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Autore: Persefone3    23/09/2015    7 recensioni
Maine. Storybrooke sembra una pacata e tranquilla cittadina di provincia, quando non è al centro di qualche crisi fiabesca. Stavolta, però, qualcosa la scuote fin dentro le sue fondamenta e tutto quello che crediamo di sapere sulle favole viene messo in discussione. Si tratta di un qualcosa che porta Hook a volersi allontanare e a lasciarsi tutto alle spalle. Ma lui non è più lo stesso pirata di un tempo e la mancanza di quello che aveva in città lo porta a tornare indietro. Il punto è che la città che il capitano trova al suo ritorno non è la stessa che aveva lasciato lasciato otto settimane prima.
Genere: Angst, Avventura, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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  XXVI. The Sorcerer, The Apprentice, The Author & The Savior
 
Emma stava cercando di tamponare la ferita del pirata in qualche modo. Gli fece adagiare la testa sulle sue gambe e strinse forte la sua mano. Il volto dell’uomo era davvero sofferente.
 
- Sai, amore, credo proprio che non riuscirò a mantenere quella promessa – disse accarezzandole la guancia.
- Non parlare – disse Emma chinandosi su di lui – e non dire sciocchezze, starai bene.
 
Emma guardò Regina per cercare di capire l’effettiva gravità della ferita. La donna aveva il volto teso e scuro: non era di certo un buon segno. Emma tornò a rivolgersi a Hook che stava chiudendo nuovamente gli occhi.
 
- Hook! Killian! – Emma cercò di scuoterlo leggermente – non chiudere gli occhi! Rimani con me! Non ti permetterò di farlo!
- Amore mio, non mi rimane molto tempo e c’è ancora una cosa che devo dirti.
- Non dire sciocchezze, avremo tutto il tempo del mondo, sei stato tu a dirlo, ricordi?
- Ascoltami attentamente: il mio ciondolo …
- Lei ti ha già avuto! – sbottò a piangere – Questo è il nostro momento, rimai qui, ho bisogno di te!
 
Hook sorrise debolmente e le strinse ancora più forte la mano.
 
- È tuo, quel ciondolo è tuo e quello che portavi tu è il mio. Sono stato io a scambiarli quando ti ho creduta morta.
- Stai delirando, provo a vedere se con la magia posso fare qualcosa.
 
Emma provò a concentrarsi e liberare la sua magia ma senza riuscirci.
 
- Non capisco, perché non funziona? – esplose Emma
- Sei sconvolta Emma – intervenne Regina – e la tua magia è fortemente legata alle emozioni. Vuoi così disperatamente aiutarlo che non sei in grado di controllarla.
- Emma – riprese Hook – non sto delirando sono lucidissimo. Sono stato io a darti quel ciondolo, lo sai, hai ricordato il mio nome di battesimo senza che ti dicessi niente. E quelli che credevi sogni erano ricordi della vita che avevi perso.
- Io non capisco.
- Tu non lo ricordi ma Henry è davvero tuo figlio e Snow e David i tuoi genitori.
- E noi cosa eravamo? È reale quello che c’è ora, o è stato un incidente?
- Noi siamo sempre noi, Emma. Niente può cambiare quello che proviamo l’uno per l’altra, neanche la magia oscura, lo hai visto.
- Cosa stai cercando di dirmi?
- La verità Emma, prima che sia troppo tardi. Henry sa quello che deve essere fatto affinché tutto torni alla normalità. Fidati di lui e tutto tornerà a posto.
 
Henry mise una mano in tasca e tirò fuori il ciondolo con il cerchio: era quasi completamente ricoperto di magia bianca. Hook nel frattempo aveva tirato fuori il suo e fece cenno al ragazzo di consegnargli anche l’altro.  Li infilò al polso e poi tornò a stringere la mano di Emma.
 
- In tutto questo – disse con le sue ultime forze – è davvero bello avere la consapevolezza che l’ultima cosa che vedrò di questo mondo sono i tuoi bellissimi occhi verdi.
 
