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Autore: milly92    27/03/2009    4 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Happy Ending

Ma ciao!

Come va? Per fortuna ho finito di studiare presto e sono riuscita  a postare in anticipo… Ecco a voi il cap finale prima dell’epilogo, in cui Andrea e Deb si daranno una bella mossa, ehehe! Che emozione, oddio, sembra ieri quando inziai a pubblicare questa fic... E sono passati già 7 mesi! T_T

E tra una settimana esatta sarà on line il continuo, sempre in questa sezione ovviamente!

Grazie mille a:

Giulls: Sai che anche io voglio comprare il libro di Deb? Sarà nelle librerie il prossimo 30 febbraio! xD xD Grazie mille tesoro, sei sempre troppo buona, e grazie per avermi consigliato per questo cap, sei un vero angelo! ^^ Ti voglio bene!

giunigiu95: Anche io amo Andrea, ihih, chi non lo amerebbe? E’ impossibile restare indifferenti alla sua tenerezza… Eh si, ora Niko ed Eliana si ritroveranno una bella marmocchietta tra le scatole, per fortuna che ci sono Deb e  gli altri che li aiuteranno!

95_angy_95: Sai che anche io cerco un ragazzo come Andrea? Nel remoto caso che lo troverò gli domanderò se ha un gemello per te, ok? xD Grazie mille per la recensione e i complimenti!

_New_Moon_: E chi è che non ama Andrea? xD Riguardo il continuo, tranquilla, ho già scritto 11 cap, quindi se ti va di sapere tutto, basta leggerlo, perché penso che pubblicherò il primo cap già venerdì prossimo! Mi farebbe piacerissimo se lo leggessi e soprattutto se ti piacerà! =) Un bacione!

freeze: Eh si, 8 mesi sono molti, ma Andrea, dato proprio i suoi precedenti come hai detto tu, ha preferito andarci piano, aspettando il momento giusto ma, tranquilla, ora recupereranno ;-) Silvia leggendo il libro ha compreso più a fondo i sentimenti di Deb, si è sentita in colpa, ma comunque le risate se le è fatte, anche se comunque per lei tutto quello che c’era scritto non era una novità; nella storia i personaggi “reali” sono solo Deb e Andrea, gli altri Deb li ha denominati in un altro modo e ha cambiato anche alcune caratteristiche, quindi non ha dovuto chiedere nulla. E riguardo Niko , che ne parliamo a fare, lo sappiamo che è una pera cotta, altrimenti non sarebbe Niko! xD

vero15star: Tesoro, sono io che adoro te! Come si fa a restare impassibili davanti a una bellissima fic come Eternity? Mi ha davvero preso, e non vedo l’ora di leggere il prossimo cap, quindi, please, aggiorna presto! *mi inginocchio* Ma certo che ti perdono, anche perché non me la sono assolutamente presa xD  può capitare a tutti di avere problemi con il pc e di essere impegnati con la scuola, tranquilla. Riguardo la fic a 4 mani… E me lo domandi pure? Certo che mi piacerebbe scrivere una fic con te, non aspetto altro che tue predisposizioni =D Non preoccuparti, certo che continueremo a sentirci quando la fic sarà terminata, e se ti va c’è sempre il continuo che inizierò a pubblicare venerdì prossimo ^^ Ma ora tocca a te aggiornare, è un’ordineeee! xD xD Un bacione tesoro, ti voglio bene!

Smemo92: Sono d’accordissimo sulla tua ultima affermazione, niente è tutto bianco o nero e spero che questa fic un po’ l’abbia dimostrato, era uno dei miei scopi ^^ Niko padre-agitato è proprio strano, eh? Ma faremo bene ad abituarci a questa sua versione, che si porterà avanti, come faremo bene ad abituarci a Deb e glia altri versione zietti- baby sitter! =D Grazie mille per la recensione!

