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Autore: Everian Every    23/02/2016    5 recensioni
(Forte presenza di autori)
Diavolo, non ho idee per il titolo... bah, pazienza.
Primo: la storia è a scazzottate. Cioè, non è un torneo, ma si basa sulle scazzottate lo stesso.
Secondo: la storia è DAVVERO piena di scazzottate.
Terzo: la storia tratta di un gruppo di ragazzi, rapiti da diversi universi paralleli dallo strano individuo di nome Omino di Mai, il quale li obbliga a combattere contro il Supremo Nero per impedirgli di conquistare il mondo. Riusciranno i nostri eroi a sconfiggere il terribile nemico? O saranno sconfitti? E poi... Le cose saranno davvero come l'Omino vuol far credere?
Dal testo:
""è una battaglia senza speranza allora." fece notare Xurst, corrugando la fronte.
"Non ho detto questo." ribadì Gioyglory con pazienza.
"In effetti lo hai detto." la apostrofò di nuovo il rosso, fissandola con sguardo carico d'odio.
Gioyglory sospirò.
"Diciamo che l'esito è totalmente sotto il controllo di Nero." concluse infine, facendo calare un silenzio inquietante sul gruppo."
Enjoy This :D
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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"Devi farmi andare laggiù, cazzo!" gridò Lelq, cercando di passare al di là della barriera che Reid teneva eretta sin dal principio del combattimento tra le due entità.
"Non devi morire. Ho ordini precisi." ripeté per l'ennesima volta il ragazzo ammantato.
L'altro lo fissò frustrato. Andava ripetendo quelle stesse parole sin da quando aveva eretto la barriera. Se ne stava lì in silenzio, le game incrociate, le mani giunte a preghiera, tranne quando Lelq dava un pugno alla barriera viola che li avvolgeva totalmente. La colonna di roccia reggeva grazie alla sua difesa. E cadere da lì significava morte certa. Ma a lui non importava. Doveva salvarli, doveva. Non era nel suo stile lasciare qualcuno indietro.
Victus stava sdraiato con le mani giunte sulla pancia, riposando con gli occhi chiusi. Era provato, e si capiva. Quando Alter lo aveva lanciato via e lui era atterrato in parte a Reid era già provato, oltretutto aveva aiutato il ragazzo a liberare Nero.
Era in quell'occasione che aveva appreso in cosa consistesse la prigione di un Supremo.
Si trattava di una stanzetta cubica di tre metri per tre, con una poltrona e nulla più. Una delle pareti, quella da cui si poteva entrare od uscire, era composta di sbarre, ma non c'erano porte. Reid, insieme a Nero, che si trovava dall'altra parte, gli aveva spiegato che un altra persona sarebbe potuta uscire facilmente da lì, mostrandogli anche che lui, con la sua capacità di trasformarsi in fumo nero (similmente, tra l'altro al potere di Victus stesso), poteva passare dall'una o dall'altra parte senza problemi. Certo, le pareti erano indistruttibili, come le sbarre. I Supremi, invece, si vedevano bloccati in tutte le loro facoltà per diecimila anni. Inoltre, se per caso avessero toccato le sbarre, la prigionia si sarebbe rinnovata da sola.
Per liberare Nero, Victus aveva dovuto cedere moltissima della sua energia a Reid, affinché potesse usare una strana felpa con un logo che tanto ricordava al moro le ali di Gioyglory, per aprire un varco temporaneo affinché Nero potesse passare. Poi la felpa era svanita e il trio si era avviato a fermare Alter, senza che qualche altra spiegazione fosse elargita al povero Mors.
Quando ci fu il botto e l'essenza di Alter prevalse, Lelq fissò la conca. Reid alzò finalmente lo sguardo, tradendo un minimo di preoccupazione.
