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Autore: Dolcemaia    18/08/2003    0 recensioni
Un segreto del passato nasconde il legame sottile, che unisce inesorabilmente i destini di due persone, ma di chi si tratta?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’anello mancante di Dolcemaia

L’anello mancante

 

Note dell’autrice: Finalmente l’attimo di follia che mi ha portato alla stesura di questa fic è giunto al termine, onestamente non so se vi sia piaciuta, spero di sì, ma in caso contrario, mi dispiace di aver tediato dei poveri lettori alla ricerca di una bella fic, io m’impegno e c’era un detto che diceva che “il pensiero è quello che conta”… Vabbè non vado oltre con i miei pensieri altamente filosofici!

Buona lettura!

^_^

 

Capitolo 7

 

La sala principale del Garden era ben addobbata e piena di gente.

Per il ritorno di Rinoa e il riavvicinamento delle due sorelle, il preside aveva concesso ai ragazzi di organizzare una grande festa, per il cui allestimento Selphie aveva dato il meglio di sè.

Era davvero tutto perfetto, i fiori preferiti delle due sorelle, ornavano ogni tavolo, il gruppo di musicisti che stava suonando era ben assortito e il cibo era abbondante. Avevano fatto proprio le cose in grande stile.

Tutti sembravano davvero divertirsi tanto, era presente anche il colonnello Caraway, il quale approfittava di ogni occasione per passare del tempo con la sua ritrovata figlia minore, chiaramente era un po’ in disparte con il preside Cid ed Edea, ma era contento di poter osservare come le sue ragazze fossero felici insieme.

 

L’evento aveva provocato una certa ilarità anche nel gruppo di eroi che aveva sconfitto Artemisia. Sembravano felici, in più da quando Squall e Rinoa avevano chiarito ogni dubbi ed era tornati più innamorati di prima, non c’erano più motivi di tensione che li trattenessero dal ridere e divertirsi come i vecchi tempi.

 

In realtà, Cris non si sentiva molto di compagnia, ma non voleva rovinare il divertimento agli altri, perciò si sforzò di sorridere, anche se nei suoi occhi era evidente un velo di tristezza che, sua sorella, Rinoa sapeva bene a cosa fosse dovuto.

Da quando la ragazza aveva scoperto la verità sulle sue origini e la sua famiglia, le due avevano avuto modo di passare molto tempo assieme, ed inevitabilmente era saltato fuori l’argomento Seifer. Rinoa riusciva a capire i sentimenti di Cris, sebbene questa non avesse molta voglia di esternarli, perché troppo dolorosi. La ricerca della sua famiglia l’aveva distolta dal pensare continuamente a lui, ma dopo aver passato quella stupenda, a suo dire, serata a Deling City, i ricordi di quello che era stato e che avrebbe potuto essere avevano ripreso a martellarla giorno e notte, togliendole l’espressione allegra e il dolce sorriso che l’aveva contraddistinta sempre.

 

Rinoa osservava spesso preoccupata la sorella, aveva sviluppato verso di lei, un senso materno, forse perché in un certo qual modo si sentiva responsabile per lei e voleva evitarle ogni dolore, ma sapeva che in quel momento lei non poteva fare niente, avrebbe dovuto sbrogliarsela da sola.

 

Cris era poggiata su un muro, fingendo di ascoltare il solito litigio scherzoso tra Irvine e Zell, ma in realtà scrutava con attenzione ogni angolo della sala nel disperato tentativo di vedere qualcuno che sembrava non arrivare mai, non che fosse certa della sua presenza.

 

Ed ora eccolo lì, l'oggetto del suo desiderio. Anche lui si stava guardando attorno, come un animale in gabbia alla ricerca di qualcosa di familiare che lo tranquillizzasse.

Seifer sembrava quasi spaventato all'idea di essere solo in quella bolgia di gente, ma in realtà il suo sguardo sfiorando la sagoma di ogni persona presente, stava cercando un profilo a lui molto familiare...

