Ma
ciao!
Come
va? Per fortuna ho finito di studiare presto e sono riuscita a postare in anticipo… Ecco a voi il cap
finale prima dell’epilogo, in cui Andrea e Deb si daranno una bella mossa,
ehehe! Che emozione, oddio, sembra ieri quando inziai a pubblicare questa fic... E sono passati già 7 mesi! T_T
E tra una settimana esatta sarà on line
il continuo, sempre in questa sezione ovviamente!
Grazie
mille a:
Giulls:
Sai che anche io voglio comprare il libro di Deb? Sarà nelle librerie il
prossimo 30 febbraio! xD xD Grazie mille tesoro, sei sempre troppo buona, e
grazie per avermi consigliato per questo cap, sei un vero angelo! ^^ Ti voglio
bene!
giunigiu95:
Anche io amo Andrea, ihih, chi non lo amerebbe? E’ impossibile restare
indifferenti alla sua tenerezza… Eh si, ora Niko ed Eliana si ritroveranno una
bella marmocchietta tra le scatole, per fortuna che ci sono Deb e gli altri che li aiuteranno!
95_angy_95:
Sai che anche io cerco un ragazzo come Andrea? Nel remoto caso che lo troverò
gli domanderò se ha un gemello per te, ok? xD Grazie mille per la recensione e
i complimenti!
_New_Moon_:
E chi è che non ama Andrea? xD Riguardo il continuo, tranquilla, ho già scritto
11 cap, quindi se ti va di sapere tutto, basta leggerlo, perché penso che
pubblicherò il primo cap già venerdì prossimo! Mi farebbe piacerissimo se lo
leggessi e soprattutto se ti piacerà! =) Un bacione!
freeze:
Eh si, 8 mesi sono molti, ma Andrea, dato proprio i suoi precedenti come hai
detto tu, ha preferito andarci piano, aspettando il momento giusto ma, tranquilla,
ora recupereranno ;-) Silvia leggendo il libro ha compreso più a fondo i
sentimenti di Deb, si è sentita in colpa, ma comunque le risate se le è fatte,
anche se comunque per lei tutto quello che c’era scritto non era una novità; nella
storia i personaggi “reali” sono solo Deb e Andrea, gli altri Deb li ha
denominati in un altro modo e ha cambiato anche alcune caratteristiche, quindi
non ha dovuto chiedere nulla. E riguardo Niko , che ne parliamo a fare, lo
sappiamo che è una pera cotta, altrimenti non sarebbe Niko! xD
vero15star:
Tesoro, sono io che adoro te! Come si fa a restare impassibili davanti a una bellissima
fic come Eternity? Mi ha davvero preso, e non vedo l’ora di leggere il prossimo
cap, quindi, please, aggiorna presto! *mi inginocchio* Ma certo che ti perdono,
anche perché non me la sono assolutamente presa xD può capitare a tutti di avere problemi con il
pc e di essere impegnati con la scuola, tranquilla. Riguardo la fic a 4 mani… E
me lo domandi pure? Certo che mi piacerebbe scrivere una fic con te, non
aspetto altro che tue predisposizioni =D Non preoccuparti, certo che
continueremo a sentirci quando la fic sarà terminata, e se ti va c’è sempre il
continuo che inizierò a pubblicare venerdì prossimo ^^ Ma ora tocca a te
aggiornare, è un’ordineeee! xD xD Un bacione tesoro, ti voglio bene!
Smemo92:
Sono d’accordissimo sulla tua ultima affermazione, niente è tutto bianco o nero
e spero che questa fic un po’ l’abbia dimostrato, era uno dei miei scopi ^^ Niko
padre-agitato è proprio strano, eh? Ma faremo bene ad abituarci a questa sua versione,
che si porterà avanti, come faremo bene ad abituarci a Deb e glia altri
versione zietti- baby sitter! =D Grazie mille per la recensione!