Dall'oscurità emerse come un proiettile il corpo di Nero che si schiantò contro la colonna, finendo incastrato fino alla vita poco sotto di loro. Solo le gambe fuoriuscivano dalla roccia.
Alter si innalzò a sua volta, levitando davanti a loro. Era tornato ad essere la copia di Nero, ma non aveva cilindro e bastone. Inoltre teneva i pugni stretti e il suo corpo emanava un fumo bianco che si confondeva con quello nero che invece fuoriusciva copioso dal suo occhi sinistro, formando un'unica massa violacea che si diffondeva tutt'intorno a lui.
"Ho deciso, Nero." ringhiò. "Non posso sconfiggerti. E tu non puoi sconfiggere me. Allora sai che ti dico? Che ora ti costringerò a fare quello che meno desideri al mondo. Ora... io ti affronterò usando la mia massima potenza. E tu dovrai fare lo stesso per non restare sconfitto. E così, come quando tu e Adreus combatteste la prima volta, distruggeremo la Realtà! Ed ora che il capo non c'è, trascineremo nell'oblio l'intero MULTIVERSO! IO E TE RADEREMO AL SUOLO IL MONDO!" gridò, mentre la sua essenza cresceva. E crebbe, e crebbe tanto che i suoi confini non furono più visibili da qualsiasi parte si guardasse. Avvolse tutto e quel piccolo uomo che Lelq, Reid e Victus vedevano davanti, abbracciò ogni cosa! Superò i confini della Realtà e si espanse in tutto il Multiverso, facendo cadere a terra Every nella villa di Gyber, colpito da un dolore lancinante alla testa.
Tutto tremò, si piegò, si contorse.
Poi, quando fu soddisfatto, Alter si piegò lievemente in avanti e scattò, portandosi dietro tutto quel potere che anche solo in parte avrebbe potuto distruggere ogni cosa, e caricò un unico punto del mondo, cioè Nero, che se ne stava beato nella colonna, come se fosse intoccabile, sicuro di vincere.
"Ma guarda." disse la voce della Paura, quando Alter fu a pochi centimetri da lui "Anche no."
La colonna svanì, Nero e i tre ragazzi scomparvero dalla traiettoria di Alter. Era stata un'illusione! Fin dall'inizio, Nero aveva fatto credere ad Alter che la colonna fosse lì, quando era dalla parte opposta. E così il Supremo non seppe fermarsi e andò a cozzare con la prima cosa che si trovò di fronte: le sbarre di ferro arrugginito della cella dei Supremi.
"NO! MALEDETTO!" gridò, mentre la forza di tutti i Supremi riuniti, che in concilio avevano infuso i loro poteri per creare quella prigione, lo imprigionava di nuovo per diecimila anni.
L'essenza del mostro si ritirò finalmente, lasciando libero il Multiverso, libero di potersi definire salvo.
Alter, il falso Nero... era stato sconfitto da uno "sgambetto".
E Nero, quello vero, rideva, rideva... Batté le mani e la Cripta tornò come nuova. Xoen, Dark, Lars e Xurst erano lì, seduti per terra un po' straniti. Era stata tutta un'illusione. Sin da quando Nero era uscito dalla cella, tutto era stato un'illusione. La Cripta, loro... Alter non aveva mai distrutto quel posto. La sua oscurità non aveva mai ucciso i ragazzi.
A quel punto, Lelq non sapeva più nemmeno se l'intera avventura fosse stata reale o no. Non sapeva nemmeno se il dolore che aveva provato era stato vero dolore o solo una sensazione creata dal Supremo della Paura.
Quanto potere poteva avere, quel signor Nero, per poter far dubitare fino a quel punto? Era... terrificante l'idea che con uno schiocco di dita potesse farti credere tutto e il contrario di tutto. E più terrificante era non sembrava ci fosse modo di distinguere il vero effettivo dal vero creato dal demone.
