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Autore: Angy Nyan    01/03/2016    1 recensioni
Tsurugi e Tenma erano in posizione. Wandaba che, come un pistolero del Far (o Wild, come volete) West si preparava a puntare le armi contro i due ragazzi. BANG! Un fulmine colpì il centrocampista e l’ace striker. Entrambi furono avvolti da scariche elettriche… ma qualcosa andò storto.
In un attimo successe l’inevitabile.
Cosa era successo?
*Yeeeee* Nyan è tornata! ♥
La mia nuova storia, come avete ben capito, parla di un certo Mixi Max... Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Qualcuno crei un soprannome per me che si riferisca alla mia "puntualità" lol
Vabbè, non è che la scorsa volta vi abbia detto quando avrei aggiornato e direi che se ho postato oggi vuol dire che sto migliorando-(?)
Bando alle ciance, rieccoci qui con il tredicesimo capitolo di Mixi Max!, in cui scopriremo l'identità di Tensuke; inoltre quest'ultimo ci spiegherà più dettagliatamente il perché si trova ad Inazuma-chou,
e soprattutto delle informazioni alquanto importanti che riguardano la trama della storia, quindi vi lascio direttamente alla lettura

Ps: Spero che la lunghezza vi soddisfi e ci vediamo alle note finali dell'autore!
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MIXI MAX!

  CAPITOLO 13 - E' questo il punto. Non ne avrò mai più l'occasione.


 

Si sentiva spaesato, nonostante fosse la sua casa del futuro. C'erano effettivamente dei cambiamenti, ma quella che si trovava davanti era lo stato precedente a quella che era la sua casa "attuale". Infatti, non solo la dimora era leggermente più grande, ma l'interno era sicuramente più impersonale, non come il posto in cui abitava. E' vero, quando era ancora di proprietà della signorina Kino, la dimora era un "albergo", ma fatto stava che quella casa non gli dava per niente l'idea di... casa, appunto.

Contò i passi, dalla porta al gradino situato all'entrata: 11. Anche quelli erano di più.

Ricordava la quantità perché una volta suo padre gli aveva organizzato una caccia al tesoro, a soli 6 anni. Era la sua prima tappa: "trova le ciabatte preferite della mamma". La risposta era ovvia: il mobiletto accanto al gradino all'entrata. Lì c'erano le scarpe di tutti, comprese le ciabatte di sua madre. Solo che in quell'occasione, nelle pantofole c'era una cuffietta per la doccia.
Ma quella era un'altra storia che avrebbe raccontato più avanti...
Purtroppo per lui, però, sapeva che non avrebbe avuto modo.

§---§

Kyouma e Yuuichi osservavano da dietro il divano il nuovo arrivato. Aveva le stesse sembianze della mamma, solo che aveva lineamenti più marcati, mascolini, ma soprattutto era più grande.
I due giovani scolari invece sembravano più calmi del solito.
No, scherzi a parte, solo Tenma era più calma del solito.
Tsurugi era, come dire... silenzioso.

Il suo te restava sul tavolino, intoccato, tiepido, ancora con la speranza che qualcuno lo avrebbe bevuto. Nonostante sapesse che la presenza di un altro suo figlio proveniente da futuro dovesse renderlo felice, Kyousuke non riusciva a capacitarsi della somiglianza con la sua fidanzata (dirlo gli faceva inevitabilmente sorridere come un ebete). Oltre a questo, notò la sua compostezza (per niente ereditata dalla mamma), in perfetto stile seiza; il nome che avevano scoperto era Tensuke (sicuramente opera della mamma, in questo caso); ultimo ma non meno importante, il suo carattere. Quello, doveva ammetterlo, ricordava un po' il suo.

Ma solo in certi aspetti, eh.

La sua aria misteriosa era piuttosto simile alla sua, quando entrò nella Raimon la prima volta (e sconvolse la vita a tutta la scuola, particolarmente alla squadra, ma questi son futili dettagli), ma solo questo. Il resto poteva capirlo da sé.
Sì, perché il ragazzo era facilmente sgamabile.

In nemmeno 5 minuti, Tensuke aveva almeno provato venti tipi di emozioni. Nostalgia, felicità, spavento, sorpresa, piacere, imbarazzo, tristezza e così via...
E Kyousuke le aveva colte tutte. Una per una.

