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Autore: Crilu_98    30/12/2015    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se ai due personaggi più tragici e controversi dei Miserabili fosse stata data una seconda possibilità?
Se Javert non si fosse buttato nella Senna? Se Eponine fosse sopravvissuta alle barricate?
Una storia un po' inverosimile in cui si intrecciano amore, rimorso e desiderio di riscatto. Perché anche i miserabili hanno il diritto di essere felici.
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eponine, Javert, Jean Valjean, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Javert correva nel buio, seguito da un affannato Marius. A dire la verità anche l'Ispettore si sentiva stanco, ma per nulla al mondo avrebbe interrotto quell'inseguimento. Ad un certo punto Thernardier svoltò verso il fiume e Javert lo seguì. Riuscì ad afferrarlo per un lembo della giacca quando erano ormai a metà del ponte. Thernardier si voltò di scatto e lo centrò con un pugno. Javert indietreggiò stordito, ma non mollò la presa:
"Dov'è il coraggio rivoluzionario di Monsieur Pontmercì quando serve?" pensò con stizza mentre lottava contro il farabutto.
-E così- disse l'uomo schivando un suo colpo - l'integerrimo Ispettore Javert se la intende con mia figlia Eponine eh?-
-Osate anche prendermi in giro, Thernardier? Badate che questa volta non sarà tanto facile per voi evadere da galera!-
-Prima dovete sbattermi in prigione!- sghignazzò l'uomo in risposta -Certo che Eponine ha fatto davvero centro con voi: davvero una bella posizione, la vostra, capace di metterla al sicuro da tutto, in primis dalla fame.-
Erano avvinghiati l'uno all'altro e Thernardier lo stava spingendo verso la balaustra, avvolgendogli le mani attorno al collo:
-Ma lo sapete con quanti uomini è stata quella sgualdrina?- rise -Anche dentro casa! E strillava come una dannata quando la prendevano, urlava di piacere. Più volte al giorno, ora che ci penso, e sempre con uomini diversi. Devo dire però che un ufficiale di polizia mi mancava proprio!-
Javert perse la concentrazione. L'idea di Eponine stesa su un letto e costretta a prostituirsi per procurarsi il pane gli faceva male, tanto male. Il fatto che altre mani, non sue, l'avessero toccata e molestata, il pensiero che qualcuno le avesse strappato l'infanzia e la verginità... Il pugno di Thernardier lo colse impreparato e scivolò in ginocchio mentre il naso iniziava a sanguinare.
Il truffatore tentò di dileguarsi nell'oscurità, ma l'Ispettore gli si gettò addosso... Con troppo slancio. Per un attimo rimasero entrambi in precario equilibrio sul bordo del parapetto, poi caddero di giù. Javert afferrò la balaustra con la mano, conscio però di ritardare l'inevitabile: il peso suo e di Thernardier, avvinghiato alle sue gambe, li trascinava inesorabilmente verso il basso. Si girò a contemplare la Senna che scorreva tumultuosa sotto di lui e un brivido percorse la sua schiena.
"Ebbene, non era questo che volevi?" chiese beffarda una voce dentro di lui.
No, non ero quello che voleva.
"Non ora. Non ora che c'è lei." pensò disperatamente. Gli parve quasi di sentire la sua voce, mentre la sua presa si faceva più scivolosa ad ogni attimo che passava.
-Ispettore!-
Era veramente la voce di Eponine! La ragazza si affacciò dal ponte e Javert si stupì nel vedere che era vestita da maschio, come quando l'aveva salvata.
-Javert!- esclamò nuovamente lei, afferrando la sua mano con un'espressione di puro orrore sul viso.
"Siamo troppo pesanti!" pensò lui "Non ce la farà mai..."
-Mademoiselle...-
La ragazza non lo ascoltò, tentando senza riuscirci di farli risalire. Voci concitate erano in avvicinamento dietro di lei, ancora troppo lontane...
-Eponine!- urlò allora Javert. Lei sbarrò gli occhi, sorpresa e spaventata:
-Javert voi... Voi non potete morire!- singhiozzò. L'uomo sorrise; sorrise veramente, scoprendo i denti in una smorfia di felicità.
-Sono mortale, Eponine, tutti noi moriremo, un giorno. Però...- ecco, stava per cadere -Però io non posso morire senza avervi detto che vi amo!-
I secondi che seguirono furono attimi sospesi fuori dal tempo: la ragazza e l'Ispettore si fissarono senza emettere suono. Javert cercò di cogliere ogni dettaglio del suo viso per portarlo con sé nella tomba: i capelli ribelli, i grandi occhi nocciola, le labbra morbide, le lacrime che ora le solcavano il viso... La stretta di Eponine cedette, Javert perse anche il suo ultimo appiglio e cadde nel vuoto.
L'impatto non fu come se lo aspettava: gli tolse il respiro, ma non la conoscenza. Percepì di affondare sempre più in basso, mentre l'acqua gli invadeva i polmoni e tentò inutilmente di dibattersi: la corrente del fiume era troppo forte.
"Sto per morire" si disse "Signore, ti prego, perdona i miei peccati e apri per me le porte del tuo Paradiso."
Non aveva paura, solo un dolore sordo all'altezza del petto: non avrebbe più rivisto Eponine, né i suoi piccoli fratellini, né Valjean.
"Valjean!" pensò mentre la tenebra iniziava a stringersi intorno a lui "Vecchia volpe... Tu avevi capito! Tu... avevi... capito..."
 
Era avvolto nel buio. L'oscurità era intorno e dentro di lui: Javert si sentiva soffocare.
Era morto.
Avrebbe dovuto essere morto, insomma.
Allora perché la sua coscienza non si dissolveva?
C'era solo ombra, che premeva da tutte le parti. Un'oscurità densa e vischiosa in cui era impossibile muoversi.
"Ma avrò ancora un corpo?" si chiese l'Ispettore. Proprio allora il buio si attenuò, cambiando colore e consistenza. Era di un verde limaccioso ora, e più fluido.
"Sembra... Ma è acqua!"
Javert si rese conto che sì, aveva un corpo, e quel corpo stava annegando. Non se n'era accorto, ma non riusciva a respirare perché era ancora immerso nella Senna.
Si riscosse e con qualche spinta guadagnò la superficie. Nuotò fino alla riva, dove si distese stremato respirando ampie boccate d'aria pura.
Un solo pensiero occupava la sua mente:
"Devo trovare Eponine. Devo dirle che non sono morto. Devo dirle.. Che la voglio con me, sempre e per sempre!"
   
 
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