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Autore: Tinucha    10/02/2016    2 recensioni
"Non ricordo esattamente quando mi sono innamorata di te. Ero piccola, questo non l'ho dimenticato. Mi avevano sempre detto che quando sarebbe accaduto, INSIEME, avremmo toccato il cielo con un dito. Non so se avessero ragione, ma tu non c'eri al mio fianco ed io quel fottutissimo e tanto agoniato pezzo di cielo, non ho potuto toccarlo. Dannazione, sei contento adesso? Ero solo una dannata bambina dall'animo puro che voleva scoprire qualcosa che veniva definito come sensazionale, fenomenale"
[È la mia prima storia, spero tanto vi piaccia]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono agitata, guardo il mio riflesso nello specchio per la centesima volta probabilmente. No, questa non sono io. Non ho nemmeno il coraggio di farmi vedere da Jorge, figuriamoci davanti a tremila invitati. I capelli super arricciati ricadono sulla spalla e un rossetto rosso colora le mie labbra mentre la matita ed il mascara neri evidenziano i miei occhi. Lancio un lungo sospiro indossando un paio di orecchini e decido saggiamente di scendere di sotto. Jorge non avrebbe aspettato ancora per molto. Sbuffo quando rischio di scivolare e di cadere con addosso questi trampoli, mi aggrapperò a Jorge poco ma sicuro. Beh, tanto meglio. Quando scendo le scale lo vedo di spalle mentre parla al cellulare. << Ma si Mamma ci vediamo in Chiesa >> sbuffa << No, non te la presento >> si gratta nervosamente la nuca << Perché no >> sbotta girandosi e ritrovandosi a pochi passi da me. Mi guarda da capo a piedi con gli occhi fuori dalle orbite. << Devo andare Mamma.. >> balbetta deglutendo e risalendo con lo sguardo riaggancia. Faccio una giravolta su me stessa sorridendogli. << Allora, che ne pensi?! >> mi mordicchio un'unghia agitata. << Penso che se non ti scopo neanche oggi mi fanno santo >> farfuglia attirandomi a se e baciandomi il collo. Socchiudo le palpebre beandomi delle sensazioni che mi provoca semplicemente inumidendomi il collo con le sue labbra. << Mm.. Jorge dobbiamo andare >> lo incito con la voce bassa. << Sei arrossita >> mi fa notare rocamente,allontanandosi di qualche passo per guardarmi ancora. << Perché dovrei arrossire se sei tu a parlare in quel modo? Tu non ti vergogni perché io dovrei? >> incrocio le braccia al petto sfacciatamente. << Andiamo o ti scopo >> ripete prendendomi per mano ed uscendo di casa. Mi mordo le labbra imbarazzata. Cavolo, sarà sempre così quando mi parlerà in quel modo? Avvamperò ogni volta? Mi scioglierò sotto il suo sguardo? Per tutto il tragitto rimane in silenzio stringendo la mia mano. Lo guardo attentamente, è davvero buffo con addosso uno smoking. Le sue spalle larghe rimangono comunque in bella vista mentre vengono messi in risalto i pettorali a causa della camicia bianca. Dico a causa perché anche le altre potranno vederlo. Sbuffo girandomi a guardare fuori dal finestrino. << Che hai Bimba? >> domanda lanciandomi un'occhiata fugace e tornando attentamente alla strada. << Agganciati quella giacca >> sussurro gelosa << E perché? >> << Perché si, se qualcuna ci prova oggi finisce male >> confesso sincera facendo dipingere un sorriso sulle sue labbra << Mi piaci quando fai l'aggressiva >> nascondo un sorriso mentre intravedo la Chiesetta e lui ferma l'auto parcheggiandola. Faccio per scendere ma lui mi precede aprendomi lo sportello e porgendomi una mano. Scuoto il capo ridacchiando imbarazzata ed insieme ci dirigiamo all'entrata. << Ah Jorge.. >> << Si?! >> avvicino le mani alla sua giacca abbottonandogliela << Non scherzavo quando ti ho detto di agganciarla >>. Sobbalzo notando la quantità industriale di gente presente in questo posto. Oh mamma. La mente si annebbia ed io comincio a sentirmi a disagio. Sento tutti gli occhi puntati su di noi. Jorge avvicina il suo braccio al mio corpo e mi attira dalla vita. << Sei Mia, ricorda >> sussurra sfiorandomi il lobo dell'orecchio. Annuisco. << Solo Tua >> man mano avanza verso sua madre ed io le sorrido mentre lui si gratta la nuca. << Mamma lei è Martina la mia ragazza, Tini lei è Cecilia, mia madre >> il mio sorriso si allarga non solo perché finalmente mi ha presentato sua madre ma anche per come mi ha presentata. Sono la sua ragazza. Ufficialmente! Lo sposo all'altare sembra parecchio agitato ed il prete quasi più di lui guardandolo. << Figliolo calmati, arriverà >> lo tranquillizza posandogli una mano sulla spalla. Sento la presa di Jorge rafforzarsi. << Chiunque ti si avvicinerà, rischierà la vita >> mi sussurra abbracciandomi da dietro. Ridacchio piano. << No, non puoi >> << Le cose mie non si toccano >> inarco un sopracciglio << Anzi, che tocchino la mia auto, la mia chitarra e tutto quello che vogliono. Tranne te >> abbasso il capo imbarazzata mentre la sposa arriva sul cornicione dell'entrata accompagnata da suo padre. Sorrido mentre parte la marcia nuziale. Chissà come le batte forte il cuore al pensiero che passerà il resto della vita con lui. Rimango ancora lì, tra le braccia del mio Messicano, a guardare la bellezza di quella ragazza. Ha un sorriso insostituibile. Sento le labbra di Jorge posarsi tra i miei capelli ed immediatamente ci sediamo tutti quanti. La cerimonia trascorre tranquilla, i due innamorati si danno il primo bacio tra marito e moglie e poi è un attimo.. Cecilia si accascia, Jorge sbianca ed io tremo.
   
 
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