Anime & Manga > Yu degli spettri
Segui la storia  |       
Autore: Hazel 88    27/03/2009    2 recensioni
Ok... questa storia è frutto di un sogno che ho fatto... ma vi avviso, non so affatto dove andrà a parare; è un'incognita anche per me. Hiei incontra suo padre e gli viene finalmente rivelato "Il mistero del Fuoco Oscuro"... segreto che sarà utile a sconfiggere un'entita malvagia davvero molto pericolosa. Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Immagino che ormai vi siate abituati ai miei ritardi, ma come sempre vi dico: mi dispiace!!! Purtroppo più veloce di così, a causa di vari impegni, non posso pubblicare!
In questo capitolo, la battaglia contro i vecchiacci malefici. Buona lettura!

X Dreven: Grazie, cara! Sei stata tu a commuovermi con il tuo commento. Mi hai detto delle cose davvero bellissime (e che non mi merito visto quanto sono ritardataria!). Grazie di cuore! Un bacio.

X Yuko-chan: Grazie mille! è bello per un'autrice sentirsi dire che la sua storia viene letta con piacere. Quanto all'azione, ho cercato di accontentarti con questo capitolo! Baci


Hiei era allibito. Tutto ciò che aveva sempre creduto si era rivelato falso. Certamente non poteva sapere come fossero andate davvero le cose e aveva formulato da sé quelle congetture errate; forse, solo per avere un motivo in più per odiare il padre che l’aveva abbandonato.
-Ripresi la mia folle corsa …-
La voce di Kotaro lo riscosse e tornò a concentrare la sua attenzione su di lui.

<< Davvero una corsa folle e senza alcuna consapevolezza… ormai avevo perso completamente la cognizione del tempo: sarei arrivato in tempo per la battaglia o ormai si era tutto concluso? Pensieri infausti mi attanagliarono.
No! Non dovevo pensarlo. Non potevo pensarlo!
Ma nonostante la mia angoscia, la figura di Hina faceva spesso capolino nella mia mente.
Riascoltavo la sua voce, le sue parole. La sensazione del suo corpo sotto le mie mani era ancora intensa. Poi ricordai le sue lacrime, prima della mia partenza.
Un nuovo tormento torturò la mia anima.
“Ora devo concentrarmi solo sulla battaglia… Sopravvivrò e tornerò da lei!” dichiarai a me stesso.
Per liberarmi da ogni peso, lasciai che il mio corpo mutasse nella Tigre Oscura.
Non ero al massimo della forma, ma i discorsi di Hina mi avevano dato la forza: la mia volontà poteva sottomettere quella della bestia, qualunque fosse la situazione.
Aumentai considerevolmente la mia velocità… era la mia sola speranza di poter aiutare mio padre.
Sebbene avvertissi ogni secondo, ogni minuto e ogni ora volare via inesorabilmente, non impiegai molto tempo a pervenire nel territorio di mio padre.
In lontananza distinguevo già gli ineluttabili segni della battaglia: nubi grigie si alzavano imponenti verso il cielo, alcune lingue di fiamme nere divoravano implacabili la vegetazione e il mio olfatto, amplificato notevolmente dalla mia forma ferina, percepiva l’inconfondibile odore ferroso del sangue.
Riassunsi le mie sembianze e, con il cuore in tumulto, mi avvicinai cautamente al castello di mio padre.
Restai agghiacciato dalla scena che si presentò ai miei occhi: la battaglia era terminata e sul prato, segnato dalla furia del combattimento, giacevano sei corpi.
Ero arrivato troppo tardi.

Avanzai come un automa e il primo corpo che incrociai era quello della donna di mio padre. Mi chinai su di lei: morta. Assassinata in modo brutale, come potei intuire dalle sue orribili ferite e dai suoi occhi, ancora sgranati, colmi di terrore.
Sollevai lo sguardo. Poco distante da lei, c’era il cadavere di un demone che non avevo mai visto. Osservai il tatuaggio sul suo braccio destro: un drago nero. Doveva essere il fratello di mio padre.
