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Autore: Beatrinik    15/01/2016    1 recensioni
Si dice che la Sandai Kitetsu di Roronoa Zoro sia maledetta, un amore perduto può rendere maledetta una katana? Zoro e Nami lo scopriranno a loro spese!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono trascorsi due anni dalla Guerra dei Vertici di Marineford, i membri della ciurma di Cappello di Paglia li hanno trascorsi sperduti in remote località intenti ad affinare le loro tecniche ed a spingere sempre più in avanti i limiti della loro forza, fisica e mentale. Nonostante la grande concentrazione sugli sforzi da compiere nessuno dei pirati poté nascondere la mancanza degli altri compagni di avventura. Anche lo spadaccino della ciurma, apparentemente meno avvezzo all’entrare in contatto coi sentimenti più intimi, senti la mancanza dei suoi Nakama: gli mancarono le risate sguaiate di Luffy, le storie paurose di Usopp che spingevano Chopper a nascondersi dietro le sue gambe, le allegre serenate di Brook, gli show pirotecnici di Franky, gli aneddoti raccontati da Robin all’arrivo in ogni città o isola sconosciuta, i manicaretti di Sanji (del cuocastro sentiva la mancanza solo per il cibo, sia chiaro), ed ovviamente gli mancò vedere Nami saldamente al comando della Sunny dettare sicura la rotta dopo aver consultato mappe e Log Pose. Essendo lui completamente privo della capacità di orientarsi nello spazio portava un serio rispetto verso le straordinarie doti della navigatrice in questo senso. Gli mancò non vedere quei profondi occhi bruni scrutare l’orizzonte, attenti a percepire il minimo segnale di un cambiamento climatico potenzialmente pericoloso per lei e tutta la ciurma. Gli erano mancate persino le litigate, gli insulti ed i pugni di quel peperino.
Gli mancò…Zoro scosse la testa, stava di nuovo pensando alla sensazione di vuoto provata quando si trovò ferito, in un posto sconosciuto e senza compagni. In quella situazione la cosa che più sperava era quella di essere raggiunto da un fresco aroma di mandarini: chi altro avrebbe potuto trovarlo in quel postaccio?
Ingollò un sorso di sakè per lavare via la malinconia, erano di nuovo tutti e 9 sulla Sunny che solcava veloce le acque pericolose ed affascinanti del Nuovo Mondo, non vi era quindi più motivo di provare tristezza. Il caldo liquore lo avvolse come un abbraccio, Zoro finalmente sereno socchiuse l’occhio e si stiracchio alzandosi dalla sedia che occupava nella sala da pranzo della nave, avviandosi verso il ponte per i consueti allenamenti.
Uscito all’aperto si soffermò ad apprezzare la vista del mare che si spiegava dalla prua della nave e sostò qualche secondo al centro del prato godendo dei raggi del sole che lo scaldavano, la leggera brezza che si era appena sollevata lo convinse ad iniziare gli allenamenti li sul prato. Poggiò le fide katane sul parapetto della nave e si tolse lo yukata per allenarsi più agevolmente, si muoveva lentamente cominciando a concentrarsi sugli allenamenti mentre intorno a lui la vita sulla Sunny trascorreva fin troppo tranquillamente per essere una nave pirata. Luffy, Usopp e Chopper pescavano seduti cavalcioni sul parapetto, Sanji iniziò a preparare il pranzo, Franky ballava al ritmo della musica di Brook, Robin sdraiata sul lettino leggeva un tomo che aveva l’aria di avere almeno il doppio dei sui anni. Dopo aver terminato di impostare la rotta Nami si avviò verso la sdraio vuota vicino la sorellona
<< Voglio proprio godermi un po’ di sole prima di pranzo, adesso che sembrano tutti tranquilli! >> disse Nami rivolta all’archeologa. La mora annuì sorridendo.
Io spadaccino iniziando le flessioni gettò una rapida occhiata su ognuno dei compagni, quasi ad assicurarsi che fossero tutti li e che stessero tutti bene ma quando la navigatrice uscì dallo studio il suo sguardo venne catalizzato dalle movenze sinuose della donna che, in bikini, raggiungeva la sdraio. Ad ogni flessione alzava lo sguardo vedendola avvicinarsi.
 
…10…
“non ricordavo che i capelli della mocciosa fossero così folti e luminosi..”
…11…
“..anche il viso sembra cambiato, sembra più matura ma la pelle sembra morbida come quella di una pesca..”
…12…
“..e quel seno, affondarci il viso dentro deve essere il paradis..Zoro concentrati! E’ sempre lei, la scorbutica strega che ti ha causato innumerevoli bernoccoli!”
…13…
…14…
…15…
“..quei fianchi floridi però sono sempre gli stessi, anche se mi sembra che ancheggi in modo ancora più sensuale di prima..ma cosa mi prende! Devo concentrarmi sulla respirazione e..su quelle gambe tornite..basta devo andare in palestra, qua non concludo nulla!”
 
