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Autore: Nanek    10/10/2015    4 recensioni
Perché, nonostante questo, Mary piange davanti allo schermo del suo portatile? Perché ancora una volta si lascia schiacciare dall’insicurezza? Perché crede che Bryana dovrebbe stare con Ashton e non lei? Perché, ancora una volta, crede agli altri e non all’unica persona che conta?
Un messaggio per Ashton.
“Forse dovremmo lasciarci.”
*
Più passano i minuti, più la voce di Michael sembra avere ragione per l’ennesima volta, dato che Layla è appena sparita e lei è ad una festa da sballo, completamente sola.
La sua amica si sta allontanando con un ragazzo che mai ha visto, senza ricordarsi di lei, del fatto che sia lì davanti, come se fosse solo un'ombra.
Un messaggio a Michael.
“Ti prego, vieni qui, vieni a prendermi.”
*
Luke è sempre stato il suo più grande sogno e, da ingenua, ha sempre creduto che lui fosse quello per lei, colui che ci sarebbe sempre stato, colui che l'avrebbe amata davvero, colui che non avrebbe mai cambiato i suoi sentimenti così forti.
Non avrebbe mai creduto di arrivare a pensare che lui... potrebbe davvero cambiare idea su di lei.
Un messaggio per Luke.
“Non voglio che ti stanchi di me.”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Broken pieces

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*Sempre Nanek che vi parla! Lol. Dai leggete le note finali, chissà che vi rendano felici*
 
 
I woke up in the place we started
Your clothes on the floor in that old apartment
I never thought you'd leave without a trace
I can't shake this sinking feeling
I know you're not there and I'm barely breathing
Holding onto things I can't replace.

 
Vanessa dimentica spesso il cellulare in silenzioso.
Non lo fa di proposito, ma non riceve troppe chiamate nel corso della giornata, di conseguenza non ci vede l’utilità nel lasciare la suoneria, anche perché, lei, il cellulare ce l’ha sempre sott’occhio.
E ce l’ha sotto mano anche adesso, mentre il nome di “Hemmo <3” illumina lo schermo, una chiamata alla quale lei non tarda a rispondere.
«Pronto?» chiede titubante, sentendo il cuore balzarle in gola al sentire la voce di lui dall’altra parte.
«Sono sotto casa tua. Vieni giù» e lui è dolce, in quelle parole, è dolce e a Vanessa salgono le lacrime al vedere quanto lui ci tenga a lei: lui che si è precipitato subito a casa sua, dopo quel messaggio così strano.
«Luke… non credo sia il caso»
«Dai, Vane, ci facciamo un giretto. Io e te. Così parli un po’»
«Luke… ho paura a parlare in questo momento»
«Ti farà bene, te lo prometto. Dai, amore, vieni giù. Mi… io… sono preoccupato» confessa mentre lei sente un brivido lungo la schiena.
«Arrivo.»
 
I'm looking for a way to change my mind
Don't walk away.

 
Quando Vanessa esce di casa lo nota subito, appoggiato alla sua macchina grigia, vecchia, la macchina che suo fratello Jack gli ha ceduto, la macchina che –presto o tardi- lo lascerà a piedi, ne è più che convinta.
Lui la guarda avanzare verso, le sorride, come fa sempre quando incrocia quegli occhi. Ma lei non riesce a contraccambiare quel sorriso, limitandosi a un leggero cenno con il capo, limitandosi a qualcosa di simile ad una smorfia, più che un sorriso.
«Hey» sussurra, ora davanti a lui.
«Ciao» risponde il ragazzo, abbassandosi verso di lei, cercando le sue labbra per lasciarle un bacio leggero. Ma lei scosta il viso, facendo finire quelle labbra sulla sua guancia.
«Cavolo, hai evitato un bacio da parte mia. La cosa qui è seria» fa dell’ironia lui, ridendo un po’ per smorzare quella tensione che sente tra di loro, senza coglierne il motivo, dato che lui, ne è sicuro, non ha fatto niente di male per meritarsi tale freddezza.
«Te l’ho detto, non sono dell’umore» risponde tagliente, spostando lo sguardo altrove, timorosa di dover guardarlo in faccia.
Luke sospira, lascia un po’ di silenzio tra loro due, prima di lasciar scivolare quello che lo sta tormentando «Mi puoi spiegare il significato di quel messaggio?» lei sente nuovamente la rabbia mescolata alla tristezza e allo sconforto salire.
Emozioni che, però, la portano a reagire nel modo sbagliato.
 
