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Autore: Crilu_98    26/01/2016    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se ai due personaggi più tragici e controversi dei Miserabili fosse stata data una seconda possibilità?
Se Javert non si fosse buttato nella Senna? Se Eponine fosse sopravvissuta alle barricate?
Una storia un po' inverosimile in cui si intrecciano amore, rimorso e desiderio di riscatto. Perché anche i miserabili hanno il diritto di essere felici.
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eponine, Javert, Jean Valjean, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Javert realizzò quanto perverso potesse risultare il suo disegno ad una ragazza di ventun'anni solo quando fu troppo tardi. Quando, cioè, arrivarono ansanti nel suo appartamento.
Javert la fissò mentre si sistemava alcuni ciuffi che le erano sfuggiti davanti agli occhi e sentì una punta di vergogna punzecchiarlo:
"E' così bella... E io l'ho trascinata via, diciamo pure rapita, dalla casa dei suoi amici, vestita da maschio, per portarla a casa mia e andarci a letto!"
Preso da quei pensieri si ritrasse quando Eponine tentò di abbracciarlo.
-Cosa c'è?- chiese sorpresa.
"E ora che le dico?" penso l'Ispettore, agitandosi.
-La verità!- esclamò ironicamente Eponine, alzando le sopracciglia: l'uomo non si era accorto di aver parlato ad alta voce. Maledicendosi interiormente, Javert provò a spiegarli il suo problema:
-Quindi voi siete arrivato fin qui per farvi fermare da inesistenti scrupoli morali?-
"Sembra arrabbiata" pensò Javert, sempre più preoccupato.
La ragazza gli si avvicinò con un'espressione severa sul viso:
-Statemi bene ad ascoltare, Ispettore Javert: sebbene io abbia più volte venduto il mio corpo per vivere, non sono una puttana! Non cerco di approfittare della mia età, non con voi!-
Quella frase lo lasciò sbigottito e soprattutto la prima parte lo rattristava enormemente.
-Non ho mai detto che...-
-Non interrompetemi, altrimenti non riuscirò a finire! Prima di conoscervi credevo di sapere cos'era l'amore: era la felicità che provavo nello stare con Marius, quella gioia infinita di averlo vicino. Con voi io non sono felice.-
Javert sbarrò gli occhi e sentì un macigno scendergli sul cuore.
"Possibile che abbia frainteso tutto?"
Per la prima volta da quando era bambino ebbe voglia di piangere. Eponine fece un gran respiro prima di continuare:
-Al vostro fianco sono stata disperata, terrorizzata, sorpresa, demoralizzata, infelice, imbarazzata e da ultimo la vostra morte mi aveva annientato. Come se non bastasse, siete un uomo freddo, distaccato e il più delle volte anche arrogante e intrattabile.-
"Sta dicendo la verità, non puoi biasimarla!"
-Però...- e qui l'espressione di Eponine si addolcì -Però siete anche coraggioso e - nonostante quello che vi ostiniate a credere - molto buono. Mi avete protetta come nessun altro ha mai fatto, avete rischiato molto più di quanto fosse lecito per farmi felice. E vi assicuro, Ispettore, che stare assieme a voi mi da qualcosa molto migliore della felicità: mi fa stare bene, mi fa sentire amata e protetta. Con voi mi sento a casa, Javert, e l'idea di perdervi mi ha fatto capire che vi amo. Avete capito? Vi amo! Perciò, pensare che io non vi voglia è ridicolo, è... Assurdo, che diamine!-
La foga nel parlare l'aveva fatta arrossire.
-Vi ho sentito bene ieri sera, sapete?- disse, a voce più bassa -Avete detto di amarmi anche voi... Non rimangiatevi quelle parole, ve ne prego!-
Quando Eponine alzò gli occhi su di lui, Javert scorse lo stupore nel suo sguardo: effettivamente non poteva darle torto, visto che aveva permesso a due lacrime di solcargli il volto, fino a sparire nella barba.
Prima che lei potesse riprendersi dalla sorpresa, l'Ispettore la trascinò in camera, poi la strinse a sé con dolcezza, nascondendo il viso tra i suoi capelli.
-Non rinnegherei ciò che provo per voi neanche davanti a un plotone d'esecuzione!- sussurrò commosso. Sentì Eponine spingerlo sul letto e non si oppose, anzi: la guardò mentre si scioglieva i capelli sulle spalle e si liberava della camicia larga di Marius e dei calzoni, restando solo con le mutande e la fascia che le schiacciava il seno. La ragazza si chinò su di lui per sfilargli la camicia ancora impregnata dell'acqua e dell'odore della Senna e Javert lasciò che inspirasse a fondo il suo odore prima di prenderla per le spalle e ribaltare le posizioni. Le tolse la fascia sul petto e aggrottò la fronte nello sfiorare la cicatrice della pallottola che l'aveva quasi uccisa.
