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Autore: darkcloud    18/08/2003    3 recensioni
Un anno dopo nel liceo Shohoku...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Arrivò la primavera, poi l’estate. Finalmente, le vacanze e poi il nuovo anno scolastico.
Quel nuovo anno sembrava promettere agli occhi di Hanamichi, che insieme ai suoi amici, la cosiddetta Brigata Sakuragi, aveva analizzato, o potremmo anche dire “vivisezionato” dall’ossessiva attenzione nel fare ciò, tutte le nuove ragazze.
Sakuragi non aveva mancato la sua annuale tradizione di farsi scaricare da almeno una ragazza, anche se in realtà erano state molte di più, ma trovava consolazione nel giocare a basket.
Per quanto riguarda il club di pallacanestro: quel giorno sarebbero arrivate le nuove matricole, fra le quali, secondo alcune voci, vi era un giocatore famoso, uno dei migliori della prefattura.
Seppur Miyagi era diventato capitano, compito da lui adempito nelle migliori delle maniere, mancavano dei giocatori adatti a supportare i titolari, nessuna delle riserve sembrava in grado di reggere i ritmi di gioco di Ryota, Hanamichi e Kaede. Speravano solo che nelle nuove matricole vi fosse qualcuno in grado di sostituire i due posti lasciati dal loro ex-capitano e da Mitsui..
Quel pomeriggio appena terminate le lezioni, Hanamichi, seguito dai suoi inseparabili amici, si presentò in palestra, in forma per affrontare il primo allenamento ufficiale dell’anno.
Lasciò i suoi amici fuori e si andò a cambiare negli spogliatoi, poi entrò in palestra.
“Buongiooooooorno!” Urlò agli altri che erano già lì. Si guardò un pò intorno e, vedendo faccie nuove, si andò a presentare, mostrando il più cordiale dei sorrisi..
“Salve a tutti! Mi presento: io sono Hanamichi Sakuragi, capitano della squadra e genio del basket”
“Cosa sei tu?” Chiese una voce da dietro le sue spalle, mentre tutti gli altri ridevano.
“Tsk” Hanamichi, mettendosi le mani nei pantaloni, se ne andò.
*Maledetto, quando sarò io il capitano, te lfa rarò pagare! Ahahaha!*
“Idiota” Kaede non aveva mancato l’opportunità di insultarlo.
“Ma figurati se rispondo a uno come te”
*Me la pagherai anche tu, maledetta volpe* E prese un pallone e provò qualche tiro.
Ayako dalla panchina, aveva osservato la scena, e sorrideva. Come avrebbe fatto a lasciarli? Nell’ultimo anno quella era diventata la sua seconda famiglia, voleva bene a te, anche al pazzo di Sakuragi. Chissà come avrebbero fatto senza di lei, Sakuragi avrebbe mandato alla malora il club? Rise. Sicuramente no, ormai era maturato. Poi lo vide mentre tirava giù i pantaloni a Rukawa e ci ripensò: forse no ... Comunque ormai era diventato una delle stelle della squadra. Sicuramente se la caveranno, pensò, e poi ogni tanto verrò a fargli visita.
Ayako avrebbe dovuto lasciare lo Shohoku per trasferirsi a Tokyo assieme alla madre, che si era appena divisa da marito. Non aveva ancora avvertito gli altri, non voleva farli soffrire, specialmente Ryota, sapeva che ci sarebbe stato tanto male, quindi aveva deciso di aspettare un momento migliore per dirglielo.
“Salve a tutti, io sono Ryota Miyagi, terzo anno, capitano della squadra. Vi dò il benvenuto nel club. Adesso se vi volete presentare...” Disse ryo-chan alle matricole, che si erano disposte in un ordinata fila.
Un primo ragazzo fece un passo avanti, non era troppo alto, scuro di pelle e con i capelli corti e mori.
“Io sono Sentaro Miura, vengo dall’istituto Makikara e gioco nel ruolo di ala.”
“Piacere di conoscerti Miura. Il prossimo.”
Uno spilungono si fece avanti. Non aveva una gran corpuratura e sulle spalle gli cadevano dei lunghi capelli biondi.