Gemellina Dolly: Grazie mille tesoro, sei sempre troppo gentile! Purtroppo il resto dei Gold Boyz al momento è un po’ trascurato, ma nel continuo avranno più rilievo, specialmente Giuseppe, lo conosceremo meglio sotto dei punti di vista inaspettati! E comunque io sto ancora aspettando i nuovi capitoli di “Una nuova sorella per Ron!”, mi piacerebbe tantissimo sapere cosa succederà! Che dici, mi accontenterai? xD Scherzo ovviamente, capisco se sei impegnata o cose simili, ma sappi che quando la aggiornerai la fan numero uno correrà subito a leggere! Un bacione! ^^

Detto ciò, aggiornerò martedì con l’epilogo. Oddio, che commozione! Vabbè, vi lascio,

la vostra milly92.

Capitolo 54

Happy Ending

Il bianco delle pareti dell’ospedale ci avvolgeva completamente; più guardavo quelle mura e più mi sembravano scure. Io e Andrea aspettavamo invano in una stanza privata, dato che alcune infermiere lo avevano riconosciuto, qualche notizia da parte di Niko, che aveva seguito Eliana in sala parto da già un’ora e non si era fatto ancora vivo. Avevamo avvisato Rossella e i ragazzi, e ci stavano per raggiungere.

“Chissà se hanno pensato ad un nome da dare alla bambina” mormorai, per rompere il silenzio dato che la stanza era vuota a parte noi due.

“Non lo so” rispose Andrea pensieroso. “Ma hai notato che Eliana portava un anello all’anulare sinistro?”.

Sgranai gli occhi, incredula. “Davvero? Allora deve essere riuscito a farle la proposta!” esultai entusiasta.

Andrea levò un sopracciglio. “Tu sapevi che aveva intenzione di chiederle di sposarlo?” domandò, quasi offeso.

“Si, ma era un segreto” mi affrettai ad aggiungere. Feci una faccia dispiaciuta per non aver potuto condividere quell’informazione con lui e presi le sue mani tra le mie. “Lo sapevo da soli due giorni”.

Lui strinse le mie mani in risposta e sorrise. “Tranquilla, so che mantieni sempre i segreti, è anche per questo che ti amo” disse, alzando la mano destra fino a portarla al mio viso. Lo accarezzò con delicatezza, e chiusi gli occhi, dato che quel semplice gesto mi faceva rabbrividire lungo la schiena.

“E quale sarebbero gli altri motivi?” domandai, con finta aria curiosa.

“Oh, ti amo per il fatto che tra un po’ sarai la scrittrice preferita di tutti i teenagers, ovvio, no?” ironizzò, facendomi ridere.

Quelle parole ravvivarono il mio entusiasmo di un milione di tacche; non riuscivo ancora a realizzare il fatto che il mio romanzo sarebbe stato pubblicato.

“Ovvio”.

“Ovviamente” disse, facendomi ricordare quel caldo giorno di  otto mesi prima, il nostro primo bacio dopo tre anni…

Avvicinò il viso al mio, quasi come se avesse dimenticato che ci trovavamo in un ospedale e che avremmo dovuto essere in pensiero per la nostra nipotina acquisita che stava per nascere, e mi diede un lieve bacio, che però da dolce diventò improvvisamente irruente e infinito.

Sorpresa, ma di certo non dispiaciuta, risposi con enfasi al bacio, mentre lui portava la sua mano destra sulla mia gamba e quella sinistra attorno alla mia vita, sotto la maglietta.

Persi totalmente la cognizione del tempo ritrovandomi così, sentendomi accaldata e piena di scariche elettriche, tanto che non so come mi ritrovai a cavalcioni su di lui.

Passai a baciarlo vicino il lobo dell’orecchio, mentre lui scendeva a  baciarmi il collo, e con un minimo di soddisfazione lo sentii sospirare lievemente.