«Allora... hai voglia di raccontarci come mai ti trovi... ecco, qui?» iniziò Tenma, notando che c'era una evidente aria pesante. Il ragazzo interpellato alzò lo sguardo dalla sua tazza ormai vuota, e incrociò per un attimo gli occhi incuriositi dei due bambini nascosti dietro il divano.
Dopo essersi schiarito la voce, cominciò: «Dunque... vorrei prima presentarmi per bene. Mi chiamo Tsurugi Tensuke, ho diciotto anni da poco compiuti e vado al liceo di Inazuma-chou. Sono figlio unico e i miei genitori si chiamano Tsurugi Kyousuke e Matsukaze Tenma, cioè voi.»
La pausa che decise di prendersi diede modo ai due giovani di sistemarsi meglio sul divano; i due piccoli gemelli invece si avvicinarono finalmente ai genitori, sedendosi al loro fianco.
Il ragazzo riprese a parlare.

§---§

«Sono consapevole che siete dei diretti interessati, quindi sono costretto a raccontarvi tutto, dall'inizio alla fine. Tutto è cominciato quando ho conosciuto il Professore. Mi dispiace, ma mi ha chiesto espressamente di non dire il suo nome a nessuno, nemmeno a voi, nel caso in cui avessi dovuto incontrarvi, in qualche modo. Comunque, la sua professione è quella di scienziato, specializzato in nuove invenzioni tecnologiche. Ha costruito lui questo orologio -alzò il polso per metterlo in mostra-, esso mi permette di andare avanti e indietro nel tempo a mio piacimento. Ovviamente non posso usufruirne troppo; infatti, se lo facessi, provocherei sbalzi temporali non indifferenti. Anche se... adesso è... rotto. Comunque, non è questo il problema, posso aggiustarlo in poco tempo. Sono qui perché... nel mio presente stanno avvenendo fatti non di poco conto. Dovete sapere però, innanzitutto, che nell'universo possono esserci molteplici mondi paralleli. Non ce n'è mai uno originale, o di base, come vogliamo definirlo. Ognuno di essi è influenzato dalle decisioni che prende ogni singolo uomo su questa terra. Lo possiamo considerare "Effetto Farfalla", come gli scienziati usano definire le condizioni in cui si trova un certo corpo dopo aver subito una trasformazione perché, dagli studi e anche dalla vita quotidiana, sappiamo che una semplice azione può provocare enormi cambiamenti a qualcosa o a qualcuno. A parte questo, sono sincero quando dico che se la situazione in cui si trova il mio presente continuasse, il vostro "mondo" ne subirebbe delle gravi conseguenze. Il mio "mondo" in questo momento è dominato da un gruppo che si fa chiamare "NeOgre", sono dei ragazzi con dei poteri paranormali, che usano il calcio per scopi malvagi. Questa organizzazione ha rapito la squadra di calcio della Raimon. Il Professore crede, purtroppo, che sia arrivata la fine per noi.
Per questo lui ha studiato per anni una soluzione per far tornare tutto come prima o, almeno, per sconfiggere la NeOgre. Questo perchè, oltre ad essere potenti, sono capaci anche loro di viaggiare in altri universi e andare avanti e indietro nel tempo. Se lo facessero, e forse hanno già cominciato, probabilmente la Raimon non esisterebbe più.»
Tenma e Kyousuke si guardarono per un secondo, e sembrava che si stessero parlando telepaticamente. Questo perché un pensiero li accomunava:

La situazione è stranamente familiare.

«Il Professore ha pensato che l'unica soluzione fosse di tornare indietro nel tempo, in un universo parallelo al mio, modificando una semplice scena, che ha poi scatenato gli avvenimenti successivi.»
Kyousuke ci pensò un po', poi gli venne un'idea: «Aspetta. Sei stato tu... a portare Yuuichi qui?» sentendo pronunciare il suo nome, il piccolo alzò lo sguardo prima verso il padre, poi al giovane davanti a lui.
«Ecco... sì. Il Professore afferma che sarebbe stato l'unico modo per evitare che la NeOgre facesse la sua entrata in scena qualche anno dopo. Infatti, ha controllato qualunque calcolo matematico e, indipendentemente dal giorno, dall'anno, questa organizzazione c'è sempre. Non sarebbe mai mancato il suo intervento. Detto ciò, vi starete chiedendo perché proprio io sono stato incaricato di portare a termine questa "missione di salvataggio"... ebbene, sappiate che a quest'ora sicuramente mi staranno cercando, quelli della NeOgre. Dentro di me c'è lo spirito di una figura molto importante per l'organizzazione. E' stato il Professore a inglobarlo in me, perché era convinto che sarebbe stato al sicuro qui dentro -disse, facendo due colpetti leggeri sul suo petto-. Questa persona che al momento si trova dentro di me si chiama-»
Ma non riuscì a finire di parlare, poiché una voce metallica sovrastava la stanza, facendo saltare tutti dai loro posti.