Rivolsi la mia attenzione alle altre salme: erano tre capostipiti.
-Kotaro…-
La voce flebile, proveniente alle mie spalle, giunse chiaramente alle mie orecchie.
-Padre!-
Mi precipitai furiosamente sulla sua figura, seminascosta da alcuni cespugli.
-Come stai? Mi dispiace, non sono riuscito ad arrivare…-
Alzò debolmente una mano, per farmi segno di tacere.
-Easlay e Twiggy…- rantolò affannosamente -Al rifugio nella parete nord del castello… Sono in pericolo… Serana… Vai!-
Non indugiai neanche un istante e diedi fondo a tutte le mie energie per raggiungere il posto: questa volta dovevo fare in tempo.
La vidi. L’odiosa capostipite teneva sollevato uno dei due bambini. Scorsi nell’oscurità un luccichio sinistro: un pugnale.
“No! Almeno loro… almeno loro devo salvarli!”
Mi trasformai, e con un lungo balzo, colpii Serana alle spalle con una zampa, circondata da una sfera di fuoco nero.
Colta alla sprovvista, ella cadde violentemente a terra, sputando sangue.
Tuttavia, a causa della mia irruenza, la donna ebbe un moto di reazione e ferì comunque Easlay, anche se, fortunatamente, solo di striscio.
Il bambino precipitò rovinosamente al suolo.
Non fui in grado di mantenere la metamorfosi: avevo chiesto troppo al mio fisico.
Serana si rialzò faticosamente e mi lanciò uno sguardo carico di disprezzo. Poi le sue labbra si incurvarono in un malevolo sorriso.
-Ecco l’altro traditore.- sibilò -C’è anche Mekare con te?-
Non risposi. La mia attenzione era concentrata su Easlay, svenuto a terra, e Twiggy, tremante e rannicchiata all’interno del rifugio.
-Abbiamo sottovalutato la faccenda.- continuò lei -Non ci aspettavamo che Mikami, fratello di tuo padre, e persino quel piccolo verme di Benimaru, venissero in aiuto di Tenkyo.-
“Benimaru!” quella affermazione mi sconcertò. Benimaru aveva combattuto al fianco di mio padre… Per quale motivo?
-Hiroki, Raito e Maharet sono morti… ma non finisce qui.- il suo sguardo era fiero, nonostante fosse molto provata -Farò pagare a te e a tuo fratello questo affronto e stai pur certo che terminerò quanto è stato iniziato!- dichiarò, indicando con gli occhi i due bambini, prima di sparire nelle ombre della foresta.
Fissai per qualche istante il punto in cui era scomparsa, dopo mi accostai a Twiggy.
-Kotaro…- singhiozzò abbandonandosi sul mio petto.
La presi in braccio e mi avvicinai ad Easlay. Serana gli aveva provocato un taglio superficiale sulla spalla. Sollevai anche lui e li condussi all’interno del castello.
-Dove sono il papà e la mamma? Cosa è successo?- gemette Twiggy.
-Non muovetevi da qui. Tornerò fra poco.- le intimai, senza fornire una risposta alla sua domanda.
Tornai sul luogo della battaglia e mi guardai intorno per cercare un eventuale segno della presenza di Benimaru. Non scorsi nulla.
Serana aveva detto che l’avrebbe fatta pagare sia a me che a lui, era dunque sopravvissuto e, evidentemente, era scappato.
Andai da mio padre. Era ancora vivo, ma le sue condizioni erano decisamente critiche. Aveva ferite molto profonde su tutto il corpo.
Lessi la preoccupazione nei suoi occhi.
-Twiggy ed Easlay stanno bene- lo tranquillizzai -ma Serana è riuscita a sfuggirmi.-
Da sotto il mio mantello tirai fuori un’ampolla, contenente una sostanza curativa donatami da Hina. Gliela feci bere e il suo respiro si fece un po’ più regolare.
