Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eralery    11/01/2016    18 recensioni
Cap3:
« Sai, qualcuno qui ha un cervello… »
« Stai parlando di me, vero? » 
« Stiamo parlando di qualcuno che ha un cervello, non di qualcuno che ha le capacità intellettive di un asticello » rispose Lily, godendosi appieno la faccia scandalizzata che James mise su.
« Su, almeno di uno Snaso! » esclamò, punto nel vivo. « L’asticello può essere Sirius, al massimo! »

Cap8:
« Punto primo: io non sbavo dietro Lily Evans » precisò James, con aria truce. « Punto secondo: nessuno è immune al fattore Potter, figurati se può repellere qualcuno! Punto terzo: vaffanculo, Padfoot, okay? Vaffanculo ».
Cap18:
« Non pensare di poterti liberare così facilmente di me ».
Lily rimase in silenzio per qualche secondo, prima di sospirare e sciogliersi in un piccolo sorriso.
« Suona un po’ come una minaccia… » commentò a voce bassa, facendolo ridacchiare.
« Oh, è una minaccia bella e buona ».

Cap20:
Lily avvertì la mano di James stringersi intorno alla propria e le loro dita intrecciarsi, ma non c’era traccia di imbarazzo o di incertezza in tutto ciò. Non vi era abituata, ma quando James, sempre sorridente, si girò verso di lei per dirle qualcosa, Lily, in tutta quella situazione, non riuscì a trovarvi neanche un difetto.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Ordine della Fenice, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Under Their Scars'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Sotto-La-Pelle-5




Sotto La Pelle

Capitolo 1 

1 Settembre

 

Dopo giugno con il suo venticello un po’ caldo, luglio passò lento per sfociare in un afoso agosto, finché non arrivò settembre.

Lily continuava a guardare fuori dal finestrino, seduta sul sedile posteriore della macchina dei suoi genitori. Il cielo sopra Londra era leggermente grigio, segno che presto, sebbene non facesse ancora freddo, sarebbe arrivata la pioggia. Sempre contemplando il cielo, Lily poggiò la fronte al vetro; non aveva più avuto notizie delle sue amiche dal diciannove agosto, quando aveva incontrato Mary a Diagon Alley. 

Essendo Nata Babbana, infatti, alla fine dell’anno precedente era stata chiamata in presidenza insieme agli altri studenti che erano nella sua stessa condizione: la guerra che era cominciata quell’anno continuava a peggiorare, e Silente aveva detto a tutti loro di non inviare lettere via gufo e di non usare mai la magia finché non sarebbero tornati ad Hogwarts, in modo da rimanere al sicuro.

La sua estate si era dunque protratta nella tranquillità più totale: per occupare le giornate aveva studiato più del solito, aveva preso qualche lezione di cucina dalla signora O’Malley, la loro vicina, e aveva battibeccato ogni giorno di più con Petunia. I due mesi di vacanza erano passati più lentamente delle estati precedenti e, sebbene non fossero stati terrificanti come si era immaginata che sarebbero stati, l’idea che potesse essere successo qualcosa alle sue amiche la mandava nel panico più totale.

Non solo si era dovuta astenere dal comunicare con le proprie amiche, infatti, ma aveva anche dovuto rinunciare a tutte le fonti di notizie sul mondo magico, come la Gazzetta del Profeta o il Settimanale delle Streghe: non aveva la minima idea di quello che fosse successo tra luglio e agosto, se non per le poche cose che le avevano raccontato Mary e Miriam. 

Le avevano parlato di Amberlee Diamond, una Corvonero di un anno più piccola di loro, che si era ritirata da Hogwarts dopo la scomparsa del padre; Mary le aveva inoltre raccontato del matrimonio tra Frank Longbottom e Alice Green, due Grifondoro che avevano conseguito i loro M.A.G.O. giusto due anni prima. 

Ma era sicura che fosse successo molto altro in quei due mesi, e aveva paura di cosa potesse essere cambiato; il fatto di non poterne parlare con nessuno, poi, rendeva ogni cosa ancora peggiore di quanto potesse essere altrimenti. Non potendo parlare con le sue amiche, infatti, le uniche persone con cui aveva avuto rapporti durante l’estate erano stati i suoi genitori, Petunia e la signora O’Malley. Fino all’estate tra il quarto e il quinto anno aveva avuto Severus al suo fianco, ma dopo la loro litigata l’anno dei G.U.F.O. avevano smesso di parlarsi: lui l’aveva ferita davvero e, sebbene il ragazzo si fosse scusato più volte, anche in estate, lei sapeva che non lo avrebbe mai potuto perdonare del tutto. 

Nonostante le facesse male ammetterlo, però, Severus le mancava. Erano stati migliori amici per sei lunghi anni, durante i quali si era sempre crogiolata nella convinzione che niente sarebbe mai cambiato, per nulla al mondo. Invece era bastata una parola a mettere fine al loro rapporto: Sanguesporco. Quando Severus l’aveva pronunciata, Lily aveva capito che niente al mondo avrebbe potuto ferirla di più: lui era il suo migliore amico, lo era sempre stato, e non era mai riuscita a capacitarsi di come potesse dirle una cosa del genere, di come lui in primis non l’accettasse davvero per quello che era e, anzi, fosse arrivato a farglielo pesare. 

Più tardi, ripensando al Quinto anno, si era resa conto dei piccoli ma chiari segnali del loro allontanamento: quando, ad esempio, Mulciber e Avery, due compagni di Severus, avevano mandato in Infermeria Mary, lui li aveva difesi a spada tratta, parlando di “uno scherzo finito male”, e questo era solo uno dei tanti problemi che avevano intaccato il loro rapporto.

Severus le aveva fatto davvero male, ma lei non riusciva a lasciarselo alle spalle completamente. Certo, dopo la litigata con il ragazzo, lei aveva legato con Mary fino a diventarne la migliore amica, ma quando la guardava insieme a James Potter si sentiva sempre in imbarazzo. Il modo in cui Mary e Potter parlavano, si prendevano in giro… tutto in loro, in un modo o nell’altro, le faceva tornare in mente Severus.

« Lily? Mi hai sentita? »

La voce dolce di sua madre attirò la sua attenzione e lei alzò di scatto la fronte dal finestrino per voltarsi a guardarla. Le rivolse uno sguardo di scuse, facendola sorridere. 

« Scusa, mamma, non ti stavo ascoltando. Che hai detto? » le domandò, mettendosi a sedere in maniera più composta sul sedile.

« Ti stavo dicendo che siamo quasi arrivati, mancano giusto due minuti. Hai controllato la borsa? Hai tutto? »

« Sì, mamma » mentì, iniziando a guardare nella borsa. 

Fortunatamente aveva preso tutto quanto quello che non era entrato dentro al baule.

