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Autore: mjay    23/12/2015    4 recensioni
« Verrà il tempo
in cui il figlio combatterà il padre,
fratello combatterà fratello,
sangue verrà versato,
arriverà il caos e poi il nulla,
ed il mondo finirà nel ghiaccio e nel fuoco ».

Duecento anni sono passati dalla caduta di Galbatorix, ma ad Est l' ombra di una nuova minaccia sta crescendo.
Alagaesia è chiamata alle armi, nuove e vecchie conoscenze dovranno stringere un' alleanza per proteggere ancora una volta la pace e la stabilità duramente conquistate secoli prima.
***
Anche il capitolo 05 è stato corretto, presto arriverà il capitolo 06, il tempo di decidere come affrontare determinati passaggi e sarà online!
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Castigo, Murtagh, Nuovo Personaggio | Coppie: Eragon/Arya
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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prologo
NdA: Salve a tutti! Mi presento, sono mjay.
In realtà è come se fossi nuova su EFP, poiché non ho mai davvero pubblicato nulla di serio.  Questa è la prima longfic su cui mi sia dilettata a scrivere e spero che sia di vostro gradimento.
Avverto subito che ci saranno riferimenti e libere ispirazioni a Skyrim e al Trono di Spade, ma per la maggior parte la storia è stata completamente partorita dal mio piccolo cervello laborioso.
ATTENZIONE!!! I primi 5 capitoli sono stati riuppati, in quanto rileggendoli più volte non mi convincevano e mi sembrava di non aver dato il meglio di me.
Alla fine,  dopo mille dubbi, mi sono decisa a riscriverli.  LA TRAMA NON E' STATA IN ALCUN MODO MODIFICATA.
Vi auguro quindi una buona lettura o ri-lettura.
Che la vostra spada sia sempre affilata!



NOTE INTRODUTTIVE


GENERE
 

Introspettivo, Romantico, Avventura, Fantasy, Guerra. 
RATING 
Generalmente Giallo e Verde, in alcuni capitoli sarà Arancione per le scene e gli argomenti trattati.
PERSONAGGI 
Murtagh Morzanson, Castigo, Arya, Angela, Eragon, Orrin, gli abitanti di Ostagar ed il popolo di Alagaesia.
DESCRIZIONE 
Ambientata 200 anni dopo la caduta di Galbatorix, ad Ostagar, un lontano regno ad Est del continente conosciuto, un improvviso e misterioso attacco alla Regina  annuncia l' arrivo di una nuova minaccia. Ancora una volta il popolo di Alagaesia è chiamato alle armi per proteggere la pace tanto agognata. Un Cavaliere errante e una Regina spodestata dovranno raccogliere le proprie forze per affrontare i demoni interiori e combattere la nuova oscurità, affrontando prove che metteranno a dura prova la loro forza e il loro coraggio.
Riusciranno a far fronte alla nuova minaccia? O soccomberanno contro il nuovo e antico potere che è stato risvegliato?
NOTE 
  • Per rimanere aggiornati su "Du Sùndavar freohr - La Morte delle Ombre" o altre storie posso rimandarvi al mio blog, contattatemi in privato per inviarvi il link.
  • Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia dal primo capitolo, chi ha commentato e aggiunto ai preferiti questa piccola storia, ed un' altro ringraziamento va a chi lo farà. "Amo chi legge. E leggo chi amo".
  • In fondo al capitolo troverete un piccolo glossario per aiutarvi a ricordare meglio tutti i nuovi nomi che verranno citati.
  • Un grazie particolare va alla gentilissima Clara (micia95), che ha revisionato questo testo con molta attenzione, correggendo i miei errori!
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DISCLAIMER
I personaggi della saga originale appartengono a Christopher Paolini. Gli abitanti di Ostagar, coloro che non appaiono nei libri e le loro vicende sono frutto della mia fantasia. La storia è scritta al solo scopo ricreativo e senza fini di lucro.
 

Creative Commons LicenseThis work by mjay is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International License.


Ostagar MAP


titolo



CAPITOLO 00

Prologo 



« Datemi ascolto, voi sacre stirpi,
potenti ed umili figli di Hamlen!
Di Ymvir e Jörmungandr debbo l'opre narrare,
di antiche storie che mi sovvengono.