«Credo tu abbia detto abbastanza, Tensuke-kun.»

Il ragazzo riconobbe la voce: «Professore!»
Il "Professore" stava comunicando attraverso l'orologio che, a detta di Tensuke, dopo quello che aveva detto in precedenza, doveva essere ancora rotto.
«Se siamo coinvolti nella faccenda, allora abbiamo il diretto di essere messi a conoscenza della situazione in cui noi tutti ci ritroviamo! Non può tenerci all'oscuro!» Tenma disse avvicinandosi all'orologio di Tensuke.
«Mi dispiace, Matsukaze-san, ma è per il vostro bene. Il fatto che voi tre vi siate incontrati ha provocato un cambiamento in un altro universo parallelo. Dovevi essere cauto in questo, Tensuke, ma alla fine non lo sei stato. Devi tornare immediatamente nel tuo mondo e lasciare che, nell'universo parallelo in cui ti trovi attualmente, scorra il tempo in maniera naturale.»
Inutile dire che il sopracitato si sentì ammonito, ferito; notando il viso sofferente di Tensuke, Tsurugi gli andò vicino, dandogli delle pacche sulla schiena.
«E se... chiamassimo qualcun altro che di spazi temporali e "affini" ne sa qualcosa?» riprese Kyousuke. A tale proposta, la voce metallica sembra pensarci su. Al termine del silenzio, Tenma pronunciò un "Ti prego! Facci aiutare!" che fece intravedere uno spiraglio di speranza al diciottenne.
«...d'accordo. A patto che al termine di tutto ciò sarete consapevoli delle vostre azioni.»
Non se lo fece ripetere due volte, il giovane Tensuke.
Cos'altro aveva da perdere?

§---§

«Mi sono perso un passaggio... quindi questo è vostro figlio, ma di un'altra dimensione temporale?»

Raccontare tutto in fretta e furia portò ad una confusione da parte di Fey e Wonderbot. Le persone a cui si riferiva Tsurugi erano niente di meno che i due prima citati; era più che ovvio che fossero loro due.
«Quale sarebbe il nostro ruolo in tutto questo?» chiese ancora più confuso il ragazzo dai capelli verdi. «Da quel che ho capito, questo ragazzo ha combinato un casino e adesso dobbiamo aggiustare noi i suoi guai?» a tale affermazione, se la si può ritenere tale, Tensuke cadde in ginocchio stremato, e si trascinò verso Wonderbot, prendendolo poi per le spalle morbide.
«PERDONAMI! Non era mia intenzione! Stava andando tutto così bene! Io ho BISOGNO di sistemare le cose! AIUTAMI.»
«Okay, okay! E alzati, mi metti in imbarazzo!» rispose l'orso.
Quando tutti si ricomposero, il primo a parlare fu proprio la voce metallica del Professore, che rispiegò tutto in parole povere ma comprensibili la situazione attuale.
Ovviamente, omettendo una parte della verità che solo Tensuke era a conoscenza.
Sentita la spiegazione con attenzione, Fey proferì: «Ciò che dobbiamo fare è, praticamente, aiutare Tensuke-kun a riportare le cose come erano prima?»
«L'orologio al momento è fuori uso, per questo avrà bisogno di un macchinario più resistente e più efficace. Dato che siete in possesso di un'automobile in grado di viaggiare nel tempo, credo sia più tangibile utilizzare tale strumento. Chiedo il vostro permesso, per il bene del vostro futuro.»

§---§

Tenma si avvicinò a Tensuke, un po' insicura.
Aveva moltissime domande, senza alcuna risposta. Voleva che le fosse chiaro tutto nella mente.
Nonostante ci avesse fatto più o meno il callo con situazioni impossibili e sovrannaturali, aveva il bisogno di toccare qualcosa di concreto. Reale.
Il ragazzo di accorse della sua presenza, e decise di sorriderle, anche se forzatamente.
Era facile capire che fosse sotto pressione.
«Senti... puoi raccontarmi del tuo mondo... prima che questa sottospecie di guerra fosse messa in atto? Se non posso sapere che cosa sta succedendo, almeno vorrei che mi raccontassi un po' di te.»
Tensuke l'accontentò.
«Vedi... io faccio parte... o almeno facevo parte della squadra di calcio del liceo. Anche se non è forte quanto quella delle medie, io... ero molto fiero di loro. Ho incontrato molte persone che sono poi diventate molto importanti per me. E' uno dei motivi per cui ho accettato subito di partire per questa missione.» - «E a casa? Che tipo di... figlio sei?» le scappò quasi una risata.
Una risata che presto il ragazzo ricambiò con un sorriso più naturale: «Mi fate tantissimi complimenti per la mia bravura nello studio e nel calcio... e non c'è giorno in cui non vi ho amato...» ma presto quel sorriso scomparve. Questo lo notò Tenma, infatti non riuscì a non chiedergli: «C'è... qualcosa che non va? So che la situazione è difficile da gestire, ma devi essere positivo ogni tanto! Quando tutto questo finirà tornerai dai tuoi genitori, e li potrai abbracciare!»