Da quando si erano salutati quel famoso giorno a Deling City, all’ingresso della residenza di Caraway, con quella guardia che impedì loro di dire altro, oltre le solite frasi di circostanza, non l'aveva più sentito; le sembrava piuttosto dimagrito forse anche contrariato in quel momento, ma ciò lo rendeva ancora più bello e affascinante ai suoi occhi.

 

Doveva parlargli, prima che fosse troppo tardi.

 

Cris si allontanò dagli altri, andando incontro a lui molto lentamente. Lui la notò subito, era senza dubbio la più bella creatura che avesse mai visto, e quel suo incedere lento, avvolta in quell'abitino azzurro pastello, le davano l'aspetto di un Angelo.

 

"Ciao.... " Gli disse sorridendo come meglio poteva, considerando che sentiva un macigno dentro che l'opprimeva e le impediva di essere per lo meno serena.In più lui era talmente bello, che quasi le toglieva il fiato.

 

"Vedo che te la cavi bene..." Le rispose osservandola da capo a piedi, con ironia.

Dopo averla messa in imbarazzo con quell’insistente sguardo, gli chiese di seguirla in un posto un po’ meno frequentato, perché doveva parlargli di una cosa piuttosto importante.

Seifer si limitò a seguirla, senza aggiungere parola in merito all’argomento. In realtà non voleva altro che stare un po’ solo con lei, ma temeva ciò che potesse dirgli. Ascoltarla ancora una volta mentre gli diceva di amarlo, l'avrebbe distrutto, consapevole di non poter più riuscire a respingerla.

Arrivarono nel giardino, del tutto deserto, e si sedettero sul bordo di una grande fontana.

 

"Non volevo lo sapessi da altri, preferivo dirtelo io..."

 

"Cosa?”

 

"Potrei girare attorno al discorso per ore, quindi preferisco essere diretta... Vado via... Mio padre mi ha proposto di andare con lui in Europa, per recuperare gli anni passati... Rinoa è d'accordo e non avendo altri motivi per restare qui, ho deciso di partire subito dopo la festa..."

 

Calò un silenzio tombale in cui entrambi, sembravano persi. Cris si aspettava che dicesse qualcosa, non che sperasse di vederlo implorarla di non partire, ma almeno un parola, un gesto… niente. Lui, d’altro canto, combatteva per trattenersi dal chiuderla in una stanza e tenerla lì tutta per sé, per sempre, ma sapeva che lei meritava il meglio e lui con tutte le complicazione di Fujin e il bambino certo non le avrebbe potuto garantire nulla.

 

"Credo sia un'ottima idea..."

 

Questo fu tutto ciò che le disse. Cris sentì una piccola fitta nello stomaco, ma finse una serenità quasi irreale, sapeva che tra loro c'era qualcosa che nessuna distanza o altra persona avrebbe mai potuto cancellare, ma sperava che la lontananza potesse, almeno, lenire il dolore che quella forzata indifferenza le causava.

Lui credeva che da un'altra parte del mondo, lei avrebbe potuto rifarsi una vita, innamorarsi ancora e stavolta della persona giusta e gli sarebbe bastato saperla felice, da qualche parte, anche se accanto ad un altro.

 

"Potrei chiederti un ultimo favore?" Gli chiese, titubante la ragazza.

 

"Certo"

 

"Mi daresti un bacio? L'ultimo prometto!"

 

La sincerità e la dolcezza con cui l'aveva chiesto, impedirono al ragazzo biondo di rifiutarsi dal farlo.

Fu un bacio così intenso da non lasciare a nessuno dei due la possibilità di aggiungere anche una sola parola. Seifer perse ogni traccia di freddezza e si lasciò andare come poche volte si era permesso di fare nella vita. Probabilmente, era l’ultima volta che l’avrebbe avuta tra le braccia e la gioia di stringerla, in quel momento, era mista alla disperazione del perderla. Finalmente il cavaliere della strega cattiva, stava provando l’amore, quello vero, quello che ti fa abbandonare ogni difesa, che ti rende così perso dell’altra, che la vita non ha più senso senza essa.

