Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Liberty89    19/03/2016    2 recensioni
Infine, con la paura e l'ansia che banchettavano nei loro cuori come ingordi diavoli delle roventi cerchie infernali, custodi e Ritornanti, affiancati dal mago di corte e il capitano dei cavalieri, erano giunti di fronte a ciò che restava della gloriosa e candida sede degli antichi sovrani del Regno della Luce. La Sacra Reggia, imponente e incontenibile in un singolo sguardo, si mostrò nera e silenziosa, come una triste vedova abbandonata al suo dolore e alla sua solitudine. Soggetto di quella cupa e vecchia fotografia smangiata agli angoli, che non rappresentava più la realtà, l'edificio era reso ancor più inquietante dai freddi raggi della luna a forma di cuore, che sovrastava quella briciola di universo come un'indifferente dea, che con eterna pazienza attende il momento in cui le creature sotto di lei si saranno distrutte a vicenda, riportando tutto alla pace originale.
Tratto dalla fic, capitolo ancora da scrivere.
Seguito della fic "Sclero di una notte di mezza estate".
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
...un anno senza aggiornare questa fic. Chiedo umilmente perdono strisciando al vostro cospetto e non mi dilungo oltre ç^ç Ci vediamo giù ç^ç
Buona lettura!


Capitolo VIII: Passi indietro

Kingdom Hearts Re: Chain of Memories - Castle Oblivion

Stringendo al petto il libro dalla grigia copertina, la Regina tenne gli occhi scuri puntati sul castello che aveva lasciato poche ore prima. Dalla sicurezza della cittadella e dall’alto del suo campanile, osservò ogni minuto di quella battaglia che doveva essere terribile. Celando il proprio orrore e la propria paura dietro un’espressione ferrea, vide il candore delle mura ricoprirsi di verdi rami, grossi e piccoli, che da quella distanza le parvero come i tentacoli di una gigantesca piovra. All’iniziale silenzio, durato per lunghi minuti, erano seguiti violenti rumori di deflagrazioni sparse qui e là per l’ala sud del giardino, dove il seme di quel silenzioso nemico aveva messo radici. Per tutto il tempo, Minnie pregò Kingdom Hearts per la sorte dei Ritornanti, augurandosi che uscissero sani e salvi dallo scontro.
Al suo fianco, con le mani giunte all’altezza del cuore, Paperina osservava a sua volta, senza però riuscire a celare il terrore e l’ansia per ciò che stava accadendo e per le conseguenze che avrebbero potuto verificarsi. Cosa sarebbe successo se uno di quei rami avesse scavalcato la cinta muraria e si fosse allungato verso le case dei pacifici abitanti della Città Disney? Se anche uno solo di quei rami spinosi fosse sopravvissuto alla lotta, riuscendo poi a riformare le proprie radici, quale catastrofe avrebbe colpito il loro mondo? Tutto questo la gettava nel panico e pensare che il suo amato compagno era in viaggio ad affrontare simili orrori non faceva altro che rendere ancora più nefasti i suoi pensieri, che cominciarono ad affacciarsi sui peggiori scenari possibili.
A un tratto, avvertirono un vociare concitato dai pochi abitanti del castello che le avevano seguite fin lassù e quando si voltarono, le due dame sgranarono gli occhi e trattennero il fiato. Un luminoso varco s’era aperto sull’ampio terrazzo del campanile dal tetto rosso, e ne uscì Larxene, quasi ciondolante sulle gambe malferme e tremanti, il volto pallido schizzato dello stesso sangue che ora inzuppava tutto il lato sinistro del suo corpo, soprattutto la parte alta del braccio che non c’era più. Nell’esatto momento in cui la donna crollò, Merlino era già al suo fianco a sorreggerla e aiutarla nell’appoggiarsi al pavimento, mentre già gridava istruzioni per avere nel minor tempo possibile ciò che gli serviva per prestare soccorso alla Ritornante.
Quando le palpebre calarono sui vitrei occhi della Ninfa Selvaggia, segnalando il suo abbandono all’incoscienza, Minnie avvertì una sensazione di calore crescente irradiare dal libro che teneva tra le braccia. Sotto gli occhi confusi della sua fedele dama di compagnia, la Regina si rigirò il volume tra le mani e ne aprì la copertina. Prima che lei potesse sfogliarne le pagine, però, esse presero a voltarsi da sole, come spinte da un forte vento.
-M-Maestà cosa…?- balbettò Paperina, fissando dapprima il libro per poi passare alla sovrana.
-Non ne ho idea, ma- la Regina s’interruppe quando finalmente quel folle sfogliar di pagine si frenò, mostrandone una vuota, che però lo fu per poco.
Rapidamente, lettere e parole d’inchiostro nero comparvero nel centro del foglio.