Quando suo padre Mike fermò la macchina a qualche metro dall’ingresso della stazione, aprì lo sportello dell’auto e scese, mettendosi la borsa a tracolla. Mike tirò il baule della figlia fuori dal bagagliaio e lo posò sul marciapiede. Lily lo ringraziò ed abbracciò la madre per salutarla. 

« Ciao, tesoro » le disse Susan all’orecchio, stringendola forte tra le braccia. « Fai la brava e fatti sentire spesso ».

« Certo, mamma » le assicurò Lily, allontanandosi da lei per salutare anche suo padre. 

Mike allargò subito le braccia per abbracciarla a sua volta, e una volta che l’ebbe fatto disse:

« Sta’ attenta, principessa ».

Lily sbuffò una risata e ricambiò il suo abbraccio.

« Tranquillo, papà, so badare a me stessa ».

« Sì, sì, lo so. Ora hai diciassette anni, sei grande e bla, bla, bla » la prese in giro con dolcezza, sciogliendo l’abbraccio. « Ma tu rimarrai sempre la mia piccola principessa ».

« Lo so, papà. Ti voglio bene anche io ».

Lily salutò i propri genitori un’ultima volta, prima di afferrare il suo baule ed entrare nella stazione. King Cross era affollata come al solito, stracolma di Babbani intenti a leggere il giornale o a parlare fitto tra di loro; quando finalmente arrivò alla barriera, si guardò intorno e, una volta che fu certa di non essere osservata da nessuno, si avvicinò al muro tra il nono e il decimo binario per poi oltrepassare la barriera. 

L’Hogwarts Express apparve davanti ai suoi occhi ancor prima che riuscisse a rendersi conto di essere arrivata al binario 9 e ¾. La banchina del treno era gremita di famiglie che si salutavano e di ragazzi che caricavano i propri bagagli sul treno. 

« Lily! » sentì urlare una voce.

Quando si girò per vedere chi avesse urlato – nonostante avesse già un’idea ben precisa di chi fosse stato –, si ritrovò stretta in un forte abbraccio. Con gli occhi ancora spalancati per la sorpresa, Lily riconobbe la testa castana di Mary e il profumo del suo sciampo alla lavanda.

« Ehi, Mary » la salutò di rimando, staccandosi da lei per riprendere a respirare normalmente. Per quanto fosse magra ed esile, infatti, gli abbracci di Mary erano sempre straordinariamente energici.

La ragazza fece un passo indietro e si passò una mano tra i capelli scuri, sorridendo raggiante.+

« Come hai passato le ultime due settimane? » le chiese senza smettere di sorridere, affiancandola mentre si dirigevano verso il treno per caricare i loro bauli e cercando in tutti i modi di non sbattere contro qualche altro studente.

Lily le raccontò degli ultimi giorni passati a casa con i suoi e l’ultima litigata con Petunia. Mary, nel sentire il nome di sua sorella, non provò neanche a trattenere uno sbuffo e lei non poté impedire a se stessa di sorridere. 

« Le tue, invece? » le domandò.

Mary si strinse nelle spalle e fece una smorfia con la bocca, ma, conoscendola, Lily sapeva bene che stesse trattenendo un piccolo sorriso per non farle pesare la cosa: dopotutto, lei era una Purosangue, perciò aveva potuto trascorrere senza problemi le vacanze nel Mondo Magico in compagnia dei suoi migliori amici.

« Nulla di che, in realtà » rispose. « Ho passato la maggior parte del tempo da James insieme agli altri, e quando non stavo con loro mi vedevo con Dylan ».

« Come sta Dylan? Ormai è parecchio che state insieme! » fece Lily, seguendola tra la calca di gente; il treno era ormai a pochi passi da loro, che volevano semplicemente caricare i propri bagagli su di esso.

« Sì, abbiamo fatto sei mesi la settimana scorsa » disse Mary con un sorriso allegro. 

Dylan Goldstein era un Tassorosso del loro stesso anno ed era il suo ragazzo ormai da febbraio; era un ragazzo molto gentile e si vedeva chiaramente quanto tenesse alla propria fidanzata, che, d’altro canto, non aveva mai avuto una relazione tanto duratura. 

« Sono felice per voi » le disse la rossa con sincerità.

Mentre caricava il proprio baule, Mary girò il viso verso di lei e le mandò un bacio volante. 

« Quel bacio era per me, vero? » domandò una voce dietro le spalle di Lily, che si voltò per vedere il nuovo arrivato.

Mary rise e si raddrizzò, mentre Lily e Sirius Black si salutavano con un cenno del capo.

« Ovviamente, Sirius! » scherzò Mary. 

Il ragazzo le strizzò l’occhio e le si avvicinò, passandole un braccio intorno alle spalle per scoccarle un bacio sulla guancia sinistra. 

« Lo immaginavo » commentò lui, lasciandola andare e caricando a sua volta il proprio bagaglio sul treno; fatto ciò, si pulì le mani sui pantaloni con nonchalance. 

Sebbene non le fosse mai andato particolarmente a genio, Lily doveva ammettere che Sirius Black possedeva un certo fascino: oltre ad essere alto e avere un’ottima struttura ossea, infatti, i capelli neri gli incorniciavano alla perfezione il viso dagli zigomi appuntiti, dove brillavano due particolari occhi grigi. 

Mary ridacchiò ancora e scosse la testa, fingendo di alzare gli occhi al cielo e dandogli un debole colpo sulla spalla con la mano chiusa a pugno. 

« Dove hai lasciato James e gli altri? » gli chiese.

« Sono già saliti, io mi ero trattenuto a salutare qualche amico, ma ora vado a cercarli » rispose lui con una scrollata di spalle. « Volete venire anche voi due? »

Tutt’e due scossero la testa.

« Mi dispiace, ma volevo andare a trovare Miriam e le altre e poi ho la riunione dei Prefetti… » rispose Lily con un sorriso di circostanza. 

Nonostante lei non avesse più problemi con i Malandrini, non aveva una gran voglia di passare l’intero viaggio in loro compagnia. Dopotutto, mentre con Remus e Peter i rapporti erano quelli di ottimi compagni di Casa, lo stesso non si poteva dire di quelli che aveva con il giovane Black e il suo fido compare, James Potter: certo, quest’ultimo durante l’anno precedente era stato meno pesante del solito, ma tra lei e Sirius non era mai corso buon sangue, neanche quando lei aveva stretto amicizia con quella che era la migliore amica proprio dei due Malandrini per eccellenza. 

Avendolo chiesto più per educazione che, appunto, reale simpatia, Sirius annuì e si rivolse nuovamente a Mary.

« Tu, invece? »

« Anche io vorrei salutare le altre » rispose la ragazza, scostandosi i capelli dal viso con un gesto frettoloso della mano. « E poi avevo promesso a Dylan che sarei stata un po’ con lui ».

