Una settimana dopo
il disastro arrivò al Villaggio della Foglia il fratello di Minato,si presentò al terzo Hokage ( che aveva preso il posto del
quarto Hokage dopo la sua morte) come fratello gemello di Minato di nome
Yondaime, che si era trasferito nel Paese del Vortice dopo che suo fratello
aveva sposato Kushina.
Yondaime si
dimostrò subito restio a fare da padre al bambino della Volpe, però era
l’ultimo desiderio di suo fratello e se non l’avrebbe ascoltato la maggior
parte della popolazione di Konoha l’avrebbe visto come un “traditore” e questo
avrebbe danneggiato i suoi contatti finanziari con i più illustri personaggi
economici di Konoha. In giro dava a vedere di andare d’accordo con il piccolo Naruto,
ma alle sue spalle tramava per sbarazzarsi di quel “mostro”e di impossessarsi
del titolo di Hokage.
Yondaime cercava
di passare più tempo possibile fuori di casa, sbrigando servizi e compilando
scartoffie.
Ma questo non
bastava, Naruto era piccolo e aveva bisogno di una persona accanto. Non poteva
lasciare un neonato solo a casa per una giornata intera.
Allora cominciò a
portarlo a lavoro, facendolo dormire su cumuli di rotoli di pergamena e circondandosi con
biberon vuoti o pieni di latte freddo e scadente.
Yondaime trattava
duramente e con poco affetto il bambino che giorno dopo giorno, settimana dopo
settimana, mese dopo mese, cominciava a sentirsi solo e abbandonato.
Naruto cresceva in
fretta, disse la prima parola a otto mesi e non era “papà”, ma “mamma” anche se
non l’aveva mai sentita pronunciare, ce l’aveva nel sangue, l’affetto della
madre.
A un anno cominciò
a camminare e, essendo tenuto poco sotto controllo da Yondaime, rischiava
spesso di cadere dalle scale o di inciampare nei rotoli disseminati per casa.
Con il susseguirsi
dei mesi Yondaime dedicava sempre meno tempo a Naruto, che sentendosi più solo
ogni minuto che passava, cominciò a architettare il modo di attirare su di se
l’attenzione del “finto” padre e del villaggio.
A tre anni aveva preso
l’abitudine di nascondere la maschera della squadra AMBU a Yondaime che con la
sua insuperabile dote di attore, faceva finta di non arrabbiarsi, ma dentro di
lui ribolliva l’odio per il bambino della Volpe e cresceva ogni giorno di più,
e man mano che il suo odio cresceva aumentava anche la sua bramosia si potere.
Scusate se il
capitolo non è all’altezza degli altri ma oggi con la scuola abbiamo cominciato
il torneo di calcetto e dopo la disfatta 5-2 la fantasia e la voglia di
scrivere mi è un tantino passata, ma sono sicura che
con le vostre recensioni mi torneranno e sarò pronta per stupirvi. Comunque questo
capitolo mi serve da collegamento per il prossimo e vi assicuro che d’ora in
poi le cose si faranno un po’ più emozionanti e si susseguiranno incontri,
scoperte, delusioni, piani malefici e tanto altro ancora. Spero di avervi incuriosito almeno un po’. Commentate in numerosi.
Cleo92: sono
contenta che la mia trovata ti sia piaciuta, non mi chiamerei Genio95 se non
fossi geniale! Mi raccomando continua a recensire.
franky94: Grazie per il commento e in futuro vedrò
di dare più spazio anche al combattimento. Lo scorso capitolo l’ho scritto
mentre vedevo dragonball e in quel cartone un
combattimento è fatto solo di ricordi, emozioni, ecc. e mi sono lasciata un
tantino influenzare. Comunque non ti preoccupare. Continua a recensire.
Genio95