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Autore: Gigli neri e ombre    24/12/2015    3 recensioni
Dal Capitolo 13:
"[...]Notò subito però che quei Veliant invece di essere rossi come i soliti, erano rosa. Puntandola sullo scherzoso pensò fossero Veliant di tipo folletto, ma analizzando meglio lo scenario che lo circondava si accorse che non avevano armi e che inoltre uno di loro aveva un gioiello grazioso e brillante a forma di rosa rossa che evidentemente doveva essere una spilla. Il suo primo pensiero fu quello di portarselo per venderlo eventualmente, al fine di fare qualche soldo valido. Tornò a casa incurante di ciò che si lasciava dietro senza farsi troppe domande riguardo le particolarità notate. Menefreghismo assoluto ben previsto da parte sua.[...]"
Presenza di un linguaggio scurrile.
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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– Seventh Chapter –




 
Please, Stay...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Con grande sorpresa, Zoey aveva notato che Gwen sapeva anche guidare benissimo, pure meglio di Duncan.
L'aveva capito che Gwen era una con i contro cavoletti di Bruxelles, o almeno tale era ai suoi occhi: era una indipendente, libera e, se vogliamo, poteva anche essere un'ottima “leader” e un'ottima persona anche in quanto donna –questa fu l'impressione di Bella Gioia–, eppure non si era posta la domanda sul saper guidare o meno –non che questo potesse cambiare la propria opinione riguardo un individuo X– e qualora se la fosse posta, avrebbe risposto con un “sì” a sé stessa ma certamente mai la risposta sarebbe stata “Sì, e sa guidare meglio di una tassista”. Era ufficiale, Zoey vedeva una grande personalità dentro la Gotica, vedeva un eccellente modello che tuttavia già sapeva a prescindere di non poter seguire per un semplice motivo, lei non avrebbe mai potuto diventare come lei. Sorrise felice per la Dark che in quel momento dialogava con suo cugino, ma Zoey era troppo impegnata ad ammirarla in silenzio.
«No, Duncan, è inutile che ti vanti. Alla fine se non fosse stato per Zoey tu a quest'ora saresti avvolto nelle fiamme» Nel sentire il suo nome essa ritornò coi piedi per terra e si connesse alla discussione pur avendone perso un pezzo. «Ma per quanto ci sia riuscita a fare l'eroina, ti sei ritrovato distrutto lo stesso» Osservò la Dark punzecchiando suo cugino ma egli non dava sazio. «Beh, che vuoi che sia? E' un dolore che passerà tra non molto» Rise «Anzi, mi sento già meglio»
«Se è così devi, di nuovo, ringraziare Zoey» Gwen sospirò per poi sorridere «Tu sei la prova che questo qui sarebbe sotto un ponte se non fosse noi» Si rivolse alla ragazza riuscendo a far sorridere pure lei sebbene queste non erano frasi tipiche della Dark, ma era la prima volta che le facevano un complimento simile. In realtà non le facevano molti complimenti in generale.
«Eccole lì: cos'è, alleanza femminile?» Ghignò «Devo sottolineare quanto invece sia essenziale il genere maschile?» Affermazione che non c'entrava molto con l'argomento.
«Ok, ricomponiamoci, stiamo degenerando. Da questa discussione possiamo prendere spunto per aprire una pagina su Facebook» Pur essendo sarcastica, si fece improvvisamente seria. Ma era tutto giustificabile. Questa trasformazione era dovuta dal fatto che erano arrivati a destinazione, seppur Zoey non ne era certa. Si erano resi conto di essere appena arrivati in un paesino, probabilmente lo stesso del quale parlava Gwen prima di partire. Era un paesino effettivamente niente male: era tranquillo, non c'era tanta confusione; case e palazzi ben curati e negozi sparsi qua e la come macchie.
