Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: Luxie_Lisbon    16/02/2016    4 recensioni
L'infanzia e l'adolescenza di Takanori e Akira, due bambini che si conoscono all'asilo e diventando migliori amici. Storia ispirata dalle canzoni di Troye Sivan.
Un giorno, a l’asilo, si avvicinò a lui con un cerotto colorato tra le mani. Si inginocchiò difronte ad Akira e senza dire una parola appoggiò il cerotto sulle ginocchia magre del bambino. Akira alzò lo sguardo e lo guardò incuriosito.
"Così ti passa la bua" aveva detto Takanori, sorridendo timidamente. Akira lo aveva guardato con gli occhi lucidi.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita, Ruki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

https://www.youtube.com/watch?v=Lo3lxS-6joY
 
TALK ME DOWN 
Maturità
 
Sei qui, che mi osservi, ricercando il tuo essere, quel frammento di te che alimentava la mia essenza. Mi corrodi, con quel tuo sorriso, perché so che, una volta sveglio, non lo rivedrò più. Ti osservo, bevo la tua essenza, mi nutro di essa, alla ricerca di un barlume di speranza, che mi aiuti a ritrovare me stesso. So per certo che non sto sognando, tu sei qui accanto a me perché sei morto, così come lo sono anche io. Ma cerco di fingere che sia tutto un sogno, fingo di vagare ancora nelle mie immagini oniriche, create dalla mente. Sei pronto, mi dici, sono pronto per passare oltre. Non voglio, ci sono ancora alcune cose che devo fare prima di dissolvermi. Elementi della mia vita passata che devo rivivere, per costudirli nel mio petto, nella mia mente. Per l’eternità.
Fratello mio, attendi ancora qualche minuto. Sono stanco sì, ma non posso lasciarlo andare senza prima averlo salutato.
 
