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Autore: 1Dreamoflove    09/11/2015    0 recensioni
Nella seconda storia che compone la serie di "The school of the mysteries" già introdotta da Battle, la nostra Elly si ritroverà con i suoi amici a compiere la sua missione di redenzione in giro per il Mondo conoscendo in questo modo nuovi mostri, nuovi amici ma soprattutto nuovi nemici...
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The school of the mysteries'
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Capitolo 9

-Sei un grande Darren!- esclamiamo tutti andando ad abbracciarlo. Dopo poco mi allontano dai festeggiamenti per rivolgermi a Lilith.

-Per avere un corpo così piccolo sei veramente veloce, per un momento ho temuto che Darren non ce l'avrebbe fatta.- le dico sorridendo timidamente.

-Ti ringrazio, in realtà anche io pensavo di poter vincere ma quel Darren è troppo veloce per me.- dice ricambiando al sorriso e guardando Darren con un aria di profondo rispetto.

-Quindi adesso accetterai di essere redenta?- le chiedo.

-Oh si, mantengo sempre le promesse e poi non vedo l'ora di far parte di questa squadra, sarà interessante.- mi risponde sfoderando il miglior sorriso da bambina che aveva in repertorio.

-Già, una squadra formidabile e non hai ancora visto niente.- dico ripensando ai poteri dei draghi che oggi ho visto in azione per la prima volta.

-Ragazzi! È arrivato il momento di redimere Lilith.- dico richiamando la loro attenzione.

Tutti si avvicinano e Lilith diventa di colpo seria. Mi metto di fronte a lei che chiude gli occhi. Ormai ho imparato a controllare i miei poteri anche se sento che c'è ancora qualcosa rimasto nascosto e pronto a manifestarsi al momento del bisogno. Mi concentro e subito dalle mie mani spunta una sfera di luce. Mi avvicino ancora di più a Lilith trovandomi a pochi centimetri da lei e appoggio le mani sul suo petto in corrispondenza del cuore spingendo la sfera all'interno del suo corpo. Essendo una dei demoni più forti esistenti il Male è radicato a fondo nel suo cuore ma mano a mano che la sfera di luce entra nel suo corpo vedo la sua espressione passare dalla sofferenza più profonda ad una pace miracolosa. Dopo diversi minuti non scorgo più nessuna traccia di Male in lei. Improvvisamente la vedo accasciarsi al suolo e vedo una luce accecante irradiarsi dalle sue spalle. La volto velocemente scoprendole la schiena e per un attimo vedo una grossa cicatrice che le squarcia la schiena da una spalla all'altra. Dopo qualche secondo la luce scompare e inizio a toccarle la schiena nel punto in cui avevo visto la cicatrice ma niente. È completamente sparita.

-Cosa diamine è successo?- dico stupita tra me e me. Sento Lilith muoversi e la aiuto a rimettersi in piedi aiutata da Darren, che si è subito avvicinato.

-Lilith come ti eri procurata quella cicatrice? E come ha fatto a scomparire?- le chiedo guardandola con gli occhi sgranati e spaventati.

-È una lunga storia. Forse è il caso che ve ne parli in un luogo più sicuro, di solito questa zona è pattugliata.- ci dice tranquilla e ci fa strada per tornare a casa sua.
Camminando lentamente mi accorgo di quanto è lungo il tragitto che prima abbiamo percorso in poco tempo correndo e, dopo dieci minuti, arriviamo all'enorme villa di Lilith.

-Seguitemi.- ci dice facendoci entrare nello spazioso ingresso pieno di mobili e ornamenti costosi. Ci conduce verso sinistra e ci ritroviamo nell'enorme salotto dove l'ho vista la prima volta intenta a vedere la tv. Ci accomodiamo sul divano e su delle poltrone e Lilith incomincia subito a raccontare la sua storia.

