Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: floricienta    04/01/2016    2 recensioni
Una raccolta di piccole storielle basate sulla relazione tra Eren ed Armin.
Tutte piene d'amore, amicizia, rispetto reciproco e fiducia; raccontate dal punto di vista di uno o dell'altro che cercano di ragionare ed esprimere i loro sentimenti! Preparate il vostro cuore a tante palpitazioni!
[attenzione spoiler]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Titolo: ​Legna
Riferimenti: ---
POV: Armin
Note: Buon anno a tutti quanti! Ecco la seconda storia di questa raccolta. Come vedete, mancano i riferimenti, questo perchè si svolge prima di tutti gli eventi raccontati nell'opera originale (quindi durante l'infanzia dei due amorini! *-*). Buona lettura e ringrazio tutti quelli che leggeranno, aggiungeranno la storia ai preferiti, commenteranno ecc... è sempre ben apprezzato :3 Ciao a tutti!


LEGNA
 

Era sempre stato lui quello che veniva aiutato da Eren e Mikasa, ma la visione del ragazzo moro, evidentemente sfiancato dalla fatica del trasporto della legna, fece venire ad Armin la convinzione che avrebbe potuto ripagare di un poco quel debito enorme che aveva con il suo unico amico.
“Eren!”
Corse forsennato verso di lui, agitando il braccio destro all'aria per salutarlo. Subito l'altro si accorse della sua presenza e lo salutò di rimando con un cenno della mano, poi gli venne un sussulto improvviso e sfregò la stessa mano sui propri occhi, come per dover scacciare qualcosa al più presto, prima che Armin lo vedesse.
“Eren.” ripeté il biondo, arrivando al suo fianco con un leggero fiatone “Sei da solo oggi?” gli chiese con un sorriso enorme stampato in faccia. L'essere solamente loro due era un qualcosa che lo rendeva felice nel profondo, anche la compagnia di Mikasa non gli dispiaceva, ma preferiva di gran lunga i momenti in solitario con il suo amico.
Erano entrambi soli ed entrambi riuscivano a capire l'altro con un semplice sguardo, il loro legame era un qualcosa di unico. Erano gli emarginati della società, ma ad Armin non aveva mai importato e non ci avrebbe mai dato peso fin quando Eren fosse rimasto al suo fianco.
Per quanto lo riguardasse, Armin non si sarebbe mai allontanato da lui.
Dello stesso non poteva esserne sicuro per Eren.
“Mikasa è impegnata con mia mamma, quindi sono andato a prendere la legna da solo.” indicò il suo zaino, ma si rese conto di non essere ascoltato “Mh? Armin?”
“Stavi piangendo per caso?” disse Armin schiettamente, fissandolo negli occhi. Non gli era sfuggito che erano arrossati e si dovette trattenere dal ridacchiare, intuendone perfettamente il motivo.
“Cosa? Perché dovrei piangere?” si agitò subito Eren.
“Perché non riesci a trasportare da solo tutta quella legna.” il sorriso sul suo volto non accennava a sparire.
“Eh? Non è vero. Posso farcela benissimo anche senza Mikasa.”
“Ti do una mano.”
Ecco, ora non poteva tirarsi indietro. L'avrebbe aiutato e gli avrebbe dimostrato di poter valere qualcosa anche lui. Strinse forte un pugno e aspettò una risposta.
“Non ce n'è bisogno, posso fare da solo.” un piccolo tremolio aveva preso possesso del corpo di Eren e le lacrime pungevano gli occhi per uscire ancora “Sono forte.”
Armin abbassò il volto, pensando che il problema di Eren fosse proprio quello di mettersi a paragone con Mikasa. L'aveva sempre fatto, ma in quel momento era lui quello che si trovava di fronte al ragazzo, quindi non doveva esserci qualcun altro ad intromettersi.
“Eren...” Armin rialzò lo sguardo e gli posò una mano sulla spalla e la sentì tremare sulla punta delle dita “Lo sei, ma lascia che ti aiuti lo stesso.” il suo viso era determinato e serio.
Subito il moro rilassò il volto, persino le lacrime scomparvero e rimase a bocca aperta, guardando il biondo. Si scrutarono per pochi istanti negli occhi e tutto fu chiaro anche a lui. Non erano servite parole per capire il desiderio di Armin di volersi rendere utile solo per essere considerato, anche di un minimo, importante per Eren.
Il moro si lasciò andare ad un sorriso, mise qualche ramo tra le braccia di Armin e decise di non dirgli che per lui era già importante senza il bisogno di dover dimostrare nulla. Pensò che l'avrebbe capito da solo.
Dal canto suo, Armin strinse i denti e fece di tutto per non far cadere a terra la legna prima di arrivare a casa dell'amico, nonostante le braccia gli stessero per cedere più volte.
“Grazie, Armin. Hai fatto un ottimo lavoro.”
Quella frase riempì il ragazzo di orgoglio e gli si imporporarono le guance senza poterlo celare.
Finalmente si era reso utile anche lui, anche se aveva trasportato unicamente qualche ramoscello, ma i segni sul suo maglione erano un'evidente prova che era riuscito a portare a termine quel compito.
Il forte abbraccio di ringraziamento, che ricevette dopo il lavoro svolto, fu, però, un migliore ripagamento per quello sforzo, insieme al volto sorridente e arrossato di Eren che si nascondeva tra i suoi capelli biondi. 



 

  
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