Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Crazy_YDA    17/03/2016    4 recensioni
Jorge Blanco è il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, con i quali cerca la felicità ormai persa da tempo, senza rendersi conto delle possibilità di gioia che la vita gli offre.
Martina Stoessel è la ragazza misteriosa e frizzante che ha deciso di mettere le cose in chiaro nella sua vita, senza accettare distrazioni per evitare tutto ciò che possa assomigliare al dolore.
Ma cosa succede quando Martina salva il ragazzo dalle perfide acque marine?
Due animi completamente differenti uniti da un legame indissolubile, che li porterà a compiere pazzie mai sfiorate col pensiero prima d'ora. Ma davvero quanto può resistere la forza dell'amore dinanzi alle difficoltà?
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francesca, Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Tini!" Urlò Lodovica, sbattendo il proprio pugno destro contro l'unica porta serrata dei bagni. Si era notevolmente preoccupata dopo che Jorge le aveva riferito che la sua migliore amica non rientrava da circa quaranta minuti. La Comello si chinò lentamente e riconobbe immediatamente le calzature dell'argentina. La paura le arrivò fin dentro le ossa, ma si rese conto subito dopo che quello non era il momento di farsi prendere dal panico. Corse fuori in aiuto dei ragazzi: Jorge, che fino a quel momento non aveva fatto altro che pensare alla Stoessel, sobbalzò guardando il volto impaurito dell'italiana. Le corse in contro e le sue orecchie riuscirono a captare solo un "Tini è stata chiusa in bagno e probabilmente è svenuta" per convincerlo a raggiungere la toilet femminile.

"Jorge!" Squittì ad un tratto una ragazza coprita (o quasi) da dei pantaloncini di jeans stretti ed eccessivamente corti ed un top bianco che lasciava sognare gran parte degli uomini in quel locale. Era affiancata da una bassa riccioluta, sua timida discepola.
"Valeria" Sospirò il messicano, guardando la sua vecchia fiamma. La ragazza in questione gli sorrise compiaciuta, per poi legare le proprie braccia al collo di lui. Mai fidarsi delle arpie.
"Lo so che ti manco... Che ne dici se andiamo a casa mia?" Sussurrò, facendo sfiorare le loro labbra. Jorge le accarezzò avidamente i fianchi.
"Valeria..." Il suo tono di voce assunse una nota roca e quando il suo naso lambì il suo orecchio, la Baroni gemette silenziosamente, attendendo ansiosa una risposta.
"NO" Pronunciò categorico il messicano, allontanandola da lui. Rivolse un tenero sorriso alla povera riccia, e proseguì il suo percorso verso i bagni, mentre alle sue spalle sentì un "Non finisce qui!" che ignorò completamente, la sua mente e il suo cuore erano occupati in un'altra faccenda più seria.
Da non dire che alla sua entrata le varie donne presenti lo presero a schiaffi, ma non calcoló quel dolore che non avrebbe mai potuto eguagliare quello atroce che gli veniva inflitto incessantemente.
Trovata la porta, impiegò tutta la forza che possedesse per scontrarcisi con la spalla.
Un rumore più forte degli altri annunciò che era fatta, ma il suo cuore perse un battito quando vide quel fragile corpo accasciato a terra. Tutta quella frenesia che distingueva la ragazza si era dissolta e con quella anche la pianificazione di una serata indimenticabile.