Grugnendo infastidito ed immerso nei sui pensieri si avviò in silenzio verso la palestra.
 
<< E’ molto cambiato lo spadaccino in questi due anni, non trovi Nami? >> chiese con finta ingenuità Robin. Aveva notato la navigatrice fissare i guizzanti muscoli della schiena di Zoro durante la fase discendente delle flessioni, distogliendo subito lo sguardo non appena l’uomo distendeva le braccia alzando la testa. Allo stesso modo aveva notato gli sguardi di Zoro, complementari a quelli della sorellina.
<< Ehm..sì, bè..ti riferisci alla cicatrice sull’occhio? >> chiese Nami, cercando di dissimulare l’imbarazzo.
<< Non solo a quello, deve essersi allenato parecchio, ho notato che è più muscoloso di due anni fa…l’avrai visto anche tu, dato che si stava allenando qui vicino! >> l’incalzò l’astuta archeologa.
<< Oh insomma Robin! Dove vuoi arrivare? Lo capisco quando dici una cosa ma il tuo cervello vaga in altre direzioni… >> replicò la navigatrice, in difficoltà per essere stata messa all’angolo.
<< Nami, ho visto come lo guardavi mentre ti avvicinavi ed ho visto anche come ti guardava lui, sarebbe stata una scenetta piacevole se non ci foste di mezzo voi due cocciuti orgogliosi. Ero sicura che se non avessi smosso un po’ le acque avresti represso tutto. >> come al solito Robin voleva solo il bene dei suoi Nakama.
<< Scusa sorellona, ti sono saltata in testa per una stupidaggine, come al solito hai chiara la situazione prima di tutti quanti…in questi due anni mi siete mancati tutti tantissimo ma…non mi aspettavo che lui mi mancasse così, la sua presenza, le discussioni stupide, le bevute insieme, persino vederlo dormire sul ponte mi è mancato! Sono un caso disperato Robin, sono dovuta stare 2 anni su un isola in cielo per rendermi conto che la fonte della mia felicità è sulla terra ferma, anzi, su questa nave… >> confessò la rossa scuotendo leggermente il capo fissandosi le gambe distese al sole.
<< Se credi in questo sentimento devi fare il primo passo, lui è troppo orgoglioso e, forse per la prima volta nella sua vita, ha paura di quello che sente. >> la spronò la mora.
Le parole della compagna infusero un po’ di coraggio nella giovane: << Hai ragione! Nella mia vita quando ho voluto qualcosa sono sempre andata a prendermela! Devo giocarmi bene le mie carte con quello spadaccino…sarà come sciogliere un iceberg con un fiammifero! >> rifletté la navigatrice confortata dall’amica.
 
La brezza si alzò leggermente, segno che si stavano avvicinando ad un’isola, Nami si alzò per controllare le carte nautiche e baciò dolcemente Robin sulla fronte, sapeva sempre come prendersi cura di lei. Il vento fece scivolare una delle katane lasciate appoggiate dallo spadaccino al parapetto e si infranse sul ponte emettendo un rumore metallico. Robin richiamata dal suono volse lo sguardo verso le spade, quella scivolata si era leggermente sguainata e per un istante le sembrò che il filo emettesse un bagliore violaceo, credette che fosse un riflesso del forte sole di mezzogiorno e rientrò nella sala comune ad attendere l’ora di pranzo.
 
Nella palestra Zoro sembrava aver ritrovato un po’ di concentrazione, dopo aver posizionato i pesanti dischi di ghisa sul bilanciere lo afferrò saldamente e lo issò al di sopra delle sue spalle iniziando i sollevamenti. Le solide gambe dello spadaccino non accusavano il tremendo peso sollevato dall’uomo, i muscoli delle braccia si flettevano e si distendevano seguendo il ritmo cadenzato della respirazione imperlandosi di sudore per lo sforzo. Improvvisamente un ginocchio cominciò a tremare, il respiro non era più sotto controllo, lo sforzo delle braccia non era più sincrono con l’inspirazione di aria fresca, quando sentì un polso cedere lasciò crollare l’enorme peso davanti ai suoi piedi. Stava di nuovo pensando a lei.
 