Gemellina
Dolly: Grazie mille tesoro, sei sempre troppo gentile! Purtroppo il resto dei
Gold Boyz al momento è un po’ trascurato, ma nel continuo avranno più rilievo,
specialmente Giuseppe, lo conosceremo meglio sotto dei punti di vista
inaspettati! E comunque io sto ancora aspettando i nuovi capitoli di “Una nuova
sorella per Ron!”, mi piacerebbe tantissimo sapere cosa succederà! Che dici, mi
accontenterai? xD Scherzo ovviamente, capisco se sei impegnata o cose simili,
ma sappi che quando la aggiornerai la fan numero uno correrà subito a leggere!
Un bacione! ^^
Detto
ciò, aggiornerò martedì con l’epilogo. Oddio, che commozione! Vabbè, vi lascio,
la
vostra milly92.
Capitolo 54
Happy Ending
Il
bianco delle pareti dell’ospedale ci avvolgeva completamente; più guardavo
quelle mura e più mi sembravano scure. Io e Andrea aspettavamo invano in una
stanza privata, dato che alcune infermiere lo avevano riconosciuto, qualche
notizia da parte di Niko, che aveva seguito Eliana in sala parto da già un’ora
e non si era fatto ancora vivo. Avevamo avvisato Rossella e i ragazzi, e ci
stavano per raggiungere.
“Chissà
se hanno pensato ad un nome da dare alla bambina” mormorai, per rompere il
silenzio dato che la stanza era vuota a parte noi due.
“Non
lo so” rispose Andrea pensieroso. “Ma hai notato che Eliana portava un anello
all’anulare sinistro?”.
Sgranai
gli occhi, incredula. “Davvero? Allora deve essere riuscito a farle la
proposta!” esultai entusiasta.
Andrea
levò un sopracciglio. “Tu sapevi che aveva intenzione di chiederle di
sposarlo?” domandò, quasi offeso.
“Si,
ma era un segreto” mi affrettai ad aggiungere. Feci una faccia dispiaciuta per
non aver potuto condividere quell’informazione con lui e presi le sue mani tra
le mie. “Lo sapevo da soli due giorni”.
Lui
strinse le mie mani in risposta e sorrise. “Tranquilla, so che mantieni sempre
i segreti, è anche per questo che ti amo” disse, alzando la mano destra fino a
portarla al mio viso. Lo accarezzò con delicatezza, e chiusi gli occhi, dato
che quel semplice gesto mi faceva rabbrividire lungo la schiena.
“E
quale sarebbero gli altri motivi?” domandai, con finta aria curiosa.
“Oh,
ti amo per il fatto che tra un po’ sarai la scrittrice preferita di tutti i
teenagers, ovvio, no?” ironizzò, facendomi ridere.
Quelle
parole ravvivarono il mio entusiasmo di un milione di tacche; non riuscivo
ancora a realizzare il fatto che il mio romanzo sarebbe stato pubblicato.
“Ovvio”.
“Ovviamente”
disse, facendomi ricordare quel caldo giorno di
otto mesi prima, il nostro primo bacio dopo tre anni…
Avvicinò
il viso al mio, quasi come se avesse dimenticato che ci trovavamo in un
ospedale e che avremmo dovuto essere in pensiero per la nostra nipotina
acquisita che stava per nascere, e mi diede un lieve bacio, che però da dolce
diventò improvvisamente irruente e infinito.
Sorpresa,
ma di certo non dispiaciuta, risposi con enfasi al bacio, mentre lui portava la
sua mano destra sulla mia gamba e quella sinistra attorno alla mia vita, sotto
la maglietta.
Persi
totalmente la cognizione del tempo ritrovandomi così, sentendomi accaldata e
piena di scariche elettriche, tanto che non so come mi ritrovai a cavalcioni su
di lui.
Passai
a baciarlo vicino il lobo dell’orecchio, mentre lui scendeva a baciarmi il collo, e con un minimo di
soddisfazione lo sentii sospirare lievemente.