-È successo esattamente 20 anni fa. Voi ancora dovevate nascere e l'oracolo che ti precedeva aveva un grande controllo dei suoi poteri. Anche io ero molto potente e lavoravo per conto di Damien. Il mio compito era l'esatto contrario del tuo, dovevo corrompere i mostri del Bene per condurli dalla nostra parte. Un giorno incontrai sul mio cammino un uomo, un mostro del Bene che mi disse di chiamarsi Andrew e che mi stava cercando. Io non capivo chi fosse, non avevo mai conosciuto quel tizio e all'epoca ero molto ingenua e non prestavo molta attenzione a quello che mi circondava, volevo solo compiere la mia missione così ci provai anche con lui. Dopo diversi tentativi inutili si decise a rivelarmi chi era. Mi disse che era l'oracolo e che mi stava cercando per fermarmi. Iniziammo a lottare e i nostri poteri sembravano equivalersi quando creò delle piccole palle di luce. Me le lanciò contro ma riuscii a schivarle tutte, tranne una. Fui colpita alla schiena di striscio ma fece un male cane. Non ricordo bene cosa accadde dopo ma credo di essere stata salvata dai draghi. Allontanarono l'oracolo e mi curarono, penso che senza di loro sarei morta, su noi demoni una ferita inferta dalla luce è mortale se non riesce a cicatrizzare in breve tempo. Ed è così che mi procurati la cicatrice. Penso che adesso sia scomparsa grazie alla tua luce, non mi ha liberata solo dal Male ma ha anche guarito quella ferita. Grazie Elly.- mi dice Lilith con le lacrime agli occhi. La sua storia mi ha fatto capire che in fin dei conti, anche se facciamo parte del Bene, tante volte sappiamo essere davvero crudeli pensando di fare la cosa giusta. Dopo aver dato il giusto benvenuto a Lilith la salutiamo dandole appuntamento alla mattina successiva per la partenza.


Dopo aver passato la notte in bianco, prendiamo tutte le nostre valige e ci dirigiamo a casa Otori dove Damien aprirà un portale per poterci spostare in America. Arrivati troviamo Takeo e Mizuki aspettarci fuori dalla casa. Sono vestiti con abiti semplici e comodi, sempre in stile giapponese, ma adatti al viaggio. Entriamo in casa in attesa di Junko e Daiki e notiamo che anche loro hanno abbandonato i loro kimoni optando per vestiti più pratici. Dopo una veloce chiacchierata e dopo aver presentato Lilith agli Otori, decidiamo che è giunta l'ora della partenza.

-Non avvicinatevi troppo finché il portale non è completamente aperto.- ci avverte Damien e, istintivamente, facciamo tutti un passo indietro. Prima di cominciare a creare il portale con la sua hosi no tama, Diamen ci ha spiegato che il luogo migliore per aprirlo è accanto al piccolo stagno di carpe koi che si trova nella proprietà degli Otori dato che l'acqua è una nota conduttrice di energia. Dopo averlo visto per un attimo con gli occhi chiusi e le mani a coppa, vedo come un piccolo buco nero sospeso sulle sue mani. Sgrano gli occhi, stupita, vedendo il buco nero farsi sempre più grande e luminoso e, dopo appena un minuto, ha raggiunto un perimetro di quasi due metri. Il gigantesco portale sembra contornato da delle guizzanti fiamme nere e, al centro, si vede un paesaggio cittadino visto tra due grandi muri; probabilmente Damien ha creato il portale in un vicolo stretto per non attirare l'attenzione. Dal buco nero riusciamo a vedere una strada affollata di San Diego e mi torna in mente la mia prima e unica volta in questa città. Tre anni fa, quando i miei genitori accettarono il lavoro da giornalisti in un programma televisivo locale, mi costrinsero a seguirli così vissi per un mese a San Diego. Fortunatamente erano in corso le vacanze estive quindi non cambiai scuola ma conobbi comunque una ragazza con cui feci subito amicizia. Si chiamava Emily, lei è probabilmente il miglior ricordo che ho di quel mese e mi ha mostrato i luoghi più belli di San Diego. Un giorno, però, mi disse che non potevamo più frequentarci perché aveva scoperto di avere una terribile malattia ma non mi disse mai quale fosse, scusandosi e dicendomi che era meglio per entrambe e che così non avremmo sofferto. Anche se non mi ero arresa a lasciarla sola, alla fine decisi di tornare in Inghilterra dal momento che quando andavo a casa di Emily lei non mi apriva, e quando la telefonavo non rispondeva. Per quel che ne so, in questi tre anni lei potrebbe essere morta a causa della malattia. Ricordandomi di lei mi spunta una lacrima che spazzo subito via con le dita. Aveva solo 18 anni quando ci siamo incontrate e ancora mi sorprende come avesse dato retta una ragazzina di 15 anni come me anche se poteva passare il tempo con persone della sua età. Cerco di tornare alla realtà riportando i ricordi nell'angolo della mia mente dove li avevo nascosti anni fa e mi faccio avanti pronta ad entrare nel buco nero.