Sempre come se i suoi pensieri fossero scritti sulla sua faccia, Nero lo fissò sorridendo con uno sguardo scaltro in volto e disse: "Via, via, signor Lelq. Dovrebbe essere felice. Dopotutto ha appena vinto una guerra."
"Non so... Ma credo che più che una guerra, io abbia vinto una battaglia. Anche se non so davvero se l'ho vinta io, se l'ho combattuta." rispose il giovane.
Nero fece un segno di assenso.
"Deh! Qui abbiamo finito! Io vi lascio, signori miei. Au revoir!" disse, iniziando ad allontanarsi roteando il bastone da passeggio.
"Aspetta." lo richiamò Xoen. Nero si bloccò, voltandosi.
"Non credi di doverci un minimo di spiegazioni?"
"Certo certo!" esclamò Nero, poggiando le mani sul pomo del bastone che teneva ritto davanti a sé. "Vedete, il punto è che Alter non è la Paura. Egli rappresenta la voglia di essere migliori degli altri, l'Arroganza, la Superbia. Per questo il suo potere si basa sull'utilizzo di quello altrui, potenziandolo ovviamente. Per la sua smania di potere che sin dal principio di tutto si era manifestata in un suo primo tentativo di prendere il possesso del concilio degli esseri di diversa condizione di esistenza, da voi detti così volgarmente Supremi, decidemmo di rinchiuderlo. Ma nemmeno noi... diciamo pure Supremi per abbreviare... anche se trovo davvero orribile questo epiteto... nemmeno noi, dicevo, potemmo tenerlo fermo per sempre. E così creammo una prigione in cui rinchiuderlo ogni diecimila anni. Di solito, visto che lui odia in particolar modo me, sono io a rinnovare la sua incarcerazione, ma stavolta, mettendosi d'accordo con l'Omino di mai, mi ha teso una trappola, facendomi finire dentro. Per questo motivo l'Omino, che voleva solo vendicarsi di me per... una vecchia disputa, decise di chiamare qualcuno che potesse fermare Alter, rendendosi conto troppo tardi che l'averlo aiutato a liberarsi non aveva fatto altro che creare il rischio della distruzione di ogni cosa da parte sua. Alter infatti è altamente instabile mentalmente. Egli vuole essere il migliore e per questo non tollera l'esistenza di alcunché, in quanto vede tutto come una sfida alla sua persona.
E così l'Omino chiamò voi. Perché non qualcuno di questa Realtà? Semplice, perché Alter li conosce tutti, sa come fare per batterli facilmente. Voi invece eravate più... imprevedibili. E così Lars fu chiamato per aprire la Cappella degli elementi, Xurst quella del tempo, Victus e Xoen per quella della morte e della vita, anche se Gioyglory si vide costretta ad intervenire. Dark venne chiamato perché il suo potere di creazione poteva constrastare, all'inizio, quello di distruzione di Alter e delle Rovine. L'unico che non so perché sia qui è Lelq.
Ma pazienza, non ci importa.
Fatto sta che avete compiuto la missione. Ora l'Omino, il cui nome, ve lo dico, è Blaso, la Follia, dovrebbe arrivare qui e rispedirvi a casa vostra."
"Ma..." fece per chiedere Lars.
Tuttavia Nero era già svanito nel nulla.
Il gruppo restò in silenzio.
"STO ARRIVANDO A PALLA!" gridò la voce dell'Omino.
Il ragazzo comparve dal soffitto, volando come un razzo (letteralmente, aveva la parte inferiore del corpo trasformata in uno shuttle), andando a schiantarsi al suolo.
"Nero si è liberato? 'CIDENTI! Oh, beh, poco male. Complimenti eccetera. Bravi addio ciao silvanoul!" disse, aprendo dei portali sotto di loro e lanciando fazzoletti colorati e coriandoli a destra e a manca.
Reid lo fissò con odio, balzando indietro prima che il portale lo inghiottisse, svanendo in un portale creato da lui stesso.
Gli altri invece caddero prima ancora di poter dire alcunché.
 