“Come diavolo è possibile che anche qui il pensiero di quella donna mi distragga dagli allenamenti?! Anche quando è lontana non riesco a togliermela dalla testa…proprio come durante gli ultimi due anni su Kuraigana. Credevo che quella sensazione fosse dovuta all’incertezza della situazione ed alla lontananza forzata, speravo che una volta riuniti questo fuoco che mi brucia dentro si sarebbe placato…invece va sempre peggio. Non posso permettermi una cotta da ragazzino, ho un obiettivo troppo ambizioso e gli altri contano su di me. Eppure…vedere quel corpo sotto al sole, a due passi da me, ha come gettato polvere da sparo su quel fuoco, per quanto mi sforzi è come se il mio corpo adesso risponda solo al desiderio di avvicinarsi sempre di più a lei.  
Le mie mani che fino a poco tempo fa bramavano solo l’elsa delle katane adesso sembrano avermi tradito desiderose solo di poggiarsi su quella pelle morbida, percorrendo il profilo del viso, scendendo sulla morbida curva del collo fino al petto formoso, soffermandosi sui seni succosi, proseguendo sul ventre piatto per terminare questo meraviglioso viaggio all’incrocio delle gambe. Il mio corpo brama di unirsi al suo come se fosse l’ultimo desiderio di un condannato a morte. Se continuo così non riuscirò più a controllarmi e tutti i miei sforzi saranno stati vani, una distrazione di questa portata può solo degenerare. Devo fare qualcosa…ma cosa?! Parlarle è fuori discussione…non sono mai stato un fenomeno con le parole…non posso di certo avventarmi su di lei come una bestia, rischierei anche di prenderle!
Trovato!
Comincerò col chiedere consiglio a Robin, l’archeologa è una persona discreta e vuole solo il meglio per Nami, saprà indicarmi come affrontare la questione!”
 
L’allenamento oramai era andato a farsi benedire così Zoro si asciugò velocemente il sudore ed indosso una canotta, scendendo dalla palestra si rese contro che era rimasto a fantasticare per un bel po’ e che era ora di pranzo, raccolse lo yukata e le katane lasciate sul ponte rinfoderando la Sandai Kietsu scivolata per il vento e si avviò verso la sala da pranzo. Pensò di dover incerare il fodero se era bastato scivolare lungo il parapetto per sfoderarsi…
 
Si sedettero tutti al solito tavolo da pranzo, pronti a lottare con Luffy per raggiungere una coscia di pollo o uno spiedino di pesce, agguerrito come non mai Usopp si lanciò sulla carne ma il braccio di gomma del capitano lo precette, Sanji con un mestolo di legno dispensava colpi a destra e manca mentre con l’altra mano porgeva i piatti a Nami e Robin
<< Oh mie principesse non lascerò che queste bestie che chiamate compagni vi privino del cibo sotto il naso, ecco delle porzioni dei miei famosi spiedini con salsa al limone tutte per voi!!! >>
<< Grazie Sanji, sei molto caro. >> disse sorridendo dolcemente Robin.
<< … >> Nami rimase stranamente in silenzio.
<< Nami-swan va tutto bene?! Mi sembri pallida! >>.chiese preoccupato il cuoco.
<< Eh..come? Oh grazie Sanji, scusa ma ero sovrappensiero…pensavo a…alla prossima isola..sì.. >> rispose Nami distrattamente.
<< Oh Nami-swan se non ci fossi tu, questa nave colerebbe a picco ed il mio cuore non avrebbe più ragione per battere! >> il cuoco ormai con i cuori al posto degli occhi volteggiava intorno alla donna.
La navigatrice però non lo vedeva, anzi non vedeva nulla in quella stanza se non lo spadaccino, era come se fosse tutto buio ed un cono di luce illuminasse Zoro, seduto davanti a lei. Con rapidi e timidi sguardi ne studiava la figura, i capelli scompigliati, gli orecchini che penzolavano a ritmo con la mascella impegnata a spolpare un cosciotto, le labbra avide che azzannavano la carne. Non avrebbe mai creduto che un giorno avrebbe desiderato essere un cosciotto di pollo. Passo ad ammirare le grandi mani che si alternavano tra il piatto e la bottiglia del sakè e risalì lungo la linea delle braccia lasciate scoperte dalla canotta, ammirando i bicipiti abbronzati.Tornò sul pianeta terra quando sentì lo spadaccino inveire contro il cuoco.
<< Ma la vuoi lasciare in pace?! Anzi, lasciarci in pace, la tua cantilena noiosa ed infantile comincia a stufarmi! >> latrò Zoro, pervaso da un sentimento che non riconosceva, contro il biondo che inchiodò lo sguardo su quello monocolo dello spadaccino.
<< Vuoi litigare, marimo?! >> replicò stizzito.
<< Quando vuoi cuoco da strapazzo! >> non aveva intenzione di cedere l’ex cacciatore di pirati.
Il solito teatrino rianimò la distratta navigatrice che assestò due sonori pugni ai due compagni riportando la tranquillità in tavola.
 
Il resto della giornata trascorse tranquillamente sulla Sunny, Zoro dormì sul ponte stremato dai troppi pensieri di quella mattina mentre Nami si distrasse con le sue carte, decidendo che quella notte avrebbe trovato il coraggio di parlare allo spadaccino.
   
 
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