Oh, tell me what we're fighting for
It's turning to an all out war
I'll find a way to fix these broken pieces
And let go
I'm tryna find a way back home
If it takes until I'm skin and bones
I'll find a way to fix these broken pieces
And let go

 
«Ho litigato con i miei, di nuovo!» esclama a voce troppo alta, un sorriso ironico sulle labbra, le braccia che si muovono all’unisono, le mani che battono sui jeans «E indovina su cosa, Luke? Su quella cazzo di Università che tutti voi mi avete praticamente costretto a fare!» e lo guarda, ridacchiando nervosa, notando come l’espressione di Luke si sia un po’ incupita.
«Vane… non ti abbiamo costretto, lo sai. Noi abbiamo solo voluto darti un consiglio…» la riprende, cercando di essere delicato, ma per lei, ogni parola che esce dalla sua bocca, sembra la cosa più sbagliata.
«Troppo facile dirlo così, carino! Davvero troppo facile tirarsi indietro!»
«Vane… non mi sto tirando indietro. Ti ho sempre detto di fare quello che ti senti, però… dato che ti conosco, volevo suggerirti di continuare, perché sapevo quanto ti saresti pentita in futuro. Tu sei portata per i libri, gli esami, le lezioni infinite, io volevo solo darti un consiglio»
«E tu cosa vuoi saperne, Luke? Non è che magari potrei anche essermi rotta i coglioni di tutto questo? Delle lezioni, degli esami e dei professori? O devo essere sempre uguale, senza cambiare mai, solo perché fa comodo a te?!» e la voce di lei è fin troppo alta, fin troppo arrogante ed esagerata, tanto da lasciare Luke senza parole, incredulo, gli occhi sorpresi.
Nella testa cerca di ripetersi di stare calmo, cerca di capirla perché è frustrata, ha bisogno di sfogare un po’, cerca di capirla perché chissà cosa le hanno detto i suoi, dato che tendono sempre ad esagerare, a colpire punti di troppo deboli per lei, punti che fanno male, che le riempiono la testa di incertezze.
Sospira, Luke, spostandosi dalla macchina, camminando verso la portiera del guidatore, dimenticando di essere veloce a dirle di salire con lui.
Troppo lento, tanto da scatenare in lei il peggio.
«Ma guarda, te ne vai, scommetto!» commenta Vanessa, un sorrisetto divertito, la poca luce del lampione nasconde i suoi occhi lucidi, già pronti a far scivolare delle lacrime.
«In realtà non me ne stavo andando da solo» la corregge lui.
«Certo che no, ma cosa vado a pensare!» l’ironia nella sua voce «Non prendermi per il culo, Luke. Te ne stavi andando, stavi prendendo quella fottuta macchina e te ne stavi andando. Chi non scapperebbe in una situazione simile? Tutti lo farebbero, tutti! Tu mica sei da meno, logicamente» ride, ma senza alcuna traccia di divertimento.
«Stai andando fuori di testa, sali in macchina» la incita secco, perché pure Luke Hemmings ha un certo livello di sopportazione.
«Non sei mica tanto diverso, tu, caro Hemmings. Sei esattamente come tutti gli altri, sei un cretino che ha il cervello tra le gambe, ragioni con quello, dovevo pur aspettarmelo!»
«Sali in macchina, Vanessa»
«E cosa ti dice il tuo amichetto? Di andare via, logicamente. Scappare, andartene, allontanarti. Magari, un giorno, non torni più, andrai via davvero. Ti stancherai di me come hanno sempre fatto tutti! Chi mai sopporterebbe l’idea di stare con me in eterno! Sicuramente non il cantante dei 5 Seconds of Summer!» e a Luke irrita da morire la sua risata, irrita sentire quelle parole così cattive, quelle parole che, davvero, sta tentando di mandare giù senza darci peso.
«Sali in macchina. Per favore.»
«Il cantante più acclamato che può averle tutte ai suoi piedi. Colui che scocca le dita e voilà! Una bella mora tra le gambe, nuova di zecca, dai lunghi capelli scuri che riempiono quella testa vuota. Senza cervello, ma con due tette e un culo… che subito risolvono tutto, non è vero? Perché voi ragionate così, voi ragazzi. Basta che l’amichetto laggiù sia soddisfatto!» e lo sbattere della portiera da parte di Luke la fa sobbalzare e ammutolire all’istante.
Lo guarda camminare nuovamente verso di lei, lo sguardo di chi è furioso e pronto a dirgliene di tutti i colori.
E lei sa di meritarsi ogni singola parola che uscirà dalle sue labbra.
Tuttavia…
«Sali in macchina, porca puttana! Sali, o ti ci metto io! Sali in macchina» scandisce quelle parole con rabbia, aprendole la portiera dell’auto, sbattendola con altra forza non appena lei esegue quello che le è appena stato ordinato, imprecando nuovamente mentre si mette al volante, partendo fin troppo veloce.
E, Vanessa, non osa chiedere dove siano diretti.
 
