Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Roylove    20/03/2016    1 recensioni
una ragazza che ama disegnare, il nostro caro Clopin che si legherà molto a lui beh tutta da leggere! Ricorrerà la storia del gobbo di notre dame ma con un personaggio in più e visto dai suoi occhi e quelli di Clopin. Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~Sono contenta che il capitolo precedente vi sia piaciuto , spero che questo anche vi piaccia.

 

 

 


Pov Clopin

 

 

Era stata una nottata stupenda, finalmente avevamo fatto il grande passo.
La mattina seguente mi svegliai prima del solito e mi preparai per andare a lavoro, non potevo far attendere quei poveri bambini.
Così prima di uscire diedi un bacio ad Oreliè ancora addormentata e andai .
La bella stagione stava per arrivare , si vedeva. Gli alberi erano quasi tutti carichi di boccioli, non era più freddo come prima e le giornate di erano allungate.
Quella mattina al carrettino c'era il pienone e raccimolai un bel po' di monete.
Quando arrivò Oreliè io ero nel bel mezzo della mia storia e non potei andarla a salutare, ma rimediai subito dopo.
-Bonjour mon amour!-Dissi dandogli un bacio sulla guancia.
-Bonjour!-
-Volevo fare un salto a parlare con l'arcidiacono di Notre Dame, vuoi venire?-Chiesi, volevo vedere se era disposto a celebrare il matrimonio a due come noi, Esmeralda si era sposata alla Corte ma solo perché a Febo non interessava il luogo. Io invece volevo che seguisse la tradizione cristiana.
-Certo, posso lasciare la mia attrezzatura nel tuo carro?-Chiese lei facendomi notare il cavalletto.
-Certo, vieni lo porto io.-
Una volta aver messo il cavalletto al sicuro entrammo nella cattedrale la quale trovammo il nuovo giudice parlare con l'arcidiacono.
-Non voglio che si ospitino quelle persone.-Disse il giudice.
-Giudice, la Chiesa da asilo a chiunque ne abbia bisogno non possiamo negare ospitalità.-Rispose l'altro.
-È la mia ultima parola.-Disse il giudice per imporsi.
Il diacono non disse più nulla, quando davanti a noi passó il giudice ci inchinammo con profondo rispetto ma quello che prevedevo erano solo guai.
Solo quando chiuse la porta dell'entrata alle sue spalle tornai con lo sguardo al diacono.
-Clopin, Oreliè tutto bene figlioli?-Ci accolse con un sorriso enorme.
-Tutto bene la ringrazio, lei? Sembra preoccupato.-Constatai vedendolo irrequieto.
-Oh è il nuovo giudice che vuole solo giocare a contraddire le regole della Chiesa.Non vuole che diamo asilo a gente come...-Il diacono non trovava nessuna parola carina , ma io sapevo di chi stava parlando.
-Come noi...-Mi limitai a dire.
-Esatto figliolo. Ma ditemi come mai qui?-Chiese poi guardandoci bene.
-Volevamo chiederle se era possibile sposarci, tra qualche mese, qui a Notre Dame.-Chiesi speranzoso.
-Sposarci? Ma certo! Ne sarei felice figliolo.-Disse l'uomo.
-La ringrazio!-Disse Oreliè con un grosso sorriso.
-Mi fa piacere vedere che anche il caro Clopin abbia trovato l'amore della sua vita.-Rise il diacono.
-Poi fisseremo meglio la data, ma noi pensavamo a giugno se per lei va bene.-Chiesi.
-Ma certo! -
Ci congedammo dall'arcidiacono che ci scortó fino fuori Notre Dame e appena usciti trovammo le guardie saccheggiare il mio carretto.
-Hey!-Disse furioso.
-Zitto zingaro! Da oggi ci vuole un permesso da parte mia per praticare queste attività! -Disse il giudice con autorità.
-Non avete il diritto di prendere la mia roba! -Dissi ancora più furioso.
-Io ho il diritto, distrugetelo!-Dato quest'ordine i soldati distrussero il carretto e il giudice se ne andò, ma non mi azzardai a seguirlo visto che c'erano troppe guardie e io ero solo.
La gente guardava allibita la scena e anche l'arcidiacono era su tutte le furie.
-Questo è troppo!-Disse il diacono.
-Cosa intende fare?-Chiese Oreliè all'uomo.
-Scriverò ad una persona più in alto del giudice e spero che Dio ascolti le mie preghiere e che la persona legga la lettera.-Spiegò lui tornando dentro.
Io intanto avevo visto anni di duro lavoro andare in pezzi in due minuti, ero psicologicamente distrutto, senza lavoro come potevo vivere?

