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Autore: Altair4    24/01/2016    1 recensioni
Due personaggi di questa storia vivono nella mia mente da tempo immemorabile, forse da dieci anni. Finalmente sono riuscita a metterli nero su bianco e ne sono estremamente felice! E’ stato difficile assegnare le caratteristiche giuste a tutto il racconto perché secondo me è un mosaico, infatti dal capitolo 23 diventerà un GIALLO! l’unico filo conduttore di tutti i suoi tasselli è la ricerca da parte della protagonista principale (mezza umana e mezza aliena) di se stessa. Senza Nome (anche detta I.113) è sospesa tra due mondi e non sa a quale appartiene veramente e soprattutto non sa quale sarà il suo destino. Ho cominciato dalle sue origini ma c’è un intero mondo parallelo, il mio mondo immaginario, da scoprire…
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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PREMESSA:  ho inserito il mio racconto nei crossover della fandom del giallo!
 
RIASSUNTO DI TUTTI I CAPITOLI PRECEDENTI (chi mi ha seguito fino a qui può anche saltare questa parte…)  
Siamo nel 2019, Senza Nome o I.113 è mezza aliena e mezza umana , ha sempre creduto di essere il frutto di un esperimento e fin dalla nascita è seguita dal Dottor Spellman, a capo del labortaorio della base New Haeven di Johannesburg. Nella base Sudafricana viene allenata per combattere e col tempo diventa sempre più forte e qualunque cosa le venga insegnato la impara perfettamente. Le sue capacità non sono dovute solo ai geni alieni, ma anche grazie ad una specie di computer organico che ha nel cervello. Una delle sue capacità più sorprendenti è la produzione a comando del “Proteallo” una proteina aliena che, quando si soldifica sulla sua pelle, diventa un sorta di protezione metallica che riflette i laser. Nel computer organico, che ha in testa, sono stati posti cinque chip in parte in silicio ed in parte organici, creati in laboratorio grazie ai suggerimenti di Feidor un’aliena che in realtà vuole aiutare Senza Nome a scappare dalla base. Anche se Senza Nome sembra perfetta ha un difetto, soffre di convulsioni che si fermano solo quando prende un farmaco il “Leviatin” .
Il dottor Spellman vuole che Senza Nome abbia più esperienze possibili senza uscire dalla base ed ordina ad Alexei, un soldato russo già fidanzato (lo stronzetto!), di sedurla. Senza si innamora di lui, ma la storia si complica perché anche il giovane non rimane indifferente alla mezza aliena e addirittura le dà un nome: Aliya. Poi una sera Senza Nome / Aliya viene contattata telepaticamente da un alieno di nome Nestor, fratello di Feidor. L’alieno è nella base, sta per morire e rivela ad Aliya (Senza Nome) di essere figlia di Feidor e dello scienziato James Cooper morto di cancro prima che lei nascesse. La stessa Feidor era morta di parto mettendola alla luce. Aliya si accorge che i suoi poteri diventano sempre più grandi, addirittura riesce a mettersi in contatto con Kara un’entita superiore in cui sono unite tutte le anime di Xiar, il pianeta di Feidor e di Nestor. Dopo la loro morte le loro anime sono potute tornare là perché gli Xiariani sono così evoluti ormai, che il corpo è solo un mezzo per entrare in contatto con gli altri esseri in carne ed ossa. Kara le rivela che grazie al bracciale di Nestor e la tiara di Feidor (che si trovano in un’area segreta della base) potrà facilmente scappare, ma Aliya deve trovare anche il modo di eliminare una trasmittente che le hanno impiantato nel cervello e con la quale la potrebbero rintracciare ovunque sulla Terra.
Nei primi giorni del gennaio 2020, le affidano una missione di spionaggio seguita da Carlos Fuentes suo istruttore ma anche caro amico. In quel frangente scopre di essere telepatica, può quindi leggere la mente. Inoltre ha una forte empatia che le fa capire lo stato d’animo di chi le sta intorno e può influenzarlo, anche se entrambe le capacità sono ancora fuori controllo. Grazie alla sua telepatia capisce che Alexei è molto legato ad una sua vecchia amica la vera Aliya (non la fidanzata che si chiama Angelica!!!) colei che lo aveva ispirato per dare all’ibrido Xiariano un vero nome.
Grazie a Patrick, che insieme alla sua ragazza Melissa sono i suoi migliori amici alla base, crostruisce un piccolo apparecchio (che tiene nel ciondolo) che distorce il segnale che ha in testa. Una sera scappa dalla sua camera disturbando il sengale di tutte le telecamere, entra nella zona top secret della base prende il bracciale e la tiara , le carica grazie all’energia degli zirconi (roba che mi sono inventata senza basi scientifche) trovati in laboratorio. Ha tempo anche di rubare il farmaco per le convulsioni. Grazie all’energia sviluppata dagli zirconi forma un navetta poco più grande di lei fatta di cristalli e scappa dalla base Sudafricana. Mentre cerca di uscire dall’atmosfera si connette telapaticamente con Kara, la quale però la esorta a tornare indietro perché non è ancora pronta; infatti non è solo un viaggio nello spazio, ma Aliya deve anche andare in un’altra dimensione. Le prende un attacco epilettico ed anche se riesce a prendere il medicinale Leviatin, perde conoscenza e cade in un giradino in mezzo alle primule.
 