Al principio era il tempo,
Ymvir vi dimorava.
Non c'era sabbia né mare
né gelide onde.
Non c' era terra
né cielo in alto:
un vuoto si spalancava
e in nessun luogo erba.

Dalla sua risata
splendette da est il sole.
Dalla sua ombra
nacque a sud Jörmungandr.
E vi fu equilibrio.
Ed il mondo così nacque
dalla Luce e dall' Oscurità ».



Moribonde lingue di fuoco si alzarono dal braciere al centro della stanza proiettando scure ombre sulle pareti di legno e pietra.
Re Bothvar l'Ammazzagiganti sedeva su di una poltrona di pelle e calde pellicce, la sua voce riecheggiava bassa e profonda fra le pareti. Nelle sue mani forti, rese callose dalla ruvida elsa della spada, stringeva lunghi bastoncini di legno. All'estremità di essi erano intagliati piccoli personaggi, protagonisti della storia che soleva raccontare ai suoi figli prima di coricarsi, li agitava con abili movimenti sopra le braci accese ricreando scene di un mito antico quanto le loro origini. Era il rituale che più amava condividere con loro, ciò che aveva deciso di narrare quella notte era la leggenda più importante della loro tradizione.
Si fermò, schiarendosi la voce. Le vecchie giunture del mobilio su cui era seduto cigolarono sotto la sua imponente mole.
Gli occhi profondi, lenti e solenni, ma molto penetranti, studiarono con circospezione il volto dei figli. Nonostante i secoli che gravavano sulle ampie spalle, Bothvar non era molto diverso nell'aspetto da un Uomo comune. Eppure, a dispetto del passare degli anni, non vi erano rughe sul suo volto né tanto meno ciocche grigie fra i capelli e la barba ramata, come le foglie in autunno, né fatica nei movimenti o  confusione nei suoi pensieri. Le braccia massicce come tronchi erano ancora capaci di stringere con tale forza il collo di un uomo da poterne rompere le ossa sotto la stretta decisa delle dita.
Nell'improvviso silenzio, oltre le mura di Dragonsearch, qualcuno all'esterno intonò una canzone allegra, seguito da un coro di voci potenti e spensierate. Bothvar ascoltò per un attimo quel suono incoraggiante proveniente dalla piazza principale di Darnek, la capitale di Ostagar.
La canzone finì in uno scroscio di risa e applausi.
Non era raro che vi fossero festeggiamenti fino a tarda sera, al popolo di Ostagar piaceva declamare le proprie vittorie o eventi importanti con balli, canzoni o lunghe bevute, finché ognuno non tornava nelle proprie case con lo stomaco pieno ed il cuore leggero.
Due albe fa si era tenuta una grande festa per le buone notizie provenienti dal Tempio del Drago: la covata si era rivelata fertile e nuovi draghi erano pronti a nascer; prima ancora si era festeggiata la caduta di un Gigante nelle steppe di Roskilde; due cicli di luna fa, invece, vi erano stati grandi e ricchi festeggiamenti per  il suo compleanno, il trecentoventisettesimo. Età veneranda per qualsiasi uomo, ma non per un Cavaliere di Drago.
Quel giorno, però, non vi era stato alcun avvenimento importante da ricordare. A Darnek una piccola folla di impazienti aveva deciso di mitigare l'attesa per l'indomani con birra a fiumi e succulenti arrosti, in vista dell'importante celebrazione che si sarebbe tenuta da lì a poche ore.
Nelle prime ore della mattina seguente si sarebbe tenuta la Cerimonia della Schiusa, circostanza in cui si sarebbe designato il prossimo Re o la prossima Regina del regno. Tale scelta sarebbe ricaduta su uno dei suoi figli, unici eredi della famiglia reale. Così come era stato per lui, unico figlio di Sorresen il Re Colosso, un uovo di drago sarebbe stato posto di fronte a loro. Se il loro cuore fosse stato abbastanza forte e degno di essere scelto da un Drago, questi sarebbe nato, facendoli divenire nuovi Cavalieri. Se così non fosse stato, ogni pretesa al Trono sarebbe decaduta.
