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Autore: ShinRan4862    08/10/2015    4 recensioni
Conan riesce a sconfiggere l'Organizzazione, ma non può più tornare ad essere Shinichi.
Cosa succederebbe se a distanza di 10 anni dalla scomparsa di Shinichi Kudo dalla sua vita, Ran scoprisse la sua vera identità? Come la prenderà? Cosa succederà a Ran a tre settimane dal suo matrimonio con Kaito? Cosa farà, ora che sa che Shinichi in fondo non l'ha mai abbandonata? E' davvero tutto perduto o il destino ha ancora qualcosa in serbo per loro?
Lo scoprirete solo leggendo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esseri Umani
 
 
Guardai la sveglia sulla mia scrivania e mi resi conto che tra il racconto di Shinichi e tutto il resto si era già fatto tardo pomeriggio; erano le 17.33.
Diedi un veloce bacio sulle labbra a Shinichi e gli sorrisi, e dopo averlo salutato andai in cucina, a cercare il mio cellulare, mentre lui si diresse in camera sua per prepararsi all'allenamento di calcio serale, che svolgere tre volte a settimana.
Presi il mio cellulare e chiamai Sonoko:
"...Pronto?" Sentii dall'altro capo del telefono dopo un paio di squilli
"Ciao Sonoko! Sono Ran " dissi,  salutandola
"Halleluja Ran! Ci voleva tanto a farti sentire ieri?" Disse, con un tono da finta scocciata, piuttosto ironico
"Oh, ehm, sì...scusami..."dissi, un po’ imbarazzata
"Vabbe lasciamo perdere! Perché mi hai telefonato?" Disse, curiosa
"Ecco volevo chiederti se potevamo vederci" dissi
"Oh Ran, ma io non ho alcun problema, basta che non mi dai buca un'altra volta" disse con tono offeso, ma piuttosto divertita
"No, puoi  starne  certa!" dissi "Devo parlarti di una questione urgente, ma piuttosto importante"
"D'accordo! Quando vuoi?" mi chiese
"Domani mattina alle 9:30 alla fontana del parco Beika?"suggerii io
"Può andare!"esclamò
"Allora a domani, ciao Sonoko" dissi
"Ciao Ran, a domani" disse lei per poi chiudere la conversazione.
Sospirai. Non sarebbe stato facile spiegare a Sonoko tutta la faccenda.
"Chi hai chiamato?" chiese uno Shinichi in divisa di calcio
"Sonoko" risposi "Domani la incontrerò al parco per una chiacchierata" dissi
"Ok" mi rispose "Allora io vado" ?disse per poi scoccarmi un bacio sulla guancia ed uscire dalla porta, diretto al campo della scuola.
Io sentii un brivido al suo tocco e dopo che lui fu uscito mi sfiorai il punto dove avevano fatto contatto le sue labbra, chiusi gli occhi e  sorrisi
"Buon allenamento Shinichi" sussurrai, anche se lui non poteva più sentirmi.
Quella sera andai a letto piuttosto agitata e sperai vivamente che Sonoko, il giorno successivo, sarebbe stata clemente e mi avrebbe ascoltata, per poi darmi una mano.
 
 
 
Un rumore insistente e fastidioso mi obbligò ad aprire gli occhi, ma non feci in tempo a pensare a cosa fosse che già l'avevo capito. Tastai il mio comodino con una mano, ancora assonnata, cercando quel oggetto infernale chiamato sveglia. Trovai il tasto, e lo pigiai mettendo fine a tutto quel trambusto.
Mi stropicciai gli occhi e osservai lo schermo della radio, erano le 8.00. OK, ero in orario. Mi misi a sedere e incrociai le gambe, sospirando; ero agitata, anche se non volevo darlo a vedere. Mi alzai e mi diressi in cucina, dove trovai un bigliettino: era di Shinichi. Mi venne spontaneo sorridere e iniziai a leggere:
 