Takanori non riuscì più a chiudere occhio. Dal giorno in cui aveva visto Akira passeggiare mano nella mano con quella ragazza, i suoi sogni si erano tramutati in incubi, e non aveva più alcuna forza per affrontarli. Preferiva restare sveglio. Aveva iniziato a fumare, a bere tazze e tazze di caffè. Con la disperata illusione di allontanare il sonno. Rischiò soltanto la morte, perché un giorno, guidando, perse quasi il controllo dell’auto, rischiando di addormentarsi al volante. Decise di porre fine a tutto quel dolore, cercando di non pensarci più, ma era impossibile.
Di lei sapeva soltanto il nome. Mika. Era una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri, un sorriso meraviglioso ed uno sguardo penetrante. Takanori aveva fatto molte ricerche su di lei. Conoscevo quasi tutto della sua vita. Era geloso, geloso. Il suo cuore era alimentato da odio e dolore. 
Akira gli mancava terribilmente. I suoi attacchi di panico erano sempre più frequenti. Aveva scoperto di soffrine il giorno stesso in cui gli aveva visti assieme. Tornando a casa si era sentito smarrito, il fiato gli era iniziato a mancare, e rischiò di cadere a terra a causa del buio impenetrabile che scese davanti ai suoi occhi. Urlava nella sua mente, cercando di riprendere la calma, ma si era reso conto che niente e nessuno avrebbe potuto farli smettere. La sua medicina era soltanto un abbraccio di Akira, un abbraccio che non ci sarebbe stato mai più. 
Pregò Akira con il pensiero, lo prego di andare da lui e calmarlo, ma comprendeva perfettamente che era tutto inutile. Di notte, steso nel suo letto, ripensava a tuti i bei momenti che lui ed Akira avevano passato assieme. Ricordare gli faceva paura, ma era l’unica cosa che gli restava. Si sedette, una sera di agosto, alla scrivania, ed iniziò a disegnare. Disegnare di notte iniziò a diventare surreale, perché in quelli schizzi lui riversava tutto il suo dolore ma anche l’amore per Akira. Le sue mani, le sue labbra, due corpi stretti l’uno all’altro. Non c’era altro che amore in qui disegni. 
Un pomeriggio caldo e disturbante, Akira telefonò a Takanori. Non appena sollevò la cornetta di casa ed udì la sua voce, il suo cuore esplose nel suo petto. Tanti piccoli frammenti che gli graffiarono le ossa della gabbia toracica, dopo aver perforato la carne. 
“Takanori…” sussurrò Akira. Takanori scivolò sul pavimento del salotto, chiudendo gli occhi, tremando. Provò a rispondere ma la sua voce era stata recisa da un paio di forbici invisibili.
“Mio fratello è morto” disse Akira, piangendo. Sopra di loro, il cielo si tinse di nero. Nuvole dense e cariche di fulmini offuscarono tutto, e quello che era rimasto di bello svanì. Soltanto un lento, incessante, corrosivo senso di morte. Gli uccellini smisero di cantare, il sole sparì. Non era rimasto più niente nella vita di Akira. Suo fratello aveva avuto un orribile incidente d’auto, che aveva distrutto il suo corpo, la sua mente, la sua vita. 
Takanori pianse, portando una mano alla bocca per imprigionare i singhiozzi, poi avvertì il suono della conversazione che si era interrotta. Scagliò la cornetta sul muro. 
Reita restò a fissare il muro della camera da letto per quasi un’eternità. Distrusse con la mente tutti i ricordi belli che aveva di suo fratello. Si aggrappò soltanto a quelli brutti. Aveva perso ogni singola speranza. Le loro litigate, le sberle, gli insulti. Ma anche le carezze, i giochi quando erano più piccoli, le corse in bicicletta. Tutto assunse un colore grigio, poi nero. Poi svanì.
Il giorno del funerale di Hiroki, Takanori si presentò con un completo scuro. Camminò lentamente e a testa bassa tra le lapidi, senza versare una lacrima. Si soffermò a riprendere fiato, cercando con tutto se stesso di non crollare. Non si era mosso il giorno della veglia, era rimasto a casa, immerso nel dolore causato dalla perdita. Avevo perso Akira che aveva perso l’unica persona che gli era rimasta. Akira, fissando il volto di Hiroki, quel volto coperto dal fondotinta nella prima volta nella sua vita, avvertì un opprimente senso di abbandono. Sembrava che suo fratello dormisse, non sembrava morte. Perfettamente vestito, di scuro, una bellissima cravatta grigia. Le mani giunte, le dita curate, la pelle pallida, un piccolo tono del colore dato dal trucco. Un lieve sorriso, le palpebre abbassate per sempre. Akira ebbe la maledetta voglia di toccarlo un’ultima volta, ma non ne ebbe più la possibilità. Morendo, Hiroki aveva spezzato tutto. Akira provò rabbia, repulsione, ma non pianse mai. Si rifugiò nel malessere in silenzio. 
Il giorno del funerale, quando Takanori arrivò difronte ad Akira, lo vide accanto a Mika. La ragazza stringeva la spalla del ragazzo, cercando di sorreggerlo, ma era un gesto invadente, doloroso. Takanori fissò la ragazza vestita di nero, poi Akira. Il ragazzo fissava la lapide di suo fratello, immobile. Non disse una parola. Soltanto il vento gelido, gli scompigliava i capelli. Pregò Mika di lasciarlo andare, e prima di andarsene, al termine delle ultime preghiere, Takanori vide un vecchio parente di Akira ed Hiroki portare via la ragazza che scosse forte la testa. 
Per Takanori fu abbastanza. Corse lontano, lasciando Akira solo nel suo dolore. Tornò sui suoi passi, tremando, rischiando di cadere troppe volte. Ebbe la voglia di morire. Mentre camminava, passando accanto alle statue di angeli, ricordò le lunghe passeggiate di lui ed Akira, quando erano più piccoli. Osservando di sfuggita una lapide bellissima, piena di fiori di marmo, riportò alla mente le gite nei boschi di lui e del ragazzo che amava. Akira gli mostrava alberi, fiori mai visti prima, un bellissimo sorriso ad illuminargli il volto. Le immagini del passato si mischiarono a quelle del presente. 
Akira, seduto a terra, difronte all’ultima dimora del fratello, fece lo stesso. Ripensò a tutti i ricordi belli che aveva di Hiroki, ma il dolore lo fece piangere e si sentì smarrito. Un corrosivo pensiero si fece strada nella sua mente. Un consiglio, una voce delicata e sempre presente. Quella voce lo aiutò ad alzarsi, a dare le spalle alla lapide e a camminare. Sapeva che cosa fare, non aveva più nulla ormai. Costretto a fingere di amare qualcuno che non gli dava nulla, costretto a stare lontana dalla sua unica ragione di vita. Non ce l’avrebbe mai fatta. Era solo. 
Lo cercò per minuti, forse ore, non se ne curò. Quando lo vide seduto tra l’erba, una sigaretta tra le dita, la schiena adagiata ad un vecchia lapide, corse da lui. Takanori alzò lo sguardo dalla terra umida, vide Akira, bellissimo difronte a lui. Si alzò, colto di sorpresa. I due si guardarono a lungo. Takanori avrebbe voluto consolare Akira, ma non aveva più parole. Tutto il dolore che aveva provato, la presenza di Mika, svanirono difronte al viso di Akira. Il ragazzo biondo si lasciò andare ad un lungo sospiro, poi portò le mani al collo di Takanori e lo attirò a se, per baciarlo. Takanori si aggrappò con tutte le sue forze alle spalle di Akira. Il bacio fu intenso, meraviglioso, le loro menti si unirono, stringendo i loro cuori in una morsa. Era come se non si fossero mai allontanati.
Poi Akira si staccò da lui, e portando la sua fronte su quella di Takanori disse soltanto “Ti amo”
Poi lo lasciò andare, dandogli le spalle, correndo lontano da lui. Doveva continuare a correre, senza voltarsi mai. Non ce l’avrebbe mai fatta altrimenti. Takanori lo chiamò a gran voce, in lacrime, ma Akira non si voltò più indietro. Takanori crollò di nuovo tra l’erba, nascose il volto tra le mani e pianse.
 