.: La Caduta :.

L’ultima luce infine cadrà
Schiacciata dal peso dell’ombra alle sue spalle
E lo specchio ne rifletterà il nero bagliore.

Il potere perduto risorgerà
Guidato dall’oscura mano della Notte.

Alba e Tramonto saranno lontani,
Separati dai desideri della Notte.
Il Fuoco diverrà guardiano
E il fato silente si eclisserà.

L’ultima scelta sarà presto compiuta.

La Regina del Castello Disney lesse con attenzione quelle poche e criptiche righe, mentre il libro delle profezie tornava freddo e inanimato tra le sue mani inguantate di bianco. Analizzò rapidamente ogni parola, ma per lei quelle strofe restavano enigmi per lo più irrisolvibili. Forse i Ritornanti, o ancora meglio il suo consorte e gli altri custodi, avrebbero potuto interpretarle e dar loro un senso. Comprese, però, che quell’inattesa rivelazione del futuro non era foriera di sviluppi sereni.
Rialzando lo sguardo scuro dal libro, Paperina lo puntò sul viso della sua amata Regina. -Maestà, cosa può significare tutto questo?-
La sovrana emise un breve sospiro, tornando a volgere lo sguardo sulla Ninfa Selvaggia e il sangue che aveva imbrattato il pavimento e la cerulea veste di Merlino, ora profondamente concentrato nella pronuncia di un incantesimo di guarigione. Poi, una nuova serie di esplosioni provenienti dal castello richiamò la sua attenzione.
-Credo che questo sia l’annuncio di qualcosa di nefasto… E temo che questo sia solo il principio.- mormorò, chinando il viso e tornando a pregare.

