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Autore: binca    27/09/2015    2 recensioni
C'è qualcosa che non quadra nella classe babbana di Albus e Rose.
Un bambino solitario gira fra i banchi contento di portare scompiglio.
E' solo un babbano continua a ripetersi Harry, ma allora perchè la sua cicatrice ha ricominciato a bruciare dopo sedici lunghi anni di pace?
Perchè il giorno del suo undicesimo compleanno a quel bambino arriverà la lettera di ammissione ad Hogwarts?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Harry/Ginny, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Da Epilogo alternativo
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CIAO A TUTTI!
Io Non SO DAVVERO COME SCUSARMI, HO AVUTO DEI PROBLEMI CON INTERNET A CASA, PER ALCUNI GIORNI SONO RESTATA SENZA, QUINDI NON HO POTUTO POSTARE!
PROMETTO CHE PER FARMI PERDONARE, IL PROSSIMO CAPITOLO ARRIVERA’ VELOCISSIMO!
UN BACIONE E BUONA LETTURA




 
 
CAPITOLO SEI
 
( TEDDY )
 
«Che cosa vuoi sapere Teddy?»
«Beh ecco, hai detto che Bellatrix era la cugina di Sirius, alcuni a scuola dicono che Sirius fosse cattivo è la verità?» Subito mi resi conto di aver detto qualcosa di sbagliato. Il viso di Harry era diventato improvvisamente teso e le sue mani si erano saldamente attaccate al bracciolo della poltrona.
«Secondo te avrei attribuito questo nome ad Albus se Sirius fosse stato cattivo?» Chiese, mentre io scuotevo la testa.
«No no, certo che no è solo che, tu non parli mai tanto di lui».
«Teddy te l’ho detto tante volte. Sirius era uno dei migliori amici di tuo padre. Loro due erano come fratelli. Sirius è diventato un animagus per aiutare tuo padre durante la luna piena. Il fatto che fosse imparentato con Bellatrix e con la donna del ritratto in corridoio non centra assolutamente nulla! E giuro che se qualcun altro si azzarda a parlare male del mio padrino, ti accordo il permesso di mandarlo al San Mungo con tutte le ossa rotte».
«Harry ...»
«Si ?»
«Non ti ho mai fatto questa domanda perché non ne ho mai avuto il coraggio, ma chi, si insomma, chi ha ucciso i miei genitori?» Domandai incerto, con il cuore in gola.
Vidi chiaramente i tre amici trasalire, ma non ci feci caso aspettando pazientemente una risposta.
«Non so chi ha ucciso tuo padre Ted, forse Antonin Dolohov, era uno dei vecchi mangiamorte, ma nessuno ne ha la certezza».
Annuii e abbassai lo sguardo consapevole dalla sua voce che il peggio non era ancora arrivato.
Odiavo quando gli adulti ci mettevano mille anni a rispondere alle domande, cosa che Harry sembrava saper fare bene in quel momento, bloccandosi a ogni parola.
«E' morto?»
«Si Teddy, è morto».
«E mia madre?»
«Tua madre è stata uccisa dalla stessa persona che ha me ha portato via l'ultima possibilità di famiglia» sussurrò Harry con voce tremante.
«Intendi dire che è stato Voldemort?»
«No Teddy, non è stato Voldemort. Tua madre, come tuo zio è, stata uccisa da Bellatrix».
Tremai, mentre le lacrime mi scendevano una a una.
Avevo sempre sperato di poter avere vendetta uccidendo almeno uno dei due maghi che mi avevano portato via la famiglia e adesso venivo a sapere che non avrei mai avuto giustizia.
Naturalmente non era proprio così, ma comunque dentro di me sapevo che ci sarebbe sempre stata quella voglia matta di lanciare un Avada Kedavra contro un mangiamorte.
A stento trattenni le lacrime.
Non era giusto. Da quando a scuola mi avevano svelato la verità su Voldemort, non avevo fatto altro che sperare almeno in quella piccola vendetta e ora saltava fuori che nonna Molly si era vendicata al posto mio.
«Torniamo a Orfin…» Dissi sperando di distrarmi, mentre le altre tre persone presenti nella stanza annuivano senza far troppo caso alle mie lacrime che ero stato incapace di trattenere.
«Non credo che la storia si stia per ripetersi Ron, ma comunque potrebbe essere una possibilità».
«Sì ma voi credete davvero che sia possibile?».
«Si Herm, credo di sì. Non so se Orfin sia l'erede puro od impuro di Tom Riddle, ma di sicuro è qualcuno».
«Ti abbiamo sempre ascoltato Harry, ma questa volta ho paura. Sarà in classe con i nostri figli e questo, si insomma, questo mi mette un po' a disagio».
«Lo so, ma dobbiamo fidarci di loro. James non sa niente, crede di essere famoso a scuola solo perchè sono un bravo Auror».
«Auror? Secondo me pensa di essere famoso perché la sua mamma è una fantastica giocatrice» dissi con un sorrisetto divertito, seguito a ruota da un paio di battutine dagli altri due.
«Si forse hai ragione comunque c’è solo un modo per scoprire se davvero la storia rischia di ripetersi. Se Orfin finirà nella casata dei Serpeverde... »
«Sì, ma Harry se non ricordo male tu avevi chiesto di essere smistato a grifondoro, anche se il cappello voleva mandarti con le serpi».
«Appunto Ron. Io ho chiesto di andare a Grifondoro. Una delle poche differenze fra me e Tom».
«Forse hai ragione, ma mi chiedevo: Scorpius?»
«Giusto, credo entri anche lui quest'anno».
«Fantastico» sussurrai, dopo aver ragionato un attimo su chi cavolo fosse Scorpius.
«Se saranno entrambi smistati a Serpeverde andrò a parlare con la McGranitt».
Annuimmo tutti, spaventati e stanchi, incerti ed eccitati per gli avvenimenti che sarebbero successi il giorno seguente.
 
