Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Crybaby    28/03/2009    1 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Saint Seya; Naruto]
Il principale avversario di Sailor Moon è tornato, ma questa volta le sue intenzioni vanno ben oltre il desiderio di vendetta. Sette squadre di guerrieri, provenienti da quattro diverse realtà, partono alla volta dei quattro angoli dell'universo nel tentativo di riportare la normalità e sventare l'ultima, definitiva, minaccia di Chaos.
PARTE 1: ANTEFATTO
1-7 Prima parte
8-15 Seconda parte
PARTE 2: LE SETTE SQUADRE
16-28 Ub, Minako, Rock Lee, Tenten, Ami, Kiba & Akamaru
29-40 Gaara, Haruka, Shiriu, Shino, Temari & Mister Satan
41-50 Makoto, Shun, Michiru, Hotaru, Choji & Ino
51-61 Setsuna, Kankuro, Hinata, Goten, Pan & Naruto
62-75 Shikamaru, Rei, Hyoga, Shaina, Trunks & Usagi
76-83 Gohan, Ikki, Sakura, Videl, Neji & Seya
84-88 Vegeta & Bulma
PARTE 3: TUTTI CONTRO CHAOS
89-103 La Città
104-115 La Fortezza
116-119 Resa dei conti finale
PARTE 4(cap. 120): EPILOGO
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La Riscossa

Le onde provocate dall’esplosione furono tanto forti da scaraventare Rock Lee all’indietro, facendogli sbattere violentemente la schiena contro il muro. In poco tempo, la fossa venne invase da fumo e polvere, il che obbligò il ninja a chiudere gli occhi e tapparsi le vie respiratorie per diversi minuti. Tornata finalmente l’aria e la visibilità, Lee si ritrovò dinnanzi ad uno strano spettacolo: la carcassa metallica dell’androide T, di cui erano rimasti un braccio, una gamba, il torace e parte della sua testa taurina, giaceva immobile sul pavimento, sommersa dalle fiamme. Strano come questo fosse l’aspetto con cui il ninja vedeva l’androide per la prima volta, dato che per tutto lo scontro precedente T era sempre rimasto immerso nell’ombra.
Un particolare inutile, per Lee.
Prima rivale, poi amico, W si era sacrificato per eliminare T e salvargli la vita: questo è ciò che occupava la mente del ragazzo. Come a voler salutare W un’ultima volta, Lee rimase in piedi, immobile e ad occhi chiusi per almeno un minuto. Quando si sentì pronto, decise che era giunto il momento di risalire.
Qualcuno, però, non era dello stesso avviso.
Il corpo di T iniziò a tremare ed emettere piccole scariche elettriche. Poi, questi si alzò e si mise a camminare come un ragno, mentre il suo occhio si riaccese di rosso. In qualche modo, l’androide funzionava ancora. Evitando per un soffio un improvviso attacco, Lee spiccò un balzo verso l’alto e si arrampicò fino a raggiungere una nicchia nel muro, dove poter rifettere con calma.
“Calmo, devo stare calmo. Quel mostro è ancora… vivo, è vero, ma nelle condizioni in cui si trova dubito possa fare altri danni, né tantomeno salire fin qui. A questo punto mi conviene uscire e raggiungere Kiba al più presto. Però… non posso lasciare che il sacrificio di W sia stato inutile! Devo battere quel mostro una volta per tutte, e portare a termine quello che ha iniziato… No, aspetta, se lo facessi equivarrebbe a una vendetta, e con le vendette non si è mai ottenuto nulla di buono! Che cosa devo fare? Qualunque decisione prenda, avrò sempre un peso sulla coscienza per il resto della mia vita! A meno che…”
Il giovane si frugò nelle tasche; nemmeno lui seppe come, vi trovò l’oggetto a cui stava pensando.
“Con questo, non ricorderò cosa sto per fare e di conseguenza non avrò pesi sulla coscienza… Sì, ho deciso. Mi perdoni se sto per disubbidirle, Gai-sensei, ma sento che è la cosa più giusta da fare.”
Lee si concesse un lungo respiro, prima di avvicinare alle labbra la boccetta che teneva in mano e sgolarsi tutto il contenuto.

