Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: ___Page    12/03/2016    3 recensioni
"-E tu Perona?!- le chiese Kobi, sporgendosi verso di lei.
-Io?!- domandò, sgranando gli occhioni neri, prima di scrollare le spalle -Oh beh io ci penserò quest’anno! Magari trovo qualcosa di motivante!- disse, con un sorriso che era tutto un programma, girandosi verso le amiche che sapevano bene di cosa stesse parlando.
Senza che nessuno lo sapesse, Perona era già diventata qualcosa alla Raftel High School. Da mesi ormai il suo blog andava alla grande e sempre più studenti chiedevano aiuto alla misteriosa quanto famosa Miss Puck, senza restare quasi mai delusi nelle proprie attese.
Ma non aveva bisogno di vantarsi, le andava bene così. Finché avesse avuto Miss Puck, non sentiva il bisogno di essere nessun altro, a parte se stessa."
A grande richiesta, il seguito di Miss Puck, dieci anni dopo.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drakul, Mihawk, Perona, Portuguese, D., Ace, Trafalgar, Law/Margaret | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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-Razza di deficiente ma cosa ti dice il cervello?!?!-
-Perona!! Ouch! Ahi! Smettila!!! Così mi sgualcisci la camicia!!!-
-Tu mi sgualcisci la sanità mentale invece!!!- sibilò la rosa tra i denti, fronteggiando il compagno di banco che la guardava scettico e infastidito, come una vera prima donna.
Le braccia al petto e il mento sollevato con fierezza, Izo voltò la testa offeso, accompagnando il movimento con un lieve sbuffo.
-Non so proprio cosa vuoi da me- protestò, facendole sgranare gli occhi all’inverosimile.
-Tu non sai… Io da te voglio che non mi rovini completamente la reputazione!!!- esplose Perona, senza più trattenersi -Ti sembra che chiedere a Drake urlando in mezzo al corridoio se era lui il tizio vestito da Fantasma dell’Opera alla festa di Sugar coincida con la mia richiesta di “aiutarmi DISCRETAMENTE a scoprire chi è il ragazzo misterioso che mi ha baciato ad Halloween”?!?!-
Izo aprì un occhio, scrutando per un attimo la compagna di classe, prima di richiudere la palpebra e sollevare nuovamente il mento.
-È evidente che abbiamo due idee diverse del concetto di “discreto”-
-Certo perché tu sei l’incarnazione del concetto di “imbecille”!!!- ribatté la ragazza mentre gli tirava l’ennesimo pugno sul braccio.
-Ehi!!! E basta! E poi non sono riuscito a urlare un bel niente! Mi hai infilato la tua stupida mela in bocca dopo “Ehi Drake!”!-
-Grazie ai kami!!!-
Espirò stanca, portando una mano a stringersi le tempie.
Santo Roger, quel ragazzo sarebbe stata la sua rovina! Come?! Come le era venuto in mente di chiedere aiuto a LUI?!?!
-Comunque in effetti hai ragione, è stato stupido da parte mia! Non può essere Drake!-
Perona gli lanciò un’occhiata fulminante di sottecchi, spostando le dita sul ponte del naso.
-Izo…-
-Con quel mento dovrebbe mettersi un costume da gorilla per non farsi riconoscere, altro che una mascherina che copre solo metà viso!-
-Izo…-
-Dunque, dunque, quello che sappiamo di questo tizio è che ha i capelli scuri, giusto?! Non una grande informazione ma almeno possiamo escludere Cavendish, il che è un bel sollievo non trovi?!-
-Izo…-
