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Autore: Ananke_ildestino    22/03/2009    1 recensioni
Episodio 37, introduzione: il colonnello va a teatro con Grace, ma come?! e Riza?
Assolutamente Royai e Anime-fic (prima serie ovviamente).
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Havoc, Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
I capitolo

Anche quel giorno in ufficio regnava il caos. Hawkeye non ci fece caso, era abituata a tutto; confusione, frenesia e colpi di scena erano all'ordine del giorno. Tra tutti i suoi colleghi non ce ne era uno che si potesse definire “normale”, ma, dopotutto, considerato l'uomo che avevano come comandante, tutto combaciava. Certe volte si era anche trovata a dubitare di se stessa: forse, se era finita in quella gabbia di matti, qualche rotella fuori posto l'aveva pure lei!
Oggi la principale occupazione dei suoi quattro compagni sembrava essere spiare il loro superiore. Come se ci fosse molto da spiare. Riza e gli altri lavoravano per Roy ormai da anni, a meno di grandi colpi di scena, tutto sarebbe andato come solito: lui avrebbe inventato mille scuse per evitare il lavoro e si sarebbe ridotto all'ultimo minuto per far tutto, sempre se lei non interveniva puntandogli la pistola alla tempia, ovviamente. Riza però aveva ben altri piani per la testa quel giorno, niente pistole e niente ramanzine.
La cosa che più delle altre le faceva dubitare della sua stessa sanità mentale era appunto il suo rapporto sentimentale con quell'uomo. Iniziato per caso e portato avanti da anni nel segreto o quasi, visto che in ufficio tutti sapevano. Innamorata del suo superiore, anzi del suo egocentrico, vanesio e ozioso colonnello. Doveva seriamente aver perso almeno parte del senno!
Quella mattina era stata occupata a seguire una pratica piuttosto scomoda e aveva passato tutto il tempo girovagando per uffici, non aveva avuto molto tempo per parlare con calma con Roy, pensava di sistemare tutto nel pomeriggio, ma quando lei era rientrata da un ulteriore pellegrinaggio in cerca di carte, l'uomo era uscito per un'ispezione. Quando finalmente, completato il suo lavoro, era tornata dal colonnello l'aveva trovato già in partenza.
-Colonnello, posso parlarle un attimo? Per questa sera..-
-Si per questa sera, ora ho un appuntamento con una ragazza, ci vediamo dopo a casa tua, ok?!- così dicendo le diede un bacio sfuggevole e si incamminò verso l'uscita. La ragazza rimase imbambolata in mezzo alla stanza. Non le aveva nemmeno dato il tempo di parlare! Da anni usavano il trucchetto degli appuntamenti: Roy accettava le proposte di alcune ragazze, usciva con loro una sera o due, senza nessun impegno, ma continuando a rafforzare la fama di sciupa femmine. No, il problema non era quello. Il fatto era che quella sera voleva essere lei ad uscire con Roy, per una volta. Aveva l'occasione e aveva la scusa, invece quell'uomo impossibile si era già organizzato per conto suo.
Rimase un attimo nell'ufficio vuoto pensando il da farsi. I due biglietti per lo spettacolo teatrale di quella sera sembravano pulsarle nella tasca della divisa. “There's Something About Yuko”, amava quella rappresentazione, l'aveva vista la prima volta ai tempi dell'accademia, e poi un'altra volta a East City. La compagnia che la portava in scena quella sera era stata elogiata da molti, e lei aveva faticato per trovare quei biglietti. Perché farli andare sprecati? E far andare sprecato anche l'abito che si era fatta mandare appositamente dalla zia di West City? La decisione fu presto presa.