Lodovica continuava perennemente a fare retro-front con le mani tra i soffici capelli, terrorrizzata. Ruggero, improvvisamente, la bloccò, stringendola a sé ed accarezzandole con gesti teneri e delicati la schiena.
"Ehi soldato, andrà tutto bene, calmati, dai" Il tono pacato e sottile riuscì a rabbonire l'italiana, che si tenne ancora più stretta al Pasquarelli, in cerca di consolazione. Ruggero si morse la lingua, trattenendo i suoi soliti istinti ormonali. Insomma gli era appiccicata addosso una ragazza non poco attraente.
"Rugge" Si divise, coprendo con una mano la sua armoniosa risata, l'italiana, indicando con l'indice sinistro il cavallo dei suoi pantaloni leggermente rialzato. Ruggero sgranò gli occhi e voltandosi imbarazzato, cercò di rimettere a posto il suo amichetto ribelle.
"Ehm, ecco, io..." L'italiano balbettò frasi sconnesse, dopo essersi posto col viso dinanzi alla Comello sorridente per la situazione.
"Bastava dirmelo e mi staccavo" Scoppiò nuovamente a ridere, contagiando anche Pasquarelli, ancora abbastanza rosso in volto.
"Ragazzi" Il messicano boccheggiò e quando i due notarono la Stoessel in quelle condizioni, i loro sorrisi si spensero.
"Ruggero chiama un taxi. Tu, Jorge, portala a casa, io non riuscirei a tenerla in braccio per metterla a letto..." Lodovica frugò nella borsetta nera dell'amica e vi cacciò delle chiavi, che diede all'interlocutore.
"...Queste sono le chiavi di casa" Continuò e guardò rattristita Martina tra le braccia di Jorge. Ci vollero pochi minuti ed udirono un clacson: il taxi era già arrivato. Ruggero aiutò l'amico ad entrare in quell'auto gialla senape, facendogli successivamente un cenno col capo. Indietreggiò riluttante e circondò gentilmente con un braccio le piccole spalle dell'italiana, la quale gli sorrise ringraziandolo e i due stettero a guardare quella macchina finché non la videro eclissarsi tra le strade buie ed isolate di una Buenos Aires notturna.

"Eccoci qua" Affermò Jorge, posando quell'angelo privo di sensi sul letto scoperto. La liberò da quei dolorosi tacchi e la coprì dolcemente con il lenzuolo bianco. In seguito le si avvicinò lentamente e le baciò la fronte, chiudendo le palpebre per bearsi di quella sensazione di calma e tranquillità assoluta che gli trasmetteva. Poi, si allontanò e venerò il suo splendido e rilassato viso per un'ultima volta in quella serata. Avrebbe voluto dormirle a fianco, ma dentro di sé sapeva che non era il caso, quindi sgattaioló via, con l'immagine ferma nella mente di quel volto angelico che lo aveva stregato.

Quando Martina si svegliò provò una forte fitta alla testa e dovette poggiare il capo sul muro per riprendersi. Al primo contatto rabbrividì per il freddo della parete, ma poi quella sensazione diventò piacevole. Frammenti di ricordi della turbolenta serata le tornarono alla mente e si maledì per non aver ascoltato le raccomandazioni dell'italiana. Si massaggiò con la mano destra la fronte, mugugnando qualcosa contro gli alcolici. Ad un tratto udì la suoneria del suo telefono, si allungò svogliata ed afferando il telefono, accettò la chiamata senza guardare il display.
"Chi cazzo rompe a quest'ora?" Sbottò irritata, socchiudendo le palpebre, ancora dormiente.
"Eeeeeehi, se non fosse stato per me ora staresti ancora in bagno!" Ribatté la Comello dall'altro lato, indispettita. Martina si passò una mano sul viso sbuffando.
"Scusa Lodo, è che ho un mal di testa incredibile" Si lamentò, emettendo suoni che lasciavano trapelare il suo dolore.
"Lavati, vestiti, aspetta me per fare colazione e poi ti prendi un'aspirina" Affermò, convincendola senza bisogno di ulteriori preghiere.

Martina si affrettò ad aprire la porta, facendo oscillare la sua vestaglia di raso che le arrivava poco prima del ginocchio e che la rendeva sensuale ed eccitante. Ma quando diede una maggiore occhiata all'uscio divenne rossa come un peperone, cercando di coprirsi come meglio poteva.
"Lodo, non mi avevi detto che avresti portato ospiti" Grignò tra i denti l'argentina, dedicando esclusivamente alla sua adorabile migliore amica uno sguardo truce.
Jorge squadrò quella bellezza divina con gli occhi carichi di malizia e la mente colma di pensieri non proprio puri. Il cuore pulsò talmente forte che riuscì ad ascoltarlo urlare il suo incitamento a far toccare le loro labbra e a far parlare i loro occhi di qualcosa di profondo ed indescrivibile a parole.
"Jorge, riprenditi" Sussurrò Ruggero al messicano, dandogli una violenta pacca sulla spalla, che lo scosse completamente dalla sua attenta analisi. Di tutta risposta Blanco gli diede uno scossone, facendolo barcollare.
"Wuoh!" Esclamò l'italiano, scontrandosi contro lo stipite della porta in legno.
"Su, entrate, idioti!" Li esortò Lodovica, roteando gli occhi per la loro infantilità. Jorge fu il primo ad avanzare e si rese conto che Martina era sparita, per questo motivo si guardò intorno, cercando quella creatura bella e libera.
"È andata a cambiarsi" Lo informò l'italiana, intuendo le sue intenzioni, per poi diregersi verso la cucina.
"Poteva anche restare così per me" Disse a bassa voce, rimemebrando quel corpo perfetto e seducente, causa dei suoi ormoni incontrallabili.