Ed ero ancora stordita quando lui si staccò, facendomi bruscamente ritornare alla realtà. “Ringrazia che siamo in ospedale, altrimenti questo gesto non lo avresti mai visto” spiegò malizioso mentre ritornavo a sedermi e cercavo di calmarmi.

“Avrei preferito non vederlo” ammisi, senza il minimo imbarazzo.

“Allora, se ti va… Potrai non vederlo accettando di venire un attimo con me in un posto speciale per una sorpresa che avevo preparato per questo mesiversario” disse lentamente, studiando la mia reazione.

“Ma certo” risposi subito, sentendomi totalmente sicura del fatto che quella fosse la volta giusta dopo tanti mesi e continue interruzioni e insicurezze.

“Allora ci conto” annunciò, prima di spiegarsi: “Deb, davvero, oggi è stata una giornata speciale per entrambi, tu hai realizzato uno dei tuoi sogni, sta per nascere la bambina… Sei totalmente sicura di voler fare questo passo? Perché penso che questo sia uno dei momenti più giusti”.

Annuii, totalmente convinta. “Certo, non sai da quanto sto aspettando questo momento. Niente più di questo può rendere questa giornata ancora più speciale” spiegai, e ci scambiammo uno sguardo fatto di complicità pura.

Purtroppo, ad interrompere quel momento ci pensarono Rossella, Pierre e il resto dei Gold Boyz.

“E’ nata?” domandò subito Rossella preoccupata.

“Non anc…” iniziai, ma fui zittita da Niko che iniziò a correre verso di noi, entrando di botto nella stanza,come se fosse impazzito. Indossava ancora il camice verde che gli avevano fatto indossare all’entrata della sala parto e si gettò addosso a me ed Andrea.

“E’ nata! E’ nata!” urlò, adrenalinico.

“Oh! E dov’è?” chiese Giuseppe.

“L’hanno  appena portata da Eli, venite,venite!”.

Lo seguimmo fino alla fine del corridoio ed entrammo in una delle ultime stanze dove c’era Eliana, scioccata e stanca, con in braccio la piccola.

Era bellissima, abbastanza grande, con gli stessi occhi di Niko e i capelli biondicci.

Restai a bocca aperta, ammaliata da quella creatura.

“Come si chiama?” domandai con un sussurro.

“Stella, la nostra Stella” rispose Eliana sorridendo. Niko annuì, e si sedette sul bordo del letto, predendo Stella in braccio.

Stentavo a credere che fosse diventato padre ad essere onesti, mi sembrava di vivere in una piccola favola.

“E comunque io e Niko dobbiamo dirvi una cosa… Abbiamo deciso di sposarci!” aggiunse la ragazza, mostrandoci l’anello che portava all’anulare sinistro.

Finsi di essere sorpresa mentre Rossella emetteva un lieve strillo e abbracciai Eliana, facendo l’occhiolino a Niko da sopra la sua spalla. Ricambiò, sorridendo, e mi precipitai ad abbracciarlo a mia volta.

La stanza si riempì di: “Auguri!” e “Congratulazioni!”, e mi sembrava di sentire tutte quelle urla mentre ero in macchina con Andrea, quasi un’ora dopo.

“Dove  stiamo andando?”  domandai quando vidi che aveva imboccato una strada diversa da quella dell’andata.

“Ti piacerà”  rispose semplicemente lui,  e mi dissi che aveva perfettamente ragione quando mi ritrovai sulla spiaggia in cui eravamo messi insieme.

“Che bello” dissi semplicemente mentre mi cingeva la vita con le braccia. “E’ in momenti come questi che scopro di amarti sempre di più”.

Non disse nulla, ma sorrise e mi prese per mano, conducendomi fuori dalla spiaggia. Dopo nemmeno dieci metri, ci trovammo di fronte ad una casetta. Prese un mazzo di chiavi ed aprì la porta, facendomi segno di entrare.

“Ecco, volevo venire qui  dopo la sorpresa di Camillo, ma Niko ci ha interrotti” spiegò, mentre eravamo ancora al buio.