 

 

Pov Oreliè


Mi avvicinai a Clopin, i miei occhi si riempirono di lacrime che dovetti ricacciare indietro.
-Clopin?-Chiesi a mezza voce, lui mi guardò e fece una cosa che non mi sarei mai aspettata in quel momento, mi sorrise e mi asciugó una lacrima che mi ricava la guancia.
-Tranquilla non amour andrà atutto bene. Sopravvivremo anche a questo, te lo prometto.-Disse con dolcezza.
Io lo abbracciai ma non riuscii a proferire nessuna parola .
-Clopin!-Era arrivato il marito di Ana con altri uomini della Corte.
-Ragazzi.-Disse lui sorpreso.
-Il garzone del pane ci ha detto quello che è appena accaduto. Quindi sarà anche questo uno come Frollo?-Chiese il marito di Ana.
-Credo di sì-Disse lui.
-Che farai ora?-Chiese un altro uomo.
-Di certo non mi ha intimorito, costruiró un nuovo carretto e quando sarà pronto tornerò qui è gli farò vedere di che pasta siamo fatti noi !-Quello sguardo era pieno di vendetta, glielo leggevo in faccia.
-Ben detto e noi ti daremo una mano.-Disse un uomo della Corte.
-Grazie ragazzi. Sentite, radunate gli altri, oggi per come vanno le cose, fate rientrare tutti alla Corte , poi faremo una riunione , tutti, dai bambini agli anziani.-Disse Clopin, lì vedevo il vero re dei gitani.
-Cherie, vieni, andiamo alla Corte.-Disse poi prendendomi per mano.
Il tragitto se pur breve fu in completo silenzio, vedevo che pensava a qualcosa è sinceramente non mi sentivo in vena di parlargli, alla fine quando ho cercato di confortarlo, si sono invertite le parti ed era stato lui a confortare me.
Una volta alla Corte trovammo Esmeralda ed Ana preoccupate.
-Clopin stai bene? Non ti hanno fatto male?-Chiese Ana.
-Hanno solo distrutto il carretto e rubato tutte le mie cose.-Spiegò lui.
-Oh Clopin !-Disse Esmeralda abbracciandolo.
-Grazie, ma adesso è il momento di fargli vedere che anche noi siamo persone come gli altri e che non ci facciamo mettere i piedi in testa dagli altri.-
-Ben detto!-Dissero le ragazze.
-Credo che siano arrivati tutti.-Dissi notando la folla accalcata.
-Bene, venite!-Disse lui.
Salí su un piccolo palco e iniziò il suo discorso.
-Silenzio per favore!-Urlò per avere il silenzio assoluto.
-Oggi il nuovo giudice ha deciso di mandarci un avvertimento, ovvero che non meritiamo di vivere come tutti gli altri.-
-Dopo tante fatiche non può rinchiuderci di nuovo qui sotto!-Urlò una donna.
-Esattamente, oggi è toccato a me, domani potrebbe toccare a qualcun altro, io spero di no! Ma adesso gli faremo vedere di cosa siamo capaci, se lui distrugge una cosa nostra , beh allora anche noi distuggeremo una cosa sua e torneremo ai nostri lavori . Non dobbiamo avere paura di lui! Non faremo come abbiamo fatto con Frollo.-Disse da vero capo.
La folla lo acclamava .
- E se ci scopre?-Chiese una ragazza.
-C'è un motivo se la Corte è rimasta segreta anche dopo Frollo.-Disse lui.
Quando la riunione fu finita Clopin andò con altri uomini a cercare un po' di legna, mentre io ero da Esmeralda.
Benché fosse da poco rimasta incinta, la pancia già si vedeva un po'.
-Vorrei fare qualcosa per aiutarlo.-Dissi .
-Tranquilla, Clopin sa come cavarsela. Abbiamo affrontato cose ben peggiori.-Disse Esmeralda sedendosi su una sedia, era stanca e lo si vedeva bene.
-Dovresti riposare un po', se vuoi vado a fare io il tuo bucato.-Dissi .
-No no tranquilla, è solo un po' di mal di schiena, non sono la prima ad essere incinta.-Rise lei.