***

Kingdom Hearts Re: Chain of Memories - Scent of Silence

Non appena aveva intuito ciò a cui puntava il ramo di Scarlet, il Tiratore Libero svanì nel varco in cui era mezzo celato per riapparire in un batter d’occhio alle spalle del Superiore. Quando allungò le braccia per trascinare l’altro Ritornante con sé, se lo vide spingere contro da una presenza inattesa, che subì l’attacco al posto della vittima designata.
Xemnas aveva capito immediatamente che per quanto veloce fosse, non sarebbe mai riuscito a evitare di essere colpito, quindi si era mosso per subire meno danni possibili, qualcun altro però, era intervenuto prima che potesse muoversi. Osservò a occhi sgranati una copia perfetta di se stesso che si frappose fra lui e l’appendice della rosa rossa, per poi allontanarlo con una forte spinta, facendogli perdere il controllo sulle bianche saette che tanto avevano fatto gola alla loro avversaria. Stordito e privo di equilibrio, lasciò la presa sull’elsa che univa le sue spade e cominciò a cadere nel vuoto, finché il respiro non lo abbandonò quando la sua schiena impattò con forza contro il petto del numero II, comparso dietro di lui.
Nel momento stesso in cui venne raggiunta all’addome dal ramo spinoso, l’illusione di Zexion sbarrò gli occhi d’ambra e spalancò la bocca in un urlo muto per poi svanire gradualmente come un miraggio in pieno deserto, con essa si spensero le saette del numero I e ciò che restava della creatura di Marluxia collassò su se stessa, spargendo rami e petali tutt’intorno a sé.
Xigbar tirò un lungo sospiro di sollievo, prima di indietreggiare nel passaggio bianco e tornare con i piedi per terra. -C’è mancato poco, vero capo?- disse, portando un braccio dell’argenteo sulle proprie spalle per sorreggerlo.
Egli annuì, stanco. -Dov’è Zexion?-
-Laggiù.- rispose il Tiratore Libero, indicando con un cenno alla propria sinistra e incamminandosi verso i compagni rimasti.
L’Eroe del Silenzio era in ginocchio accanto al collega, sostenendolo per le spalle mentre con le dita della mano libera ne cercava le pulsazioni sul collo. Il Burattinaio Mascherato era incosciente, pallido e sudato, il respiro ridotto a un soffio affaticato. Il Lexicon abbandonato accanto al suo padrone, su ciò che restava del manto erboso, era aperto sulla pagina che ospitava un disegno abbozzato di Xemnas e poche, brevi frasi annotate accanto.
-Lexaeus…- esordì il Superiore, attirando gli occhi azzurri dell’altro su di sé. -Portalo da Merlino, spiega la situazione alla Regina e dille che per ora il castello rimane inaccessibile. Occupati anche di Larxene e Vexen, non appena si sarà ripreso, li affido a te.-
Il castano annuì e si eresse in tutta la propria altezza con il compagno stretto al petto e il libro nero tenuto sotto il braccio libero. Un passo e svanì in un varco luminoso che aveva aperto con un semplice pensiero.
-Saix, ho un compito anche per te.- riprese il numero I e il Ritornante con i capelli azzurri si fece avanti in un attimo, incurante della stanchezza e delle ferite.

***

Final Fantasy VIII - Liberi Fatali

Amata Sora sbatté le palpebre sugli occhi color magenta, incredulo e intimorito non riusciva a spostare lo sguardo dallo schermo della sala di comando, che mostrava ciò che stava accadendo all'esterno. Il cortile interno della base dove aveva conosciuto Andy ed era capitato quell'imbarazzante incidente con Mikono, ora brulicava di strane e inquietanti creature nere, Heartless li aveva chiamati il ragazzo castano. Essi infestavano il manto erboso come un branco di formiche impazzite che non sapevano bene da dove cominciare la loro opera di distruzione. Sembravano incerti se dirigersi verso l'interno dell'edificio o restare fuori, ma quando comparvero i tre giovani che il Comandante aveva chiamato custodi, le creature nere rivolsero loro tutta l'attenzione di cui erano capaci. Drizzarono le antenne, spalancarono le fauci e arcuarono le grinfie, esponendo gli artigli affilati come coltelli. Gli occhi gialli che brillavano sui volti neri come inquietanti stelle in un cielo buio e vuoto.
I ragazzi non arretrarono mai di un passo. Avanzarono dapprima lentamente, parlando piano fra loro -cosa stessero dicendo Amata non lo capì perché l'audio dello schermo era disattivato- poi allungarono un braccio e tra le dita della mano si materializzò l'arma leggendaria di cui il Comandante Fudo aveva parlato prima: il keyblade. Infine, apparentemente privi di paura, i tre corsero verso i loro avversari, ingaggiando una battaglia violenta e senza esclusione di colpi, che fece rabbrividire lui e molti dei suoi compagni Element. Quei ragazzi sembravano combattere senza protezioni di qualche tipo, schivando con agili movimenti gli attacchi nemici e difendendosi a vicenda dove possibile. A volte dalle loro armi dalla curiosa forma a chiave, partivano sfere infuocate, fulmini e raggi bluastri, sferrando attacchi a distanza di cui Amata non sapeva spiegarsi l'origine. Se, invece, venivano colpiti da un artiglio o altro, quei ragazzi incassavano, ignorando il sangue e il dolore e continuavano a lottare.
Era così preso dalla battaglia che non sentì la quarta custode chiedere se fosse possibile sentire quanto stava succedendo fuori e sobbalzò all'udire la voce della Presidentessa che chiedeva a MIX di attivare l'audio dello schermo; in un attimo la sala di comando si colmò di rumori: ringhi e borbottii misti allo scoppio di alcune deflagrazioni e alle grida dei ragazzi, ormai divisi l'uno dall'altro. A quel punto, Amata si voltò verso la loro ospite, seduta accanto alla Presidentessa, e si stupì nel trovarla a capo chino con le braccia dritte e le mani celate dalla postazione di comando, probabilmente erano strette sulle sue gambe. Si chiese come mai non stesse guardando la battaglia come loro -inoltre, doveva avere sicuramente un impedimento di qualche tipo visto che i suoi stessi compagni le avevano detto di restare lì e non unirsi allo scontro. All’improvviso, però, gli Element esplosero in un’esclamazione di viva sorpresa e stupore, che lo costrinse a voltarsi di nuovo verso lo schermo, e anche lui rimase a occhi sgranati. Accanto al custode dai capelli argentei ora c’era una creatura interamente composta d’acqua e dalle fattezze di volatile, che con un’incredibile apertura alare indirizzava violenti onde contro gli avversari. Amata rimase affascinato da quell’essere misterioso ed elegante e per l’ennesima volta si fece domande sulla natura di questi custodi del keyblade.