Buio.

Silenzio.
 
Poi.
 
Un grido di sorpresa.
 
Lelq aprì a fatica gli occhi, portandosi una mano alla testa che, in fede sua, stava scoppiando. Ma molto dolorosamente.
"Lelq!" sentì gridare.
"C-cosa?" si limitò a chiedere, cercando di mettersi in piedi, senza troppo successo. Si limitò a girarsi sulla schiena, quanto meno per poter vedere qualcosa di più oltre ad uno stupido parque.
Si trovò a fissare uno stupido soffitto.
Fantastico cambio di panorama, davvero.
Un'ombra gli coprì gli occhi. Alzò un attimo lo sguardo e vide una ragazza che lo fissava con le lacrime agli occhi sorridendo di gioia.
"Ciao Okami. Tutto ok?" la salutò, riprovando a mettersi seduto.
La ragazza lo aiutò, fissandolo poi un attimo. Lui la guardò di rimando.
"LELQ!" gridò infine lei commossa, abbracciandolo con uno slancio che per poco non fece cadere entrambi a terra. Il ragazzo sentì un terribile male alle costole. Si sentiva abbastanza rotto. In tutto il corpo. Il che. Era molto. Molto. Ma molto. Fastidioso!
"Vacci piano ragazza, stai sbriciolando quel poco di scheletro che mi è rimasto." brontolò lui. Si sentiva scombussolato e, a dirla tutta, preso in giro. Lo avevano costretto a vivere un'avventura fuori dal normale, strappandolo alla sua famiglia, ai suoi amici. E l'unico compenso era un atroce senso di mancanza, di qualcosa che gli era stato tolto, anche se non capiva cosa.
Okami gli si scollò di dosso sempre sorridendo. Lui le sorrise, alzandosi faticosamente.
"Sono stato via per un po', e nemmeno ti immagini dove." le disse, barcollando finché la ragazza non l'ebbe preso per un braccio, sorreggendolo.
"Indovino: in un mondo nuovo in cui regna un tizio chiamato Omino di mai?" rispose lei, mentre si avviavano verso una stanza un po' più comoda.
Lui la fissò incredulo.
"Tu sei l'Omino e mi stai prendendo ancora per il culo vero?" chiese.
Lei lo fissò e sorrise.
"No, no, tranquillo. Sono la vera Okami e questa è l'autentica villa di Gyber."
"E allora come fai a sapere cosa mi è successo?"
"Abbiamo trovato un tizio... un certo Every che dice di essere il capo di questo Omino e che dice di essere stato spodestato e... oh, un sacco di cose. Ma tu sei qui, ora, e questo è ciò che conta! Certo, se solo..." Okami si rabbuiò.
"Se solo cosa?" la incoraggiò a proseguire.
Avrebbe fatto quattro chiacchiere con quell'Every, più tardi, ma prima gli premeva riabbracciare sua figlia... e poi c'era lei... Quanto le doveva. Se non fosse stato per il ricordo della sua ragazza avrebbe di certo mollato. Gli aveva salvato la vita e lui non vedeva l'ora di poterla riabbracciare, baciare...
"Il fatto è che mentre tu eri scomparso, alcune persone sono cadute in coma. Every ci ha spiegato che questo voleva dire che erano stati trasmigrati nella sua Realtà, che erano lì come in un sogno. Ora Victus si è svegliato e penso anche gli altri, anche se non ne sono sicura. Stanno tutti bene. Tutti, tranne..."
"Tranne?" fece Lelq, corrugando la fronte, d'un tratto preoccupato.
"Lelq, mi dispiace tanto, ma vedi, Giuly..."
Non finì la frase. Lelq la spostò e si mise ad correre lungo il corridoio. Diavolo, il suo corpo non gli avrebbe certo impedito con un po' di dolore di andare vedere la sua ragazza, no?
Sentendo che Okami ne parlava così, poi... Le parole del falso Nero, Alter, gli tornarono in mente.
Ahh... Vuoi rivedere la tua famiglia, vero? Vuoi riabbracciare Giulyu? E Anna? Ma povero caro.... AHAHAHAAH! Stupido idiota, l'Omino di mai ti riporterà sempre e solo qui, per combattere ora e per sempre in un disgustoso gioco che né io né tu possiamo comprendere.
Aveva detto così. Che sapesse già che l'Omino aveva preso anche Giuly? O magari era stato proprio Alter a rapirla. Doveva vederla subito, a tutti i costi.
Ignorò Okami e si diresse lungo il corridoio adombrato, rischiando di scontrarsi con uno sbalordito Litios di ritorno da una missione. Sorpassò anche lui senza degnarlo di uno sguardo e svoltò a destra, passando per un assolato salone circondato per metà da imponenti vetrate in stile gotico e arredamento barocco.