Zoey non l'aveva mai visto prima e sembrava fosse l'unica, dato che Duncan non sembrava colpito dal posto e Gwen era troppo concentrata nel studiare i dintorni ma né per curiosità né per interessi simili a quelli della rossa, assolutamente no. La ragazza dalle ciocche cerulee era intenta nel guidare e nel trovare la destinazione definitiva, che in verità non era neanche tanto lontana dal posto: erano appena arrivati nei pressi di una piazza rotonda circondata da bar e da negozi generali, il che lasciò Bella Gioia in una lacuna. Era più un paese comune o un paese con un'attività commerciale notevolmente attiva? Oltre quello, la piazza non era invece piena di vita. Sì, i negozi e i bar c'erano seppur non tutti aperti. Nemmeno un'anima viva da quelle parti. Tutto questo fu dato probabilmente relativo alle condizioni climatiche che non erano migliorate di molto, stava pure cominciando a piovere. Non le venne da pensare a qualcosa di anomalo, in effetti non ne vedeva il motivo considerando che era tutto quanto in ordine, pulito e preciso. Sì, escludeva che robot come Þrír fossero apparsi lì. E a proposito di Þrír, meditava pure su di esso. D'altronde, non era sovente combattere con robot agguerriti come quello anche se, col senno di poi, si potrebbe dire anche diversamente. Zoey aveva avuto la possibilità di mostrare quel suo lato che usciva solo in quei casi, eppure a lei non importava, il suo obiettivo non era quello di salire sul piedistallo combattendo solo per farsi notare, ma ovviamente per difendersi da una novità che poteva essere anche ben più grave di quello che veramente era. Avrebbe potuto essere un robot superiore, magari un robot assassino e, o, mercenario che non si sarebbe fatto scrupoli a far fuori qualsiasi essere si presentasse al suo cospetto. Invece quella palla deforme non era fortunatamente dotata di riflessi pronti e per questo ringraziava il cielo, o meglio, ringraziava Gwen. Benché sembri che essa non abbia fatto nulla, lei invece lo aveva colpito da lontano rendendole il gioco più facile colpendo soprattutto i suoi punti deboli e se non fosse stato per la Dark la cosa sarebbe sicuramente durata anche di più del dovuto. Ma il cento dei suoi pensieri non era questo. Lei era curiosa nel sapere la funzione e gli obbiettivi precisi di quest'ultimo, del robot. Se era lì, c'era una ragione precisa –il che si presuppone sia palese. Scesa sulla terraferma, magari in una situazione tranquilla ed adatta, ne avrebbe parlato con Gwen. Trovata questa soluzione si stese finalmente tranquilla e si rilassò. Poco a poco si stendeva sui sedili, se non fosse, certo, per via di una frenata non troppo brusca da parte della pilota. «Bene» La Dark si tolse la cintura di sicurezza. «Questa è la fermata, io scendo» Diede per scontato il fatto che Duncan rimanesse in macchina, anche perché aveva avuto un segnale da parte sua, facendole capire –non verbalmente– che poteva andare sola. «Zoey, ti lascio fare la babysitter» Detto questo non le diede nemmeno il tempo di rispondere, scese dalla macchina e si avviò verso una meta sconosciuta ai due ragazzi rimasti in macchina, una stanca morta e l'altro un po' addolorato ma anche lui stanco a modo suo.
Il Punk prese il pacco di sigarette dalla tasca –più o meno spappolato– e prese una sigaretta che in questo caso di “retta” aveva solo una parte del nome. «Senti Zoey...» La accese e esalò subito un sospiro grigio. «Grazie, seriamente» Sussurrò, lasciando la ragazza di sasso.
«No, Duncan, figurati» Fece la formale «E' stato il mio... istinto» Sorrise a trentadue denti.
«Qualunque cosa sia stato mi hai salvato e te ne sono grato» Aspirò il fumo.
«Avresti fatto lo stesso anche tu, no?» Ribatté la rossa.
«Questo è un altro discorso» altra nuvola di fumo uscita dalle sue cavità orali «Tu mi hai salvato il culo da una situazione disastrosa» si grattò la testa «Come ha detto Gwen, a quest'ora sarei con le chiappe a fuoco se non fosse stato per te. E poi dobbiamo contare anche il pronto soccorso prima di salire in macchina?»
«Duncan, ascolta...» Lei da dietro si avvicinò a lui e gli prese la mano con le sue. Lui sussultò, non si aspettava una mossa simile. «...non devi sentirti in debito, completamente, l'avrei fatto con chiunque» Zoey sorrise nuovamente, lei sorrideva pure quando dormiva. Questa volta di sasso ci rimase il Punk.
«Zoey...» Sospirò «...grazie» Si rimise nella sua posizione naturale aspirando altro fumo, mentre la sua mano si staccava da quelle di Bella Gioia. Era di nuovo colpito dalla situazione. Si era di nuovo immedesimato negli occhi di quella ragazza, ma si ricompose non appena il silenzio avvolse i due.
Ma la poteva girare come voleva, sia lui che lei.
Duncan doveva ufficialmente la vita a Zoey.
 