«E' questo il punto. Non ne avrò mai più l'occasione.»

A tale affermazione, Tenma sentì qualcosa scivolarle da dosso.
La speranza che Tensuke potesse ritrovare la sua felicità personale.
«Che... intendi dire, Tensuke-kun?» aveva quasi paura di articolare la domanda.
«Io... dopo questa missione... il Tensuke che ti ritrovi adesso davanti... non esisterà più
Le mani tremavano. Cercavano un appiglio, prima che l'intero corpo cadesse a terra. Lo trovò, ma la realtà era difficile da digerire.

Tenma voleva toccare il concreto, certo.
Ma non aveva calcolato che quel concreto, quella realtà, potesse fare più male dell'astratto.

«E' probabile che anche adesso possa ritenermi “inesistente”.»

L'istinto aveva agito prima.
Tensuke sentì due braccia circondargli il collo, in una stretta forte e materna.
«Tenma...san?»
«Vedrai che andrà tutto bene... tu non scomparirai... anche se fisicamente, vivrai sempre nel mio cuore... e nel cuore delle persone che ti voglio bene!»
Come se si fosse risvegliato da una trans, Tensuke strinse la ragazza nel modo più stretto possibile.
«Tu sei qui... non sei inesistente...! Senti la pelle, il legno lucido dei mobili, tutto ciò che è materiale...! Quindi tu sei qui

Tenma voleva toccare il concreto.
E non era mai stata così felice e così triste allo stesso tempo.

§---§

«Bambini, che ci fate qui?»
Tsurugi prese di sorpresa Kyouma e Yuuichi che, senza che nessuno si accorgesse, si erano nascosti in un angolino ad origliare la conversazione fra Tenma e il “nuovo arrivato”.
Yuuichi rispose per prima, con il faccino triste, andando subito al dunque: «Papà, se Tensuke-san dovesse andarsene... anche noi dovremmo tornare da dove siamo venuti?»
La domanda fece preoccupare il giovane. L'argomento lo avevano già affrontato mesi fa: non aveva mai pensato che prima o poi avrebbe dovuto riprenderlo.

«Sono sincero, piccolo... non lo so. Non so cosa farò domani, figurati nel futuro...»
Kyouma, che era rimasto silenzioso tutto quel tempo, decise di parlare: «Scompariremo?»
Kyousuke pensò che in quel momento il suo cuore avesse perso un battito.
E' vero, c'era anche questa possibilità.
Volse lo sguardo verso le due figure nell'altra stanza che, in quel momento, erano abbracciate l'uno all'altra e sembravano di non avere intenzione di lasciarsi a breve.
Sorrire alla vista di tale scena. Si rivolse poi ai due gemelli e disse con sguardo sicuro, e un sorriso sulle labbra:

«Andrà tutto per il meglio.»

 

 

~Note Autrice~

Innanzitutto, buon 2016 (?).
Non che abbia fatto chissà che ritardo,
riguardando la data dei vecchi capitoli, ma posso dire che sono soddisfatta del contenuto di questo capitolo.
Dopo 13 di essi, si sa finalmente che piega prende la storia lol

Spero che i plot-twist (se li avete captati, ovviamente)
vi siano piaciuti e che la dose di angst(in tedesco vuol dire “paura”, quindi mi fa strano usarlo in questo contesto) vi fosse di gradimento.

Volevo aggiungere inoltre che alcune spiegazioni offerte da Tensuke e dei nomi (come NeOgre)
non verranno spiegate ulteriormente. Il perchè ve lo dirò di seguito, dovete solo essere un po' pazienti.
Auguro a tutti un buon proseguimento di giornata! (E buona notte a chi legge la sera)

Nyaaan~

   
 
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