Hook sentì improvvisamente le forze venirgli meno. L’emorragia stava prosciugando la sua vita e il suo amore incondizionato. Emma capì che la situazione stava degenerando velocemente quando sentì diminuire la stretta della sua mano. Quando vide l’azzurro intenso dei suoi occhi spegnersi progressivamente, si sentì morire anche lei insieme a lui. Poggiò la testa sul suo petto e iniziò a piangere disperata. Gli altri intorno erano ammutoliti dal dolore e dalle lacrime.
 
- No! – iniziò a gridare disperata – non puoi farmi questo! Sei troppo importante per me! Non mi puoi essere strappato così!
 
Snow cercò di avvicinarsi per consolarla, ma Emma la cacciò indietro.
 
- State lontano da lui! – urlò – e tu, hai capito quello che ho detto pirata?
 
Ma Hook era troppo debole per risponderle. Aveva ormai perso i sensi. Le lacrime allora divennero inarrestabili.
 
- Anche io non ti ho detto una cosa, Killian. Quando ci siamo conosciuti, non ero solo non amata e incapace ad amare, ero nemica dell’amore. Avevo alzato un muro, ma tu l’hai abbattuto, mi hai portato a casa. Hai portato luce nella mia vita spazzando via l’oscurità. E ti prometto che se tornerai da me, non dimenticherò mai l’abisso tra la donna che ero e quella che sono ora. Resta con me testone … io ti amo …
 
Emma posò la testa di nuovo sul petto che ormai si sollevava flebilmente. Sentì il cuore rallentare sempre più. Improvvisamente il ciondolo al braccio del pirata si illuminò totalmente di magia bianca. Emma era finalmente pronta a spezzare quella maledizione ed Henry lo sapeva bene. C’era un solo modo per salvare Hook: annullare la storia di Isaac.
 
- Batte ancora? – chiese Henry impaziente.
 
Emma annuì con la testa.
 
- Ancora per poco.
- Ascoltami – disse Henry sollevandola – quello che ti ha detto è tutto vero. Leila non è mai esistita perché sei sempre stata tu. Quella tu che non ricordi di essere. Rumple ti ha riempito il cuore di oscurità e usato l’autore per impossessarsi di tutto il potere. Possiamo ancora fermarlo e salvare Hook.
 
A quelle parole Emma si ridestò: se c’era un modo per salvare la vita dell’uomo che amava, non avrebbe esitato un momento. Fosse anche stato assurdo o improbabile lei ci avrebbe provato comunque. Hook aveva detto di fidarsi di lui e lo avrebbe fatto.
 
- Che devo fare Henry?
 
Vide il ragazzino tirare fuori dalla sacca che portava a tracollo un pennino ed un taccuino.
 
- Ho bisogno di attingere dalla luce del tuo cuore l’inchiostro per porre fine a questa follia. Ma me lo devi offrire tu, di tua spontanea volontà. Ti prometto che non lo toccherò e resterà sempre nelle tue mani. Nessuno ti farà del male.
- Ma il mio cuore non può essere pieno di magia bianca!
- Il ciondolo al braccio di Hook dice tutto il contrario. Ti prego, è l’unico modo.
 
Emma guardò prima Henry e poi Hook agonizzante. Sapeva esattamente cosa fare. Non avrebbe lasciato all’oscurità la possibilità di vincere ancora una volta, non voleva essere risucchiata in quell’agonia ancora una volta. Portò una mano nel petto e la affondò in esso. Quando estrasse il suo cuore pieno di magia bianca, non credette ai propri occhi: non c’era più traccia di magia oscura.
 
- Ma cosa diavolo …?
- Te l’ho detto Emma, sei pronta!
 
La donna guardò il fiducioso volto del ragazzino di fronte a lei e sentì la speranza avere il sopravvento. Senza fare ulteriori domande offrì il cuore ad Henry.
 
- Fai quello che devi, ragazzino.
 
Henry intinse il pennino nel cuore di Emma. Si illuminò immediatamente.
 
- Lo sento … io lo sento …
- Mi fido completamente di te.
 
Henry prese il taccuino ed iniziò a scrivere sulla carta magica per ripristinare le cose.
 
“Grazie all’atto di fiducia di Emma, il lavoro del cattivo Isaac fu annullato.”