“Tetzuya Nagashima, provengo dall’istituto Maizato, ho sempre ricoperto il ruolo di centro.”
Sakuragi lo guardò e rise sotto i baffi. Chi è questo, pensò, un piccolo metallaro in erba?
“Bene, bene.”
Un altro ragazzo prese la parola: era ben piazzato, alto all’incirca sull’uno e ottanta, aveva un folto cespuglio di capelli indomabili sulla testa.
“Io sono Kunio Honda, frequentavo l’istituto Tonkoku, di solito gioco come guardia, ma riesco a spaziare su tutti i ruoli.”
“Molto bene!”
Ryota in quel momento assomigliava molto ad Anzai, si stava accarezzando il mento, mentre osservava i nuovi arrivati, e pronunciava solo alcune parole, esattamente come il loro loquacissimo allenatore.
L’ultimo dei nuovi arrivati si fece avanti era un tipo altissimo, un colosso, a prima vista sembrò a tutti il degno successore di Akagi.
“Akira Ishizaki, frequentavo l’istituto Tonkoku, insieme a Kunio, centro.”
“Hai le caratteristiche giuste per essere un centro.”
Ryota sorrise, forse, aveva trovato il successore del loro ex-capitano, bisognava soltanto vedere se era pari a lui anche in campo.
Miyagi presentò il resto del team ai nuovi arrivati, poi si ricordò che erano arrivate cinque iscrizioni, ma lì c’erano solo 4 persone, ne mancava uno. Mancava proprio quel giocatore di cui aveva sentito tanto parlare: Shin Tomoyuki, era stato la migliore guardia delle prefattura l’anno passato. Chissà come mai non eri lì? Si chiese se era vera quella voce che circolava oppure era solo uno scherzo che gli avevano fatto. Poi vide aprirsi la porta della palestra, un ragazzo alto e ben piazzato, con i capelli ritti biondissimi, fece ingresso nella palestra.
“Salve a tutti, io sono Shin Tomoyuki del primo anno, volevo solo dirvi di chiamarmi per la prima partita, non ho bisogno di allenamenti.” Disse con insolenza e poi girò i tacchi e uscì dalla palestra.
Tutti rimasero allibiti da quella prestazione del giovane. Sakuragi aveva già iniziato a rincorrere il ragazzo, ma fu fermato da Rukawa.
“Uno così non merita di essere preso in considerazione” Disse solo questo e poi lasciò il braccio del rossino.
“Per questa volta hai ragione” E se ne tornò sotto canestro a provare qualche tiro.
Ryota, invece, continuò a fissare la porta, ormai chiusa. Che tipo, pensò fra sè. Non aveva mai visto nessuno comportarsi così, in fondo il talento non è niente senza allenamento. Oltretutto quel tipo era anche presunzioso, non avrebbe mai fatto strada in quella squadra, non avevano bisogno di un tipo così, Hanamichi bastava e avanzava come spaccone. Per la palestra si era alzato un brusio, i nuovi stavano discutendo di quello che era appena successo.
Ryota prese in mano la situazione e ordinò di disporsi in campo, avrebbero fatto una partita di allenamento fra le matricole e i sempai, quattro contro quattro.
Sistemati al meglio le matricole in campo, il capitano dà inizio alla partita.
Palla a Kunio. Parte in corsa, viene bloccato subito da Rukawa. Sentaro non riesce a proseguire, si gira di spalle e si guarda intorno per cercare qualcuno smarcato. Miura si libera sulla destra, Sentaro fa per passargli la palla, ma una scia rossa si frappone fra i due e corre alla massima velocità verso il canestro avversario. Hanamichi aveva anticipato l’avversario e ormai era entrato nella lunetta, nessuno riusciva a fermarlo. Finta a destra e poi a sinistra, elude la marcatura di Tetzuya e con un lunghissimo salto schiaccia.
“Hanamichi Dunk!!!!!”
Il canestro, nel frattempo, continuava a muoversi per il colpo ricevuto. Il pallone rimbalzava per terra, solo quel rumore aleggiava per la palestra, era calato il silenzio, lo stupore per quella bellissima azione. Con una corsa leggera, il ragazzo torna nella sua metà campo, acclamato dai suoi compagni.