“Hai avuto un’ottima idea” dissi, ripensando al nostro discorso di poco prima e sentendomi un po’ imbarazzata. Certo, dire le cose era un conto e farle ne era un’altra.

“Si?” domandò, accendendo la luce e illuminando un piccolo ingresso.

“Si” confermai.

Si avvicinò, aiutandomi a togliermi la giacca e appoggiandola sull’attaccapanni, facendo lo stesso con la sua. 

“Aspetta un secondo qui” mi esortò, entrando in una stanza di fronte.

Mi sedetti su un piccolo divano che si trovava in quella stanza, senza sapere cosa pensare, come sentirmi e cosa fare. Come dovevo comportarmi? Mi sentivo come una dilettante che si appresta a partecipare ad una gara di importanza internazionale.

Ma ritornai un po’ più tranquilla quando Andrea ritornò nella stanza, con un piccolo sorriso sulle labbra. 

Lui ti ama per quello che sei, e sa che non sei esperta. Non si aspetta nulla di che, tranquilla, anzi, chi ti dice che anche lui non sia un po’ spaventato?

 “Vieni” mi invitò, prendendomi per mano e conducendomi verso la stanza in cui si era richiuso.

Restai incantata appena vi entrai, ammorbidita dalle luci di decine di candele bianche e doppie sparse per tutta la stanza, in cui vi era un letto matrimoniale e il tipo di mobilia che si trova nelle camere da letto.

“E’ stupendo” dissi, senza sapere cos’altro aggiungere.

“Speravo ti piacesse” mormorò. Improvvisamente sembrava impacciato, come un ragazzino alla prima cotta.

La cosa mi preoccupava alquanto, insomma, se lui era così impacciato io cosa avrei dovuto fare? Al momento la passione che ci aveva travolti in ospedale mi sembrava remota, ma solo per quel senso di imbranataggine.

Così mi voltai decisa verso di lui, facendo il primo passo. Gli circondai il collo con le braccia e dissi: “Ti amo”, senza smettere di guardarlo negli occhi.

“Anche io. Ed è per questo che siamo qui” rispose, con un’espressione improvvisamente dolce dipinta in volto.

Raccolse il mio viso tra le sue mani e iniziò a baciarmi lentamente, mentre io mi aggrappavo totalmente  a lui.

Si bloccò, squadrandomi preoccupato.

“Shh, è tutto ok e meravigliosamente bello” gli dissi, e fui sollevata nel sentire che fosse la pura verità.

Di nuovo  incatenammo i nostri sguardi ciò bastò per farci ritrovare stesi sul letto. Tentò di essere il più dolce possibile quando si ritrovò sopra di me, forse per non farmi sentire il suo peso, ma non vi badai, perché al momento sarebbe potuto crollarmi anche il mondo addosso ma non me ne sarei resa conto.

Iniziò a baciarmi il collo, la guancia, il lobo dell’orecchio, e a ogni suo tocco sentivo una scarica di adrenalina percorrere tutto il mo corpo con una velocità straordinaria. 

Iniziai a sbottonargli la camicia come nel nostro solito film ricorrente, ma entrambi sapevamo che quella era la volta giusta, che niente e nessuno ci avrebbe impedito di amarci in tutto e per tutto.

Mi guardava negli occhi, con un’espressione dolce e quasi emozionata, facendomi sentire importante come non mi era mai successo.

“Ricorda che sei tutta la mia vita” sussurrò contro il lobo del mio orecchio destro, mentre mi sfilava delicatamente la maglietta.

“Vale lo stesso per te” sospirai decisa, baciandolo.

Lentamente, con una calma esasperante, mi ritrovai con indosso solo la biancheria intima, e mi sentii diversamente da come mi ero sempre immaginata. Mentre mi alzavo un po’ per aiutarlo a  sbottonare il reggiseno non provai alcuna paura circa il suo giudizio, sapevo che non avrebbe disprezzato i miei difetti.

