi e lenti.
Così si era ritrovata a trattenere il fiato, sino a quando non aveva sentito il sibilo della freccia che aveva preso il volo, seguendone la traiettoria, che l'aveva portata a vederla conficcarsi molti metri più avanti nel tronco massiccio di un albero.
Ha centrato uno scoiattolo!
Per un attimo aveva immaginato quell'arma puntata su di sè ed un brivido le era corso lungo la schiena, rendendo la sensazione ancora più vivida di come sarebbe stato facile per lui colpirla con precisione mortale.
Poi era stata distolta dallo stesso Daryl, che le aveva fatto segno di avanzare con lui per andare a recuperare l'animaletto. Tanto era stato loquace suo fratello con lei, tanto lui sembrava voler ridurre al minimo ogni loro conversazione. Anche prima, al suo risveglio, le aveva dato delle risposte ridotte ai minimi termini, e ancora prima le aveva praticamente ordinato di stare in silenzio.
Forse, dopotutto era meglio così, anche se una parte di lei era convinta che solo parlando con lui sarebbe riuscita a strappargli qualche informazione più utile, come per esempio sapere che cosa le sarebbe accaduto.
- Un altro paio e possiamo accontentarci per il momento. Poi, stasera, al campo ho delle scatolette che possiamo scaldare.
Ecco che era stata accontentata nella sua domanda, solo che la cosa le aveva procurato un'ondata di nausea.
Dio, allora torneremo in quel posto...
E perchè non sarebbe dovuto succedere? Cosa glielo aveva fatto pensare?
- Se siamo fortunati forse c'è una tana qui vicino. Tieni, porta questo.
Le aveva teso lo scoiattolo per la coda, dopo averlo liberato dalla freccia e a lei non era rimasta altra scelta che prenderlo. Era la prima volta che ne toccava uno, e non avrebbe voluto che fosse da morto. 
Ho più rispetto io per questo animaletto, che non quel Merle per me.
Non aveva potuto fare a meno di pensarlo, dal momento che l'aveva gettata tra le braccia del fratello come se fosse stata anche lei un animale e non una persona.
E Daryl? Che cosa stava facendo con lei? Stava giocando come il gatto con il topo? Stava solo prolungando la sua agonia? O c'era una minima speranza che le avesse detto la verità?
"Non ho nessuna intenzione di scoparti, okay? Nè adesso, nè mai. Solo non ti posso lasciare andare sino a che non troverò una soluzione per tutto questo casino."
- Fermati.
Presa da quei pensieri, sarebbe andata a sbattere contro di lui se non l'avesse fermata stendendo il braccio dietro di sè. Doveva aver visto una nuova preda, perchè aveva puntato la balestra, rimanendo perfettamente immobile.
Se dovessi fuggire ora, la punterebbe anche contro di me senza pensarci su due volte?
Quella domanda era ritornata a tormentarla, risvegliando la Beth coraggiosa che era stata capace di essere quando ne aveva avuto veramente bisogno.
- Merda!
L'imprecazione era stata sussurrata appena, e subito dopo era risuonato un nuovo sibilo, questa volta seguito da un verso soddisfatto. Il primo colpo era andato a vuoto, ma il secondo non aveva fallito: inchiodato ad un albero c'era un altro scoiattolo.
Forse era stata quella reazione soddisfatta di Daryl davanti ad un altro centro, o forse era stato un attimo in cui il coraggio aveva preso del tutto il sopravvento sul panico, comunque fosse andata, Beth aveva fatto dietrofont per iniziare a correre nella direzione opposta a quella presa da Daryl per andare a recuperare la sua preda.
Si era ritrovata a correre più veloce che poteva, stando solo attenta ad evitare rami o altri ostacoli che potessero rallentarla o farla cadere.
Non sono una vittima, posso essere coraggiosa come Maggie, o Carol, o Michonne.
Era quello che si era ripetuta mille volte anche durante la fuga dalla prigione, quello che l'aveva fatta continuare a correre anche quando le gambe le erano bruciate per lo sforzo, ed era quello che si stava ripetendo anche adesso.
