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Autore: cin75    21/02/2016    4 recensioni
Jared e Jensen. Quelli falsamente reali, o realmente falsi. Quelli di Preghiere.
Ancora.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Preghiere'
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"JENSEEENNN!!!"

Il cuore di Jared si fermò per un attimo e riprese a battere solo quando vide che i due stavano ancora lottando.
Allora, preso dalla più cupa disperazione, iniziò a muovere le mani legate alla colonna.
 
Al di fuori della casa, i due agenti, costantemente in macchina, scattarono immediatamente quando sentirono il colpo d’arma da fuoco.
“Unità Due a Unità Uno. Colpo d’arma da fuoco. Ripeto colpo d’arma da fuoco all’interno della casa. Ci apprestiamo ad intervenire.” comunicarono immediatamente.
“Unità Uno ad Unità Due. Agite con cautela. Intervenite dall’ingresso principale. Noi interveniamo in due minuti dall’ingresso sul retro. Ripeto agite con cautela!” fece la voce decisa e autoritaria di Rice all’altro capo della ricevente.
Gli agenti in macchina, uscirono e corsero all’ ingresso. Uno si posizionò appena accanto alla porta, l’altro si mise in modo da poter guardare dentro, attraverso la grande finestra e potè così vedere Jared legato alla colonna che cercava di slegarsi e Jensen che lottava con McCoy.
L’agente che guardava all’interno, prese la sua radio e riferì quello che vedeva a Rice che stava arrivando.
“Padalecki è legato ad una colonna dell’ingresso. Ackles sta lottando con McCoy.”
“Tenete sotto controllo la situazione. Se entrate da soli, McCoy potrebbe scappare dal retro. Noi siamo sul posto in trenta secondi! Copriremo l’uscita sul retro.”

Ma fu quel lasso di tempo, quei trenta secondi, a sconvolgere gli eventi.
 

In casa, mentre ancora lottava con McCoy, Jensen, riuscì, con un calcio a fargli saltare la pistola dalle mani che finì poco distante da loro e mentre i due se le davano di santa ragione, Jared , furiosamente, muoveva le mani in ogni modo per potersi liberare e andare in aiuto di Jensen.
Ma in quella lotta furiosa, Jensen, purtroppo mise male un piede e si ritrovò a cadere sui gradini dell’ingresso principale, finendo sulla schiena. McCoy in un secondo gli fu addosso e iniziò a colpirlo con furia e in quella sua furia non si accorse che Jared finalmente era riuscito a liberarsi.
Jared si alzò velocemente e corse, senza pensarci, in aiuto di Jensen, bloccato sotto il corpo di McCoy che continuava a prenderlo a pugni con rabbia.
Jared gli si lanciò addosso, placcandolo letteralmente e tirandolo via dal compagno che potè finalmente riprendere fiato.

Ma in quella sorta di salvataggio, Jared e McCoy rotolarono uno sull’altro. Entrambi cercavano di prevalere sulla forza dell’altro. Ma sorte volle che, quando andarono a cozzare contro la colonna , dove era stato legato fino a pochi attimi prima Jared, fu proprio l’attore a ritrovarsi sotto il suo aggressore e alla mercè dei suoi colpi.
McCoy ormai era una furia senza più controllo e in quella sua furia allungò una mano verso un soprammobile caduto a terra e stringendolo tra le sue mani, lo alzò in aria pronto a colpire Jared dritto alla testa.
 
In quello stesso istante, Rice ordinava di fare irruzione da entrambi gli ingressi.

In quello stesso istante, un colpo, forte, fragoroso, assordante risuonò nell’antro della casa dei due attori.
 

La mano di McCoy rimase ferma in aria per poi aprirsi a lasciar cadere l’arma occasionale. La sua schiena si contrasse nervosamente. I suoi occhi si spalancarono all’inverosimile per la sorpresa di quello che gli stava succedendo. Per un po’ fissò lo sguardo confuso di Jared sotto di lui. Un rivolo di sangue gli sporcò la bocca da un lato. Un secondo dopo, il delinquente si lasciò cadere di lato, liberando dal suo peso, il corpo di Jared.
Questi si issò appena sui gomiti per capire cosa fosse successo e deglutì , scioccato, quando i suoi occhi misero a fuoco un Jensen malconcio che ancora impugnava la pistola fumante.
 
