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Autore: Addison_for_life    02/01/2016    4 recensioni
Possono due persone lasciarsi, dimenticarsi, ritrovarsi e reinmamorarsi?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Derek Sheperd, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Addison guardava sconsolata la sua valigia. Stava per partire. Stava per lasciare Seattle. Insomma, era stata lei a volerlo, avrebbe dovuto essere felice, eppure se ne stava lì, a fissare la valigia, ma senza fissarla realmente, e non riusciva  a distogliere lo sguardo, a controllare di non aver lasciato nulla. All’improvviso squillò il telefono, e il tipico trillo la riportò alla realtà. Era Naomi.

-Ehi! E’ oggi che parti vero?

Addison cercò di mantenere un tono calmo, sereno -Si, certamente. Devo passare un attimo in ospedale a ritirare alcune carte, all’una ho il volo.

Guardò l’orologio. Le nove e trenta. E lei era ancora in pigiama. Dopo aver riattaccato, riprese a fissare la valigia. No, non poteva essere triste di lasciare Seattle. Da quando era lì non ne aveva combinata una di giusta, sentiva il bisogno di rifarsi una vita, di conoscere nuove persone, di lasciarsi tutto alle spalla. Los Angeles era perfetta per lei. Era sicura che si sarebbe trovata benissimo. Magari non subito, ma si sarebbe trovata benissimo. Si sarebbe trovata benissimo. Continuava a ripetersi queste tre parole mentre si vestiva, quasi che ripetendole potesse renderle più vere. Lo aveva fatto anche quando aveva inseguito Derek da New York. Tutto andrà benissimo. Peccato che poi così non fosse stato, ma aveva avuto modo di capire che la vita lascia sempre un’altra opportunità, un mondo nuovo, mondo nuovo che gridava Los Angeles,non Seattle. Troppi ricordi, ricordi che forse a LA avrebbe saputo nascondere negli angoli più remoti del cervello. Si, si sarebbe trovata benissimo. 

All’incirca alle 10 salì in macchina. Si guardò in torno, aveva fatto quella strada un’eternità di volte e faticava a credere che non l’avrebbe fatta mai più. Non poteva essere vero. Se ne stava veramente andando?

“Basta, Addison!!” si gridò mentalmente. Un altro giorno a Seattle e, lo sapeva, sarebbe impazzita. Mentre a LA… Si sarebbe trovata benissimo. “E se non fosse vero?” Si chiese. No, no, no, era impossibile. Aveva bisogno di cambiare, era la cosa più giusta che avesse fatto da un anno a quella parte. 

Mentre se ne autoconvinceva, arrivò quasi senza accorgersene al Seattle Grace. Parcheggiò, lasciò la valigia nel baule ed entrò. Le sembrava tutto così strano, irreale. Un infermiera la salutò, e lei ricambiò il saluto. Non sapeva che avesse di particolare, ma le rimase impressa. Non aveva ricordi di averci mai parlato, ma in quegli occhi verdi scuro vedeva come una sorta di pericolo. Non le piacevano, quegli occhi. Sembravano dolci, ingenui, da cerbiatto, ma, a modo loro, la spaventavano. Scosse la testa. “Addie, non puoi farti spaventare dagli occhi di un’infermiera. E’ contro le regole”. 

Entrò in ascensore. L’ascensore. Non era parlante come quello di Las Angeles, ma sapeva che doveva diffidarne. Ti ritrovavi sempre con le persone sbagliate al momento sbagliato. Ma, chissà perché, quella mattina era fiduciosa. Doveva soltanto andare  prendere i documenti del trasferimento da Richard, fare un salto in neonatologia, salutare un po’ di persone e andarsene. L’ascensore si riaprì. E, ovviamente, fra tanti volti, si ritrovò davanti quello di Alex Karev.

-Dottoressa Montgomery…

-Dottor Karev.., 

-Quinto piano?

-Ehm.. si

Si guardarono. Tra loro c’era più imbarazzo di quanto che ne fosse stato il giorno prima, al fallito matrimoni di Cristina e Preston. Forse perché erano in ospedale, forse perché lei se ne stava andando, ma c’era più imbarazzo. 

-E’ oggi che parti, giusto?

-Si. Karev… ?

-Si?

-Sei ancora interessato a neonatologia, vero?

-Certo. Perché?

-Richard mi diceva qualcosa a proposito del fatto che il nuovo primario arriverà fra un paio di mesi, non è riuscito a trovarne uno immediato… Nel frattempo, se hai bisogno di qualsiasi cosa, non farti problemi a chiamarmi.

-Va bene, grazie. Sai per caso chi sarà il nuovo primario?

-Dovrebbe essere una donna, Lucy Fields…Non so quanto brava possa essere, niente contro di lei ovviamente ma prima di ieri non l’avevo mai sentita nominare.

-Va bene.