 
 
Con l'avanzare del tempo si arrivò al calare del sole, il cielo manifestava a chiare lettere l'ora blu. E sì, oltretutto faceva pure freddo, abbastanza da provare quel fastidio alle dita eventualmente ghiacciate, ma per Heather questo non era un problema o almeno non per una come lei che famigliarizzava senza problemi con il freddo e che quindi non poteva fare altro che accogliere con un tappeto rosso l'inverno ormai giunto tra di loro con le sue atmosfere natalizie – delle quali non le importava sinceramente. Una vasta e grande sciarpa beige abbracciava il suo collo elegantemente accompagnata da una giacca lunga fino alle ginocchia del medesimo colore; un maglione bianco, pantalone nero e stivaletti color cammello. Le mani nascoste nelle rispettive tasche della giacca. Per quanto una borsa fosse lo strumento o accessorio portante nelle mani di una ragazza e per quanto quest'ultimo fosse presente nella lista dei desideri di molte e moltissime donzelle ogni giorno sempre di più, quella volta la Calcolatrice la portò con sé per miracolo: uscì di casa con una borsa dello stesso colore dominante del suo coordinato –quindi beige– tuttavia, a seguito dei fatti recentemente accaduti con i Veliant e simili, sospettava, o quanto meno si aspettava, che ci sarebbe potuto essere un altro assedio e che quindi la borsa sarebbe stata solamente d'intralcio. In effetti le strade continuavano ad essere poco affollate sebbene questo dettaglio sembrava sfocarsi ogni giorno di più. A differenza dei giorni precedenti, era possibile vedere qualche persona passare per il marciapiede ma ancora non era un buon risultato. E tutto questo era grossomodo differente alla realtà passata dei fatti: non era vero che la gente non aveva neppure la voglia di fare un passo; non era vero che le strade erano poco affollate; non era vero che la moltitudine dei negozi era chiusa; non era vero che l'atmosfera incuteva depressione ma soprattutto non era vero e non era fattibile che i Veliant erano autorizzati a spargere timore per le strade. D'altro canto riconosceva che –nonostante non si fidasse di lei– Gwen aveva ragione. I Veliant non dovevano essere poi così possenti e così imbattibili. Aveva notato frequentemente che con un soffio o con una spinta quei robot si sconfiggevano da soli. Se fosse stata in Blaineley avrebbe mandato altri robot o forze varie, invece che degli opossum ubriachi quali erano i Veliant. Infatti supponeva che c'erano dei conti che non quadravano.
Alzò gli occhi al cielo e si perse nel guardare un fenomeno naturale bellissimo quanto invisibile alla società generalmente. Esso assumeva diverse sfumature di blu partendo da un blu denim all'orizzonte, diventano più elettrico finendo poi in un tono scuro, tralasciando anche le altre note di colore – sempre derivate dal blu. Ammetteva che quella fase della giornata era fantastica. Non era la tipa che si perdeva ad ammirare la natura o le sue mille facce per cui sospirò da dietro la sua sciarpa, si fece tutta d'un pezzo e proseguì per la sua strada. Lo avrebbe fatto se non fosse per dei rumori che sentiva nell'aria. Si voltò e sbuffò prontamente. “Eccoli lì...” sbottò nella sua testa. Sì, erano dei Veliant. Tanti Veliant, non riusciva nemmeno a contarli approssimativamente.
Senza indugio, congelò l'aria circostante creando una lancia di ghiaccio affilata in entrambi i margini, come se fosse una matita a due punte. I Veliant marciavano ma Heather era più lesta e sveglia di loro, trafiggendone con la sua lancia la bellezza di tre, una combo in un colpo. Così procedeva finché i robot non cominciarono a sparare. Lei per difendersi creò un cubo di ghiaccio che la imprigionò. Dopo ripetuti spari immagazzinati dal ghiaccio che stava per rompersi, Heather fece esplodere il blocco di ghiaccio in una miriade di dardi che si apprestavano a piovere incontro i robot mettendone K.O. una buonissima parte trafiggendoli. Rapidamente sfruttò l'aria fredda che li circondava rendendola ancora più gelida concentrandola tutta quanta in mezzo ai Veliant dei quali alcuni rimasero congelati e altri si muovevano con delle difficoltà. Distrusse quelli congelati letteralmente attaccando successivamente quelli mobili che si fecero via via più lenti. Prima di attaccare Heather si rese conto che c'era un'altra presenza: aveva notato che un