Non appena pose il punto alla fine della frase, la magia iniziò a fare effetto. Tutto intorno a loro cominciò a turbinare velocemente e a farsi sfuocato. Poi il buio.
Quando Emma riaprì gli occhi, si ritrovò in una bolla di sapone insieme ad Henry. Tutto all’esterno era fermo, anche il tempo. Erano tutti immobili nelle posizioni che avevano poco prima che tutto svanisse. C’era luce, molta luce e a parte le figure non si vedeva altro intorno a loro. Henry stava riprendendo lentamente i sensi, gli si avvicinò immediatamente.
 
- Henry, stai bene ragazzino?
- Emma, cosa è successo?
- Non sono più la tua mamma?
- Allora ricordi – disse abbracciandola forte – mamma tu ricordi!
- Sì, ce l’hai fatta!
 
Si persero un momento in quell’abbraccio. Avevano sentito davvero la mancanza l’uno dell’altra.
 
- Stai bene? Vi ho fatto del male?
- No, stai tranquilla, noi stiamo bene, ma …
 
Gli occhi di Henry corsero alla figura di Hook sospesa in quella dimensione. Come Emma scorse il corpo dell’uomo si precipitò verso di lui. Le pareti della bolla, però, le impedirono di raggiungerlo.
 
- No! – disse lei cercando di rompere quelle pareti – Hook! Killian! Devo andare a vedere come sta!
- Con calma Emma, e non ti preoccupare: starà bene.
 
Emma ed Henry si voltarono immediatamente: un anziano uomo era dietro a loro.
 
- Sei l’Apprendista – esclamò Henry – come hai fatto a liberarti?
- Grazie a quello che hai scritto, è stato ripristinato l’ordine delle cose che Rumple aveva cercato di sovvertire. Complimenti, tu ed Hook siete riusciti nella vostra missione ed Emma ha potuto ricordare.
 
Emma continuava a guardare nervosamente verso la figura del capitano. Le parole di quell’uomo non riuscivano a calmarla.
 
- Starà bene? – ribadì nervosa.
- Starà bene. Ma ora c’è qualcuno che vuole parlare con voi.
 
L’apprendista fece apparire un piccolo paiolo magico da cui iniziò a salire una nube colorata.
 
- Ho il piacere di presentarvi lo Stregone, Merlino.
- Bene – si sentì una voce uscire dal paiolo – l’Apprendista mi ha parlato molto di te Henry. Pensa che tu sia davvero la persona adatta a portare avanti il compito che ti è stato affidato.
- Spero davvero di non deludervi.
- Immagino vi stiate chiedendo cosa ci faccio qui.
- Immagino sia per l’oscurità di Rumple – azzardò Emma.
- Vedo che la Salvatrice è tornata a ristabilire gli equilibri finalmente. Hai ragione, comunque, ho intenzione di estrapolare l’oscurità dal suo corpo e intrappolarla in questo paiolo magico. Poi potrò tornare a Camelot.
- Questo farà guarire il suo cuore? – chiese Henry.
- Forse – rispose lo stregone – se reggerà. È la più grande dose di oscurità che gli sia mai stato chiesto di contenere. Anche il male più meschino può trovare il retto cammino.
 
La nube superò la bolla e avvolse il corpo di Rumple. La luce iniziò a mescolarsi con l’oscurità che veniva risucchiata dal corpo dell’uomo e poi fu assorbita di nuovo nel paiolo. Non appena anche l’ultima goccia di oscurità fu inghiottita il paiolo scomparve nel nulla.
 
- Cosa diavolo è successo? – chiese Emma.
- Merlino ha liberato il mondo dall’Oscurità.
- E non poteva farlo prima?
- Aveva bisogno che tu riprendessi il tuo posto.
 
L’Apprendista si fermò ad osservare Henry attentamente. Il ragazzino stava fissando il pennino con molta attenzione.
 
