Storie originali > Poesia
Segui la storia  |       
Autore: superpoltix    26/10/2015    0 recensioni
Raccolta di poesie comiche sulla vita di alcuni ragazzi particolari.
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A bordo di una navicella,
presa al mercatino dell’usato,
viene da una lontana stella
e sulla Terra è arrivato
 
è un micetto verde fieno
tutto allegro e fiducioso
vede innanzi a lui un futuro luminoso,
è Tiziano il gatto alieno.
 
Scappato dal suo pianeta
Come in una sci-fi di serie zeta,
è pronto a buttarsi tra la gente
da bravo alieno intraprendente
e una vita nuova cominciare,
con un lavoro e una casa in cui stare.
 
Così cercò su di un giornale
Se a qualcuno serviva personale,
e trovò che in un ristorante
assumevano chiunque e all’istante.

Si sistemò il pelo e indossò il miglior vestito,
sicuro che il lavoro gli sarebbe stato garantito.
Ma quando arrivò sul posto
ebbe una sorpresa assai sgradita:
Il capo cameriere, che era un tipo tosto,
si rifiutava di assumere felini per servire a una tavola imbandita.

Tiziano non la prese male
e continuò a leggere il giornale;
si cercava un badante
per una vecchietta ch’era un pericolo ambulante.

Si recò subito all’abitazione,
ma l’anziana non appena lo poté vedere
strillò e gli lanciò ciabatte addosso con la mira di un arciere:
non lo voleva accanto per paura di contrarre un’infezione.

Di nuovo Tiziano non si buttò giù di morale
e continuò a sfogliare il suo fidato giornale.
C’era un ufficio lì vicino
che cercava un postino;
Il gatto si affrettò e arrivò al colloquio ben puntuale,
ma non ebbe il posto perché si assumeva solo “gente normale”.

Ormai era sera e Tiziano che era sfinito,
si accucciò su un marciapiede
E chiuse gli occhi pieno di fede
che l’indomani avrebbe avuto un lavoro ben retribuito.

Il giorno successivo,
il piccolo alieno non fu affatto inattivo,
e nemmeno il giorno dopo, o quello dopo ancora:
si svegliava sempre di buon’ora,
guardava sul giornale
e si dava un gran da fare.

Animatore, professore,
Imbianchino, becchino,
Tassista, dentista,
Muratore e lottatore,
ma ogni volta che si presentava,
tutti gli dicevano che proprio non andava.

Il povero alieno non sapeva cosa fare,
ma non si voleva ancora scoraggiare,
voleva un’ultima occasione
per dimostrare che il sogno non era un’illusione.


C’era un tipo che da qualche giorno
non faceva altro che ronzargli sempre attorno,
e quando lo vide indeciso e disperato
gli si avvicinò e gli propose un lavoro ben pagato.


Al gattino non convinceva l’aspetto di quel tale,
Ma non aveva altra scelta
se voleva mangiare gli servivano soldi alla svelta.
Così messe via il giornale,
e accettò l’impiego offerto
seppur fosse ancora un po’ incerto.

Dopo tutto non c’è niente di sbagliato
A vendere delle caramelle
A chi è solo e disperato,
e fargli rispendere negli occhi la luce delle stelle.
 
Questo si ripeteva, per confortarsi
E convincersi che andava tutto bene
quando vedeva compratori accalcarsi,
litigare e comportarsi come iene.

Alla sera poi si rintanava
nel piccolo vicolo buio dove ormai abitava
a contare i pochi soldi guadagnati
e a sperare in un futuro di sogni realizzati.

Ma a ogni giorno che passava
Un pensiero positivo sfumava e se ne andava,
e così uno alla volta, silenziosamente
i sogni di Tiziano gli abbandonarono la mente.
 
Così quando anche l’ultima speranza
Di solitudine morì,
Tiziano sentì un come una mancanza
Dritto al cuore o giù di lì,
E si sentì diverso
Stare ad ascoltare
il suo capo a gridare,
iniziava proprio ad andargli di traverso.
 
E all’ennesima sgridata,
Stufo di subire e d’esser maltrattato,
il piccolo gattino gli tirò una zampata
e dentro l’occhio destro finì il suo artiglio acuminato.

Quando realizzò il fattaccio,
l’alieno scappò via terrorizzato,
mentre il suo ex capo assai adirato
chiamava i suoi compari per acciuffare quel gattaccio.

Tiziano correva per le vie
che a lungo aveva camminato
cercando un impiego onesto,
correva con tutte le sue energie
ripensando al giorno sventurato
in cui aveva compiuto l’ora tanto odiato gesto.
 
Nessuno lo voleva aiutare,
o se voleva restò però solo a guardare,
senza casa, senza neanche un soldino,
cosa poteva fare quel povero alienino?

Lontano dal suo pianeta natale,
obbligato a rintanarsi,
dalla pioggia costretto a ripararsi
solo con un vecchio giornale,
la paura come coinquilina
e la tristezza era sua vicina.

Tutto questo solo per aver sperato
in una nuova vita in questo nuovo mondo,
ma invece era stato rifiutato
e ora aveva definitivamente toccato il fondo.
 
Povero gattino, tutto solo e infreddolito,
da sotto il suo giornale si sentiva dare del bandito.
Povero micetto, tutto solo e abbandonato,
che brutto destino gli era stato riservato.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: superpoltix