« Ricordatevi che siete su un treno, perciò tenete a freno i vostri bollenti spiriti » commentò Sirius, guardandola con un sorriso sghembo. 

« Vuoi smetterla? Non sei divertente! » lo sgridò Mary, colpendolo nuovamente sulla spalla con un pugno e facendolo scoppiare a ridere: ciò la innervosì ancora di più.

« Va bene, va bene » disse lui, alzando le mani in aria in segno di resa. « Io vado, ci vediamo dopo. Ciao, Evans! »

« Ciao, Black » salutò di rimando la rossa senza particolare enfasi.

Il ragazzo le dedicò il solito cenno del capo, prima di salire sul treno e scomparire dalla loro vista. Mary si sistemò la borsa sulla spalla e tornò a guardarla, indicando l’Hogwarts Express.

« Vogliamo entrare a cercare le altre anche noi? »

« Sì, forse sarebbe meglio. Andiamo » disse, precedendola all’interno del treno. 

Non trovarono le loro compagne di dormitorio né nel primo vagone né nel secondo, che erano occupati principalmente da studenti del Secondo o del Terzo anno, ma quando arrivarono al terzo videro una ragazza bionda e non molto alta che parlava con un ragazzo slanciato e dai capelli castani. 

Lily non ci mise molto a riconoscere la loro amica Miriam in quella ragazza ammiccante che si attorcigliava una ciocca riccia intorno all’indice della mano destra. Disse qualcosa e il ragazzo le sorrise, le scoccò un bacio sulla guancia e se ne andò, sparendo dietro la porta scorrevole che si chiuse alle sue spalle; lei lo osservò andarsene con le labbra piegate in un sorriso soddisfatto, lasciando finalmente libera la ciocca di capelli che aveva torturato fino ad allora. 

« George Stebbins? » chiese a voce alta Mary non appena il ragazzo si fu allontanato abbastanza. 

Miriam girò rapidamente il viso verso di loro e sorrise, correndo verso di loro e urtando così una ragazzina che passava di là; i corridoi dei vagoni, effettivamente, non erano molto spaziosi, ma la bionda non sembrava badarci granché.

« Mary, Lily! » esclamò infatti quella, abbracciandole. « Non ci vediamo da un sacco! Come state? Come sono andate le vostre vacanze? E Dylan come sta, Mary? E Remus? Oh, io ho un sacco di cose da raccontarvi! »

Lily rise insieme a Mary: Miriam parlava sempre tanto e aveva una parlantina estremamente accattivante che faceva impazzire i ragazzi. Non era molto alta, aveva i capelli ricci e biondi e dei grandi occhi castani da cerbiatta; era piuttosto minuta, ma aveva un carattere molto allegro e forte, non si vergognava di nulla e amava parlare, soprattutto di ragazzi o con i ragazzi.

« Dylan sta bene e anche Remus » ridacchiò Mary. « In che scompartimento ti sei sistemata? »

« Oh, venite » trillò con allegria, precedendole dentro a uno scompartimento là vicino. 

Dentro c’era Marlene McKinnon, una Grifondoro di un anno più piccola, di fronte alla quale sedevano le loro due compagne di dormitorio, Claire Carpenter e Kate Harper.  

« Ehi, ragazze! » le salutò Lily, sedendosi accanto a Kate dopo aver posato la propria borsa sull’apposita reticella sopra le loro teste. 

« Ciao! » le salutarono tutte quante in coro. 

« Come sono andate le vacanze? » domandò Claire, accavallando le gambe. 

Claire era una ragazza piuttosto riservata, dai lunghi e lisci capelli castani, un viso leggermente allungato e le labbra sottili.

« Tutto bene, la solita storia » rispose Mary con una scrollata di spalle. « Voi? »

« Un mortorio. Mia sorella più grande si è fidanzata e non fa altro che parlarne! E in più la McGranitt ci aveva riempiti di compiti! » si lamentò Marlene, sbuffando. Lanciò un’occhiata all’orologio babbano che teneva al polso e si alzò. « Vorrei rimanere ancora con voi, ma il treno sta per partire e io devo copiare l’ultimo tema di Erbologia da un Corvonero! Ci vediamo al castello, ragazze! »

Le altre cinque la salutarono con calore e Marlene chiuse dietro di sé la porta scorrevole dello scompartimento. 

Continuarono a parlare l’una delle proprie vacanze a lungo, mentre fuori dal finestrino lo scenario continuava a cambiare. Il treno era partito ormai da più di un’ora, quando la porta dello scompartimento si aprì nuovamente. 

Un ragazzo mediamente alto, con i capelli biondi e gli occhi castani sorrise a tutte loro, ma quando il suo sguardo si posò su Mary non si spostò più.

« Dylan! » esclamò la ragazza, saltando in piedi e abbracciandolo di slancio. Lui rise e la strinse a sé, circondandole la vita con le braccia; lei alzò il mento e lo baciò con trasporto, e il ragazzo non si fece pregare per rispondere al bacio.

« Prendetevi una camera » commentò Miriam con un ghigno, ad appena un metro dai due. 

Mary e Dylan si staccarono e, mentre lui arrossiva e si grattava una guancia imbarazzato, lei le rispose facendole la linguaccia. 

« Spero ci scusiate, ma noi vi salutiamo! » disse con un sorriso, prendendo la mano del proprio ragazzo e uscendo dallo scompartimento di gran lena.

« Ciao, ragazze. Ci vediamo dopo » sorrise Dylan, che dopo seguì Mary e si richiuse la porta alle spalle.

« Li rivedremo direttamente ad Hogwarts, vero? » domandò Lily, approfittando dell’assenza dell’amica per distendere le gambe sul suo sedile e mettersi più comoda. 

Fuori dal finestrino, notò con uno sguardo distratto, c’erano solo colline, alberi e un lago poco distante. 

« Molto probabilmente sì » confermò Kate, stringendosi nelle spalle, legandosi i capelli in una coda alta. 

« La tua storia con Thomas come va, invece? » le chiese Miriam con interesse.

Kate sospirò tristemente e abbassò gli occhi sulle proprie mani. 

Non era timida quanto Claire, che era la sua migliore amica, ma non era neanche una ragazza aperta come Miriam: era molto semplice, sia nei modi che nell’aspetto. I capelli neri le arrivavano giusto alle spalle e la frangetta le sfiorava appena gli occhi scuri.

« Ci siamo lasciati a luglio » rispose Kate. « O meglio, mi ha lasciata a luglio… ».

« No! Come mai? » le domandò Lily, dispiaciuta. Loro due non avevano mai legato particolarmente, ma tutte quante sapevano quanto lei tenesse a Thomas: dopotutto erano stati insieme quasi due anni e tutte in camera avevano dato per scontato che quei due sarebbero rimasti insieme per molto tempo.