Ed
ero ancora stordita quando lui si staccò, facendomi bruscamente ritornare alla
realtà. “Ringrazia che siamo in ospedale, altrimenti questo gesto non lo
avresti mai visto” spiegò malizioso mentre ritornavo a sedermi e cercavo di
calmarmi.
“Avrei
preferito non vederlo” ammisi, senza il minimo imbarazzo.
“Allora,
se ti va… Potrai non vederlo accettando di venire un attimo con me in un posto
speciale per una sorpresa che avevo preparato per questo mesiversario” disse
lentamente, studiando la mia reazione.
“Ma
certo” risposi subito, sentendomi totalmente sicura del fatto che quella fosse
la volta giusta dopo tanti mesi e continue interruzioni e insicurezze.
“Allora
ci conto” annunciò, prima di spiegarsi: “Deb, davvero, oggi è stata una
giornata speciale per entrambi, tu hai realizzato uno dei tuoi sogni, sta per
nascere la bambina… Sei totalmente sicura di voler fare questo passo? Perché
penso che questo sia uno dei momenti più giusti”.
Annuii,
totalmente convinta. “Certo, non sai da quanto sto aspettando questo momento.
Niente più di questo può rendere questa giornata ancora più speciale” spiegai,
e ci scambiammo uno sguardo fatto di complicità pura.
Purtroppo,
ad interrompere quel momento ci pensarono Rossella, Pierre e il resto dei Gold
Boyz.
“E’
nata?” domandò subito Rossella preoccupata.
“Non
anc…” iniziai, ma fui zittita da Niko che iniziò a correre verso di noi, entrando
di botto nella stanza,come se fosse impazzito. Indossava ancora il camice verde
che gli avevano fatto indossare all’entrata della sala parto e si gettò addosso
a me ed Andrea.
“E’
nata! E’ nata!” urlò, adrenalinico.
“Oh!
E dov’è?” chiese Giuseppe.
“L’hanno appena portata da Eli, venite,venite!”.
Lo
seguimmo fino alla fine del corridoio ed entrammo in una delle ultime stanze
dove c’era Eliana, scioccata e stanca, con in braccio la piccola.
Era
bellissima, abbastanza grande, con gli stessi occhi di Niko e i capelli
biondicci.
Restai
a bocca aperta, ammaliata da quella creatura.
“Come
si chiama?” domandai con un sussurro.
“Stella,
la nostra Stella” rispose Eliana sorridendo. Niko annuì, e si sedette sul bordo
del letto, predendo Stella in braccio.
Stentavo
a credere che fosse diventato padre ad essere onesti, mi sembrava di vivere in
una piccola favola.
“E
comunque io e Niko dobbiamo dirvi una cosa… Abbiamo deciso di sposarci!”
aggiunse la ragazza, mostrandoci l’anello che portava all’anulare sinistro.
Finsi
di essere sorpresa mentre Rossella emetteva un lieve strillo e abbracciai
Eliana, facendo l’occhiolino a Niko da sopra la sua spalla. Ricambiò,
sorridendo, e mi precipitai ad abbracciarlo a mia volta.
La
stanza si riempì di: “Auguri!” e “Congratulazioni!”, e mi sembrava di sentire
tutte quelle urla mentre ero in macchina con Andrea, quasi un’ora dopo.
“Dove stiamo andando?” domandai quando vidi che aveva imboccato una
strada diversa da quella dell’andata.
“Ti
piacerà” rispose semplicemente lui, e mi dissi che aveva perfettamente ragione
quando mi ritrovai sulla spiaggia in cui eravamo messi insieme.
“Che
bello” dissi semplicemente mentre mi cingeva la vita con le braccia. “E’ in
momenti come questi che scopro di amarti sempre di più”.
Non
disse nulla, ma sorrise e mi prese per mano, conducendomi fuori dalla spiaggia.
Dopo nemmeno dieci metri, ci trovammo di fronte ad una casetta. Prese un mazzo
di chiavi ed aprì la porta, facendomi segno di entrare.