( HARRY )

 
 Dopo aver accompagnato Ron e Hermione al camino, così che potessero tornarsene a casa, m’incamminai verso la mia stanza da letto.
Come immaginavo Ginny stava già dormendo. Silenziosamente le baciai la fronte per poi distendermi a fianco di lei, cadendo immediatamente fra le braccia di Morfeo.
 
Ancora quella luce verde.
Ancora quella voce.
Ancora quell’urlo.
“Vendicati, ammazza Harry Potter e la sua dinastia!”
Ero incapace di muovermi. Sentivo il cuore pulsarmi nelle vene, la testa scoppiare come se Voldemort mi avesse appena toccato. Volevo fare qualcosa, volevo reagire, ma sembrava che i miei piedi fossero incollati a terra.
Sentivo delle urla intorno a me.
Urla di terrore, urla di paura e poi, così com’erano iniziate mi svegliai di soprassalto. La testa faceva male, un dolore strano che non sentivo da tanto tempo mi costrinse a portare la mano alla cicatrice, così da permettermi di costatare che era tornata nuovamente gonfia, proprio come succedeva un tempo.
Subito mi guardai intorno rendendomi conto che Ginny non era vicino a me. Arrancai in cerca di un bicchiere d’acqua, avevo la gola secca e la vista annebbiata. Scostai le coperte madide di sudore, mi stropicciai gli occhi e all’improvviso mi resi conto che le urla che avevo sentito, non erano parte del sogno, ma della realtà.
Qualcuno al piano di sopra stava urlando.
Subito mi alzai in piedi e corsi verso quei rumori facendo segno a Teddy, che era uscito dalla sua stanza proprio in quel momento, di andare a rassicurare Lily che sicuramente si era spaventata dato tutta quella confusione.  
Poco dopo, con il fiatone entrai nella vecchia camera di Sirius, dove mia moglie, china sul nostro secondo genito cercava inutilmente di calmarlo.
«Che succede?» Domandai mettendomi al suo fianco.
«Non lo so, mi sono svegliata con le tue urla, poi ho sentito le sue e mi sono catapultata qui, ma non riesco a svegliarlo».
«Ci penso io» sussurrai, afferrando Albus per le spalle in modo da metterlo seduto, mentre le urla continuavano a inondare la stanza in concomitanza con le sue lacrime che continuavano a scendere.
«Albus svegliati, sono papà».
Continuai così per qualche minuto. Sapevo cosa voleva dire avere un incubo.
Avevo sempre dovuto combatterci.
Fortunatamente però, dopo la morte di Voldemort, le mie notti insonni erano andate man mano via svanendo.
«Papà…» mormorò il moro poco dopo, mentre io lo abbracciavo più forte possibile.
«Sono qui, non sei solo c’è anche la mamma. Che cosa è successo?»
«Io, io non lo so bene… c’era una luce verde. Una donna che rideva e che diceva a qualcuno di vendicarsi di te e di noi».
Rabbrividii a quelle parole.
Era esattamente tale e quale al mio sogno, ma com’era possibile che io e Albus avessimo fatto lo stesso incubo?
Cosa ne sapeva lui di Voldemort e dei mangiamorte?