buon numero di robot si attraevano tra di loro, si schiantavano l'uno con l'altro per poi andare in corto circuito. “Cazzo!” strinse i denti per la rabbia “E a lei chi l'ha invitata?!” Tanta era la rabbia che nell'attaccare i robot, con una velocità senza precedenti manco fosse un ghepardo, congelava, trafiggeva e squartava il petto dei Veliant con la stessa facilità con la quale Enrico VIII decapitava le sue mogli. Dopo che le macchine si riunirono intorno a lei circondandola, congelò anche il campo di battaglia trasformandolo in una via di ghiaccio e gelo, il quale abbondava. Sentì qualcuno dietro di lei. «Cos'è, già sei stanca?» Quel qualcuno sfidò Heather, una voce femminile che aveva riconosciuto subito.
«Ti permetti di parlare di me pur sapendo che io sono stata migliore di te un'altra volta?»
«Oh, oh, la ragazza acida e vanitosa si fa valere!» Un mezzo dei Veliant rimase immobile.
Esattamente in perfetta sincronia all'altra, Heather congelò tutti i Veliant davanti a lei e dall'altra parte quella persona aveva fatto sì che la sua parte di robot si schiantasse tra di loro come fossero magneti con l'acciaio.
Heather li distrusse mentre l'altra ragazza evocò una sfera verde menta con al centro un rombo nero che attraeva i robot nel suo nucleo, sembrava un buco nero. L'asiatica si voltò contemporaneamente all'altra per colpirla con delle schegge ghiacciate che vennero prontamente distrutta da pietre metalliche.
Afroamericana, l'altra era una ragazza robusta e di carnagione scura, gli occhi neri come i capelli acconciati con delle treccine africane. Indossava un giubbotto di pelle nero –chiuso–; un cappello di lana arancione, pantaloni neri e stivali arancio. Aveva anche degli orecchi enormi circolari dorati. «E' tutto qui quello che sai fare Heather?» Provocò.
«Senti, non ho tempo da perdere con te. Levati autonomamente o ci penserò io in meno di un secondo, LeShawna»
«Cinesina Spocchiosa, avevamo un conto in sospeso» LeShawna aggrottò le sopracciglia.
«Non mi interessa» Heather attaccò con un raggio gelido che Black Mama riuscì a raggirare con una parete invisibile ma, subito dopo, la mora corse incontro alla Calcolatrice e sferrò un pugno che venne prontamente schivato da una ruota –Heather si muoveva come un ermellino. L'arma di ghiaccio venne lanciata verso LeShawna, la quale la afferrò per distruggerla. Con un balzo LeShawna tentò nuovamente di sferrarle un pugno –con la mano interamente metallizzata–, tentativo che fallì una seconda volta colpendo il ghiaccio nel terreno e intanto Heather riuscì a congelare la gamba destra della sua avversaria che, rapidamente, liofilizzò la sua parte destra interamente.
«Bastarda!» Insultò aggressivamente LeShawna «Davvero speri di sfuggirmi?!»
«Guarda un po', lo sto facendo» Heather si alzò da terra e si sistemò i vestiti.
«Ti piace vincere facile! Sei fortunata solo perché riesci a congelarmi!» LeShawna, applicando forza, riuscì a distruggere il ghiaccio. «Non è così facile» Se ne uscì la mora.
La Calcolatrice sbuffò «Senti, LeShawna» Si dedicò all'acerrima nemica. «Mi stai stancando. Cosa vuoi?»
«E lo chiedi pure, faccia di minchia!» Si calmò un secondo entrando sulla riflessiva «Lo sai cosa voglio. La collana»
Heather non diede risposta per due secondi, dopo i quali prese coscienza della situazione «Bene. In questo momento non è qui»
«Tu sei una donna morta!» Minacciò Leshawna ma Heather la fermò subito «Aspetta! Fermati un attimo. Ti propongo un accordo» Heather richiamò il ghiaccio a sé ripristinando la zona al suo stato originale, mentre la sfera verdastra di LeShawna, dopo aver finito di risucchiare i Veliant, sparì senza alcun comando.
«Io domani ti ridarò la tua ambita collana»
LeShawna diffidava tremendamente ed era ben visibile. «Ehi!» Heather alzò le braccia. «Puoi fidarti!» Da una serpe come Heather, lei si aspettava di tutto, ed era proprio quando diceva “Puoi fidarti” che uno non doveva fidarsi. Tuttavia era disposta ad ascoltare, pur di riottenere la sua preziosa collana. «Vai avanti»
«Domani avrai la tua collana, solo se tu mi farai un piccolo favore»
In realtà era una cosa pensata su due piedi, Heather aveva approfittato della situazione per rigirarla a suo favore. E, scaltra, aveva già tutto pronto e pianificato in cinque secondi.
«Va bene, parla. Ma non fare brutti scherzi!»
 