Al sentire il quieto verso di Omi, Jessie si rilassò e tirò un inaspettato sospiro di sollievo. Non sapeva di essere così tesa e preoccupata, finché non aveva liberato il fiato e non aveva sentito il cuore farsi più leggero. Non credeva che non poter osservare la battaglia dei suoi compagni potesse gettarla in un simile stato di ansia.
Una mano inguantata e piccola si posò con gentilezza sul suo pugno destro per richiamare la sua attenzione, quindi alzò il viso e si girò per riflesso, gli occhi ciechi puntati nella direzione da cui era giunto il gesto.
-Sta andando tutto bene.- mormorò Crea Dorosera, vedendo l’espressione della giovane farsi più distesa. -I tuoi compagni stanno bene.-
La castana annuì. -Ci sono ancora tanti Heartless?-
-Non molti credo.- rispose la Presidentessa. -MIX, quante unità nemiche rilevi?-
La ragazza con gli occhiali sussultò alla domanda improvvisa, ma si riprese in un attimo e scrutò lo schermo che aveva davanti a sé. -Poco più di settanta unità. A un certo punto hanno smesso di aumentare.-
-Ma che diavoleria è quella specie di uccello? È fatto d’acqua?- chiese Andy, sistemandosi il berretto sulla testa.
-Quella è Omi, la fenice d’acqua.- disse semplicemente Jessie, attirando alcuni sguardi su di sé. -Se va tutto bene ma Riku ha deciso di richiamarla, significa che vuole chiudere lo scontro in fretta.-
-D’accordo, ma da dov’è uscita?!- esclamò il ragazzo col berretto.
-Questo non è importante.- intervenne Fudo, fermo accanto alla custode del Tramonto, con le braccia conserte. -Osservate!- ordinò poi a gran voce, puntando l'indice destro verso lo schermo. -Osservate il sentimento che unisce questi ragazzi! Osservate l’unione del potere di tre singole frecce!-
A quelle parole, come se l’avessero udito, i guerrieri della Luce impegnati a combattere si fermarono e alzarono le armi verso il cielo, scagliando all’unisono un potente Thundaga che liberò il cortile dalla maggior parte dei nemici e ne stordì i rimanenti.