-Ok Elly, quando entrerai sentirai mancare il terreno da sotto i piedi e sarà come cadere, l'importante è continuare a camminare altrimenti potresti perdere l'equilibrio e ritrovarti a terra una volta arrivata dall'altra parte. È tutto chiaro?- mi dice Damien guardandomi serio. È da tanti anni che non apre un portale quindi è normale che sia tanto agitato. Gli faccio segno di si con la testa e cammino verso il portale trascinandomi dietro la valigia. Davanti al portale sento una misteriosa forza tirarmi verso l'interno e una strana sensazione all'ombelico, come se qualcuno mi avesse attaccato una ventosa alla pancia e ora stesse tirando. Anche se totalmente nel panico, cerco di calmarmi ripetendo nella mente le parole di Damien sforzandomi di mettere un piede davanti all'altro. In un attimo sparisce il giardino degli Otori e vedo solo nero, non ho neanche il tempo di spaventarmi che vedo comparire davanti a me tutti i colori di San Diego. Mi guardo intorno per essere sicura di non essere stata vista da nessuno, poi mi giro verso il portale per vedere i miei amici ma mi ritrovo davanti solo la vista del vicolo isolato. Incomincio ad andare nel panico pensando che il portale si sia chiuso, quando vedo comparire letteralmente dal nulla Felipe che per poco non mi viene addosso uscendo dal portale. Uno ad uno anche gli altri attraversano il portale con Damien che chiude il gruppo.

-Damien non avresti dovuto chiudere il portale o qualcosa di simile quando sei arrivato?- gli chiedo dopo essere usciti dal vicolo.

-L'ho fatto. Quando il kitsune oltrepassa il portale che ha creato questo si richiude su se stesso da solo. È difficile da spiegare ma è come se lasciandomelo alle spalle la sua energia venisse risucchiata dalle mie code.- mi spiega attirando anche l'attenzione della maggior parte dei nostri compagni di viaggio. Gli unici a non essere interessati sono i draghi che, a quanto pare, già conoscono come funzionano questi portali.

-E che fine fa questa energia? Cioè ti da nuovo potere?- chiede Darren avvicinandosi.

-No. Diciamo che è un riciclo di energia. Per creare il portale c'è bisogno di moltissima energia ed è come se il mio corpo la immagazzinasse di nuovo. In pratica anche se può sembrare faticoso, creare questi portali è come un gioco da ragazzi.-

-Sfaticato, potresti consumare un poco di energia come noi!- dice Felipe incominciando a ridere e dandogli una pacca fortissima sulla spalla che, se avesse colpito me,
mi avrebbe fatta cadere.

Nel giro di mezz'ora arriviamo in un albergo dove posiamo in fretta e furia i bagagli per poi scendere di nuovo in strada. Sono appena le 9 di mattina e le strade di San Diego sono già affollatissime e piene di vita. I miei genitori abitano in un palazzo in centro, per una volta tanto sono io a guidare Damien e non il contrario. A quest'ora probabilmente staranno ancora dormendo, mi hanno sempre presa in giro perché io dovevo svegliarmi presto la mattina mentre loro, che dovevano andare a lavoro alle 11, potevano dormire fino a tardi. Quindi, sicura di trovarli a casa, prendiamo un autobus che è molto diverso rispetto a quelli di Londra: lungo 6 metri, con un solo piano e di un bianco immacolato con posti a sedere a volontà. Nel giro di 20 minuti siamo arrivati di fronte ad uno dei palazzi più alti della città che, quando lo vidi per la prima volta, battezzai "the Tower".

Il the Tower ha la bellezza di 95 piani sui quali si dividono circa 180 appartamenti, e alcuni studi medici e legali che occupano interamente gli ultimi 5 piani. I miei genitori abitano al 76esimo piano. Da piccola, per passare i pomeriggi, feci delle indagini e scoprii che più in alto si abitava nel the Tower, più si era ricchi, e solo in quel momento mi resi conto di quanti soldi possedevano i miei genitori. Mi avvicino al citofono formato da un piccolo tastierino e digito il numero dell'appartamento dei miei genitori, il 150, per citofonargli. Dopo il secondo tentativo sento provenire dall'altoparlante una voce femminile.