 

In quel preciso istante, tutto era possibile per loro, in fondo andare via assieme, era una possibilità non così assurda, lontano da tutto e tutti avrebbero potuto ricominciare una vita, che non sarebbe certo stata facile, ma gli avrebbe permesso di amarsi liberamente, senza temere conseguenze, sfuriate di esterni o problemi di altro tipo. Avrebbero potuto spaccare il mondo insieme, avrebbero sfrontato qualsiasi cosa, il loro amore avrebbe dato loro tutto ciò di cui avevano bisogno.

Questo pensiero balenò nella testa di entrambi appena le loro labbra di erano sfiorate e più passavano i minuti, più si consolidava nei loro progetti, ma all'improvviso dal nulla sbucò Fujin che come una furia si avventò contro la ragazza, con tutta la rabbia che aveva, colpendola in ogni modo possibile ed immaginabile.

Dopo qualche secondo di violenta colluttazione, la ragazza dai capelli grigi fu scaraventata brutalmente contro un muro, dall’aura rossa che, senza che Cris avesse avuto ancora modo e tempo di capire cosa stesse accadendo, la stava proteggendo dall’attacco.

 

Rinoa percepì immediatamente l’aura e corse dalla sorella, trascinando inevitabilmente gli altri, incuriositi dal suo comportamento. Appena arrivarono in giardino, videro Fujin per terra svenuta con Seifer che tentava di soccorrerla, e dall’altra parte Cris, ferita superficialmente, per terra, talmente sconvolta dall’accaduto, da non riuscire a fare altro che piangere.

 

“Che diavolo è successo??” Urlò Squall a Seifer, mentre seguiva Rinoa correre da Cris.

 

“Rinoa… io non so che è successo… Mi è venuta addosso… mi stava picchiando e prima di capire chi fosse, che volesse e perché, l’ ho vista volare contro il muro e mi sono accorta dell’aura rossa… io non l’ ho fatto di proposito… Mi dispiace!!” E abbracciò forte la sorella.

 

“Non preoccuparti non è colpa tua, dai non piangere, Cris!!”

 

Nel frattempo gli altri, preoccupati come Seifer, per la sorte del bambino portarono Fujin in infermeria.

In realtà la botta non era stata affatto forte, probabilmente la rabbia aveva causato nella ragazza un tale accumulo di adrenalina, che nell’urto era collassata anche se superficialmente. Per quanto riguardava il bambino, di cui la Kodowaky, non sapeva ancora nulla, avrebbero dovuto attendere l’esito delle ecografie.

Cris si sentiva profondamente in colpa, avrebbe voluto sparire nell’esatto momento in cui aveva capito che si trattava di Fujin. Se avesse fatto del male al bambino non se lo sarebbe mai potuto perdonare, in più chissà cosa stava pensando di lei Seifer…

 

Dopo essere stata medicata, la ragazza decise di evitare chiunque, non le andava di parlare con i suoi amici, che erano troppo di parte per permetterle di colpevolizzarsi per qualcosa che, anche se involontariamente, aveva fatto, perciò si rifugiò sul famoso balcone dove, fortunatamente, non c’era nessuno.

In modo incauto e anche poco femminile, si sedette sul cornicione. Non sapeva perché lo aveva fatto, non era un gesto fatto per proclamare la sua trasgressione, ma solo un modo per sentire sotto di sé il nulla assoluto…

Era stano sentirsi così in bilico… Aveva tante volte rischiato la vita in qualche combattimento, era cambiata così tanto, aveva conosciuto dei veri amici, aveva trovato una sorella e un padre, ma mai come in quel momento era stata così sola. Forse era giunto il momento di fare un bilancio della sua vita e in quel momento non le sembrava affatto positivo.

Aveva messo in pericolo due esseri umani, che sebbene le stessero rovinando la vita, avevano il diritto di esistere sulla terra e soprattutto uno di queste era ancora così innocente e puro…

 

“Potresti cadere da lì…” Era Squall. Cris non riusciva a capire come avesse fatto a vederla, credeva che nessuno l’avesse notata e comunque da quando era tornata Rinoa, non avevano più avuto modo di parlare come erano soliti fare un tempo.