 
 
 
            -Si può sapere cosa ci fai nel mio giardino?-
 
Aliya si mise a sedere tenendosi la testa, mise a fuoco il viso di una signora di mezza età e si accorse che le parlava in
 
un inglese britannico molto educato.
 
            -Dove mi trovo? Che città è questa?-
            -Che strano accento che hai…siamo a Nottingham nella contea di Nottinghamshire-
            -In Inghilterra?-
            -Certo cara, dove pensavi di essere?-
            -Mi perdoni signora, non ricordo più nulla, non so come sono finita qui…-
            -Non so se crederti, avevi dei gioielli con te…non sarai mica una ladra?-
            -Gioielli? Ladra? No, non ho mai rubato nulla in vita mia…credo…diciamo che mi sembra una cosa brutta da fare-
            -Come ti chiami?-
Aliya era tutta dolorante, si sforzò molto, ma non riusciva davvero a ricordare.
 
            -Non me lo ricordo…le chiedo scusa, ma le giuro che non farei mai male a nessuno-
 
La ragazza cominciò a piangere, tentare di richiamare i ricordi alla mente le faceva male.
 
            -Va bene…vieni dentro con me, magari un po’ di the ti farà bene-
 
Entrata in casa si vide riflessa in uno specchio: aveva una tuta da ginnastica nera molto attillata, scarpe sportive nere,
 
i capelli lisci lunghi color platino spettinanti ed  i suoi occhi grigi stanchi.
 
            -Vieni siediti qui su questa poltrona…ma davvero non ti ricordi nulla?-
            -Niente signora…-
            -Va bene cara prenditi tutto il tempo, io mi chiamo Edna e questo bel gattino siamese è Rocky-
 
Il micio si era nascosto tra un cuscino ed una piega del divano del soggiorno.
 
            -Su Rocky fatti vedere come sei bello, non essere timido-
 
Un musino tondo e grazioso sbucò fuori e rimase ad osservare la nuova arrivata con gli occhi ben aperti color del mare.
 
            -Sei bellissimo Rocky…e che nome da combattente che hai-
 
Il micino continuava a fissarla, poi produsse un miagolio acutissimo ma dolce.
 
            -Sai, credo che tu gli piaccia, di solito scappa…il nome glielo ha dato mio nipote David, sarà qui tra poco, è un investigatore privato, magari può aiutarti-
 
La signora Edna aveva nascosto lo zaino ed i monili Xiariani pensando di aver beccato in flagrante una ladra, però
 
aveva deciso di darle una possibilità. Voleva vedere come si sarebbe comportata, se avrebbe cercato il presunto
 
bottino, intanto non dimenticava le buone maniere e le sue abitudini di inglese.
 
