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Autore: linpa88    24/10/2015    1 recensioni
Mary è una ragazzina dispotica e decisamente poco femminile con un caratterino autoritario, Gabriel invece è il bello di turno che tutte vorrebbero avere per la vita ma a lui una notte basta e avanza. Sembrerebbe la solita storia piena di cliché se non fosse che con Mary non esistono cliché; riuscirà Gabriel a conquistarla?
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Avevo detto che avrei postato il secondo capitolo domenica ma niente, pare che la storia sia un così tale successo che mi hanno richiesto subito il secondo capitolo. Sono stata manchevole la scorsa volta perché ho dimenticato un sacco di persone a cui devo tanto per questo racconto: voglio ringraziare Laura perché senza il suo Gabriele, bhè Mary sarebbe sicuramente felice in una vita priva di senso... bruciarsi fa male ma lei è forte. Voglio ringraziare Elena (benedetta sia tu e il Replace) e voglio ringraziare Valentino (Mi hai tirato fuori da una situazione difficile e mi hai fatto conoscere tante bellissime persone... grazie infinitamente).


Gabriel era il ragazzo più odiato e il più amato della scuola.

Essendo di costituzione mingherlina, le poche volte che Mary lo aveva incrociato, aveva pensato che fosse buono solo come scopa per pulire, se non fosse stato per il fatto che portava sempre i capelli rasati e per questo la pelle del cranio gli si sarebbe staccata immediatamente dallo scalpo; nient’altro in Gabriel le ispirava particolari pensieri e Mary sperava di non averci mai a che fare. Per quello che ne sapeva, e per quello che le interessava, Gabriel era un ragazzo che aveva passato più ore tra le gambe delle ragazze che a lezione a scuola, una specie di Dio del sesso sceso in terra con uno stuolo di ragazze pronte a cadergli ai piedi con una fantastica media di voti e per questo, sempre lodato da tutti i professori. Questa sua condizione gli aveva donato la certa convinzione di essere un superuomo e per questo si metteva costantemente alla prova così da dimostrare la propria superiorità su tutti gli altri ragazzi e non contava se per riuscirci doveva arrivare primo in una gara sportiva o portarsi a letto quante più ragazze potesse, l’importante per lui era eccellere in tutto. La fama che si era costruito, da una parte mostrava un ragazzo pieno di sé ed esibizionista, che predicava l’esaltazione dei sensi e l’importanza dell’erotismo, rivelando la sua anima da libertino che prediligeva solo le più belle, le più sensuali e le più intriganti; non c’era ragazzo che non tentasse di imitarlo per il successo che riscuoteva e non c’era ragazza che, sobria o meno, non avesse passato una notte con lui o non fosse caduto tra le “dolci” parole che riservava alle sue conquiste. Dall’altra invece mostrava un semplice studente che si poteva trovare sdraiato nel giardino antistante alla scuola, in muta contemplazione della natura con la sigaretta tra le labbra mentre cercava di darsi un contegno serio; altre lo si trovava a far baldoria a qualche festa o evento sportivo con gli altri ragazzi della sua età dopo aver sostituito la sigaretta con un bicchiere ricolmo di qualche, non meglio nota, bevanda alcolica e delle volte lo si vedeva anche studiare come se fosse la più anonima tra le persone in mezzo a tutti quei ragazzi. Qualsiasi psichiatra degno di questo nome, avrebbe ricamato trattati interi sull’evidente disturbo dissociativo dell'identità di cui soffriva, perché era evidente che a livello psichico, Gabriel avesse seri problemi. Mary, tuttavia, non si era mai soffermata a pensare al ragazzo, perché lui faceva parte di quella grande fetta di studenti di cui non le fregava un emerito cazzo. Quello che sapeva, l’era giunto, disgraziatamente alle orecchie, grazie alla miriade di ragazze che puntualmente rimanevano a bocca aperta ogni volta che lui passava vicino e rivolgeva loro un sorriso. I commenti post-sorriso si sprecavano e Mary pregava intensamente qualche forza o entità che la facesse diventare improvvisamente sorda. Sembrava che ovunque lui andasse, un coro di “Ohhh, quanto è sexy” lo seguisse come l’aria che lo circondava; quelle poche volte che Mary si era trovata vicino a quel coro di svenevoli attenzioni, aveva desiderato ardentemente che un meteorite improvvisamente gli cadesse addosso riducendo a un cumulo di cenere quell’ammasso di fascino ed egocentrismo. Si poteva pensare che Gabriel fosse stato preso di mira, ma la realtà era ben diversa perché Mary riservava quel tipo di pensiero, ad almeno il 90% degli studenti della sua scuola e spesso anche per motivi più futili. Un giorno poi avvenne la monogamia.
 