“Ecco,
volevo venire qui dopo la sorpresa di
Camillo, ma Niko ci ha interrotti” spiegò, mentre eravamo ancora al buio.
“Hai
avuto un’ottima idea” dissi, ripensando al nostro discorso di poco prima e
sentendomi un po’ imbarazzata. Certo, dire le cose era un conto e farle ne era
un’altra.
“Si?”
domandò, accendendo la luce e illuminando un piccolo ingresso.
“Si”
confermai.
Si
avvicinò, aiutandomi a togliermi la giacca e appoggiandola sull’attaccapanni,
facendo lo stesso con la sua.
“Aspetta
un secondo qui” mi esortò, entrando in una stanza di fronte.
Mi
sedetti su un piccolo divano che si trovava in quella stanza, senza sapere cosa
pensare, come sentirmi e cosa fare. Come dovevo comportarmi? Mi sentivo come
una dilettante che si appresta a partecipare ad una gara di importanza
internazionale.
Ma
ritornai un po’ più tranquilla quando Andrea ritornò nella stanza, con un
piccolo sorriso sulle labbra.
Lui ti ama per quello che sei, e sa che
non sei esperta. Non si aspetta nulla di che, tranquilla, anzi, chi ti dice che
anche lui non sia un po’ spaventato?
“Vieni” mi invitò, prendendomi per mano e
conducendomi verso la stanza in cui si era richiuso.
Restai
incantata appena vi entrai, ammorbidita dalle luci di decine di candele bianche
e doppie sparse per tutta la stanza, in cui vi era un letto matrimoniale e il
tipo di mobilia che si trova nelle camere da letto.
“E’
stupendo” dissi, senza sapere cos’altro aggiungere.
“Speravo
ti piacesse” mormorò. Improvvisamente sembrava impacciato, come un ragazzino
alla prima cotta.
La
cosa mi preoccupava alquanto, insomma, se lui era così impacciato io cosa avrei
dovuto fare? Al momento la passione che ci aveva travolti in ospedale mi
sembrava remota, ma solo per quel senso di imbranataggine.
Così
mi voltai decisa verso di lui, facendo il primo passo. Gli circondai il collo
con le braccia e dissi: “Ti amo”, senza smettere di guardarlo negli occhi.
“Anche
io. Ed è per questo che siamo qui” rispose, con un’espressione improvvisamente
dolce dipinta in volto.
Raccolse
il mio viso tra le sue mani e iniziò a baciarmi lentamente, mentre io mi
aggrappavo totalmente a lui.
Si
bloccò, squadrandomi preoccupato.
“Shh,
è tutto ok e meravigliosamente bello” gli dissi, e fui sollevata nel sentire
che fosse la pura verità.
Di
nuovo incatenammo i nostri sguardi ciò
bastò per farci ritrovare stesi sul letto. Tentò di essere il più dolce
possibile quando si ritrovò sopra di me, forse per non farmi sentire il suo
peso, ma non vi badai, perché al momento sarebbe potuto crollarmi anche il
mondo addosso ma non me ne sarei resa conto.
Iniziò
a baciarmi il collo, la guancia, il lobo dell’orecchio, e a ogni suo tocco
sentivo una scarica di adrenalina percorrere tutto il mo corpo con una velocità
straordinaria.
Iniziai
a sbottonargli la camicia come nel nostro solito film ricorrente, ma entrambi
sapevamo che quella era la volta giusta, che niente e nessuno ci avrebbe
impedito di amarci in tutto e per tutto.
Mi
guardava negli occhi, con un’espressione dolce e quasi emozionata, facendomi
sentire importante come non mi era mai successo.
“Ricorda
che sei tutta la mia vita” sussurrò contro il lobo del mio orecchio destro,
mentre mi sfilava delicatamente la maglietta.
“Vale
lo stesso per te” sospirai decisa, baciandolo.
Lentamente,
con una calma esasperante, mi ritrovai con indosso solo la biancheria intima, e
mi sentii diversamente da come mi ero sempre immaginata. Mentre mi alzavo un
po’ per aiutarlo a sbottonare il
reggiseno non provai alcuna paura circa il suo giudizio, sapevo che non avrebbe
disprezzato i miei difetti.