-Va bene, ma se serve una mano basta che chiedi.-Dissi con un sorriso.
-Ti ringrazio-
-Hey mi è venuta un'idea, stasera tu e Febo siete invitati nella nostra tenda, per cena.-Dissi, avevo in mente di organizzare una cena almeno avrei tirato su di morale Clopin.
-Ok.-Disse lei con un grosso sorriso.
-Vado ad avvertire Ana.-Corsi fuori dalla tenda e andai ad avvertire anche Ana che accettò volentieri.
Il cibo non mancava fortunatamente e mi misi all'opera, preparai una zuppa di cipolle, patate e paprika, un pollo cotto lentamente con delle spezie, e poi delle cruditè di sedano, carote e finocchi.
Era ormai tutto pronto per fortuna avevamo abbastanza scodelle e posate che usai cose che Clopin non aveva mai usato credo, dato che erano stracoperte di polvere.
Esmeralda arrivò assieme ad Ana , dopodiché arrivò Clopin seguito da Febo e il marito di Ana tutti e tre erano furiosi.
-Non ci posso credere!-
-Hanno annullato il diritto di asilo! Neanche l'arcidiacono ha potuto fare qualcosa!-
-Qui si va sul ridicolo!-
Mi sentii una sciocca, forse era inutile fare quella cena tutti in famiglia, le cose non andavano bene, ma io volevo vedere di nuovo il sorriso sul volto di Clopin, lo stesso sorriso della quale mi ero perdutamente innamorata.
-Non ci pensiamo! Oreliè si è impegnata tanto per questa cena.-Disse Esmeralda.
-E tutto per rasserenare un po' gli animi.-Disse Ana.
Il mio sguardo andò a quello di Clopin e trovai un po' di conforto.
-Credevo che una cena tutti insieme potesse tirare su gli animi, ma forse ho sbagliato.-Dissi sentendomi quasi umiliata, tutti erano preoccupati per il nostro futuro e io che facevo, sembrava che stessi giocando alla brava mogliettina.
-Hai fatto benissimo invece . Hai saputo riconoscero cos'è più importante in questo momento, la famiglia.-Disse Clopin avvicinandosi a me è dandomi un abbraccio , uno di quelli che ti rincuora e ti tiene al sicuro.
-Clopin ha ragione , la famiglia viene prima di ogni altra cosa. Può andare male quanto vi pare, ma se hai una famiglia affianco sembra riaggiustarsi tutto.-Disse il marino di Ana.
-Grazie.-Dissi abbracciando Clopin.
-Bene a tavola sono incinta e ho una fame da lupi!-Disse Esmeralda con un grosso sorriso.
Dopo quell'inizio un po' disastroso la serata andò benissimo, Clopin era tornato a ridere e intonó qualche canzone con Febo.
Quando tutti erano andati via, io stavo rimettendo in ordine.
-Grazie!-Esclamò Clopin guardandomi.
-Per cosa?-Chiesi.
-Per esserci. Per questo, come ho fatto senza di te fino a questo momento non lo so, ma non tornerei mai indietro.-Si avvicinò e mi diede un bacio.
-Neanche io riuscirei a fare a meno di te.-Gli dissi dolcemente.
-Ti prometto che si sistemerà tutto è riusciremo a vivere finalmente senza problemi.-Quella sera era davvero in vena di romanticherie.
-A me basta che tu sia qui vicino a me e che non fai pazzie.-Risi.
-Ti risulta che io abbia mai fatto pazzie?-Disse lui ridendo.
-Oh si è molte!-
-Touchè (se non erro si scrive così) . -Rise sdraiandosi sul letto.
-Tu dici che ci sposeranno in chiesa anche con il nuovo giudice?-Chiesi sdraiandomi vicino a lui.
-Te lo prometto.-Mi sorrise e poi mi bacio.
Quella sera non successe nulla ,perché crollai dalla stanchezza qualche minuto dopo.

 

 

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