Our last words ringing in my head
I wish we'd take back all the things we said
I'm tryna find a way to yesterday
Turning in circles and chasing our tails
And wondering why we created this wasteland
I wish you wouldn't be so cavalier

I'm looking for a way to change my mind
Don't walk away

 
Poi la strada diventa familiare, mano a mano che Luke percorre quelle stradine che conoscono solo loro, le stradine che percorrono sempre per evitare il traffico, quando sono diretti al mare.
Stradine illuminate da qualche lampione, stradine piene di alberi e di strettoie, di curve che Luke prende troppo velocemente, tanto che Vanessa quasi chiude gli occhi per paura del peggio.
Ma sa benissimo che quella guida così agitata è solo per colpa delle sue parole.
L’ha ferito e non poco.
Gli ha dato del superficiale, lo ha accusato di essere in grado di lasciarla per qualche ragazza facile che si trova in giro, l’ha accusato di essere un bugiardo, un idiota che non usa il cervello.
Lo ha ferito davvero e, lui, non ha neanche avuto il coraggio di ribattere a tono.
Non l’ha fatto e, questo, la fa sentire ancora più male.
Perché Luke dimostra di essere, ancora una volta, migliore di lei.
Sente le lacrime solcarle le guance, mentre dei singhiozzi silenziosi le invadono il petto.
Singhiozzi che, però, si fanno mano a mano più rumorosi, soprattutto quando la loro meta non è più così distante.
Luke spegne la macchina, dopo aver parcheggiato vicino all’entrata per la spiaggia, si slaccia la cintura, ma non ha il coraggio di scendere.
Vanessa soffoca il suo pianto, nel tentativo di poterlo nascondere ancora, perché lei odia piangere, lui lo sa, lei odia piangere, sentirsi gli occhi bruciare, non essere in grado di esprimere quello che le passa per la testa per colpa dei singhiozzi.
È lei, infatti, a scendere per prima, quasi scappando da quella situazione.
Scende dalla macchina e cammina veloce verso la spiaggia, mentre Luke la segue con passo spedito, fino quasi a correre.
Poi lei si ferma, quasi all’improvviso, si volta verso di lui, nascondendosi sul suo petto, avvolgendolo in un abbraccio stretto, mentre le lacrime continuano a scenderle veloci.
«Sono una cretina, una cogliona. Sono la persona più orribile a questo mondo e non merito un ragazzo come te. Mi dispiace, Luke. Vorrei potermi rimangiare ogni singola parola che ho detto» dice di getto Vanessa, stringendo ancora di più la presa sul corpo di lui.
Luke le accarezza i capelli, mentre l’altra mano la tiene più vicina a lui, lasciandola parlare, lasciandola sfogare ancora un po’, sentendosi più rilassato.
Perché prima credeva davvero di averla persa.
 
