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Autore: SSJD    04/02/2016    10 recensioni
« Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά
πλάγχθη, ἐπεί Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν »
« Narrami, o Musa, dell'uomo dall'agile mente, che tanto vagò,
dopo che distrusse la sacra città di Troia. »
Da amante delle CO storiche come sono, non poteva mancare il seguito de 'La guerra degli dei', che pubblicai giusto un anno fa...
Con questa però, mi sono voluto 'regalare' una AU persino dell'Odissea. Ebbene sì, ho osato sfidare Omero, dato che la sua trama sarà bella, avventurosa, incredibile quanto volete, ma diciamocelo... la conosciamo tutti e sinceramente... chi non si annoierebbe nel rileggerla ancora? Quindi l'ho modificata. Ebbene sì, a mio piacimento e diletto.
Molti dei fatti raccontati sono effettivamente riportati anche nell'opera originale dell'esimio poeta, soprattutto il viaggio di Ulisse (Vegeta) ma, per rendere la lettura più interessante, ho deciso di modificare giusto un attimino i personaggi e i fatti narrati.
Praticamente ho scritto una AU di una Cross-over... un delirio...
Ma fidatevi, il risultato finale... beh... a me piace un sacco...
Se non avete letto il mio primo racconto, vi invito a leggerne almeno l'introduzione, giusto per inquadrare i protagonisti.
Grazie per l'attenzione e buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 17, Broly, Crilin, Zangya | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Goku/Vegeta, Pan/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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“Trunks! Vieni, non esitare! I miei uomini mi hanno avvisato dell’arrivo di una nave battente bandiera di Itaca. Sono venuto personalmente a vedere chi fosse. Sono felice di vederti, ragazzo! Stai benissimo, sei cresciuto forte come tuo padre, ma devo dire che la bellezza l’hai presa tutta da tua madre! Avanti entrate! Lui chi è? Un tuo cugino, forse?” chiese un Krillin emozionatissimo, facendo gli onori di casa e accogliendo i due ragazzi come se fossero i suoi figli.
“No, lui è un mio amico, Lapis. Sebbene ci conosciamo da pochi mesi, è diventato come un fratello, per me. Grazie per l’accoglienza che ci avete riserbato. Siamo partiti da Itaca sfiduciati e maltrattati. Speravamo di incontrare persone che ci trattassero più degnamente…” rispose Trunks commosso.
“Oh, ragazzo mio. Questo è il minimo che possa fare per te, per tuo padre e per la vostra terra. So quale disgrazia affligge le vostre giornate, ma credo che tu abbia fatto bene a partire per cercare risposte. Vieni, mia moglie Lazuli ha fatto preparare un banchetto solo per voi” lo informò Krillin indicando loro la via per il grande salone in cui era stato organizzato il pranzo.
 
Durante il banchetto, Krillin, seduto vicino ai due ospiti, prese la parola e chiese:
“Allora, Trunks, dimmi…Cosa vuoi sapere? Credo che tu possa immaginare che io non abbia la minima idea di dove si trovi tuo padre, vero?”
“No…certo…Ho bisogno di sapere tutto, dal principio, se possibile…vorrei cercare di capire. Come…come è terminata la guerra, a Troia? Noi non c’eravamo, non lo abbiamo mai saputo…con precisione. Le notizie che ci sono giunte erano…frammentarie e per nulla coerenti, l’una con l’altra” disse timidamente Trunks fissando le sue iridi color mare in quelle del vecchio re, ormai quasi prive di colore.
“Aahhh…-sospirò scuotendo la testa- La più stupida guerra che sia mai stata combattuta, è terminata solo grazie a chi non avrebbe mai voluto partecipare: tuo padre. Dopo dieci anni di scontri, morte, perdite incommensurabili in entrambi gli schieramenti, l’uccisione di Gohan da parte di Goku, per vendicare la perdita del suo amatissimo Turles e la successiva scomparsa del nostro guerriero più forte…beh…le nostre speranze di vittoria si erano affievolite smisuratamente. Una sera tuo padre venne nella mia tenda esponendomi un piano che poteva sembrare bizzarro. Mi disse che avremmo dovuto lasciare la spiaggia il mattino seguente, tutti quanti. Aveva fatto preparare da una squadra un enorme cavallo di legno dentro il cui ventre si sarebbe nascosto lui con i suoi uomini. Doveva servire come regalo per i troiani ai quali cedevamo l’ipotetica vittoria della guerra. Convinsi mio fratello Napa a seguire il piano, ma non ne volle sapere di lasciare a tuo padre tutta la gloria; così, più spinti dalla fama che dall’onore, decidemmo entrambi di far parte della squadra che sarebbe entrata a Troia, mediante il cavallo.