- È allettante, non è vero? – gli chiese
- Stavo pensando che forse potevo usarlo un ultima volta per riportare in vita mio padre.
- Nessuno può riportare in vita i morti né Merlino né tanto meno l’autore.
- Ma Hook era praticamente morto e tu ci hai detto che ora è salvo.
- La morte di Hook non è mai stata reale. Era un’invenzione creata da Isaac ed ora grazie a te è stata cancellata. Ma tuo padre è morto nel modo reale e quello sfortunatamente non può essere cambiato. Il modo migliore per dimostrare il tuo amore verso quelli che ci hanno lasciato è raccontare le loro storie. E queste storie saranno una verità cristallina, proprio come la verità che dovrai scrivere d’ora in avanti. Spero riuscirai a resistere alla tentazione della penna. Il potere di cambiare la realtà è superato soltanto dal suo prezzo.
 
Gli occhi di Henry si posarono un’ultima volta sull’oggetto che aveva in mano: lo fece scorrere sulle dita come per assaporarne un’ultima volta la magia che in esso era racchiusa. Poi improvvisamente la spezzò senza pensarci due volte, lasciando stupiti sia l’Apprendista che Emma.
 
- Nessuno dovrebbe avere un tale potere. D’ora in avanti saremo noi a costruire le nostre storie senza paura di interferenze esterne. Questa storia mi ha insegnato che ci sono delle cose che non possono essere sovvertite. L’amore tra mia mamma ed Hook ne è la prova evidente. Inoltre non voglio correre il rischio che qualcun altro possa avere la tentazione di riprovare a sconvolgere gli equilibri.
- Bene – ammise l’Apprendista soddisfatto – sembrerebbe che, questa volta, abbiamo trovato la persona giusta per questo ruolo. Ora è tempo anche per me di ritirarmi, ma non prima di avervi dato un’ultima cosa.
 
L’apprendista lanciò nelle mani di Emma un sacchetto di cuoio.
 
- Dentro c’è un fagiolo magico. Ti permetterà di aprire un portale che riporterà nella Foresta Incantata quelli che hai risucchiato qui. Inoltre non appena sareste fuori, la nube che avvolgeva la città si diraderà immediatamente.
- Bene – rispose Emma – tutto può tornare alla normalità.
- Ora, miei cari, chiudete gli occhi e rilassatevi, state per tornare nel tempo e nello spazio. Seguite la mia voce e tutto andrà bene. Respirate profondamente e concentratevi su un ricordo felice, sarà quello a riportarvi nel mondo. Al mio tre: uno, due, tre …
 
Emma lasciò la mente libera di vagare e subito prese forma in essa quel ricordo.
 
- E io che pensavo che qua gli abiti non potessero peggiorare ancora.
- Potrai non riuscire a muoverti, Swan, ma stai proprio bene in quel vestito.
 
Era al suo braccio in un lungo abito rosso. Erano appena riusciti a liberarsi di re Mida spacciandosi per Charles e Leila, ma erano quelle parole di Hook, distinto nel suo abito da gala, a tornarle in mente. E lo sguardo che le aveva rivolto. Per la prima volta dopo tanto tempo era stata felice di suscitare in un uomo quella reazione. Si era sentita di nuovo donna al suo fianco, una donna matura e sensuale, cosciente di fare quell’effetto sull’altro sesso. Ma quell’ambiente la spaventava ancora un po’: non era mai stata ad un ballo di corte e si sentiva un pesce fuor d’acqua. Per questo aveva stretto il suo braccio e non l’aveva mai lasciato.  Hook sembrava aver capito il suo nervosismo e il fatto che si stesse appoggiando a lui lo rendeva particolarmente fiero di sé. Ma Emma non era disposta a dargliela vinta così facilmente.
 
- Mary Margaret e David sono sempre a questo e a quel ballo. Che hanno di così importante queste cose?
 
Hook l’aveva condotta verso la pista da ballo dove altre coppie stavano volteggiando a tempo di musica. E l’imbarazzo di Emma si fece ancora più forte.
 
- Dicevi tesoro? – disse lui ammiccando
- Che cosa dovrei fare?
- Unirti a loro.
 
Hook le prese la mano e la condusse al centro della pista con l’intenzione di farla ballare. Emma era sempre più titubante.
 