-Chi è a quest'ora della mattina?-. Guardo l'orologio: 9:30.

-Sono tua figlia, aprimi subito se non vuoi che mi arrabbi sul serio.- dico mostrado ai miei amici un nuovo lato di me, per nulla calmo.

-Come sei arrivata qui? Non ti abbiamo dato soldi per il biglietto aereo.- mi chiede confusa.

-Apri. ADESSO.- dico con veemenza e sento la sicura del portone scattare. Fortunatamente ci sono due ascensori quindi mostro come arrivare al piano e mi infilo nel mio ascensore premendo il pulsante del piano giusto, senza neanche prestare attenzione a chi si trova con me. Arriviamo al 76esimo piano in un baleno grazie agli ascensori velocissimi e corro verso l'appartamento 150 incominciando a suonare in continuazione il campanello finché una donna alta, bionda e snella apre la porta impazientita dal continuo rumore.

-Come diavolo hai fatto... ah, Damien. Dovevo immaginarmelo.- dice vedendo Damien.

-Da quanto tempo mamma, non temere io sto bene.- dico sarcastica.

-Prego, entrate.- dice ignorandomi e spostandosi dalla porta. Entriamo tutti insieme e ci dirigiamo verso l'enorme salotto. La casa, enorme per solo due persone, si è riempita in un istante. Dal corridoio che conduce alle camere da letto compare mio padre che, pur essendosi appena alzato, continua ad avere una perfezione mostruosa.

-Elly non dovresti essere qui. Ti ho iscritta ad una scuola perché ci andassi non per farti degli amici da portate in gita.- dice freddo come il ghiaccio come sempre.

-Ma come, nessuno ti ha avvertito? Ho lasciato la vecchia scuola e adesso frequento la Scuola dei Misteri. E per la cronaca loro sono molto più di semplici amici, sono i miei alleati.- dico rabbiosa sostenendo il suo sguardo che sembra quasi trafiggermi.

-Ho addirittura disubidito agli ordini di Damien per darti un istruzione, non posso accettare che tu sia andata a studiare in quella scuola!-

-Malcom non dire stupidaggini, è ovvio che Elly avesse bisogno di frequentare la Scuola dei Misteri, qualunque altra sarebbe stata troppo pericolosa per lei.- interviene Damien cercando di far sbollire la rabbia di mio padre.

-E in ogni caso cosa sarebbe questa storia degli alleati?- chiede forse in cerca di un appiglio.

-Avevo ragione, era lei l'oracolo. È stata lei a redimermi e non la ringrazierò mai abbastanza per questo.- spiega Damien lasciando mio padre a bocca aperta.

-L'oracolo? Io... non lo sapevo, pensavo fosse l'altro gemello...- dice mamma scossa dalla notizia mentre papà rimane impassibile.

-Papà ho redento tutte queste persone e ce ne sono ancora altre sparse per il mondo. Lasciate che redima anche voi, per una volta nella vita ho bisogno del vostro aiuto, almeno questa volta non negatemelo.- dico guardando mio padre direttamente negli occhi.

-E perché mai ti servirebbe il nostro aiuto? Se non riesci a redimere un paio di mostri non morirà nessuno.- dice con la sua solita freddezza.

-E invece moriremo tutti! Rasputin mi ha sfidata, se non riesco a redimere tutti i mostri entro altre due settimane ci ucciderà tutti!- urlo perdendo la calma. Non ho mai urlato contro i miei genitori, ma questa volta mi sono dovuta sfogare non sopportando l'insensibilità di mio padre.

-Spiegati meglio.- dice papà mentre mamma rimane a bocca aperta, completamente shockata.

Gli spiego tutto dal principio, partendo dalla mia missione di redenzione fino ad arrivare all'incontro con Rasputin in Italia. La voce mi trema vistosamente ma cerco di parlare in fretta per non far perdere la calma a mio padre.

-D'accordo, ti permetto di redimermi. Non posso credere che il Male ti ha messo in un pericolo del genere.- dice mamma porgendomi le mani e guardando male Damien, forse pensando che sia tutta colpa sua.