Averlo
così davanti ai miei occhi, nudo e con un’espressione totalmente rapita mi
lasciò senza fiato, era perfetto, il suo torace scolpito mi sembrava essere
stato creato solo per essere riempito da una scia di baci.
La
frenesia ormai si era impossessata di ogni centimetro del mio corpo, e non
dimenticherò mai il modo in cui ci guardammo l’ultima volta prima di diventare
una cosa sola, conscia del fatto che eravamo destinati ad essere un solo corpo
e un’anima, mentre alle nostre spalle le onde componevano la colonna sonora di
quel momento tanto atteso e felice di due persone che non riuscivano a fare
altro che amarsi e che erano pronte a farlo per il resto delle loro vite.
Eliana
ritornò a casa una settimana dopo insieme a Stella, e in quell’arco di tempo mi
ero affrettata a scrivere un piccolo epilogo del libro. Avevo contattato
Camillo e gli avevo detto che il manoscritto non poteva essere pronto senza un
ultimo capitolo e alcuni ringraziamenti. Ovviamente l’epilogo parlava del lieto
fine che avevo avuto e che sapevo si sarebbe prolungato per anni ed anni.
Insieme
ad Eliana ovviamente ritornò anche il suo futuro marito, ed è inutile dire che
per le due settimane successive la casa fu un eterno via vai di gente oltre ai
loro familiari, per questo spesso ero
costretta a studiare ancora di più in ufficio e a casa di Andrea.
“Amore,
basta, mi piacerebbe se dedicassi tutti quegli sguardi a me invece che al libro
di letteratura” disse lui la sera del 29 aprile.
Mi
voltai e lo trovai appoggiato allo stipite della porta della sua camera con un
sorriso ironico stampato in faccia.
Risi
lievemente, scrollando le spalle. Ogni volta che lo vedevo, che mi parlava, che
mi abbracciava, non potevo far altro che rivivere quella magica notte nella
casetta vicino la spiaggia e desiderare di riviverla altri milioni di volte.
“Dai,
domani faccio l’esame e sarò tutta tua” risposi.
“No,
sono offeso, basta” finse, voltandomi le spalle e facendo finta di volersene
andare.
Risi
nuovamente, alzandomi e correndogli incontro. Lo fermai per la vita, e si girò
in mia direzione. Quando incrociò il mio sguardo la sua espressone divenne da
giocosa a seria e profonda. Portò le mani attorno al mio viso, prima di
spostare la sinistra dietro la mia schiena.
“Mi
dispiace che in questi giorni ci sia tutto questo caos da te, ma sono lieto di
avere una scusa per ospitarti” mormorò, continuando a guardarmi.
“Peccato
che però non abbiamo avuto tempo di stare da
soli per davvero” sussurrai, allungando una mano che finì dietro la sua
nuca. Improvvisamente il suo sguardo si accese,e capii che anche lui stava
pensando a quella notte.
“Dispiace
anche a me ma va bene così, abbiamo tanto tempo…” disse, chinandosi e poggiando
le sue labbra contro le mie.
“Si,
tanto…” risposi, stringendolo forte e ricambiando il bacio.
“Non
so se sai che mi sento l’uomo più felice della terra, e lo sono ancora di più
dopo la… la nostra notte…. Perché li
ho capito che tu sei per davvero la mia
dolce metà, in tutti i sensi. Siamo fatti l’uno per l’altra” dichiarò, quasi
emozionato, quando ci separammo.
“Lo
so, in un certo senso lo so da più di tre anni” risposi, sedendomi al suo
fianco sul divano che ci aveva ospitato innumerevoli volte. Intrecciai la sua
mano alla mia, e restammo a guardarci finchè non suonarono alla porta.
“Vado
io” dissi, alzandomi. Controllai vicino allo specchio se tutto era ok onde
evitare di avere sbavature di lucidalabbra per il bacio ed aprii.