 
 
Sentendosi scossa ripetutamente, Dawn si era risvegliata accorgendosi di una presenza che vegliava il suo sonno pur non avendola inquadrata. Una mano profumata, fresca e pulita le accarezzò la guancia. «Ben svegliata» La Principessa delle fate alzò gli occhi incrociando quelli di DJ. «Buongiorno» Rispose assonnata con voce rauca mentre Courtney le porgeva una tazza, dove al suo interno vi era il suo benamato tè. Dawn alzò la schiena aiutandosi con le mani, il plaid copriva ancora le sue gambe distese. Aveva dormito abbondantemente, tanto da meravigliarsi vedendo dalla finestra che già era buio là fuori. Soffiando ripetutamente la sua bevanda, non poté non notare che tra i presenti c'era anche Scott, a cui non importava nulla di Dawn, guardava fuori dalla finestra. Mentre lei iniziava a sorseggiare, la porta cigolò. Dopo averla aperta, si vedeva Zoey seguita da Duncan. Un Duncan che non solo tremava per il freddo, ma aveva una faccia abbastanza seccata e voltandosi Scott non trattenne le risate. «Fantastica! La tua faccia di cazzo è fantastica» E intanto Zoey salutava tutta la combriccola.
«Per favore, mandarino con i piedi, non è il momento» Si sedette rimandando a dopo le ribattute.
«Che succede, la mammina non ti ha portato il regalo di Natale? O volevi una Candy Cane?» La Iena si posizionò difronte a lui al lato opposto del tavolo.
«Che simpatico» Duncan simulò una risata «No, qui il problema è la mia adorata macchina»
Il rosso rimase perplesso e alzò un sopracciglio. «Davvero?»
«Se n'è impossessata Gwen» Informò Zoey versando l'acqua in un bicchiere, virgolettando il verbo da lei pronunciato.
«Non mi dire» Scott sogghignò «E dimmi, Zoey, come guida la cuginetta?»
Zoey aveva recepito il messaggio e ribatté scherzosa «Meglio di Duncan»
Duncan chinò il capo «Disgraziati» sussurrò sorridendo poco dopo, con la testa sempre calata. Invece Zoey rise divertita.
«A proposito, dov'è lei?» continuò Dj mentre si sedeva sul divano – Dawn era rannicchiata, lasciando spazio al moro.
«A sbrigare un affare suo» Il Marcio si strofinò le mani in faccia esasperato. «Ma poteva lasciarmi almeno la macchina» sospirò.
«Non essere tragico! E' in buonissime mani» Rassicurò Bella Gioia.
«Non è questo il problema! Ma se io volessi tornare a casa o dovessi andare da qualche parte?»
«Hai le gambe» Rispose Scott sarcastico, con il suo solito sorriso beffardo in viso.
«Non puoi, ha detto che sarebbe tornata in poco tempo» Fermò subito Bella gioia.
Sbuffò Duncan incrociando le braccia sul tavolo, dietro le quali ci mise il mento «Che palle...» i suoi occhi acquamarina guardavano il nulla, colpa della stanchezza «E della cinese nessun segno di vita?» Continuò il verde.
«Ti piacerebbe» Entrò dalla porta, lasciata erroneamente aperta dal Punk stesso prima.
«Ecco» Sospirò lui «La prossima volta ricordami di non pronunciare il tuo nome, così non spunterai come la morte»
«Fai silenzio» Apostrofò acida la Calcolatrice chiudendo la porta e lasciando il suo cappotto sull'attacca panni.