Stranamente non si stava gasando come al solito, aveva urlato solo quell’ ”Hanamichi dunk” e poi basta, si era limitato a riprendere la sua posizione.
I ragazzi di prima erano rimasti ammutoliti e un pò sconvolti da quell’azione. Avevano osservato quel salto impressionante, la bravura con cui era stato eseguito. Quei pochi sembrarono magici, era stata un azione davvero straordinaria.
Rukawa osserva il rossino, non era rimasto meravigliato più di tanto da quella giocata, conosceva il potenziale del compagno, solo si stava chiedendo come mai non stesse esultando o facendo l’idiota come il suo solito. Da quella partita, dal match con l’Aiwa sembrava cambiato, non era il più il solito sbruffone e casinaro di sempre, forse stava maturando, anche se era una cosa un pò improbabile.
“Sveglia, stiamo giocando!”
Sakuragi, che si era accorto dello smarrimento del ghiacciolo, lo aveva richiamato all’attenzione.
“Pensa a te ...”
“Lo faccio di già, non ti preoccupare.”
Il gioco, intanto, era riniziato. Kunio era di nuovo salito, aveva appena oltrepassato la linea di centrocampo camminando, mentre con una palleggiava. Akira e Sentarono si erano allargati, uno a destra e l’altro a sinistra. Un attimo di indecisione. Rukawa aveva già soffiato via la palla al ragazzo e proprio come aveva fatto il compagno concluse l’azione con uno stupendo dunk.
Tornando nella sua metà campo, lanciò uno sguardo a Sakuragi. *Non credere l’unico in grado di fare certe cose*
Hanamichi sorrise. Quella era una sfida in piena regola e, sicuramente lui non si sarebbe tirato indietro. Ormai la volpe non era irraggiungibile per lui, ancora poco tempo e lo avrebbe battuto.
Per molti minuti i due compagni seminarono scompiglio nella squadra avversaria, che non riusciva a segnare. Poi Miyagi decise li rimproverò e la squadra riprese animo, riuscendo a segnare.
La partita finì con un risultato di: 60 a 18 a favore della squadra titolare. I primini ne erano usciti davvero distrutti, ma in fondo il gioco delle medie era molto diverso, non avevano ancora raggiunto un gioco adatto a quello delle superiori. Fra i più promettenti spuntavano: Akira e Sentaro, ma erano ancora troppo inesperti per ricoprire il posto lasciato vacante da Mitsui e da Akagi.
Ryota si fermò qualche minuto per dare dei consigli ai nuovi arrivati, mentre gli altri se ne andarono a cambiarsi.
“Che te ne pare delle matricole?”
“Mhm??”
Sakuragi si voltò per guardare chi gli aveva rivolto quella domanda: Rukawa. Cosa? Rukawa che gli rivolge, senza offenderlo? Deve essere impazzito, ma preferì non commentare a voce alta. Magari stava tentando di socializzare e, se avesse fatto un commento, la volpe avrebbe lasciato perdere il suo intento.
“Beh... Per ora non sono in grado di reggere il nostro gioco, non hanno un gioco abbastanza veloce. Però mi sembra che Ishizaki e Miura siano in gamba, naturalmente non sono al livello che avevamo noi quando siamo entrati in squadra.”
Hanamichi sorrise.
“Ma se tu non sapevi fare niente, idiota!”
Il rossino lo guardò. Sbagliava oppure quello che si era delineato sulle labbra di Rukawa era un sorriso, seppur poco accennato? Quel giorno doveva avere le travencole. Si tirò un colpo per rinsavire un pò.
“Come ti permetti?? Il grande genio del basket ha sempre giocato ad alti livelli”
“Si, si, come no”
Il ragazzo prese e se ne andò, lasciando il compagno a parlare da solo come un demente.Dopo alcuni minuti Hanamichi si accorse che stava facendo il galletto con l’aria e sussurrando fra sè: “maledetto” e qualche altro insulto, prese la sua borsa e se ne andò.
  
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