-Mi sento di eliminare anche Ideo dall’elenco, ha i capelli così lunghi che non so come faccia a non sbilanciarsi all’indietro!-
-Izo, per tutti i kami!-
-Sai chi potrebbe essere?! Robb! Lui ha tutti i requisiti! L’altezza, il ritmo!- continuò imperterrito a elencare il moro, tenendo il conto con le dita -Per tutti i kami ti rendi conto di che fortuna sarebbe se fosse lui?! Io ucciderei anche solo per potergli palpare il culo una volta! A meno che… Oh santo Roger, non ci avevo proprio pensato! Blue Gilly!!! Ha i capelli di un blu così scuro che sembrano neri!!! Anche lui potrebbe essere un candidato! Dì un po’, quando ci hai ballato hai fatto caso se c’era qualche rigonfiamento anomalo là sotto?! Dicono che abbia un grande… OUCH!!!-
Smise finalmente di parlare quando Perona lo afferrò saldamente per il lobo, strattonandolo verso di sé e avvicinando i loro visi con fare minaccioso.
-Hai finito di parlarne qui, nel bel mezzo del giardino, dove chiunque può sentirci?!?-
-E dove vorresti parlarne di grazia?!-
-In un posto dove non corro il rischio di far sapere gli affari miei a tutta la scuola!-
Izo ghignò, con uno di quei suoi ghigni poco rassicuranti.
-Ci tieni molto ai tuoi affari eh?!-
-Ci sono cose che sono solo mie e non voglio che si sappiano in giro!- 
-Cose tipo?! Tipo che sei tu Miss Puck?!-
-Precisamente!- esclamò Perona, prima di rendersi conto di cosa aveva detto.
-Lo sapevo!- esultò il moro, mentre lei sgranava gli occhi scioccata e si malediceva mentalmente.
-Come… Come hai fatto?!?!-
-Ti conosco bella mia! Sono capitato sul blog più o meno a Novembre e mi è subito sorto il dubbio!- gongolò il ragazzo, trionfante.
Perona boccheggiò un paio di volte, senza sapere cosa dire e cosa fare, finché uno spaventoso dubbio non la colse.
-Non lo avrai detto a qualcuno!- esclamò, fuori di sé dalla preoccupazione.
Un brivido freddo la colse nel vedere l’espressione poco rassicurante assunta da Izo. Qualcosa si tese in lei, rischiando di farle perdere il controllo proprio un attimo prima che il moro le desse una pacca sulla spalla, smettendo di sorridere sadico.
-Figurati Perona! Tra compagni di banco ci si copre le spalle!-
Un potente sollievo la invase.
Santo Roger, meno male!
Non osava immaginare cosa sarebbe successo se lo avessero scoperto Kobi o Sabo… O, peggio ancora, Ace…
-Oggi ci siamo tutti a casa tua?!-
La domanda di Izo la trascinò fuori dai propri pensieri.
-Uh?! Sì, sì!- esclamò Perona, pregustandosi già il pomeriggio tutti insieme.
-Ottimo! Più siamo meglio è per elaborare una giusta strategia!- affermò con aria saputo il moro, lasciandola un po’ interdetta.
-Che co…- sgranò gli occhi quando capì di cosa stava parlando -No! Izo ascoltami molto bene! Tu non devi dire niente del ragazzo misterioso a NESSUNO, chiaro?! Nessuno!!!-
L’amico la fissò interdetto, sbattendo le palpebre un paio di volte.
-Ma non ci trovavamo apposta?!- domandò e Perona non riuscì a credere alle proprie orecchie.
Ma faceva sul serio?!
-Izo facciamo il gruppo studio okay?! Per quello ci troviamo!- esclamò, esasperata.
La comprensione si disegnò sul volto chiaro del ragazzo.
-Oh- mormorò, senza più verve  -Oh… per quello… capisco… Che schifo a volte la vita eh?!- considerò, sconsolato.
Perona sospirò tra il rassegnato e il disperato.
Non sarebbe cambiato mai!