- Aspetta, stai dicendo che lo sai fare, qualunque cosa sia?
- Si chiama valzer. C’è una sola regola: scegli un compagno che sappia quello che sta facendo.
 
Hook le aveva fatto adagiare una mano sulla sua spalla e aveva piegato il braccio affinché Emma potesse afferrarlo per danzare. Aveva posato la mano su un fianco e l’aveva avvicinata a sé. Con un gesto della testa e diede il tempo per iniziare a ballare.
 
- Sai che quando fu introdotto, questo ballo destò molto scalpore?
- Perché?
- Per la prima volta le coppie ballano abbracciati.
 
Emma sentì la mano di Hook stringere di più il suo fianco e avvicinarla ancora di più. Era completamente nelle sue mani. Se all’inizio aveva mosso i primi passi incerta, Hook le aveva fatto vedere cosa fare.
 
- Rilassati, tesoro e lasciati guidare da me.
 
Era proprio quello che la spaventava, il fatto che dipendesse completamente da lui: era sempre stata abituata a bastare a se stessa e a cavarsela da sola. Per la prima volta doveva appoggiarsi a qualcuno, non aveva altra scelta. Lasciarsi andare tra le sue braccia fu una delle esperienze più liberatorie della sua vita: Hook sapeva esattamente cosa fare e come farla risultare naturale. Le sorrideva sempre anche quando per poco non gli aveva pestato un piede. E poi ad un certo punto come se avesse preso il ritmo, tutto sembrò andare a posto e si era sentita davvero una principessa, come ogni bambina lo aveva desiderato nella sua infanzia con un cavaliere che aveva occhi solo per lei. Sentì dentro un benessere pervadere ogni fibra del suo animo e il merito era tutto suo. E poi ad un tratto si fece tutto buio.
Quando si svegliarono, Emma ed Henry si ritrovarono sulla strada principale di Storybrooke, circondati da tutti. C’erano Snow, Regina, Robin, Colin e tutte le persone nella fortezza, così come Rumple e il suo esercito. Stavano tutti riprendendo i sensi. La cittadina era tornato al suo aspetto originario ed erano spariti sia la collina che il castello creati quando Emma si era lasciata vincere dall’oscurità. Non appena fu pienamente cosciente, gli occhi di Emma corsero immediatamente alla figura di Hook ancora stesa a terra e immobile. Si precipitò immediatamente da lui. S inginocchiò e cominciò a carezzargli il volto.
 
- Killian! – lo chiamò- Killian, torna da me!
 
Come se fosse stato in un’apnea lunghissima, i polmoni del pirata tornarono a gonfiarsi di aria. Come Emma sentì il suo petto alzarsi nuovamente si sentì più leggera. Hook iniziò a tossire come se qualcosa gli fosse andato per traverso. Si mise seduto perché il respiro tornasse regolare.
 
- Stai bene! Non mi sembra vero, ma stai bene – disse Emma.
 
La donna si gettò su di lui facendolo ricadere sulla schiena e piangendo di gioia. Era salvo, per una volta era stata lei a salvare lui.   




ANGOLO DELL'AUTRICE:

Eccoci al penultimo capitolo di tutta questa strana faccenda. Emma finalmente ha avuto i suoi ricordi indietro e anche a quanto pare anche Hook è fuori pericolo. Merlino si è palesato e ha risucchiato nel paiolo magico l'oscurità. Henry ha fatto Henry e ha spezzato anche qui la penna (mi è piaciuta molto questa scene nel season finale). So bene che a inizio capitolo volevate strangolarmi, ma io non potrei mai separare quei due, mi piange il cuore solo a pensarci, qiondi non potevo fare altro che riunirli. Li faccio tribolare ma poi li riunisco, sempre.
Domenica conto di pubblicare il finale così avrò qualcosa da fare nella lunga attesa perchè per me sarà un giorno infinito ... 
Grazie come sempre per il sostegno, le letture e le recensioni, nell'ultimo angolo mi soffermerò a ringraziare tutti con i duvuti crismi :)
Bene, vi lascio e mi metto a lavorare sul finale. 
Un bacione
Persefone

P.S Io non vedo l'ora di vedere la scene della reunion CS e tutto il resto .... 
 
  
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