-Grazie mamma. Dopo aver scoperto che non eravate i miei veri genitori ho iniziato a pensare delle cose molto brutte, pensavo che foste delle persone senza cuore, ma mi sbagliavo. In fin dei conti siete sempre le persone che mi hanno cresciuta e hanno sempre voluto il meglio per me.- dico commossa mentre le prendo le mani e inondo le sue mani e il suo cuore di luce.

-Figlia mia, come hai potuto pensare queste cose? Abbiamo sempre sperato che non fossi tu l'oracolo per permetterti di vivere una vita tranquilla ma non è andata così. Fino ad ora non ci siamo interessati alle tue scelte e ti abbiamo lasciato libera perché eri talmente indipendente da non aver più bisogno di noi. Adesso sono così contento di poterti finalmente aiutare anche se in minima parte.- dice papà sciogliendosi finalmente in un caloroso sorriso. Prima di arrivare qui Damien mi ha spiegato qualcosa in più sulla natura dei miei genitori. Mia madre è una strega che si è data alla magia nera, mentre mio padre è un windigo, proprio come Zefiro. Inizialmente questa notizia mi aveva preoccupata molto, e avevo iniziato ad immaginare mio padre in atteggiamenti aggressivi e animaleschi proprio come Zefiro nel mio sogno. Ora, però, ho finalmente capito una cosa molto importante: possono anche non essere i miei genitori e sono dei mostri devoti al Male, ma rimangono le persone che mi hanno cresciuta ed educata in questo modo e nessuno può negare che hanno fatto un ottimo lavoro. Mi avvicino a mio padre abbracciandolo forte e appoggiando i palmi aperti sulla sua ampia schiena in modo che la luce lo riconduca al Bene.


-Bene, allora siamo d'accordo. Malcom e Martha, voi tornerete a Londra alla scuola dei Misteri dove manderemo tutti i mostri redenti. Noi partiremo domani stesso per l'Asia in cerca di altri mostri, intanto oggi potremo andare in giro per la città visto che quasi nessuno tra di noi è mai stato a San Diego.- dice Damien sorridendoci come un papà protettivo.

-Quindi quello è il tuo fidanzato?- sento chiedere alle mie spalle e, girandomi, noto che a parlare è stato proprio mio padre.

-Papà! Ma ti sembrano domande da fare? E non parlargli, è imbarazzante vedere mio padre e il mio fidanzato parlare.- dico facendo scoppiare a ridere mio padre come non gli avevo mai visto fare.

-Non temere, ne riparleremo quando tutto sarà finito.-.

Usciamo insieme dall'ascensore e ci incamminiamo verso il portone, così spesso che sembra quasi la porta di accesso ad una camera blindata. Spingo forte la porta pesante e mi scontro con una ragazza che sta passando proprio davanti all'uscita, facendola cadere.

-Mi scusi, non pensavo ci fosse qualcuno dietro.- dico profondamente in colpa mentre la aiuto a rialzarsi.

-No, colpa mia. Non avrei dovuto camminare così vicino agli edifici.- dice con una voce stranamente familiare. Una volta completamente alzata e con il viso illuminato, rimango di sasso. La ragazza con i capelli a caschetto neri e gli occhi verdi mi fissa con lo stesso stupore dipinto sulla mia faccia.

-Emily?- dico incerta ma, dalla sua faccia sconvolta, capisco di trovarmi davvero di fronte alla mia unica amica di San Diego che dovrebbe essere morta da oramai tre anni.

spazio autrice
salve a tutti dopo tantissimo tempo! Ho scritto questo capitolo da mesi ma cercando di scrivere anche il prossimo dimenticavo sempre di pubblicarlo. Finalmente sono riuscita a farvi conoscere i genitori di Elly che si sono dimostrati meglio di quel che mi aspettavo, onestamente. In più è anche comparsa dal nulla Emily (nel vero senso della parola visto che è comparso nella mia mente questo personaggio proprio mentre scrivevo) quindi spero che qualcuno continui a seguire la storia per capire come si evolverà la situazione :3 spero di riuscire a scrivere il prossimo capitolo il più presto possibile nonostante la scarsa ispirazione. See you soon!
-Fè

  
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