“Grazie” disse quasi subito Sunggyu, tenendo lo sguardo fisso sul tavolo.
Hoya lo guardò. “Avevo intuito che volessi tenerle nascosta qualsiasi cosa tu stia nascondendo anche a me.”
A quel punto Sunggyu si voltò verso l’amico, con aria colpevole. “Hai da fare sta sera? Ti va di restare da me?”
Hoya capì che forse non gli avrebbe detto nulla, ma anche che aveva bisogno di qualcuno vicino. Non poté far altro che acconsentire.
Dopo gli allenamenti di basket i due tornarono a casa insieme e andarono a casa di Sunggyu.
“Scusami, è la prima volta che non ti dico qualcosa, vero?” disse Sunggyu prima di aprire la porta di casa.
Hoya fissò la schiena dell’amico. Sunggyu, non sentendo risposta, decise di girare la chiave nella fessura, ma si bloccò quando sentì delle forti braccia intorno alla sua vita.
“Non importa cosa è successo in passato, e nemmeno con chi. Ciò che conta è il presente, con me. Sono il tuo migliore amico, sai di poter contare sempre su di me e, se mai volessi sfogarti, sai che sarò sempre pronto ad ascoltarti. Se invece decidi di non dirmi niente ne prenderò atto e non ti chiederò nulla. Però non chiedermi di far finta di niente e di non partecipare al tuo dolore, perché quello non sarei mai in grado di farlo.”
Sunggyu rimase del tutto colpito, anche se sapeva perfettamente che Hoya provava queste cose, sentirselo dire rendeva tutto diverso. La sua mano scivolò via dalla chiave e si andò a posare su quelle dell’amico che erano legate attorno al suo corpo.
“Grazie. Non lo farò. E scusa.” Queste furono le uniche parole pronunciate da Sunggyu prima di aprire finalmente la porta di casa.
Dentro era tutto buio. Sunggyu viveva da solo, i suoi genitori abitavano in campagna. Lui si era trasferito in città per continuare gli studi. Per questo la casa era deserta, vuota. Sunggyu accese la luce e fece accomodare Hoya in salotto. Passarono le ore prima di cena a giocare ai videogiochi, come sempre. Ordinarono una mega pizza e qualche birra. Quella sera, però, bevvero un po’ più del solito.
“Ahahah. Ti giuro, è andata così” disse Sunggyu, completamente ubriaco.
Hoya aveva bevuto, ma reggeva l’alcol meglio dell’amico, quindi capiva ancora qualcosa. Nonostante tutto dava corda a Sunggyu.
“Non ci credo, davvero? Sei incorreggibile.”
Erano tutti e due a terra, seduti davanti al divano. Hoya si fermò un attimo ad osservare i lineamenti di Sunggyu. Era un bel ragazzo, indubbiamente. Ma era un ragazzo. Eppure persino Hoya non poteva resistere al fascino dell’amico. O forse quella sera i suoi sentimenti si stavano rafforzando a causa dell’alcol. Fatto sta che il vedere Sunggyu inerme, con la testa reclinata sul divano e con quell’aria sexy che solo l’alcol faceva trasparire, fece eccitare Hoya in un maniera spropositata. Tutti questi elementi e il fatto che Hoya non stesse ragionando del tutto con la sua testa, lo portarono ad avvicinare il volto sempre di più a quello di Sunggyu. Questi sembrò non accorgersi di nulla e rimase fermo. A quel punto Hoya non indugiò più e baciò dolcemente Sunggyu sulle labbra. Dopo qualche secondo Sunggyu russò, facendo scattare Hoya. Questi, accortosi di cosa aveva appena fatto, portò una mano alla bocca, maledicendosi. Per fortuna Sunggyu si era addormentato e probabilmente non si era accorto di nulla, ma questa volta Hoya aveva rischiato grosso. Stava sempre molto attento a non far trasparire i suoi sentimenti per Sunggyu, ma ogni tanto aveva dei momenti di debolezza. Quando Hoya si rese conto di essere salvo, sul suo volto comparve un sorriso. Finalmente l’aveva baciato.
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