« Non provava più le stesse cose: questa è stata la sua spiegazione ».

« Mi dispiace tanto, Kat » disse Miriam, sfiorandole la gamba per darle sostegno. 

L’altra la guardò con riconoscenza e si strinse ancora nelle spalle.

« Dopo tutto quel tempo mi fa strano pensare che non stiamo più insieme, onestamente, ma un po’ alla volta ci sto facendo l’abitudine » spiegò mestamente. « Voi, invece? Ragazzi? »

« Ho messo gli occhi su Stebbins » annunciò Miriam. 

« Ma non stava con Elisabeth Corner? » domandò Claire con un sopracciglio inarcato.

« Hai detto bene: stava. Si sono lasciati. E poi lui è veramente bello ».

Lily, Claire e Kate scossero la testa, ridendo. 

Miriam era sempre stata così, non era mai stata una ragazza da storia seria. Aveva avuto molti ragazzi, ma nessuno di loro era durato a lungo: la sua relazione più duratura si era protratta per due mesi, prima che lei si stufasse e lo lasciasse. 

« Mi piacerebbe continuare a parlare di quanto sia bello George Stebbins, ma ho la riunione dei Prefetti. Appena finisce torno. Ci vediamo dopo! » disse Lily, alzandosi dal sedile. Le amiche la salutarono e lei uscì per dirigersi verso lo scompartimento dei Prefetti.

Durante il tragitto incontrò alcuni amici che la salutarono, ma affrettò il passo quando si accorse di essere in ritardo. 

Non appena arrivò a destinazione, entrò rapidamente e i suoi occhi incontrarono subito quelli di Remus Lupin, che era in piedi a qualche passo dall’entrata. 

Scorse Benjamin Fenwick ed Emmeline Vance che spiegavano ad alcuni ragazzi del Quinto anno, i nuovi Prefetti delle loro Case, quali fossero i loro compiti, ma la cosa che la sconvolse di più fu vedere James Potter in piedi accanto a Remus.

« Buongiorno a tutti » disse, cercando di dissimulare il proprio stupore, fermandosi accanto al proprio compagno di Casa; facendo finta di nulla, salutò l’amico con un bacio sulla guancia. 

Lo scompartimento riservato ai Prefetti era il più ampio di tutto il treno, poiché era l’ultimo di essi ed era grande come quattro normali: i sedili erano disposti lungo tutto il perimetro dello scompartimento, in modo tale che i loro occupanti potessero guardarsi tutti in faccia senza problemi. 

« Non mi saluti, Evans? » domandò prontamente James, guardandola dall’alto dei suoi dieci centimetri in più e lanciandole un’occhiata divertita. 

Sapeva che probabilmente il suo commento l’avrebbe solamente fatta innervosire, ma non poté trattenersi: non la vedeva da giugno, ormai, e sebbene avesse smesso di assillarla ogni giorno, non riusciva a smettere di cercare di ottenere la sua attenzione. 

« Ti sei perso, Potter? Questo è il vagone dei Prefetti » ribatté Lily, perplessa, cercando ugualmente di mostrarsi distaccata e noncurante. 

Dopotutto la figura di James Potter stonava terribilmente in quell’ambiente, in quel vagone dai morbidi sedili rivestiti di stoffa verde e dedicato esclusivamente ai Prefetti. 

« Oh, lo so! Per questo sono qui! » esclamò però i ragazzo, e indicò la spilla attaccata al proprio mantello. 

Con suo sommo orrore, Lily vide la C stampata sopra la spilla – messa totalmente di fretta, lei ne era sicura, perché altrimenti non l’avrebbe fissata al contrario.

« Tu sei stato eletto Caposcuola? » gracchiò, spalancando gli occhioni verdi e facendo sogghignare il ragazzo. 

Non era possibile, non era semplicemente possibile, si disse Lily. 

Sapeva che era intelligente, e, sebbene il suo comportamento fosse migliorato notevolmente durante l’anno precedendo, di sicuro non era la persona più adatta a quel ruolo: che cosa si era bevuto Silente quando aveva deciso di nominarlo Caposcuola? 

« Già » disse James, annuendo. « Siamo colleghi, ora. Non sei felice? Il sogno della tua vita è finalmente diventato realtà! »

Il sopracciglio di Lily scattò rapidamente verso l’alto, arcuandosi e facendo sì che la ragazza potesse esibire l’espressione più scettica del proprio repertorio. 

Erano anni che le cose, tra loro due, andavano avanti così; lui scherzava e le faceva una battuta, alla quale lei rispondeva prontamente con una risposta tagliente, finendo così per dare il via ad uno dei loro soliti litigi. 

Se c’era qualcosa che gli studenti di Hogwarts avevano imparato a riconoscere, infatti, erano i segnali che presagivano una delle discussioni tra James Potter e Lily Evans. 

Solitamente era lui a cominciare il tutto, cercando di innervosirla come meglio poteva: o facendo uno scherzo a qualche povero malcapitato che gli capitava sotto tiro, o facendo commenti allusivi diretti proprio alla ragazza, o appellando magari il libro che quel giorno lei portava sottobraccio. Tutto ciò era noto come fase uno

Dopodiché si passava alla cosiddetta fase due, durante la quale il ruolo principale era quello di Lily; in base a ciò che lui faceva o diceva per irritarla, infatti, lei sceglieva cosa fare: se rispondergli a tono, o affatturarlo. 

Al termine di questa fase cominciava la fase tre, una delle preferite dal resto degli studenti: James parava con tranquillità l’incantesimo, quando lei decideva di scagliargliene uno contro, per poi passarsi una mano tra i capelli scuri e sfoderare uno dei suoi sorrisi a trentadue denti. 

Come se questo non bastasse a spazientire ulteriormente la ragazza, James non dimenticava mai di andare avanti con la fase quattro, che consisteva in sei semplici parole, le quali erano ben presto diventate la sua frase più famosa: « Vieni ad Hogsmeade con me, Evans? ». Al ché, Lily, lanciandogli l’ennesima occhiata assassina, gli rispondeva prontamente: « Non uscirei con te neanche se dovessi scegliere tra te e la Piovra Gigante », prima di andare via a testa alta, portando a termine l’ultima fase, la fase sei.

E sì, James Potter sembrava essere maturato rispetto ai suoi primi cinque anni ad Hogwarts ed era diventato meno insistente, ma si sa, certe cose non cambiano mai del tutto.

« Lavorare con te non è esattamente un mio sogno, Potter » ribatté Lily con uno sbuffo alterato. « Al massimo, è il mio incubo ».