Le sorrise. Conosceva bene quel sorriso. Dannazione, si era innamorata di quel sorriso. E per un periodo aveva creduto di essere innamorata anche del suo proprietario. Ma non era così. Tra lei e Alex non c’era stato niente dal punto di vista emotivo, era stata una pura e semplice attrazione, attrazione che non l’aveva fatta dormire per otto intere, ma comunque pura e semplice attrazione. 

Certo, tra loro si era sviluppata una complicità non da poco, ma avevano lavorato insieme per quasi sei mesi, era normalissimo.

-Stammi bene- disse lei, uscendo e ricambiando il sorriso

-Anche tu… Addison!- 

Quasi urlò il suo nome, mentre le porte si richiudevano. Lei si voltò, e inserendo un braccio riuscì ad evitare la chiusura completa.

-Si?

-MI dispiace. Sul serio, non sai quanto mi dispiace. 

La donna rientrò quasi automaticamente, e, con un abbraccio, gli sussurrò un: -Dispiace molto anche a me-, la stessa frase, che, ripensandoci, aveva già detto in un contesto molto simile all’ex marito, accompagnato da un veloce ma intenso bacio sulla guancia, per poi rigirarsi e andarsene completamente. 

“Pura e semplice attrazione, Addison” continuava a ripetersi, neppure lei convinta della verità di quelle parole. 

Entrò nell’ufficio del capo mostrandosi allegra e sorridente. Dopo aver ripetuto per l’ennesima volta a Richard che non sarebbe rimasta, recuperò le carte del trasferimento e salutò l’ex insegnante con un abbraccio che sembrò quasi paterno.

-Ah Addison, Meredith e Cristina sono partite in una specie di viaggio di nozze (voglio dire, quello organizzato per la Yang e Burke) e mi hanno chiesto di portarti i loro più sentiti saluti.

-Va bene Richard. Grazie

Mentre usciva, tirò al sospiro di sollievo al pensiero che, almeno per quanto riguardava Meredith e la sua migliore amica, era esonerata da saluti imbarazzanti. 

Dirigendosi verso il reparto di neonatologia incrociò Callie e Miranda, forse le sue uniche vere amiche in quell’ospedale e in quella città, e né approfittò per salutarle entrambe. 

Si, quelle due le sarebbero mancate, lo sentiva. 

Lo sentiva anche per Derek, e per Mark, e per Karev, ma non erano esattamente le persone di cui era più orgogliosa di sentire la mancanza. Derek le mancava dal giorno in cui aveva lanciato le fedi in mare, e anche se aveva cercato di contrastare quel sentimento, e con Alex vi era quasi riuscita, non poteva fare a meno di sentirsi morire ogni volta che lo vedeva portare un caffè a Meredith, ogni volta che le dava un bacio in fronte, ogni volta che scherzava con lei, ogni volta che gli vedeva uscire insieme a braccetto, ogni volta che menzionava in suo nome e quei fantastici occhi azzurri brillano d’amore, così come tanti anni prima erano brillati per lei. Amava il rapporto di amicizia che aveva instaurato con Derek, ma se con Alex ciò le bastava e avanzava, con l’ex marito avrebbe tanto desiderato qualcosa in più…

Per questo doveva assolutamente lasciare Seattle. Doveva cancellare Derek dalla sua vita, decise. Non poteva andare avanti coì.

Davanti a neonatologia incontrò Mark Sloan, armato di un gran sorriso e di un caffè caldo, che le porse con una gentilezza non da lui. 

-Che c’è, non dirmi che stai cercando veramente di trattenermi qui!- Scherzò lei, ringraziando per il pensiero.

-Ma no, figurati, semplicemente volevo essere carino prima della tua partenza. A quanto pare non mi avrai fra i piedi per un bel po’ di tempo e volevo lasciarti un ricordo carino!

Addison scoppiò a ridere -Bhe, allora grazie del ricordo, dottor Sloan!

Chiacchierarono ancora per qualche minuto, poi lui, dopo averle detto, in risposta alla sua domanda, che Derek era fuori turno e averla rassicurata di salutarlo da parte sua ricevette un chiamata al cercapersone e si congedò.

Così la dottoressa Montgomery poté fare un giro di visite e, finalmente, uscire dall’ospedale, lasciarselo alle spalle, e andarsene, per quello che voleva essere un per sempre. 

Invece, una volta salita in macchina, capì che non poteva andarsene senza fare un ultimo giro in Ferry Boat. I Ferry Boat che piacevano tanto a Derek. Quindi si diresse al molo, e mentre saliva sulla barca, pensò quasi di andare alla roulotte e salutare di persona l’ex marito, ma non se lo sarebbe permesso, le avrebbe fatto troppo male e poi, si ricordò, doveva dimenticare Derek e andare a trovarlo nella roulotte dove avevano vissuto non era esattamente il modo migliore per farlo. 

Il Ferry Boat partì, e lei si appoggiò al bordo e si mise a guardare il mare, senza pensare più a niente, e fu un sensazione splendida, che non provava da tanto, tanto tempo. 