Oh, tell me what we're fighting for
It's turning to an all out war
I'll find a way to fix these broken pieces
And let go
I'm tryna find a way back home
If it takes until I'm skin and bones
I'll find a way to fix these broken pieces and let go
Let go, let go
Fix these broken pieces and let go

We're fading out, we're all alone
It's what you wanted, I suppose
I can tell you feel the same
When you say you're looking for a way to change your mind, don't walk away

 
«Ho litigato con i miei genitori e me la sono presa con te. Ho litigato con loro e ho preferito prendermela con l’unica persona che mi sopporta, piuttosto del cuscino. Sono un’idiota, Luke, sono orribile ma… loro… loro hanno tirato anche te in ballo, hanno messo anche te in mezzo a quella discussione» confessa finalmente, facendolo un po’ irrigidire, perché non capisce proprio cosa c’entri lui in quel casino.
«Hanno cominciato a dirmi che non so nulla della mia vita, del mio futuro, dei miei sogni. Hanno cominciato a buttarmi giù, a dirmi che non sono in grado di vedere oltre il presente, dandomi dell’immatura, dell’infantile, lamentandosi di questo mio modo passivo di vivere senza desideri, senza ambizioni» la mano di Luke gioca tra i suoi capelli corti, mentre le dita di lei non sembrano volersi slegare, le sue braccia non vogliono lasciar andare quell’abbraccio.
«Hanno cominciato a dirmi che tu i sogni li hai, che tu i piani per il futuro li hai chiari, che hai ambizione, che giri il mondo, che non hai paura ad andartene…» alza lo sguardo verso il suo, mordendosi il labbro un po’ «Ho cominciato a pensare troppo, come faccio sempre. Ho cominciato a pensare a noi due insieme, al nostro futuro…» una lacrima «E sentivo le loro voci in sottofondo, ti vedevo lontano, ti vedevo troppo distante… ho cominciato a pensare che ti stancherai presto di me, del mio essere così bloccata al presente, del mio essere così maledettamente attaccata a casa mia… ho cominciato a credere che tu… potessi davvero lasciarmi e trovarti qualcuno di più facile da capire, qualcuno più disposto a vivere la vita come fai tu, qualcuno che non si comporta da pazzoide perché litiga con i genitori, qualcuno… migliore di me e adatto a te» il vento soffia più forte su di loro, un vento che scompiglia i capelli di lei, un vento che sembra pure lui offeso da quelle parole.
Luke resta in silenzio, abbassandosi un po’ per baciarle le labbra.
Un bacio delicato, un bacio che, poi, gli lascia un sorriso tenero, sorriso che lei non capisce.
 
Oh, tell me what we're fighting for
It's turning to an all out war
We'll find a way to fix these broken pieces

 
Oh, tell me what we're fighting for
It's turning to an all out war
I'll find a way to fix these broken pieces and let go
I'm tryna find a way back home
If it takes until I'm skin and bones
I'll find a way to fix these broken pieces and let go
Let go, let go
Fix these broken pieces and let go