La risata squillante di James attirò li sguardi di alcuni Prefetti già seduti sui vari sedili, perciò il ragazzo – complice anche l’occhiata ammonitrice  di Remus – preferì lasciar perdere quello che per anni era stato il suo obbiettivo e divertimento principale. 

« Tranquilla, Evans, il tuo segreto è al sicuro con me. Non dirò a nessuno che in realtà hai sempre voluto lavorare con me… » mormorò a bassa voce, chinandosi per poterle parlare a poca distanza dall’orecchio, senza potersi trattenere; quando la vide corrucciare la fronte e aprire la bocca per ribattere, però, si raddrizzò nuovamente e continuò a parlare. « Inoltre, dal momento che siamo i due nuovi Caposcuola, penso che dovremmo alzarci e prendere in mano la situazione ».

Così dicendo, il ragazzo le rivolse un ultimo sorriso a trentadue denti, prima di fermarsi al centro del vagone; la mano gli corse involontariamente tra i capelli scuri, spettinandoli ulteriormente. 

Dopo aver lanciato un’occhiata a metà tra il basito e l’infastidito a Remus, come a sfogarsi, e avendo ricevuto in risposta una semplice alzata di spalle, Lily seguì James in mezzo al vagone, sotto gli sguardi perplessi della maggior parte dei presenti.

« James, davvero ti hanno fatto Caposcuola? » domandò Benjamin, a metà tra il divertito e lo scioccato.

« Già, Benjy » confermò lui, passandosi di nuovo la mano tra i capelli, e Lily provò l’impellente desiderio di amputargli le mani. 

Il Tassorosso lo guardò ancora qualche secondo a bocca aperta, come se stesse per dire qualcosa, ma poi ci ripensò e si strinse nelle spalle, ridacchiando tra sé e sé.

« Okay, Capuscuola a parte, manca qualcuno? » domandò Lily. Gli altri Prefetti si guardarono intorno e negarono, perciò la ragazza proseguì. « Per ora non credo ci sia bisogno di dire granché, parleremo meglio durante la prima riunione ad Hogwarts. Oggi pattuglierete il treno insieme al Prefetto del vostro stesso anno e della vostra stessa Casa ».

« Come decidiamo quale Casa comincia? » domandò un ragazzo di Corvonero del Quinto anno.

« In quanto Caposcuola, inizieremo io ed Evans » rispose James, lanciando poi uno sguardo al Prefetto dell’ultimo anno di Serpeverde: Severus Piton continuava a guardarlo come se volesse incenerirlo lì, sul posto. 

James non poté trattenersi dal ghignare leggermente: dopotutto, lui e l’altro ragazzo non erano mai andati d’accordo, anzi, era dal terzo anno che ogni tanto si lanciavano contro alcune fatture o incantesimi.. 

Per quanto riluttante, in ogni caso, Lily dovette ammettere che quanto suggerito dal proprio compagno di Casa fosse la cosa più saggia da fare. 

« Dopo di noi, andremo in ordine alfabetico. Prima Corvonero, poi Grifondoro, Serpeverde e infine Tassorosso. D’accordo? »

Tutti quanti annuirono, ma una ragazza del Sesto anno di Serpeverde alzò la mano e Lily le fece segno di parlare. 

La ragazza, che aveva lunghi capelli neri e occhi castani, puntò lo sguardo su James, pensierosa; sedeva vicino a uno dei finestrini del vagone, e sebbene fosse lontana qualche metro da loro la giovane Caposcuola riuscì comunque ad appurare che nei suoi occhi non c’era alcun pregiudizio o fastidio: sembrava solo curiosa. 

« I Caposcuola non dovrebbero prima essere stati Prefetti? Potter non lo è mai stato. Io non ho nessun problema, però non capisco il motivo. Non potevano scegliere Lupin? Ora ci sono tre ragazzi del Settimo anno di Grifondoro che fanno i Prefetti » disse infatti, perplessa. 

Lily la conosceva solo di nome – si chiamava Jennifer Bole e frequentava il sesto anno – e sapeva che lei era una delle poche Serpeverde a non avere problemi con i Mezzosangue o i Nati Babbani.

James si passò una mano tra i capelli, non sapendo cosa rispondere. 

Effettivamente, anche lui se lo era chiesto: si era aspettato di venir nominato Capitano della squadra di Quidditch, non Caposcuola. All’inizio, a essere onesti, ci era rimasto anche male: l’anno precedente si era impegnato come non mai per poter far vincere a Grifondoro la Coppa del Quidditch, ed era tornato a Godric’s Hollow con la certezza che il titolo di Capitano quell’anno sarebbe stato suo.

« Non te lo so dire, Bole » ammise il ragazzo. « Neanche io me lo aspettavo ».

« Nessuno se lo aspettava » commentò Severus Piton, alzando gli occhi al cielo ed incrociando le braccia al petto.

Lily gli lanciò un’occhiata a metà tra l’infastidito e il concorde.

« Silente avrà avuto i suoi motivi » si ritrovò a dire. Non sapeva perché si fosse messa a difendere James Potter, ma Silente, per quanto potessero essere discutibili le sue scelte, non era uno sciocco. In più, in quanto Caposcuola a sua volta, doveva essere lei la prima a supportare il proprio collega, chiunque egli fosse. « Detto questo, potete andare ».

I Prefetti annuirono e un po’ alla volta tutti quanti lasciarono il vagone. 

Lily aspettò vicino alla porta che i due Malandrini finissero di parlare per poter cominciare la ronda insieme all’altro Caposcuola. Quando i due smisero di chiacchierare, le si avvicinarono; Remus la salutò con la solita gentilezza, prima di andarsene. 

« Immagino quanto tu sia felice di dover pattugliare insieme al sottoscritto » commentò scherzosamente James mentre cominciavano la ronda. 

Lily gli lanciò un’occhiata di sfuggita e si lasciò sfuggire un brontolio, ma non rispose. James, al contrario delle aspettative, rise e non fece altri commenti come suo solito.

La ronda andò avanti ancora mezz’ora e lei fu felice di non doversi sorbire nessun monologo alla James Potter: il ragazzo, infatti, rimase in silenzio per quasi l’intera durata della ronda, a parte qualche domanda su quello che aveva fatto quell’estate, nonostante Lily avesse troncato ogni suo discorso agli albori.

Quando ebbero finito, si salutarono e si divisero. 

Mentre tornava verso lo scompartimento che lui e gli altri Malandrini avevano occupato, ripensò all’ora che era appena trascorsa. Ancora non riusciva a credere di essere riuscito a mantenere una conversazione normale con Lily Evans per più di un’ora. 