Averlo così davanti ai miei occhi, nudo e con un’espressione totalmente rapita mi lasciò senza fiato, era perfetto, il suo torace scolpito mi sembrava essere stato creato solo per essere riempito da una scia di baci.

La frenesia ormai si era impossessata di ogni centimetro del mio corpo, e non dimenticherò mai il modo in cui ci guardammo l’ultima volta prima di diventare una cosa sola, conscia del fatto che eravamo destinati ad essere un solo corpo e un’anima, mentre alle nostre spalle le onde componevano la colonna sonora di quel momento tanto atteso e felice di due persone che non riuscivano a fare altro che amarsi e che erano pronte a farlo per il resto delle loro vite.

 

Eliana ritornò a casa una settimana dopo insieme a Stella, e in quell’arco di tempo mi ero affrettata a scrivere un piccolo epilogo del libro. Avevo contattato Camillo e gli avevo detto che il manoscritto non poteva essere pronto senza un ultimo capitolo e alcuni ringraziamenti. Ovviamente l’epilogo parlava del lieto fine che avevo avuto e che sapevo si sarebbe prolungato per anni ed anni.

Insieme ad Eliana ovviamente ritornò anche il suo futuro marito, ed è inutile dire che per le due settimane successive la casa fu un eterno via vai di gente oltre ai loro familiari, per  questo spesso ero costretta a studiare ancora di più in ufficio e a casa di Andrea.

“Amore, basta, mi piacerebbe se dedicassi tutti quegli sguardi a me invece che al libro di letteratura” disse lui la sera del 29 aprile.

Mi voltai e lo trovai appoggiato allo stipite della porta della sua camera con un sorriso ironico stampato in faccia.

Risi lievemente, scrollando le spalle. Ogni volta che lo vedevo, che mi parlava, che mi abbracciava, non potevo far altro che rivivere quella magica notte nella casetta vicino la spiaggia e desiderare di riviverla altri milioni di volte.

“Dai, domani faccio l’esame e sarò tutta tua” risposi.

“No, sono offeso, basta” finse, voltandomi le spalle e facendo finta di volersene andare.

Risi nuovamente, alzandomi e correndogli incontro. Lo fermai per la vita, e si girò in mia direzione. Quando incrociò il mio sguardo la sua espressone divenne da giocosa a seria e profonda. Portò le mani attorno al mio viso, prima di spostare la sinistra dietro la mia schiena.

“Mi dispiace che in questi giorni ci sia tutto questo caos da te, ma sono lieto di avere una scusa per ospitarti” mormorò, continuando a guardarmi.

“Peccato che però non abbiamo avuto tempo di stare da soli per davvero” sussurrai, allungando una mano che finì dietro la sua nuca. Improvvisamente il suo sguardo si accese,e capii che anche lui stava pensando a quella notte.

“Dispiace anche a me ma va bene così, abbiamo tanto tempo…” disse, chinandosi e poggiando le sue labbra contro le mie.

“Si, tanto…” risposi, stringendolo forte e ricambiando il bacio.

“Non so se sai che mi sento l’uomo più felice della terra, e lo sono ancora di più dopo la… la nostra notte…. Perché li ho capito  che tu sei per davvero la mia dolce metà, in tutti i sensi. Siamo fatti l’uno per l’altra” dichiarò, quasi emozionato, quando ci separammo.

“Lo so, in un certo senso lo so da più di tre anni” risposi, sedendomi al suo fianco sul divano che ci aveva ospitato innumerevoli volte. Intrecciai la sua mano alla mia, e restammo a guardarci finchè non suonarono alla porta.

“Vado io” dissi, alzandomi. Controllai vicino allo specchio se tutto era ok onde evitare di avere sbavature di lucidalabbra per il bacio ed aprii.