            -Che buono questo the, non ricordo di averne mia provato uno così prima-
            -E’ the al gelsomino…il mio preferito-
            -Penso che sarà anche il mio…però non credo di bere spesso il the-
            -Allora di sicuro non sei di queste parti…poi non conosco il tuo accento-
            -Non credevo di avere un accento, però sento chiaramente il suo, è un bellissimo accento oxfordiano, ho un ricordo vago-
            -Grazie cara, sono laureata in lettere e ho davvero studiato ad Oxford. Sono una scrittrice-
            -Che bello, e si guadagna da vivere scrivendo?-
            -Non come vorrei, sono un’insegnante-
            -E’ un bellissimo lavoro, se viene fatto con passione…credo. Che giorno è oggi?-
            -E’ sabato non c’è scuola-
            -Di che mese?-
            -Davvero non lo sai?-
            -Edna… le giuro che non mi ricordo nulla a parte le conoscenze di base…credo-
            -E’il venti di gennaio -
            -L’anno? Non sto scherzando…davvero…-
            -E’ il 2020-
 
Aliya si mise le mani tra i capelli e si rimise a piangere, le sembrava di impazzire, non si ricordava del 2019, né degli anni precedenti.
 
            -No cara ti prego, non piangere-
 
Rocky piano piano si avvicinò alla ragazza si accoccolò sulle sue gambe e miagolò come per consolarla.
 
            -Oh Rocky, quanto sei dolce-
 
Aliya cominciò a carezzarlo e lui cominciò a fare le fusa in modo molto rumoroso.
 
            -Vedo che hai un ciondolo, si apre?-
 
Aliya guardò il cuore di oro bianco che aveva al collo, provò ad aprirlo ma non ci riuscì e sopra non c’era scritto
 
niente.
 
            -Se vuoi cara puoi restare qui finché non ti torna la memoria…se piaci a Rocky piaci anche a me-
            -Edna la ringrazio, nemmeno mi conosce…-
            -Se non ti torna la memoria, lunedì ti porto dal mio medico-
 
La porta si aprì di scatto, un giovanotto magro ma atletico entrò e senza nemmeno fare caso a chi fosse in soggiorno,
 
appoggiò la sua giacca all’attaccapanni e disse:
 
            -Ciao zia, sono un po’ di fretta è pronto il pranzo?-
            -David non fare il maleducato, non vedi che abbiamo ospiti?-
 
David guardò Aliya e rimase a fissarla come aveva fatto il micio Rocky.
 
            -Ciao David…piacere…ti direi il mio nome se lo ricordassi-
 
Il ragazzo davanti a lei era moro con gli occhi verdi ed i lineamenti molto dolci, non sembrava inglese.
 
            -Piacere…-
            -Ma su, David! Vieni qui, presentati per bene, che maniere sono queste-
 
Il ragazzo si avvicinò ad Aliya e le diede la mano senza spiccicare una parola.
 
            -Non assomigli per nulla a tuo padre…sai cara, era italiano, mia sorella perse la testa per lui, era un tale latin
lover…invece mio nipote è proprio una frana con le ragazze!-
 
            -Zia! Ti prego-
 
Aliya rideva con una mano davanti alla bocca non voleva mortificare il giovane.
 
            -Venticinque anni suonati ed è ancora single!-
            -Ma zia…lo sai che mi sono lasciato qualche mese fa…-
            -Cosa ti dicevo? E’ una frana, non sa tenersele e ne ha avute solo un paio!-
 
David fece una smorfia, si voleva nascondere, era rossissimo.
 