"Jorge!" Si lagnò la Stoessel, pulendosi con una salviettina la punta del naso che scherzosamente il messicano aveva sporcato con la nutella. Jorge sorrise, rilevando quelle lamentele come parti potenti e travolgenti di una bellissima melodia che gli trafiggevano il cuore.
"Sei simpaticissima come un calcio nelle palle dopo una sbronza, lo sai?" Le fece un occhiolino, addentando successivamente un pezzo di cornetto alla crema. Martina assunse un'espressione dolorante al ricordo della scorsa serata e sospirò, rifilandogli una pacca sulla spalla, come suo consueto. Jorge rise, scuotendo il capo divertito.
"Che ne dici di una birra?" Le domandò, sghignazzando.
"Ho trovato qualcuno che si abbuffa come me!" Enfatizzò Ruggero, dandosi il cinque con l'italiana, che stava masticando interamente mezzo cornetto alla nutella, ignara delle regole di un buon galateo.
"Ehi, non posso negarmi tutta questa bontà!" Affermò, allargando le braccia per indicare la tavola imbandita di invitanti delizie.
"Che schifo ragazzi, abbiate almeno la decenza di masticare il cibo. Sembrate dei barboni" Li offese indignita l'argentina. I due italiani si rivolsero contemporaneamente uno sguardo furtivo per poi ritornare ad ingozzarsi senza ritegno. Martina sbuffò: quei due erano incorreggibili.
"Come sei stronza stamattina, qualcuno ti ha contagiato?" Domandò la Comello con la bocca piena, uno spettacolo orribile per la Stoessel. Martina indicò i tre presenti a quel tavolo, stava per andare in escandescenza.
"È colpa vostra! Ieri mi avete portato in quel pub, mi sono ubriacata, sono stata rinchiusa e svenuta per colpa di non so chi ed ora ho un fottuto mal di testa. E tu vuoi venire a dirmi che sono stronza?!" Sbottò furiosa, con una vena paurosa che le pulsava sulla tempia. I ragazzi tacettero e il tempo sembrò fermarsi in quel tagliente silenzio che li fece sentire colpevoli di un reato non da loro commesso.
"Scusate, ho esagerato" Sussurrò Martina, abbassando il volto dispiaciuta per la sua smodata reazione. Improvvisamente percepì sei braccia stringerla dolcemente ed alzando il volto scoprì i teneri ed affettuosi sorrisi dei suoi amici ad accoglierla e perdonarla.
"Ehi, che ne dite di andare in un Luna Park?" Chiese con un ampio sorriso Pasquarelli, ricevendo una netta disapprovazione dalla castana.
"Ha paura delle montagne russe, solo a vederle le viene da vomitare" Spiegò l'italiana, ridendo delle paure della sua migliore amica.
"E se andassimo in spiaggia?"