Dopo mezz'ora e qualcosa di più, Dawn, avendo finito di bere il tè, posò la tazza decidendo di lavarla in un secondo momento. Camminava con il plaid addosso, il quale – vista la sua bassezza – strofinava per terra ma, pur essendone al corrente, cercava invano di intervenire a riguardo. Rivolse un secondo lo sguardo alla finestra, notò una sagoma femminile famigliare passare esattamente sotto la finestra. Aveva capito chi era «È arrivata» avvisò. Come previsto, quella sagoma passò dal vicolo cieco ma una novità, o peculiarità. Gwen non era sola. Un'altra figura era insieme a lei: minuta e mingherlina, forse pure più di Dawn, era coperta da un piumino gigantesco marrone. Non si vedeva né il volto, né le mani, né i pantaloni. Non era possibile nemmeno intravedere i suoi occhi, i quali erano tra l'altro – unica cosa visibile del volto – coperti da un paio di occhiali da una forma indefinita per colpa della distanza e delle rispettive posizioni delle silhouette ed essi riflettevano la luce, rendendo impossibile la visione dei suoi occhi almeno per Dawn.
Allora lei, senza voler allarmare i presenti, comunicò quanto visto. «Non è sola»
La reazione fu istintiva. Duncan e Zoey si guardarono negli occhi come se comunicassero telepaticamente un loro pensiero, o un dialogo riservato a loro gestito da un codice non verbale. Raggio di luna dalle loro aure aveva inteso che anche loro avevano una vaga idea di chi stesse parlando. Le loro emozioni e i loro pensieri erano anche espressi in maniera differente: Zoey era più incuriosita, domandandosi cosa dovrebbe farci un ospite lì e perché, mentre Duncan era più sul chi va là, pronto a fare una scansione a raggi X senza trattenersi a chi per lui, non importava quale ruolo interpretasse in tutto questo. Heather roteava gli occhi come a dire “Un'altra testa di cazzo a rompere le balle”. Con la mano sorresse la testa, svogliatamente.
L'arco temporale fu breve, si sentirono dei rumori e furono giusto 5 secondi prima che la porta si spalancasse attraversata da Gwen e quindi anche da quella persona imbacuccata. Lui – o lei – si sentiva a disagio, erano persone che non conosceva e avrebbe preferito assolutamente essere e fare qualsiasi altra cosa, piuttosto che quella situazione. Tutto questo ovviamente era chiaro alla mente di Dawn, mente che gli altri non si sarebbero nemmeno sognati di avere e non avrebbero nemmeno mai voluto. Gwen sembrava più o meno agitata, ad occhio e croce, aveva salutato tutti quanti con un secco, freddo e volendo vuoto “Ciao”. Si diresse verso lo sportello di un mobile, lo aprì e prese il tubo metallico o quel che era. Tempestivamente lo lanciò verso il Cosplay di Kenny di South Park, cui si sgranarono gli occhi come se avesse visto un fantasma non tanto per via dell'oggetto che non aveva nemmeno inquadrato bene, ma perché – riflessi non proprio svegli – non fece in tempo a prenderlo. Lo colpì al torace e si schiantò a terra, scatenando le risate di Heather, Ducnan e Scott. Il mal capitato esalò agonizzante «Lo sapevo»
Gwen si mise una mano sulle labbra, il che poteva farla sembrare scoccata e invece trattenne anche lei una piccola risata. La ingoio come fosse acqua e si diresse ad aiutare quella che si presumeva fosse una sua conoscenza di vecchia data. Raccolse l'arma del delitto e allungò una mano verso quella della vittima «Forza, alzati» In realtà fece tutto Gwen. Era così leggero che non ci volle molto per rimetterlo in piedi. Sembra fatto di pelle, ossa e aria tanto che era leggero. La scena lasciò abbastanza di stucco gli spettatori.