Non che se ne dispiacesse, anzi, lui aveva provato più volte a parlarle civilmente l’anno precedente, ma non ci era mai riuscito: in un modo o nell’altro, infatti, lei aveva sempre trovato un motivo per prendersela con lui. Certo, doveva ammettere che innervosirla lo divertiva ancora molto, ma i suoi scherzi e le sue battute non erano più inopportune e ammorbanti come invece erano state fino alla fine del quinto anno; ormai era arrivato a pensare che forse, sotto sotto, anche lei si divertisse a litigare con lui.

« Ancora vivo? Onestamente pensavo che la Evans ti avrebbe ucciso e poi avrebbe buttato il tuo cadavere giù dal treno » disse Sirius non appena rimise piede nello scompartimento. 

James sorrise e si passò una mano tra i capelli, tornando a sedersi sul sedile che aveva lasciato per andare alla riunione.

« Smettila, dai » sospirò Remus, chiudendo il libro che stava leggendo. « Non è terribile come la dipingi. È una brava ragazza ».

« Sì, è una brava ragazza, così dolce e carina, così gentile e bla, bla, bla » sbuffò Sirius, roteando gli occhi. « Tu e Mary dite sempre le stesse cose » aggiunse poi, non potendo trattenersi dal tirare in ballo anche l’amica. 

« Be’, è vero che è gentile » si intromise Peter timidamente. « L’anno scorso mi ha aiutato molto in Pozioni senza che glielo dovessi chiedere »,

« Lo so che è una brava ragazza » disse James per bloccare il discorso. Odiava parlare di Lily in pubblico: loro erano i suoi migliori amici, ma la cosa lo metteva quasi in imbarazzo. Non sapeva spiegare i sentimenti che provava verso Lily: da una parte lo infastidiva e lo faceva infuriare il modo in cui lei lo trattava, ma d’altro canto quando la vedeva non riusciva più a pensare normalmente. « A proposito di Mary: dov’è? »

« Da qualche parte con Dylan » disse Sirius, sbuffando per l’ennesima volta e allungandosi alle bell’e meglio sul sedile accanto al suo. 

Il primogenito di Walburga e Orion Black era indubbiamente un bel ragazzo, anzi, uno dei ragazzi più belli che Hogwarts offrisse all’epoca: i capelli neri, tenuti forse un po’ troppo lunghi, gli occhi grigi e penetranti, il modo di fare così distaccato ed elegante lo rendevano uno dei giovani più apprezzati dalla popolazione femminile della scuola. Ciò non voleva dire, però, che preferisse le ragazze ai propri migliori amici: anzi, per quanto potesse piacere, Sirius si ritrovava spesso a rifiutare un appuntamento a Hogsmeade per potervi andare insieme agli altri Malandrini.

« Ormai da quanto stanno insieme? » domandò Peter, scartando una Cioccorana, quando i suoi due amici nominarono Mary.

« Sei mesi e qualcosa » rispose James, stravaccandosi sul sedile. « Sembrano felici insieme. Quest’estate sono usciti di continuo, e poi Dylan mi sembra un ragazzo a posto ».

« Sì, è un bravo ragazzo. Abbiamo studiato insieme ogni tanto » disse Remus.

« Abbiamo capito che Lily Evans e Dylan Goldstein sono dei bravi ragazzi. Dobbiamo trovarne altri o possiamo parlare di qualcos’altro? » si lamentò l’altro, annoiato. 

James rise e tutti e quattro decisero di cambiare discorso. 

Dopo un po’ di tempo, Peter e Sirius cominciarono a giocare a scacchi, nonostante il primo continuasse a battere l’altro continuamente, mentre Remus puntò lo sguardo ambrato su James, guardandolo con insistenza.

« Che c’è, Moony? » gli domandò, mentre Sirius imprecava non appena Peter mise sotto scacco il suo re per l’ennesima volta.

« Com’è andata la ronda? » ribatté il giovane Lupin, cercando di nascondere la propria preoccupazione.

James si strinse nelle spalle e affondò le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa, scivolando ancora di più contro lo schienale del sedile; il discorso Lily Evans era, da un anno a quella parte, quello che gli risultava il più difficile di tutti.

« Tutto tranquillo » si limitò a dire con tono vago, fingendo noncuranza.

« Di cosa avete parlato? »

« Non abbiamo parlato, praticamente ».

Remus sospirò e si passò una mano sul viso, esasperato. 

« Ti avevo detto di provare a fare conversazione, Prongs! » 

« L’ho fatto, ma lei continuava a rispondere a monosillabi! Se avessi fatto altre domande mi avrebbe schiantato, e sappiamo entrambi che ne sarebbe stata capacissima » si lamentò James, sconfortato. 

Remus lo guardò con apprensione ad annuì. 

A vederla così, James aveva fatto bene a non insistere: Lily già non lo sopportava granché, se l’avesse esasperata ancora di più avrebbe solo peggiorato la situazione. Remus aveva capito ormai da tempo cosa provava il suo amico per Lily e, al contrario di Sirius, non faceva di tutto per negarlo. Il modo in cui la guardava, come ne parlava: tutte quelle piccole cose erano chiari segnali dei sentimenti di James. 

Lanciò uno sguardo a Sirius e pensò che anche lui, prima o poi, avrebbe dovuto accettarlo e smetterla di essere così geloso del proprio migliore amico. 

« Hai fatto la cosa giusta » gli assicurò con un sorriso.

« Moony… »

« Sì? »

« Questo è l’ultimo anno in cui potrò vederla » mormorò James, abbozzando un sorriso mesto.

Remus si sporse un po’ verso di lui e gli poggiò una mano sul ginocchio. 

« Non disperarti ora, hai ancora nove mesi per farle capire come sei davvero ».

 

*

 

Per una Nata Babbana come lei tornare a Hogwarts era sempre una sensazione meravigliosa e quell’anno, se possibile, era stato ancora meglio. Dopo aver passato due mesi lontana da qualsivoglia forma di magia, quella che Hogwarts emanava era così tangibile che Lily pensava che l’avrebbe quasi potuta sfiorare. 

Si sedette al tavolo di Grifondoro accanto a Mary, sorridendo a Miriam che, invece, si era seduta insieme a un paio di ragazzi del sesto anno che sembravano pendere dalle sue labbra. 

Lily fece per dire qualcosa a Mary, ma proprio quando stava per aprire bocca davanti a lei si sedette Remus. James si mise di fronte alla propria migliore amica, con Peter al proprio fianco, mentre Sirius fece il giro del tavolo e si mise proprio accanto a Mary, in modo da stare di fronte a uno dei suoi tre amici.

Si salutarono a vicenda, mentre il professor Silente si alzava e si posizionava dietro al leggio per iniziare il suo solito discorso. Si schiarì la voce e poi cominciò a parlare a tutti gli studenti, che ormai si erano seduti al proprio tavolo di appartenenza.