Nel frattempo negli spogliatoi maschili continuava il battibecco tra Havoc e Breda, scoprire che il colonnello gli aveva fregato la ragazza da sotto il naso, e per di più solo per una messa in scena, lo mandava in ebollizione. Al diavolo quella sorveglianza! Non che avesse mai pensato di fare sul serio una cosa simile, si sarebbero divertiti quel giorno, e poi invece che consegnarlo agli affari interni l'avrebbero passato direttamente a Mustang. Ma non c'era stato nulla di divertente, anche se Breda e gli altri se la ridevano di gusto da tempo.
Grace, piccola Grace, come aveva potuto fargli questo, cosa aveva il colonnello più di lui?
Stavano ancora bisticciando sulla sua impossibilità di battere l'alchimista che sentirono aprire la porta.
-Sto bussando da un po', ma non rispondete.- Disse Riza sporgendosi appena dall'uscio -posso entrare?-
-certo Tenente.- rispose il biondo sottotenente. Tutti si erano azzittiti di colpo, Hawkeye che veniva a cercarli negli spogliatoi poteva solo significare guai.
Se ne stavano quasi sull'attenti aspettando una mossa della donna, lei di rimando li fissava senza capire perché tanta tensione. Raramente riusciva a cogliere l'effetto che la sua presenza aveva sugli altri e soprattutto il perchè.
-Sottotenente Havoc, le posso chiedere un favore?- cominciò
-Mi dica-
-Questa sera uscirebbe con me?-
Shock. Tutti e quattro i presenti avevano sgranato gli occhi e aperto la bocca. E lei continuava a starsene lì con fare tranquillo! Quella donna poteva riservare più sorprese di quante se ne potessero immaginare da un tipo marziale e impeccabile come Hawkeye.
Considerato il silenzio ancora più profondo che si era creato il tenente decise di continuare: -vede, ho due biglietti per lo spettacolo che si tiene stasera al teatro di piazza Nazionale, volevo andarci con Lei sa Chi, ma a quanto pare aveva già un impegno. Sa, There's Something About Yuko è la mia commedia preferita, tengo molto ad andarci, ma da sola è un po' triste, non trova?-
-S-si- rispose Jean che ancora stava riordinando le idee, ma nella sua mente si stava facendo strada una folle intuizione.
-Allora mi accompagna?-
-Ma certo tenente! Volentieri.- disse convinto, aveva immaginato un piano perfetto.
-Oh Bene, allora ci vediamo alle venti davanti al cancello principale della base, per lei va bene?- il tono della voce di Riza era leggermente cambiato, più rilassato, non era così sicura di riuscire a convincere Havoc a seguirla nei suoi piani.
Nel frattempo gli altri tre colleghi ancora guardavano la scena esterrefatti.
-Certo tenente, a tra poco allora.-
-Perfetto, arrivederci a tutti- un breve saluto militare e la donna scomparve al di là della porta.
Ancora un attimo di silenzio, poi scoppio nuovamente il putiferio.
-Hai detto si!!!-
-Uscirai con il tenente!?-
-Ma hai la minima idea di quel che stai facendo?-
-E da quando ti piace il teatro poi!-
-Secondo me questa cosa di Grace ti ha dato alla testa.-
-Non l'ha mai avuta apposto la testa, questo qui.-
-BASTA!!- li zittì il biondino. Quando fu ripristinata la calma proseguì con tono rilassato: -so perfettamente quello che faccio: vendetta, pura e semplice vendetta. Il colonnello è uscito con la mia donna..-
-... quasi, non era la tua donna..- si intromise Falman.
-Si va bene, quasi.- si corresse il tiratore mentre guardava in cagnesco il compagno. Quindi si schiarì la voce e ripartì: -Lui ha preso Grace, e io mi prenderò la sua donna. Così avrò la mia rivincita, almeno morale.-
-Cosa vorresti fare al tenente?- chiese dubbioso Breda
-Nulla ovviamente, andrò con lei a teatro e poi basta, mi accontento della questione di principio.-
-...anche perché se non ti accontenti rischi di finire impallinato.- concluse di nuovo l'altro sottotenente.
-Breda.. hai voglia di litigare...-
-Mmm..Sottotenente Havoc- si intromise Fuery – credo che i biglietti che ho visto sulla scrivania del Colonnello fossero proprio per quello spettacolo sa?-
-Meglio, così potrò godere a pieno della mia vittoria!-
Tra gli altri scese nuovamente il silenzio, che durò soli pochi secondi.
-Avremo cura della tua tomba.- gli disse Falman mentre gli appoggiava una mano sulla spalla.
-Le porterò i fiori ogni mese, lo giuro!- aggiunse Fuery.
-Ma perché credete che ne resterà qualcosa da tumulare? Per me volerà via nel vento..- Breda era sempre il meno gentile.
-Che cosa state dicendo poi! Ho detto che non la toccherò, sono un uomo d'onore..-
-.. e stupido.-
-Breda!!-
-Questa volta è vero, sei così sicuro di voler incontrare il Colonnello mentre esci con la sua donna?-
-Il colonnello è un uomo molto geloso.- aggiunse il giovane sergente maggiore annuendo energicamente.
-Si è vero, vi ricordate quante storie fece per quel ragazzino che portò il mazzo di fiori ad Hawkeye prima che partissimo per Central.- continuò il militare canuto.
-Eccome se me lo ricordo. Prima voleva bruciare lui e i fiori. Poi ha fatto un interrogatorio privato a tutti noi, Hawkeye compresa. E infine ancora voleva bruciare i fiori. Si era risentito soprattutto perché il tenente li aveva molto apprezzati.-
-Beh aveva detto che quei fiori in particolare le piacevano molto...-
-Erano Calle, Zantedeschia aethiopica, che nel linguaggio dei fiori significa “raffinatezza”, nasce nei climi..-
-Si Falman, non ci serve tutta la voce enciclopedica.- lo fermò con un gesto Breda, che stava fissando Havoc. Pian piano il sottotenente stava prendendo consapevolezza del rischio che correva.
-Effettivamente...- disse con un filo di voce. Fissava il vuoto davanti a sé, immaginando svariate scene, e in tutte lui aveva la peggio. Perché mai aveva accettato l'invito!
-Secondo me, sottotenente, non è così grave la situazione, basterà che eviti di incrociare il colonnello, e poi chieda al tenente di non dirgli nulla.- propose il maresciallo.
-Si ha ragione. Il tenente non le farebbe mai una cosa tanto cattiva!- Fuery vedeva Riza praticamente come una sorella maggiore, aveva per lei una fiducia completa.
-Falman, Fuery, vi adoro.- esclamò Jean mentre gli abbracciava entrambi.
-Mah.. sarà...- commentò distratto l'unico rimasto fuori da quel quadretto.