 
§

 
-E si è dato fuoco alla giacca! Cioè come fai a darti fuoco alla giacca e non accorgertene nemmeno?!- esclamò Kobi incredulo, facendo ridere gli amici mentre entravano in casa Mihawk.
-Ma perché ti stupisci ancora?!- gli domandò Sugar, proseguendo sul vialetto della casa dello zio -È così maldestro che una volta ha lanciato una pallina da tennis in mezzo alla classe per testare i nostri riflessi e quella gli è rimbalzata in faccia prima che chiunque potesse afferrarla!-
Perona ridacchiò, smuovendo le spalle e agitando i lunghi boccoli rosa e setosi, prima di girarsi verso di loro con un sorriso saputo.
-Non so se lo faccia apposta oppure no ma sono sicura che al Prof non dispiace così tanto farsi sempre male!- commentò, spiazzando i suoi amici.
-Stai insinuando che è masochista?!- chiese perplesso Ace.
-No sto insinuando che ci sta volentieri in infermeria in compagnia di Natsuki!- rispose socchiudendo gli occhi e incrociando le braccia sotto il seno.
Kobi, Sabo e Ace spalancarono la bocca increduli mentre Koala, Sugar e Izo piegavano le labbra in ghigni maliziosi.
Natsuki, l’infermiera della scuola, era il sogno erotico degli studenti maschi della Raftel da quando era arrivata lì, raccogliendo l’eredità della professoressa Scarlett, che continuava comunque ad accendere le fantasie dei propri allievi.
-Cosa…-
-Che vorresti dire?! Perona!-
La rosa sorrise soddisfatta, portando l’indice a picchiettarsi la punta del naso.
-Io ho naso per queste cose!- affermò sicura di sé, facendo sghignazzare ancora di più le sue due amiche e il suo compagno di banco.
-Ma… ma… con lui?!?!- protestò Ace come se si stesse consumando una tragedia davanti ai suoi occhi.
Era chiaro che non riusciva a capacitarsene.
Ancheggiando, Perona si avvicinò al suo migliore amico, fermandosi a pochissimi centimetri da lui.
-Sai, Ace, le donne amano gli uomini che le fanno ridere- lo informò, chinando il capo di lato prima di schioccargli un bacio sul naso e tornare a correre verso casa, ridacchiando.
Ace rimase a fissarla interdetto qualche istante prima di scuotere la testa, sorridere a sua volta e avviarsi con il resto degli amici.
Entrò in casa di slancio e si ritrovò a cozzare contro la schiena di Kobi che si era fermato di botto nell’ingresso, proprio come tutti gli altri. Il moro li guardò stranito, immobili e con lo sguardo fisso davanti a loro.
Un suono strimpellato fuoriusciva dal salotto, rimbalzando sulle pareti del corridoio.
-Ma che…?- fece per domandare, accorgendosi solo in quel momento del trio fermo fuori dalla sala.
Drag, Dofla e Croco sbirciavano dentro il salotto, parlottando fra loro, ignari dell’arrivo di nipoti, figli e amici vari e non ci voleva certo un genio per capire chi stessero spiando.
-Non credevo fosse così grave- stava mormorando Croco, lo sguardo serio e il sigaro in bocca.
Drag si passò una mano tra i capelli, sconsolato.
-Ve l’ho detto! Peggiora a vista d’occhio! Comincio a essere seriamente preoccupato!- 
Sabo si irrigidì, un’espressione indecifrabile sul volto.
-E quella chitarra da dove l’ha…- provò a chiedere Dofla ma una voce roca, stanca e per niente intonata lo interruppe, facendoli rabbrividire e non certo di piacere.
-What would I do without your smart mouth? / Drawing me in, and you kicking me out / You've got my head spinning, no kidding, I can't pin you down…-
-Oh santo Roger!- commentò Croco, sinceramente sconvolto.
-Sinceramente, comincio a essere preoccupato anche per la mia sanità mentale, ragazzi- ammise Drag, scuotendo la testa con dispiacere.
-…mystery ride / And I'm so dizzy, don't know what hit me, but I'll be alright…-
-Fufufu, ma non si può sentire!-
-My head's under water / But I'm breathing fine…-
-Sapete credo anche che litigare con Sabo gli abbia dato il colpo di grazia- valutò Drakul, senza accorgersi del nipote a pochi metri e perfettamente a portata d’orecchio.
Il ragazzo trattenne il fiato sconvolto, gli angoli degli occhi che pizzicavano all’inverosimile. Poi qualcosa si spezzò dentro di lui e scattò in avanti, sordo ai richiami degli amici e degli zii che si scostarono sorpresi della sua presenza.
Entrò a passo di carica in salotto, mollando a terra lo zaino e avvicinandosi al divano con determinazione.
-Give your aaaall to me / I'll give my aaaall t…- Shanks si bloccò sconvolto mentre la chitarra gli veniva strappata di mano -Sabo?!- lo chiamò incredulo e sorpreso di trovarselo lì davanti.
Perona e Koala si scambiarono un’occhiata apprensiva, prima di precipitarsi verso l’altra stanza per assicurarsi che Sabo non stesse per commettere un patricidio ma dei nuovi accordi risuonarono nella casa proprio mentre raggiungevano Dofla, Croco e Drag.
 
[Good Riddance – Green Day]
 
Si immobilizzarono tutti, avvicinandosi alla porta del salotto da cui riuscivano a vedere Sabo seduto sulla poltrona accanto al divano occupato da Shanks, che guardava suo figlio con un’emozione indecifrabile negli occhi.
Perona lasciò cadere lo zaino a terra, tirandosi una ciocca dietro l’orecchio e osservando zio e cugino piena di speranze. Sentì la gola stringersi e il cuore accelerare i battiti.
Voleva così tanto che facessero pace!
Poi Sabo cominciò a cantare e nessuno osò più muovere un solo muscolo se non per respirare.
 
Another turning point, a fork stuck in the road
Time grabs you by the wrist, directs you where to go
So make the best of this test, and don't ask why
It's not a question, but a lesson learned in time
 
It's something unpredictable, but in the end is right,
I hope you had the time of your life.
 
So take the photographs, and still frames in your mind
Hang it on a shelf in good health and good time
Tattoos and memories and dead skin on trial
For what it's worth it was worth all the while
 
It's something unpredictable, but in the end is right,
I hope you had the time of your life.
 
Perona trattenne il fiato quando vide lo zio piegare il busto in avanti e portare le mani a coppa a coprire bocca e naso. Sembrava completamente sopraffatto e la rosa si morse il labbro, senza smettere di sorridere.
Era fin troppo evidente che quello per Sabo era un ramoscello d’ulivo da tendere a suo padre e in fondo lo sapevano tutti che anche il ragazzo  ci stava di pezza a non parlare più con lui. Non erano semplicemente padre e figlio, loro due.
Erano amici e confidenti.
Perona si voltò verso suo padre, che abbassò gli occhi su di lei per farle l’occhiolino, prima che la ragazza si girasse dall’altra parte a cercare Ace.
Il moro, gli occhi fissi sulla scena che stava avendo luogo a pochi metri da loro, sembrò percepire immediatamente lo sguardo dell’amica. Le lanciò un’occhiata e sorrise quando incrociò i suoi occhi grandi e scuri, facendola sorridere ancora di più.
 