In tutti quei secoli talvolta era capitato che un uovo non si dischiudesse di fronte ad un membro della famiglia reale, ma mai che il Trono rimanesse senza pretendenti.
Un'eventualità, che se si fosse verificata, avrebbe provocato disordini e tumulti: i suoi antenati avevano regnato su Ostagar sin dai primi insediamenti del Popolo Grigio nelle Montagne del Nord. Tutto ciò che rimaneva di loro scorreva nelle sue vene e in quelle dei suoi figli. Discendenti di sangue.
Il territorio aspro e freddo di Ostagar dapprima non aveva richiamato molta attenzione da parte degli altri Uomini, ma col passare delle decadi, in seguito all'insediamento di Re Palancar in Alagaësia, altre città erano state  fondate dove uomini più coraggiosi avevano deciso di spingersi all'estremo Est.
La loro avventatezza fu presto ricompensata e così nacque il Regno di Ostagar, fino a trasformarsi in ciò che era oggi: un impero fiorente, abitato da guerrieri e uomini prestanti abituati alle peggiori avversità.
Sebbene ogni contatto con i territori ad Ovest fosse andato perduto, vecchie cartine sbiadite e diari muffiti erano ciò che rimaneva delle testimonianze dei loro avi sui terreni da loro abbandonati molto tempo addietro. Completamente isolati dall'alta ed incombente catena di montagne che li circondava, si erano costruiti una nuova vita.
Le difficoltà erano state molte, ma sotto la guida del Primo Re, erano riusciti a vincere qualsiasi avversità: la lotta contro i Lupi delle Lande fu sanguinosa, ma con l'aiuto dei draghi, i lupi furono rispediti sulle vette delle montagne; i Giganti tuttora vagabondavano nelle Steppe, ma il loro numero era stato dimezzato. Avevano subíto incursioni dai continenti a Nord-Est ed erano riusciti comunque a sopravvivere, ricacciando gli estranei nei loro paesi e affermando così la loro fama di grandi guerrieri.
Malgrado la Cerimonia della Schiusa, le cui origini risalivano ai primi figli del Primo Re, dovesse essere per Bothvar un evento gioioso, l'ombra di un oscuro presentimento si era allungata sul suo cuore.
Non seppe dare nome o volto a quella preoccupazione. 
Forse fu solo il banale pensiero che i suoi figli stessero crescendo più rapidamente di quanto non si fosse aspettato, sensazione comune per qualsiasi genitore; o  fu il rammarico di poter vedere solo uno di loro sul Trono a regnare al suo posto, ma tale apprensione impregnava ogni suo pensiero su quanto sarebbe avvenuto in futuro.
Se un uovo si fosse dischiuso di fronte ad entrambi, allora sarebbe stato Bard, l'unico maschio, a prendere il suo posto in quanto il maggiore dei due figli, altrimenti quell'onere sarebbe ricaduto sulla figlia, Sigrid.
Quando il suo sguardo incontrò i volti pieni di curiosità dei due bambini distesi nei propri letti in attesa della conclusione della storia, tale peso sembrò alleggerirsi sulla sua coscienza.
Incosciamente si ritrovò a sorridere fra i folti baffi alla curiosa immagine dei due ragazzini con in testa una corona troppo grande e pesante per loro che gli ricadeva goffamente su di un lato della testa, coprendone gli occhi.
« Padre vi prego, continuate, cosa accadde dopo che nacque Jörmungandr? » fu Sigrid la prima a rompere il silenzio mentre si agitava impaziente sotto le coperte. La sua testa fece capolino da sotto il cuscino dietro al quale si era nascosta dopo aver udito il nome dell'oscura creatura.
Una risata proruppe dalle sue labbra al desiderio della figlia, fin da quando era riuscita a muovere i primi passi, Sigrid si era rivelata essere emotiva. Una bambina fin troppo sincera ed indisponente, sempre pronta a combattere per i suoi ideali, essebdo più selvaggia delle altre sue coetanee. Più cresceva più diveniva l'ombra del fantasma della sua defunta consorte, la Regina Brunilde, nell'animo come nell'aspetto.
