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Autore: Achille88    06/03/2009    3 recensioni
Sul pianeta El il mancato matrimonio fra la regina Elle e Ataru Moroboshi, sventato all'ultimo istante grazie all'intervento di Lamù e dei suoi amici, ha destato non poco scalpore e all'interno del suo palazzo, la bella sovrana medita vendetta tormentata dalla gelosia e da un dubbio: la bella aliena dal bikini tigrato aveva fatto tutto ciò per ridicolizzarla agli occhi del suo popolo o unicamente per amore di Ataru?
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Elle, Lamù, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROMESSA DI UN LIBERTINO PENTITO

Contrariamente a quanto si aspettava Ataru, il pranzo che Lamù aveva preparato era stato delizioso e il ragazzo si stava ancora leccando le dita.

"Vedo che il cibo che ho preparato è stato di tuo gradimento", disse Lamù soddisfatta.

"Devo proprio dirlo… era tutto buonissimo, ma i sakuramochi in particolare erano sublimi!", esclamò Ataru con le papille gustative ancora in festa.

"Tutto merito del ricettario di tua madre che ho trovato in cucina!", ammise sinceramente la bella aliena.

"Se penso che per tutto questo tempo non ho fatto altro che fuggire da lei per soddisfare il mio orgoglio… che stupido sono stato!", si rimproverò il giovane Moroboshi stringendo i pugni per la rabbia.

"Che ti prende, tesoruccio?", domandò Lamù notando il turbamento del ragazzo.

"Non preoccuparti, non è niente. Piuttosto, perché mi hai portato proprio in questo luogo?", domandò il ragazzo mentre volgeva lo sguardo verso un punto indefinito all’orizzonte seduto sulla radice di un grande albero in fiore simile a un ciliegio sul pianeta natale della bella oni.

Prima di rispondere, Lamù si sedette sui talloni e fece cenno al suo tesoruccio di poggiare la testa sulle sue ginocchia. Seppur titubante, il ragazzo si sdraiò di fianco e poggiò il capo sulle gambe dell’aliena.

"Ricordi quando te ne andasti sul pianeta El la prima volta?", chiese ad un tratto la bella extraterrestre in bikini tigrato mentre massaggiava delicatamente la cotenna del suo tesoruccio con le sue esili dita. "Mentre tu eri con Elle, io sono tornata sul mio pianeta e proprio all’ombra di quest’albero stavo per gettare via la mia Stella di tigre… anche se poi non sono riuscita a farlo. Quel giorno ho pensato seriamente di dirti addio per sempre ed è stato uno dei momenti più tristi della mia vita".

"Mentre io stavo in quell’angusta cella a frignare come una femminuccia, lei era qui a piangere disperata per l’ennesima sciocchezza che ho commesso nella mia vita", si disse Ataru furente di rabbia mentre ripensava ancora una volta a tutte le varie circostanze in cui aveva fatto soffrire Lamù per i suoi sciocchi capricci.

Non potendo più indugiare, Ataru alzò la testa e sedutosi anch’esso sui talloni, prese le spalle scoperte di Lamù e le disse fissandola dritto negli occhi: "Vuoi sapere una cosa? Nello stesso momento in cui ti trovavi qui, io ero chiuso in una cella insieme a Ten e mentre mangiavo fra le lacrime il pasto che mi hanno dato, ho invocato più volte il tuo nome ed ho pensato che se avessi sposato El, non sarei mai stato veramente felice perché non avrei mai più avuto te al mio fianco!".

Colpita da quella confessione, la bella oni avrebbe voluto stringere Ataru fra le sue braccia, ma il giovane la fermò e dopo essersi alzato in piedi, le voltò le spalle e assunse un’espressione decisa. "Il momento è arrivato!", pensò il ragazzo mentre si infilava la mano destra nella tasca dei pantaloni per poi tirarla fuori stretta in un pugno.

"Lamù, posso chiederti un’ultima cosa?".

"Di che si tratta, tesoruccio?", chiese la bella aliena alzatasi anche lei in piedi.

"Perché continui a fare tutto questo per un povero e presuntuoso sfigato come me?".