Solo che allora ad inseguirla c'erano stati solo dei vaganti goffi e lenti, che per quanti fossero stati, non avevano potuto fare più di tanto. Questa volta si era trattato di scappare da qualcuno che le aveva già dimostrato di essere veloce ed agile quanto lei, oltre che motivato quasi o forse anche più di lei.
Perciò era stato con un crescente senso di angoscia che aveva percepito la presenza di Daryl non solo starle alle calcagna, ma guadagnare terreno, sino a sentirne il respiro affrettato dietro di sè.
Posso essere come Maggie, lo posso affrontare e sconfiggere!
Sì, ma con cosa dal momento che lei era disarmata?
Un bastone... o una pietra!
Aveva cercato di pensare rapidamente, trovando una soluzione che aveva messo in pratica raccogliendo un grosso bastone che sperava sarebbe stato abbastanza resistente.
A quel punto, abbandonandosi all'istinto, aveva compiuto un mezzo giro su stessa, sfruttando lo slancio della corsa per far roteare il bastone come aveva visto fare una volta a Michonne, mentre brandiva la sua katana.
E se soltanto Daryl fosse stato più vicino di qualche centimetro lo avrebbe colpito duramente, anzichè prenderlo appena di striscio sul braccio sinistro. Questo gli aveva permesso di reagire prontamente, afferrando con la mano destra la punta del bastone e tirandolo verso di sè tanto da ottenere che lei perdesse la presa dalla sua parte. Così si era ritrovata disarmata e senza più fiato, oltre che di nuovo nella stessa condizione di prigioniera.
- Cristo... quanto... corri... veloce... ragazzina.
Anche Daryl si era ritrovato senza fiato, tanto che dopo aver lanciato lontano il bastone, si era chinato appoggiandosi con le mani sulle ginocchia.
Se era stato furioso con lei per quel tentativo di fuga, forse ancora non aveva avuto abbastanza forze per dimostrarglielo.
- Non... abbastanza...
Era riuscita giusto a tirare fuori il fiato per quelle due parole, perchè nonostante la paura, era grande anche l'amarezza di non essere riuscita nella sua impresa.
- E il ... bastone... eri troppo... sbilanciata...
Mi sta dando dei consigli?
Forse la mancanza di ossigeno le aveva fatto sembrare che così fosse, o forse si stava divertendo a prenderla in giro, anche se il suo umorismo le sembrava ancora una volta grottesco e crudele.
Intanto si era rialzato proprio per controllarsi il braccio, dove la manica appena strappata, aveva mostrato anche a lei di avergli fatto solo un semplice graffio.
- Beth... non devi... più scappare... okay?
Come poteva dirle una cosa del genere convinto che fosse giusta! E forse doveva averglielo letto in faccia, perchè spostando la balestra nella mano sinistra, con la destra l'aveva agguantata per un polso come aveva già fatto solo la sera prima, anche se a lei sembrava fosse invece passato un secolo.
- Così... ti metti... solo... in pericolo.
Le era sembrato che si divertisse ancora una volta a fare quella sua ironia distorta, la stessa con cui le aveva detto che la carne umana risultava troppo dura, o che lui rimaneva un cowboy anche se tirava frecce come un indiano.
Nonostante fossero stati ancora tutte e due senza fiato, lui aveva comunque avuto un passo molto più spedito di lei, tanto che si era ritrovata ad essere quasi trascinata.
- Non più... di quanto... lo sia... già con te.
Questa volta era andata davvero a sbattere contro di lui, che si era fermato e girato verso di lei. Così per guardarlo negli occhi era stata costretta a sollevare il viso, dal momento che la differenza di altezza tra loro era stata notevole.
- Cazzo! Vuoi... ficcarti in ... testa che ...non ti farò... del male!
Nonostante il fiato spezzato, la rabbia si era fatta sentire anche nel suo tono di voce, oltre che comparire nell'occhiata penetrante che le aveva rivolto.
- Ma se per evitarti... di ammazzarti da sola... ti devo... strapazzare un pò... bè, allora... sappi che lo... farò.
E a sottolineare quella che per lei era stata un'ulteriore minaccia, aveva ripreso a trascinarla dietro di sè, dando subito un senso molto chiaro a quello che aveva definito "strapazzarla un pò".
 

 



  
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