All’inizio non vidi nulla, poi successe tutto in due secondi: qualcuno urlò: “Tadà!”, si accese la luce del codominio ed io urlai per lo spavento che, però, scomparve appena riconobbi la persona che mi stava davanti con un sorriso a trentadue denti.

Alto come sempre, con gli occhi quasi luminosi e avvolto da una giacca di pelle nera, Massimo mi guardava in attesa di una reazione.

“Max!” esclamai, quando associai il sorriso al volto e al nome.

“Deb” disse semplicemente. Era un “Deb” in stile “Sei sempre la solita”, non un “Deb” di riconoscimento. Sapeva già da prima che mi avrebbe trovato lì.

Senza esitare lo abbracciai, stringendolo con tutta la forza che avevo, e lui restituì la stretta con altrettanto entusiasmo. Dopotutto non ci vedevamo da otto mesi.

“Oddio, cosa ci fai qui?” domandai quando anche Andrea ci raggiunse, evidentemente per le mie urla.

“Sono venuto a trovare Stella e i suoi vecchi, no?” rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “E poi volevo  farti le congratulazioni di persona, ho saputo del libro” aggiunse.

“Grazie, Max, quanto mi sei mancato!” esclamai.

Stentavo a credere che quell’uomo, padre, marito e cantante professionista fosse il Massimo che avevo conosciuto quattro anni prima, colui che mi aveva sempre consigliato e che era stato indispensabile per me in certi momenti. Ormai la sua presenza, ahimè, non era più fondamentale, e poi avevo imparato a sopportare la sua assenza in quegli anni. Ma il bene che gli volevo e la stima che avevo in lui non sarebbero mai cambiati.

“Vale lo stesso per me, nipotina! Comunque venite di là, Eli e Niko devono fare un annuncio”.

Lo seguimmo, e ormai avevo già dimenticato l’esame imminente. La casa era affollata,  c’erano i genitori dei ragazzi, alcuni loro amici, Rossella, Pierre,  il resto dei Gold Boyz, Beatrice con la piccola Manuela molto cresciuta e, infine,anche Daniele.

Niko ed Eliana stavano al centro del soggiorno, sorridenti ed emozionati.

“Volevamo dirvi che la data del matrimonio e del battesimo di Stella è stata fissata per il 25 giugno, ed ovviamente siete tutti invitati” annunciò Niko lentamente.

Scoppiammo in un applauso fragoroso e Giuseppe aprì una bottiglia di champagne.

Che bello, c’era un matrimonio da organizzare in due mesi… Non osavo immaginare il caos che ci sarebbe stato a casa in quei soli 60  giorni…

Andrea mi cinse le spalle  e mi strinse a sé, sorridendo con una vena di sarcasmo; evidentemente aveva capito a cosa stavo pensando.

Ma sorrisi: dopotutto cos’era un matrimonio da organizzare con una neonata urlante per casa con gli esami imminenti rispetto a tutto quello che era successo in quegli anni?

Niente, mi dissi, e mi persi beata nel momento che stavo vivendo, insieme a tutte le persone più importanti che avevo conosciuto in quell’avventura che speravo non sarebbe mai finita.

 

 Qualche Anticipazione dall'Epilogo:

“Erano anni che non provavo l’emozione di entrare in uno studio televisivo” mormorai, accasciandomi su un divanetto e facendogli segno di  avvicinarsi a me.

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“Dobbiamo farci qualche foto insieme,nessuno crede che tu sei mia figlia!” ironizzò.

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“Lo conosciamo come tuo amico  che è venuto  a prenderti l’anno scorso insieme alla sua band” disse severamente papà… Prima di scoppiare a ridere e tendere gioiosamente la mano ad Andrea che si lasciò coinvolgere dalle risate.

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“No, sai, te lo volevo domandare a titolo informativo” iniziò Rossella, facendo uno strano sorriso. “Sai, dopotutto fra un po’ anche io inizierò la vita matrimoniale”.

 

 

  
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