«Guarda» Questa volta Gwen lo porse a lui. Egli scoprì il capo e, come previsto, era un ragazzo. Aveva grandi occhiali circolari, i capelli rasati e occhi neri resi ben più grandi dagli occhiali, la carnagione scura. Prese quindi il tubo e lo esaminò attentamente. «Non vedo cosa potrei farci» Rispose lui afflitto.
«Cerca di non prendermi per il culo!» Urlò infastidita facendo sussultare il ragazzo stuzzicadenti.
«Ma...» Deglutì «Ma spiegami cosa dovrei ricavare solamente con uno di questi? Serverebbe altro per costruire quello che ti aspetti»
«Razza di gnomo, non ti ho ancora detto nulla di cosa ho in mente!»
Il ragazzo rimase un secondo in silenzio «Sì, hai ragione...» Ancora abbattuto. Ritornò in sé e riprese comando delle sue facoltà «In ogni caso, io non posso fare nulla» restituì l'attrezzo «Devo andare»
Gwen si paralizzò un attimo, ma non poteva permettere per nessuna ragione al mondo che il piccoletto le scappasse di nuovo sotto il naso. «No, aspetta» Disse con un tono di voce più accettabile e sulla norma afferrandolo per il braccio. Gli altri si guardarono perplessi, sembrava di seguire le scene di una telenovella.
«Mi serve...» Si voltò osservando gli altri e respirò. «CI serve il tuo aiuto»
La supplica non bastava «Ma cosa? Cosa posso fare per essere utile?»
Gwen lo guardò negli occhi. «Esatto» Il ragazzino guardò per terra. «Nulla...»
«NO!» Gridò ad alta voce, con così tanta autorità che persino Duncan si spaventò, archiviando addirittura l'idea di prendere una birra come se quel “NO!” fosse rivolto a lui. «Sappiamo entrambi che non è vero!»
«Invece è così!» Corresse lui ma Gwen era determinata.
«Ti rendi conto che se le cose peggioreranno noi da soli non potremmo neppure difenderci e non basteranno nemmeno le nostre forze?!»
«Almeno voi siete degli Ullr!» Aggiunse poi il ragazzo.
«Vedi che sia io che loro siamo una banda di ignoranti e mentecatti, Cameron!»
“Ignoranti e mentecatti” irritò emotivamente Courtney, la quale si sentiva attaccata. Stava per intromettersi, ma venne fermata da Zoey silenziosamente, indicandole che era meglio restare fermi e lasciar scorrere le acque. Heather osservava la scena con una nota di interesse.
«Ma voi avete il potere!» Aggiunse Cameron
«Tu l'intelligenza!»
Il quattrocchi ci rinunciò «Gwen, davvero... non posso aiutarvi in nessun modo. Apprezzo la tua insistenza e apprezzo che tu creda ancora in me... ma sii realista!»
«Cameron, chi meglio di te? Rispondi sinceramente»
I toni dei due sembravano più pacati, meglio dire solo di Gwen dal momento che Cameron non aveva nemmeno alzato la voce di un decibel. Cambiato la tonalità, sì, ma non urlava – anche perché non lo sapeva fare, così diceva.
«Chiunque» Rispose.
«Sì sincero!»
«Chiunque con un minimo di conoscenza!»
Allora lì Gwen si stette zitta, lo guardava con fare arrabbiato e autoritario continuando a tenergli il braccio. «Questa è la veri...»
«Abbiamo combattuto contro Þrír!»
Gli occhi di Cameron si sgranarono nuovamente. «Þ...rír»
«Ora capisci?»
Cameron guardò il nulla.
«Mi ha usato...» Deglutì. «Mi ha illuso. Mi ha insultato»
Era a un passo dal piangere.
«Per tenerli... tutti per sé»
Gwen lo portò verso le sue braccia e lo abbracciò affettuosamente permettendogli di sfogarsi nel migliore dei modi.
«Insieme possiamo sconfiggerla» Sussurrò lei.
Cameron si staccò dalle sue braccia e scosse la testa in segno di opposizione. «Impossibile»
«No» Lo guardò negli occhi ripensando a quella volta, con Duncan e Dj quando la sua situazione era simile:
 