Era a villa Gyber, se avevano portato lì Giuly, e lo sentiva fin nelle ossa che era lì, sapeva anche dove l'avevano messa. Cascasse il mondo, nessuno gli avrebbe impedito di andare da lei.
Passò di fronte ad una porta chiusa a chiave, con Litios e Okami che gli gridavano di fermarsi, di stare con loro, di parlarne... Ma di che cazzo dovevano parlare? Lui era lì per ben altro motivo. Sfondò il portone di abete con un solo calcio. La gamba cigolò per lo sforzo, ma non ci fece caso. Riprese la marcia forzata, caparbiamente attaccato al suo proposito. Salì una rampa di scale, scostando in malo modo Meteor che stava salendo a sua volta.
Questi lo guardò offeso finché non si accorse di chi lo aveva appena sballottato senza nemmeno scusarsi.
Corse col fiatone per tutta la villa, maledicendo Gyber di averla costruita così grande, fino ad arrivare di fronte ad un corridoio che dava su un'unica porticina nera. Le pareti cassettonate di legno pregiato erano illuminate dalla fioca luce di torce rosse magiche che stavano attaccate ai pilastri posti ad intervalli regolari lungo tutto il perimetro di quell'ala della casa. Con passo dapprima incerto, il cuore in gola, un desiderio feroce di correre e una paura subdola e strisciante che glielo impediva, avanzò fino a trovarsi a correre per davvero vinto dalla smania di riabbracciare Giuly, la sua Giuly.
Arrivò alla porta. Sentiva chiaramente Meteor, Okami, Litios e altri che non sapeva identificare per stanchezza o per distrazione dietro di sé guardarlo. Sentiva la loro apprensione e questo bloccò la sua mano stretta sul pomo della porta. Deglutì. Se dall'altra parte avesse trovato davvero Giuly in coma? Come avrebbe reagito? Poteva davvero permettersi quello shock? Dopo quello che l'Omino gli aveva sussurrato all'orecchio prima di farlo sprofondare nel portale con gli altri?
Ma in fin dei conti, non poteva non andare.
Aprì la porta ed entrò.
Dentro era come se l'era aspettato. La stanza riservata a loro due da quando si erano messi insieme ed erano stati invitati a stare lì prima di trasferirsi in una casa tutta loro. Una saletta circolare con uno scrittoio e un pianoforte faceva da anfiteatro alla camera vera e propria. Un arazzo ornava la parete a destra della porta, mentre da una finestrella variopinta si poteva vedere il mare e la scogliera su cui la villa poggiava dopo le recenti ristrutturazioni.
Un'apertura nel muro, in fronte alla porta d'ingresso, dava sull'alloggio.
Varcò l'arco acuto da cui pendeva una piccola lampada d'oro ad olio. Il profumo di orchidee lo pervase. Dalle tende di lino che coprivano le finestre da cui si accedeva al balconcino a strapiombo sull'oceano filtrava la luce del sole al tramonto.
Guardò a destra. Lucas stava seduto a capo chino e mani giunte su una poltroncina vittoriana. Era in parte al letto matrimoniale dalle candide coperte bianche arabescate con motivi orientaleggianti in oro e porpora. E in mezzo al letto, la testa incorniciata dai bei capelli castani. Sembrava davvero dormire se solo non fosse stato per il respiratore.
Lelq strinse i pugni. Sentì il cuore sprofondare, cadere in pezzi e poi rinascere solo per essere distrutto ancora e ancora così da protrarre la sua agonia. Voleva gridare, ma temeva che qualsiasi movimento avrebbe potuto far del male alla ragazza. Aveva gli occhi chiusi e sembrava stare bene. Ma c'era qualcosa che non andava. E quando se ne accorse non poté evitare di chinarsi su sé stesso come colpito al ventre da un pugno, tenendosi il petto con una mano, colpito da un attacco al cuore. Strozzò un grido di rabbia, dolore e disperazione e pianse, cadendo carponi.
Lucas si accorse di lui e alzò il capo con sguardo cupo. I suoi occhi si illuminarono quando videro l'amico, non poté non sorridere. Colto da un improvviso slancio, si alzò di scatto e andò verso di lui.
"Lelq" disse, stringendolo calorosamente a sé.
"Lucas, che... che le è... che è successo a..." balbettò lui tra i singhiozzi.
Il biondo vacillò. Tutto quello che seppe fare fu stringerlo più forte.
 