Il tempo di un battito di ciglia che gli uomini di Rice, Rice compreso, erano nel salone ad assicurarsi e a controllare tutto.
Jared si alzò, ignorando il dolore che sentiva e si avvicinò cautamente a Jensen. Vedeva le labbra del compagno muoversi ma non riusciva a comprenderne il suono.
“Jensen ? Jensen??!”
“Ho ucciso un uomo….ho ucciso un uomo… ho ucciso….” continuava a ripetere il maggiore.
“Amore….Jensen….lascia la pistola…..” sussurrava Jared per cercare di placare lo stato in cui si trovava Jensen. Accanto a loro arrivò immediatamente Rice.
“Lui…lui non….lui ha solo…” provò a spiegare Jared.
“Ok! Jared, va tutto bene. Ci sono io, qui , adesso.” cercò di rassicurarlo. E poi, il federale spostò la sua attenzione su Jensen e mise una mano su quella con cui l’attore ancora teneva stretta l’arma.
“Jensen?...Jensen, ascoltami. E’ tutto finito. Lascia la pistola, amico. Lasciala..dalla a me.” Lo spronò ad ascoltarlo.
“Io ho…..io ho ucciso ….un uomo!” fece ancora Jensen guardandolo appena negli occhi, ma che lentamente sembrava abbandonarsi a quello stato di choc.
“Ascoltami, Jensen. O gli sparavi o lui uccideva Jared. E credimi hai fatto l’unica cosa che andava fatta , perciò tu ades…” ma si fermò perché , dopo essere riuscito a sfilargli la pistola dalle mani e passarla ad un suo collega vicino, Rice , notò una piccola bruciatura sulla camicia di Jensen. “Ma cosa…” si stranì.
Mise una mano , con gentilezza, sulla camicia e piano l’aprì per controllare e stralunò gli occhi quando vide che quella bruciatura continuava sulla maglietta al di sotto della camicia e anche sulla pelle dell’attore.

“Rice ma cosa…” fece Jared che non aveva mai smesso di sostenere Jensen.
“Ok, Jared, mettiamolo giù. Piano, con calma….molto lentamente.”
“Rice…” ripeteva Jared ma che comunque eseguiva gli ordini.
“Fa’ come dico, Jared. Jensen è ferito.” disse con formale lucidità mostrando a Jared il foro di proiettile sulla spalla del compagno, appena sopra il cuore.
“O mio Dio!! O mio Dio!!” fece quel panico che Jared non riusciva a tenere sotto controllo quando ci andava di mezzo la salute di Jensen.
“Ferita d’arma da fuoco. Dove sono i paramedici!?” gridò Rice nella grande sala.
“Ad un minuto da qui, signore!” rispose l’agente che teneva sotto controllo, comunque, il corpo senza vita di McCoy.
“Ma non….non c’è sangue….Perchè…perchè non c’è sangue!!??” si informò nervosamente Jared.
“Il proiettile deve essere ancora dentro e non so se sia un bene o un male!” e in quell’affermazione vide entrare in casa i paramedici che si sarebbero presi cura di Jensen.

Mentre gli infermieri agivano professionalmente sull’attore ferito, proprio Jensen, parve avere uno sprazzo di lucidità.
“Jay…Jay….la mia Jay…” sussurrava .
" Jensen…Jensen ….Jay non è qui. Lei …lei è al sicuro!” volle rassicurarlo Jared, pensando che il compagno fosse confuso.
Invece Jensen non lo era. Lui voleva dire ben altro.
“Lei…lei deve continuare a sorridere….Jared….tu, tu devi farla….continuare a sorridere…lei…lei…Se io…se io….lei deve….deve…” e per quanto quelle parole fossero amorevoli, Jared le odiò con tutte se stesso , perché sembravano una promessa da far mantenere al posto di chi non ci sarebbe più stato.
“Lei sorriderà Jensen… e noi con lei. Ora devi solo lasciare che ti curino…ti prego…ti prego…resisti!” si affannò a dirgli, dopo aver sentito i due paramedici comunicare a Rice che non c’era sangue perchè l’attore stava sanguinando all’interno. Il proiettile faceva da tappo ma nel modo sbagliato. Non chiudeva la vena recisa , ma il foro di entrata.
“Dobbiamo portarlo via immediatamente o non ce la farà! Ha una forte emorragia interna.” disse uno dei due soccorritori.
“Ok! Una macchina dei miei uomini vi farà da apripista!!”
 