Rimasta inizialmente spiazzata da quella domanda, Lamù sospirò profondamente prima di dare una risposta convincente. "Perché ti amo!", esordì. "Anche se finora ti sei sempre comportato da dongiovanni incallito e non mi hai confessato apertamente i tuoi sentimenti, mi hai fatto intendere in più di una circostanza di amarmi più di qualunque altra ragazza. E poi, anche se non sei d’accordo, sappi che una moglie rimane sempre al fianco del marito, soprattutto nei momenti più difficili".

"Sapevo che avresti risposto così… e mi sono attrezzato apposta!", affermò il ragazzo prima di aprire il pugno e mostrare alla sorpresa Lamù le Stelle di tigre che brillavano sul palmo della mano del ragazzo.

"Ma tu… quando le hai prese?", chiese Lamù.

"Questo devi chiederlo a Ten, non a me!", si limitò a risponderle Ataru. "Con questi anelli ho intenzione di fare una cosa che avrei dovuto fare tempo fa".

Detto ciò, il giovane Moroboshi si mise uno degli anelli all’anulare della mano sinistra. "Dammi la mano", disse gentilmente a Lamù, la quale mosse in avanti il braccio sinistro permettendo così al ragazzo di infilarle l’anello al dito.

Mentre Lamù osservava la Stella di tigre brillare luminosa sul suo anulare con gli occhi lucidi, Ataru le prese le mani fra le sue e le disse mettendoci tutta la sincerità possibile: "Lamù, io non posso ancora considerarmi tuo marito ed ho ancora difficoltà a riconoscerti come moglie, ma con questo gesto voglio dimostrarti che sei tu l’unica che, fra le tutte le ragazze dell’universo, amo veramente e da questo momento in avanti farò tutto il possibile per renderti felice come meriti. Ma per farlo ho bisogno che tu mi sia accanto e quando arriverà il momento giusto, ti giuro che sarò io stesso a chiederti di sposarmi ufficialmente".

Leggendo negli occhi del suo tesoruccio tutta la sincerità di cui erano impregnate le sue parole, Lamù non poté fare a meno di abbracciarlo con una tale foga da far cadere entrambi sull’erba alta ai piedi dell’albero.

"Queste sono le parole più belle che tu mi abbia mai detto!", esclamò commossa la bella aliena sdraiata sopra il corpo di Ataru.

In quel preciso momento, un soffio di vento scosse i rami fioriti dell’albero e mentre la maggior parte dei petali violacei si faceva trasportare dalla brezza sotto il cielo puntellato di stelle, altri finirono fra i capelli della bella extraterrestre.

"Come sei bella…", sussurrò estasiato Ataru mentre sfiorava appena una delle ciocche laterali che scendevano dal volto della ragazza.

"Anch’io ho una promessa da farti", esclamò ad un tratto Lamù. "D’ora in poi cercherò di essere meno gelosa ed invadente. Dopo tutto, dopo la nostra sfida mi sono frapposta fra te e Shinobu…".

"Ti sei soltanto limitata a dare il colpo di grazia ad una relazione che io stesso stavo mandando in malora", la interruppe Ataru continuando ad accarezzarle il volto. "Sono sicuro che Inaba sarà per lei un compagno migliore di quanto lo sia stato io. E poi… lei è una mia carissima amica fin dai tempi dell’asilo e le voglio bene, ma ora l’unica cosa che voglio veramente è stare al tuo fianco e non rischiare mai più di perderti per colpa di un mio capriccio come è successo con Shinobu!".

Senza proferire altre parole, Lamù avvicinò il viso a quello del suo tesoruccio e lo guardò con occhi che brillavano come le stelle del cielo. "Ti amo, tesoruccio", disse la ragazza accarezzandogli i capelli.

"Anch’io!", rispose Ataru prima che i due innamorati si scambiassero il bacio più passionale che si fossero mai dati dall’inizio della loro storia d’amore, rafforzando così un legame talmente insolubile che neppure il capriccio della regina di un intero pianeta e la morte stessa è riuscito a spezzare.

Fine

Note dell’autore: i sakuramochi sono dolcetti di riso colorato di rosa, avvolti in foglie di ciliegio cotte al vapore e farciti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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