Quella notte la Lucas Force si riunì nel salone da ballo della villa.
Lelq aveva già riabbracciato sua figlia, Anna. La piccola ora stava dormendo. Quando l'aveva vista, l'aveva presa in braccio, l'aveva fatta girare, le aveva scompigliato il crine leggero, felice. Aveva perfino finto che tutto andasse bene quando lei gli aveva chiesto della mamma. Così, fino a che non era crollata esausta. Lui le aveva rimboccato le coperte, dirigendosi poi alla riunione, ogni traccia del sorriso che aveva usato con la piccola cancellata in un istante da un'espressione dura e impietosa.
Every se ne stava seduto su una poltrona, guardando il cielo stellato da una delle finestre. Non distolse lo sguardo nemmeno quando gli fu chiesto di spiegare la situazione.
Raccontò ogni cosa per filo e per segno, dal tentativo di Blaso di spodestarlo esiliandolo dalla sua realtà, fino al piano mal riuscito sempre di Blaso per sconfiggere Nero, compreso il motivo per cui lui non poteva intervenire.
"È vero." disse "Se io tornassi là e dessi un ordine, Blaso, per sua natura, dovrebbe obbedirmi. Ma se ora io mi recassi nel mio Universo, lui lo distruggerebbe totalmente. Normalmente la cosa non sarebbe un problema, giacché lui non può uccidere me e non sarebbe minimamente ferito nell'annientare la Realtà. Potrebbe sempre ricrearla. Per questo aveva bisogno di qualcosa che mi tenesse lontano. Se io non temo che il mondo sia distrutto perché so che né io né lui ne usciremmo indeboliti, temo tuttavia che qualcuno venga coinvolto. Perciò ha preso Giulyu. Come ostaggio. Se dovesse morire..."
Restò muto.
Gyber prese la parola.
"Hai detto che i trasmigrati, come Giuly..." marcò bene il nome della ragazza. Trovava odioso il modo in cui quel pagliaccio lo storpiava aggiungendo una -u finale "non muoiono se sono uccisi nel mondo in cui sono stati portati, no?"
"Vero. Ma qui temo sia diverso. Primo, se il trasmigrato venisse ucciso nel mondo di arrivo, il suo corpo cadrebbe in una, diciamo, morte cerebrale irreversibile. Un bel pasticcio, ne converrai. Certo, c'è un sedici per cento di possibilità che si salvi del tutto, ma forse è meglio non correre rischi, giusto? Tuttavia"
Every si fermò un istante, fissandoli uno dopo l'altro con aria grave. Finalmente li degnava della sua attenzione!
"Tuttavia?" chiese spazientito Lelq, che stava gironzolando per la stanza sin da quando avevano iniziato a parlare della faccenda.
Every sospirò, congiungendo le mani sotto il mento.
"Tuttavia la vostra amica è stata ferita nel mondo di arrivo, ovvero il mio. Eppure il suo corpo qui ha riportato un danno. La cosa mi fa pensare che sia stata usata una forma di trasmigrazione più potente e pericolosa, più simile ad una traslazione. Se morisse là, quindi..."
"Morrebbe pure qui." completò Lucas, guardandolo di sottecchi.
"Già." concluse Every, tornando a guardare fuori dalla finestra.
"E noi che possiamo fare? Non puoi salvarla? Cavolo, sei più o meno il dio di quel mondo, avrai pure una qualche influenza?" sbottò Mirrus.
"Ahimé, tempo fa, dopo la prima ricreazione dell'Universo, abbandonai tutti i miei poteri. Ora ciò che posso fare è aprire varchi tra il mio e gli altri mondi, tutto qui. E se provassi ad entrare nella mia Realtà per imporre il mio volere sui Supremi... Potrei tentare, ma statene certi, poi di Giulyu non rimarrebbe nemmeno il ricordo."
"Manda me." disse secco Lelq.
Tutti lo fissarono, compreso l'ospite.
"Puoi farlo giusto? E allora manda me."
"C'è un buon settantaquattro per cento di possibilità che le ferite che riporterai saranno fatali e..." rispose Every.
Il musicista gli andò incontro minaccioso e lo alzò con la forza, prendendolo per il colletto.
"Ti sembrava una richiesta la mia?" gridò.
"Lelq, Calmati." lo fermò Lucas. "Ora."
Il leader fu così categorico che nemmeno Lelq seppe resistergli. Lasciò andare Every, seppur con una certa riluttanza e si avvicinò ad una finestra, poggiandosi ad una colonna con un braccio.
"Every, potresti davvero portarci nel tuo mondo?"
Il ragazzo pensò qualche istante.
Poi annuì.
"Allora è deciso. Partiamo. Io e Lelq andremo laggiù e riporteremo qui Giuly."
Lelq fissò la luna.
L'Omino di mai ti riporterà sempre e solo qui, aveva detto Alter. Forse non aveva tutti i torti.
"Sto venendo a prenderti, Giuly. Aspettami ancora un poco." mormorò.
 
