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Autore: Nicolessa    22/03/2016    1 recensioni
In questa storia si svilupperà finalmente quello che è il vero sentimento tra i personaggi che più adoro in Supernatural: Dean e Jo.
Benchè questo si sviluppi proprio nel periodo "pre-morte-imminente" di Dean (e sto parlando di giorni), la loro complicata relazione riuscirà a mettere in chiaro i loro pensieri, all'inizio confusi e discordanti.
Il capitolo inizia con la presentazione di un nuovo personaggio che spingerà Dean a dire addio alla biondina.
Credo che inizierò a piangere fin da ora.
Ma ehi, infondo sono pur sempre un testardo Winchester e una ribelle Harvelle! Mi faranno sempre piangere!
Quindi godetevi il momento e... fazzoletti alla mano!
Questa fanfiction è la quinta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo.
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
~ Dangerous Couples
• Dangerous Goodbyes
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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5 Capitolo 5 - Grazie a lui ora è una Donna.


  • L'aveva sempre ammirata per la sua determinazione, ma questa sua qualità in quel momento era diventata una specie di incentivazione all'eccitazione di Dean. Più tentava di governare la situazione, più il cacciatore si lasciava trasportare dal desiderio di possederla e farla sua. Infatti, si lasciò praticamente trascinare della ragazza che lo portò in una specie di stanzino alternativo. 
    Ovviamente non si mise ad osservare l'ambiente, ma poté notare che non veniva spolverato da un bel pezzo anche se era circondato dall'ordine più assoluto.
    Dean cedette letteralmente a peso morto su quel piccolo materasso, fatto apposta per una sola persona, e con sé trascino la piccola Jo che a sua volta si posizionò sul corpo del cacciatore.
    Le passò una mano dietro la sua nuca e dolcemente l'attirò a sé per riprenderla a baciare come non avevano smesso di fare da un bel po', o che smettevano soltanto per riprendere fiato. 

    Le mani ritornano ad accarezzare la sua schiena, soffermandosi poi di nuovo sui glutei e sui bordi del suo slip, con i quali ci giocò un po' prima di abbassarli lentamente. 
    In quel momento, nemmeno sapeva il motivo, gli venne in mente il loro primo incontro: Dean entrò nella Road House insieme al fratello minore, in cerca di una certa Ellen Harvelle.
    Si separarono vista l'apparente calma di quel posto, pensando che non ci fosse alcun pericolo oltre al tizio in stato comatoso che continuava a russare sul tavolo da bigliardo. Poi in un momento si ritrovò con braccia in aria e un fucile puntato dietro la schiena. 

    «Quando punti un fucile a qualcuno è meglio che non glielo punti proprio alla schiena, perché è molto facile fare...» e la disarmò con una veloce e abile mossa premeditata. «... così.» 
    Ma subito dopo si beccò un pugno diretto sul naso. 
    Dean sorrise contro le sue labbra ricordando quel momento e quando lei lo guardò stranita, lui scosse la testa come a volerle dire ''lascia perdere''. 
    Le accarezzò il viso dolcemente fissando i suoi occhi castani, poi le lasciò un bacio a fior di labbra e cominciò a sbottonare i propri jeans. 
    Quella branda non dava l'idea di essere molto stabile visto che ad ogni loro movimento cigolava.
    Non era un granché, probabilmente era riuscito a trovare qualcosa di molto peggiore dei letti di un motel, ma in quel preciso istante era l'ideale per entrambi.



    Non riusciva davvero a capire cosa portasse Dean a sorridere.
    Ci provò, provò sul serio a leggergli nella mente ma, come al solito, non ne ricavò che un altro enorme punto interrogativo.

    Lui la invitò a lasciar perdere quel suo gesto con una sola occhi
    ata ma, come avrebbe dovuto sapere, Jo non era una che lasciava correre qualcosa, di qualsiasi tipo fosse stata. 
    Non vedeva molti motivi per cui essere contenti benchè quello che gli stava succedendo poteva definirsi un insolito e ben più profondo addio consentito dalla norma.
    In ogni caso, nonostante volesse capirlo davvero con tutta sé stessa, conversare non era nel suo elenco delle priorità.
    Aveva passato troppo tempo a parlare, a suo avviso. O litigare, era la stessa cosa per loro.

    Si staccò dalle sue labbra per soli tre secondi (o magari quattro) e lo aiutò a sfilare i jeans, gettandoli poi poco teatralmente sul pavimento di quella stanza che in realtà non poteva definirsi tale. 
    Le mani esili di lei parevano danzare sul petto e sul collo di Dean, a volte aggrappandocisi come se fossero la sua ancora di salvezza.
    Caricava il suo misero peso sul corpo molto più resistente del cacciatore, non stupendosi nemmeno dell'aderenza perfetta che vi era tra le loro così diverse forme e curve che stavano esplorandosi l'un l'altro. 