 

“Non è nei miei programmi farmi un giro nell’aldilà, non preoccuparti… Avevo solo bisogno di staccare la spina…” Gli disse guardando verso il basso con una certa malinconia.

 

“Ti fa male?” Le chiese riferendosi al suo polso fasciato. Lei scrollò le spalle, come per dirgli che il dolore che le provocava quella contusione era nulla rispetto a quello che provava dentro.

 

“E’ così frustrante stare con noi?” Le disse poggiandosi, anche lui, al balcone con le braccia sul cornicione dove lei era seduta.

 

“Abbastanza… Sentirmi dire che non è stata colpa mia, che è stata lei ad essere incauta e fingere che sia proprio così… no, non è per me!”

 

“Ma nessuno ti chiede di essere quella che non sei! In questi mesi abbiamo imparato a conoscerti e fidati di me, se ti dico che in quella sala quelli che ti sono veramente amici, sanno benissimo come stai e cosa senti, quindi non c’è bisogno che fingi per farci contenti…”

 

“Squall io ho fatto fare un volo incredibile, terminato con un tonfo con un uro ad una donna incinta… non posso perdonarmelo!! Che voi continuiate a dirmi che non è colpa mia, non mi aiuta affatto!! Dovrei saper controllare i miei poteri per evitare questi incidenti… Forse la verità è che il mio inconscio voleva che Fujin provasse lo stesso dolore che provo io… Mi vergogno solo a pensarlo…” Una lacrima rigò il suo volto.

 

“Ma Fujin adesso sta bene e poi non sei capace di fare male nemmeno ad una mosca , quando non sei in missione…”

 

“Appunto credo che questa fosse la mia missione, che si è conclusa male!”

 

“Smettila non sopporto di sentirti parlare così e comunque lei ora sta bene e la dottoressa dice che se il bambino stesse male o peggio se ne sarebbe già accorta!!”

 

“Comunque non si verificherà più, nulla di simile perché parto con papà…”

 

“Allora hai deciso… Rinoa mi aveva accennato all’eventualità, ma non credevo che l’avresti fatto sul serio… Pensavo che saresti rimasta se non per tutti noi, almeno per lui!”

 

“Quando è successo tutto, gliel’avevo appena detto, non ne ero ancora certa, anzi diciamo che per qualche minuto avevo abbandonato ogni tipo di capacità intellettiva, ma ora so che è la cosa migliore che possa fare…” E dicendo ciò scese dal cornicione e rimase ferma in piedi davanti all’amico.

 

Squall in uno slancio d’affetto l’abbracciò forte. Sentiva di voler bene a quella ragazza, l’aveva scoperto prima ancora di sapere che fosse la sorella della ragazza che amava, e il pensiero che partisse con quel macigno sul cuore, gli faceva ricordare quello che era stata la sua vita prima di Rinoa e avrebbe voluto impedirle di fare il suo stesso errore, ma non poteva fare altro per lei, doveva decidere da sola.

 

Un’auto nera era parcheggiata davanti al Garden. Caraway e Cris stavano salutando tutti prima di andare via. Selphie piangeva, non stava perdendo solo la sua coinquilina, ma la sua migliore amica, anche se era tornata Rinoa, nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto.

 

Si erano promesse valanghe di lettere e telefonate, ma nulla sarebbe stato come prima. Era piuttosto triste, forse più della prima partenza di Rinoa. Allora lei aveva promesso che sarebbe tornata prima o poi, mentre Cris stava andando via, consapevole che una volta partita non sarebbe mai tornata indietro, quindi era proprio l’ultima volta che li vedeva tutti assieme e anche se non voleva che fossero tristi, li adorava perché erano così spontanei e umili nonostante le loro gesta… Ne avrebbe tanto sentito la mancanza…

Primo fra tutti Squall… quanto le sarebbe mancato scorbutico e allo stesso tempo dolce, proprio il fratello maggiore che aveva sempre voluto.