Gli Element parlottavano tra loro, commentando questa o quell’altra azione compiuta dai custodi del keyblade nella lotta finita poco prima. Dopo lo scatenarsi della magia del fulmine erano bastati pochi minuti per portare lo scontro a una rapida conclusione. L’allarme aveva smesso di suonare non appena l’ultima presenza ostile era svanita dai sensori.
A un tratto, l’ultima keyblader rimasta si voltò in direzione dell’ingresso della sala di comando e si alzò in piedi, reggendosi con una mano alla postazione dopo averla cercata a tentoni. I ragazzi si zittirono un po’ alla volta, per poi girarsi a guardarla incuriositi, mentre avanzava con passi incerti e traballanti fino a perdere il sostegno di solido metallo, che la costrinse a procedere con le braccia in avanti appena allargate per mantenere l’equilibrio. Solo in quel momento gli Element, la donna vestita di blu e il soldato col berretto verde si resero conto della sua cecità, ma ciò che li stupì maggiormente fu il gesto successivo del Comandante Fudo: l’uomo infatti si era accostato alla giovane e con gentilezza le aveva preso la mano sinistra per guidarne il cammino esitante.
Jessie sussultò quando il palmo inguantato strinse il suo, ma non lo scostò, perché nonostante il mistero che avvolgeva quella figura e la sua strana luce, la faceva sentire sicura in qualche modo. Ricambiò la stretta e riprese a camminare, lo sguardo opaco rivolto alle luci dei suoi compagni, sempre più vicini. Poi udì i pannelli della porta aprirsi e i passi degli amici risuonarono come i sordi rintocchi di un orologio nel silenzio attonito della sala. Cercò di avanzare più rapidamente che poté per raggiungerli, finché Fudo non lasciò la sua mano perché venisse raccolta insieme all’altra da due palmi piccoli e gentili.
-Kairi.- riconobbe la castana, socchiudendo le palpebre. -Come state? Siete feriti?-
La principessa della Luce scosse il capo, sorridendo all’amica. -No, solo pochi graffi. Nulla di preoccupante.-
-Sei sicura? Posso curarvi lo stesso…- replicò lei.
-Non è necessario.- intervenne Riku, portandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. -Come ha detto Kairi, si tratta solo di qualche graffio e un po’ di polvere sui vestiti. Domani mattina saremo come nuovi.-
-D’accordo.- si arrese Jessie, rilassando le spalle tese prima di lasciare la presa di Kairi e cercare la mano del compagno, che intrecciò le loro dita. -Scusatemi, restare qui e non potervi nemmeno vedere è stato… angosciante.-
-Posso immaginare.- asserì l’argenteo.
-Axel non c’è?- esordì Sora all’improvviso, guardandosi in giro per un attimo. -Pensavo che ormai ci avesse raggiunti a causa degli Heartless.-
-Non pensiamo subito al peggio.- disse Kairi. -Forse lui e gli altri hanno preferito restare sulla nave?-
-Mmh…- mormorò il castano, incrociando le braccia. -La cosa non mi convince…- sospirò, un attimo prima che gli allarmi della sala di comando ricominciassero a suonare come impazziti.
-Cosa? Un’altra volta?!- esclamò Andy, guardando lo schermo olografico davanti a sé. -M-Ma questo- s’interruppe voltandosi verso i suoi superiori. -Comandante! Sta per aprirsi un varco dimensionale proprio qui dentro!-
Alla notizia, Fudo non mosse un muscolo e la Presidentessa si concesse un breve e rapido movimento del sopracciglio, mentre la donna vestita di blu e il soldato cadevano nel panico più totale, interrogando le alte cariche sul da farsi e insistendo sul fatto di dover evacuare la base.
-Non c’è alcun pericolo.- affermò il Comandante Fudo, indicando un punto alle spalle dei custodi. -Fate bene attenzione a ciò che vi accade intorno!- avvertì, mentre un varco luminoso si apriva esattamente dove puntava il suo dito.
-Oh! Sarà Axel!- sorrise Sora, tirando un sospiro di sollievo.
-No, quello non è Axel.- dichiarò Jessie, scrutando la luce in arrivo.
Infatti, non fu il Soffio di Fiamme Danzanti a ricambiare i loro sguardi, bensì il numero VII, che non si scompose minimamente al trambusto e alla confusione, provocati dal suo ingresso improvviso, che si agitavano tutt’intorno a lui. Quando si girò, lo sguardo d’oro scrutò i quattro custodi e si assottigliò appena.
-Devo parlarvi.- annunciò il Ritornante, avvicinandosi ai ragazzi.
-Saix, ma…- replicò Sora incerto, osservando con timore gli abiti dell’altro, macchiati di terra e sangue, e il suo viso graffiato. -…cosa ti è successo?-
Il numero VII si limitò a fermarglisi davanti con le braccia incrociate. -Mi manda Lord Xemnas.- rispose con voce neutra. -Il castello è stato attaccato.-