 
«Se Calum fosse qui a suggerirmi cosa dirti, mi direbbe che… te lo meriti un “vaffanculo” di quelli cattivi, per le cose che mi hai detto prima, gattina cattiva» le tocca la punta del naso con l’indice, prima di cancellare quelle lacrime con il pollice «Tuttavia, come si fa ad essere cattivi con una gattina triste come te? Cioè, mi stai guardando con questi occhioni blu da gattina sperduta, mi sentirei pure in colpa!» e ride, ride e lei si morde il labbro.
«Merito qualcosa di peggiore di un semplice “vaffanculo”, Luke» lui le lascia un altro bacio, come a zittirla.
«Taci! Sono io la vittima, non tu. Non farmi sembrare il cattivo, io sono un pinguino buono e adorabile» ride ancora per le scemenze che sta dicendo nel tentativo di farla sorridere «Diciamo che… sei perdonata a metà, gattina. Le scuse le accetto, ma non so se mi bastano» si fa pensieroso, mentre lei un po’ arrossisce: quel nomignolo già ripetuto tre volte… sta a significare solo una cosa.
«Sesso riparatore?» propone lei, vedendolo strabuzzare gli occhi a tale proposta.
«Piccola pervertita! Passi troppo tempo con Michael, cosa mi tocca sentire» fa del melodramma, mentre lei si lascia scappare un sorriso divertito, sicura di quello che dirà lui in seguito.
«Però… non è una cattiva idea, sai? Prima mi hai fatto venire su una rabbia assurda, bisogna pur sempre sfogare in qualche modo» si spiega meglio, sempre con un sorriso fin troppo grande «Però… però… io pensavo anche ad altro, sai?» e sta volta lei si fa seria, dato che non capisce dove voglia andare a parare.
«Illuminami, pinguino»
«Direi che… io e te, ci meritiamo una vacanza! Ma non qui, nella noiosa e invidiabile Sydney. Dovremmo andare… a Santorini!» e quel nome lascia senza parole Vanessa.
«Santorini?!»
«Sì, gattina, Santorini! La città che guardi sempre in Google immagini e che mi nomini sì e no dieci volte al minuto. Santorini, solo io e te» le bacia le labbra, mentre lei è incredula.
«Luke… ma…»
«No! Nessun “ma”. Vuoi farti perdonare? Allora accetta, vieni in vacanza a Santorini con me» le bacia la guancia, arrivando a sussurrarle all’orecchio «La città bianca, il mare blu come i tuoi occhi, il cielo senza nuvole. Io, te, il sole, tanti asini che ti portano in giro, le stanze color pastello…» ripete a memoria quelle parole che lei dice sempre quando si tratta di Santorini, aggiungendoci, però, qualcosa di suo, qualcosa che la fa arrossire ancora «Poi la sera… se proprio vuoi camminiamo in spiaggia, ma… se magari dovessi essere particolarmente propensa a stare a letto… c’è altro che potremmo fare» ride.
«Poi sono io che passo troppo tempo con Michael…»
«Tanto lo so che senza il mio amichetto non vivi»
«Perché devi rovinare tutto con questi discorsi da ragazzino con gli ormoni a mille?» ridono entrambi, lasciando che le loro labbra si uniscano di nuovo.
«Perché ami anche questo di me, non solo il mio lato dolce che non si stancherebbe mai di ripeterti quanto tu sia importante per me, quanto tu sia unica e non così facile da lasciare andare, come credi tu in questa testolina bionda» sorride tenero, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio «E anche io amo quella parte di te che è affezionata a questa città, quella parte di te che è ancora un po’ persa in sogni non del tutto chiari, quella parte di te che viene fuori quando litighi con i tuoi genitori, rendendoti una pazza, una pazza che mi fa ridere e… un po’ incazzare» ammette, notando come lei abbia già abbassato lo sguardo.
«Ma, questo, non vuol dire che mi stancherò di te. Io ti ho scelto, Vane. Ho preso tutto il pacchetto: la Vane dolce, romantica, coccolona che diventa una gattina molto sexy, ma anche la Vane scontrosa, arrabbiata con il mondo, che basta davvero poco per finire nella sua bellissima lista nera. Ho scelto te, ogni cosa di te, ogni tua sfumatura di giallo» la prende in giro «E so che anche tu hai fatto lo stesso con me. Non sono perfetto, tu lo sai. Lo capisci quando me ne sto in silenzio tutto il giorno, lo capisci quando mi ammalo, mi sparisce la voce e mi viene quasi da piangere perché temo di perderla per sempre e di non cantare più. Mi capisci più di quanto tu possa immaginare, sopporti i miei umori con pazienza, neanche mia mamma ci riesce, molte volte. Tu hai scelto Luke, in ogni sfumatura; io ho fatto lo stesso con te, e non me ne pento» conclude, accarezzandole la guancia.
«Sfumature di pinguino, sfumature di blu» scherza lei, abbracciandolo nuovamente.
«Non mi stanco di te, Vane. Non pensarlo mai più» le sussurra ancora, mentre lei alza gli occhi verso di lui.
«Ti amo, Luke. Grazie, perché fai tutto questo per me» gli lascia un bacio, sentendo le mani di lui sul viso.
«Anche io ti amo, però…» si guardano «Però ci vieni a Santorini con me, vero?» e lei sorride, baciandogli la punta del naso.
«Ma andiamo a Santorini! Fanculo tutto, Santorini la sogno da una vita!» libera quelle parole facendolo sorridere, facendo urlare anche lui per l’emozione, mentre la prende in braccio e comincia a girare su se stesso, facendo cadere entrambi, perché Luke non è mai stato troppo stabile.
Ma ridono lo stesso, ridono e si baciano, cercandosi con gli occhi, con le labbra, con le mani.
Ridono di loro due insieme, per terra sulla sabbia, mentre il suono delle loro risate si mescola al suono delle onde e al vento che soffia di meno.
Ridono e restano abbracciati, mentre si avviano verso la macchina per tornare a casa.
Sorridono e si tengono per mano, mentre Luke guida e Vanessa comincia già a cercare un itinerario per la loro vacanza.
I loro occhi felici che quasi brillano.
L’adrenalina per la novità del viaggio che già circola dentro di loro.
Le loro voci che discutono su Santorini e poi cantano su note che sentono dentro la testa.
I loro cuori ancora con tutti i pezzi presenti.
Pezzi che solo Luke sa ricomporre con il cuore di Vanessa.
Pezzi che solo Vanessa sa ricomporre con il cuore di Luke.
Pezzi che non si stancheranno mai di raccogliere e di sistemare.
Senza stancarsi mai di loro due.