Minuta e gracile, nessuno avrebbe potuto credere che lei riuscisse a sollevare una spada, eppure durante gli allenamenti la sua foga riusciva a spiazzare e mettere in difficoltà bambini più grandi di lei. In alcune occasioni, era perfino riuscita a tenere testa al fratello maggiore, ben più forte e muscoloso di lei.
I lunghi capelli biondi le incorniciavano gli occhi blu, limpidi come le acque del Mare Stretto. Quando la piccola gli sorrise in risposta al suo sguardo, mostrò un sorriso privo di un dente da latte, perso il giorno prima durante gli allenamenti con il fratello. Bard le aveva sferrato un colpo di scudo dritto sul volto, forse un po' troppo forte per essere solo un'esercitazione pratica. Incidente di cui Bothvar non era convinto, sebbene non presente.
La rivalità fra i due fratelli non era mai stata un mistero, Bard, in particolare, vedeva nella sorella un' insopportabile rivale e da sempre la incolpava della prematura morte della madre: Bard aveva solo tre anni quando aveva visto la Regina costretta a letto dalle doglie, avvenute ben tre settimane prima del tempo.
Quando Sigrid nacque era troppo piccola e debole per sopravvivere, su questo avevano concordato tutti i Guaritori. Il parto aveva stremato la Regina ben più del precedente, ma che, malgrado le raccomandazioni, non aveva mai lasciato il capezzale della piccola. Le aveva tenuto la mano, ancora senza forze, pregando ogni giorno Ymvir perché la salvasse e prendesse la sua di vita.
Bothvar era rimasto in silenzio, impotente, ascoltando le suppliche della moglie con una fitta al cuore. Mai si era sentito così inutile, nemmeno la magia avrebbe potuto salvare Sigrid. Più morta che viva, qualunque tentativo di salvarla avrebbe condotto chiunque avesse tentato  a morte certa.
Brunilde non aveva mai lasciato la figlia, giorno o notte, era rimasta distesa al suo fianco mormorando preghiere sottovoce e presto aveva smesso di mangiare. Sorda alle suppliche di chi le stava intorno, aveva continuato nella sua silenziosa crociata, per i seguenti tre meriggi.
Fu al quarto sorgere del sole che le preghiere della sovrana furono ascoltate, scandite dall'ultimo terribile ruggito di Syrax, il drago della Regina, che spirò quello stesso giorno.
La piccola Sigrid sembrava aver ritrovato miracolosamente le forze mentre piangeva fra le braccia inerti della Regina Madre ancora avvolta nelle pellicce del letto in camera della figlia.
La Dea Ymvir ha benedetto la bambina, aveva detto un Sacerdote portando via il corpo freddo di Brunilde per prepararlo al Rito Funebre, ma non vi può essere vita laddove doveva esserci morte, qualcuno doveva pagarne il prezzo e la Regina è stata una donna coraggiosa e una madre amorevole a pagarlo.
Non una lacrima aveva versato Bard apprendendo della morte della madre. Invece, aveva iniziato a guardare la sorella con una strana circospezione, come se di lei non potesse fidarsi, in quanto scherzo della natura. A nulla erano servite le parole di Bothvar per rassicurarlo.
Crescendo quell'odio sembrava essersi mitigato sebbene non sembrasse del tutto scomparso, forse perché nato dalla mente troppo fervida di un bambino.
« Si racconta, piccola Sigrid, che dapprima dalla loro unione prese vita Hamlen » continuò, e poi con aria grave aggiunse « Troppa però era la sete di potere di Jörmungandr, non gli bastava vivere all'ombra di Ymvir, sua sorella e amante, fu così che nacquero i Draghi... come servi e schiavi di Jörmungandr per soggiogare il mondo »
Sigrid e Bard trattennero il fiato, in attesa, Bothvar sorrise « Ma la Dea Ymvir e la figlia Hamlen non potevano permetterlo, fu dalle lacrime di dolore di Hamlen che nacque il Primo Uomo ed il dolore divenne gioia! Presto il mondo si colmò dei suoi figli e si consumò così la Prima Guerra, dove Uomini e Draghi bagnarono la terra con il loro sangue in una guerra fredda e crudele »