Spaventato, lanciai un’occhiata d’avvertimento a Ginny e cercai di calmare il bambino.
«Non ti preoccupare, era solo un brutto incubo, niente di reale».
«Ma sembrava un ricordo papà, era tutto così vero».
Annuii e presi in braccio il bambino, poggiando la mia bocca sulla sua fronte.
«Ti ho detto che era solo un brutto sogno Al, ora rilassati e torna a dormire. Domani è il grande giorno».
In silenzio mi accoccolai vicino a lui, cosa che poco dopo fece anche Ginny. Sapevo che aveva intuito qualcosa pure lei, ma per fortuna non disse niente. Restammo li, tutti e tre abbracciati fin quando il nostro bambino non si riaddormentò.
Poi, così com’ero arrivato, senza dire nulla, mi smaterializzai alla Tana, l’unico posto che durante la mia adolescenza ero riuscito a chiamare casa. Pensieroso mi sedetti sulla sedia di vimini, stando attento a non fare rumore. Se prima presentarmi lì in piena notte, mi era parsa una buona idea, ora cominciavo ad avere qualche dubbio. Ron dormiva come un sasso a bocca aperta. Quella visione mi fece sorridere. La famiglia Weasley era sempre stata la mia via di fuga. Molly, Arthur, Charlie, Bill, Percy, Ron, George, Fred... mi venne un groppo in gola. L’ultima volta che avevo visto il gemello Weasley era per terra senza vita accanto a una cinquantina di persone che avevano combattuto per la libertà.
Ripensai senza rendermene conto alla sofferenza che aveva provato quella famiglia, alla forza che aveva avuto il gemello di rialzarsi e combattere, creandosi pure una famiglia.
Rabbrividii ragionando su tutte le persone che avevo perso a soli diciassette anni.
Sirius, i miei, Lupin.
Anche questa volta sentii il cuore stringersi per il mio figlioccio e per i genitori che se ne erano andati combattendo fino all’ultimo per permettergli una vita migliore. A dire la verità, se Lupin e Tonks avessero superato la battaglia, ero pronto a chiedergli di accogliermi con loro. Alla fine il mio caro lupo mannaro era stato quasi come un secondo padrino per me, e senza di lui, probabilmente mai avrei sopportato tanta sofferenza. Sbuffai.
Perché mio figlio aveva assistito a quell’ultimo squarcio di battaglia?
Com’era stato possibile che sognasse la distruzione del Signore Oscuro proprio come avevo fatto io?
Scossi la testa e posai questa volta il mio sguardo su Hermione che dormiva accoccolata al marito, quasi avesse bisogno di protezione. Chi sa lei a che conclusione sarebbe arrivata. Tutti quelli che avevo visto morire per causa di Voldemort mi corsero di fronte. Da Cedric, a Silente e a tutti gli altri. Quando avevo ucciso il mago oscuro, mi ero ripromesso che nessuno sarebbe più morto a causa sua.
Non c’era più.
Non ci sarebbe più stato nessuno che soffriva per lui ne per nessun altro.
 
CIAO!
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO ^^
UN BACIONE
  
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