It's something unpredictable, but in the end is right,
I hope you had the time of your life.
 
It's something unpredictable, but in the end is right,
I hope you had the time of your life.
 
Il silenzio calò nella casa mentre Sabo appoggiava la chitarra di lato, intrecciando le dita e posando gli avambracci sulle cosce. Né lui né Shanks erano assolutamente consapevoli degli sguardi puntati su di loro, pieni di affetto, speranza e felicità.
-Sei sempre stato più intonato di me- mormorò Shanks dopo un lungo, interminabile minuto.
Sabo sbuffò una risata, portando una mano massaggiarsi il retro del collo.
-Perché ho preso da mamma-
Poi, come rispondendo a un segnale, i due Akagami si alzarono in contemporanea, muovendosi l’uno verso l’altro e incontrandosi a metà strada per abbracciarsi come se non si vedessero da mesi.
Perona sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia e portò una mano in mezzo ai seni, dove il cuore le si stava piacevolmente riscaldando.
Shansk e Sabo si staccarono senza lasciarsi davvero andare, gli occhi rossi e il fiato corto, lottando contro il groppo che si era formato nella gola di entrambi.
-Mi sei mancato papà-
-Anche tu, figliolo. Anche tu- soffiò a fatica Shanks, riavvicinandoselo per dargli una bacio tra i capelli.
Si risedettero sul divano, sorridendo ebeti e senza un apparente motivo, cercando un qualche argomento di cui parlare senza riuscire a trovarlo, non perché non ne avessero ma perché semplicemente erano troppo sopraffatti.
-Allora…- cominciò il rosso, sfregano le mani tra loro -Qualche novità?!-
-Beh ecco…- rifletté Sabo qualche istante, puntando per un attimo lo sguardo fuori dalla finestra -Sto con una ragazza- affermò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Kobi, Sugar, Ace, Perona e Izo si girarono lentamente verso un’imbarazzata e rossissima Koala, che avrebbe voluto sprofondare nel pavimento, glielo si leggeva in faccia.
-Sul serio?! Grande, Sabo!- esultò Shanks, porgendogli il palmo per farsi dare il cinque e regalandogli anche una goliardica pacca sulla spalla -E chi è?! La conosco?!-
-Ah beh…- titubò il biondo, riavviandosi ossessivamente i capelli ondulati -Ecco io… credo… sì… lei è… io… è… È Koala, papà- concluse poi, annuendo con il capo mentre la castana, fuori dalla stanza, si avvicinava pericolosamente all’autocombustione.  
-Oh!- esclamò il rosso, un po’ stupito ma felice -Oh è… grandioso! Davvero grandioso!- ripeté, prima di assottigliare lo sguardo su suo figlio.
-Che… che c’è?!- domandò con un nervoso sorriso Sabo.
-Devo forse farti quel discorso su…-
-Oh no!!! No, no, no!!! Non serve!!!- si agitò il ragazzo, muovendo le mani a palmo aperto davanti al viso.
-Sicuro?! Perché non è un problema per me! Insomma, sono tuo padre è mio compito e…-
-No papà dico davvero! Non serve!- ripeté di nuovo Sabo, rosso come i capelli di suo padre.
Si sedettero sul divano, ancora imbarazzati ma anche sollevati per aver scampato un simile discorso subito dopo essersi riconciliati e lasciarono passare qualche minuto in completo silenzio, godendo semplicemente  della presenza l’uno dell’altro, finché Sabo non tornò a fissarlo con serietà, facendosi coraggio per parlare.
-Papà- lo chiamo cauto, attirando la sua attenzione -Non puoi proprio dirmi cos’è successo con mamma vero?!-
Shanks lo fissò per un lungo istante prima di sospirare e passarsi pollice e indice sugli occhi con aria stanca.
-Sabo tu ti fidi di me?!- gli domandò, tornando a guardarlo mentre lui annuiva con vigore.
-Non te lo posso dire ma ti giuro, ti giuro figliolo che non ho fatto niente di impulso. Si chiarirà tutto- lo rassicurò, con tono fermo e sguardo determinato.
Sabo lo scrutò alcuni secondi, appena un po’ incerto, prima di deglutire e annuire. Non poteva negare di essere ancora molto confuso.
Ma quell’uomo era il suo eroe e, se Sabo aveva una certezza, era che suo padre non lo avrebbe mai e poi mai deluso, per niente al mondo. 
  
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