« So che sarete stanchi e affamati, miei cari studenti, ma temo dobbiate pazientare ancora un po’ » disse, facendo un cenno alla professoressa McGranitt, la quale aprì il portone dal quale poi entrarono i bambini che dovevano essere smistati.

« Abercrombie, Lauren » lesse la professoressa, e una ragazzina dai folti capelli neri si andò a sedere sullo sgabello per indossare il Cappello Parlante. 

La Sala Grande rimase in silenzio quasi un minuto, fino a quando il Cappello non urlò: « Corvonero! » e Lauren si andò a sedere al tavolo della sua nuova Casa.

« Bilman, Lionel » chiamò ancora la McGranitt. 

Questa volta a sedersi sullo sgabello fu un ragazzino smilzo dai capelli chiarissimi e dall’aria altezzosa, che finì a Serpeverde tra gli applausi del tavolo verde-argento.

Jade Colfer venne smistata a Tassorosso ed Henry Edgecombe a Corvonero, mentre la prima nuova Grifondoro fu una ragazzina leggermente in carne dai capelli color mogano che si chiamava Margaret Flanagan.

Altri due ragazzini finirono a Tassorosso, Anthony Lannister a Serpeverde e Rose McPearson a Grifondoro. Lo smistamento andò avanti ancora a lungo, finché l’ultimo ragazzino, Charles Zeller, non venne mandato tra i Corvonero.

« Pensavo non finissero più » commentò Peter, mentre il custode del castello, Gazza, si accingeva a portare via lo sgabello ed il Cappello.

« A chi lo dici, Worm » gli diede manforte Sirius. « Spero che Silente non la tiri troppo per le lunghe ».

Mary gli diede una debole gomitata al braccio e lui alzò gli occhi al cielo, in realtà piuttosto divertito. Tra loro era quella la normalità: lui che diceva o faceva qualcosa di scemo, e lei che puntualmente rispondeva con una sberla – anche se, lo sapevano bene entrambi, i suoi schiaffi non gli facevano affatto male, così come le battute di lui non erano mai cattive o esagerate. 

« La solita manesca » commentò dunque il ragazzo, sogghignando.

« La tua vista mi ispira violenza » ribatté lei, senza degnarlo di un’occhiata e puntando lo sguardo sul Preside per non distrarsi. 

« Addirittura… » fece Sirius, sempre sorridente, con tono vagamente allusivo.

Al ché, Mary si girò verso di lui e lo guardò con un sopracciglio inarcato. 

« Sono molti di meno i primini rispetto agli anni passati, ci avete fatto caso? » chiese Remus, pensieroso, ignorando quel piccolo battibecco tra i suoi due amici.

« Probabilmente molte famiglie hanno preferito non mandare i figli ad Hogwarts » ipotizzò James, facendo vagare il proprio sguardo sui quattro tavoli della Sala Grande. « E dire che, quando eravamo noi al primo anno, eravamo più di quaranta. Quest’anno saranno stati trentacinque al massimo ».

« Trentatré » lo corresse Lily, che a sua volta aveva notato la differenza tra quello smistamento e il loro. 

James le lanciò un’occhiata e annuì, prima di riportare lo sguardo sul preside, che era tornato al leggio.

« Adesso che si è concluso lo smistamento, vorrei parlarvi di una cosa importante, prima di dedicarci ai piatti che ci sono stati preparati » cominciò Silente. « Alcuni non vorrebbero che ve ne parlassi, ma ritengo necessario mettervi al corrente della situazione al di fuori di questo castello. Come ben saprete, il Mondo Magico sta combattendo contro un Mago che si fa chiamare Lord Voldemort e i suoi seguaci. Sono tempi terribilmente bui, questi, ma non è tutto perduto: alcuni di voi saranno decisivi in questa guerra. Voi siete la speranza migliore che il Mondo Magico abbia, e solo uniti riusciremo a uscire da questa situazione ».

La mano di Mary cercò e trovò subito quella di Lily, che girò leggermente il viso verso di lei per sorriderle appena. 

« Dalle notizie che ho ricevuto » riprese Silente, dopo essersi sistemato gli occhiali a mezza luna sul naso. « le schiere di Voldemort si stanno riempiendo sempre di più, perciò devo chiedervi di stare attenti. È un dispiacere immenso, per me, dover sospettare che qualcuno in questo castello possa essere un sostenitore di quell’uomo, ma in periodi del genere non si può che fare altrimenti. Voglio solo dirvi di stare attenti e di capire per cosa volete lottare. E ora, buon appetito ».

Una volta che Silente ebbe concluso il suo discorso, batté le mani e i piatti davanti agli studenti si riempirono all’istante di cibo. 

Lily guardò il cibo davanti a lei e si riempì il piatto solo perché Remus le passò il vassoio dell’arrosto. 

Le parole di Silente, per quanto riflettessero alla perfezione i suoi stessi pensieri, l’avevano fatta pensare. Effettivamente, chiunque poteva essere un Mangiamorte, anche qualche studente. Lily osservò un ragazzo di Corvonero al tavolo accanto al loro: poteva essere un Mangiamorte. E anche quella ragazza seduta al tavolo dei Tassorosso poteva esserlo. Così come anche il ragazzo che l’aveva gentilmente aiutata a scendere dal treno. 

« Tutto bene, Evans? » le domandò James, che la stava guardando con le sopracciglia inarcate.

Lily quasi sobbalzò quando lo sentì parlare ed annuì rapidamente. 

Si guardò attorno, vedendo la propria migliore amica che litigava per qualche oscuro motivo con Sirius, Remus che parlava con un ragazzo accanto a lui e Peter che si divertiva a guardare Mary e l’amico.

« Sei sicura? Sei pallida » insistette James, inclinando leggermente il capo per studiarla con più attenzione.

« Non è niente, ero solo sovrappensiero » rispose lei, evasiva. 

James continuò a guardarla ancora qualche secondo, come se stesse cercando qualcosa che potesse dirgli che stava mentendo, ma poi lasciò perdere e sospirò, tornando al proprio piatto. 

Lily anche si concentrò sull’arrosto che aveva nel piatto e cominciò a mangiarne un po’, girandosi verso Mary e Sirius per ascoltarli e distrarsi. Da quanto capì, lui aveva fatto una battuta delle sue e lei aveva ribattuto come suo solito, e avevano finito per bisticciare per l’ennesima volta.

« Smettila di fare l’idiota! » si lamentò la ragazza, sbuffando e portandosi alle labbra un calice pieno d’acqua per bere. 

Sirius sbuffò a sua volta e le fece il verso, per poi tornare ad abbuffarsi; Peter rise e si scambiò un’occhiata con James, che si strinse nelle spalle con una risatina.

« Ormai sono abituato a far loro da baby sitter » commentò semplicemente, sorridendo.

« Guarda che ti sento! » esclamarono contemporaneamente Mary e Sirius. 