    Non c'era nessuna vergogna da parte loro. Avevano così tante volte messo a nudo i loro sentimenti l'uno di fronte all'altra che ora, prendendo la frase alla lettera, non avevano nessun problema nel "completare la visione" di loro stessi.
    Restò a fissarlo per un po' a distanza minima, incrociando quasi la vista per poterlo guardare nei suoi dannatissimi occhi verdi.
    Ebbe l'occasione di studiarli meglio, di contemplare quel verde che infondo non era un semplice verde. Tutto di Dean aveva un doppio significato. Il suo bel faccino da stronzo in realtà era anche qualcos'altro, così come gli occhi verdi da ammaliatore nascondevano un dolore trattenuto.

    Sembrava aver acquisito una certa esperienza nel "leggerlo" proprio come se fosse stato un libro aperto per lei. Magari era perchè avevano un carattere ed una vita relativamente simile o magari perchè lei aveva avuto più tempo rispetto ad altri per poterlo conoscere, questo non lo sapeva. Sapeva solo che quegli occhi, quel bel faccino e sopratutto quelle labbra che aveva di fronte erano sue, anche se per poco, lo erano.
    Lo attirò nuovamente a sé, portandolo dall'essere steso all'essere seduto su quella brandina che, grazie a Dio, non godeva del dono della parola.
    Lo stingeva come se avesse potuto imprimerselo a fuoco sul petto, non avendo altro modo per fargli capire che lasciarlo non era nelle sue intenzioni. 



    Dean e Jo per molti versi erano simili, se non uguali. Probabilmente erano anche fatti per stare insieme... ma loro non lo sapevano, mentre il Destino aveva deciso che non doveva essere così.
    Il fatto che fossero entrambi lì in quel momento, completame
    nte nudi -dopo che Dean si sfilò anche i boxer- a desiderare uno il corpo dell'altro, a incrociare i propri sguardi continuando a baciarsi e a volersi, diceva molto sul loro conto. Qualcosa che non poteva essere espresso a parole... o forse sì. 
    Dean e Jo quella notte fecero l'amore, su quella branda cigolante e in quella stanza da letto che ricordava tanto l'armadio delle scope.
    I loro corpi erano perfettamente in sintonia come infondo lo era anche il loro modo di pensare.
    Fecero l'amore perché era l'unica cosa che volevano "dirsi" prima del giorno dopo.
    Perché Jo era l'unica cosa che in quel momento avesse un senso per lui, era una delle ragioni che lo incoraggiava a farsi forza. Perciò non poteva far altro che muoversi dentro il suo esile, ma perfetto corpo.
    Forse era uno sbaglio, forse tutto ciò avrebbe complicato le cose per lei... ma era l'unico modo per dirle ciò che davvero provava per lei da molto, moltissimo tempo. 

    Quando i due smisero di volersi, Jo prese sonno tra le braccia forti e robuste del cacciatore. Lui la osservò nel buio della notte mentre la stringeva a sé per l'ultima notte.
    Le accarezzava il viso, le scostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio e poi sorrideva.

    Andare all'inferno non sarebbe servito per cancellare quella notte dalla sua mente, la sua anima -perché è questo che Jo aveva colpito in pieno, la sua anima- l'avrebbe ricordato per l'eternità e forse... l'avrebbe aiutato a soffrire un po' meno. 
    Non appena le prime luci dell'alba entrarono dagli spifferi delle finestre, Dean levò lo sguardo e tirò un sospiro.
    Era giunta l'ora.
    Lentamente si alzò dalla branda tentando di non fare rumore e svegliarla.
    Si rivestì velocemente e si voltò a guardarla. Era bella, era bellissima. Dio solo sapeva - se davvero esisteva - quanto gli sarebbe costato andare via così.
    Si avvicinò a lei, si piegò sulle proprie gambe e le accarezzò una guancia con le nocche. 

    «Non ti lascerò mai davvero...» sussurrò mentre delle lacrime silenziose gli rigavano il viso. 
    Poi tirò su col naso, si asciugò rozzamente la faccia con una mano e le lasciò un ultimo bacio sulle labbra. 
    «Addio Jo.» 
    E andò via da quel locale lasciandosi alle spalle una delle cose più importanti della sua vita... Joanna Beth Harvelle.



    Era arrivato il mattino. 