-Così, mi avevi già sentito arrivare.
Tranquillamente, Shino raggiunse Kiba sulla terrazza, dove questi stava ancora coccolando Akamaru per fargli passare la paura.
-Già- rispose -ma ancora faccio fatica a crederci. Insomma, cosa ci fai, tu, qui?
-Per lo stesso motivo per cui sei qui anche tu, probabilmente. Dopo aver sconfitto il drago malvagio, la sua sfera è schizzata via nello spazio, e noi l’abbiamo inseguita fin qui. Anche alla squadra di Makoto è accaduta la stessa cosa.
-Oh no, oh no, oh no! Questo significa che Li Shenron si è già impossessato di tre sfere del drago!
-Li Shenron? Si può sapere di cosa stai…
Shino s’interruppe, notando che poco lontano l’androide G si stava rialzando, più incazzato che mai, pronto ad attaccare.
-Continueremo il discorso più tardi, ora pensiamo a sistemare quel tipo.
-No, è meglio che tu vada a vedere come stanno Sailor Venus e Sailor Mercury- ordinò Kiba -di lui ce ne occupiamo io e Akamaru!
-Sicuri?
-Al cento per cento, adesso vai!
-NESSUNO VA DA NESSUNA PARTE!- urlò G, rivolgendosi in parrticolare a Shino-non so chi tu sia, ma già mi stai sulle palle! Prendi questo!
L’androide si tolse un orecchino appuntito, che trasformò in lancia, e lo scagliò contro l’Aburame, centrandolo in pieno petto; al solo contatto, però, il corpo di Shino sparì in una nuvoletta di fumo, tramutandosi in uno sciame di coleotteri.
-E che cazzo!
-Un clone d’insetti, c’era da aspettarselo!- ridacchiò Kiba -beh, ora tocca a noi. Akamaru, ti senti pronto?
Il cucciolo emise un lungo ringhio, concluso con un abbaio entusiasta.
-Perfetto. Si comincia!
Ancora in stato di shock per aver visto una persona diventare un mucchio d’insetti, G assistette impotente anche alla trasformazione del piccolo Akamaru, che saltò in groppa al suo padrone e ne divenne una copia perfetta.
-GATSUUGA!!!
Kiba e il suo clone partirono all’attacco. Ripreresosi per tempo dallo smarrimento, G evitò l’offensiva saltando di lato, e i suoi rivali si schiantarono contro un edificio alle sue spalle, demolendolo.
-Vi è andata male, ragazzi. Ora ho io una sorpresa per voi!
Disgustosamente, l’androide tirò fuori la linguaccia e vi sfilò il piercing che vi era incastrato, il quale si ingrandì e assunse la forma di una spada. Con l’arma sguainata, G tentò di difendersi da un secondo tentativo di Gatsuuga, riuscendosi solo in parte. Uno dei due Kiba gli sfilò la spada di mano afferrandola coi denti, evitando però di colpirlo: G ne approfittò così per colpire l’avversario in pancia con uno dei suoi anelli, tramutato per l’occasione in boomerang. Ci pensò l’altro Kiba a colpire, ma G fu più reattivo e gli assestò un gran pugno in faccia. Questo Kiba sparì in una nuvoletta di fumo, rivelando di essere Akamaru.
-Ancora tu, bestiaccia! Questa volta non mi scappiAAAARRRGH!!!
Non scappò, Akamaru. In compenso gli urinò spietatamente negli occhi, accecandolo e liquefandogli parte dei suoi adorati gioielli come fosse acido. Quindi, il cucciolo raggiunse il suo padrone, che nel frattempo si era ripreso dal colpo allo stomaco.
-Bravissimo, Akamaru! E ora, sotto con il gran finale! Siccome quello stronzo ha cercato di ucciderti, scegli pure tu come farlo fuori!
Il cagnolino non rispose subito con un abbaio: al contrario, aprì gli occhietti e digrignò i denti in una specie di sorriso, mostrando così un’espressione diabolica. Kiba comprese alla svelta.
-D-dici davvero? B-beh, sei tu il capo stavolta…