Quella notte fu una strage. I troiani ubriachi per i festeggiamenti si addormentarono sommessamente. Noi scendemmo silenziosamente dall’apertura posta sul ventre del cavallo e…” si interruppe sospirando; poi, con parole piene di dolore continuò:  
“Appiccammo il fuoco. Ho ancora le urla disperate delle donne e dei bambini che scappavano in preda al panico. Ho visto una donna andare a fuoco davanti ai miei occhi…teneva in braccio un bambino di pochi mesi…Oh, dei…potrete mai perdonarmi? Mio fratello ci incitò ad entrare a palazzo e ad uccidere la famiglia reale. Goten e Bardok tentarono di difendere invano le loro donne che si rifugiarono in una stanza, assieme alla moglie e alla figlia di soli sei anni di Gohan. Quando le scovammo, Napa uccise Videl e la regina. Le trafisse con la spada sotto gli occhi della piccola Pan, che piangeva come una disperata. La prese per i capelli e andò alla finestra, con la ferma intenzione di gettarla dalle mura. Fu a quel punto che intervenne lei, 18…ehm…voglio dire…Lazuli. Si inginocchiò ai miei piedi e mi supplicò. Mi disse che sarebbe tornata a casa con me, ma che poi si sarebbe uccisa, se non avessi salvato la bambina.
Oh, Trunks, se tu sapessi…In quel momento il mio cuore era colmo di rabbia. Le puntai la spada alla gola con la ferma intenzione di trafiggerla. Quando Napa si voltò con il suo ghigno malvagio per chiedermi cosa volessi che facesse, fu tuo padre ad intervenire. Mi si affiancò e mi tolse la spada dalla mano, dicendomi: - Krillin, basta morti. Abbiamo iniziato questa guerra per questa donna che ora ti sta implorando di tornare a casa con te. Ti prego, non rendere dieci anni vani. Rendi salva la vita a lei e a quella mocciosa che le si è affezionata e andiamocene, prima che qui crolli tutto –
Il re si interruppe di nuovo, questa volta per prendere il calice d’oro che aveva davanti a sé e bere un sorso dell’ottimo vino rosso che Trunks aveva portato in dono. Poi prese il tovagliolo che teneva appoggiato sulle gambe e si pulì la bocca, con molta calma. Si schiarì la voce e ricominciò:
“Questo vino è ottimo, ragazzo mio…”
“Sono contento che sia di vostro gradimento, ma vi prego, continuate, il vostro racconto è davvero interessante” commentò Trunks molto cordialmente.
“Non c’è molto altro da dire. Presi Lazuli e ordinai a mio fratello di darmi quella bambina. Scappammo da quell’inferno e salpammo per far ritorno a casa…ognuno sulla propria nave. I sogni di gloria di mio fratello, che ormai era convinto di essere il padrone del mondo, si infransero sulla spiaggia di Micene, la sua terra, dove venne ucciso da sua moglie.
Gli dei avevano deciso di punirlo, come avevano deciso di punire tutti i re partecipanti a quel terribile massacro…Io stesso faticai a tornare alla mia terra. I venti e il dio del mare fecero danzare la mia flotta per mezzo Mediterraneo, facendoci arrivare addirittura in Egitto…
Siamo riusciti a tornare a Sparta solo due anni fa…”
Furono quelle parole che fecero scattare Trunks in piedi facendo cadere a terra la pesante sedia di legno sulla quale era stato tranquillamente seduto, fino a quel momento.
“Cosa? Volete dire che anche voi avete naufragato per otto anni? Ma allora è possibile che anche mio padre sia da qualche parte, sperso nel Mediterraneo…Forse gli dei hanno deciso di punirvi per come avete sconfitto Troia, con l’inganno, voglio dire…E visto che mio padre è stato l’ideatore del cavallo, probabilmente la sua punizione si è protratta più a lungo…Cosa ne pensate? Lo credete possibile?” chiese con gli occhi sgranati e le vene pulsanti sul collo e le tempie.