"Sei mai rientrato in mare dopo l'incidente?" Domandò Martina, spostando il suo sguardo dai due italiani che, buffi, stavano scherzando in acqua, ad Jorge, che s'irrigidì di colpo. Un venticello soffiò, sollevando leggermente il vestitino panna senza maniche dell'argertina, oggetto di forte desiderio di numerosi sessi maschili.
"No... Ma come ti va adesso il mal di testa?" Il messicano tentò di sviare l'argomento: non voleva apparire un fifone davanti a quegli occhi furbi e intensi.
"Meglio, ma non cambiare argomento Blanco" Gli puntò contro il suo indice destro, minacciandolo. Jorge rise, scrollando la testa, siccome era poggiato sui gomiti su un azzurro telo mare. Martina si meravigliò di trovare qualcosa di inaspettato in quel sorriso: il suo. Era incredibile l'abilità del messicano di contagiarla così facilmente.
"Facciamo una cosa: tu vieni con me in acqua ed in cambio tu puoi farmi fare una cosa che vuoi" Martina si rese consapevole solo dopo della gravità della proposta e divenne paonazza in volto, ma quando incrociò i vispi occhi di Jorge seppe con sicurezza che non avrebbe dovuto crearsi paranoie superflue.
"Mh, vediamo..." Sibilò, più che tra sé e sé, soffermandosi con lo sguardo sulla sua aquila ribelle. Martina si avvicinò maggiormente al volto del messicano, legando le proprie mani alla nuca di lui. Jorge perse un battito quando il suo sistema nervoso concepì la situazione ed iniziò a respirare pesantamente.
"Dai" La Stoessel fece il labbruccio, una tenera bambina con cui non giocare, avvertendo il fiato rovente del ragazzo accarezzarle il collo. Spirò silenziosamente, socchiudendo per un attimo le palpebre, ma quando tradusse lo sguardo del ragazzo decise di passare alle maniere forti. Purtroppo quello che sembrava un divertente e facile gioco non era così: quello era il gioco della vita reale.
"Oh" Gemette Jorge dolorante, sentendo la pressione del ginocchio dell'argentina poco distante dale sue parti intime.
"M-Martina" Balbettò, irradiandosi della bellezza di quel sorriso trionfante e pregandola con gli occhi di liberarlo.
"O-Okay, va b-bene" Il sorriso della Stoessel si allargò e si allontanò dal messicano ancora intontito.
"Muoviti" Lo esortò l'argentina, sfilandosi con una mossa veloce il copricostume e lanciandolo verso il suo borsone giallo da spiaggia. Jorge rimase impietrito alla vista di quel corpo che sembrava un'opera del Bernini. Quella ragazza era un dono della natura: né eccessivamente formosa, ma neanche l'opposto, ecco, semplicemente perfetta. Lo sguardo indagatore e allusivo del messicano scovò perfino le parti più nascoste, come un piccolo neo sullo stomaco e il pensiero di volerla scoprire ancora di più si insinuò nella sua perversa mente adolescenziale.
"Jorge" La voce intimidita della ragazza distolse il messicano dai suoi pensieri depravati, e quando la guardò in volto notò che le guance erano dipinte di un caldo rosso scarlatto. Sorrise per il suo pudore che contrastava con la sua frizzante personalità. Con un gesto scaltro si liberò degli indumenti in eccesso, rivelando il suo corpo palestrato, ma non pompato, lasciando a bocca aperta la Stoessel.
"Porca..." Sussurrò, bloccandosi vedendolo avanzare verso di lei. Una scossa le rivolse ciò che possedeva all'interno: un maremoto di organi e muscoli. Si morse il labbro inferiore, azionando un meccanismo nel cuore del messicano che la guardò estasiato.
"Blanco, muovi quel culo!" Lo richiamò, per poi correre verso quell'acqua cristallina e tuffarvici. Quando ritornò a galla, l'acqua schizzò, schiarendosi alla luce solare, mentre Martina chiuse gli occhi godendo quella sensazione di calore in contrapposizione con le goccioline fredde che scivolavano veloci sul suo viso rilassato. Jorge rimase incantato da quella magica creatura proibita che lo aveva interamente smosso nell'animo, compromettendo le sue sicurezze.
Martina lo salutò con la mano sinistra sorridendo allegra, poi invitandolo ad entrare. Jorge bagnò lentamente il piede destro e percepì una scossa partire dal tallone, che lo riportò indietro con la mente. L'argentina notò la sua titubanza e gli si accostò, tendendogli la mano. Blanco fissò quel palmo bagnato teso gentilmente e senza pensarci due volte l'afferrò, lasciandosi scivolare addosso le sue tormentanti paure. Successivamente di getto afferrò per la vita la Stoessel portandola con sé sott'acqua senza il suo consenso, deliziandosi di quell'espressione confusa mista ad ira. Quando riemersero l'argentina gli dedicò, sempre con la sua innata dolcezza, una sberla, per poi scoppiare a ridere, mentre Jorge la teneva ancora salda per i fianchi.
"Lo sai, sei un pericolo costante per la mia salute. Prima o poi sulla faccia avrò i segni delle tue dita" Martina ridacchiò, soffiando sulla sue mani come se fossero pistole nei film di far west.
"Peccato che..." Jorge si avvicinò all'orecchio della Stoessel, con i capelli e il corpo gocciolanti ed estremamente sensuale.
"...Sono vendicativo" Sibilò con voce roca, ammaliandola. Fu un attimo e la spintonò, facendola cadere di schiena sott'acqua. Scoppiò a ridere a crepapelle, indicando la schiuma creatasi per schernirla; ma rimase sbigottito quando si ritrovò giù con l'argentina che lo aveva scosso dalla gambe, facendogli perdere l'equilibrio.
"Sei una piccola peste" Le disse, ma poco dopo scoppiarono entrambi a ridere, baciati dal sole e vedendo crescere qualcosa in sé stessi: la spensieratezza e la felicità che li aveva da tempo abbandonati.