            -A questa gentile ragazza non interessa cosa faccio io…piuttosto come mai non ricordi nulla?-
            -L’ho trovata nel giardino stamattina, era svenuta, non ha documenti, se il dottor Byron non fosse fuori per il weekend gliel’avrei già portata a far vedere-
            -Vieni, mentre la zia ci prepara il pranzo facciamo un po’ di ricerche su internet, è il mio lavoro, faccio l’investigatore privato-
            -David…non avevi tanta fretta?- Chiese la zia maliziosa.
            -Sì, ma posso rimandare l’appuntamento-
            -Senti cara perché non fai una doccia? Ti presto i vestiti di quando ero giovane, non butto mai nulla e poi vi metterete a fare le vostre ricerche…su Rocky spostati, fai alzare la nostra ospite-
 
Il micio miagolò con disappunto ma si spostò.
 
            -Grazie Edna…-
 
Aliya si buttò sotto la doccia, si sentiva così strana non aveva mentito, veramente non ricordava niente, cercò di
 
concentrarsi, le venne come un flash, delle mani che le cingevano i fianchi, gettò un grido e cadde a terra
 
trascindando la tendina di plastica. David la sentì, forzò la porta e la trovò a terra mezza nuda e svenuta. Prese un
 
asciugamano, la coprì, la sollevò da terra e la stese sul suo letto.
 
            -Zia corri è svenuta…- ed aggiunse sottovoce -è bellissima…-
 
Enda arrivò subito con in mano dei sali per farla rinvenire.
 
            -Spostati giovanotto…ma l’hai vista nuda?-
 
David arrossì e poi rispose.
 
            -Cosa dovevo fare? Lasciarla lì? Ho cercato di guardarla meno possibile-
 
La zia si girò e lo fissò con disapprovazione, anche se coperta dall’asciugamano si vedeva benissimo che aveva un
 
fisico che non avrebbe lasciato indifferente nemmeno una pietra.
 
            -Adesso esci di qui e portami i vestiti che ho preparato per lei in camera mia-
 
Avvicinò i sali alle narici di Aliya che riprese subito i sensi.
 
            -Cosa è successo cara?-
            -Ho avuto un ricordo…credevo che ci fosse un uomo con me sotto la doccia…ma non riesco a ricordare chi fosse…-
            -Vedrai che la memoria ti tornerà presto…non era mio nipote, vero?-       
            -No Edna, era un ricordo, ne sono certa!-
 
Si vestì, Enda le aveva dato dei pantaloni beige a sigaretta ed una camicia bianca, le stavano a pennello e la facevano
 
sembrare più adulta. David bussò alla porta della sua camera.
 
            -Signorina…posso entrare?-
            -Vieni David…-
            -Mi dispiace per prima…ti ho sentito gridare…-
 
Aliya arrossì, ma lo tranquillizzò.
 
            -Non preoccuparti…lo so che sei un gentleman…-
            -Possiamo trovarti un nome finché non ricorderai il tuo?-
            -O-ok…-
            -Che ne pensi di Nausicaa-
            -E’ bellissimo…-
            -Mi piacciono i nomi antichi greci…- disse David.
            -Hai veramente buon gusto…senti…pensi davvero di potermi aiutare?-
            -Certo! Adesso ti scatto una foto, ho un programma specifico nel mio portatile, possiamo risalire alle tue immagini sul web, magari sei su facebook o su qualche altro sito-
            -Mi sembra un’ottima idea-
            -E’ normale per me…nel mio lavoro mi capita di cercare persone scomparse e spesso investigo su misteri di cui la polizia non si vuole occupare oppure collaboro con loro-
            -Sei bravo nel tuo lavoro…immagino-
            -E’ da quando sono piccolo che mi piacciono i misteri e poi anche mio padre era un detective…lui e mia mamma sono morti in un incidente stradale dieci anni fa…da allora vivo con mia zia…i nonni sono morti…è diventata una missione la mia…mi fa sentire più vicino a mio padre-
 
Aliya si sentì come se potesse capirlo, come se le sue sensazioni fossero familiari, forse anche lei era orfana, ecco
 
perchè nessuno la cercava, doveva essere sola al mondo.
 