“Sì. Credo sia così, ma purtroppo…il Mediterraneo è molto vasto e solo gli dei sanno su quale delle migliaia di isole tuo padre sia finito…” commentò sommessamente il re appoggiando una mano su quella del ragazzo per invitarlo a ritrovare la calma.
Trunks raccolse la sedia da terra e ci si risedette sopra. Abbassò il capo e si mise a fissare un punto qualsiasi del tavolo davanti a sé. Era evidentemente pensieroso e muoveva velocissimamente la gamba in un gesto di nervosismo e agitazione assoluti.
“Calmati, Trunks. Il tuo nervosismo non condurrà da nessuna parte…” tentò di tranquillizzarlo Krillin.
Il ragazzo, rallentò, seppur di poco, l’irrefrenabile movimento del suo arto inferiore, ma continuò a tenere lo sguardo fisso nello stesso punto. Tentò in tutti i modi di fare un punto della situazione, facendo passare, frase dopo frase, tutto il racconto che aveva appena udito dal re.
Poi, come se un lampo avesse illuminato la sua mente, voltò leggermente lo sguardo verso il vecchio e, sempre con estrema cordialità, gli domandò:
“Sire…Cosa intendevate, prima, quando avete detto che Goku è scomparso? Intendevate dire che è morto, giusto?”
A quella domanda, il re fece un sospiro e strinse le labbra inarcandole leggermente verso il basso. Guardò per qualche istante la moglie e la bellissima figlia adottata, sedute dalla parte opposta del tavolo, per poi espirare rumorosamente e avvicinarsi all’orecchio di Trunks per sussurrargli:
“Questa storia non te la posso raccontare…qui. Dopo cena avrai tutte le spiegazioni che desideri, ma saremo solo io e te. Hai capito?”
“Sì, Sire” rispose solamente Trunks corrucciando lo sguardo per fargli capire quanto fosse interessato a sentire quel misterioso seguito.
A quel punto Krillin si alzò in piedi e, prendendo il calice del vino disse:
“Brindo ai miei ospiti, alla mia adorata moglie Lazuli e alla mia dolcissima figlia Pan! Che gli dei vi proteggano!”
Poi, dopo che tutti ebbero alzati i calici al cielo ed ebbero brindato alla famiglia reale, Krillin si inchinò leggermente verso il principe di Itaca e, prendendo la mano della figlia che gli si era avvicinata, gli disse:
“Trunks, posso presentarti la mia figlia adottiva, Pan?”
Il giovane si alzò in piedi e, dopo aver fatto un lieve inchino, alzò lo sguardo per andare ad incrociare quello scuro come la notte di lei.
“Ѐ un vero onore, fare la vostra conoscenza, principessa” disse con un leggero sorriso.
“Il piacere è tutto mio. Vi fermerete molto, qui a Sparta, signore?” domandò lei cordialmente.
Trunks lanciò un’occhiata al vecchio re che, in tutta risposta, si sentì in dovere di intervenire:
“Figlia mia, non credo che, dopo ciò che il principe Trunks ha appreso stasera, si fermerà a lungo qui da noi. Credo che il suo desiderio di ritrovare suo padre sia di gran lunga superiore al mio di averlo come ospite. Domani, al più, temo partirà”
“Oh…in tal caso…vi auguro ogni fortuna, principe Trunks. A voi e al vostro seguito” concluse la ragazza alzando un angolo della bocca in un sorriso enigmatico.
“Grazie, principessa. Ѐ stata una delizia, conoscervi” le rispose il ragazzo rifacendo l’inchino.
 
Quella notte fu inquieta per Trunks.
Nemmeno la vicinanza e il calore emesso dal corpo di Lapis riuscirono a calmarlo. Si alzò più e più volte vagando per l’enorme stanza che il re gli aveva messo a disposizione per riposare e si recò diverse volte sul balcone che dava sul mare distante chilometri, per cercare di catturare l’aria fresca e salmastra da far arrivare ai propri polmoni.