Non appena lo ebbero detto, si guardarono indispettiti, ma poi scoppiarono a ridere e a prendersi in giro di nuovo.

« Visto? Dopo sette anni ci si fa l’abitudine » disse James, facendo ridere tutti quanti.

La cena proseguì in piena calma e riuscirono, almeno per quel momento, a scordarsi delle parole di Silente e dal loro significato. Pensarono solamente a chiacchierare del più e del meno e a scambiarsi battute, finché Lily e James non dovettero alzarsi per accompagnare gli studenti del primo anno alla Sala Comune. Salutarono gli altri quattro e si avviarono verso il portone, seguiti dai primini. 

« Ci siete tutti? » chiese James dopo qualche minuto, e i ragazzini annuirono. « Perfetto, andiamo ».

Spiegarono ai ragazzini tutto quello che c’era da sapere su Hogwarts per cominciare: su quali gradini non posare il piede, a quali ritratti non rivolgere la parola e alcune scorciatoie per arrivare prima in Sala Grande.

« La parola d’ordine di questo mese è Mandragola » disse Lily, precedendoli dentro la Sala Comune e conducendoli alle scale che portavano ai dormitori. « Le scale a destra portano ai dormitori femminili, quelle di sinistra ai dormitori maschili. Buona notte » finì, sorridendo a tutti i bambini.

« Ci sai fare con i ragazzini » commentò James, quando quelli furono saliti nelle proprie stanze.

Lily si strinse nelle spalle e gli sorrise leggermente. 

« Mi piacciono. E poi mi fanno tenerezza ».

« Io però non ti facevo tenerezza quando avevo undici anni » le fece presente lui, ma anche lei capì che stava scherzando e non la stava sfottendo o provocando come al solito.

« Tu eri terribile ».

« Ero? Vorresti forse dirmi che non lo sono più? »

« Oh, no. Se possibile, lo sei ancora di più » scherzò lei, stupendosi di se stessa. Non era solito per lei neanche parlare civilmente con James Potter, figurarsi scherzarci insieme. Il mondo, pensò, aveva cominciato a girare al contrario.

« Cosa sei ancora di più, Prongs? » domandò Sirius, entrando in quel momento in Sala Comune. 

Dopo di lui, entrarono anche Peter e Remus. 

« Idiota ».

Peter ridacchiò, mentre Remus si limitò a sospirare e ad alzare gli occhi al cielo. 

Quei due non sarebbero mai cambiati, ne era certo: avrebbero continuato a insultarsi per tutta la vita, molto probabilmente. Considerando il carattere decisamente lunatico di Lily, poi, non gli risultava difficile immaginarla ad insultare James per baciarlo qualche secondo dopo. 

« Le tue dimostrazioni di affetto nei confronti di James mi sorprendono sempre » commentò Sirius, superandoli per andarsi a sdraiare sul divano. 

Il ragazzo in questione si strinse nelle spalle senza dire nulla e, insieme agli altri, lo imitò; Lily attese un attimo, imbarazzata, non sapendo cosa fare, prima di seguirli a sua volta, ma senza sedersi con loro.

« Dov’è Mary? » chiese, lanciando l’ennesima occhiata al buco del ritratto. 

« Si è fermata fuori per salutare Dylan » rispose Peter, sorridendole con gentilezza.

Sirius fece una smorfia e finse di essere colto da un conato di vomito, facendo ridacchiare gli altri. 

Anche Lily, suo malgrado, dovette ammettere di averlo trovato divertente. Stava per ringraziare Peter, quando Mary finalmente entrò in Sala Comune; non appena li vide, si diresse subito verso di loro, sorridente.

« Ehi, ragazzi! »

« Ma come, avete già finito? » le domandò Sirius con malizia, guadagnandosi un’occhiataccia. Mary si sedette sul bracciolo su cui lui si era appoggiato con il collo e gli diede uno schiaffo sulla testa. « Oi! » si lamentò il ragazzo, massaggiandosi la nuca.

« Così impari » replicò lei, alzandosi nuovamente e dirigendosi verso James. Gli scoccò un bacio sulla guancia, così come agli altri tre, prima di affiancare Lily, che non si era spostata. « Saliamo? Credo che le altre siano già in camera ».

Lily annuì e, dopo aver salutato i ragazzi, si diresse verso le scale insieme a Mary. 

La camera era esattamente come l’avevano lasciata: sopra il comodino di Miriam c’era il suo poster di un gruppo babbano, i Queen, mentre sopra la testiera del letto di Claire c’erano ancora tutti i post-it magici che lei ci aveva attaccato. 

Con un sorriso, Lily capì di essere finalmente tornata a casa.

 

 


Note:
Be’, per prima cosa: benvenuti a tutti!
Prima di fare alcuni appunti sulla storia in sé, vorrei dirvi che questa è la terza edizione di una fan fiction che iniziai a scrivere anni fa. Non so se alcuni dei miei lettori frequentano ancora il sito, ma se così fosse (e se si fermassero su questa storia) volevo scusarmi per essere sparita di punto in bianco. Sono molto dispiaciuta, ma la vita reale ha richiesto più importanza in seguito ad alcuni problemi personali.
Adesso, però, passiamo alle cose un po’ più allegre!
Questa volta prima di pubblicare il primo capitolo ho deciso di scriverne un po’ prima, in modo tale da evitare di lasciare questa storia incompiuta. Ci tengo molto e ho capito che, se non la porto a termine, continuerò a rimpiangere di non averlo fatto.
Per prima cosa, ci tengo a specificare una cosa: so benissimo che James non è stato né Prefetto né Caposcuola, ma ho dovuto prendermi qualche libertà per portare avanti la mia storyline. Il motivo per cui Silente ha scelto James come Caposcuola, comunque, verrà spiegato più avanti, ma posso assicurarvi che ha un suo perché (almeno per me, certo).
Mary MacDonald ho deciso di usarla come personaggio perché nella Saga è Lily a dire “La mia amica Mary mi ha detto…” perciò ho ricollegato i due nomi. Il rapporto tra lei e James, invece, è ovviamente di mia invenzione.
Ed ecco qui, invece, i prestavolto:
James Potter: Aaron Johnson
Lily Evans: Karen Gillan
Sirius Black: Ben Barnes
Mary MacDonald: Kaya Scodelario
Remus Lupin: Andrew Garfield
Peter Minus: Jamie Bell
Miriam Parker: AnnaSophia Robb
Il prossimo capitolo verrà pubblicato lunedì prossimo!
Fatemi sapere cosa ne pensate, di questo capitolo, perché tengo veramente molto a questa storia e le vostre opinioni sono fondamentali per portarla avanti al meglio!
Un bacione,
Ale

   
 
Leggi le 18 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eralery