David scattò una foto ad Aliya con il cellulare e la inserì nel suo pc, ma dopo vari tentativi non uscì fuori nulla di interessante.
            -E’ incredibile… non c’è niente su di te-
            -Forse sono una persona riservata, che non pubblica nulla di sé…-
            -Strano, ma possibile…cosa è successo prima in bagno?-
            -Un ricordo dal passato…c’era un uomo sotto la doccia con me-
            -Era il tuo fidanzato?-
            -Non lo so, non me lo ricordo-
            -Però non porti anelli…-
            -E’ vero…non so che dirti…-
 
David la osservava cercando di non far capire cosa gli passasse per la testa, erano mesi che non si sentiva così, da
 
quando Eleonor lo aveva piantato per un giocatore di polo, aveva pianto le sue lacrime come una donnicciola, fino a
 
che aveva pensato che non si sarebbe mai più innamorato. Ora questa splendida fanciulla caduta dal cielo era a pochi
 
centimetri da lui, sentiva il suo profumo irresistibile, non era mai stato un dongiovanni ma avrebbe tanto voluto
 
saperci fare. Dal canto suo Aliya guardava lo schermo del pc concentrata, le piaceva David ma sentiva come se
 
dovesse compiere qualcosa di importante e non aveva tempo per le situazioni romantiche.
 
            -Mia zia mi ha detto che ti ha scambiato per una ladra…ma se lo fossi veramente la polizia potrebbe avrebbe le tue impronte digitali…possiamo fare una ricerca…senza farti arrestare ovviamente, ho un amico nella scientifica…-
            -Perché dovresti fare questo per me?-
            -Ecco…non lo so…piaci molto a zia Edna e a Rocky…ti assicuro che non è affatto scontato…non ha mai sopportato nessuna delle mie fidanzate…-
 
Si accorse che aveva paragonato Aliya/Nausicaa alle sue ex e cercò di riprendersi subito.
 
            -Bè…in generale dice che le giovani di oggi sono tutte sciocche e superficiali-
            -Non so come ringraziarvi…trovate una straniera in giardino senza documenti, senza un nome e l’accogliete come una vecchia amica…sono commossa…-
            -Non te l’ha detto perché è modesta, ma mia zia è una persona molto generosa, fa spesso donazioni e  fa sempre i biscotti per la parrocchia…-
            -Sono stata fortunata a ritrovarmi qui, non potrò mai ringraziarti abbastanza…ma senti…Edna ritiene che io abbia un accento strano, anche tu?-
            -Hai ragione, ora che me lo fai notare, parli un inglese che ho già sentito…ho un amico sudafricano…sua moglie, sudafricana, è bianca e parla proprio come te!-
            -Dici che sono sudafricana…ma allora cosa ci faccio qui in Inghilterra?-
            -Cosa possiamo fare…aspetta ho un’idea, perché non vieni con me? Magari camminando per strada vedi qualcosa che riconosci…non puoi essere piovuta qui dal cielo. Senza sapere il tuo nome non possiamo controllare gli alberghi, ma possiamo sentire i vicini, entrare in qualche bar o negozio, forse ti hanno visto qua in giro-
            -Ok David, ti seguirò-
 
Dopo pranzo David e Nausicaa uscirono insieme, si fermarono da tutti i vicini e passarono in rassegna tutti i bar ed i
 
negozi, ma nessuno sembrava conoscerla.
 
            -Non resta che sentire questo mio amico della scientifica…-
            -Ok…ma ti prego non dire nulla alla polizia…so di sicuro di non aver fatto nulla di male…c’è sicuramente una spiegazione!-
            -Tranquilla non voglio farti arrestare…avevo un appuntamento proprio con questo mio amico, ma dobbiamo andare in macchina-
 
David aveva una vecchia e scassata Mini che li portò senza problemi fino alla periferia Nottingham. I famosi
 
laboratori della scientifica,  vanto del commissariato di polizia della contea di Nottinghamshire, erano all’interno di
 
una costruzione recente e modernissima. Quando entrarono, Nausicaa/Aliya si accorse che i banconi, i guanti, gli
 
attrezzi di laboratorio le ricordavano qualcosa, avevano un aspetto familiare, ma allo stesso tempo la innervosivano un po’.
 