Fullmetal Alchemist Brotherhood OST 2 - Desolation

Lo shock che aveva scosso i cuori dei prescelti del keyblade era stato così forte da impedire loro di reagire subito alle parole di Saix. L’attacco al Castello Disney era qualcosa che avevano pensato potesse accadere, ma il nemico aveva dimostrato di essere ancora una volta un passo avanti a loro, rendendo vane tutte le contromisure che Merlino e i Ritornanti avevano apportato per evitare una simile eventualità.
A destarli da quella stasi di stupore e turbamento, intervenne la Presidentessa Dorosera che offrì loro il proprio ufficio per discutere in tutta tranquillità con il Ritornante dai capelli azzurri. Ora, i quattro si trovavano seduti su una coppia di comodi divani, in attesa che l’uomo rimasto in piedi riprendesse il suo discorso.
-Cos’è successo?- domandò alla fine Sora, puntando gli occhi celesti su di lui. Studiò di nuovo il suo aspetto e comprese che la battaglia doveva essersi conclusa da poco, perché oltre agli abiti logori e sporchi, il viso pallido di Saix mostrava tutta la sua stanchezza, per quanto neutra fosse la sua espressione.
-La creatura che ha ucciso Luxord ha lasciato un seme nel suo corpo.- rispose Saix, atono. -Il seme si è nutrito della Luce del mondo stesso ed è cresciuto in poco tempo, ma quando ci siamo accorti dell’erbaccia, ormai aveva invaso quasi del tutto il cortile interno.- raccontò, mentre le immagini di quello stravolgimento scorrevano nei suoi pensieri.
-Com’è andata? State tutti bene?- chiese Kairi, apprensiva.
-Larxene è rimasta senza un braccio…- a quelle parole la principessa sgranò gli occhi e trattenne il fiato, mentre i suoi compagni serrarono le mascelle, indurendo la loro espressione. -…il suo caso è il più grave, ma non è in pericolo di vita.- spiegò, abbassando lo sguardo sul pavimento. Aveva visto la collega per pochi istanti prima di congedarsi, il vecchio Merlino li aveva rassicurati tutti sulle sue condizioni, ma una parte di lui non riusciva a rilassarsi. -Zexion e Vexen saranno fuori gioco per un po’, noi altri stiamo bene.-
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, ma strinse ugualmente la mano del custode del Giorno seduto accanto a lei, che tornò a rilassarsi con un profondo respiro.
-Hai già avvertito Topolino?- domandò invece Riku, attirando l’attenzione del Ritornante, che annuì.
-Axel l’ha accompagnato al castello su ordine di Lord Xemnas. C’era bisogno di lui per eliminare ogni traccia delle radici di quella creatura disgustosa, per evitare altre sorprese in futuro. Credo che per un po’ dovrete fare a meno di loro.-
L’argenteo assentì con un cenno. -Possiamo cavarcela da soli, qui la situazione è sotto controllo. C’è solo un’anomalia riguardo alla Serratura di questo mondo, ma possiamo gestirla.-
-Già.- riprese il castano. -Pare che la Serratura sia doppia, perché questo mondo è collegato a un altro che si trova in un’altra dimensione, solo stando qui possiamo raggiungerle entrambe. Almeno, così dice il Comandante di questo posto.-
-Ho capito.- replicò Saix, allungando una mano accanto a sé per aprire un varco luminoso. -Riferirò al Re la situazione. Se dovesse accadere qualcosa, Pippo ci avvertirà dalla vostra nave. A presto.-
Detto questo, salutò con un cenno del capo e sparì oltre il passaggio, che si richiuse alle sue spalle con uno scintillio.