Buon giorno Ran! Ho pensato di farti un dolce regalo per un miglior risveglio, e prima che tu possa vederlo e prendermi in giro, però sappi che ci ho messo tutto il mio impegno e la mia buona volontà, ci ho provato a fare qualcosa di decente, e spero che tu possa apprezzarlo
Ti Amo
Lo Sherlock Holmes del terzo millennio, Shinichi Kudo ;)
 
Arrossii nel leggere quel "Ti Amo", e sentii il mio cuore stracolmo di felicità.
Sul foglio c'era anche disegnata una freccia che indicava un vassoio sul tavolo da lavoro, che mi sembrò un po' più in disordine di come lo avevo lasciato la sera precedente, quando avevo lavato i piatti.
Mi avvicinai e vidi che Shin aveva preparato un a colazione occidentale in piena regola (o almeno ci aveva provato): Cappuccino, biscotti e brioche. Non avevano un bel aspetto, ma apprezzai il gesto, e mi stupii del fatto che Shin non avesse dato fuoco alla cucina. Ahaha!
Iniziai a mangiare, e mi resi conto che non era poi così male...diciamo, mmh? Commestibile? No, dai, a differenza dell'aspetto erano davvero (quasi) buoni.
Dopo aver fatto colazione chiamai mio padre, non lo sentivo da due giorni, e con tutto quello che era successo mi ero dimenticata di chiedergli qualcosa riguardo al caso, o semplicemente per sentire come stava.
 "Pronto?" sentii risponde dall'altra parte
"Papà! Ciao, volevo sapere oggi quando torni"        
"Tornerò questo pomeriggio" mi rispose, non molto attento alla conversazione, e la cosa mi insospettii
"Papà dove sei?" Chiesi, assottigliando gli occhi
"Oh, beh Ran dove vuoi che sia?.. . sto tornando ok?" Disse
"Ora devo andare, ciao" tentando di mettere fine alla conversazione, ma io sentii un "Dai Kogoro muoviti o perderai un'altra volta!" da una voce che non mi parve per niente sobria.
Stavo quasi per sgridarlo, come al mio solito, ma non feci in tempo ad aprire bocca che papà mi chiuse il telefono in faccia, lasciandomi sbigottita.
Il solito! pensai, ma non mi era mai capitato di vedere mio padre alticcio alle 8:30 del mattino...
Accidenti! Ma non ci pensava alla sua salute?! Sospirai, e chiusi anche io la telefonata. Non sarebbe mai cambiato.
Mi feci una doccia e mi vestii: mi misi una maglia a maniche lunghe e un leggero golf azzurro, mentre optai poi per un semplice paio di leggins neri e delle comode scarpe da ginnastica
Mi incamminai verso il parco di Beika, ma presi la strada più lunga, tanto ero in anticipo. Feci una breve passeggiata per il parco e mi avviai verso la fontana, ma senza vedere Sonoko.
Guardai l'ora sul display del cellulare: ore 9:30.
Feci giusto in tempo a leggerlo che la squillante voce di Sonoko mi giunse alle orecchie
"Ran!" mi urlò ed io alzai gli occhi dal cellulare per ricambiare il suo saluto
"Ciao Sonoko, puntuale come un orologio svizzero!" dissi scherzosamente, mentre lei si fermò a pochi passi da me e mi disse, incrociando le braccia al petto
"Beh, Ran non sono io quella che fa aspettare le persone per più di mezz'ora" esclamò con finta aria di rimprovero per poi guardarmi e mettersi a ridere del mio imbarazzo
Mi misi seduta a gambe incrociate sul bordo della fontana e lei mi imitò. Restammo per qualche minuto in silenzio, accompagnate dal venticello fresco e dal rumore della fontana alle nostre spalle.
Nel pomeriggio quel parco era piuttosto affollato, a causa delle orde di bambini e ragazzi che vi si dirigevano, però visto che erano praticamente le 10 del mattino, i ragazzi erano a scuola, e nel parco c'era davvero pochissima gente. Mi godetti quella pace, che mi calmò, ma come si suol dire quella era solo la quiete prima della tempesta, che difatti sarebbe scoppiata di li a poco, infatti...