-Temo sia tutto inutile, figlio mio- sospirò lui -Non vivrò ancora a lungo.-
-Non dire sciocchezze!- protestai io -Ora ti porto dentro e curo quelle ferite.-
Bloccò gentilmente il mio braccio con la sua mano. -Sono certo di ciò che dico. Prima di morire, lascia che ti racconti ogni cosa.-
Non volevo rassegnarmi, ma nel profondo del cuore sapevo che aveva ragione. Non avrei potuto salvargli la vita in nessun modo.
-Sono felice che tu sia qui.- disse con un sorriso.
-Non sono arrivato in tempo.- mormorai io tra i denti.
-Ma sei venuto… è questo che conta per me.-
Seguirono alcuni attimi di silenzio, poi mio padre prese a raccontarmi i fatti.
-Quando i capostipiti mi avevano imposto quell’ultimatum, ti inviai subito un messaggio, ma dopo diversi giorni tu non mi avevi ancora risposto.-
-Mia madre me lo aveva tenuto nascosto.- lo interruppi io.
-Sentivo che era successo qualcosa del genere…- mi rassicurò lui -Mekare voleva sicuramente proteggerti, o forse solo allontanarti da me. Questo non saprei mai dirlo. Quella donna è così enigmatica.-
Annuii. -In un certo senso, aveva in mente entrambe le cose.-

< Ero disperato. Da solo contro quei quattro non avrei avuto alcuna speranza, ma non potevo certo cedere al loro ricatto e tantomeno prendere Reika e i bambini e scappare: sapevo benissimo che era inutile, mi avrebbero perseguitato fino alla fine.
Tuttavia, avevo ancora una possibilità: mio fratello, Mikami. Quando era fuggito, i capostipiti mi dissero che pensavano si fosse rifugiato in un luogo sconosciuto nel Makai e che era introvabile. Eppure io conoscevo mio fratello meglio di loro ed ero certo che non si trovasse più nel Makai, ma che si fosse nascosto nel Ningenkai, il luogo in cui aveva conosciuto la donna che aveva amato.
Mi recai nel mondo degli umani e, dopo aver lasciato Reika e i bambini in una locanda, iniziai le mie ricerche. Ricordando le descrizioni di Mikami della località in cui aveva conosciuto la sua donna e aiutandomi con l’olfatto della Tigre Oscura, non impiegai che alcuni giorni per rintracciarlo.
Era alquanto sorpreso di vedermi. -Non credevo che qualcuno potesse trovarmi.-
Lo scrutai con attenzione. Il dolore per le disgrazie che lo avevano colpito lo stava consumando inesorabilmente. Il suo fisico era deperito e i suoi occhi… aveva lo sguardo spento e sofferente di chi non desidera altro che la morte, per poter dare un po’ di sollievo alla sua anima.
-Sei così cambiato.- furono le mie meste parole.
Lui mi rivolse un sorriso amaro -Tu invece sembri lo stesso di un tempo.-
Mi fece cenno di seguirlo. Uscimmo dal suo rifugio, una caverna nascosta in mezzo ad una rigogliosa foresta, e giungemmo in una radura. Al centro due lapidi. Le tombe di sua moglie e suo figlio.
-Ho definitivamente smesso di lottare. La mia unica volontà è ricongiungermi presto a loro. Ma non posso uccidermi. La mia condizione di demone rende l’attesa della morte più lunga e insopportabile. È la giusta condanna per non aver avuto la forza di ribellarmi e per aver posto fine alla vita di mio figlio in maniera così vile.- Colsi la sua immensa sofferenza.
-Adesso riesco a comprenderti.- affermai con calore.
Lui si sedette, appoggiando la schiena contro la pietra tombale della sua donna e mi guardò, attendendo le mie spiegazioni.