Bard corrugò le sopracciglia, confuso « Padre questo... non è possibile »
« Cosa non è possibile? »
« Che uomini e draghi abbiano trovato battaglia... essi sono legati a noi, non possono ribellarsi » suo figlio maggiore aveva solamente nove anni, ma ne dimostrava almeno dodici. Era più alto e forte della maggior parte dei suoi coetanei, spesso questo lo portava a vittoria certa durante gli allenamenti con il maestro d'armi.
Rispetto a Sigrid, Bard era ben più calcolatore e riflessivo, difficilmente condivideva con gli altri ciò che gli passava per la testa. Questo almeno finché non prendeva in mano una spada e diveniva una furia. Bothvar non aveva mai visto una tale ferocia in combattimento se non nei Draghi.
Spettinati riccioli di un biondo più scuro rispetto a quelli della sorella sovrastavano gli occhi verdi, talvolta illuminati da una luce strana, quasi intimidatoria, mentre squadrava con attenzione  a chi si trovava davanti.
Ogni gesto e parola di Bard sembrava soppesata e misurata in base a chi aveva di fronte a sé, sebbene di tanto in tanto l'aggressività che scalpitava dentro di lui prendeva la meglio anche quando non era in battaglia. Niente che non potesse affievolirsi crescendo.
« I Draghi non sono sempre stati quello che sono oggi, è proprio durante la Prima Guerra che lo divennero: stanchi del crudele Jörmungandr e del suo giogo, si inchinarono a Ymvir che ebbe pietà di loro e delle loro anime. Li legò agli umani come nostri pari e fedeli compagni così da condividere con loro gioie e dolori »
Sigrid balzò in piedi, facendo scivolare le pesanti pellicce sul pavimento, con i pugni alzati verso il cielo come segno di giubilo « Oh! Così venne sconfitto! » gridò entusiasta, per poi scivolare di nuovo a letto con le gambe incrociate « E potremo avere un drago anche noi? Uno grande come il tuo! »
Bothvar si alzò, con calma ripose le piccole figure nel cofanetto accanto ai letti ed andò a raccogliere le coperte di Sigrid « Forse. Domani a quest'ora molto probabilmente tu e tuo fratello starete giocando con due piccoli cuccioli di drago »
La sola idea elettrizzò entrambi, poté leggerlo nei loro occhi. Con incredibile pazienza aspettò che Sigrid crollasse a letto dopo avergli elencato tutte le cose che avrebbe fatto con il suo drago e le rimboccò le lenzuola, lasciandogli un umido bacio sulla fronte.
« Ah! Padre! La barba mi fa il solletico! » si lamentò lei ridendo, prima di chiudere gli occhi. Scivolò nel sonno quasi subito, scandendolo con piccoli respiri.
Quando Bothvar si voltò verso Bard vide che era seduto sul suo letto, lo stava scrutando con attenzione, assorto in mille pensieri « Cosa ti tormenta Bard? » domandò Bothvar scompigliandogli i capelli con le grosse mani, il gesto non piacque al figlio che si scansò seccato, distendendosi sotto le pellicce.
« Nulla padre » lanciò uno sguardo incerto alla sorella, dall'altra parte della stanza, ed aggiunse abbassando la voce perché lei non lo sentisse « Non penso sia giusto alimentare le fantasie di Sigrid, lei non verrà mai scelta: è troppo debole perché un drago la prenda in considerazione... »
Bothvar strinse le labbra, amareggiato da quelle parole « Non devi sottovalutare tua sorella: è più forte di quello che credi... sarà il drago a scegliere, non tu, fino ad allora tutto è possibile » gli baciò la fronte e quando si allontanò poté sentire lo sguardo duro di suo figlio seguirlo mentre superava le braci, ancora calde, ed usciva dalla stanza.




« Verrà il tempo
in cui il figlio combatterà il padre,
fratello combatterà fratello,
sangue verrà versato,
arriverà il caos e poi il nulla,
ed il mondo finirà nel ghiaccio e nel fuoco
».
   
 
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