Chiaramente sua sorella, restava sempre tale, e con l’uso della magia, avrebbero potuto comunicare e addirittura vedersi ogni volta che volevano, ma Squall e Selphie e via via tutti gli altri gli sarebbero mancati da morire.

 

Seifer era nell’infermeria, affacciato alla finestra ad assistere alla scena. Avrebbe tanto voluto impedire che partisse, ma non poteva fare altro che restare lì impotente e vederla andare via, lontano da lui.

Non provava rancore per l’accaduto, anzi l’amava ancora di più, perché le era sembrata così fragile e così spaurita, come non l’aveva mai vista, e poi non era stata davvero colpa sua, non sarebbe mai stata capace di far del male a Fujin volontariamente anche solo per autodifesa.

 

Alle sue spalle comparve la Kodowaky, che non poté, non notare gli occhi lucidi del ragazzo, appena si voltò verso di lei.

 

“Allora, dottoressa, come sta il bambino?”

 

“Seifer se tu avessi voluto davvero questo bambino, non credo che l’avresti fatto con Fujin…”

 

“Non capisco, cosa vuole dirmi?”

 

“Che non staresti così male per la partenza di Cris, se davvero si trattasse di una tua scelta quella di fare da padre a questo bambino…”

 

“A volte non siamo noi a scegliere il nostro futuro, ma uno strano destino che si burla di noi!”

 

“Ma tu non eri quello che non credeva al destino?”

 

“Infatti, ma arrivati a questo punto, posso affermare con certezza che se fosse dipeso da me, non sarei qui, ma all’entrata del Garden o forse addirittura sarei in giro per negozi ad annoiarmi mentre la donna che amo davvero prova tutti i vestiti della città!”

 

“Allora vai… E scrivi il tuo destino!”

 

“Non posso, non voglio che quel bambino viva senza una famiglia, senza n padre come è successo a me!”

 

“Seifer, non c’è nessun bambino, Fujin ti ha mentito per tutto questo tempo! A suo dire, voi siete fatti per stare insieme e nessuna avrebbe dovuto o potuto intralciare la vostra vita assieme!!”

 

“Non posso crederci, lei mi sta mentendo!!”

 

“Ti pare che possa mentirti su un argomento simile? Ti conviene darti una mossa o sarà troppo tardi, stanno già salendo in macchina!!”

 

“Vado… e grazie!!” Le urlò quando era già fuori dalla stanza.

 

“Corri, Seifer, corri e scrivi il tuo destino!”

 

Seifer si scapicollò per le scale. Il suo futuro dipendeva dalla velocità delle sue gambe, ma il suo cuore sembrava se è possibile andare ancora più in fretta, avrebbe potuto uscirgli dal petto tanto era agitato. Se solo l’avesse raggiunta in tempo avrebbero potuto ricominciare tutto daccapo come volevano e anche se lei fosse partita, l’avrebbe seguita fino in capo al mondo. Avrebbe fatto l possibile e l’impossibile per starle accanto ora che non aveva più alcun vincolo.

 

La macchina si stava già movendo e Cris con gli occhi pieni di lacrime e malinconia stava in ginocchio sul sedile posteriore, salutando con la mano i suoi amici, in cerca di una vaga consolazione nel rivedere, per lo meno loro, un’ultima volta, ma all’improvviso vide Seifer correre disperatamente dietro l’auto, urlandole di fermarla.

 

Non se lo fece ripetere due volte, aprì la portiera e si buttò letteralmente fuori da essa. Per la moderata velocità, non si fece troppo male, un ginocchi sbucciato era nulla in confronto al desiderio di riabbracciare il suo amore ed infatti si rialzò da terra e gli corse incontro. Quando finalmente furono a pochissimi metri l’uno dall’altro, si lasciò cadere tra le sue braccia. Seifer la strinse più forte che poteva, badando bene a non farle troppo male e rimasero così per qualche secondo, fino a quando il fischio delle ruote dell’auto in retromarcia e l’arrivo degli altri non li destò.