-Poco tempo dopo la tua fuga, i capostipiti mi costrinsero a sposare nostra cugina e a concepire con lei due eredi. Nemmeno io ebbi la forza di oppormi, nonostante le mie aspirazioni fossero altre. Fui sottomesso a loro, finché, dieci anni fa, non intrapresi un viaggio in questo mondo e mi innamorai di una donna umana.-
Un velo di pietà coprì gli occhi di mio fratello.
-Ho avuto due figli da lei e pochi mesi fa feci ritorno nel Makai, portandoli con me. Ovviamente, non ho potuto nascondere a lungo la loro esistenza.-
-Posso immaginare il resto.- mi interruppe lui.
-Non ho intenzione di compiere il tuo stesso errore.- dichiarai.
Forse fui troppo diretto, perché le mie parole parvero colpirlo duramente.
-Non intendo porre fine alle loro vite, né tantomeno permettere a quei dannati di farlo.-
Con mia grande sorpresa lui sorrise. -Perché sei venuto a cercarmi, Tenkyo?-
-Contro di loro non avrei alcuna possibilità di vittoria. Sono venuto a chiedere il tuo aiuto, Mikami.-
Mi aspettavo che rifiutasse categoricamente, che mi insultasse e inveisse violentemente contro di me.
Invece si alzò e poggiò una mano sulla mia spalla. -Ti aiuterò. Non potrò redimermi per le mie azioni passate, ma impedirò a te di provare la mia stessa sofferenza. Il giorno della battaglia sarò al tuo fianco e, se dovessi morire, sarei grato al fato di avermi concesso la morte così velocemente.-
Colmo di gratitudine, mi congedai da lui e, recuperati Reika e i miei figli, tornai al castello.
Alcuni giorni dopo, bussò alla mia porta qualcuno che non avrei mai aspettato: Benimaru.
-Ho saputo tutto.- esordì immediatamente.
-Non dirmi che vuoi aiutarmi!- replicai gelidamente.
-Non fraintendermi, padre.- ribatté lui, rivolgendo uno sguardo carico di disgusto a mia moglie e ai due bambini -Non sono certo qui per aiutarti a salvare una femmina umana e due mezzosangue. Lo faccio solo per un mio tornaconto.-
Lo fissai con disprezzo, ma aspettai che spiegasse le sue intenzioni.
-Come saprai ho abbandonato il sentiero che gli anziani avevano tracciato per me. Non ho più voglia di essere lo strumento di quei quattro stolti, che fingono di aspirare al potere assoluto, ma che in realtà sono solo dei parassiti che si accontentano di rosicchiare gli avanzi dei demoni più potenti.- fece un gesto di insofferenza -Ma non ho neanche voglia di nascondermi in eterno per paura che si vendichino del mio tradimento.-
-Credo di capire dove vuoi arrivare.-sibilai con tutto lo sdegno possibile -Sai che da solo non potresti mai sconfiggerli e vuoi approfittare della mia battaglia per avere più possibilità di vittoria.-
Sulle sue labbra si dipinse un sorriso odioso. Avevo la forte tentazione di massacrarlo e buttarlo fuori di lì, ma mi trattenni.
-So cosa pensi… Preferiresti cacciarmi via di qui, piuttosto che accettare la mia offerta. Tuttavia, sai che potrei tornarti utile. Sei un guerriero formidabile e io non sono da meno. Nonostante tutto, sai che avermi al tuo fianco significa poter contare su maggiori chance di vittoria.-
Aveva maledettamente ragione. Probabilmente il solo appoggio di Mikami, per quanto prezioso, non sarebbe stato sufficiente e la sua proposta scendeva come una manna dal cielo.
-D’accordo, accetto il tuo aiuto.- affermai a malincuore -Ma tieni bene a mente che, se proverai a tradirmi, qualunque sia la mia situazione, non te la farò passare liscia.-
-Perseguiamo lo stesso obiettivo, padre. Non ho motivo di tradirti.- dichiarò tranquillamente Benimaru -E ti garantisco che non torcerò un capello alla tua umana e ai tuoi preziosi mezzosangue.-
Eppure, nonostante quella sua promessa, non mi sentivo totalmente tranquillo nei suoi riguardi.