"Allora?!" irruppe Sonoko, spezzando quella bellissima atmosfera creatasi qualche minuto prima "Perché l'altro giorno non sei venuta all'appuntamento?" mi chiese, curiosa.
Eccola, la domanda che tanto temevo era arrivata e si era schiantata nelle mie orecchie come una bomba sganciata da un aeroplano esplode al suolo, non appena fa contatto con esso.
Distolsi lo sguardo dal suo, osservando qualcosa di imprecisato davanti a me, tentando di stare calma e avere un tono di voce regolare
"Sono andata a casa di Shinichi" dissi, alzando le braccia al cielo per stiracchiarmi e soprattutto per cambiare posizione, mi sentivo troppo agitata.
"C-Cosa?"sentii lo sguardo sbalordito di Sonoko addosso, ma non mi girai, rimanendo a fissare gli alberi del parco che mi si paravano davanti; le foglie erano ingiallite, e alcune già erano cadute, creando uno scenario davvero fantastico
"Hai capito benissimo Sonoko, io sono andata a casa di Shinichi", affermai, spostando lo sguardo al cielo: era davvero una bella giornata.
Il cielo di un azzurro quasi surreale e il sole che con la sua luce pallida di inizio Settembre riusciva a riscaldarmi con gli ultimi giorni di caldo estivi, il che mi faceva sentire più sicura, come se quel calore portasse buon auspicio.
“Ah…Ok ma come mai?” mi chiese, prima imbarazzata, poi incuriosita
“Non lo so…” risposi, quasi assente, voltandomi in a guardare i suoi occhi azzurro-verdi, quando mi resi conto che veramente non sapevo il motivo di quel che avevo fatto. Avevo usato la scusa del vedere com’era la casa dopo dieci anni senza essere pulita, ma, appunto,era una banalissima scusa che io stessa avevo usato per convincermi ad entrare. Sapevo però perfettamente che non era stato quello il vero motivo, e tutt’ora non ero in grado di spiegare il perché della mia azione…ci ero entrata e basta, come attirata da qualcosa, o forse era solo destino.
Lessi davvero molto stupore nel suo sguardo, ma poi mi chiese, diventando seria come mai l’avevo vista negli ultimi anni
“Cos’è successo, Ran?”
Lo ha fatto di nuovo! Ma come fa? Come ha capito che era successo qualcosa? Mi sa che non lo scoprirò mai…
“Io l’ho…rincontrato…” –anzi, ritrovato!- avrei dovuto dirle, ma mi limitai a pensarlo.
“E?” mi incitò lei a continuare.
In quel momento mi assalì tutta l’ansia che avevo provato a nascondere durante la conversazione, e mi si fermò all’altezza della gola, fino a formare un nodo che stentava a sciogliersi, impedendomi di parlare. Chiusi gli occhi, per calmarmi e presi un respiro profondo; in fondo Sonoko era la mia migliore amica, e di sicuro, che fosse stata d’accordo o meno mi avrebbe aiutata, o almeno questo era quello che speravo accadesse: in quel momento, avevo paura dei suoi occhi, seri e indagatori, che sembravano dovermi giudicare da un momento all’altro.
“Ci sono andata a letto” affermai, sempre con gli occhi chiusi, spaventata dalla reazione che avrebbe potuto avere, infatti:
“COSA!?” urlò, facendomi sobbalzare e attirando l’attenzione delle poche persone presenti nel parco, le quali si voltarono verso di noi, fissandoci
“Te lo devo ripetere?” chiesi, ironicamente, per smorzare l’aria tesa che aleggiava tra di noi, mentre lei aveva una faccia scandalizzata
Mi prese per le spalle, scuotendomi per attirare la mia attenzione su di sé
“Ran! Smettila di scherzare! Questa è una cosa seria!” disse con tono di rimprovero, severamente.