"Jorge, dopo che scendiamo da qui sei morto" Sentenziò Martina terrorrizzata, stringendosi nel seggiolino nero delle montagne russe. Jorge la guardò sorridendo sghembo e le afferrò la mano.
"Finché ci sono io con te, non devi aver paura di nulla" La Stoessel lo ringraziò sorridendogli per il conforto ricevuto, vedendo quel grosso gorilla mediocre sotto un altro aspetto: era in grado di rabbonirla ed amava questa qualità nelle persone.
"Al massimo ti romperai la testa" Aggiunse il messicano divertito, poco prima che il macchinario venisse messo in moto.
"JORGEEEEE"

"Uffa, smettila!" Protestò l'argentina, incrociando con veemenza le braccia al petto e guardando alterata il ragazzo al suo fianco che la stava deridendo da quando erano scesi da quella giostra.
"Ma non puoi capire cosa significa guardare la tua faccia terrorrizzata!È..." La sua sguainata risata sovrastò le sue parole.
"Sei uno stronzo di merda, lo sai?" Disse la ragazza.
"Però è stato divertente, ammettilo" Ribatté convinto il messicano, stringendole la mano timidamente, intimorito all'idea non di ciò che gli avrebbe detto, ma di come avrebbe risposto al suo tenero e spontaneo gesto. La Stoessel ricambiò lentamente la stretta, accertandosi di inserire quel momento nella scatola dei ricordi indimenticabili.
"Non ti darò questa soddisfazione caro mio" Sorrise compiaciuta, con il coltello dalla parte del manico questa volta.
"Ah, no?" Sorrise il ragazzo, passandosi la mano libera tra i capelli sensualmente. Martina si morse il labbro, immaginando in un furtivo ed erotico momento di accazzare quella folta chioma brillante. Jorge la colse in flagrante, e le fece un occhiolino, così da far avvampare l'argentina. Si sentì come una bambina che a tarda notte era stata scoperta dai genitori a frugare nel frigorifero.
"Guarda lì, señorita!" E con l'indice destro le indicò il cielo che esplose in sgargianti fuochi d'artificio e stordenti rumori. La Stoessel sorrise e appoggiò timidamente il piccolo capo sulla morbida spalla del ragazzo.
La bellezza di quel gioco di forme e colori, che sembravano esprimere le gioie di bambini accompagnati dai loro striduli, incorniciarono quella giornata quasi perfetta. Perché quasi? Perché niente è perfetto. Neanche l'amore. Ci saranno sempre delle discrepanze, ma ciò non deve spingerci ad affannarci per migliorare, ma ad abituarci ad essere contenti nella nostra perfetta imperfezione.

*Angolo autrice*
Ehiii, sono ritornata con un nuovo capitolo scoppiettante. Resta ancora il quesito di chi è stata a rinchiuderla, eheh. Pues i nostri Jortini si avvicinano sempre di più creando scintille e.e Non vedo l'ora di leggere i vostri scleri. Grazie per seguire la mia storia. Besos💕
P.S.Nel prossimo capitolo credo ci saranno più scene Lodoggero😌
-Crazy_YDA
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Crazy_YDA