-A proposito… dov’è finito il tuo figlio prediletto?- mi chiese con un leggero velo di ironia.
-Kotaro è partito con Mekare per seguire la sua strada.- gli risposi freddamente.
Benimaru emise un risolino sarcastico. -Capisco… La tua diffidenza deve essere cresciuta enormemente, dopo che proprio il tuo amatissimo figlio ti ha voltato per primo le spalle.-
-Kotaro non mi ha affatto voltato le spalle!- ringhiai con rabbia -Mi ha promesso che mi avrebbe aiutato e sono certo che tornerà. -
Mi indirizzò uno sguardo di sufficienza, poi si ritirò.
Ero più che sicuro di quanto avevo affermato, anche se devo confessarti che il tuo silenzio mi preoccupava parecchio.
Perché non rispondevi al mio messaggio? Ti era accaduto qualcosa? O avevi semplicemente deciso di tagliare qualsiasi ponte con me, magari sotto suggerimento di Mekare?
Giunse infine il giorno della battaglia. Fuori dal mio castello, fronteggiai verbalmente i capostipiti, mentre Mikami e Benimaru erano nascosti, in attesa di un mio segnale.
Ovviamente declinai ogni loro pretesa e diedi il via al combattimento.
Reika afferrò Twiggy ed Easlay e iniziò a scappare, ma Maharet si avventò su di loro.
Hiroki mi impedì di correre a salvarli, ma con la coda dell’occhio, scorsi Mikami andare in loro soccorso.
Potevo contare sulla forza della mia spada, Enserric, ma eravamo in due a contrastare tre avversari e, inoltre, le urla lancinanti di mia moglie, mi impedivano di concentrarmi adeguatamente sulla lotta.
Evidentemente, Mikami non aveva potuto fare nulla per lei; in fondo, le mie istruzioni erano state chiare, prima di tutto, avrebbe dovuto preoccuparsi di salvare i bambini.
Reika emise un ultimo straziante grido, poi ci fu il silenzio.
Accecato dalla collera, menai dei devastanti fendenti infuocati che mi permisero di liberarmi di Hiroki e Raito; mi avventai sull’assassina di mia moglie e la trafissi, senza darle nemmeno il tempo di accorgersi di cosa stava accadendo, poi trasferii il Fuoco Oscuro sulla lama, carbonizzando il suo corpo.
Rimasi attonito a fissare il cadavere martoriato della donna che avevo tanto amato.
Perché non aveva seguito il mio consiglio di fuggire via? E, soprattutto, come avevo potuto permetterle di restarmi accanto?
“Io e i bambini saremo più al sicuro con te.” mi aveva detto lei.
Ed ecco il risultato. Non ero riuscito a proteggerla. Ma almeno Mikami aveva portato Twiggy ed Easlay al sicuro.
Hiroki e Raito mi furono subito addosso. Mutai il mio aspetto nella Tigre Oscura e affrontai i due trasformati nel Drago Nero e in un’altra Tigre Oscura.
Benimaru intanto stava combattendo con Serana, entrambi nelle sembianze della Fenice Tenebrosa.
Mikami ritornò da noi e, assumendo la forma del Drago Nero, mi chiese di potersela vedere con Hiroki, per prendersi la sua vendetta.
Dopo un lungo confronto, mio fratello ebbe la peggio, ma, come forse avrai notato anche tu, è spirato con serenità, forse felice di aver raggiunto sua moglie e suo figlio.
Eravamo nuovamente due contro tre. Le nostre fiamme oscure volteggiavano furiosamente su tutto il territorio: eravamo immersi in una lotta sanguinosa, senza esclusione di colpi.
Riuscimmo ad avere ragione di Hiroki e Raito, ma io mi trovai a terra, privo di forze e ormai condannato da ferite letali.