            -Tutto bene Nausicaa?-
            -Sì…ma non è la prima volta che metto piede in un laboratorio…e la cosa non mi piace per nulla-
            -Tranquilla, qui siamo al sicuro, è un centro nuovissimo della polizia, hanno i loro laboratori di medicina forense all’interno. Nemmeno a Londra sono organizzati così-
 
Vide delle telecamere di sorveglianza e le venne naturale non farsi inquadrare come se fosse pericoloso, passati i
 
laboratori arrivarono ad un piccolo studio, David bussò.
 
            -Sì bravi venite sempre a rompere! C’è un genio a lavoro qui!-
            -Dai Russell, apri, sono David mi hai chiamato tu!-
 
La porta si aprì subito e sbucò un biondino riccioluto un po’ pienotto e non molto alto.
 
            -Ah ma sei tu! Sei in ritardo!-
            -Scusami…ma ho avuto un imprevisto, questa mia amica aveva bisogno d’aiuto…ti presento Nausicaa-
 
Russell si trovò davanti una bionda stupenda più alta di lui.
 
            -Santi numi…dove l’hai trovata? E poi ha uno di quei nomi greci che ti piacciono tanto…-
            -Piacere Russell…scusami…è davvero colpa mia se David è arrivato in ritardo-
            -Piacere mio…ma il mio amico è scusato…io non mi sarei nemmeno fatto vivo con lui se ti avessi incontrato…-
 
David tirò una gomitata a Russell che si ricompose subito.
 
            -Ma venite, entrate-
            -Senti Russell, puoi prestarmi un attimo il pc? Mi serve il database delle impronte digitali-
            -Cosa? Sei impazzito? Certo che no!-
 
Nausicaa senza malizia cercò di convincerlo.
 
            -E’ tutta colpa mia Russell, ho perso la memoria…Edna mi ha trovata svenuta nel suo giardino…volevamo provare a vedere se c’era qualche traccia di me in quel database…-
            -Scusatemi ragazzi, non posso proprio farlo, se mi scoprono mi licenziano…-
            -Su Russell…non vuoi aiutarla? Non riesco a trovare nulla su di lei sul web…non ricorda nemmeno il suo nome…Nausicaa gliel’ho suggerito io-
            -Ah ecco, ora capisco tutto! Ma non posso…-
            -Temo che dovremo provare con qualche soluzione medica, ma dovremo aspettare a lunedì, il dottor Byron è un luminare, non c’è nessuno meglio di lui da queste parti-
            -David mi spiace…ho molto da fare, possiamo parlare del caso?- Chiese Russell con tono dispiaciuto.
            -Va bene…scusami Nausicaa...ti spiace aspettare qui?- le si avvicinò e le disse sottovoce: -Non ho ancora perso le speranze…Russell ha il cuore tenero- e le fece l’occhiolino.
 
Nausicaa (Aliya) si sedette in disparte e rimase in ascolto, i due ragazzi cominciarono a guardare delle foto di
 
omicidi, erano delle donne di mezza età, strangolate probabilmente da un serial killer.
 
            -Il nostro criminologo dice che le modalità degli omicidi e la scelta delle vittime collegano tutti e quattro i delitti. Ritiene che sia un ultratrentenne, solitario e sociopatico. Le vittime non sono state violentate e sono tutte donne sopra i cinquanta anni-
 
Nausicaa senza pensare chiese:
 
            -E’ per forza un uomo?-
 
I due si girarono verso di lei, Russell la guardò sorpreso, mentre David le parlò tranquillamente.
 