Mi vennero le lacrime agli occhi a sentirmi la verità arrivarmi alle orecchie come uno schiaffo in pieno volto, ma le sue parole mi diedero un non so che di fastidio che mi fece dire
“Cosa credi che non lo sappia? È Sonoko? C’è in ballo il mio futuro qui, pensi che non me ne importi niente di quello che succederà?! Credi che non sappia che a causa di quel che è successo il mio matrimonio salterà di sicuro e Kaito mi odierà a morte per averlo illuso in quel modo!?” dissi, rendendomi finalmente conto di quello che sarebbe successo a causa di quello che era accaduto
“Pensi che non me ne importi?...” sussurrai, alzandomi per calmarmi e volgendo gli occhi al cielo per evitare di far uscire le lacrime che premevano agli angoli degli occhi, impresa piuttosto ardua per me, che infatti fallì.
Mi accovacciai affianco ad un albero e appoggiai le ginocchia al petto, per poi appoggiarci sopra la testa, nascondendomi gli occhi.
Di nuovo quel buio incontrastato mi assalì, e io mi sentii sola ed incredibilmente stupida: avevo tradito il mio fidanzato per il mio unico amore e ora non sapevo che fare, ed una domanda mi affiorò nella mente, veloce quanto un fulmine, facendomi paralizzare sul posto
Ma è sbagliato sbagliare per amore?...
Quasi mi misi a sorridere ironicamente, perché io di errori in amore ne avevo fatti, e tanti anche! La risposta, quindi io la conoscevo meglio di tutti gli altri: No.
No, perché noi non siamo macchine fredde e calcolatrici, noi siamo esseri umani, con dei sentimenti, dei pregi e dei difetti, e commettiamo errori di continuo, ogni giorno!
Ma d’altronde non ci possiamo lamentare, perché nessuno è perfetto, perché la perfezione non esiste.
Sorrisi di cuore quando mi resi conto che quel pensiero altro non era che la verità, ma ciò che mi rese davvero felice fu Sonoko.
Mentre piangevo si era avvicinata a me, ed ora mi stava stringendo in un abbraccio colmo di affetto, mormorando “Scusa”, ogni tanto.
Questo mi rese davvero felice.
“Scusa se ti ho attaccata in quel modo, ma sono sconvolta, e la notizia che mi hai dato è stata come un fulmine a ciel sereno” disse, staccandosi leggermente per farmi un sorriso di scuse.
“Tranquilla” sussurrai, e lei disse
“Ti va di raccontarmi cosa è successo, di preciso?” mi chiese, ed io annuii col capo, e le dissi
“Bada bene che per credere a questa storia devi avere molta immaginazione eh” dissi, con un lieve sorriso
“Ci proverò!” mi rispose, convinta, alzando la manica della sua maglia per farmi vedere i “muscoli”, ed io finalmente risi, risi di gusto e lei insieme a me.
Dopo qualche minuto divenni seria e iniziai a raccontarle tutta la storia, per filo e per segno: Tutta la storia di Conan Edogawa, tutta la storia di Shinichi Kudo.
 
 
 
Hey! Avete visto? Non sono del tutto scomparsa!
AHH! Ho perso ilo conto di quanti giorni sono passati dall’ultima volta che ho pubblicato; mhh…? 1,2,3…Troppi!
Scusatemi immensamente per il mio memorabile ritardo >.<
Non era mia intenzione metterci tanto a scrivere questo capitolo, ma non ho avuto molto tempo ultimamente ^.^
Vi prego di scusarmi.
Tornando al capitolo; finalmente il sospirato capitolo 8 è arrivato, e spero che possa piacervi ^-^
Vi voglio ringraziare tutti
Entoni448, _fantasie_, ricy980, elsola, starmystar e shinichi e ran amore per aver recensito il capitolo precedente
Ringrazio inoltre chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e chi legge solamente
Grazie mille a tutti!!
Cercherò di aggiornare il più presto possibile, ma non vi prometto nulla, ma state certi che ci proverò ^.^
Alla prossima
Miao
ShinRan4862
 
   
 
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