Erano rimasti in piedi solo Benimaru e Serana, anche loro a corto di energie, tanto da non poter più mantenere la metamorfosi.
Mia madre iniziò a ridere sguaiatamente.
-Avete ucciso tre di noi.- affermò -Ma stai pur certo, Tenkyo, che non potrai dire di aver vinto tu questa battaglia!-
Iniziò a correre velocemente nella direzione del rifugio in cui erano nascosti Twiggy ed Easlay.
Una morsa d’acciaio attanagliò il mio stomaco.
Provai ad alzarmi, ma invano.
Benimaru guardava impassibile verso il punto in cui si era diretta.
-Presto, Benimaru, devi fermarla!- gli ordinai -Vuole uccidere Easlay e Twiggy.-
Non mi rispose e si indirizzò verso di me. Si chinò a raccogliere Enserric e se la rigirò tra le mani.
-Cosa stai facendo? Muoviti!-
-E perché dovrebbe riguardarmi ciò che intende fare di quei due patetici mezzosangue, padre?- replicò gelidamente lui. -Posso dire di aver raggiunto il mio scopo. Tre dei capostipiti sono morti e non sarà certo Serana ad impensierirmi.-
-Sei un traditore maledetto!- urlai con tutta la mia rabbia. -Non erano questi i patti!-
-Traditore?- reiterò con una risatina -Ti ho aiutato a combattere contro i vecchi, questi erano i patti. Non ricordo di aver mai detto che avrei protetto l’umana e i due mocciosi.-
La sua affermazione mi lasciò interdetto. -Anzi è andata meglio di quanto sperassi…- continuò -Credo che porterò con me questa spada fantastica, tanto a te non servirà più. Lo considererò un indennizzo.-
-Cosa credi di fare? Lascia immediatamente la mia spada! Di che indennizzo parli?- gli domandai, totalmente impotente.
Scorsi l’ombra di un sorriso mesto sulle sue labbra, che si tramutò subito in ironia. -Se non sbaglio il figlio diletto su cui tanto confidavi non si è presentato. Immagino che avresti voluto lasciare a lui la tua Enserric… ma non credi anche tu che non se la meriti affatto? È stato lui il vero traditore. Mi dispiace che tu debba andare all’altro mondo con questa delusione e che dovrai ricongiungerti, oltre che alla tua umana, anche ai due mezzosangue…-
-Sei un dannato!- sibilai stringendo i denti.
-Addio, padre!- sussurrò con freddezza lui, prima di dileguarsi.
Venni colto dalla disperazione. Stavo morendo e, alla fine, avevo comunque condannato a morte mia moglie e i miei figli. Gli unici sopravvissuti erano stati uno degli odiati capostipiti e un figlio ingrato e traditore.
Ma dopo avvertii la tua presenza e iniziai a sperare che almeno Easlay e Twiggy potessero essere salvati. E così è stato, fortunatamente.>

Il senso di colpa esplose violentemente. Se solo non avessi indugiato tanto…
-Perdonami, padre. Ho tradito la promessa che ti avevo fatto.-
Lui scosse la testa. -Non mi hai affatto tradito. E grazie a te, almeno Easlay e Twiggy vivranno. Ma adesso ho bisogno di chiederti qualcosa di molto grave.-
Mi fissò intensamente. -Reika è morta e io la raggiungerò presto. Tu sei l’unico familiare che resta loro.- esordì con tono contrito -So che ti costerà molto, ma ti chiedo di prenderti cura di loro.-
Ciò per me significava rinunciare definitivamente al mio desiderio di libertà; rinunciare al tentativo di rintracciare mia madre; ma, soprattutto, al mio sogno di ritrovare e vivere con Hina.