 
ED ORA:
Il trailer della parte due, prossimamente;
 
"...Il musicista aprì lentamente gli occhi. Vide intorno a sé i suoi compagni. Fluttuavano, immersi in una specie di gelatina viola. Non riusciva a respirare. Qualcosa gli impediva ogni movimento. Era oppresso da quella sostanza budinosa che lo circondava. Provò a muovere le gambe a rana, come in piscina, ma non ottenne nulla...
... "DZ, VATTENE DA LÌ!" gridò Lucas.
"Non... posso... mi ha affer...afferr..." ringhiava quello con aria sofferente.
Poi ci fu u sibilo che raggelò il sangue di tutti.
E poi il braccio di Dz esplose...
...La ragazza fissò l'uomo da un braccio solo.
"Mi salverai davvero Murmure?" chiese.
Egli non rispose. Fissò le Rovine capitanate da Parsifal che avanzavano sterminando l'esercito di demoni dell'Oltremondo.
"Dovessi dare la mia vita, mia signora. Dovessi dare la mia vita."...
..."Aiutaci. Te lo chiedo in ginocchio." implorò Lelq guardando il giovane davanti a lui.
"No." rispose Nero senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale. Il treno sferragliò, facendo perdere l'equilibrio a Victus.
"Perché?" gridò il musicista, battendo le mani sul tavolino tra di loro, alzandosi dal sedile.
"Vedi, lo farei più che volentieri..." rispose educatamente il Supremo, chiudendo il giornale e socchiudendo gli occhi. "Se solo non fossi in pensione."...
..."Allora abbiamo un patto, mia cara?" chiese l'Omino porgendo una mano alla dama davanti a sé.
Seek sorrise con un sadico senso di piacere.
"Ritengo sia più adatto definirlo trattato di reciproco vantaggio." rispose, prendendo la mano.
"Allora portami la testa di Giulyu FrostWriter."...
 
