Non ti dirò
cazzate Edward in questa lettera,ma devo spedirtela.
Non chiedermi
il perché, non lo so nemmeno io,ma ne sento come il
bisogno, la necessità di avere perlomeno questo contatto con il tuo essere,
dato che ormai il tuo nome è diventato solo un ricordo sbiadito e i tuoi occhi
riflessi di sogni da dimenticare.
Se non altro se
non la vorrai leggere ti basterà stringere il pugno per far si che essa diventi solo
polvere e le mie parole inutili geroglifici su di un pezzo di carta bianca.
Sai che giorno
è oggi?
E’ il mio
compleanno, ma forse non ricordi neanche più il mio nome, figurati questa data
frivola che ha segnato l’inizio della nostra fine..
Ma forse mi
illudo ancora
come una sciocca ingenua che qualcosa di me ti sia rimasta dentro anche se probabilmente
incontrandomi, oggi, non sapresti neanche riconoscermi: 10 anni cambiano, lo
sai?E con me hanno fatto un mutamento radicale e irreversibile.
Dal tuo lontano
addio ogni cosa a me vicina è stata invasa da un velo nero opaco così cupo da
oscurare ogni mio affetto, sensazione e volontà.
So che ti arrabbierai
appena leggerai questa riga,ma devo dirtelo: non mi
sono rifatta una vita, o per lo meno “non ho vissuto” come tu avresti voluto.
Sono partita,
fuggendo da un Charly ansioso e da visite inadeguate,
scappando in Italia, a Roma, la città che ora posso considerare come la mia “casa”-
I primi tempi
sono stati impossibili; la lingua era assurda e sai bene le mie difficoltà nel
relazionarmi con gli altri, vivevo in un sottoscala pagato grazie al lavoro di
cameriera nel locale “B & J”, vivendo di stenti e mangiando quando mi
capitava, riducendomi ad uno scricciolo di 42 chili, poi finalmente mi sono
detta:
Posso
continuare a vegetare così, come un verme?
Tu non c’eri,
mi avevi abbandonata, lasciata fuori al freddo e al gelo, ma dovevo oppormi al
freddo, perché se avessi continuato a farlo entrare nelle mie ossa sarei morta,
immobile, come una bambola di porcellana che dondolando sul parkè
finisce per rotolare e frantumarsi in mille pezzi…
Così alla fine ho reagito..
E non pensare
che io mi sia data di verso per te, Edward, no, l’ho fatto solo per me.
Mi sono
iscritta in legge, quasi improbabile per una come me,
che non brilla neanche sotto le luci psicadeliche,ma
non irraggiungibile, ho trovato casa con due favolose ragazze, Anna e Mary, e
ricominciato ad affrontare la vita con
un po’ di grinta e voglia di farcela, di riuscire ad uscire dalla botola in cui
mi ero rinchiusa dopo il nostro tragico epilogo.
Sono ormai
sette anni che convivo con le ragazze, Anna sta lottando per la tesi di
medicina e Mary immagina canzoni con cui avvolge lo studio discografico nel
quale lavora, ed io sono impelagata in concorsi per la magistratura.
Mi dispiace, ma
devo dirtelo: non amo, anzi non ho più amato dopo di te, e no, non sono mai
andata a letto con nessuno, ingenuamente
ancora penso di poter avere la mia prima volta con te e mi ritrovo vergine a 28
anni, fregandomene nella malsana situazione in cui mi trovo.
Ma d'altronde che
cosa me ne farei poi, ora come ora, di un uomo accanto a me?
Non ho di certo
bisogno di uno che mi porti la colazione al letto, preferisco scaldarmi il
latte da me, e non necessito di rose rosse, non voglio nessuna figura grigia al
mio fianco, nessuna, eccetto quella imponente eppure sottile di un certo
vampiro, lo stesso che mi ha abbandonata 10 anni fa e distrutta, ridotta in
mille pezzi, tu Edward, che comunque nonostante tutto quello a cui mi hai
relegato rimani la luce nei miei giorni bui, la mia voce quando non ho le forze
nemmeno di mormorare e la mia ancora quando di nuovo il buio farà capolino alla
mia porta.
Ero, sono e
sarò sempre solo tua.
Bella