-Sono solo due bambini- continuò lui -e hanno bisogno di te. Ne avranno più che mai, qualora in loro si manifestasse il potere del Fuoco Oscuro. Promettimi che non avrò combattuto questa battaglia invano.-
Improvvisamente, tutto il resto perse la sua importanza. Avevo il dovere, nei confronti di mio padre, di occuparmi di quei due bambini. -Te lo giuro sulla mia vita!-
Sorrise. -Ho sempre saputo di poter confidare in te. Adesso ascoltami bene, Serana è sopravvissuta e probabilmente tenterà nuovamente di uccidere i due bambini. E poi c’è Benimaru… non possiamo prevedere cosa possa passargli per la testa, quindi tieni gli occhi bene aperti. Ma soprattutto, se verranno posseduti dalla bestia oscura, dovrai proteggere Easlay e Twiggy da loro stessi.-
Questa prospettiva mi causò non poca preoccupazione.
-Sono dei mezzo demoni, non hanno il potere necessario per controllare la belva. Devi fare il possibile per limitare i danni.- mi raccomandò.
-Certo, ce la metterò tutta.- asserii con fermezza.
-Nella biblioteca troverai alcuni manoscritti e alcuni diari al riguardo, leggili con attenzione; probabilmente ti saranno di aiuto. Un’ultima cosa… se ti sarà possibile, recupera Enserric dalle mani di Benimaru. Non mi va per niente a genio che ce l’abbia lui.-
Sospirò affaticato. -Sento che l’ora è giunta.-
-Padre, ti giuro che manterrò a qualsiasi costo questa promessa. Non lascerò che accada loro nulla di male.- dichiarai, stringendogli la mano. -E ti garantisco che Enserric non resterà a lungo nelle mani di quel bastardo.-
Mio padre mi sorrise un’ultima volta; poi chiuse gli occhi per non riaprirli mai più.
Rimasi stordito accanto al suo corpo senza vita, quando un urlo disperato mi riscosse.
Easlay era chino sul corpo di sua madre. A pochi passi da lui, Twiggy era inginocchiata a terra e piangeva sommessamente.
Mi accostai prima a lei. -Perché? Perché la mamma e il papà?- singhiozzava.
La presi tra le braccia.
-Onii-chan… tu non ci abbandonerai mai, vero?- i suoi occhi bagnati, riflettevano una grande tristezza.
Il mio cuore mancò un battito. La strinsi con più forza. -Stai tranquilla. Ora ci sono io con te.-
La condussi nel castello e tornai indietro per prendere Easlay.
Appoggiai una mano sulla sua piccola spalla tremante. -Vieni, torniamo dentro. Devo medicarti quella ferita.-
Ma lui non si mosse.
-Coraggio, ormai è inutile stare qui.- dissi con dolcezza e provai a sollevarlo, ma si ribellò.
Diresse lo sguardo da sua madre a nostro padre, poi verso i cadaveri dei capostipiti e infine lo puntò su di me; oltre alla tristezza, vi passò un lampo di rabbia: si trattò di un solo istante, eppure sono certo di aver visto la forma dei suoi occhi mutare.
Alla fine, si accasciò contro il mio petto e portai dentro anche lui.
Dopo che si erano addormentati, mi recai di nuovo sul campo di battaglia.
Mentre incenerivo i resti dei capostipiti e davo sepoltura ai corpi di mio padre, suo fratello e la sua donna, ebbi la consapevolezza che i pochi mesi di libertà che avevo vissuto sarebbero stati gli ultimi.
I miei due fratellini erano diventati la mia nuova prigione e, dopo quella notte, ero certo che in almeno uno dei due si sarebbe manifestata la bestia oscura.
Appena ebbi terminato quell’ingrato compito, mi abbandonai sul ramo di un albero e presi a fissare la pietra hirui che Hina mi aveva donato, il simbolo del nostro legame.
Un senso di pace si profuse in me, regalandomi l’oblio dal tormento che mi opprimeva.
Hina… quanto desideravo che fosse al mio fianco in quel momento! Eppure, non potevo tornare subito da lei, come le avevo promesso.
Un secondo ritardo di cui di cui mi sarei pentito amaramente.>>

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu degli spettri / Vai alla pagina dell'autore: Hazel 88