Continuava a ripensare al colloquio privato avuto poche ore prima con Krillin: la notizia della fuga di Goku dal campo di battaglia, pochi giorni prima della costruzione del cavallo lo aveva sconcertato non poco.
Il vecchio re gli aveva confessato che il semidio, dopo un colloquio avuto con Vegeta, nottetempo aveva deciso di radunare gli uomini, di prendere la sua donna Chichi e di partire, per non fare mai più ritorno in quella terra maledetta, dove gli dei avevano già deciso il suo destino.
Il motivo dell’agitazione del ragazzo era iniziato una volta appresa questa incredibile notizia. Goku aveva dunque preferito andarsene con una donna, piuttosto che affermare la sua gloria come i cantori andavano proclamando per anni, anche alla sua corte.
Il fatto che solo i re che avevano preso parte alla guerra ne fossero a conoscenza e che Krillin avesse mantenuto il segreto per tutti quegli anni, lo fece meditare sul fatto che, se gli dei avevano permesso a Goku di salvarsi, probabilmente anche con suo padre erano stati magnanimi.
Il sovrano di Sparta gli aveva indicato su una carta il punto esatto in cui avrebbe potuto trovare l’isola su cui si era stabilito Goku, con Chichi, aggiungendo che dubitava fortemente, che Vegeta si trovasse presso di lui.
Gli aveva spiegato che suo padre desiderava più degli altri porre fine alla guerra, per poter tornare finalmente a casa, dalla sua regina e da suo figlio. Se fosse in qualche modo giunto sulla terra di Goku, lo stesso avrebbe rivelato all’intera Grecia la verità sul suo destino, pur di riaccompagnare personalmente il suo migliore amico alla sua amata terra.
Mentre il ragazzo, con le mani appoggiate alla balaustra di marmo del balcone, ripensava a quanto questa ipotesi fosse plausibile, sentì una mano calda, appoggiata alla schiena nuda, lasciargli una leggera carezza, ridestandolo dai suoi pensieri.
“Mi dispiace, ti ho svegliato…” disse sommessamente.
“A cosa pensi?” chiese Lapis affiancandolo e appoggiandosi coi gomiti alla balaustra.
“Domani partiremo…Faremo rotta verso l’Adriatico…” rispose Trunks, senza aggiungere altro.
“Non ti ho chiesto questo. Ti ho domandato su cosa stai riflettendo” insistette Lapis guardando l’orizzonte.
Trunks si voltò verso di lui e l’amico fece lo stesso. Appena i loro sguardi si incrociarono, il ragazzo fece un sorriso al maggiore e gli disse:
“Niente…Non preoccuparti…Ora è meglio tornare a dormire, domattina salpiamo presto”
“Va bene. Desideri che torni nella stanza che mi era stata assegn…
“NO! Voglio dire…no, per favore, rimani. So che non riuscirei ad addormentarmi da solo”  
“Come desideri” concluse l’altro mostrandogli un sorriso dolcissimo.
 
I due si rimisero a letto e, poco dopo, si fecero rapire entrambi dalle accomodanti braccia di Morfeo.
Ma mentre il sonno di Lapis filava liscio come l’olio, quello di Trunks era agitato e per nulla ristoratore. Dormì malamente per un paio d’ore fino al momento in cui sentì una lama gelida lambirgli la giugulare pulsante. Il ragazzo aprì un occhio, seguito immediatamente dall’altro e mise a fuoco l’immagine che gli si era parata dinnanzi. Poi, prima che potesse dire qualsiasi cosa, la sua bocca venne malamente coperta da una mano bianca e morbida, il tutto accompagnato da un “SSSHHH”, pronunciato con un tono bassissimo.









NCA (Nota culturale autore): Nella storia originale, Telemaco passa prima da Nestore (un altro re che aveva partecipato alla guerra di Troia) e poi da Menelao, il quale gli svela che aveva saputo da fonti certe che Ulisse era ancora vivo, ma sperso nel Mediterraneo. Per quanto riguarda Pan, tutta la storia è completamente inventata (da me). Il figlio di pochi mesi di Ettore, fu effettivamente gettato dalle mura di Troia, su consiglio di Ulisse...per altro...
   
 
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