Dopo quasi tre ore, Takanori si alzò, i vestiti zuppi d’acqua a causa della pioggia. Il cimitero stava per chiudere, così, lentamente, si incamminò per uscire. Nell’istante in cui Takanori si lasciò il cimitero alle spalle, in quegli stessi e precisi istanti, Akia scavalcò il parapetto di quel ponte che lo separava dalla strada. Quel ponte alto e lunghissimo, che lui e Takanori avevano percorso almeno cento volte, in bicicletta, da piccoli. Con la schiena premuta alla lastra di ferro, alla rete, le mani strette all’unico sostegno, rivede lui e Takanori da bambini. Si rivede felice, per la prima volta nella sua vita. Poi chiuse gli occhi. 
Takanori inciampò in mezzo alla strada, cadendo e versando lacrime.
Akira restò con gli occhi chiusi, lasciò andare il sostegno che lo teneva ancora in vita. 
“Akira” urlò Takanori, le lacrime che gli annebbiavano la vista.
“Ti amerò per sempre Takanori” sussurrò Akira, mentre cadeva nel vuoto. Il suo corpo illuminato dall’unico raggio di sole. Quel corpo freddo e caldo allo stesso tempo. Reso gelido dalla morte, scaldato dall’amore. 
 
Sono qui, proprio accanto a te. Ti sfioro i capelli. Tu stai dormendo. Mi senti Takanori? Sei bellissimo. Vorrei stringere la tua mano, vorrei avvicinarmi a te, ma se lo faccio, non riuscirò più a andarmene. È tutto ciò che voglio fare adesso, ma devo calmarti, stai tremando. Appoggio le labbra sulla tua fronte gelida, te la riscaldo piano. Tu ti lasci andare ad un sospiro, torni a respirare.
“Ti amo vita mia” ti sussurro all’orecchio. Tu sorridi. Ora, amore mio, se non ti dispiace, oltrepasso quella linea, quel confineVorrei restare con te, vorrei dormire con te, ma tu devi vivere, anche per me. Ti amerò per sempre.
“Vieni” sussurra Hiroki accanto a me. Senza smettere di guardarti allungo una mano verso mio fratello. Lui me la stringe. Ti amo Takanori, ti amerò per sempre. Tu sorridi ancora. Sei bellissimo. Ora sono pronto, sei sereno, lo so. Verrò a trovarti ogni tanto nei sogni, in un uccellino davanti alla tua finestra, nel sorriso di un bambino che ti guarderà, in un raggio di sole che ti scalderà quando avrai freddo.
Ti amo.
Mi volto verso Hiroki. Lui mi sorride, mi attira a se, appoggia il braccio sulla mia spalla. Mi aggrappo a lui, poi lo seguo, nella luce. 

***
Siamo alla fine anche di questa piccola avventura <3  Ho preso molta ispirazione dal video. Taka e Akira sono giapponesi, purtroppo non sono molto informata sullo svolgimento dei funerali in Giappone, e mi sono ispirata totalmente al video nella parte del funerale. Spero che vi sia piacuto tutto :) Anche il finale, che si sia cpaito tutto quello che volevo trasmettere <3 Le parti in grassetto sono prese appunto dal testo della canzone Talk me down. Avrei voluto scrivere altro, ma le parole sono uscite così come le avete lette, dal mio cuore, e penso che vada bene così :) Vi voglio molto bene <3 Alla prossima :*
Luxie 
ps: se volete ascoltare le canzoni di Troye e il suo cd Blue Neighbourhood. Sono meravigliose. 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Luxie_Lisbon