La valle di lacrime che sopraggiunse alla notizia, era qualcosa di così stomachevole che Mary non toccò cibo per tutto il giorno. Sembrava che le attenzioni di Gabriel, avessero smesso di sciamare dietro tutte le ragazze che appestavano la scuola, e fossero tutte focalizzate per una certa Marie, una ragazza bionda e poco più piccola di lui che, a quanto ne sapeva, era la creatura più mite al mondo e con quel cazzone non aveva niente a che farci. La povera sventurata, era passata dall’essere un nessuno a ragazza più odiata di tutto il liceo e, quello che era ancora più incomprensibile, era il suo sguardo così pieno di amore? Gratitudine? Bontà? Alex sperava che quella ragazza fosse più furba di quanto sembrasse e che avesse messo su tutto quel teatrino solo per dare una lezione al suo orgoglio, ma lei sembrava seriamente presa dalla sua relazione; e se fosse stato il contrario? E se Marie fosse stata solo una scommessa persa e quindi un ingombrante pegno da pagare? Le malelingue si sprecavano a riguardo perché quello della secchiona anonima che accalappia il bello e irraggiungibile, era un cliché grosso tanto quanto la stupidità umana. Nessuno sapeva quanto le voci fossero fondate, ma si pensava che lei non ci stesse tanto con la testa e Gabriel avesse fatto solo un gesto carino per darle l’illusione del momento; pur volendo evitare le chiacchiere, di boiate se ne sparavano tantissime. I più dicevano che lo sguardo e il carattere dolce di lei erano riusciti a far breccia nell’egocentrismo di Gabriel, discostandolo momentaneamente dalla sua continua e deleteria venerazione di se stesso; nonostante tutto lui era fermo nell’uscire con compagnie alquanto discutibili che comprendevano amiche che potevano essere tranquillamente definite, dalla dubbia natura sessuale. All’interno di queste cosiddette amicizie, c’era Sarah che poteva essere tranquillamente definita una di quelle ragazze, così tanto tranquillamente, che in un momento di pura cattiveria, Alex aveva riferito a Mary alcune dicerie che vociferavano che la ragazza, avesse preso più schizzi di uno scoglio di mare; Mary non conosceva la natura di quel paragone, ma non fece domande perché ben immaginava da sé che di certo, quello non fosse un complimento. Il divario che c’era tra Marie e Sarah era alquanto evidente e bisognava essere veramente ottusi per non rendersene conto: i caratteri e i modi di fare di entrambe erano diversi, perché la calma e l’ingenuità di Marie cozzavano con la spigliatezza di Sarah e la tendenza di quest’ultima al melodramma, al suo desiderio di mettersi in mostra e alla sua capacità di mantenere costante su di sé l’attenzione altrui, attraverso la sua personalità prorompente. Questo non faceva che aumentare la convinzione che in Gabriel ci fossero due personalità contrastanti le quali, a loro volta, preferivano la compagnia di una donna piuttosto che dell’altra; una specie di bisogno di calma e agitazione a livelli alterni e povera chi doveva stargli appresso. Che Sarah non fosse interessata a niente oltre a del sesso occasionale con lui era palese, ma un po’ le dispiaceva per Marie che sembrava sinceramente presa da quel rapporto, così a suo agio con quel ragazzo dalla doppia personalità.
 
Da quando era entrata in quella scuola, Mary non aveva mai avuto a che fare con Gabriel e, sinceramente, non moriva dalla voglia di trovarsi attorno uno che l’unica cosa che avesse nella scatola cranica di grigio, era il fumo; non aveva mai interferito con le vite altrui e non avrebbe cominciato in questo momento, alla fine il dolore di una batosta, era una costante della vita, ed era fermamente convinta che Marie avesse bisogno di imparare qualcosina su come andavano le cose, al di fuori del suo piccolo mondo perfetto fatto di unicorni e marshmellows, a sue spese.



He
   
 
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