Angolo di ME (last one in this story *^*. Non piangete. So che è dura da accettare. Sto angolo mancherà anche a me. Ma è ora di pensare ad altre cose. Come ad un angolo piatto di pasta.)
 
Oh, beh. Siamo arrivati qui. Sono fiero di poter dire: basta, sta fiction è finita!
Ma non del tutto, no... con un finale simile che non è un finale, ma un inizio? Ovvio. Poi vi ho detto in precedenza che questa era una serie, giusto? Quiiiindi...
Tuttavia, ora vorrei spendere due parole un po' più serie.
 
Innanzitutto, vorrei aririringraziare i partecipanti (Gyber, con Xurst quelle poche volte che è comparso, ammetto di essere stato ingiusto nei suoi confronti. Lelq con Lelq e tutta le brava gente che si porta dentro (double souls forever). Il Signor Mors, con il signor Mors e Xoen, Xeon, Xoooeoenjdjsan o come diavolo si chiama. Ciccio96 [ora è Coso96 o sbaglio? Mah, MISHTERO!] con Lars e in ultimo, ma certo non per importanza, il mio caro amico, il signor Darksaurus, con il signor Darksaurus.)
 
Vorrei inoltre ringraziare coloro che hanno accettato di partecipare (non li ho costretti, lo giuro c^c) nelle parti seguenti. Ringrazio quindi Lucas, che mi ha gentilmente (con una pistola dietro la testaCOFF COFF) prestato il suo Oc e la Lucas Force per essere massacrat... per andare a massacrare qualche ciclope in frac di troppo ^_^.
Gyber, ovviamente.
Litios, Meteor, lo stesso Victus, Dr.Mirrus, Kingmortebianca (tuttoattaccatoperchéfaswaggy), Pikachu_nelly_rainbow (si scriverà così? Nessuno lo saprà mai più! MUAHAHAAHokno),  il signor Shruikan, il grande Randor, l'ancor più grande (e ti credo) Dz (Donatozzilla. Ma Dz fa più Dj T-rex, caccia su la dubstep! JO!). (Spero di averli detti tutt... GIUSSSSTO!)
E ovviamente quella che è la causa del viaggio prossimo di Lelq e compagnia per il mondo di ME, ovvero Giulyu FrostWriter!
 
Un ringraziamento particolare va ai recensori. Voi, splendide creature abbaglianti di fulgida maraviglia! M'inchino e mi sottometto a voi, gagliardi virgulti di... Ma basta elogi idioti, va! Grazie a coloro che hanno recensito e, in particolar modo, a due di voi (Darky, te no, perché sono razzista nei tuoi confronti. Con affetto, Io medesimo :p) che, se non tutti i capitoli, hanno comunque fatto sentire la loro voce per tuuuuutta la storia. Grazie di cuore a Maty Frost, che ha avuto cura di farmi sapere se e quanto stesse apprezzando la storia. Grazie infinite a Gyber, mi lord, che ha espresso a sua volta i suoi pareri.
Ma con questo non dimentico gli altri, Darksaurus, Victus Mors, Lelq... Tutti, insomma, grazie a tutti.
 
Ringrazio poi voialtri, anime senza piaggi a cui dirigere i lumi e 'l pensiero che avete coraggiosamente letto la storia fino a qui. Davvero, rispetto per la dura prova di resistenza alla noia che avete affrontato, bravi, bravi, vi darò delle medaglie. No, perché sono tutte mieh, ma ok. Magari vi do un muffin. Ci penserò :).
Detto questo, che posso aggiungere
 
*vocevuoricampo*: STA ZITTO!
 
Ok, ciauz!
Alla parte due, Over Worlds - Travel to the Void
 
Ev.
   
 
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