 
 
 


Note di Nanek
È finitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
Già, è finita.
Un finale con il botto, almeno per i miei ormoni.
Già, Luke.
Già, Santorini.
Sigh.
Se vi ho detto di leggere le note un motivo c’è, insomma.
Diciamo che le nuvole nere di qualche settimana fa, se ne stanno un po’ andando, anche se sono certa che basteranno poche settimane e torneranno presto.
Ma comunque, nell’attesa del ritorno della catastrofe, sto facendo delle cose, che renderanno felici molte di voi che hanno dimostrato quanto ci tengano alle mie storie.
Beh, io e Jade torniamo presto con Tomorrow never dies. Il capitolo 18 è quasi finito, speriamo di postare in settimana! Per la gioia di chi legge quella storia.
Per quanto riguarda me, ho deciso di partecipare ad un contest, e scriverò sul fandom dei 5sos, perché sono nel momento giusto.
Per quanto riguarda How I met your mother, io ho due capitoli pronti, me ne mancano solo altri due ed è FINITA. Devo solo trovare il coraggio, e posto anche lì, per concludere quello che ho iniziato. Ma lo faccio, insomma, nonostante la decisione della settimana scorsa.
Diciamo che è difficile non pensare a quella storia, è difficile non pensare a quel Luke. Quindi torno, prima di quanto credessi, torno e mi metto l’anima in pace, perché mi sto rendendo conto di quanto mi dispiaccia lasciarla lì. Però non so quando torno, su questo abbiate pazienza, ma vi informo se lo faccio, non preoccupatevi.
Detto questo, spero di rendervi felici, almeno un po’.
Per quanto riguarda Niall Horan, ho postato una OS,
Infinity., se volete leggerla, è lì.
Anche su di lui ho scritto qualcos’altro che posterò presto.
Detto questo, nulla. È finita anche Fly Away, con un happy ending pure per l’ultima coppia.
Grazie di cuore per ogni cosa <3
Grazie di cuore a Giada e Mary, perché pure voi ci avete messo del vostro per farmi cambiare idea, lo so che complottate contro di me, eh! mica scema io. Grazie tose, il bene che vi voglio farebbe ingelosire Michael, Ashton, Calum e pure Hemmo <3
Nanek

 
  
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