All’inizio
non vidi nulla, poi successe tutto in due secondi: qualcuno urlò: “Tadà!”, si
accese la luce del codominio ed io urlai per lo spavento che, però, scomparve
appena riconobbi la persona che mi stava davanti con un sorriso a trentadue denti.
Alto
come sempre, con gli occhi quasi luminosi e avvolto da una giacca di pelle
nera, Massimo mi guardava in attesa di una reazione.
“Max!”
esclamai, quando associai il sorriso al volto e al nome.
“Deb”
disse semplicemente. Era un “Deb” in stile “Sei sempre la solita”, non un “Deb”
di riconoscimento. Sapeva già da prima che mi avrebbe trovato lì.
Senza
esitare lo abbracciai, stringendolo con tutta la forza che avevo, e lui
restituì la stretta con altrettanto entusiasmo. Dopotutto non ci vedevamo da
otto mesi.
“Oddio,
cosa ci fai qui?” domandai quando anche Andrea ci raggiunse, evidentemente per
le mie urla.
“Sono
venuto a trovare Stella e i suoi vecchi, no?” rispose come se fosse la cosa più
ovvia del mondo. “E poi volevo farti le
congratulazioni di persona, ho saputo del libro” aggiunse.
“Grazie,
Max, quanto mi sei mancato!” esclamai.
Stentavo
a credere che quell’uomo, padre, marito e cantante professionista fosse il
Massimo che avevo conosciuto quattro anni prima, colui che mi aveva sempre
consigliato e che era stato indispensabile per me in certi momenti. Ormai la
sua presenza, ahimè, non era più fondamentale, e poi avevo imparato a
sopportare la sua assenza in quegli anni. Ma il bene che gli volevo e la stima
che avevo in lui non sarebbero mai cambiati.
“Vale
lo stesso per me, nipotina! Comunque venite di là, Eli e Niko devono fare un
annuncio”.
Lo
seguimmo, e ormai avevo già dimenticato l’esame imminente. La casa era
affollata, c’erano i genitori dei
ragazzi, alcuni loro amici, Rossella, Pierre,
il resto dei Gold Boyz, Beatrice con la piccola Manuela molto cresciuta
e, infine,anche Daniele.
Niko
ed Eliana stavano al centro del soggiorno, sorridenti ed emozionati.
“Volevamo
dirvi che la data del matrimonio e del battesimo di Stella è stata fissata per
il 25 giugno, ed ovviamente siete tutti invitati” annunciò Niko lentamente.
Scoppiammo
in un applauso fragoroso e Giuseppe aprì una bottiglia di champagne.
Che
bello, c’era un matrimonio da organizzare in due mesi… Non osavo immaginare il
caos che ci sarebbe stato a casa in quei soli 60 giorni…
Andrea
mi cinse le spalle e mi strinse a sé,
sorridendo con una vena di sarcasmo; evidentemente aveva capito a cosa stavo
pensando.
Ma
sorrisi: dopotutto cos’era un matrimonio da organizzare con una neonata urlante
per casa con gli esami imminenti rispetto a tutto quello che era successo in
quegli anni?
Niente,
mi dissi, e mi persi beata nel momento che stavo vivendo, insieme a tutte le
persone più importanti che avevo conosciuto in quell’avventura che speravo non
sarebbe mai finita.
“Erano anni che non provavo
l’emozione di entrare in uno studio televisivo” mormorai, accasciandomi su un
divanetto e facendogli segno di
avvicinarsi a me.
“Lo
conosciamo come tuo amico che è
venuto a prenderti l’anno scorso insieme
alla sua band” disse severamente papà… Prima di scoppiare a ridere e tendere
gioiosamente la mano ad Andrea che si lasciò coinvolgere dalle risate.
“No,
sai, te lo volevo domandare a titolo informativo” iniziò Rossella, facendo uno
strano sorriso. “Sai, dopotutto fra un po’ anche io inizierò la vita
matrimoniale”.