Sailor Venus e Sailor Mercury schivarono l’ennesima frustata e si misero a correre il più velocemente possibile, infilandosi nel labirinto di vicoli.
-L’abbiamo scampata bella!- gridò Minako -ma tu hai capito perché il rovo ci ha lasciate andare?
-Non credo l’abbia fatto di proposito: non voglio sparare una cavolata, ma mi è sembrato di vedere degli insetti che se lo mangiucchiavano!
-Sì, come no, e io sono la leader delle guerriere sailor… OH-OH.
Una ennesima frustata costrinse le due a frenare la corsa. L’androide R le aveva già raggiunte e superate, bloccando loro la strada.
-Ve l’ho già detto. Potrete anche distruggere la mia piantina, ma non riuscirete mai a sfuggirmi. Y-AAH!!
R fece schioccare la sua frusta in direzione delle due: questa, però, si sgretolò ancor prima di sfiorarle, divorata in meno di un secondo da uno sciame d’insettini. Sciame che svolazzò verso l’alto, dove Shino, appostato sul tetto di una palazzina, li attendeva tranquillo e beato.
-Così, quel gigantesco cespuglio era opera tua. Complimenti.
-E tu chi diavolo sei?- domandò R.
-Ehi- bisbigliò Minako all’orecchio di Ami -ma quello non è il tipo che alla Capsule Corporation aveva quasi fatto crepare Makoto dallo spavento?
-Sì Minako, proprio lui... Si chiama Shino, se non ricordo male. Ma cosa ci fa lui qui?
-Vi spiegherò tutto più tardi, Ami- le rispose il ninja, rivolgendosi poi ad R -devo proprio ringraziarti: i miei insetti hanno gradito molto la tua piantina, e anche la tua frusta. Noto con interesse che tu stesso sei fatto di rovi, per cui mi chiedevo se gli insetti avessero ancora un po’ di appetito…
Lo sciame scese di nuovo in picchiata; l’androide si fece scudo appena in tempo gonfiando le spine del suo corpo, e partì a sua volta all’attacco del ninja.
-Dovresti parlare di meno e tenere per te le tue strategie, moccioso! Prendi questo…
-Ti sei già scordato di noi, R? SABAO SPRAY!
Di nuovo, la nebbia di Sailor Mercury riempì la strada, nascondendo lei e gli altri alla vista di R. Nonostante ciò, l’androide mantenne la calma e, stringendo gli occhi, si mise a scrutare nella nebbiolina, in attesa che uno dei suoi tre avversari si mostrasse. E così avvenne: alla sua destra, avvistò la silouette di Mercury che gli scagliava contro un vortice d’acqua. Per nulla turbato, R ritrasse le spine e attese di ricevere il colpo.
“Che stupida. Ancora non ha capito che l’acqua mi fa soltanto bene… MA COSA?!?”
Sia Ami che il suo vortice sparirono in una nuvola di fumo, trasformandosi in tanti piccoli insetti. Inutile tentare di ritirare fuori le spine: l’intero sciame gli fu addosso in pochi secondi e gli divorò l’armatura di rovi che si era fatto crescere addosso, lasciandogli scoperta la pelle originale. Ora non più tanto calmo, R approfittò della nebbia per scappare e riordinare le idee.
“Dannazione dannazione dannazione! Ma perché quel tizio è saltato fuori solo ora? No, non devo farmi prendere dal panico! Se riesco a far ricrescere su di me il roveto posso ancora farcela...!”
Questa volta, fu lui a trovarsi la strada sbarrata. Da Minako.
-Oh no.
-Oh sì invece. VENUS LOVE & BEAUTY SHOCK!!!
Il bacio di Minako non si smentì nemmeno in questa occasione, centrando R in pieno petto e facendolo saltare in aria, lasciando dietro di sé una gigantesca nube di polvere. Esausta, la sailor si lasciò cadere in ginocchio per riprendere fiato.
-Non pensavo… fosse… così facile…
-Io non la penserei in questo modo- la sgridò Ami, raggiungendola -non ci sarebbe andata così bene, se non fosse stato per Shino. A proposito, dov’è andato?

G tentò in tutti i modi di pulirsi dalla pipì di Akamaru, ma era troppo tardi. La vista dell’androide era stata irrimediabilmente danneggiata.
-I miei occhi, non funzionano più! Brutto bastardino, aspetta solo che...!
G si voltò, pronto per contrattaccare, ma non ebbe il tempo. L’ultima cosa che vide, o che credette di vedere, fu un gigantesco cane bianco a due teste e le sue doppie fauci spalancate.

“Eccolo qui. Come volevasi dimostrare.”
Calandosi nella fossa, Shino vi trovò un Rock Lee intento a prendere a calci i resti del fu mastodontico T, ora ridotto ad un cumulo scomposto di ferraglia bruciacchiata. Accortosi della presenza dell’Aburame, Lee si voltò nella sua direzione e lo raggiunse, non prima di essere caduto almeno una trentina di volte.
-Toh, scè un *HIC!* un *HIC!* un becchino! Che bello! Vuol dire che *HIC!* vuol dire che *HIC!* vuol dire che shono morto!?
-No Lee, non sono un becchino. E tu non sei morto, sei solo ubriaco.
-IO NON SHONO UB… *HIC!* SHONO UBRIACO!
Il pupillo di Maito Gai partì a tutta velocità contro Shino. Solo per schiantarsi contro il suo pugno e cadere a terra svenuto. Scuotendo la testa rassegnato, l’Aburame si caricò lo sbronzo compagno in spalla e, prima di tornare in superficie, chiamò a rapporto uno dei suoi coleotteri.
-Porta ad Haruka e gli altri questo messaggio: altri quattro dell’esercito di Chaos sono stati sconfitti.

Purtroppo, il ninja aveva sbagliato i calcoli.
A differenza di G, T e W, uno degli androidi era ancora vivo, anche se malridotto. R, sfuggito alle sailor mimetizzandosi nel polverone, si stava trascinando con molta fatica in direzione della fortezza di Chaos.
“Avrei dovuto dare ascolto a W, dannazione! I nemici del capo sono davvero gente da non prendere sotto gamba… Ehi, ma quello è…”
R si ritrovò davanti al naso il piccolo H. Preso da un moto d’ira, l’androide scattò addosso al bimbo e lo afferrò per il colletto.
-Tu! Bell’amico che sei, abbandonarci in quel modo! Bah, renditi utile e portami da Baby Bulma, ho urgente bisogno che mi ripari!
Nessuna risposta, solo uno sguardo inespressivo.
-Beh? Cos’aspetti? Dammi una mano!
Di nuovo silenzio. In compenso, H afferrò il braccio di R e cominciò a stringerlo. Più forte. Sempre più forte.
-Cosa… cosa ti salta in mente? Lasciami il braccio! Lasciami, ti ho detto! Ti prego, H! Ti scongiuro, NON FARLO!!!…

Ora sì. Con R, gli androidi annientati diventavano quattro.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Crybaby