Riza si presentò all'appuntamento con un paio di minuti d'anticipo. Havoc era già lì, appoggiato alla colonna del cancello principale stava fumando la sua sigaretta fissando un punto imprecisato a terra.
-Sottotenente, sono in ritardo?- chiese lei quando gli arrivò vicino.
-Uh- mugugno girando la testa verso di lei -no, sono io che sono piuttosto in anticipo.-
L'uomo indossava un completo bianco e sotto la giacca portava una dolcevita grigia. Riza lo guardò incuriosita, non aveva mai visto il suo collega in abiti eleganti, in quel momento anche la sigaretta perennemente tra le labbra gli dava un tono più sofisticato. Sorrise.
-Lo sa che sta proprio bene vestito così?-
Il ragazzo divenne leggermente rosso e si raddrizzò del tutto.
-Ah grazie tenente, ma anche...- poi si fermò a guardarla più attentamente. Non aveva ancora notato la pettinatura ben più curata del solito: i lunghi capelli biondi raccolti in un complesso chignon sulla nuca, ad esclusione di due lunghe ciocche che le ricadevano ai lati del viso. Dell'abito che portava invece si intravedeva solo la lunga gonna bianca che finiva poco prima delle alte scarpe anch'esse candide. Il resto restava celato dal lungo cappotto e dal foulard blu che portava al collo.
Vedendo il volto incerto della donna e rendendosi conto d'aver lasciato la frase a metà, Havoc riprese:
-Ah, mi scusi, è che non l'avevo mai vista con una pettinatura simile. Mi ha un po' spiazzato.-
-Ci siamo scoperti a vicenda.- osservò lei, mentre dolcemente lo prendeva a braccetto e s'incamminava verso la via centrale della città.
-Sottotenente, sono anni che ci conosciamo, non pensa che per questa sera potrei chiamarla per nome e usare il “tu”. Mi sentirei più a mio agio.-
Havoc spalancò la bocca dalla sorpresa e la sigaretta ancora fumante cadde a terra. I profondi occhi castani della sua collega lo scrutavano tranquilli e sicuri come sempre. In fondo aveva ragione, si conoscevano da anni, e se ora passeggiavano a braccetto potevano anche permettersi di darsi del tu fuori dalla caserma.
-Certo, Riza- cercò di sembrare calmo e sereno. Lei ridacchiò a quel suo tentativo tanto pacchiano dopo la scena di poco prima. Roy aveva proprio ragione quando diceva che Havoc avrebbe dovuto imparare ancora molto prima di raggiungerlo. Roy... Non poteva dimenticarlo, era lui il suo bersaglio quella sera, e non l'avrebbe mancato.
Conversarono per un po', di quel che era accaduto in giornata, lui le spiegò del compito che gli era stato affidato, di come l'avesse usato per divertirsi un po' e di come poi era finito tutto in mille pezzi. Ovviamente aveva evitato di parlare di Grace e di come Mustang gli fosse stato preferito. Avevano parlato dei loro colleghi, del colonnello, della vita nell'esercito, di cose che già sapevano di loro e di cose che non si erano mai detti. Una normale chiacchierata tra amici e colleghi. E nel mezzo Jean trovò il modo di fare la fatidica domanda:
-Riza, come mai hai chiesto a me di uscire?-
-Oh beh, perché noi due ci conosciamo da prima di East City, lavoravamo insieme per Roy sin dall'inizio, non desterò certo molti sospetti se esco con un uomo che frequento da così tanto tempo.- semplificò lei, aggiungendo mentalmente “E Roy si fida di te al punto che esiterà ad ucciderti, spero...”.