    Jo sapeva bene che quel giorno i raggi del sole nascente non sarebbero arrivati in ritardo per nulla al mondo benchè lei ci sperasse dal profondo del suo cuore. Sperava che i secondi si allungassero diventando minuti ed i minu
    ti, a loro volta, ore. Ma era cosciente del fatto che un suo desiderio non potesse cambiare l'andamento dell'intero universo, anche se Jo, un "favore" del genere da parte di Dio, lo meritava eccome.
    Per i cacciatori prendere sonno era una vera e propria manna mandata dal cielo. Il loro riposo consisteva in un fastidioso dormi-veglia che li costringeva a nascondere una qualche arma sotto il letto o, in alcuni casi, anche sotto lo stesso cuscino su cui facevano finta di posare la testa nella speranza di lasciarsi cullare tra le braccia di Morfeo. 
    Le braccia da cui si faceva cullare Jo però, in quel momento, non erano certo quelle del Dio greco descritto nei libri di storia sebbene, in quanto a perfezione mitologica, ci era molto ma molto vicina. 
    Giaceva accanto a Dean con la testa posata sul suo petto, gli occhi chiusi e la mente ben sveglia, non volendolo però far sapere al cacciatore che liberava nell'aria l'ultimo dei suoi tipici sospiri che Jo non avrebbe più avuto occasione di poter ascoltare.
    Sapeva come Dean aveva trascorso il resto della notte ma il sentirsi osservata, in quella circostanza, le aveva dato tutt'altro che fastidio. 
    Aveva paura di aprire gli occhi perchè sapeva che, se l'avrebbe fatto, avrebbe dovuto rispondere in qualche modo al suo addio.
    Avrebbe dovuto dirgli addio anche lei. Ed anche lei, come lui, negli addii non era di certo un asso. 

    Lo sentì alzarsi e rivestirsi in uno dei silenzi più dolorosi che avesse mai ascoltato ma non osò muoversi di un centimetro.
    «Non ti lascerò mai davvero...» si sentì dire in un sussurro mentre un'ennesima carezza si posava sulla sua guancia ancora carica del loro calore.
    Poi l'ultimo bacio, bacio al quale non poté rispondere un po' perchè non ne aveva la forza e un po' perchè, dopotutto, avrebbe fatto solo più male di quanto già stesse facendo.
    Fissare gli occhi spenti di Jo non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose: per Dean quell'addio silenzioso era il miglior modo per uscirne il meno feriti possibile.

    E dopo tanto egoismo, un ultimo gesto di altruismo doveva essere fatto.
    Un addio dal sapore salato, determinato dalle ultime lacrime del cacciatore.
    Le tracce di Dean si persero fino all'entrata del locale, lasciando dietro di sé nient'altro che l'eco dei suoi passi frettolosi seguiti dalla porta cigolante.
    Ma fu solo dopo aver sentito il rombo dell'Impala che decise di aprire gli occhi.

    Fu solo dopo aver sentito le gomme strisciare rumorosamente contro l'asfalto che il suo respiro divenne corto, mutandosi repentinamente in un solitario singhiozzo da pianto.
    Anche in quell'occasione la "piccola Harvelle" aveva dimostrato di essere diventata ormai una donna anzi, una Donna con la lettera maiuscola.
    E questo perchè solo una vera Donna avrebbe potuto lasciar andare l'uomo che amava senza fargli vedere le sue lacrime.

    ---------------------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice --------------------------------------------------------------------

    Prima di scrivere questa fanfiction assieme a Moonlight93 (♥) ho riflettuto davvero molto. Ho passato ore a pensare e
    rimurginare su questa scena e sopratutto questa fine.  Pensavo: "Jo sarebbe davvero stata capace di farlo?"
    E non mi riferisco certo al fatto di rimanere immobile e muta alla partenza di Dean al mattino, sapendo di
    non poterlo rivedere mai più. Ha cercato di limitare i danni.  Quello che mi domandavo era: "sapendo di recare
     un danno a Dean, avrebbe comunque trascorso la notte con lui?". Diavolo, non lo so!
    Sarò onesta, ho scritto questo pezzo perchè è tutto quello che avrei voluto vedere nello show.
    Almeno per una volta, dannazione! T_T
    Ok, adesso sto male. È finita questa serie e io sto MALE. Non son molto normale xD
    E... d'ora in poi non saprò più che fare O_O BASTA PENSARCI. BASTA.
    Beh, i conti sono fatti. Spero che vi sia piaciuta e... ohibò, grazie di tutto ♥
    Adios, Hunters!







  
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