Chiuse gli occhi, e sentì che tutto quello che voleva era lì, a Seattle, lì c’era Derek e lei voleva solo Derek… No, non poteva permettersi di sognare, Derek stava con Meredith e loro due avevano divorziato e lei stava per partire per Las Angeles e lo avrebbe visto veramente molto raramente e si sarebbe rifatta una vita e tutto sarebbe andato benissimo. 

Mentre scacciava il ricordo vivo e pungente dell’ex marito, sentì nientemeno che la sua voce provenire dalle sue spalle.

-Si, Richard, adesso sono in un Ferry Boat, appena scendo arrivo. 

Addison si sentì mancare. Non poteva essere vero. Non sapeva se essere terribilmente triste o terribilmente felice. Erano due cose che convivevano fra loro quando si trattava di Lui. Lo amava o lo odiava?

Si voltò, sentendo che riattaccava. -Derek!

-Addison!- Esclamò l’uomo, sorpreso di vederla ma allo stesso tempo felice, sfoggiando il suo sorriso più bello.

-Non eri in partenza?

-Sono ancora in partenza, solo che, vedi, non potevo andarmene senza fare un giro sul Ferry Boat.

-Ti capisco. Sai, penso che anch’io, se dovessi mai andarmene da Seattle, dovrei prima fare un giro…

-Non so perché ma ci avrei quasi scommesso!- Scherzò lei, ben consapevole dell’amor dell’ex marito per quel particolare tipo di barca.

-Quasi?

Scoppiarono a ridere entrambi, e per un momento tutte le certezze della donna andarono a farsi friggere.

-Allora, pronta per la grande partenza?

-Si, penso di sì, almeno

-Starai bene, Addison. Ti meriti di stare bene.

-Grazie

-Niente. Addison?

-Dica!

-Penso che mi mancherai…

La donna rimase sconvolta dalla sincerità disarmante di quella dichiarazione. Lei non era così. Non avrebbe mai detto una frase così, non a Derek. O per lo meno, non per prima. Infatti, ricambiò immediatamente, con un sorriso che però sapeva di tristezza

-Si, Derek, mi mancherai anche tu… altroché se mi mancherai…

Per alcuni lunghi istanti si persero l’uno negli occhi dell’altro. In quel momento, Addison smise di ragionare, riusciva solo a vedere gli occhi azzurri di Derek che si stavano avvicinando sempre si più, e non oppose resistenza neanche quando le labbra dell’uomo sfiorarono le sue e anzi, stava ad abbandonarsi a quel bacio, un bacio magico, di cui aveva bisogno da troppo, troppo tempo ma all’improvviso il comandante di bordo prese a parlare dall’altoparlante: -Signori, siamo giunti a fine corsa, vi auguriamo una buona giornata, arrivederci!

I due si staccarono istintivamente, e si scusarono a vicenda, era come se non fosse successo niente, si dissero. Niente di niente. 

Poi si separarono. Addison guardò Derek incamminarsi in direzione della sua macchina, ma poi si voltò e corse verso di lei per stringerla in un abbraccio forte, intenso, profondo, un abbraccio da amico, ma anche da qualcosa di più, uno di quegli abbracci che non si dimenticano tanto facilmente. 

-Ci vediamo, Addison!- sussurrò Derek prima di allontanarsi e sparire tra la folla.

-Ci vediamo- disse lei un po’ al vuoto, dal momento che l’ex marito se ne era andato, e l’aveva lasciata nella confusione più totale. Di nuovo, lo odiava o lo amava?

Un ora dopo la dottoressa Montgomery era in un aereo per LA. Stava facendo la cosa giusta? Si, continuava a dirsi. Per un attimo ripensò a quando stava guardando il mare, a quando aveva sentito la voce di Derek, a quando aveva parlato con lui e a quando si erano quasi baciati. Una piccola vocina, dentro di lei, le disse che quella era la cosa più ingiusta verso sé stessa che potesse fare. Si accorse che stava piangendo, e chissà da quanto tempo.

Mentre si asciugava le lacrime, decise che non poteva tornare indietro. Ne era sicura. Sarebbe stato non avere rispetto di lei. e poi, si sarebbe trovata benissimo.


NOTA DELL'AUTRICE
Che ne dite? E' la mia prma fan fiction, sono nuova in questo sito ma non vedo l'ora di buttarmi....
Avrei da fare qualche domandina sulla storia.... Se non si fosse capito è una storia addek, ma dato che shippo da morire anche gli Addex volevo sapere se vi potesse interessare un proseguo della storia diverso da quallo che ho in mente (No devo sforzarmi di essere chiara: la storia la proseguo come avevo previsto, ma se volete posso riprendere questo capitolo in un'altra storia) magari sottoforma di one-shot?
Detto ciò. spero vivamente che la storia vi sia piaciuta e che continuerete a leggerla... traparentesi non ho idea di quanti capitoli possano uscirne....
Aspetto con ansia delle vostre recensioni, anche se saranno di poche righe
Un grande bacio, Addison_for_life





 

 
   
 
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