Era passata da un pezzo la mezzanotte quando un Misha decisamente sconvolto arrivò in ospedale alla ricerca dei suoi due amici. Era stato avvisato da Rice, che era al corrente del forte legame d’amicizia che legava i tre attori.
“Jared?....Mio Dio……come sta?!” chiese l’ex collega che era rimasto parte integrante della loro vita. Il bruno informandosi su Jensen, non potè non notare i vistosi segni di lotta presenti anche sul volto di quello che era ancora, ai suoi occhi, il giovane Padalecki.
“Non mi dicono niente Mish! Lo stanno ancora operando. L’unica cosa che mi hanno spiegato è che l’emorragia era grave. Che il proiettile aveva colpito una…non so quale vena importante della spalla.” riferì, senza mai smettere di fissare l’ingresso che portava alle sale operatorie. “Mi hanno detto che era grave…che lui…che lui…”
“Ok! Ma vedrai che se la caverà. Jensen è un fottuto texano. Non sarà di certo un proiettile nella spalla a metterlo ko!!” fece speranzoso e ottimista Misha, cercando di mascherare l’ansia che anche lui provava per la sorte del caro amico.

Poi vide un’espressione di rimorso sul volto di Jared. “Jared…che hai?!”
“Non sono riuscito a dirgli che lo amo!” sussurrò
“Jared!” lo richiamò con tono comprensivo e  amichevole.
“Non sono riuscito a dirgli che lo amavo, che lo amo e che lo amerò per sempre e lui ora sta rischiando di…..se lui…se lui non….” ma non riuscì a finire a causa del terrore che gli strinse la gola al solo pensiero di quella previsione così tragica.
“Ascoltami, Jared. Ascoltami!” fece Misha, afferrandolo per le spalle piegate dalla preoccupazione. “Ci siete già passati. McCoy vi ha fatto anche di peggio. Io c’ero, ricordi?” lo invogliò a ricordare Misha. Il rapimento di Jensen, l’averlo creduto morto nell’esplosione di quella macchina. E poi l’ansia di aver creduto che Misha stesso e la sua famiglia fosse in pericolo e ancora , lo stupro di Jared e tutto le sue tragiche conseguenze.
Misha c’era sempre stato. Costantemente presente a offrire la sua spalla da colpire o su cui piangere!!
“Supererete anche questa. Te lo garantisco. Per voi. Per l’amore che vi lega. Lo farete per Jay, che vi idolatra!!” fece poi e a quel nome Jared si allarmò ulteriormente.
“Oddio!!” si agitò Jared come se si fosse reso conto solo in quel momento di qualcosa. “Jay??!! Devo avvisarla…devo farla rientrare….Mio Dio! , quando lo saprà lei…lei…” e iniziò ad ansimare nervosamente.

Misha lo fece sedere e cercò di farlo calmare.
“Ok! Respira Jared. Non serve che ti venga anche un attacco d’asma!”
Quando Jared sembrò di nuovo, più o meno, calmo, Misha lo lasciò solo per pochi minuti e ritornò con una bevanda calda. A Jared non poteva che fare bene.
“Va meglio, amico?” chiese amichevole e Jared annuì, ringraziando.
“Jay mi vuole un bene dell’anima…” disse , forse , solo per dare più corpo a quello che erano i suoi pensieri in quel momento. “Ma…ma lei e Jensen…..Loro sono una cosa sola. Certi giorni, li vedo seduti allo stesso tavolo, fare gli stessi movimenti senza nemmeno guardarsi. Sono una lo speculare dell’altro. A volte sembra che si leggano nella mente, tanto sono simili e io…io mi incanto a guardarli quando sono insieme e non riesco….non riesco ad immaginarmi la mia vita senza…”
“D’accordo!!” lo fermò Misha, sapendo che forse l’amico si stava facendo più male che bene a fare certi pensieri. “Allora facciamo una cosa. Aspettiamo che qualcuno ci dica qualcosa. Avvisare quella ragazza adesso significa mandarla nel panico. Non è ad un pigiama party dall’altro lato della strada. Lei è dall’altro capo del mondo.” e Jared capì che cosa intendeva.
Per Jay affrontare quel lungo viaggio in aereo sapendo che cosa stava succedendo al suo adorato Papà Jensen, sarebbe stato insostenibile.
“Quando sapremo come stanno effettivamente le cose qui, la chiameremo e la faremo rientrare, ok?!” concluse Misha.
Jared annuì, sperando di dover fare quella telefonata con notizie diverse da quelle che si prospettavano.
 
Verso le quattro di mattina, il dott. Summer , che ormai li conosceva da anni, anche a causa dei loro , non proprio felici trascorsi in quell’ospedale, raggiunse Jared e Misha.
“Allora?” si ritrovarono a chiedere all’unisono i due amici.

 


N.d.A.: Lo so mi state odiando furiosamente in questo momento.
Quindi vado semplicemente via!!
Ps: detto tra noi. Non credo che gli uomini di Rice abbiano fatto una bella figura!!
 
Baci, Cin!
   
 
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