            -Se è una donna è molto forte, le ha strangolate-
            -Posso vedere le foto?-
            -Non vorrei ti sconvolgessero…-
 
Nausicaa non aspettò un attimo, guardò le immagini con fatica, ma notò un dettaglio appena accennato.
 
            -Cosa sono quei graffi sul collo?-
            -Il dottore ha detto che sono state le unghie dell’assassino- rispose David.
            -Un assassino con le unghie lunghe…- commentò Nausicaa.
            -Russell avevi notato prima i graffi?- disse David.
            -Certo che li ho notati. Un uomo non può avere le unghie lunghe?- ripose Russell.
            -Sono dei segni troppo regolari. Avete guardato se ci sono tracce di smalto nelle ferite e del DNA?- Chiese Aliya.
            -Dobbiamo chiedere a Roxy… si occupa lei delle analisi chimiche e biologiche…- biascicò Russell, era arrabbiato perché non ci aveva pensato prima lui e allora aggiunse -ma non è detto che sia una donna, potrebbe essere un trans con le unghie rifatte…potrebbe tornare con il profilo dell’assassino! Avrebbe la forza per strangolare!-
            -Nausicaa ti ricordi gli studi che hai fatto o il tuo lavoro? Ora che ci penso, quanti anni hai?- Chiese Russell.
            -Non ricordo nulla, non so rispondere a nessuna delle tue domande-
            -Di sicuro qualcosa di cervellotico…potresti servirci qui…hai intuito…-
            -Piantala Russell! – si avvicinò all’amico e gli disse piano – L’ho vista prima io!-
            -Wow non ti facevo così combattivo! Ma magari quelli alti e secchi non gli piacciono!-
            -Ehm ragazzi…vi sento…credo di avere un fidanzato…-
            -Se non te lo ricordi, probabilmente non è granché- disse Russell.
            -Va bene ho capito…noi dobbiamo andare, vi darò una mano a sentire le deposizioni degli ultratrentenni con le unghie lunghe, sentiamo Roxy cosa ci dice, così possiamo restringere la rosa dei sospettati includendo dei trans…che immagino non saranno tanti…- disse David.
 
            -Lo dici tu! Comunque ti farò sapere…ma perché non ci vediamo più tardi al pub? Magari posso già dirvi qualcosa- rispose Russell.
            -Ok, allora ci vediamo dopo…però se Nausicaa avesse ragione? Ci avrebbe dato un aiuto…non vuoi proprio fare nulla per lei?-
            -David…uffa…te lo dico stasera!-
            -Allora a stasera…vieni Nausicaa…ho un piccolo lavoretto da fare, ma quando ho finito andiamo a fare merenda, ti va vero?-
            -Merenda?…oh sì certo…-
 
Uscirono dall’ufficio di Russell e si avviarono verso l’uscita.
            -Prenderemo il the come tutti gli inglesi?-
            -Ah stereotipi!- Disse, poi la guardò con un sorrisetto buffo e disse - Ma sì è vero!-
 
Entrambi si misero a ridere. David non era bellissimo, non sembrava un attore di Hollywood ma aveva degli occhi
 
molto belli ed un sorriso dolcissimo, era carino, simpatico e gli piaceva scherzare. Ad Aliya venne naturale
 
paragonarlo ad una figura seria che appariva confusa nei suoi ricordi.
 
 
 
P.S. Ciao a tutti! ;-)
La nostra Aliya è capitata in buone mani, nessuno può resisterle ;-) ma non ricorda più chi è. Nemmeno è finita di arrivare a Notthingam che viene coinvolta in un caso, vi consiglio di non perdervi un capitolo…
Che ne pensate di David? Per ora chi preferite: Alexei o il giovane inglese? :-P
Adoro il nome Nausicaa dovevo metterlo da qualche parte…
Ringrazio ancora chi mi segue ormai da tempo e chi mi segue da poco, spero vi piaccia la piega che ho dato alla mia storia.
:-*
Altair
   
 
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