-Siete stata una pazza sconsiderata a farvi quasi ammazzare in quel modo!- brontolò. Eponine sorrise e si tirò su leggermente per baciarlo. Dio, se amava il sapore di quella bocca! Una serie di pensieri decisamente poco adatti ad un Ispettore di Polizia si fecero strada nella sua mente.
Eponine passò a baciargli il collo e Javert dovette dare fondo a tutto il suo proverbiale autocontrollo per non agire con violenza: voleva trasmetterle tutta la dolcezza che lei aveva fatto affiorare in lui e per farlo doveva lottare contro i suoi istinti.
-Però... Se io non mi fossi quasi fatta ammazzare a quel modo, ora non sarei qui nel vostro letto!- ridacchiò lei buttandosi contro il cuscino e iniziando a giocare con il primo bottone dei suoi pantaloni. Javert emise un suono che assomigliava pericolosamente al ringhio di un animale selvatico e con pochi gesti decisi ed affamati gettò i loro ultimi indumenti a terra.
Prima di procedere guardò Eponine con aria grave:
-Se non volete io...-
-Oh sta' zitto e continua, Javert!- sbottò lei impaziente. Segretamente entusiasta del fatto che gli avesse dato del tu l'uomo entrò lentamente dentro di lei, attento ad analizzare ogni minimo cambiamento della sua espressione.
Javert non si era mai interessato molto al genere femminile e per soddisfare i suoi bisogni in gioventù si era recato diverse volte in alcuni bordelli; tutto ciò risaliva però a prima della caccia a Valjean ed erano stati rapporti freddi ed essenziali.
Unirsi ad Eponine fu un'esperienza nuova e per certi aspetti stupefacente: non aveva mai sentito il bisogno acuto di diventare tutt'uno con un'altra persona e la frenesia con cui anche lei cercava la sua bocca lo lasciavano sbigottito.
Ad un tratto la ragazza si inarcò contro di lui, conficcandogli le unghie nelle braccia, e dalla sua gola sfuggì un grido liberatorio; solo allora anche Javert si lasciò andare, per poi crollare sfinito al suo fianco.
 
Si svegliò con il sole del mattino che filtrava dalla finestra e voltando il capo si stupì di vedere Eponine che dormiva beata con la testa appoggiata alla sua spalla. Poi ricordò la notte appena passata e un sorriso contento e soddisfatto gli illuminò il viso.
Osservò la ragazza - la sua ragazza - strusciare il viso contro di lui, stirarsi e infine aprire a fatica i suoi grandi occhi nocciola. Sbatté le palpebre un paio di volte e gli sorrise:
-Buongiorno, Ispettore...- mugolò con la voce ancora impastata dal sonno.
Javert avrebbe voluto risponderle, e baciarla, e poi possederla nuovamente, ma non fece in tempo a fare nulla di tutto ciò, perché si udì una serie di colpi furiosi alla porta.
I due si guardarono, indecisi e imbarazzati:
-Vado io!- bisbigliò poi l'Ispettore sgusciando fuori dalle coperte stropicciate e iniziando a vestirsi -Voi sbrigatevi a rivestirvi!-
I colpi si facevano sempre più insistenti.
-Javert!- esclamò lei cercando di non alzare troppo la voce.
-Cosa c'è?-
-Non ho nulla da mettermi, solo i panni di Marius!-
L'Ispettore si fermò a metà strada tra la porta e la camera, osservando Eponine avvolta nelle lenzuola. Era una vista decisamente...
-Javert!- sbottò nuovamente lei -Si può sapere cosa fate lì impalato?-
-Siete bellissima!-
-Eh?-
-Ho detto: siete bellissima. Chiudetevi in camera, chiunque sia vedrò di sbrigarmela velocemente!-
Sistemandosi la camicia e i pantaloni Javert aprì la porta e con sorpresa si trovò davanti Marius. Il giovane lo fissò con gli occhi sbarrati e il viso pallido:
-M...Monsieur Ispettore! Ma voi... Siete...-
-...Morto?- completò beffardamente Javert appoggiandosi allo stipite della porta.
Marius farfugliò qualcosa di incomprensibile, poi parve ricordare il motivo per cui era venuto:
-Eponine!- esclamò -Questa mattina Cosette è andata a trovarla e non c'era più! Pensavamo volesse commettere qualche sciocchezza... Non sapevo dove altro cercare!-
-Dite a vostra moglie di non preoccuparsi, Eponine è qui-
Il ragazzo rimase alquanto sorpreso dalla familiarità con cui Javert usava il nome della sua amica e fissò sospettoso l'abbigliamento trasandato dell'Ispettore:
-Monsieur!- sbottò imporporandosi -Spero che voi non abbiate approfittato di una giovane ragazza...-
Marius si interruppe, spaventato: l'Ispettore Javert era scoppiato a ridere e sembrava incapace di fermarsi. Poi lo guardò con un'espressione indecifrabile:
-Non dovete preoccuparvi neanche di questo. Buona giornata!-
E detto questo gli chiuse il portone in faccia.  
   
 
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