«No, Dj, guarda... sarei soltanto un peso in più» Zoey e Dj risero. «Ma quando mai!» Esclamarono entrambi.
«Davvero, ragazzi, non credo sia...» Fu interrotta da Duncan. «Ehi ehi ehi, Miss. Dark Beauty. Ti daremo un po' di tempo per pensare» Le fece l'occhiolino.
 
Non se lo scordò più. Credeva che questa volta dovesse interpretare il ruolo opposto. «Ti prego Cam, promettimi che almeno ci penserai su»
Cameron provava ad andarle in contro, ma notò nei suoi occhi una grande richiesta d'aiuto «Per favore» Sussurrava. «Non sarai solo. Non di nuovo»
Il Quattrocchi allora l'assecondò, chinò la testa – lo fece anche per sbarazzarsi di quella situazione. Finito il teatrino, girò i tacchi e si diresse fuori da quelle mura, con aria ancora più cupa. A lui, veramente, non gli importava nulla di tutta quella situazione, non voleva sapere più nulla di Veliant, Ullr e tutto quello che roteava intorno a loro. Voleva, anzi, DOVEVA starne fuori.
Gwen, giustamente, si voltò verso gli altri ragazzi che erano normalmente colpiti e straniti da tutta quella vicenda e ovviamente le loro espressioni erano affamate di spiegazioni. «Vi spiegherò tutto, quando le acque si calmeranno»
«No, Gotica da quattro soldi, lo farai ora, che ti piaccia o no» Attaccò Heather infuriata, la Dark sbuffò e la guardò rispondendole ragionevolmente «Senti: io, Zoey e Duncan abbiamo combattuto contro un robot che è grande quanto i due coglioni che mi fai venire ogni volta, sono stata fuori una giornata a destra e a sinistra, ho dovuto raccattare quel depresso sconsolato inculato in capo al mondo, Duncan ha un fianco infortunato e pretende pure di fare il supereroe onnipotente e io sono stanca morta» in tutto questo discorso, sia Zoey che Duncan si vedevano d'accordo. «Quindi, se non ti dispiace regina gelida, vorrei andare a dormire e tu non me lo impedirai. Chiaro?»
«Non permetterti a...» Le stava inveendo contro ma fu trattenuta da Dj che le prese le braccia «Lasciami Gorilla!»
«Heather, per favore, calmati»
Gwen levò le tende, uscendo da quel ritrovo lasciandosi alle spalle una nottata per niente rosea, ma infondo ne era valsa la pena, lo sapeva.
Tra tutti loro, c'era pure lei, Zoey, che in silenzio aveva capito. Cameron aveva bisogno di aiuto.


 





Black Corner: 
Ooooh, buonasera! Buonasera e buona vigilia di natale a tutti!
Lo so, probabilmente starete aspettandomi da un mese e mezzo con i forconi e le torce infuocate nelle mani, ma alla fine eccomi, con tanto di Angolo Autore inutile e privo di contenuti.
No, dai, non così tanto. Cioè sì.

Allora, non voglio intrattenervi oltre perché sicuramente tra qualche minuto dovreste andare a magna', a meno che non siate testimoni di Geova, quindi sarò breve e conciso.
Avrei aggiornato oggi pomeriggio ma: Google Chrome mi è andato in palla, Il sistema operativo ha fatto aggiornamenti automaticamente mentre io ero in bagno, quindi mi ha praticamente lasciato con una mano avanti e l'altra dietro, ho finito il capitolo alle 3:40 di mattina e ho scelto di non pubblicarlo in quel preciso istante, e questo è il risultato.
Ora, questo capitolo spero come al solito che vi piaccia. Non sono molto sicuro a riguardo ma comunque ci devo provare.
Vi invito a recensire come tutte le volte, Esprimete la vostra opinione, Dialoghiamo.
Beh, certo, non oggi perché sarete pieni, saremo pieni - io meno per via delle mie intolleranze varie - ma comunque non vi metto "Prescia".
Ok, qui mi sono arrivati pure gli ospiti, il che vuol dire che devo dileguarmi.

Mi dispiace aver fatto un'angolo autore così misero, ma va bene.
Stringerò: 
I) Rivedrò completamente tutti i capitoli di questa FF grammaticalmente parlando;
II) Ho riletto solo una volta questo capitolo, tutta colpa della fretta.
III) Recensite e tenetemi al corrente riguardo a tutto: Errori, OOC (Forse ci sarà), Cose che non vi quadrano, cose che non avete capito, etc.

Detto tutto questo vi auguro di nuovo una buona vigilia de natale.
Mi raccomando, non vi ingozzate troppo di panettone e pandoro che poi mi esplodete sulla tastiera.

Tante belle cose! E Buon X-Factor a tu... ah, è finito.
Vabbeh, statemi bene!
Spero di avervi intrattenuto e di non avervi fatto perdere tempo con questo capitolo!
Perdonatemi qualora ci dovessero essere cose brutte.

*Si inchina, mentre un portale nero sotto i suoi piedi lo ingoia*
 

 
   
 
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