***

Quando tornò in sé, si portò una mano al capo e facendo attenzione si mise a sedere. Si sentiva come in preda ai postumi di una sbronza, non una qualunque, bensì la signora di tutte le sbronze. Avvertiva la testa pesante come un macigno e pulsava così tanto che gli sembrava di avvertire come dei colpi di martello direttamente nel cervello.
-Paperino sei sveglio!- esclamò il Notturno Melodico, comparendo nel campo visivo del mago, che si portò le mani alle orecchie.
-Demyx… un favore.- gemette, ottenendo un assenso immediato. -Non. Urlare.-
-Ops, scusa.- replicò il ragazzo a voce più bassa. -Hai dormito quasi un giorno intero, iniziavo a preoccuparmi. Come ti senti?-
-…come se fossi finito sotto una mandria di elefanti.- rispose sincero il papero, continuando a tenersi il capo con una mano e studiando la stanza rudimentale in cui si trovavano. -Che diavolo è successo? Dove siamo?-
Il Ritornante inclinò la testa da un lato, perplesso. -Non ricordi? Siamo dalla signora Ashirae per il tuo scettro.-
-Eh?- replicò, inarcando un sopracciglio, mentre i ricordi delle sue ultime ore da sveglio riaffioravano nella sua mente e si ricollegavano agli avvenimenti precedenti. -Ah, sì.- concluse poi, riconoscendo che quelli che sentiva erano realmente dei colpi di martello. -Quanto tempo è passato?-
Demyx sospirò. -Poco più di mezza giornata, se non ho sbagliato a tenere il conto delle ore trascorse. In questa caverna è difficile seguire lo scorrere del tempo.-
-Anche da fuori sarebbe praticamente impossibile. In questo mondo il tempo scorre in modo diverso rispetto agli altri, e il giorno e la notte non hanno una distinzione precisa.-
-In che senso?- domandò il biondo.
-Qui è passato quasi un giorno, ma per i nostri amici, ovunque siano, potrebbe essere già passato da molto, oppure potrebbero esserne passati molti di più.
-Alla mia prima visita, trascorsi qui cinque giorni, ma quando tornai al Castello Disney mi dissero che era passata un’intera settimana.-
-Accidenti!- esclamò il Ritornante, sinceramente stupito. -Sarà davvero un bene che noi passiamo così tanto tempo qui?-
Il Mago di Corte annuì. -È necessario, te l’ho già spiegato. E poi, mi fido dei nostri amici, sapranno far fronte alle difficoltà se dovessero presentarsi.-
Demyx mostrò un largo sorriso, mentre i colpi di martello scandivano lo scorrere del tempo come le lancette di un orologio. -Hai ragione.-








Rieccoci. Innanzitutto, mi scuso di nuovo per il ritardo e spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Xemnas si è salvato, era mia intenzione fin dall'inizio tenerlo vivo, ma volevo tenere voi sulle spine (?). Saix porta nuove notizie e a proposito, ho deciso di modificare leggermente il suo modo di riferirsi a Xemnas, aggiungendo quel "Lord" davanti che non avevo mai messo. Visto che è comparso poco, credo che per voi non cambi granché, ma preferisco sempre avvisare quando faccio questi cambiamenti x3
Per il titolo, alla fine l'ho tirato fuori rileggendo per l'ennesima volta le varie parti mentre sceglievo i sottofondi musicali (anche lì, spero che siano di vostro gradimento).
Questo è quanto! Spero di non metterci un'altra vita e mezza ad aggiornare, ma con l'università che mi fiata sul collo e la tesi da scrivere potrei avere difficoltà a dedicarmi alle fan fiction.
Prima di lasciarvi, come sempre mi prendo un paio di righe per i ringraziamenti :3 Ringrazio Keeth per aver messo la fic tra le preferite; e ringrazio aleex_ilmagnifico96, Nitori, Siobhan96 e TheLightning per averla messa tra le seguite! Ovviamente c'è sempre il grazie grande grande a chi legge e commenta e a chi legge soltanto :3
Alla prossima!
See ya!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Liberty89