Arrivarono al teatro di piazza Nazionale una decina di minuti prima dell'inizio dello spettacolo, quando entrarono Riza si recò immediatamente al guardaroba per lasciare cappotto e sciarpa. Gli spiegò che solitamente a teatro faceva molto caldo, per cui si era ben coperta per uscire e poter indossare sotto un abito più adatto alla sala.
Lui l'aspetto all'ingresso, torturandosi per il divieto di fumo nel locale. Quando pochi minuti dopo la ragazza si ripresentò di fronte a lui fu nuovamente colpito. L'abito lungo che indossava era completamente bianco, ad eccezione di un lungo ricamo argento che le correva dal seno sinistro sino all'orlo finale del vestito. Un piccolo collare di stoffa le circondava la gola e da qui partiva la stoffa che la copriva sul davanti, ma la schiena e le spalle erano completamente nude; inoltre un lungo spacco tagliava la bianca gonna.
-Che ne dici Jean, mi sta bene? Con abiti così belli ho sempre l'impressione di sembrare uno spaventapasseri.- Disse mentre si avvicinava con un'eleganza innata.
-Stai scherzando, sembri una dea.- rispose, senza rendersi effettivamente conto di ciò che diceva; lei rise e tutto ad un tratto il giovane si ricordò del pericolo: quella donna aveva un fidanzato, quel fidanzato era geloso, e, soprattutto, quel fidanzato poteva ucciderlo con uno schioccò di dita, letteralmente. Entrando in sala, perciò, cominciò a guardarsi attorno cercando il suo comandante.
-È stata restaurata di recente questa sala, vero?- disse per sembrare intento in altro.
-Beh non molto di recente, sono già passati cinque anni.-
-Ah. Io non vengo in questo teatro da almeno dieci penso.. forse di più.-
-Non è tipo da teatro vero?!- chiese, mentre si avvicinava ai posti loro assegnati.
-Già- sovra pensiero Havoc continuava a guardarsi attorno, sui loggioni soprattutto, se il colonnello fosse stato lassù il rischio di essere notato aumentava.
-Oh, ecco i nostri posti.- la voce di Riza lo richiamò alla realtà.


スズク...          

   
 
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