 

“Cris ma sei totalmente impazzita? Volevi farti male sul serio uscendo così sconsideratamente dall’auto?” Disse il colonnello Caraway rivolto alla figlia.

 

“Papà mi dispiace…” Disse la ragazza imbarazzata.

 

“La scusi colonnello, è stata tutta colpa mia!!”

 

“Non è certo una giustificazione,!” Rispose piuttosto duramente.

 

“Dai papà, non essere così duro con lei!! E’ stato un gesto impulsivo, non certo voleva spalmarsi sull’asfalto!”

 

“Rinoa ti prego, non ti ci mettere anche tu! Ora per favore, Cris sali in macchina e andiamo via, altrimenti rischiamo di perdere l’aereo!”

 

Cris guardò Seifer negli occhi e si sciolse dall’abbraccio, ma lui l’afferrò stringendola ancora più forte, lasciando la ragazza un po’ scioccata.

 

“Colonnello, credo che dovrà partire da solo perché Cris resta qui!” Disse, fissando Caraway davanti allo scompiglio generale.

 

“E per quale motivo? Se è lecito saperlo?”

 

“Semplice, perché ho promesso che sarei stato con lei per sempre e se va in Europa, diventa difficile per me mantenere la promessa!”

 

“Ma Fujin? E il bambino?” Chiese la ragazza sempre più sorpresa.

 

“Non c’è nessun bambino, Fujin ha mentito a tutti!” Le disse accarezzandole i capelli.

 

“Ora non c’è più nulla che ci potrà separare, sempre che tu non voglia andare ancora con tuo padre, perché altrimenti vi seguirò anche a costo di venire a piedi!”

 

“Ma certo che resto!!” E lo baciò.

 

“Papà, credo, che dovrai prendere quell’aereo da solo, perché vedo Cris piuttosto indaffarata…!”

 

“Sorellina risparmiati queste battute!! Comunque papà, per favore non prendertela, ma io preferisco restare qui, con mia sorella con i miei amici e con l’uomo che amo!” Disse avvicinandosi al padre e abbracciandolo.

 

“Non che ne sia entusiasta, visto che in poche ore ti sei contusa un polso e stai ancora perdendo sangue da un ginocchio, ma se restare qui, vuol dire essere felice, non posso che acconsentire! Poi il fatto che qualcuno sorvegli Rinoa, mi rassicura!”

 

“Papà, la più grande tra le due sono io, quindi al massimo sorveglierò io, lei!!” Intervenne la ragazza dai capelli corvini, facendo ridere tutti.

Alla fine il colonnello partì e tutti più contenti che l’amica fosse rimasta con loro, rientrarono nel Garden.

 

“Seifer… sono contenta che tu mi abbia fermato, nonostante abbia fatto del male a Fujin..”

 

“Non è stata colpa tua, devi imparare a gestire i tuoi poteri, ma questa volta è stato un segno del destino, perché se non fosse accaduto tutto ciò, avrei scoperto la verità troppo tardi o a giudicare la scaltrezza di Fujin non l’avrei mai scoperta!”

 

“Ti amo!”

 

“Sei la persona più importante e prometto che non permetterò mai a nessun altro di intromettersi tra noi! Sei tutto ciò che più conta per me al mondo e ora posso finalmente dirtelo senza vergognarmene!”

 

Alla fine per festeggiare come non avevano potuto quel pomeriggio al ballo, il gruppo di ragazzi organizzò un piccolo party privato, nella stanza di Selphie e Cris in cui, finalmente dopo tanto, riuscirono a stare tutti assieme senza alcun problema.

 

Cris e Rinoa, felici come mai, l’una per l’altra pensarono alla loro madre che in un modo o nell’altro aveva permesso che le strade delle sue figlie s’incrociassero e non si separassero più, per la gioia di entrambe.

 

“Finalmente l’anello mancante è tornato al suo posto!” Disse Cris a Seifer.

 

“Si, quel posto è qui accanto a tua sorella, ai tuoi amici e soprattutto a me, per sempre!” e la baciò appassionatamente.

 

Fine

 

  
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